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Allegato 3620
Fraternité dove sei finita?
Restiamo umani...
Amnesty International: i leader del mondo abbandonano i rifugiati al loro destino, condannandone milioni a una vita di miseria e migliaia a morire
15/06/2015
In un rapporto presentato oggi a Beirut, alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno, Amnesty International ha accusato i leader della comunità internazionale di aver condannato milioni di rifugiati a un'esistenza insopportabile e migliaia di loro a morte, non fornendo loro l'indispensabile protezione umanitaria.
"Stiamo assistendo alla peggiore crisi dei rifugiati dei nostri tempi, in cui milioni di donne, uomini e bambini lottano per sopravvivere tra guerre brutali, reti di trafficanti e governi che perseguono interessi politici egoisti invece di mostrare la minima compassione umana" - ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International.
"Questa crisi dei rifugiati è una delle sfide cruciali del XXI secolo ma finora la risposta della comunità internazionale è stata vergognosamente fallimentare. C'è bisogno di un radicale cambiamento nelle politiche e nelle prassi per creare una strategia globale complessiva e coerente"
- quella in corso è la peggiore crisi dei rifugiati dalla Seconda guerra mondiale;
- un milione di rifugiati ha disperatamente bisogno di essere reinsediato;
- quattro milioni di rifugiati siriani lottano per la sopravvivenza in Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto;
- nell'Africa sub-sahariana si trovano oltre tre milioni di rifugiati e dal 2013 solo a una piccola parte di loro è stato offerto il reinsediamento;
- nel mar Mediterraneo sono annegate 3500 persone nel 2014 e 1865 dall'inizio del 2015;
- nei primi tre mesi del 2015, 300 persone sono morte nel mar delle Andamane a causa della fame, della disidratazione e della violenza degli equipaggi delle navi su cui erano a bordo.
Allegato 3621
A Beirut, Amnesty International ha presentato una proposta per rafforzare il sistema della protezione dei rifugiati e ha sollecitato gli stati a impegnarsi concretamente al rispetto dei loro obblighi giuridici e a battersi per una condivisione internazionale delle responsabilità. Tra le azioni che Amnesty International chiede ai governi di intraprendere, vi sono le seguenti:
- l'impegno a reinsediare complessivamente, entro i prossimi quattro anni, il milione di rifugiati che attualmente necessita di reinsediamento;
- l'istituzione di un fondo globale per i rifugiati che possa rispondere a tutti gli appelli delle agenzie umanitarie delle Nazioni Unite e fornire sostegno finanziario ai paesi che ospitano grandi numeri di rifugiati;
- la ratifica globale della Convenzione delle Nazioni Unite sullo status di rifugiato;
- lo sviluppo di procedure nazionali eque per esaminare le richieste di asilo e garantire che i rifugiati abbiano accesso ai servizi di base, quali l'assistenza sanitaria e l'istruzione.
"Il mondo non può più stare a guardare mentre paesi come il Libano e la Turchia sopportano un peso così ingente. Nessun paese dovrebbe essere lasciato solo a gestire un'enorme emergenza umanitaria, scarsamente aiutato dagli altri, solo perché si trova al confine con un paese in conflitto" - ha aggiunto Shetty. "I governi di tutto il mondo hanno il dovere di assicurare che le persone non muoiano mentre cercano la salvezza. È fondamentale che offrano un riparo sicuro ai rifugiati disperati istituendo un fondo globale per i rifugiati e prendendo misure efficaci per portare in giudizio le reti criminali dei trafficanti. È giunto davvero il momento di rafforzare la protezione per i rifugiati, altrimenti il mondo si renderà complice di una tragedia evitabile" - ha ammonito Shetty.
Allegato 3622
Siria: la più grande crisi mondiale dei rifugiati
Sono oltre quattro milioni i rifugiati che hanno lasciato la Siria. Il 95 per cento di loro si trova in appena cinque paesi: Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto.
Questi paesi stanno affrontando enormi difficoltà. La comunità internazionale non ha fornito a loro e alle agenzie umanitarie risorse sufficienti. Nonostante le richieste dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), l'offerta di reinsediamento è stata bassissima.
La situazione è talmente disperata che alcuni dei paesi confinanti con la Siria hanno adottato misure profondamente preoccupanti, compreso il diniego d'ingresso nei loro territori a persone disperate e il loro respingimento verso il conflitto.
Il Mediterraneo: il più pericoloso dei percorsi marittimi
Il mar Mediterraneo è il più pericoloso dei percorsi marittimi per i rifugiati e i migranti. Nel 2014, 219.000 persone hanno preso il mare in condizioni di estremo pericolo e 3500 di esse sono annegate.
Africa: la crisi dimenticata
Nei paesi dell'Africa sub-sahariana vi sono oltre tre milioni di rifugiati. Lo scoppio dei conflitti in paesi quali il Sud Sudan e la Repubblica Centrafricana ha costretto un crescente numero di persone a fuggire dalla guerra e dalla persecuzione.
Voltare le spalle ai disperati del Sud-est asiatico
Nel primo trimestre del 2015, secondo l'Unhcr, 25.000 persone hanno cercato di attraversare il golfo del Bengala, il doppio rispetto allo stesso periodo del 2014. La rotta del golfo del Bengala è usata principalmente dai rohingya provenienti da Myanmar e da cittadini del Bangladesh.
L'11 maggio l'Oim ha denunciato che circa 8000 persone erano abbandonate a bordo di imbarcazioni al largo delle coste della Thailandia, per lo più rohingya in fuga dalla persecuzione orchestrata dal governo di Myanmar.
Un terribile precedente è stato messo in atto dall'Australia, il cui approccio duro nei confronti dei richiedenti asilo che cercano di arrivare via mare, sotto le mentite spoglie della salvezza delle vite umane, viola le sue responsabilità nei confronti del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale dei rifugiati.
"Dal mar delle Andamane a quello del Mediterraneo, chi cerca disperatamente la salvezza trova la morte. L'attuale crisi dei rifugiati non sarà risolta a meno che la comunità internazionale non riconosca che si tratta di un problema globale che richiede da parte degli stati maggiore cooperazione a livello globale.
tratto da : http://www.amnesty.it/Leader-del-mon...liaia-a-morire
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Allegato 3647
Alcuni dati dal rapporto 2015 di Nessuno tocchi Caino:
I Paesi mantenitori della pena di morte sono scesi a 37 (al 30 giugno 2015) rispetto ai 39 del 2013.
I Paesi o i territori che hanno deciso di abolirla per legge o in pratica sono oggi 161. Di questi, i Paesi totalmente abolizionisti sono 103; gli abolizionisti per crimini ordinari sono 6; quelli che attuano una moratoria delle esecuzioni sono 6; i Paesi abolizionisti di fatto, che non eseguono sentenze capitali da oltre dieci anni o che si sono impegnati internazionalmente ad abolire la pena di morte, sono 46.
Nel 2014, le esecuzioni sono state almeno 3.576, a fronte delle almeno 3.511 del 2013. Il lieve aumento delle esecuzioni nel 2014 rispetto al 2013 si giustifica con l'’incremento registrato in Iran e in Arabia Saudita.
Negli Stati Uniti, nel maggio 2015 il Nebraska è diventato il diciannovesimo Stato della federazione ad abolire la pena di morte e il settimo a farlo negli ultimi otto anni. In altri quattro Stati – Washington, Colorado, Pennsylvania e Oregon – i Governatori hanno sospeso le esecuzioni a causa degli evidenti difetti che connotano il sistema capitale.
Il candidato alle elezioni presidenziali Usa del 2016 Martin O'Malley ha presentato le sue proposte di revisione del sistema di giustizia penale del Paese, promettendo di riformare i dipartimenti di polizia, abolire la pena di morte e affrontare il sovraffollamento delle carceri. Da governatore, O'Malley ha abolito la pena di morte nel 2013 nel Maryland, definendo la pena di morte come un "deterrente razzista e inefficace".
Allegato 3646
http://www.nessunotocchicaino.it/new...mento=19305192
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Allegato 3713
La risposta perfetta di un bambino alla questione dell'immigrazione.
Nel tuo asilo ci sono anche immigrati?
No, ci sono solo bambini!
tratto da:
http://dirittiumani1.blogspot.it/201....html?spref=fb
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I bisogni dei bambini sono elementari ... basterebbe affidarsi a loro e il mondo sarebbe più semplice.
