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Mi piacerebbe condividere il tuo entusiasmo per questo autore, purtroppo non sono mai riuscita a finire un suo libro. Prendiamo il romanzo "Cecità". Lo scopo è di far sì che anche il lettore possa sentirsi spiazzato come un cieco che debba riconoscere da che parte provenga una voce, ma l’effetto che questa tecnica comporta è un senso di disturbo che, misto alla monotonia del racconto, può indurre ad abbandonare la lettura. Non è che non apprezzi il genere, anzi, è proprio questo autore che fatico a digerire. Ritenterò ad avvicinarlo perché se è un premio Nobel un motivo dovrà pur esserci. :D
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Prima di tutto benvenuta! :D
Cecità l'ho letto con pieno gusto. Sicuramente è un libro che se non sei nel momento giusto è difficile da digerire, quindi ti consiglio di riprovarci :D
Saramago, con questo libro, ha fatto vedere il vero essere umano, la dignità che viene persa ed al suo posto l'animale che c'è noi si fa largo.
Ci sono molti punti interessanti, pieni di spunti di riflessione.
Anche il fatto di non leggere nomi veri, come hai detto tu, è una trovata geniale nel contesto della storia. Pensare che io non me ne ero neanche accorta all'inizio.
Non so dove ti sei fermata nella lettura, ma ti posso dire che più vai avanti e più il libro diventa crudo e ci spoglie di ogni sensibilità.
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Cecità.
È vero.
La scrittura è disturbante e l'anonimato con cui vengono presentati i personaggi può infastidire.
Questo fu un libro del gruppo di lettura a suo tempo, e, non ricordo più chi, qualcuno disse che la scrittura era una forma di metafora della realtà. Quante cose nella vita reale non ci piacciono ma andiamo avanti lo stesso, ce le facciamo passare, anche se non le condividiamo o vorremmo cambiarle. Il barbone, il drogato gettato in un angolo, l'indigenza di alcuni, le malattie di altri, il razzismo, l'omofobia, la violenza, la fame, la guerra, ecc. Eppure andiamo avanti guardiamo altro pensiamo altro ci immergiamo in un mondo che non è come lo vorremmo eppure ci viviamo dentro,senza fare nulla. La scrittura di Saramago infastidisce, ma noi lettori siamo abituati a vivere in un mondo che non è perfetto e alla fine ci pieghiamo anche alla sua scrittura, come ci siamo già piegati, mantenendo però la sensazione che le cose, la scrittura dovrebbe essere diversa, che il mondo potrebbe essere migliore.
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Nella mia pelle non ci potresti essere, tu sei solo un soffitto di stucco, Si ma anche quello che vedi di me è una pelle, e d'altro canto la pelle è tutto quanto vogliamo che gli altri vedano di noi, sotto la pelle neanche noi stessi riusciamo a sapere chi siamo.
(Tutti i nomi)