Visualizzazione stampabile
-
C'è una frase che mi ha colpito molto leggendo questa testimonianza: "Sono consapevole che non capirò interamente la santità della vita, non come fa la gente normale – ma sono consci di quanto siano fortunati?"
LA MIA CASA E' IL BRACCIO DELLA MORTE
In memoria di Thomas Walker
Una delle poche utilità o funzioni della mia vita a questo punto è scrivere cosa vedo dalla mia cella nel bracco della morte di San Quentin (California).
Che valore abbiano le mie osservazioni non posso dirlo, so solo che sento il bisogno di scrivere tanto per me quanto per chiunque altro. Dovete capire quando leggete i miei pensieri, il mio punto di vista è distorto. Cercherò di essere più sincero possibile, ma sono il primo a sostenere il concetto che la verità può essere soggettiva, e voglio essere conscio dei miei limiti prima di procedere.
Se si tratta di una persona onesta, chiunque abbia ucciso altre persone in più di un’occasione vi dirà che ogni volta uccidere diventa sempre più facile. E’ una verità violenta, sono parole forti da sentire, ora immaginate di vivere questa verità, di provarla, di condividerla intimamente.
Quando ero giovane, e avevo 13 anni, ero impressionabile, confuso, e alcune esperienze dirette mi hanno portato a svalutare completamente la vita umana.
A 23 anni ero al massimo della durezza, la mia vita era basata su rabbia, solitudine e paura.
A 24 anni, venni processato per omicidio, e questa esperienza ebbe un profondo impatto su di me. Non fu l’accusa, o il giudice, o la giuria, o la possibile condanna a morte a colpirmi così profondamente. Furono le cartelle di cartone allineate in alto, all’interno del tribunale, che mi impressionarono così tanto. La mia intera vita era stata chiusa e collocata dentro quelle cartelle, erano stati rivoltati tutti i possibili sassi, nessuna paura o segreto era rimasto da scoprire. Io ero il contenuto delle cartelle, il contenuto delle cartelle era me.
Ogni giorno del processo, in cui un’altra cartella veniva aperta e l’amaro contenuto veniva alla luce, mostrando cosa avevo fatto dei miei 24 anni, era l’equivalente emozionale di sbattere contro il muro alla velocità di 100 miglia all’ora.
Di notte, mentre ero steso nella mia cella, nel panico mi chiedevo come sarei potuto sopravvivere all’apertura della cartella seguente, e poi a quella dopo, e a quella dopo ancora…. Le cartelle mi avevano costretto a guardare in faccia il mio peggior nemico – me stesso.
Come risultato di questa esperienza, scoprii un mio bisogno, non di libertà perché sapevo di avere perso il mio diritto a vivere nella società; ma un desiderio di riconciliarmi con l’umanità, volevo ritrovare in me stesso qualcosa che avevo perso, volevo provare di nuovo un sentimento dimenticato – l’amore.
Ora a 30 anni, dopo anni passati nel braccio della morte, mi trovo a sentire che dentro di me cresce la consapevolezza del valore della vita umana. Questo ovviamente non serve a quelli che ho ucciso. Ma ancora una volta, fino ad oggi, al momento in cui mi ucciderò, devo gettare uno sguardo e scegliere tra il vuoto caotico e il cammino verso il raggiungimento dell’umanità, e scelgo davvero di progredire, di tornare un essere umano.
Voglio lasciare San Quentin, da morto, come un uomo migliore di quello che un giorno è entrato nel braccio della morte vivo. Sono pronto a pagare il mio debito. Ma nello stesso momento, mentre i miei appelli legali viaggiano attraverso i tribunali, voglio restituire il poco che posso, e scoprire se posso far sì che Tom diventi una persona con la quale posso convivere. Semplicemente, mi piacerebbe tirar fuori la mia capacità di umanità prima di morire.
Ho un grande debito con i miei amici, mi hanno seguito nei miei anni nel braccio della morte, mi hanno incoraggiato quando non c’era più una ragione qualunque per andare avanti.
Da quando ho iniziato a cercare di uscire da quel pantano che era diventata la mia vita, mi hanno dato dei modelli sui quali riflettere. In sostanza, mi hanno aiutato a ricostruire qualcosa di decente dalle macerie di me stesso.
Sono consapevole che non capirò interamente la santità della vita, non come fa la gente normale – ma sono consci di quanto siano fortunati?
Sto per morire, segnato, ma fino all’ultimo momento sarò un uomo che cerca di migliorarsi, per sempre, con la speranza di arrivare il più possibile vicino alla verità.C’è una speranza per me?
Tom Walker si è suicidato il 18 novembre 1997 nella sua cella nella prigione di San Quentin. Questo articolo è stato messo insieme dal condannato Michael Hunter, da pezzi scritti da Walker in vari momenti.
tratto da http://www.arpnet.it/insieme/endeavo...p/lamp30.shtml
-
2 allegato(i)
La protesta silenziosa di piazza Taksim
Allegato 1802
19/06/2013
L’Uomo Albero
di Massimo Gramellini
Alle sei della sera il coreografo e ballerino Erdem Gunduz è arrivato in piazza Taksim a Istanbul, si è fermato davanti al ritratto del padre della Turchia laica Atatürk ed è rimasto lì. Immobile e muto come un albero. La sua scelta silenziosa ha fatto un rumore pazzesco. Prima di mezzanotte intorno all’Uomo Albero era cresciuta una foresta. Giovani, adulti, vecchi, bambini: tutti immobili e muti, le braccia rilasciate lungo i fianchi ma lo sguardo alto, persino fiero, a testimoniare una resistenza che rifuggiva la violenza, anche quella verbale.
I poliziotti del governo sembravano spiazzati. Li avevano addestrati a combattere proteste fatte di urla e di pietre. Si ritrovavano in mezzo a una foresta di corpi silenziosi. Ma come si disperde una foresta, se non dandole fuoco? Quale reato commette chi si blocca in mezzo a una piazza, davanti a un ritratto, e rimane lì, immobile e muto come un albero? Qualche albero è stato preso e portato via con l’accusa di intralcio del traffico e adunata sediziosa. Ma altri ne spuntavano da ogni angolo, rispondendo al richiamo dell’emulazione che attraversava la città. Arrivavano in piazza di corsa e lì sì bloccavano. Immobili e muti. Quel silenzio diceva cose molto più grandi di quante ne possa contenere qualsiasi parola. E rendeva improvvisamente vecchio il rito stanco e sterile degli slogan ritmati, dell’indignazione a comando, della rabbia che attira solo altra rabbia. Finché, intorno a mezzanotte, a Erdem Gunduz è scappata la pipì. La natura vince sempre. La prossima notte tornerà in piazza, con Erdem e i suoi amici, immobili e muti: un ottimo modo, forse l’unico, per andare lontano e farsi sentire.
tratto da:
http://www.lastampa.it/2013/06/19/cu...RJ/pagina.html
Allegato 1803
-
1 allegato(i)
Dopo 28 anni passati dietro le sbarre, nei quali è riuscita a laurearsi ma soprattutto ha maturato una vocazione ad aiutare altri giovani, che hanno vissuto esperienze di grande violenza, e' tornata in liberta' Paula Cooper, la piu' giovane condannata a morte della storia degli Stati Uniti (aveva 15 anni all'epoca della condanna a morte), la cui vicenda divenne un caso internazionale che spinse tutte le associazioni dei diritti umani e perfino papa Giovanni Paolo II a chiederne la grazia.
