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Adriano Sofri - Reagì Mauro Rostagno sorridendo
Uscito alla fine di luglio per la Sellerio Editore Palermo nella collana:La memoria.
Un coraggioso libro in cui Sofri ci parla di Mauro Rostagno e delle indagini processuali durate venticinque anni per arrivare alla verità sulla sua uccisione a Lenzi avvenuta nel 1988. Un processo terminato a maggio di quest'anno.
Sinossi
Mamma mia che situazione in questa provincia di Trapani!… Logge massoniche coperte, intreccio tra politica, affari, mafia, massoneria, tangenti, gente che si fa ricca della povertà altrui… Insomma, ci sarebbe da stare seri se non avessimo voglia, ogni tanto, anche di ridere (nella sua tv, aprile 1988).
“Mauro Rostagno fu ammazzato il 26 settembre del 1988. Era nato il 6 marzo 1942, era passato da tante vite, chissà quante ne avrebbe avute ancora. Di tutti quelli che ho conosciuto, era il più pronto a prendersele tutte, le vite che abbiamo in offerta. A Trapani c’è ancora qualche scritta slavata che dichiara che MAURO È VIVO!Serve ai vivi per consolarsi, ma i morti ne sono inceppati, è come se non li si lasci sentire pienamente morti, con quel punto esclamativo che inchioda il lembo del mantello al mondo di qua. I morti ammazzati per ragioni di giustizia o di dignità personale non vogliono essere vivi, ne hanno avuto abbastanza. Rivendicano di poter guardare le cose da un aldilà, e di venire di qua per qualche sopralluogo senza preavviso. Tanto più che ad appesantire loro le ali provvedono già i processi insabbiati o dirottati, che li tengono in una perenne attesa di convocazione, un purgatorio terrestre.Mauro è stato tenuto in ostaggio per oltre venticinque anni in quella terra di nessuno, e finalmente se n’è svincolato. C’è voluto un processo durato tre anni, testimonianze e prove finalmente raccolte, il colpo di scena di un esame del DNA dal risultato imprevedibile, per dire quello che tutti sapevano: che non era stato un delitto fra amici, né un affare di corna o una vendetta di «drogati», ma un omicidio di mafia. Mauro aveva detto di aver scelto la Sicilia, e che qui avrebbe voluto vedere ingrigirsi la propria barba e nascere i propri nipotini. Io assisto alle udienze e sono tutto grigio, e anche l’assassino presunto di Mauro nella sua gabbia in tribunale è mezzo calvo e mezzo grigio, e invece a Mauro è restata una barba scura e il sorriso affettuoso e ironico di chi sa come potrebbe essere questa terra, se non ci si accanisse a rovinarla” (Adriano Sofri)
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Guardati dalla mia fame di Milena Agus, Luciana Castellina
Sinossi
È forse la prima volta che un avvenimento, in questo caso un efferato delitto, viene raccontato in uno stesso libro da due voci contrapposte che entrano nella pelle della vittima o dell’aggressore. Nella Puglia del dopoguerra, terra di passaggio dove si incontrano reduci, transfughi, tedeschi e alleati, in occasione di un comizio di Giuseppe Di Vittorio, politico e sindacalista, avviene un linciaggio. Milena Agus e Luciana Castellina entrano nei fatti, ciascuna con la propria passione e la propria ragione, minuziosamente documentate. Milena Agus penetra nel palazzo delle vittime, e le ricrea con la sua smagliante e amorosa immaginazione, mentre Luciana Castellina ricostruisce la storia di quegli anni, assai poco nota, e le circostanze che fecero di una folla di poveri braccianti e delle loro donne dei feroci assassini: una all’interno, l’altra all’esterno, in due superfici che si toccano senza conoscersi, il palazzo e la piazza, e che quando vengono a contatto, esplodono.
Non propriamente una novità visto che si tratta di un racconto uscito per la casa editrice Nottetempo, collana narrativa, ad Aprile di quest'anno.
Mi sembra comunque degno di nota segnalarlo perchè narra di una vicenda realmente accaduta ad Andria il 6 marzo del 46 e finora semisconosciuta.
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Herta Müller - L'uomo è un grande fagiano nel mondo
Il nuovo libro della scrittrice e premio Nobel Herta Müller e pubblicato all'inizio di questo mese dalla Feltrinelli nella collana I Narratori.:-)
Sinossi
Un uomo attende il passaporto che gli permetterà di emigrare. Nel tempo bloccato dell'attesa un uomo conta i giorni. Il luogo è un villaggio della minoranza tedesca in Romania e il tempo sono gli ultimi anni prima della caduta del regime di Ceausescu. Molti inutili sacchi di farina costa al mugnaio Windisch la speranza di poter abbandonare il paese ed emigrare in Germania. Ma solo quando sua figlia Amelie accetta di compiacere le voglie del parroco e del poliziotto, anche i passaporti, finalmente, arrivano. Squarci di una luce brutale raccontano questo tempo di attesa. L'immagine che la sovrasta è quella del fagiano, con le sue ali così inette al volo e che in rumeno è a sua volta immagine della creatura umana irretita nel fatale impaccio della sua vita.
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Sandro Veronesi - Terre Rare
Vorrei segnalare l'uscita per la Bompiani del nuovo romanzo di Sandro Veronesi "Terre Rare". Il romanzo è incentrato sulle vicende di quel Pietro Paladini di Caos Calmo.;)
Allegato 2898
Sinossi
Nel giro di ventiquattr’ore un uomo perde il controllo della propria vita: fa un grave errore sul lavoro, gli viene sequestrata la patente, trova l’ufficio sigillato dalla Finanza, scopre che il suo socio è fuggito lasciandolo nei guai, rompe definitivamente con la sua compagna – e nel frattempo sua figlia è scappata da casa. Credendosi braccato, fugge a sua volta, alla cieca, ma lo sfacelo cui si è di colpo ridotta la sua vita, man mano che egli lo affronta, si rivela sempre più chiaramente un approdo, fatale e familiare – secondo una mappa interiore che era stata tenacemente rimossa. Quest’uomo è Pietro Paladini, l’eroe immobile di Caos calmo, che nove anni dopo ritroviamo nella situazione opposta, roso dall’ansia e senza più un posto dove stare, costretto a vagare alla ricerca di quella pace improvvisamente perduta, o meglio – e questa sarà la sua scoperta – mai veramente avuta. La rimozione, la fuga, la famiglia che si disgrega, il confuso declino dell’Occidente, lo sforzo tragicomico di restare onesti in un tempo che spinge continuamente verso l’illegalità – e poi, di colpo, la verità. Alla fine di Caos calmo Paladini rispondeva a un celebre verso di Dylan Thomas affermando che “la palla che lanciammo giocando nel parco è tornata giù da un pezzo. Dobbiamo smettere di aspettarla”. Si sbagliava, la palla era ancora per aria. Torna giù ora, in Terre rare.