Questo filmato dice tutto
http://www.quotidiano.net/social-new...esso-1.1246857
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Fiorella Mannoia feat. Frankie Hi-NRG MC
https://www.youtube.com/watch?v=Ytl_...ature=youtu.be
Non è un film
Non è un film quello che scorre intorno
che vediamo ogni ogni giorno che giriamo distogliendo lo sguardo.
Non è un film e non sono comparse le persone disperse
sospese e diverse tra noi e lo sfondo,
e il resto del mondo che attraversa il confine
ma il confine è rotondo si sposta man mano che muoviamo lo sguardo
ci sembra lontano perché siamo in ritardo, perenne, costante, ne basta un istante,
a un passo dal centro è gia troppo distante,
a un passo dal mare è gia troppo montagna,
ad un passo da qui era tutta campagna.
Oggi tutto è diverso una vita mai vista
questo qui non è un film e non sei protagonista,
puoi chiamare lo stop ma non sei il regista
ti puoi credere al top ma sei in fondo alla lista.
Questo non è un film e le nostre belle case non corrono il pericolo di essere invase, non è un armata aliena sbarcata sulla terra,
non sono extraterrestri che ci dichiaran guerra,
son solamente uomini che varcano i confini,
uomini con donne vecchi con bambini, poveri con poveri che scappan dalla fame
gli uni sopra gli altri per intere settimane come in carri bestiame
attraverso il deserto rincorrono una via in balia dell'incerto per rimanere liberi costretti a farsi schiavi
stipati nelle stive di disastronavi
come i nostri avi contro i mostri e i draghi
in un viaggio nell'inferno che prenoti e paghi
sopravvivi o anneghi questo il confine
perché non è un film non c'è lieto fine.
Questo sembra un film di quelli terrificanti
dalla trasilvania non arrivano vampiri ma badanti,
da santo domingo non profughi o zombie,
ma ragazze condannate a qualcuno che le trombi
dalle filippine colf e pure dal bangladesh
dalla bielorussia solo carne da lap dance
scappano per soddisfare vizi e sfizi nostri
loro son le prede, noi siamo i mostri
loro la pietanza, noi i commensali
e se loro son gli avanzi noi siam peggio dei maiali
pronti a divorare a sazietà
pronti a lamentarci per la puzza della varia umanità
che ci occorre, ci soccorre, ci sostenta
questo non è un film ma vedrai che lo diventa
tu stai attento e tienti pronto che al momento di girare
i buoni vincon sempre,
scegli da che parte stare.
Scegli da che parte stare,
dalla parte di chi spinge,
scegli da che parte stare,
dalla parte del mare
Scegli da che parte stare,
dalla parte del mare
Scegli da che parte stare,
dalla parte del mare
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11 settembre 2015 : si svolgerà in più di 60 città italiane che hanno aderito all'iniziativa, tra cui Venezia, Milano, Palermo, Roma, Cosenza, Napoli, Reggio Calabria, la marcia delle donne e degli uomini scalzi, in sostegno dei migranti, dei rifugiati e dei richiedenti asilo che troppo spesso sono vittime di politiche migratorie che danno priorità alla difesa dei confini piuttosto che alla vita umana.
Allegato 3731
La manifestazione, che punta a sollecitare le istituzioni a modificare le politiche migratorie europee e globali, ha quattro richieste: certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature; accoglienza degna e rispettosa per tutti; chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti; creazione di un sistema unico di asilo in Europa (superando il regolamento di Dublino).
Qui l'elenco delle città in marcia:
http://donneuominiscalzi.blogspot.it...in-marcia.html
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L’Arabia Saudita sta per decapitare un ragazzo, per poi crocifiggerlo e esporre il suo corpo in piazza. La stessa Arabia Saudita a cui hanno appena affidato il coordinamento della commissione ONU sui diritti umani! Una follia!
Allegato 3744
Ali Mohammed al-Nimr è stato arrestato a 17 anni per aver preso parte a una manifestazione contro il governo. La reazione è stata durissima, l’hanno torturato e condannato a morte. Ma è un trattamento del tutto normale in Arabia Saudita: quest’anno ci sono già state più di 100 esecuzioni, praticamente una ogni due giorni.
La Francia è l’unico paese che per ora ha chiesto di fermare l’esecuzione. L’Italia assieme a Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna per ora tace, per gli ottimi rapporti con il regime di cui è tra i più grandi partner commerciali. Ma la pressione diretta dei nostri governi è davvero l’unico modo per persuadere i sauditi a fermarsi. Firma subito la petizione per salvare Ali, la sua esecuzione può avvenire ormai da un momento all’altro, appena il re ratifica la condanna.
per chi volesse firmare:
http://appelli.amnesty.it/arabia-saudita-pena-di-morte/
https://secure.avaaz.org/it/stop_sau...s_loc/?cpqEgfb
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https://www.youtube.com/watch?v=vez8q-LA37s&feature=youtu.be
Anthony Graves è la 12° persona riconosciuto innocente nel 2006 in Texas dopo 12 anni di cella della morte, rilasciato nel 2010 è il 139° condannato a morte rilasciato in Usa. E' diventato un avvocato per la riforma della giustizia.
Appena Graves è stato liberato, il governatore texano Rick Perry ha dichiarato che questa vicenda «rappresenta un ottimo esempio di come il sistema funziona». Ma la realtà ci dice l’esatto contrario, e cioè che Graves si è salvato per il rotto della cuffia solo grazie all’aiuto ricevuto da persone che nulla avevano a che fare con le istituzioni governative e giudiziarie.
In questo interessantissimo articolo, la storia di Anthony Graves:
http://www.mediconadir.it/node/228
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2 gennaio 2016 "Condanne a morte saudite inaccettabili. Rafforzano il terrorismo e l'instabilità"
Le autorità dell'Arabia Saudita hanno mostrato il loro profondo disprezzo per i diritti umani e la vita mettendo a morte in un solo giorno 47 prigionieri, tra cui il noto leader religioso sciita Nimr Baqir al-Nimr, condannato a morte dal Tribunale penale speciale dopo un processo politico viziato da gravi irregolarità.
Allegato 3860
Queste esecuzioni non hanno niente a che vedere con l'alleanza internazionale contro il terrorismo. L'Europa e gli alleati devono seriamente chiedere un cambio di rotta o prendere atto di lontananze troppo profonde per lasciare i rapporti di amicizia e di alleanza immutati. Il terrorismo ama la morte. Ne esce, purtroppo, rafforzato.
Tra le persone in attesa dell'esecuzione restano Ali al-Nimr, Abdullah al-Zaher e Dawood Hussein al-Maroon, tutti minorenni al momento dell'arresto, condannati a morte al termine di processi iniqui e dopo aver subito maltrattamenti e torture, nonostante il diritto internazionale vieti l'uso della pena di morte nei confronti di chiunque sia condannato per reati commessi a un'età inferiore ai 18 anni.
Allegato 3857
Con almeno 158 esecuzioni nel 2015, l’Arabia Saudita è il primo Paese-Boia del mondo, se si considera il numero degli abitanti, secondo Nessuno tocchi Caino.
E’ facile prevedere che la ‘guerra al terrorismo’ darà un contributo consistente all’escalation della pratica della pena di morte anche nel 2016, soprattutto dopo che l’Arabia Saudita si è posta alla testa della Grande Coalizione anti-Sato Islamico, in nome della quale si sentirà legittimata nel continuare a violare i diritti umani al proprio interno e perseguire e decapitare persone in realtà coinvolte solo nella opposizione pacifica o in attività sgradite al regime.
Allegato 3858
Nessuno nell’Occidente cosiddetto libero e democratico sembra preoccuparsi del fatto che, nel nome della guerra al terrorismo, si sta affidando il governo dell’emergenza a chi ha provocato l’emergenza stessa, si stanno accreditando come ‘stabilizzatori’ dell’area più infuocata del mondo, il Medio-Oriente, regimi come Iran e Arabia Saudita che al proprio interno conducono una guerra di lunga durata e di terrore nei confronti dei propri popoli. http://www.nessunotocchicaino.it/img/spacer.gif
Allegato 3859
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Allegato 3987
Sequestro dei beni ai rifugiati. La Danimarca vota oggi
Il testo prevede che la polizia possa perquisire i richiedenti asilo e confiscare il denaro liquido eccedente le 10.000 corone, equivalenti a circa 1.340 euro. Anche i singoli oggetti il cui valore superi questa cifra saranno oggetto di sequestro, esclusi i cosiddetti oggetti di valore affettivo, come la fede nuziale.