La storia di Paula è la dimostrazione di quanto la pena di morte non sia necessaria, non sia utile a sanare in alcun modo il dolore della famiglia della vittima e di quanto sia importante invece che lei sia ancora viva.
Allegato 1806
Anche in Italia i giornali si occuparono dell’assassinio di Ruth Pelke, avvenuto nel 1985 a Gary, cittadina del Nord Indiana, ai confini con l’Illinois. Tre ragazzine di colore, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, decisero di rapinare un’anziana catechista di 78 anni (che conosceva una delle tre). Mentre una faceva da palo, le altre due rovistavano nelle cose dell’anziana, ma poi forse perché temeva di essere stata scoperta, una delle tre uccise la poveretta, senza pietà. Il frutto della rapina: 10 dollari e la vecchia auto della signora. La polizia in poche ore trovò le tre ragazzine, ma poi al processo delle tre solo Paula fu condannata a morte, mentre le altre scontarono diversi anni in carcere.
Alla fine, molti anni prima che la Corte Suprema degli Stati Uniti abolisse la pena capitale per i minorenni, la Corte commutò la condanna a morte in 60 anni, poi ridotti a 30 in considerazione della buona condotta.
Come dice Bill Pelke, nipote della vittima, che dopo aver perdonato Paula ha lottato strenuamente affinché le fosse salvata a vita: “E’ la realizzazione di un sogno, frutto del perdono e della riconciliazione. Quando mia nonna morì aveva in mano la Bibbia e piangeva. Sono certo che quelle lacrime erano il segno del suo perdono. Nanà (la nonna) non avrebbe mai voluto la morte di nessuno, neanche del suo assassino. Oggi – prosegue Bill - Paula non ha niente a che fare con quella ragazzina, è diversa, ha studiato, vuole aiutare i giovani in difficoltà, per dimostrare che si può davvero ricominciare.
-
2 allegato(i)
26 giugno 2013: 500a esecuzione in Texas
Kimberly McCarthy, 52 anni, nera, è stata giustiziata in Texas.
È la 500a esecuzione in Texas dal 1982, ed è il 261° giustiziato il cui mandato di esecuzione è stato firmato dal governatore Rick Perry.
McCarthy è anche la 1° donna giustiziata negli Usa negli ultimi 3 anni.
Allegato 1823
L’avvocatessa Maurie Levin, difensore della McCarthy, in una dichiarazione ha detto: “500 sono 500 di troppo. Attendo il giorno in cui ci renderemo conto che questa pratica inutile e barbarica, che colpisce quasi esclusivamente i poveri, e in maniera sproporzionata i neri, non ha posto in una società civile”.
Allegato 1824
Il Texas ha compiuto quasi il 40% delle 1338 esecuzioni avvenute negli Usa dal 1977 ad oggi.
http://www.nessunotocchicaino.it/new...mento=17307172
-
1 allegato(i)
Allegato 1859
Una cella in Texas, Polunsky, dove i condannati a morte sono rinchiusi per 23 ore al giorno in totale isolamento, vietati i contatti umani e sociali con gli altri detenuti. Anche l'ora d'aria, quando c'è, viene vissuta in solitudine in uno spazio poco più grande della cella. Il cibo (insufficiente ad alimentare un uomo) viene passato attraverso un'apertura nella porta.
-
1 allegato(i)
Robert Gene Garza, ispanico, 31 anni, verrà giustiziato tra un paio d'ore in Texas.
Non ha ucciso nessuno, venne arrestato a 19 anni per una storia di scontri tra bande legate al traffico di droga.
Venne incriminato in base alla “Law of Parties”, secondo la quale in Texas si può essere condannati a morte solo per aver partecipato all’azione di un omicidio, senza esserne gli autori materiali. Un presunto complice lo scagionò. Nessun testimone ha mai potuto comprovare la sua colpevolezza. Tutto inutile, anche i numerosi appelli e la richiesta di venir sottoposto al test del Dna. Un ennesimo omicidio di Stato. Un ennesimo processo con troppi dubbi e irregolarità.
Allegato 1935
Robert Garza ha una madre, Sylvia, che si è battuta allo spasimo in suo favore, è sposato e ha due figlioletti. Vittime innocenti anche loro.
http://nodeathpenalty.santegidio.org...1-151-151.aspx
-
Se succedeva nei paesi orientali o medio orientali sai che ricamini ci facevano sopra... ma sono americani loro...
-
Quote:
Originariamente inviato da
DarkCoffee
Se succedeva nei paesi orientali o medio orientali sai che ricamini ci facevano sopra... ma sono americani loro...
Ci sono state molte petizioni e molti appelli, sia dall'America sia dall'Europa, come accade quando qualcuno in Texas viene giustiziato in base alla Law of Parties.
Fa particolarmente orrore pensare che lo stato uccida una persona che non ha ucciso nessuno, che ha avuto un processo iniquo e non ha avuto la tutela giudiziaria degna di un paese civile.
Con la Law of Parties, è capitato in molti casi che l'omicida venisse condannato all'ergastolo, magari avendo usufruito di una miglior difesa, e l'eventuale complice (meno colpevole) giustiziato.
Prima di essere giustiziato, Robert Garza ha voluto ringraziare i suoi amici e la famiglia per il loro sostegno e ha detto: "So che è difficile per voi. Non è facile, si tratta di un congedo. Voi tutti finalmente potete andare avanti con la vostra vita".
Ogni esecuzione è inumana, aumenta il livello di violenza di una società e crea nuove vittime innocenti, i figli e i familiari di chi viene giustiziato soffrono lo stesso dolore dei familiari delle vittime dei crimini. La battaglia per la difesa della vita dei condannati a morte continua.
-
Quote:
Originariamente inviato da
daniela
Ogni esecuzione è inumana, aumenta il livello di violenza di una società e crea nuove vittime innocenti, i figli e i familiari di chi viene giustiziato soffrono lo stesso dolore dei familiari delle vittime dei crimini. La battaglia per la difesa della vita dei condannati a morte continua.
Nel caso specifico non esistono "familiari della vittima" se è vero che quest'uomo non si è reso colpevole di alcun omicidio, in compenso c'è una seria possibilità che i suoi figli crescano con un senso di profondo odio verso gli Usa in generale e il Texas in particolare, uno Stato degli States che in quanto a violazioni dei diritti umani corre sempre per la medaglia d'oro. Un giorno potrebbero esserci in giro due ragazzi che nutrono sentimenti di vendetta nei confronti di chi ha ucciso il loro padre, cosa che probabilmente succederebbe anche a me o a molti di noi e il fatto che questo "qualcuno" sia un'istituzione e non una persona rischia di creare dei mostri, perché vendicarsi di un uomo comporta al massimo un omicidio mentre, spesso, la vendetta verso un'istituzione passa per atti eclatanti che, in genere, si risolvono in stragi.
-
3 allegato(i)
Allegato 1945
Dal sito di Emergency:
I morti di oggi a Lampedusa (mentre scriviamo sono cento) vanno ad aggiungersi agli altri 20mila che sono morti nel Mediterraneo negli ultimi vent'anni.
Fino a quando considereremo naturale che il mar Mediterraneo sia il più grande cimitero del mondo?
Fino a quando accetteremo di tenerci politiche migratorie criminali, che trasformano i disperati in clandestini, e per questo delinquenti?
