fiocchi di neve
in un cono di luce
sotto il lampione,
svaniscono per terra
senza lasciare traccia.
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fiocchi di neve
in un cono di luce
sotto il lampione,
svaniscono per terra
senza lasciare traccia.
ed ecco il virus
acquattato nel nulla,
subdolamente.
nel mentre la giornata
soleggiata se ne va.
telelavoro
lo sguardo fisso
il culo si fa piatto
la testa cubo.
l'occhio invece s'impalla
e il tempo s'accartoccia.
la pioggia scroscia
tutto ha i piedi nell'acqua
anche la luce
in mezzo ad una pozza
il mio pensiero sguazza
al resta giò bass
e 'l scalda mia, al suu
dopo 'l dì di mort
l' è l'istaa da San Martin
e gh'è sübit scià 'l Natal.
non è più marzo
il mese pazzerello.
è forse luglio?
ma è la follia dell'uomo
a contagiare il clima
brezza leggera
cammino nel mattino
gradevolmente
dopo cala un coperchio
d'afa e di nuvoloni
aria viscida
come mucillagine
ed è mattina
s'attende un temporale
farà bene? o male?
(uso appropriato)
dallo scaffale
prendo l'agile Sun Tzu
per un agguato:
spiaccico sul tavolo
una mosca molesta.
riportandoci
a climi più consoni
cala il fresco,
i prati son più verdi
il cielo è più azzurro.
passi umidi
uggiosi e nebbiosi,
appiccicosi:
sembra di camminare
nella minestra fredda.
forse la storia
con corsi e ricorsi
e i suoi concorsi
descrive l'umanità
nei soliti percorsi.
riscaldamento
climatico globale
o papocchione?
d'altr'onde entropia
rima con confusione
sono confuso:
per esser giugno, maggio
sembra ottobre.
il cambio climatico
mi rende lunatico.
ci assaltano
in tuta mimetica
cimici a frotte
eran verdi, un tempo;
e neppure puzzan più.