In effetti è un poco mattone e trovo la tua reazione del tutto comprensibile.
Io ho gettato la spugna con l'arte di correre di Murakami...ad un certo punto ho cominciato a dormire alla grande. Sig!
Visualizzazione stampabile
Ah ah! Meno male... Io cercherò di finirlo, intanto sono ancora a pag 62.
Premesso che non leggerò altri libri di Chatwin :reading01, ho intenzione di riprendere la lettura di In Patagonia e di finirlo.
Si può leggere anche a pezzi :mrgreen:
P.S. Certo che gli stiamo facendo una bella pubblicità :lol:, se per caso qualcuno avesse avuto l'idea di leggerlo... ora gli è passata!
Allora proseguo il viaggio, da Ushuaia al Canale di Beagle e Harberton.
Allegato 2737
"Arrivandoci da terra, si poteva scambiare Harberton per una grande tenuta delle Highlands scozzesi, coi suoi recinti per le pecore, solidi cancelli e torrenti ricchi di trote."
Allegato 2736
"Thomas Bridges coniò la parola "Yaghan" dal nome di un posto chiamato Yagha: gli indios chiamavano se stessi Yàmama. Usato come verbo, yàmama significa "vivere, respirare, essere felice, rimettersi da una malattia o essere sano."
Allegato 2739
"Molti, infatti, trovando nei linguaggi "primitivi" scarsità di parole atte a esprimere concetti morali, hanno pensato che questi concetti non esistessero. Ma i concetti di "buono" o di "bello", così essenziali al pensiero occidentale, sono privi di significato se non sono legati alle cose. Coloro che per la prima volta usarono un linguaggio, per suggerire idee astratte presero il materiale grezzo fornito dal loro ambiente e lo costrinsero in una metafora. La lingua Yaghan - e per deduzione ogni linguaggio - è come una rete di navigazione. Le cose che hanno un nome sono punti fissi, allineati o confrontati, che permettono a chi parla di progettare la prossima mossa.
Cosa dobbiamo pensare di un popolo che definiva la "monotonia" come "un'assenza di amici maschili"? O che per "depressione" usava la parola che descrive la fase vulnerabile del ciclo stagionale del granchio, quando ha perso il vecchio guscio e aspetta che cresca quello nuovo?"
Allegato 2738
“Il viaggio non solo allarga la mente. Le dà forma” ha scritto Bruce Chatwin prendendo la Patagonia come simbolo dell’irrequietezza umana.
"Il lago Kami era distante circa 25 miglia, ma i fiumi erano in piena e i ponti erano crollati.
E tutto a causa dei castori. Un governatore dell'isola aveva portato dal Canada i castori e ora i loro sbarramenti ostruivano le valli dove una volta il passaggio era facile."
Allegato 2742
Sulla piccola baia ristagnava la foschia. Una famigliola di oche dal petto rosso solcava l'acqua increspandola e alla prima chiusa altre oche, ancor più numerose, erano ferme davanti a una pozzanghera.
Allegato 2743
Finito!
L'ho letto tutto sommato volentieri, ma credo sia da leggere non come un thriller, con la curiosità di vedere che succede (tanto non succede nulla! :)) ma come un libro di racconti, da leggere un capitolo alla volta, intervallandolo con altre letture. Ogni capitolo è come un racconto a se stante, non c'è filo conduttore. A mio parere il limite di questo libro, che è comunque ben scritto, è che non riesce a coinvolgere il lettore, è troppo impersonale.
Per Daniela!
HIP HIP URRÀ! Urrà, urrà!