Fino a quando lasceremo che chi scappa dalla guerra e dalla miseria abbia, come unica possibilità, quella di affidarsi a uno scafista che poi li butta in mare a frustate?
Fino a quando accetteremo di essere corresponsabili di una strage quotidiana di donne, uomini, bambini la cui unica colpa è inseguire la speranza di una vita migliore?
Fino a quando Lampedusa e gli altri porti di sbarco saranno lasciati soli a seppellire i morti, nell'indifferenza dell'Italia e dell'Europa?
Non abbiamo più voglia, davanti a cento cadaveri, di ascoltare l'ipocrisia di chi oggi si veste a lutto mentre ieri firmava le leggi sull'immigrazione che riempiono il mare di morte, l'ipocrisia di chi oggi si dispera ma domani non farà niente per cambiarle. Vogliamo risposte.
Vogliamo un Paese che, come dice la nostra Costituzione, "riconosce e garantisce i diritti fondamentali dell'uomo": diritti che invece muoiono ogni giorno davanti ai nostri occhi, insieme a centinaia di persone.
Allegato 1946
Letto su La stampa:
Il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini ha raccontato: «L’Italia ha normative disumane: tre pescherecci sono andati via dal luogo della tragedia perché il nostro Paese ha processato i pescatori che hanno salvato vite umane per favoreggiamento all’immigrazione clandestina». «Il governo - ha aggiunto Nicolini - deve cancellare subito questo reato».
Allegato 1947
Io ho firmato quest'appello: è la richiesta di aprire, a livello europeo, un canale umanitario affinché chi fugge dalla guerra possa chiedere asilo direttamente alle istituzioni europee in Libia, in Egitto, in Siria o lì dove è necessario (presso i consolati o altri uffici) senza doversi imbarcare alimentando il traffico di essere umani e il bollettino dei naufragi.
www.meltingpot.org/Appello-per-l-ap...ml#.Uk2aNRA9vFA
-
Ieri sera l'ineffabile TgCom24 ha aperto la sua rassegna stampa col giornalista che ha testualmente detto "Apriamo con la tragedia dei clandestini morti a Lampedusa"
Clandestini
Non migranti, rifugiati, profughi o qualsiasi altra definizione che, anche se magari in modo ipocrita, conceda un po' di umana pietà a gente che ha fatto una vita d'inferno e una morte peggiore, ma clandestini ovvero entità negative solo per il fatto di esistere ... questa è la percezione di una gran parte di questo Paese (e dell'Europa pure) per cui finito il clamore di questa tragedia (manco fosse la prima) tornerà tutto come prima e l'unico nero di cui tornerà ad occuparsi questo disgraziato Paese sarà Balotelli, anche lui tollerato solo perché ricco e famoso, ché se si comportasse come suo solito senza soldi in tasca sarebbe già a S.Vittore da un pezzo.
Ho firmato anch'io l'appello Daniela, ma ormai sono pessimista al 1000% su questi argomenti, visto che nemmeno le parole di una grande autorità morale come il Papa servono a risolvere qualcosa.
Sono convinto che anche agli altri paesi europei, tutto sommato, questa situazione faccia abbastanza comodo ... lasciano all'Italia e alla Spagna il lavoro sporco e loro si limitano a dare asilo a quelli che oltre al deserto e al mare, scampano anche agli sbarchi e alle mafie locali al termine di quella che è una sorta di spietata selezione naturale.
-
Su questo tema mi esprimo con cautela. Mi limito a dire che non approvo assolutamente il modo di operare della giustizia italiana che non dà garanzia della pena, che risolve i problemi del sovraffollamento carcerario con l'indulto, che dà pene esigue a criminali patentati. Certo, io ho visto da vicino il barbaro assassinio dei coniugi Pelliciardi che abitavano a 500 mt da dove abitavo io. Uccisi da chi aveva usufruito dell'indulto pochi mesi prima. Ho anche visto con orrore la pena irrisoria che hanno dato all'assassino della figlia sedicenne della mia amica, uccisa a Roma da un ubriaco che guidava senza avere la patente. Ho visto anche una cara amica ridotta sul lastrico dopo avere investito tutto quello che aveva in un negozio di occhiali ed essere stata derubata di tutto per due volte in quindici giorni da una banda di albanesi, gli stessi che abbiamo accolto alla periferia di Udine con tanta enfasi. Detesto l'idea che in questo paese ogni criminale, se ha un buon avvocato, possa farla franca. E sai perché? Perché io sono sempre dalla parte delle vittime e mai dalla parte dei criminali. Francamente l'ultimo mio pensiero è mandare una cartolina a chi è in carcere, semmai avrei voglia di mandarla ai parenti di chi è stato ucciso o seviziato o derubato proprio da coloro ai quali tu, cara @daniela, vuoi mandare una cartolina. Penso anche che si faccia poca fatica a essere buoni con i criminali, fa poca fatica il giudice ad assolvere o a infliggere pene irrisorie, fa poca fatica chi non è mai stato derubato o chi non ha visto il proprio figlio morire per mano di questi assassini. Magari se un giorno queste "buone e comprensive" persone provassero che significa tutto questo e lo provassero sulla propria pelle la musica cambierebbe, eccome se cambierebbe!
-
Chi ha sbagliato è giusto che paghi. E il dolore dei familiari delle vittime è senza fine.
Inoltre, non solo in Italia, chi può pagarsi un buon avvocato puo' farla franca. In Texas negli ultimi cinque anni circa il 75% delle sentenze capitali sono state inflitte ad afro-americani o ispanici.
Ma uccidere chi ha ucciso è vendetta, non giustizia. E crea nuove vittime innocenti: i figli e i familiari del condannato a morte vivono da innocenti lo stesso dolore e la stessa ingiustizia subita dalla famiglia delle vittime.
Certo è umanamente più che comprensibile che chi ha subito un lutto o una violenza voglia una giustizia "occhio per occhio, dente per dente", e ancora non sarebbe sufficiente a placare il loro dolore. Anch'io, se capitasse a me.
Anche se ci sono stati molti casi di familiari che hanno fortemente voluto che venisse salvata la vita a chi aveva distrutto violentemente la vita altrui, l'idea della vendetta è umanamente piu' che comprensibile in chi ha subito un grave lutto.
Lo Stato però dovrebbe amministrare giustizia, non vendetta.
Negli Usa anzichè l'indulto per risolvere il sovraffollamento hanno preferito privatizzare la costruzione di nuove carceri, facendolo diventare un business redditizio.
Lì negli ultimi anni si è assistito ad una lunga serie di nuove leggi che allungano la pena. L’esempio più eclatante è la “Three strikes law”, la legge “tre volte e sei eliminato” che prevede pene fino all'ergastolo, senza possibilità di libertà condizionata, per chi si macchi di tre reati, anche minori. Oggi hanno circa 3 milioni di detenuti, il 25% della popolazione carceraria mondiale, a fronte del 5% della popolazione. Non so se sono diventati un paese più sicuro o con più giustizia, sicuramente è evidente che le ragioni economiche diventano preponderanti anche quando si parla di argomenti giudiziari.
-
2 allegato(i)
10 ottobre 2013
11° giornata mondiale contro la pena di morte
Allegato 1955
"Stop al crimine, non alla vita"
Le autorità governative dovrebbero indirizzare la loro attenzione verso l’elaborazione di programmi globali di prevenzione della criminalità volti ad affrontarne le cause alla radice.
