La setta della giada - fantasy in versi

Allegato 4569
LA SETTA DELLA GIADA
Un poema epico fantasy di F. Rizzo
I versi di questo poema sono variabili e la loro variazione di lunghezza e sillabe è volta a creare effetti artistici vari. C'è comunque musicalità in tutti i versi, e non mi aspetto che la troviate alla prima lettura. È un libro che va assaporato ed è adatto a chi ha ritmo musicale.
Questa è una raccolta di frammenti di due interpretazioni
che vanno a creare un corpo unico.
Il bardo Xevu cantò "La setta della giada" al passato
e la cantante Sera la cantò al presente.
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Guerra, rossa terra,
un mago lancia un urlo,
sta attaccato con le mani dilaniate sopra un orlo.
L’orlo della torre del real palazzo.
“Se cado io mi ammazzo. Risalire sul terrazzo? O un salto come questo …
lo farebbe solo un pazzo”.
Si getta.
Tutta l’aria fredda gli fischia nelle orecchie, cade in delle catapecchie,
e sotto il vuoto, il mare …/
“Non ci credo, non mi manca neanche un pezzo e sono in me,/
raggiungerò i miei maghi, raggiungo gli altri tre”.
… Era notte e tutto era nero,/in quattro presero un veliero/come il cielo anch’esso nero./Sull’onde via leggero./
In coperta, appena un cero./Tutti e quattro col pensiero/"Di vivere io spero/e vendicarmi per davvero"./
Fiammella traballante, fumosa./Caravella scricchiolante, ondosa.
Via da una fine tragica/su un’imbarcazione magica,/via da giusti editti,/
i loro cuori battevano zitti./
[nota:editto=legge]
Cuori di maghi,/di certezze al più un paio,/sperduti come aghi abbandonati in un pagliaio.
Tal pagliaio, poco a poco,/aveva preso fuoco./Il fuoco di un agone/tra il bastone e lo spadone./
[nota: agone=lotta] …
Dei templari una legione,/dei maghi muore il nome./
I quattro adesso stanchi/non sono maghi bianchi./
Magia antica,/chi la sfida langue,/magia vietata,/magia di sangue./
Accovacciati incappucciati/discorron preoccupati,/cullati e sballottati,/dei lor tremuli fati.
«Dove stiamo andando/sballottati tra onda e onda?»/
«Per lo meno stiamo andando,/per lo meno non si affonda»/

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