Sequestrare i gioielli a un rifugiato ha un forte impatto simbolico. Alcune critiche hanno paragonato la nuova proposta di legge al sequestro dei beni degli ebrei vittime dell’Olocausto da parte dei nazisti.
Allegato 3986
A quanto pare anche in Svizzera i migranti devono lasciare allo stato i beni di valore superiore ai 1000 franchi svizzeri per contribuire alle loro spese di mantenimento e a quelle burocratiche di richiesta asilo. Chi ottiene il permesso d'asilo dovrà cedere il 10 per cento dello stipendio allo stato per 10 anni, o fino a quando non raggiunge il pagamento di 15mila franchi. L'obiettivo è disincentivare le migrazioni e al tempo stesso fare una selezione dei migranti più ricchi.
Allegato 3988
Pur comprendendo che i costi dell'accoglienza sono pesanti, queste iniziative mi disturbano, non mi sembrano segno di civiltà.
"Restiamo umani, a qualunque latitudine, facciamo parte della stessa comunità. Ogni uomo, ogni donna, ogni piccolo di questo pianeta, ovunque nasca e viva, ha diritto alla vita e alla dignità. Gli stessi diritti che rivendichiamo per noi appartengono anche a tutti gli altri e le altre, senza eccezione alcuna. Restiamo umani, anche quando intorno a noi l’umanità pare si perda" Vittorio Arrigoni
http://dirittiumani1.blogspot.it/201...ugiati-la.html
http://it.euronews.com/2016/01/26/se...forma-diritto/
http://www.ilpost.it/2016/01/15/sequ...anti-svizzera/
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La Danimarca ha approvato la legge per la confisca dei beni ai migranti con 81 voti a favore e 27 contrari.
Inquietante che avvenga nel Giorno della Memoria.
http://dirittiumani1.blogspot.it/201...ge-per-la.html
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Per una volta dissento, se non in tutto, almeno in parte.
I civilissimi Paesi citati non hanno problemi economici (non grandi quanto i nostri almeno) anche perché dalle loro parti il pagamento delle imposte a uno Stato che si prende realmente cura dei cittadini è prassi consolidata, per cui io vedo questa iniziativa più incanalata nell'alveo di questo modo indubbiamente cinico, ma pragmatico, di intendere l'accoglienza e l'assistenza.
E' vero che chi fugge da una guerra ha ben poco da dare, ma io preferirei approdare in un Paese che mi chiede di contribuire al mio mantenimento, occupandosene poi realmente e seriamente, piuttosto che in luogo dove non mi si chiede nulla, ma mi si lascia in balìa del destino, se va bene, o di organizzazioni criminali nei casi peggiori.
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La Danimarca si è difesa dalle critiche precisando che le misure previste mettono i migranti nella stessa condizione dei danesi senza lavoro, che per accedere al sussidio di disoccupazione devono vendere tutti i loro beni di valore superiori a 10mila corone (circa 1.350 euro).
Tra le altre misure che hanno scatenato la polemica a livello internazionale, anche il periodo di tre anni necessario prima di poter procedere alle riunificazioni familiari, modalità scelta anche da altri paesi per ridurre il flusso migratorio.
Nel 2015 la Danimarca, con i suoi 5,4 milioni di abitanti, ha registrato 21mila richieste di asilo, diventando lo stato dell’Unione europea con il più alto numero di migranti per abitante.
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Questa dei danesi disoccupati non la sapevo, mentre che la Danimarca fosse uno dei primi "recettori" di profughi già mi era noto.
Al di là delle valutazioni etiche e morali non posso che plaudere alla coerenza danese.
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Gianfranco Rosi: "Date il Nobel ai pescatori di Lampedusa e Lesbo"
Il regista dopo l’Orso d’oro per il film sui rifugiati:
"Negli ultimi tempi sono arrivate migliaia di persone e non ho sentito nessuno a Palermo o Catania parlare di barriere. Quelle barriere fisiche e mentali che alcuni stati d'Europa innalzano, vergognosamente, oggi. L'accoglienza è la prima cosa che ho imparato dai lampedusani. La loro generosità mi ha stupito, ma il dottor Bartolo, che è stata la mia guida, mi ha spiegato che loro sono un popolo di pescatori e per questo accolgono tutto quel che viene dal mare. Dobbiamo assorbire anche noi l'anima dei pescatori."
"Fate vincere la speranza"
IL PREMIO Nobel agli abitanti di Lampedusa e Lesbo sarebbe una scelta giusta e un gesto simbolico importante. Consegnarlo non a un individuo ma a un popolo. I lampedusani in questi vent'anni hanno accolto persone che sono arrivate, migranti, senza mai fermarsi.
Allegato 4031
A Warren Richardson il World Press Photo 2015
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Questa settimana nelle sale ci dovrebbe essere Fuocoammare, in settimana andrò a vederlo.
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Ne parlavo ieri con un collega ed eravamo pessimisticamente d'accordo sul fatto che lo vedranno un po' di persone (anche se molte meno di quelle che si sono riversate nelle sale a vedere il film di Zalone) ma che, alla fine, toccherà la sensibilità solo di quelli che già hanno conoscenza e coscienza del problema. :(
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Rapporto Amnesty: Il 2015 anno nero per violazioni diffuse dei diritti umani nella generale indifferenza
Allegato 4033
«Abbiamo assistito a un aumento dei conflitti, delle crisi umanitarie, dei conflitti contro l'umanità», aggiunge, «e al tempo stesso constatiamo una generale indifferenza nei confronti del destino dei civili nei conflitti». È un grido di dolore quello che sale da parte di Amnesty in occasione della presentazione del Rapporto 2015-2016 sulla situazione dei diritti umani nel mondo.
I dati sono impressionanti: in almeno 122 paesi ci sono stati maltrattamenti e torture; in almeno 19 sono stati commessi crimini di guerra; in almeno 61 sono stati messi in carcere prigionieri di coscienza; in almeno 113 la libertà d'espressione e di stampa sono state sottoposte a restrizioni arbitrarie.
«Abbiamo assistito a un degrado dei diritti anche in Paesi dove si sperava che i diritti fossero ormai al sicuro. Il mondo sembra tornato indietro di cinquant'anni e rispetto alla crisi dei rifugiati constatiamo un crollo dell'Europa dei valori».
In Egitto ci sono migliaia di arresti e detenzioni prolungate senza accusa né processo. In Messico si contano almeno 27.000 scomparsi. In Burundi ci sono stati diversi casi di uccisioni illegali di persone considerate oppositori del presidente. L'Arabia Saudita esercita una brutale repressione contro gli oppositori interni e compie crimini di guerra in Yemen. In Slovacchia c'è una diffusa discriminazione contro i rom. Gli Stati Uniti mantengono aperto il centro di detenzione di Guantanamo (anche se proprio ieri Obama ha presentato un piano per la sua chiusura). L'Ungheriaha chiuso i confini ai rifugiati. Poi c'è ovviamente la Siria, che da cinque anni è un concentrato di crimini di guerra e violazioni dei diritti umani.
Amnesty denuncia un altro dato preoccupante: sono a rischio non solo i diritti, ma anche coloro che li difendono.«Milioni di persone stanno patendo enormi sofferenze nelle mani degli Stati e dei gruppi armati, mentre i governi non si vergognano di descrivere la protezione dei diritti umani come una minaccia alla sicurezza, alla legge, all'ordine e ai "valori nazionali"»
http://dirittiumani1.blogspot.it/201...-nero-per.html
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4 allegato(i)
“Faccio appello – ha detto papa Francesco – alla coscienza dei governanti, affinché si giunga ad un consenso internazionale per l’abolizione della pena di morte. E propongo a quanti tra loro sono cattolici di compiere un gesto coraggioso ed esemplare: che nessuna condanna venga eseguita in questo Anno Santo della Misericordia”.
Il comandamento ‘non uccidere’ ha valore assoluto e riguarda sia l’innocente che il colpevole”.