Ciò che la maggior parte delle persone desidera è essere protetta dalla criminalità. Il sostegno alla pena di morte è una reazione comprensibile alla rabbia e alla paura causate da reati violenti, legato all’errata convinzione, sostenuta da molti politici, che le esecuzioni possano scoraggiare i crimini. Eppure la pena di morte è spesso promossa come misura chiave per combattere la criminalità, con poco o nessun investimento in altri provvedimenti che potrebbero meglio affrontare le questioni della sicurezza e della criminalità stessa, ivi compresi la corretta ed efficace attività di polizia e un sistema di giustizia penale equo ed efficiente.
Allegato 1956
Uno studio del Death Penalty Information Center (DPIC) indica che la maggior parte delle condanne a morte e degli enormi costi del sistema capitale statunitense provengono dal 2% delle contee degli Usa.
Il totale delle contee negli Usa è 3143.
Le contee che fanno ricorso più spesso alla pena di morte sono anche quelle che subiscono il più alto numero di sentenze annullate, e molte sono state giudicate responsabili di “gravissimi errori giudiziari”. L’annullamento di processi comporta, sempre per rimanere al fattore economico, altissimi costi ulteriori.
Il luogo nel quale sono state giustiziate in assoluto piu' persone e' la contea di Harris, in Texas, della quale fa parte anche la citta' di Houston: dal 1976, sono state effettuate 115 esecuzioni.
Lo studio si conclude notando che recentemente diversi stati hanno deciso di abolire la pena di morte anche in base alle considerazioni economiche.
Florida (Usa): “Se la pena di morte non è un deterrente, e non lo è, e se la pena di morte non ci rende più sicuri, e non lo fa, allora è solo una costosa forma di vendetta” - Charles M. Harris, giudice della Florida, Gainsville Sun, 18 aprile 2012
La Giornata mondiale contro la pena di morte 2013 è dedicata alla campagna contro la pena capitale nei paesi caraibici anglofoni.
www.amnesty.it/La_pena_di_morte_nei_paesi_caraibici
-
Che bello questo articolo che ho letto su Nessuno tocchi Caino, ve lo posto:
Testimonianza per l’abolizione della pena capitale di Martin O’Malley, Governatore del Maryland
Come Sindaco di Baltimora per sette anni, ho visto la nostra città diventare la più violenta e intossicata dalla droga in America. Ero molto, molto vicino all’esasperazione, a uno stato di angoscia, a un punto davvero drammatico. Sono stato testimone di crimini orrendi, reati violenti, omicidi, crimini contro l’umanità e contro i nostri stessi figli. Delitti che invocavano giustizia.
Per tutto il tempo in cui la città di Baltimora ha visto se stessa scivolare giù fino al punto di diventare la città più violenta e dedita alla droga d’America, la pena di morte è stata presente nei codici e non ha fatto assolutamente nulla per impedire questi crimini terribili.
Con uno sforzo concertato – facendo le cose che funzionano – abbiamo abbattuto la criminalità violenta del 42 per cento a Baltimora. Non grazie alla pena di morte, non per via di un uso massiccio della pena di morte, ma facendo le cose che funzionano. Informazioni tempestive e accurate condivise da tutti, ComStat [abbreviazione di “statistiche computerizzate”], allocazione mirata di risorse, soluzione di casi criminali, azioni penali più efficaci, un migliore e più ampiamente disponibile trattamento della tossicodipendenza... tutte queste cose funzionano.
Anche a livello statale stiamo facendo le cose che funzionano davvero per salvare vite umane: un’azione di polizia più efficace, una migliore tecnologia, strategie più intelligenti. E insieme con le forze dell’ordine, noi abbiamo portato i crimini violenti e gli omicidi ai livelli più bassi degli ultimi tre decenni.
Soprattutto in tempi difficili, se una politica pubblica è costosa e non funziona, a me sembra che si debba smettere di adottarla.
La pena di morte è esattamente questo. E’ costosa ed è evidente in modo schiacciante che non funziona.
In uno studio del 2009, l’88 per cento dei criminologi ha detto di non credere che la pena di morte scoraggi la criminalità violenta. La maggior parte dei capi della polizia ha concordato con loro, secondo una ricerca condotta separatamente lo stesso anno.
Faccio fatica a ricordare un solo episodio che abbia mai avuto luogo nella città di Baltimora – un omicidio o tentato omicidio – in cui uno qualsiasi dei colpevoli abbia mai confessato o comunicato di avere riflettuto per due secondi, sapendo che rischiava la pena di morte, prima di premere il grilletto.
Ogni dollaro che buttiamo in un inefficace, imperfetto, arbitrario sistema capitale per punire omicidi passati, è un dollaro che non stiamo investendo per evitare omicidi futuri.
Una polizia efficace, l’Iniziativa per Prevenire la Violenza, la banca dati del DNA, delle impronte digitali, i lettori di targhe… queste sono tutte cose che funzionano, che servono a prevenire i crimini, a risolvere i casi, a ridurre i reati violenti e gli omicidi. L’abolizione della pena di morte in Maryland potrebbe liberare milioni di dollari da usare per fare di più di queste cose che funzionano davvero.
Infine, nel nostro mondo sempre più strettamente connesso, la maggior parte delle esecuzioni pubbliche oggi avviene in soli sette paesi: l’Iran, l’Iraq, la Repubblica Popolare Cinese, la Corea del Nord, l’Arabia Saudita, lo Yemen. E gli Stati Uniti d’America.
Signor Presidente, membri del Comitato, la nostra Repubblica non è stata fondata sulla paura o sulla vendetta o sul castigo, ma sulla libertà e la diversità.
La libertà, la giustizia, la dignità di ogni individuo, uguali diritti di fronte alla legge… Questi sono i principi che connotano il nostro carattere. Sono il patrimonio della nostra grande nazione, e la pena di morte è in contrasto con questi principi.
La pena di morte non ci rende più forti o più sicuri come popolo. Né la pena di morte rende le nostre leggi più efficaci o più giuste. La pena capitale è costosa, non funziona, e noi dovremmo sostituirla con l’ergastolo senza condizionale.
Testimonianza davanti alle Commissioni Giustizia del Senato e della Camera
Annapolis, Maryland, 14 febbraio 2013
www.nessunotocchicaino.it/bancadati...idtema=17308309
P.S. Il Maryland ha abolito la pena di morte diventando il diciottesimo stato degli Stati Uniti ad abolire la pena capitale. Il 2 maggio 2013, il governatore dello stato Martin O’Malley, democratico, ha firmato una legge che abolisce la pena, che sarà sostituita dall’ergastolo.
-
2 allegato(i)
CITIES FOR LIFE 2013
Allegato 2086
Oggi, sabato 30 novembre, in collegamento con migliaia di città in tutto il mondo, il COLOSSEO sarà illuminato per dire NO ALLA PENA DI MORTE.
Allegato 2087
L’evento del 30 novembre al Colosseo divenuto simbolo mondiale di questa Giornata, si svolgerà in contemporanea con altri appuntamenti in oltre 1600 citta, di cui 70 capitali dei cinque continenti: una mobilitazione planetaria che vuole riaffermare la necessità di una giustizia dal volto umano, e punta a convincere i paesi che ancora la mantengono della inutile crudeltà della pena di morte.
www.santegidio.org/pageID/3/langID/...IRETTA_WEB.html
trova l'evento vicino a te:
http://citiesforlife.santegidio.org/mappa/
-
1 allegato(i)
India, “12enne la ragazza stuprata e arsa viva. Era incinta di uno degli aguzzini”
Allegato 2149
Nuovo tragico caso di violenza di gruppo contro una ragazza in India. Una ragazza di 12 anni è stata oggetto di stupro per due volte consecutive per essere poi bruciata dai suoi stessi aggressori e morire per le ustioni riportate.
