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Cercarti è un’ellisse.
Sognarti è una curva.
Decifrarti è una piramide.
Raggiungerti è un’iperbole.
Amarti è un cerchio.
Tenerti è un quadrilatero.
Perderti di nuovo
è una mera parabola
per tornare a cercarti.
Alfonso Brezmes
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L’utilità della sofferenza
(Mentre dormivo ho sognato questi versi)
Una persona che amavo mi ha dato una volta
una scatola piena di buio.
Ci sono voluti anni perché capissi
che anche quello era un dono.
Mary Oliver
Allegato 4546
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Tu che cammini stasera nella strada deserta, vai piena dei baci non dati.
Ignori la scrittura prodigiosa dell’amore.
Anche se non mi conosci, nel mio cuore trema lo stesso mare che danza nelle tue vene.
Prendi i miei occhi millenari, il mio corpo ripetuto, il sussurro della mia spiaggia.
Rafael Canadas
https://thumbs.dreamstime.com/t/beau...y-61679442.jpg
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CERCA DI QUELLE FOGLIE
Cercalo l'integrale, l'algoritmo
che risolva quel dirigersi al sole
l'una all'altra senza negarsi (leggilo
nelle nervature) di quelle foglie
Gianfranco Isetta
da SONO VERSI SPARSI 2004
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le parole più gentili che mio padre mi ha detto
donne come te annegano oceani
Rupi Kaur
Allegato 4612
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non capirò mai
perché mi hai stretta
se avevi paura del calore
avresti dovuto sapere che io sono un fuoco
Rupi Kaur
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nulla è più sicuro
del suono di te
che mi leggi qualcosa.
Rupi Kaur
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Nulla è più sicuro
del suono di te
che mi leggi qualcosa.
Rupi Kaur
Bellissima...
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Cercando notizie su questa poetessa sono incappata nella polemica sulla foto di Instagram.
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Quote:
Originariamente inviato da
kaipirissima
Cercando notizie su questa poetessa sono incappata nella polemica sulla foto di Instagram.
Già, la sua biografia è particolare, la violenza sessuale subita, la polemica su quella foto (per la cui censura Instagram si è poi scusato).
Nel 2014, ha autoprodotto Milk and honey, raccolta illustrata delle sue poesie, ristampato con un editore un anno fa ed entrato nella pagina dei bestseller del New York Times.
Le sue poesie sono illustrate da lei stessa, e non usa mai le maiuscole quando scrive. In diverse interviste ha spiegato il perché della sua scelta: un omaggio alla sua lingua madre, il punjabi, che usa la scrittura gurmukhi, nella quale appunto non esistono lettere maiuscole. La poetessa ha spiegato come le piacesse questa semplicità, la simmetricità che dona anche visivamente ai suoi lavori. In più, questo modo di scrivere è una rappresentazione di ciò che vorrebbe vedere di più al mondo: l’uguaglianza.
«Questo è il mio cuore/nelle tue mani/ questo è/il ferire/l’amare/lo spezzare/ il guarire».
Il titolo Milk and honey, spiega la Kaur, nasce da una poesia da lei scritta sul genocidio della comunità Sikhs in India, in cui raccontava delle donne che avevano vissuto quella terribile esperienza. La loro capacità di riprendersi fu da togliere il fiato. Erano sopravvissute all’assassinio di mariti e figli, erano sopravvissuto al tradimento, allo stupro, alle torture. Rupi scrive di come siano uscite da tutto quel terrore in modo liscio come il latte, ma denso come il miele. Oltretutto, spiega la poetessa, latte e miele sono anche usati dalla sua famiglia e dalla comunità come ingredienti di guarigione per influenza e febbre, per delle ferite. E Milk and honey parla soprattutto di questo, del difficile percorso attraverso la sofferenza, che alla fine però lascia spazio alla guarigione.
"Mio padre una volta mi ha detto che il miele è l’unica cosa che non muore. non importa da quanto tempo è in quel barattolo, dieci anni o cento, il miele, nel suo stato naturale e grezzo, vive per sempre, e penso che sia semplicemente la cosa più bella."
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magari non sei stato il mio primo amore
ma sei stato l'amore che ha reso
tutti gli altri amori
marginali
Rupi Kaur
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abbiamo cominciato in onestà
e nello stesso modo
finiamola
- noi
Rupi Kaur
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mi inchiodavi
le gambe
al suolo
con i tuoi piedi
e pretendevi
che mi alzassi
Rupi Kaur
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non confondere
sale e zucchero
se lui vuole
stare con te
lo farà
è davvero così semplice
Rupi Kaur