Allegato 4034
“Il Giubileo straordinario della Misericordia – ha suggerito a questo punto – è un’occasione propizia per promuovere nel mondo forme sempre più mature di rispetto della vita e della dignità di ogni persona. Anche il criminale mantiene l’inviolabile diritto alla vita, dono di Dio”. A questo punto ha formulato l’appello. “Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà – ha quindi concluso – sono chiamati oggi ad operare non solo per l’abolizione della pena di morte, ma anche al fine di migliorare le condizioni carcerarie, nel rispetto della dignità umana delle persone private della libertà”.
Allegato 4037
La storia di questi ultimi anni dimostra che per uno Stato che inizia a praticare una moratoria non è facile tornare indietro e riprendere le esecuzioni.
Allora l'invito di Papa Francesco è una offerta nobile di fare un passo coraggioso ma possibile per i governanti cattolici - e non solo - che eseguono delle sentenze capitali come ad esempio negli USA.
Chi la metterà in pratica farà sicuramente un passo avanti. Diminuiranno le vittime di questa “guerra” che i governi praticano eliminando i loro cittadini che hanno compiuto dei reati anche gravi. Governi anche eletti democraticamente che mettono in atto lo stesso reato compiuto dalle persone condannate: “l'omicidio”.
Allegato 4036
Il 22 febbraio ha avuto luogo a Roma il IX Congresso Internazionale dei Ministri della Giustizia per un mondo senza pena di morte, promosso dalla Comunita' di Sant'Egidio. Il Papa ha auspicato che "il simposio possa dare rinnovato impulso all'impegno per l'abolizione della pena capitale. Un segno di speranza e' costituito dallo sviluppo, nell'opinione pubblica, di una sempre piu' diffusa contrarieta' alla pena di morte anche solo come strumento di legittima difesa sociale. In effetti, le societa' moderne hanno la possibilita' di reprimere efficacemente il crimine senza togliere definitivamente a colui che l'ha commesso la possibilita' di redimersi. Il problema va inquadrato nell'ottica di una giustizia penale che sia sempre piu' conforme alla dignita' dell'uomo e al disegno di Dio sull'uomo e sulla societa'".
Allegato 4038
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https://www.youtube.com/watch?v=chrCUsA5FyE
In occasione del 3 marzo, Music Freedom Day, giornata dedicata alla libertà di espressione nella musica, a esibirsi e ad ascoltare la musica senza alcuna paura, che nell'edizione 2016 commemora le vittime degli attacchi al Bataclan di Parigi nel 2015, la campagna "Here's to you" lanciata da Amnesty International Italia con Roberto Saviano invita tutti a far sentire la propria voce e cantare "Here's to you", la ballata di Joan Baez ed Ennio Morricone che negli anni '70 onorò la storia di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, messi a morte negli Usa nel 1927, per tutti i Sacco e Vanzetti di oggi.
Tornare a cantare "Here's to you" significa mostrare che la lotta alle ingiustizie non è finita e che tutti i Sacco e Vanzetti di oggi non sono soli: perché questo inno per i diritti umani diventi il simbolo dell'impegno di Amnesty International in Italia e nel mondo, insieme a quanti crederanno che il mondo sarà migliore quando sentiremo nostre le ingiustizie del mondo.
http://www.amnesty.it/Here-is-to-you...iano-e-Amnesty
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"Tu devi vivere. Per te, minuscola creatura senza nome venuta al mondo sotto un cielo di pioggia, su un materasso di fango. Ma anche per noi, che ti guardiamo inteneriti e ipocriti - disposti a piangerti morto e però non disposti ad accoglierti vivo" di MELANIA MAZZUCCO
Allegato 4045
Se l'acqua con cui ti hanno lavato non sarà stata troppo fredda, se i microbi e i batteri che proliferano nella fetida melma pestata da scarpe esauste non infetteranno la ferita del cordone ombelicale, allora anche per noi ci sarà perdono.
Un giorno saprai dove, come e perché ti è stato tolto tutto, anche il diritto di appartenere, nei tuoi primi istanti, a chi ti ha generato. Invece il mondo intero ti ha visto nudo, inerme, poco più grande della mano che ti sostiene. Se resterai in questo continente, ci incontrerai a scuola, all'università, al lavoro e non potrai non chiederti dov'eravamo, mentre tua madre incinta attraversava il mare bellissimo in cui noi ci facevamo il bagno, o camminava sotto la pioggia ai margini di una strada che non doveva condurre a nulla. E perché nessuno le ha trovato un tetto, o un letto - nemmeno a lei, che degli ultimi era nella condizione di essere l'ultima.
.......... Se un giorno, in Germania, in Svezia, in Danimarca mi incontrerai, chiedimi dov'ero il 12 marzo del 2016. Ti ho visto nascere, ti dirò, ti ho augurato di vivere, ho scritto di te. Tu mi dirai: non era abbastanza. Ma ci vorranno anni. E io ho ancora modo di dimostrarti che ti considero più prezioso della plastica che ti circonda, che sei tu il futuro mio e dell'unione di nazioni e popoli di cui vorrei essere orgogliosa di fare parte. Di dimostrarti che ti ho riconosciuto.
http://www.repubblica.it/esteri/2016...5575/?ref=fbpr
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"La Turchia non è un paese sicuro per i migranti e i rifugiati e ogni procedura di ritorno sarà arbitraria, illegale e immorale a prescindere da qualsiasi fantomatica garanzia possa precedere questo finale già stabilito" Amnesty International
"Accordo sui migranti? Meglio dire "sulla pelle" dei migranti. Che vergogna questa Europa!" Gino Strada
UE-Turchia: l’accordo della vergogna
In un'Europa con più di 500 milioni di persone, l'arrivo di uno o due milioni di persone è subappaltato alla Turchia, un paese dove la libertà è sempre più a rischio. In cambio della benevolenza di Erdogan a tenersi i rifugiati (in quali condizioni, non si sa, la Turchia non aderisce alla Convenzione di Ginevra), i paesi europei sono pronti a concedere quasi tutto: sovvenzioni (minimo 3 miliardi di euro), soppressione dei visti per i cittadini turchi, rilancio del processo di adesione all'Unione e minore attenzione verso le violenze contro la minoranza curda e le violazioni dei diritti democratici in Turchia.
http://cdn.medicisenzafrontiere.it/s.../MSF162938.jpg
18 Marzo 2016
Dichiarazione di Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere Italia
L'accordo con la Turchia dimostra ancora una volta come i leader europei abbiano perso completamente il contatto con la realtà. Il cinismo di questo accordo è evidente: per ogni siriano che dopo aver rischiato la vita in mare sarà respinto in Grecia, un altro siriano avrà la possibilità di raggiungere l'Europa dalla Turchia. L’applicazione di questo principio di porte girevoli riduce le persone a semplici numeri, negando loro un trattamento umano e il diritto di cercare protezione in Europa.
L'accordo UE-Turchia è la perfetta illustrazione di questo approccio pericoloso. Lo schema di ammissione volontaria proposto per i siriani in Turchia non è basato sui bisogni di assistenza e protezione di chi fugge dalla guerra, ma sulla capacità della Turchia di frenare le partenze verso l’Europa. Inoltre a prescindere dalla legalità di questo accordo, è lecito domandarsi se la scelta di respingere persone verso il paese che già ospita il maggior numero di rifugiati al mondo rappresenti davvero una strategia responsabile.
Di fronte alle ragioni di vita e morte di chi cerca protezione in Europa è vergognoso che il solo passaggio sicuro offerto dai leader europei sia condizionato al numero di persone che saranno respinte.
Allo stesso modo, anche l’assistenza umanitaria che l’Europa offre alla Turchia è null’altro che uno strumento per ottenere un “contenimento” del numero di rifugiati e migranti dalle proprie coste. Questo è del tutto inaccettabile. L’assistenza umanitaria dovrebbe essere basata sui bisogni delle persone, non sulle agende politiche dei governi.
Sarebbe davvero tempo che i governi europei iniziassero ad affrontare la realtà e, attraverso l’apertura di vie legali e sicure, offrissero una risposta responsabile, unitaria, umana e dignitosa all’inarrestabile richiesta di protezione e assistenza da parte di persone che fuggono da situazioni disperate.
Cosa prevede l'accordo:
http://www.internazionale.it/notizie/2016/03/18/cosa-prevede-l-accordo-sui-migranti-tra-europa-e-turchia
http://www.repubblica.it/esteri/2016/03/18/news/il_testo_completo_dell_accordo_ue-turchia-135813440/
Allegato 4053
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La porcata del momento.