E' successo a Madhyagram, non lontano da Calcutta, dove la ragazza è stata attaccata per la prima volta il 26 ottobre da sei uomini nei pressi della sua abitazione. La violenza si è ripetuta identica il giorno successivo quando la giovane stava tornando a casa dal commissariato in cui aveva denunciato il primo stupro.
Lo scorso 23 dicembre un uomo l'ha raggiunta in casa e, secondo quanto testimoniato dai familiari, l'ha minacciata di "gravi conseguenze" se non avesse ritirato la denuncia. Più tardi quel giorno, le è stato dato fuoco. E' morta il 31 dicembre per le ustioni riportate. Dall'autopsia è emerso che era incinta.
http://www.repubblica.it/esteri/2014...iata-74986704/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014...uzzini/830909/
-
1 allegato(i)
16.01.2014 Ohio: condannato a morte spira dopo 15 minuti di terrificante agonia
Quindici minuti di purissimo orrore, sotto lo sguardo atterrito dei suoi figli. Questa l'agonia che ha preceduto il trapasso di Dennis McGuire, condannato alla pena capitale e giustiziato nel carcere di Lucasville, Ohio, con una doppia iniezione sperimentale, mai utilizzata prima e rivelatasi un tragico fallimento.
Sapeva di dover morire, ma neanche i suoi peggiori incubi avrebbero potuto prepararlo a quanto lo aspettava. "Sto per andare in cielo, ci vediamo lì quando arriverete anche voi", la frase pronunciata dal condannato all'indirizzo dei due figli, un maschio e una femmina, oggi adulti, radunati nella stanza attigua alla camera della morte per seguire l'esecuzione.
Allegato 2214
Un sedativo, il midazolam, e un anestetico, l'idromorfone. Questa la combinazione che provoca "intenso dolore e panico" facendo provare al condannato la sensazione di "mancanza d'aria", sperimentata dallo Stato dell'Ohio per la fallimentare doppia iniezione, perché il produttore della sostanza adottata fino ai casi più recenti, il sedativo pentobarbital, aveva deciso di non concederla più alla pena capitale.
Quando le sostanze sono state iniettate nelle sue vene, prima di perdere conoscenza, McGuire ha continuato a salutare i figli aprendo e chiudendo la mano sinistra. Poi è rimasto immobile per cinque minuti. L'illusione che potesse essere finita lì. Invece no. Dopo quel primo, interminabile intervallo, l'uomo ha iniziato a boccheggiare sonoramente, alla disperata ricerca di ossigeno. "Oh mio Dio", ha urlato Amber McGuire, assistendo alla straziante agonia del padre.
Dennis McGuire ha continuato a sbuffare per alcuni minuti, poi la sua resistenza si è andata affievolendo. Il condannato ha continuato ad aprire e chiudere la bocca senza emettere più alcun suono, mentre il ventre si gonfiava e sgonfiava, prima spasmodicamente, poi sempre più lentamente. La fine è giunta quindici minuti dopo la doppia iniezione. Una delle esecuzioni più lunghe da quando la pena capitale è stata reintrodotta in Ohio, nel 1999.
Sergio d'Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino, ha dichiarato: "È la riprova che non esiste un metodo 'umano', dolce e indolore di eseguire la pena di morte". "Quel che è accaduto in Ohio è una violazione del principio della Costituzione americana che vieta ogni punizione 'crudele e inusuale'. È ora che l'America si liberi di un sistema così arcaico e barbaro di fare giustizia", ha aggiunto.
http://www.nessunotocchicaino.it/new...mento=18300702
-
-
Quote:
Originariamente inviato da
daniela
16.01.2014 Ohio: condannato a morte spira dopo 15 minuti di terrificante agonia
Sergio d'Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino, ha dichiarato: "È la riprova che non esiste un metodo 'umano', dolce e indolore di eseguire la pena di morte".
Ma non sarà mai comunque una questione di metodo ... è semplicamente una questione di giustizia che non dovrebbe essere arcaica secondo l'uso "Occhio per occhio" che è un modo di pensare che pertiene a una società vecchia di tremila anni, ma dovrebbe adattarsi alla (teorica) civiltà avanzata a cui il mondo è arrivato.
Però forse è la società stessa che ultimamente è regredita invece che andare avanti.
-
Quote:
Originariamente inviato da
Mauro
Ma non sarà mai comunque una questione di metodo ...
E' vero.
Bisogna però considerare che i movimenti abolizionisti cercano ogni appiglio per far dichiarare incostituzionale la pena di morte, e questi nuovi farmaci che non rendono incosciente il condannato e lo sottopongono a una lunga agonia prima della morte, potrebbero essere considerati in contrasto con l'ottavo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America, che vieta le pene crudeli e inconsuete.
Dopo la reintroduzione della pena di morte nel 1976 la Corte Suprema si è orientata verso l’eliminazione dei metodi di esecuzione maggiormente violenti, eliminando man mano l’uso dell’impiccagione, della fucilazione e infine anche della sedia elettrica, per rispettare il disposto dell’ottavo emendamento.
In seguito alle pressioni dei movimenti contro la pena di morte e della pubblicità negativa che ne deriva, le aziende farmaceutiche che prima fornivano il Pentobarbital hanno ritenuto più opportuno evitare di fornirlo per le esecuzioni, pertanto gli Stati che eseguono condanne a morte hanno dovuto farsi autorizzare nuovi protocolli con altre sostanze, che a quanto pare rendono ancora più lunga e dolorosa l'esecuzione, annullando l'effetto apparente di "operazione chirurgica o di morte pulita" e rendendo evidente che uccidere una persona è un atto violento e crudele, anche se è lo Stato a compierlo.
L'ottavo emendamento è legato al dibattito sulla costituzionalità della pena di morte.
« Excessive bail shall not be required, nor excessive fines imposed, nor cruel and unusual punishments inflicted. » |
« Non si dovranno esigere cauzioni eccessivamente onerose, né imporre ammende altrettanto onerose, né infliggere pene crudeli e inconsuete. » |
(Ottavo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America)
http://it.wikipedia.org/wiki/VIII_em..._d'America |
-
1 allegato(i)
6 marzo: Giornata europea dei giusti
Il 6 marzo si celebrerà la seconda Giornata europea dei Giusti, nella data che ricorda la scomparsa di Moshe Bejski, l’artefice del Viale dei Giusti di Gerusalemme, per ricordare chi ha saputo cercare il bene con la scelta di difendere la dignità umana nei momenti bui.
Se ci sono stati ieri, durante i momenti più bui della storia, degli uomini che hanno sentito il richiamo della propria coscienza e non si sono fatti omologare, significa che l’essere umano ha sempre dentro di sè una bussola misteriosa che lo può spingere a discernere il Bene dal Male, a sentire il richiamo dell’altro uomo, ad assumersi una responsabilità.
