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Sto ferma ferma ferma per essere anche altrove.
È questa la mia idea di mitezza – tende
a mettere a fuoco per vedere
anche sott’acqua in un perenne battesimo
perché se stai fermo fermo fermo
sprofondi nel senso della terra e si fa acqua
il gesto – fusione del creato – potenza di passaggio
verso lo stato aeriforme
una volta dichiarato che possiamo volare
soltanto se disposti a smettere di camminare.
Antonella Bukovaz (Cividale, 1963), inedito
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Edizione corretta
Ancora solo pochi passi e poi
lei sarà di nuovo sua sentirà
libererà il suo canto che senza di lei
inaridisce. Collo naso orecchie
gli occhi i capelli la bocca
e così via lui
li canterà solo
a eterna gloria di lei.
Ma una voce si alza.
Orfeo ascolta:
lei che doveva solo tendere l'orecchio
cantando gli piomba sulle spalle.
Allora
si volta ed
ecco
dalle turbate mani gli scivola
la lira. Che Euridice raccoglie
e uscendo percuote piano
con tocchi trattenuti. Collo naso orecchie
gli occhi i capelli la bocca
e così via lei
li canterà solo
a eterna gloria di lui.
Se Orfeo l'abbia poi seguita
le fonti lasciano
all'oscuro.
Ulla Hahn
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Vigilia di restare
Tutto è pronto: la valigia,
le camicie, le mappe, la fatua speranza.
Mi spolvero le palpebre.
Ho messo all’occhiello
la rosa dei venti.
Tutto è pronto: il mare, l’atlante, l’aria.
Mi manca solo il quando, il dove,
un diario di bordo, le carte
di navigazione, venti a favore,
il coraggio e qualcuno che mi ami
come non so amarmi io.
La nave che non c’è, le mani attonite,
lo sguardo intento, le imboscate,
il filo ombelicale dell’orizzonte
che sottolinea questi versi sospesi…
Tutto è pronto. Sul serio.
Invano.
Juan Vicente Piqueras
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Il suo corpo è diventato quello di un estraneo,
anche se lo conosco meglio di tutti.
Inafferrabile e muto. Inutile. Non resta niente.
Anche della sua voce, che ho avuto così vicina,
ho dimenticato le sfumature.
O meglio, non le ho dimenticate, soltanto,
il mio cuore non sa più percepirle,
i ricordi si incastrano e si confondono.
Brillano qua e là alcuni fermoimmagine involontari.
Credo succeda a tutti:
restano ricordi che non ci interessano,
volti che non abbiamo amato,
momenti che non hanno avuto poi troppa importanza,
dettagli come una verruca, un neo peloso,
cose sgradevoli, inessenziali,
eppure stanno lì, ferme e lucide.
Incancellabili.
Chissà perché.
Simona Vinci
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Volevamo essere come le cose di terracotta
Esserci per quelli,
che prendono il loro caffè di mattina alle cinque
in cucina
Appartenere ai tavoli semplici
Volevamo essere come le cose di terracotta, fatte
di terra dei campi
E in modo che nessuno potesse usarci per uccidere
Volevamo essere come le cose di terracotta
in mezzo a
tanto
acciaio
che rulla
Saremo come i cocci delle cose
di terracotta: mai più
un insieme, forse
un balenare
nel vento
Reiner Kunze
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Quanto più puoi
Farla non puoi, la vita,
come vorresti? Almeno questo tenta
quanto piú puoi: non la svilire troppo
nell'assiduo contatto della gente,
nell'assiduo gestire e nelle ciance.
Non la svilire a furia di recarla
cosí sovente in giro, e con l'esporla
alla dissennatezza quotidiana
di commerci e rapporti,
sin che divenga una straniera uggiosa.
Konstandinos P. Kavafis
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NEL MESE DI MAGGIO
Dal mio giardino si vedono così e non si possono spiegare
l’accordo dell’azzurro rarefatto e quello del verde
che sale e si fa spazio in certe mattine di maggio
quando il calore viene sulle braccia scoperte
e tocca il tendine d’azzurro e il tendine di verde
che credevamo spenti, nella nostra testa di oggi,
tanti anni fa. In mattine così, la terra si piega
e si anima in cose inanimate come i sassi
nel brulichìo nascosto dalle foglie, nel nostro
essere muti e felici di non avere un nome.