Intanto i trafficanti, che sono molto più attenti e pragmatici di governanti e cittadini europei, hanno ricominciato a battere la rotta libica, che è più difficile da percorrere, ma garantisce l'approdo a un Paese decisamente più accogliente della Turchia.
La coperta è sempre troppo corta e non fanno che spostarla in vece di allungarla.
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AMNESTY INTERNATIONAL: NEL 2015 RECORD DI ESECUZIONI CAPITALI, NUMERO DI ESECUZIONI PIU' ALTO DA OLTRE 25 ANNI
* tre paesi (Iran, Pakistan e Arabia Saudita) sono stati responsabili di quasi il 90 per cento delle esecuzioni note, in mancanza dei dati sulla Cina
* per la prima volta, con le quattro abrogazioni del 2015, la maggior parte dei paesi del mondo risulta abolizionista per tutti i reati.
Allegato 4101
Nel corso del 2015 sono state giustiziate più persone che in qualsiasi altro anno dell'ultimo quarto di secolo. E' quanto rivelano i dati del rapporto sull'uso della pena capitale nel mondo, diffuso da Amnesty International.
Maggiori responsabili di questa impennata delle esecuzioni sono Cina, Iran, Pakistan, Arabia Saudita e Stati Uniti d'America, spesso al termine di processi gravemente irregolari.
Alcuni paesi, come Cina, Iran e Arabia Saudita, hanno continuato a emettere condanne a morte per reati - tra cui traffico di droga, corruzione, adulterio e blasfemia - che non sono considerati tra i "reati più gravi" cui secondo il diritto internazionale la pena di morte deve limitarsi a essere applicata.
Amnesty International ha registrato un considerevole aumento delle esecuzioni anche in altri paesi, tra cui Egitto e Somalia. Il numero dei paesi in cui sono state eseguite condanne a morte è salito a 25, rispetto ai 22 del 2014. Almeno sei paesi che non avevano eseguito condanne a morte nell'anno precedente lo hanno fatto nel 2015.
Allegato 4102
Nel 2015 sono stati messi a morte da 25 Paesi almeno 1.634 prigionieri, il 54% in più rispetto all'anno precedente.
Il dato del 2015 non comprende la Cina, Paese che tratta le informazioni sulla pena di morte come segreto di Stato.
Gli Usa restano l’'unico Paese del Nord America a praticare esecuzioni.
In Europa la Bielorussia è l'unico paese a usare la pena di morte: nel 2015 non vi sono state esecuzioni ma sono state emesse due nuove condanne a morte.
Altri quattro Paesi hanno invece abolito nel 2015 la pena di morte per tutti i reati, portando a 102 il numero dei Paesi abolizionisti.
Per la prima volta la maggioranza dei paesi del mondo, 102, è completamente abolizionista. In totale, sono 140 quelli che non ricorrono più alla pena di morte per legge o nella prassi.
Allegato 4103
Amnesty International si oppone alla pena di morte in ogni caso, senza eccezione alcuna, a prescindere dalla natura o dalle circostanze del reato, dall'innocenza o da altre caratteristiche della persona messa a morte o dal metodo usato per l'esecuzione. Non vi è alcuna prova che la pena di morte abbia una maggiore efficacia deterrente nei confronti del crimine rispetto ad altre sanzioni.
liberamente tratto da:
http://www.amnesty.it/dati-sulla-pen...-oltre-25-anni
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"Pronti a salpare" di Edoardo Bennato è il brano vincitore della XIV edizione del Premio Amnesty International Italia, indetto nel 2003 dall'organizzazione per i diritti umani e dall'associazione culturale Voci per la Libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nel corso dell'anno precedente.
https://www.youtube.com/watch?v=XCzJr09TIgQ
Informato del premio, Edoardo Bennato ha dichiarato:
"Avevo in mente questa frase, 'Pronti a salpare', molto prima di sapere che ne avrei scritto una canzone che avrebbe dato addirittura titolo a tutto un nuovo album. Pensavo: 'Pronti a salpare' non è dedicato a chi scappa dall'inferno della miseria, delle guerre, delle carestie. Loro sono ovviamente sempre 'pronti a salpare'. Ma è dedicato al cosiddetto 'mondo occidentale', il mondo del benessere, della pace, dell'abbondanza, che deve e sottolineo deve, essere pronto a salpare, a cambiare modo di pensare. Non è buonismo spicciolo. Non abbiamo altra scelta e non serve chiudere le frontiere o alzare muri. L'umanità da sempre è in cammino: un concetto che non si può fermare. Dunque siamo noi, volenti o nolenti, a dover essere 'pronti a salpare'!"
http://www.amnesty.it/pronti-a-salpa...al-italia-2016
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Pena di morte: Pfizer blocca l’uso
dei suoi farmaci per le iniezioni letali
Pfizer, una delle più grandi società farmaceutiche del mondo, ha annunciato venerdì 13 maggio che rafforzerà ulteriormente i controlli per accertarsi che nessuna delle sostanze che produce venga utilizzata per somministrare iniezioni letali nelle condanne a morte eseguite negli Stati Uniti. Pfizer aveva già deciso di non vendere più sostanze a questo scopo, ma per i singoli stati era ancora possibile recuperare i farmaci necessari per via indiretta. La decisione di venerdì è considerata importante dal punto di vista simbolico, visto che Pfizer è una delle società farmaceutiche più influenti del mondo. Ma ha anche delle conseguenze pratiche: con la decisione di Pfizer, tutte e 20 le società che avevano ottenuto l’autorizzazione del governo federale americano a vendere sostanze impiegate nelle iniezioni letali hanno sospeso la vendita di questi prodotti.
Allegato 4130
Negli ultimi anni per evitare di essere associate con la pena di morte, molte case farmaceutiche hanno vietato la vendita dei loro prodotti ai penitenziari. Esperimenti con nuovi farmaci, una serie di esecuzioni mal riuscite e sforzi segreti per ottenere componenti chimici letali hanno spinto in tribunale diversi stati. I legali dei condannati a morte hanno aumentato la pressione sulle autorita' statali, premendo per una maggiore trasparenza su come i farmaci letali sono ottenuti.
''Con l'annuncio di Pfizer, gli stati che prevedono la pena di morte devono andare sottobanco se vogliono ottenere medicinali per le iniezioni letali'' afferma Maya Foa, dell'associazione per la difesa dei diritti umani Reprieve. Da tempo alcuni stati americani hanno cercato di importare medicinali non approvati dalla Federal Drug Administration dall'estero, ma i loro tentativi si sono infranti negli agenti federali che li hanno bloccati e sequestrati.
La mancanza di farmaci letali nei penitenziari ha quindi costretto molti stati a sospendere le esecuzioni a morte per mesi se non piu' a lungo. Nel 2015 si e' assistito a un crollo del numero delle esecuzioni e delle condanne, scese negli Stati Uniti a livelli non visti da quaranta anni. E proprio la mancanza di medicinali e' uno dei fattori che ha favorito il calo.
Allegato 4132
Uno dei metodi usati per aggirare le decisioni delle società farmaceutiche era quello di comprare le sostanze da terze parti. Ma decisioni come quella presa da Pfizer venerdì, che ha stabilito che venderà le sostanze soltanto ai clienti che si impegneranno a non rivenderle agli stati dove si pratica la pena di morte, hanno reso anche questa strada molto complicata da seguire.
Un’altra possibilità è quella di rivolgersi alle “compounding pharmacies“, piccole società farmaceutiche che di solito si occupano di creare farmaci personalizzati oppure copie “da banco” di farmaci prodotti dalle grandi aziende farmaceutiche. Spesso però, i prodotti trovati in questi modi alternativi si sono rivelati imprevedibili e poco efficaci.
Allegato 4134
Nell’aprile del 2014, ad esempio, Clayton Locket, condannato a morte in Oklahoma per stupro e omicidio, morì dopo 45 minuti di agonia. La causa dell’incidente, secondo alcuni, era stato il miscuglio di sostanze usato nell’iniezione, che non sarebbe stato sufficientemente efficace. Pochi mesi prima, nel gennaio 2014, Dennis McGuire, condannato a morte in Ohio, impiegò 25 minuti a morire, rantolando per tutto il tempo, hanno raccontato i testimoni. Un’altra esecuzione in Arizona è durata quasi due ore.