In Siria Ghiatah Matar (1986-2011), giovane pacifista siriano, durante le manifestazioni distribuiva acqua e fiori ai soldati fedeli al regime. Era convinto che attraverso quel suo gesto, così vicino alla filosofia non violenta di Gandhi, i soldati inviati dal regime a uccidere i manifestanti sentissero il peso della loro coscienza. Il suo esempio ebbe così successo che venne replicato da tanti giovani siriani in numerose città, fino a quando Ghiatah venne arrestato e il suo corpo senza vita e torturato fu lasciato come monito davanti alla casa dei suoi genitori. Il suo messaggio di pace e di conciliazione non doveva passare.
Allegato 2284
liberamente tratto da : http://www.gariwo.net/pagina.php?id=10391
-
Davvero inquietante pensare a quanto bene ci sia nel cuore di un 25enne ... tanto al punto da scatenare (come spesso, purtroppo, accade) una reazione che definire spropositata è riduttivo.
E non ho buone impressioni per il futuro dell'Ucraina.
-
1 allegato(i)
9 aprile 2014: Ramiro Hernandez-Llanas, 44 anni, ispanico, è stato giustiziato.
E' la 275° persona giustiziata in Texas dal governatore Rick Perry.
Allegato 2353
(Rick Perry, governatore del Texas dal 2001 ad oggi)
Ramiro era uno dei 51 condannati a morte di nazionalità non statunitense che, secondo una sentenza del 2004 della Corte Penale Internazionale dell'Aja, non avrebbero dovuto essere giustiziati perché nei loro confronti gli Stati Uniti hanno commesso delle irregolarità al momento dell'arresto.
Il Texas però non ritiene di dover rispettare un accordo sottoscritto dal governo federale, e nel corso degli anni, nonostante le proteste dei governi centramericani, ha già giustiziato 4 messicani ed un honduregno.
Subito dopo l'esecuzione il ministero degli esteri messicano ha emesso un comunicato di protesta: "Questo è il 4° caso di un cittadino messicano giustiziato in evidente violazione della sentenza del Tribunale Internazionale dell'Aja. l governo del Messico esprime la sua più vigorosa protesta e denuncia l'inadempienza degli Stati Uniti."
(liberamente tratto da Nessuno Tocchi Caino)
-
Rubin Carter, l'ex peso medio noto come 'Hurricane', è morto a 76 anni. Leggenda della boxe anni 60, era diventato il simbolo dell'ingiustizia: condannato per un triplice omicidio mai commesso, passò da innocente vent'anni in prigione.
http://www.youtube.com/watch?v=hr8Wn1Mwwwk
Nel 1966 venne infatti accusato di un triplice omicidio in seguito ad una sparatoria in un locale del New Jersey, che gli costò una condanna a due ergastoli. Fu condannato da una giuria di soli bianchi dopo la testimonianza decisiva di due criminali, Alfred Bello e Arthur Bradley, che in seguito ritrattarono le loro versioni.
Gran parte dell'opinione pubblica si schierò dalla parte di Carter, sostenendo che l'accusa era motivata esclusivamente da motivi razziali. Così il pugile divenne un simbolo della lotta alle discriminazioni razziali. Nel 1985, venne scarcerato e nel 1988 caddero ufficialmente tutte le accuse contro di lui. Non si arrese mai, né mai smise di professarsi innocente.
La sua lotta e la sua storia restano vive in Hurricane, la canzone di oltre 8 minuti che Bob Dylan scrisse nel 1975 dopo aver letto l'autobiografia "The Sixteenth Round" e dopo averlo incontrato in carcere. Sulla vita del pugile si ispira anche un film del 1999, 'Hurricane - Il grido dell'innocenza', per il quale Denzel Washington ottenne la candidatura agli Oscar.
-
Orrore in Oklahoma per la rottura della vena durante l'iniezione letale.
Il condannato dato per incosciente si agita e urla, poi muore di infarto, dopo 45 minuti.
Ha fatto una fine terribile a causa della rottura della vena in cui gli stavano iniettando il mix letale di veleni.
I testimoni raccontano di aver assistito a una scena raccapricciante ed atroce. Tutto sembrava procedere: iniettato l'anestetico, il prigioniero era stato dichiarato dai medici presenti oramai privo di sensi. Ma quando è iniziata la somministrazione del primo dei due farmaci letali il corpo dell'uomo ha cominciato improvvisamente a muoversi, i suoi piedi e le sue braccia ad agitarsi. Ha cominciato a lamentarsi sempre più forte. Con uno scatto Clayton ha tentato anche di sollevarsi, inutilmente.
In una situazione di caos gli addetti del carcere hanno abbassato la tenda davanti al vetro dietro al quale c'erano i testimoni. Questi ultimi hanno solo potuto ascoltare l'urlo violento con cui l'uomo ha esalato l'ultimo respiro, ucciso da un attacco cardiaco.
La morte di Clayton è destinata a sollevare polemiche, in una fase in cui ricorrere alla pena di morte nei vari stati Usa che lo permettono è diventato sempre più difficile. Questo anche per la decisione di molti Paesi europei di vietare l'esportazione dei farmaci letali, le cui scorte stanno per esaurirsi, costringendo anche a realizzare mix letali 'meno efficaci'. Tanto che qualcuno - forse una provocazione - ha già proposto un ritorno alla sedia elettrica.
http://www.repubblica.it/esteri/2014...0609/?ref=fbpr
-
Quote:
Originariamente inviato da
daniela
Orrore in Oklahoma per la rottura della vena durante l'iniezione letale.
Il condannato dato per incosciente si agita e urla, poi muore di infarto, dopo 45 minuti.
Ha fatto una fine terribile a causa della rottura della vena in cui gli stavano iniettando il mix letale di veleni.
I testimoni raccontano di aver assistito a una scena raccapricciante ed atroce. Tutto sembrava procedere: iniettato l'anestetico, il prigioniero era stato dichiarato dai medici presenti oramai privo di sensi. Ma quando è iniziata la somministrazione del primo dei due farmaci letali il corpo dell'uomo ha cominciato improvvisamente a muoversi, i suoi piedi e le sue braccia ad agitarsi. Ha cominciato a lamentarsi sempre più forte. Con uno scatto Clayton ha tentato anche di sollevarsi, inutilmente.
In una situazione di caos gli addetti del carcere hanno abbassato la tenda davanti al vetro dietro al quale c'erano i testimoni. Questi ultimi hanno solo potuto ascoltare l'urlo violento con cui l'uomo ha esalato l'ultimo respiro, ucciso da un attacco cardiaco.
La morte di Clayton è destinata a sollevare polemiche, in una fase in cui ricorrere alla pena di morte nei vari stati Usa che lo permettono è diventato sempre più difficile. Questo anche per la decisione di molti Paesi europei di vietare l'esportazione dei farmaci letali, le cui scorte stanno per esaurirsi, costringendo anche a realizzare mix letali 'meno efficaci'.
Tanto che qualcuno - forse una provocazione - ha già proposto un ritorno alla sedia elettrica.
http://www.repubblica.it/esteri/2014...0609/?ref=fbpr
Ammetto senza problemi che il grassettato è un qualcosa che è venuto in mente anche a me.
La pena di morte è una barbarie per cui trovo tremendamente ipocrite tutte quelle forme di somministrazione di farmaci letali che dovrebbero addolcire il "passaggio" del condannato.