Forse daremo un nome a questa luce sugli occhi,
alla rondine scolpita dall’aria mentre passa,
all’ombra durata un battito sulle nostre mani;
forse saremo infanzia e chiuderemo il pericolo
nel nome del pericolo e allontaneremo le nostre spalle
dalla città abbagliata e splenderanno amate dal caso
e dal vento le nostre impronte quando qualcuno chiuderà
il cancello dietro a noi, e ci guarderà partire.
Pierluigi Cappello
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Eredità
a Josip Osti
I nostri avi ci hanno lasciato in eredità
degli Schonbrunn, dei Palazzi d’Inverno,
dei Ponts Charles,
delle Piazza San Marco,
senza menzionare
i Westminster
che rappresentano
i drammi di Shakespeare,
i romanzi di Tolstoi
o la “suite n. 3” di Bach.
E noi altri,
cosa lasceremo in eredità
ai nostri discendenti?
Degli snack-bar,
delle stazioni di servizio,
dei garages,
e qualche anti-romanzo.
Izet Sarajlić
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QUANDO SI PERDE IL SEGNALE
Non avere pietà di quello che sei stato,
perché la pietà è troppo breve:
non dà il tempo di costruire nulla.
Di notte, in un piccolo aeroporto,
vedi come un aereo sta salendo.
Stai perdendo il segnale.
Sei convinto di stare vivendo
anni senza speranze che sono però
i più felici della tua vita.
C’è altra poesia, ci sarà sempre,
come c’è altra musica.
Quella di Beethoven sordo.
Quando si perde il segnale.
JOAN MARGARIT
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Portami lungo viali vuoti...
Portami lungo viali vuoti,
parlami di qualche sciocchezza,
pronuncia vagamente un nome.
I lampioni piangono l'estate.
Due lampioni piangono l'estate.
Cespugli di sorbo. Una panchina umida.
Amore mio, resta con me fino all'alba,
poi lasciami.
Rimasto come un'ombra offuscata,
vagherò qui ancora un po',ricorderò tutto,
la luce accecante, il buio infernale,
io stesso fra cinque minuti sparirò.
Boris Ryzyi
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L’universo non ha un centro,
ma per abbracciarsi si fa cosí:
ci si avvicina lentamente
eppure senza motivo apparente,
poi allargando le braccia,
si mostra il disarmo delle ali,
e infine si svanisce,
insieme,
nello spazio di carità
tra te
e l’altro.
Chandra Livia Candiani
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Avrei dovuto avere due cuori,
il primo insensibile,
il secondo costantemente innamorato:
questo lo avrei affidato a coloro per cui batte
e con l’altro avrei vissuto felice.
Amin Maalouf
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Se solo si potesse vivere tra parentesi
si potrebbe prendere chi vuoi dentro con te,
e il resto del mondo aspetterebbe fuori
a guardare educatamente dall’altra parte.
Se si sbucasse fuori dalla parentesi,
la vita continuerebbe come prima.
Non ci sarebbero conseguenze
e per una volta i muri si troverebbero dove vuoi tu.
Se solo fosse possibile.
Ma le parentesi esistono solo nei libri.
E il mondo gira di conseguenza.
A. Fienberg
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Ci provo a portarti in me,
nel mio pericolo,
nella mia impresa
di insensata emergenza.
Vedi, tutto può crollare,qui. Le facce come le case,
sono cinema, sono cenere.
Ma ti tengo stretta
come polvere con il cielo,
consegno le nostre due
trasparenze all'aria calda del dopo terremoto,
alle macerie che fumano quiete,
alla quiete di quando hai perso,
tutto. Sei chicco d'uva
di vigna grande,
sorriso
che abbandona adagio adagio, ti tengo
sul palmo della mano
con delicata forza, ti sostengo fino al cielo,
fino a casa.
Chandra Livia Candiani