Questi episodi hanno causato polemiche e critiche molto dure da parte dell’opinione pubblica. Il governo dell’Ohio ha deciso di rimandare tutte le condanne a morte previste per il 2015, e sospensioni simili sono state decise anche in Arizona e Oklahoma. Altri stati hanno deciso di cambiare metodo di esecuzione, passando all’utilizzo della sedia elettrica, la camera a gas o addirittura il plotone di esecuzione.
Allegato 4133
Sono in corso diverse cause contro gli stati che hanno deciso di mantenere la massima segretezza sulle sostanze impiegate e sulle società che le producono. Mantenere il segreto, sostengono diversi avvocati per i diritti civili, non permette all’opinione pubblica di accertarsi che le sostanze utilizzate non comportino sofferenze inutili per i condannati.
Sul tema della pena di morte si e' espresso Papa Francesco nel suo viaggio negli Stati Uniti, lanciando un appello direttamente al Congresso. Un appello accolto nel gelo dai parlamentari e dai senatori americani. Il tema e' stato anche al centro di uno scontro fra i due candidati democratici alla Casa Bianca, Hillary Clinton e Bernie Sanders. L'ex segretario di stato ritiene che andrebbe limitata e non abolita, mentre Sanders e' per una sua totale abolizione.
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Allegato 4161
“L'inchiesta pubblicata oggi da Repubblica segue la strada di quello su cui Amnesty International nutre forti sospetti: che quelle quattro violazioni dei diritti umani inflitte a Giulio Regeni, l’arresto arbitrario, la sparizione forzata, la tortura e l’assassinio si collochino nel contesto della più ampia violazione dei diritti umani in Egitto” ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce italiano di Amnesty International.
“Lo considero dunque un delitto di stato. Di un servizio di sicurezza per danneggiare un altro? Non importa. Quello che esce confermato da questa ricostruzione – seppur con gli evidenti limiti dell’anonimato – è quell’abitudine alla tortura impunita, che negli anni successivi a Mubarak e soprattutto negli ultimi tre ha prodotto migliaia di vittime.”
Allegato 4162
Le persone vengono prelevate per strada, a casa, sul luogo di lavoro, a scuola da agenti della sicurezza e portate in centri di detenzione ufficiali e non, dove sono tenuti all'insaputa dei familiari, senza poter comunicare con avvocati e senza comparire di fronte a un giudice.
Dopo settimane o mesi, alcune vittime riappaiono con segni di tortura e maltrattamenti. Il totale delle sparizioni forzate in Egitto negli ultimi otto mesi arriva così a 735 casi documentati. Di 498 degli scomparsi non si sa ancora nulla.
Allegato 4163
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Oggi è la Giornata Mondiale del Rifugiato.
Nel 2015 nel mondo i rifugiati sono stati 65,3 milioni.
Circa la metà dei rifugiati di tutto il mondo sono bambini e la guerra in Siria - afferma l'Unhcr - resta la principale causa mondiale di fuga.
Allegato 4182
L’Europa è disposta a fare qualunque cosa - anche compromettere i diritti umani fondamentali - per interrompere il flusso di persone che arrivano alle sue frontiere. Il concetto stesso di "rifugiato" e la protezione che offre è in pericolo.
Il mondo sta diventando un posto pericoloso per i rifugiati.
Allegato 4184
Nel mondo e in Europa si continua ad affrontare la crisi dei rifugiati in maniera caotica e disumana, costruendo muri, e facendo accordi con paesi non sicuri, come la Libia e la Turchia.
Per fermare la strage nel mar Mediterraneo, è necessario un nuovo approccio globale fondato sulla protezione delle persone, sulla cooperazione tra stati e su una più equa ripartizione delle responsabilità, è necessario aprire al più presto canali sicuri e legali per i rifugiati che garantiscano condizioni di accoglienza dignitose e umane alle persone che arrivano in Europa.
Allegato 4183
Con il progetto pilota dei "corridoi umanitari" la Comunità di Sant'Egidio con le Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese, d’intesa col governo italiano, ha fatto arrivare dal Libano nel nostro Paese, in tutta sicurezza, 280 rifugiati, in larga parte siriani. Un’alternativa ai viaggi della morte è quindi possibile: i corridoi umanitari, che coniugano solidarietà e sicurezza, devono essere presto adottati da altri Stati europei.
http://appelli.amnesty.it/canali-sic...mpaign=DEM3085
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Con video messaggio Papa Francesco si rivolge a tutte le autorità, le associazioni, gli attivisti e la società civile presenti a Oslo in occasione del sesto Congresso Mondiale contro la Pena di Morte
Allegato 4187
Ecco le sue parole:
“Spero che questo Congresso possa dare nuovo impulso all’impegno per l’abolizione della pena capitale”.
“Oggi la pena di morte è inammissibile, per quanto sia grave il reato commesso dal condannato. È un affronto all’inviolabilità della vita e della dignità della persona umana che contraddice il disegno di Dio sull’uomo, la società e la sua giustizia misericordiosa (…). Essa non rende giustizia alle vittime, ma incoraggia la vendetta. Il comandamento ‘Non uccidere’ ha un valore assoluto e riguarda sia l’innocente sia il colpevole”.
Nell’Anno Santo della misericordia, il Papa riconosce “una buona occasione per promuovere nel mondo forme sempre più mature di rispetto per la vita e la dignità di ogni persona”, giacché – ribadisce – “il diritto inviolabile alla vita, dono di Dio, appartiene anche a chi ha commesso un crimine”: “Vorrei incoraggiare tutti a lavorare non solo per l’abolizione della pena di morte, ma anche per il miglioramento delle condizioni della detenzione, a rispettare pienamente la dignità umana delle persone private della libertà. ‘Fare giustizia’ non significa una pena fine a se stessa, ma che le pene hanno come scopo principale la riabilitazione del reo”. La questione, conclude Francesco, deve essere “inquadrata nell’ottica di una giustizia penale aperta alla speranza di reinserimento del reo nella società”: “Non c’è nessuna pena valida senza la speranza! Una pena chiusa in se stessa, che non porta alla speranza, è una tortura, non una pena”.
http://dirittiumani1.blogspot.it/2016/06/papa-francesco-la-pena-di-morte-e.html
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ITALIA: È MORTO UMBERTO VERONESI, SCIENZIATO E ABOLIZIONISTA SULLA PENA DI MORTE E SULL’'ERGASTOLO
8 novembre 2016: All’età di 90 anni è morto Umberto Veronesi, uno scienziato che nella sua vita si è sempre battuto per l’abolizione sia della pena di morte sia dell’'ergastolo. Ha fondato il movimento Scienze for Peace per dar voce alla scienza contro ogni forma di violenza, dalla pena capitale all’ergastolo ostativo, da lui considerato “una pena di morte civile”. “Una persona che entra in cella sapendo di essere destinato a morirvi è condannata a un’agonia lenta e spietata”, ha sempre detto Veronesi.
Veronesi ha fornito anche solide basi scientifiche alla sua campagna contro la pena di morte e la pena fino alla morte, che ha sintetizzato come segue: “Innanzitutto, il nostro sistema di neuroni non è immutabile, ma si rinnova perché il cervello è dotato di cellule staminali in grado di generare nuove cellule. Quindi la persona che abbiamo chiuso in un carcere non è la stessa vent'’anni più tardi. Per ogni uomo esiste la possibilità di cambiare ed evolversi. In secondo luogo, gli studi sul DNA dimostrano che la violenza non è un imperativo biologico. Al contrario il messaggio del nostro codice genetico è la perpetuazione della specie, una naturale predisposizione alla solidarietà. Vi sono poi molti studi a sostegno dell’'ipotesi ambientale della violenza: chi agisce con aggressività è stato esposto a fattori esterni sfavorevoli che lo spingono all’'atto violento”.
tratto da Nessuno tocchi Caino (Fonti: NtC, 08/11/2016)
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Si rafforza la pena di morte negli Stati Uniti
L’8 novembre, nello stesso momento in cui si sono svolte le elezioni presidenziali e politiche negli Stati Uniti, tre stati hanno organizzato un referendum sulla pena di morte (il Nebraska, l’Oklahoma e la California). La pena capitale è stata ristabilita in Nebraska, dopo essere stata abolita nel maggio del 2015. Più del 57 per cento degli elettori si è espresso in favore di questa decisione.