Provassero a essere più coerenti con la loro indole violenta e ricorressero alla classica pallottola nella nuca come fanno i cinesi e, forse, li troverei meno odiosi, giusto perché mi eviterebbero di sorbirmi il supposto lato "civile" di un atto disumano.
-
1 allegato(i)
Quote:
Originariamente inviato da
Mauro
Ammetto senza problemi che il grassettato è un qualcosa che è venuto in mente anche a me.
La pena di morte è una barbarie per cui trovo tremendamente ipocrite tutte quelle forme di somministrazione di farmaci letali che dovrebbero addolcire il "passaggio" del condannato.
Provassero a essere più coerenti con la loro indole violenta e ricorressero alla classica pallottola nella nuca come fanno i cinesi e, forse, li troverei meno odiosi, giusto perché mi eviterebbero di sorbirmi il supposto lato "civile" di un atto disumano.
Sinceramente anch'io ho pensato più volte che una pallottola sarebbe forse il metodo migliore, meno doloroso, rispetto a questi 45 minuti di tortura.
La vicenda è solo l'ultima di una serie legata alla somministrazione di nuovi cocktail letali nei penitenziari americani per far fronte all'esaurimento delle scorte di pentobarbital, un barbiturico ad azione rapida che le aziende europee non forniscono più, non solo per motivi etici, ma anche per motivi legali (norme europee vietano di vendere "strumenti di tortura") e commerciali (la pubblicità negativa che ne deriva).
Era la prima volta che il mix di farmaci iniettato a Lockett veniva usato in Oklahoma durante un'esecuzione.
La seconda esecuzione programmata nella stessa giornata è stata rinviata di 14 giorni.
I due condannati avevano cercato di rimandare le esecuzioni sostenendo che mantenere il segreto sulle sostanze letali da iniettare violasse la Costituzione. I loro appelli a vari tribunali per conoscere il mix letale che sarebbe stato loro iniettato hanno spaccato l’opinione pubblica e riacceso il dibattito sulla segretezza delle iniezioni letali, con le case farmaceutiche che, per timori politici, rifiutato di fornire le informazioni sulle droghe e gli stati americani che cercano di trovare alternative, provando mix letali mai testati.
La risposta del giudice Steven Taylor era stata inequivocabile: i condannati a morte non hanno diritto di sapere quale sostanza verrà loro somministrata, così come chi viene ucciso con la sedia elettrica non deve sapere quale è la società che fornisce l'energia per la scossa fatale, e chi viene impiccato non ha ragione di conoscere il materiale delle corda del cappio.
Il boicottaggio europeo ha reso più complicato per i penitenziari americani trovare nuove sostanze, e forse ha reso più dolorosa e più lunga l'esecuzione dei condannati a morte.
Allegato 2388
-
Mauro non possono usare solo una pallottola. Come farebbero le case "farma/letali" senza questa entrata monetaria?
Che schifo!
-
Quote:
Originariamente inviato da
DarkCoffee
Mauro non possono usare solo una pallottola. Come farebbero le case "farma/letali" senza questa entrata monetaria?
Che schifo!
Nonostante io sia un feroce detrattore del business farmaceutico, in questo caso mi trovo a pensare che non ci sia dietro questa lobby e a sostegno di questa ipotesi cito quanto scritto da Daniela.
La vicenda è solo l'ultima di una serie legata alla somministrazione di nuovi cocktail letali nei penitenziari americani per far fronte all'esaurimento delle scorte di pentobarbital, un barbiturico ad azione rapida che le aziende europee non forniscono più, non solo per motivi etici, ma anche per motivi legali (norme europee vietano di vendere "strumenti di tortura") e commerciali (la pubblicità negativa che ne deriva)
Un altro motivo che qui non è citato è che, probabilmente, la produzione di tali sostanze è poco remunerativa visto che se ne fa un uso limitato a pochi soggetti, mentre alle case farmaceutiche preme più ingigantire patologie che portano a un uso massivo di farmaci e qui ti cito due esempi:
- La famosa, temutissima e mai verificatasi epidemia di aviaria per contrastare la quale i governi di mezzo mondo hanno acquistato milioni di dosi di un vaccino mai utilizzato.
- Il nemico numero uno della civiltà occidentale, il colesterolo, che fino a un certo punto aveva una soglia limite di 220 poi un documento dell'OMS ha abbassato tale soglia da un giorno con l'altro a 200 creando in con un colpo di bacchetta magica milioni di nuovi "malati" da curare a colpi di farmaco.
Schifezze da sopportare ce ne sono a iosa cara Dark :(
-
Già... Da sopportare e da dire :(
-
1 allegato(i)
-
Quote:
Originariamente inviato da
daniela
A seguito della tragica e terribile esecuzione in Oklahoma, segnalo queste due petizioni, per chi volesse firmarle:
Tell the American Pharmacists Association: Stop enabling inhumane executions
Ciao Daniela, grazie per aver postato il link della petizione che ho prontamente firmato.:ciao:
-
2 allegato(i)
Il 15 aprile oltre 200 studentesse, la maggior parte tra i 16 e i 18 anni, sono state rapite dalla scuola statale femminile secondaria a Chibok, nel nord-est della Nigeria, dal gruppo armato islamista boko haram.
In un video reso noto il 5 maggio, boko haram ha annunciato che le liceali saranno "vendute al mercato in nome di Allah" come schiave o spose.
Allegato 2424
La scuola dalla quale sono state portate via si trova nella regione a nordest della Nigeria, nello stato di Borno. Chibok è una accademia d'élite per ragazze, chiusa a causa degli attacchi di Boko Haram. Haram fa parte dell'insurrezione islamica che negli ultimi mesi ha causato 1500 morti. Chibox però aveva riaperto per consentire alle alunne di concludere gli esami di fine anno.
Nella notte del 14 aprile ad assaltare la scuola sono arrivati in 200, armati fino ai denti. Le 15 guardie che dovevano vigilare su Chibok non sono riuscite a fronteggiare l'attacco e sono fuggite, consentendo agli uomini di Boko Haram di far salire sul retro di tre pickup le ragazze e di portarle via.
Nei giorni seguenti, secondo quanto raccontano gli abitanti dei villaggi, alcune ragazze sono state obbligate a sposare i loro rapitori, vendute a 12 dollari. Altre sarebbero state portate in Chad e in Camerun.
Sul fronte diplomatico, cresce la polemica per la gestione del caso da parte del governo nigeriano.
I genitori delle rapite parlano di totale mancanza di collaborazione e partecipazione nelle ricerche.
Allegato 2427
Il caso delle ragazze nigeriane suscita apprensione a livello internazionale.
La campagna #BringBackOurGirls, è un passaparola su Twitter che vuole riportare l’attenzione internazionale sulla questione, e sono già stati lanciati numerosi appelli per la liberazione.
Qui si può firmare l'appello:
http://www.amnesty.it/nigeria-rapimento-ragazze
-
Come sempre vanno a colpire le istituzioni che lavorano nel senso opposto alla loro visione arcaica e schiavista del mondo. Immagino che per gente che considera normale vendere delle donne, una scuola che le rende istruite, coscienti e, in ultima analisi, giustamente emancipate sia una specie di luogo sacrilego da violare con la massima ferocia.
Quando leggo queste cose e penso alle mie figlie, mi rendo conto che, con tutti i difetti che ha l'Occidente moderno, sono comunque persone privilegiate dalla fortuna di essere nate qui e ora.