Allegato 4278
In Oklahoma agli elettori è stato chiesto di legittimare il ricorso alla pena di morte, che era stato messo in discussione da chi accusava lo stato di usare metodi crudeli e inumani durante le esecuzioni capitali. “L’Oklahoma, che ha il più alto numero di esecuzioni pro capite negli Stati Uniti, diventerà in questo modo il primo stato che garantirà la legittimità della pena di morte, includendola nella costituzione”, scrive Time.
Il 67 per cento degli elettori dell’Oklahoma ha approvato un nuovo articolo della costituzione e in questo modo non potrà più essere invocato l’ottavo emendamento della costituzione degli Stati Uniti per fermare le esecuzioni capitali. L’ottavo emendamento prevede infatti che siano vietate “punizioni crudeli e inusuali”.
Allegato 4281
Dopo il Nebraska e l’Oklahoma, “tutti gli occhi erano puntati sulla California”, roccaforte dei democratici. I californiani erano chiamati a esprimersi su due misure contraddittorie: la proposta 62 per abolire del tutto la pena di morte; e la proposta 66 che invece proponeva di accelerare la procedura per l’esecuzione capitale. Quest’ultima misura è stata votata dal 52 per cento degli elettori.
Il voto in questi tre stati aveva il valore di una prova del nove per sondare l’opinione pubblica su questo tema controverso. Il voto della California ha avuto una grande risonanza a livello nazionale. In questo stato, il più popoloso degli Stati Uniti, quasi 750 detenuti sono in attesa nel braccio della morte.
La pena capitale non sta quindi per scomparire, come era stato auspicato dal Financial Times una settimana prima del referendum.
La tendenza tuttavia è chiara: il numero delle esecuzioni negli Stati Uniti è sceso da 98 nel 1999 a 28 del 2015. La proposta 66 non potrà essere certo applicata alla lettera, suggeriscono i giuristi, altrimenti in California un giudice dovrebbe ordinare “l’esecuzione di una persona a settimana per 14 anni”.
http://www.internazionale.it/notizie/2016/11/11/pena-di-morte-referendum-stati-uniti
Allegato 4283
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«Si può vivere, si può morire, ma nessuno dovrebbe vivere aspettando di morire».
FERNANDO EROS CARO
Nativo americano di ascendenza yaqui, il 67enne Fernando Eros Caro è stato prigioniero nel braccio della morte di San Quentin per 35 anni e ha avuto segnate sul calendario ben tre date di esecuzione. Il 28 gennaio 2017 lo hanno trovato senza vita nella sua cella. Al telefono il medico del carcere ha sostenuto il fatto che Fernando comunque non presentasse patologie che ne lasciassero prevedere la morte. Dall’autopsia risulterebbe un infarto, ma la stranezza è che questo è il secondo decesso nel giro di pochi giorni a San Quentin.
Uomo di pace, di profonda spiritualità e saggezza, scrittore, poeta, pittore autodidatta, aveva imparato l'italiano per scrivere ai numerosi sostenitori nel nostro paese. Il suo lavoro è stato apprezzato anche dalla direzione carceraria, che gli ha permesso di affrescare alcune delle tetre sale della prigione, soprattutto quelle dove i detenuti ricevono le visite di amici e congiunti.
Allegato 4395
"La mentalità dei giurati americani sarà sempre un’incognita in un Paese che permette l’incremento dei senzatetto, l’abbandono nelle strade dei malati di mente, che sottrae il denaro all’educazione scolastica per investirlo nel prolungamento delle guerre. In un Paese che fu creato sterminando la popolazione che già vi risiedeva, come si fa a credere che una giuria sia infallibile?».
"Diòs Emcaniavu" questo è il modo in cui la mia gente usa salutarsi, vuol dire: "Che Dio ti aiuti"
Allegato 4396
".. Qui negli Stati Uniti, la legge dice che le persone hanno tutte gli stessi diritti. In realtà questi diritti sono migliori per quelli che hanno più quattrini.
Quando ero sotto processo, non avevo i soldi per pagare un avvocato, e neanche la mia famiglia ne aveva. Così mi venne assegnato un avvocato che era un poco di buono, un "mozzaorecchie". Era più preoccupato della sua immagine che a difendermi. No, non era bravo, era proprio un pessimo avvocato...
Anche qui in America il potere cambia la mente di chi lo esercita.
Quando qualcuno detiene un potere, fa di tutto per mantenere questa posizione, tutto; fino al punto di cambiare o infrangere le leggi.
I politici, i giudici, i poliziotti, fino agli impiegati governativi; sono arroganti nella difesa del loro potere, trattano la gente come spazzatura!
Credo anch'io, come te, che la giustizia sia subordinata al potere.
Qui dove sto, sono uno degli ostaggi di questo potere, ma nessuna sbarra e nessun muro potrà tenere prigioniero il mio spirito e la mia dignità.
Non perderò mai la fede, un giorno tornerò ad essere libero..."
Allegato 4397
Il mondo dei fiori
...
Da dove la vostra musica, fiori
che non mi stanco mai di ascoltare
da dove questa felicità, questa delizia
questi sussurri e sorrisi e respiri
Voci e immagini all’unisono
vivono nel bisbiglio di anime antiche
e spalancano una finestra sul mio sentire
diffondendo il profumo della vita
Fiori, seminati in terra, sbocciati al cielo
dove la pace regna, come dovrebbe tra noi
ma questa bellezza confonde, mi spezza il cuore
perché è qui, in loro, che trovo il mio El Dorado
Quando me ne andrò, sarò fiori di cielo
e fiori sulla terra e verità e vita eterna
Guardo la Terra dei Fiori
e tutto, tutto di lei, ogni cosa
è me.
Fernando Eros Caro
Allegato 4398
Qui i suoi dipinti: https://www.flickr.com/photos/51979531@N08/
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TEXAS (USA): GENITORI DELLA VITTIMA CHIEDONO CLEMENZA PER L’OMICIDA
27 marzo 2017: I genitori della vittima chiedono un provvedimento di clemenza per Paul Storey, la cui esecuzione è fissata per il 12 aprile.
Storey è stato condannato a morte nel 2008 con l'accusa di aver ucciso, il 16 ottobre 2006 durante una rapina, Jonas Cherry, 28 anni, bianco. La sua esecuzione è fissata per il 12 aprile.
Glenn e Judy Cherry, genitori di Jonas, hanno scritto una lettera in cui chiedono che la condanna venga commutata in ergastolo senza condizionale.
Hanno inviato la lettera al Procuratore Distrettuale della Tarrant County Sharen Wilson, al Governatore Greg Abbott, al giudice Rob Catalano, e alla Texas Board of Pardons and Paroles, la commissione che vaglia, nell’imminenza delle esecuzioni, l’ultima richiesta di clemenza degli imputati.
Nella lettera i signori Cherry scrivono: “L’esecuzione di Paul Storey non riporterà indietro nostro figlio, non ci darà soddisfazione, né ci porterà conforto o ci darà pace”. I Cherry hanno anche pubblicato un video, in cui illustrano la loro posizione. Tra le altre cose, vorrebbero risparmiare alla famiglia di Storey quello stesso tipo di dolore che hanno provato loro per la perdita di un figlio. “Non siamo mai stati favorevoli alla pena di morte, ma comunque, oltre a questo, ci provoca dolore il pensiero che a causa della morte di nostro figlio una persona venga scientemente uccisa. Pensiamo soprattutto alla madre e alla nonna di Storey, se è ancora viva, e all’idea che debbano vedere fisicamente l’esecuzione del loro congiunto. Loro sono innocenti, non hanno colpa di quello che è successo”.
Allegato 4483
A favore di Storey si è recentemente schierato anche uno dei giurati popolari che ne decretò la condanna a morte, Sven Berger, 36 anni, bianco, ingegnere informatico. In una serie di dichiarazioni alla stampa e in una dichiarazione giurata consegnata ai difensori di Storey ha detto che nessuno all’epoca del processo era stato informato dei deficit cognitivi dell’imputato, e che di sicuro lui, ma forse altri giurati, avrebbero votato diversamente.
Inoltre Berger ha lamentato che la pubblica accusa ha tenuto i giurati all’oscuro del fatto che il complice di Storey, Mike Porter, aveva ottenuto proprio dalla pubblica accusa un accordo per una condanna all’ergastolo senza condizionale in cambio della testimonianza contro Storey, quando è del tutto evidente che tra i due la personalità preminente fosse Porter.
Berger ha detto che l’aver appreso questa circostanza lo ha fatto infuriare. Inoltre ha accusato i procuratori di aver tenuto la giuria all’oscuro del fatto che già all’epoca del processo i familiari della vittima avessero chiesto di non condannare a morte Storey. “Tutte circostanze che avrebbero sicuramente indotto me a votare diversamente, e credo anche altri giurati”.
tratto da Nessuno tocchi Caino
Allegato 4482
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Ho cercato qualcosa sul caso e mi sono imbattuto in questa inquietante pagina.
Catalogati come animali con tanto di distinzione razziale sia per i colpevoli che per le vittime. :oops:
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Quote:
Originariamente inviato da
Mauro
Ho cercato qualcosa sul caso e mi sono imbattuto in
questa inquietante pagina.
Catalogati come animali con tanto di distinzione razziale sia per i colpevoli che per le vittime. :oops:
E' la pagina del Dipartimento di Giustizia del Texas!
Del resto ha un peso se la vittima è bianca o nera, se il colpevole è bianco o nero. Ha un peso diverso e determina una pena che può essere diversa.
Anche se la differenza più grande a mio parere la fa il poter pagare un buon avvocato oppure no.
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ARKANSAS (USA): CERCASI PUBBLICO PER ASSISTERE ALLE ESECUZIONI
1 aprile 2017: L’Arkansas, che ha fissato 8 esecuzioni nell’arco di 10 giorni a partire dal 17 aprile, sembra non trovi abbastanza volontari per assistere come “pubblico”.
La legge prevede che “non meno di 6 cittadini rispettabili” siano presenti ad ogni esecuzione.
La notizia viene desunta da un intervento di Wendy Kelley, direttrice dell’Amministrazione Penitenziaria, la quale parlando davanti ai membri della sezione di Little Rock del Rotary Club, ha sollecitato che alcuni membri del club si offrissero come volontari.
Bill Booker, presidente del Circolo, in una intervista a Fox 16 ha detto: “All’inizio pensavamo che stesse scherzando, e si è sollevato qualche brusio divertito. Rapidamente però si è capito che non stesse scherzando. Ad una richiesta di conferma da parte della CNN, oggi l’Amministrazione Penitenziaria ha detto che “gli sforzi informali della Kelly proseguono”.
Il portavoce dell’Amministrazione, Solomon Graves, ha concluso: “Rimaniamo fiduciosi sulla nostra capacità di portare a compimento le esecuzioni”.
Le leggi dei vari stati sono diverse per quanto riguarda le persone che possono, e in alcuni casi devono, presenziare alle esecuzioni, le quali, in quanto misure amministrative, non possono essere svolte in segreto ed anzi richiedono la partecipazione di alcuni “rappresentanti del popolo”.
In Arkansas è previsto che “almeno 6 persone laiche che non abbiano nessun collegamento con il crimine o il processo” presenzino ad una esecuzione. La legge non precisa, e quindi non vieta, che gli stessi testimoni possano presenziare a più di una esecuzione. È quindi probabile che, se i volontari non fossero in numero sufficiente, lo Stato chieda a quelli già individuati di presenziare a più di una delle 8 esecuzioni in calendario tra il 17 e il 27 aprile.
In Arkansas le esecuzioni sono ferme dal 2005. È stato il governatore Asa Hutchinson (bianco, repubblicano) lo scorso 27 febbraio a fissare le esecuzioni con una concentrazione che non si è mai verificata prima nella storia degli Stati Uniti. Sembra che la “fretta” del governatore (in questo sollecitato dal procuratore generale Leslie Rutledge, anche lui bianco e repubblicano) derivi dal fatto che a fine aprile scade il lotto di Midazolam che lo stato ha a disposizione, lotto sufficiente, appunto, per 8 esecuzioni.
Le esecuzioni fissate sono: Bruce Ward e Don Davis il 17 aprile; Stacey Johnson e Ledell Lee il 20 aprile; Jack Jones e Marcel Williams il 24 aprile; Kenneth Williams e Jason McGehee il 27 aprile.
tratto da Nessuno tocchi Caino
Allegato 4500
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Chiediamo in questa Settimana Santa che non vengano eseguite le condanne a morte in Arkansas
La Comunità di Sant'Egidio si è unita al Catholic Mobilizing Network, organizzazione cattolica degli Stati Uniti, che lotta contro la pena di morte e chiede a tutte le persone di buona volontà di far sentire la loro voce contro le 8 esecuzioni capitali fissate nei prossimi giorni nell'Arkansas.
Allegato 4501
«Signor Governatore, so benissimo che lei deve far rispettare e applicare la legge, inclusa quella che prevede la pena capitale. Ma esiste anche una legge superiore, la legge di Dio, e lei ha la possibilità di farla rispettare nel pieno rispetto delle leggi del nostro Stato, decidendo di commutare la pena di morte in ordine detentivo». Mancavano pochi giorni all’inizio della Settimana Santa quando il cittadino più importante di Little Rock si è trovato su tavolo questa lettera, scritta dal vescovo Taylor.
Già centinaia di appelli inviati al Governatore dell'Arkansas Asa Hutchinson tramite email e canali social per bloccare le esecuzioni capitali di queste 8 persone.
Uniamo tutti la nostra voce chiedendo al Governatore di rispettare la dignità e la vita di ogni essere umano.
Qui si può firmare: http://www.santegidio.org/pageID/3/l..._20608,3_20600
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Arkansas, giudice blocca l'esecuzione di sei condannati a morte per l'esposto delle case farmaceutiche che non autorizzano l'uso dei loro prodotti per uccidere.
Un giudice dell'Arkansas ha temporaneamente sospeso 6 delle 8 esecuzioni che avrebbero dovuto aver luogo a partire dalla prossima settimana. Due case farmaceutiche che producono i tre farmaci che compongono il cocktail dell'iniezione letale hanno presentato un'istanza in cui dichiarano che i medicinali non sono prodotti per quello scopo.
Un'altra esecuzione era stata sospesa qualche ora prima in base a un'istanza della difesa che dichiara che il proprio assistito non è in grado di comprendere la pena alla quale è stato condannato.
Un'ottava era stata sospesa la scorsa settimana.
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Pena di morte, eseguita in Arkansas una doppia condanna
Fallita una serie di appelli per fermare le esecuzioni
Dopo l'esecuzione della scorsa settimana, altre due sono avvenute questa notte, un'altra è programmata per il 27 aprile, prima della scadenza del farmaco.
Una serie di appelli legali dell’ultima ora, sia a livello statale che federale, hanno provato invano a fermare le esecuzioni, la loro probabilità di successo era già diminuita dopo la recente nomina alla corte suprema del giudice Neil Gorsuch.
Allegato 4534
Jack Jones e Marcel Williams sono stati messi a morte stanotte, in Arkansas. Erano fra gli otto detenuti di cui l’Arkansas aveva inizialmente programmato l’esecuzione nell’arco di 11 giorni, una pianificazione serrata dovuta alla prossima scadenza delle forniture di un sedativo, utilizzato come parte del processo di iniezione letale.
Erano 16 anni che negli USA non avveniva una doppia esecuzione nello stesso giorno.
Jack Jones è stato il primo a stendersi sul lettino della camera della morte. I suoi avvocati sostengono che siano stati necessari 45 minuti prima di riuscire a trovare una vena attraverso la quale iniettargli l'iniezione letale. Sembrerebbe che molto tempo sia trascorso nel tentativo - confermato dalle autorità - di trovare una vena del collo. Nessun giornalista era presente durante la preparazione. A tre giornalisti è stato consentito l'accesso soltanto quando era tutto pronto per procedere.
Jones, che ha trascorso più di 20 anni nel braccio della morte e che aveva un passato di abusi e di malattia mentale che lo avevano spinto a due tentativi di suicidio, è stato trasportato in una sedia a rotelle, a causa dell'amputazione di una gamba per il diabete.
Le due esecuzioni sono avvenute a distanza di tre ore una dall'altra.
L'esecuzione di Williams era stata momentaneamente sospesa per la possibile incostituzionalità della precedente. Gli avvocati di Williams hanno cercato di bloccarla per le difficoltà che sarebbero potute sorgere, nel cercare la vena, anche con il loro assistito che pesava 181 chili.