-
2 allegato(i)
“Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamenti o punizioni crudeli, disumani e degradanti” (Dichiarazione universale dei diritti umani, articolo 5)
Ci sono urla che i governi non vogliono sentire. Provengono dal buio delle prigioni e delle stanze degli interrogatori. Sono le urla di chi viene picchiato, frustato, soffocato, stuprato, privato del sonno; sono le urla di chi viene torturato.
Allegato 2430
Il 10 dicembre 1984, l'Onu adottava la Convenzione contro la tortura vietando così uno degli atti più terribili che un essere umano possa commettere contro un altro essere umano.
Ma, in questi 30 anni, molti governi spesso hanno vietato la tortura per legge ma l'hanno permessa nella pratica. Hanno pestato, frustato, soffocato, semiannegato, stuprato, privato del sonno nel buio delle carceri e nelle stanze degli interrogatori.
Il divieto di tortura è assoluto: questo significa che mai un pubblico ufficiale o una persona che agisca a titolo ufficiale può infliggere intenzionalmente dolore o sofferenze gravi a un’altra persona anche in situazioni di emergenza, quali una guerra, una catastrofe naturale o creata dall’uomo.
Tra il 2009 e il 2014, Amnesty International ha registrato torture e altri maltrattamenti in 141 paesi ma, dato il contesto di segretezza nel quale la tortura viene praticata, è probabile che il numero effettivo sia più alto. Nel 2014, 79 paesi hanno praticato la tortura.
Allegato 2431
La campagna di Amnesty International "Stop alla tortura" si rivolge anche all'Italia, affinché sia introdotto nel codice penale il reato di tortura.
Pur avendo ratificato la Convenzione contro la tortura, in Italia manca il reato di tortura. Questa lacuna ha fatto sì che comportamenti delle forze di polizia qualificabili come tortura venissero sanzionati con pene lievi, spesso non applicate, e ha nuociuto alla stessa credibilità del loro stesso operato.
Qui si può firmare:
http://www.amnesty.it/stoptortura?ut...mpaign=DEM1912
-
2 allegato(i)
IL MONDO SI MOBILITA PER MARIAM
Amnesty International ha definito ripugnante la sentenza con cui il 5 maggio un tribunale sudanese ha condannato Mariam Yehya Ibrahim, una donna cristiana di 27 anni all’ottavo mese di gravidanza, all’impiccagione per apostasia e a 100 frustate per adulterio.
La condanna è stata confermata quando Mariam (o Meriam a seconda delle traslitterazioni), in carcere dal 17 febbraio col suo primo figlio di 20 mesi, trascorsi i tre giorni che aveva di tempo ha comunicato al giudice di non avere intenzione di rinunciare alla sua fede.
Allegato 2432
Nella quasi totale assenza del padre, un sudanese musulmano, Mariam è cresciuta nella comunità cristiano-ortodossa della madre, cittadina etiope. Tuttavia, assumendo per legge la religione del padre, la donna è considerata di religione musulmana.
Dopo la laurea, Mariam ha intrapreso un dottorato in medicina. Ha incontrato un uomo, Daniel Wani, di religione cristiana. Si sono innamorati e sposati ed è nato il primo figlio.
Uno zelante parente di Mariam ha informato le autorità, che hanno annullato il matrimonio. La denuncia e la successiva decisione di rendere nullo il matrimonio hanno fatto scattare i due “reati”: adulterio per relazione sessuale extramatrimoniale, e apostasia, per abbandono dell’Islam, ai sensi del codice penale del 1991.
Allegato 2435
Mariam è una prigioniera di coscienza, condannata solo a causa della sua fede religiosa.
Se gli appelli delle organizzazioni per i diritti umani e le pressioni della comunità internazionale non avranno esito, Mariam sarà impiccata subito dopo il parto. Sempre che la gravidanza si conclusa positivamente. In carcere, Mariam non sta ricevendo le cure prenatali necessarie e sarebbe stata picchiata.
http://lepersoneeladignita.corriere....per-apostasia/
P.S. A noi firmare non costa nulla, a volte gli appelli internazionali possono servire.
http://www.amnesty.it/sudan-cattolica-fustigazione
Anche il quotidiano Avvenire ha lanciato una campagna via Twitter con l'hashtag #meriamdevevivere ripreso da migliaia di persone. Italians for Darfur ha lanciato sul proprio sito un appello che ha già raccolto centinaia di firme. «Con un click», questo lo slogan, «puoi contribuire a salvare la vita di un'innocente».
http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/...apostasia.aspx
http://www.famigliacristiana.it/arti...-mobilita.aspx
-
1 allegato(i)
Sudan: Meriam Ibrahim assolta e scarcerata.
Da Amnesty International Italia oltre 21.000 firme all'Ambasciata sudanese.
Allegato 2564
Meriam Ibrahim, la 27enne di religione cristiana condannata in primo grado il 15 maggio all'impiccagione per apostasia e alla fustigazione per adulterio, è stata rimessa in libertà nel pomeriggio del 23 giugno. Era in carcere dall'agosto 2013, col suo primo figlio attualmente di 20 mesi, e in carcere aveva dato alla luce un secondo figlio un mese fa.
-
Quote:
Originariamente inviato da
daniela
Sudan: Meriam Ibrahim assolta e scarcerata.
Da Amnesty International Italia oltre 21.000 firme all'Ambasciata sudanese.
Allegato 2564
Meriam Ibrahim, la 27enne di religione cristiana condannata in primo grado il 15 maggio all'impiccagione per apostasia e alla fustigazione per adulterio, è stata rimessa in libertà nel pomeriggio del 23 giugno. Era in carcere dall'agosto 2013, col suo primo figlio attualmente di 20 mesi, e in carcere aveva dato alla luce un secondo figlio un mese fa.
finalmente una buona notizia! Firmare le petizioni serve a qualcosa.
Grazie Daniela per tenerci aggiornati
-
Quote:
Originariamente inviato da
annaV
finalmente una buona notizia! Firmare le petizioni serve a qualcosa.
Grazie Daniela per tenerci aggiornati
Grazie a chi ha firmato!
A volte la firma che a noi non costa nulla può fare la differenza tra la vita e la morte.
In questo caso la differenza l'ha proprio fatta la mobilitazione internazionale (Italians for Darfur ha raccolto più di 150 mila firme, 82000 mail Avvenire).
Dagli appelli per la liberazione di Meriam si è allontanato il fratello di Meriam: «se non si pente e non si converte all’Islam, deve morire» aveva detto in una dichiarazione shock. «Ora per lei è meglio andare negli Stati Uniti, dato che suo fratello ha detto che l’avrebbe uccisa» in caso di annullamento della sentenza, ha detto al Daily Mail Safwan Abobaker, attivista del gruppo Hardwired. «Il governo sudanese deve proteggerla e l’ambasciata americana in Sudan deve trovare un modo per portarla in Usa» ha aggiunto. Il marito di Meriam, Daniel Wani, è cittadino statunitense dal 2005.
ULTIMA NOTIZIA:
La sudanese Meriam arrestata di nuovo a un giorno dall'assoluzione. La donna è stata fermata all'aeroporto di Khartoum, mentre cercava di prendere un aereo insieme al marito Daniel, un cittadino sudanese con passaporto americano e si trova ora con i suoi legali in un ufficio delle autorità a Khartoum.
http://www.ilgiornale.it/news/esteri...e-1031101.html
http://www.nuovaresistenza.org/2014/...o-di-khartoum/