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A voi che costruite la nuova casa
Quando innalzerai di nuovo le tue mura
- Il focolare, il letto, il tavolo e la sedia –
non appendere le lacrime per quelli che se ne sono andati,
che non abiteranno più con te,
alla pietra
non al legno-
ci sarebbe altrimenti un pianto nel tuo sonno
in quello breve, che ancora devi fare.
Non sospirare quando ti fai il letto, -
ai tuoi sogni potrebbe mescolarsi
il sudore dei morti.
Ah gli arredi e le pareti
sono recettivi come arpe eolie
e come un campo dove cresce il tuo dolore,
e sentono in te il legame con la polvere.
Costruisci, quando scorre la clessidra,
ma non piangere via i minuti
insieme con la polvere
che nasconde la luce.
Nelly Sacks
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Domenica mattina ha traslocato la famiglia di bosniaci
che abitava qui di fronte
hanno ammassato su un furgone scoperto
tutte le loro cose
reti di letti mobili e giocattoli dei figli
la gente all’uscita di messa li guardava
senza capire come si potesse
spostare una casa intera in un solo viaggio
hanno salutato sorridendo come sempre
poi sono saliti
hanno messo in moto e sono andati via
l’ultima immagine che resta delle loro vite
è una scritta a pennarello nero sullo scatolone
caricato in fondo
FRAGILE
Francesco Tomada
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BEATO IL MIO VICINO
Beato il mio vicino che dalle sue finestre
coglie con gli occhi i fiori che io curo,
i colori che veglio dal buio della casa.
Io penso a togliere le foglie secche
a dare l’acqua ai vasi appena serve,
devo sempre patire quando un giorno
vedo che sono morti eternamente.
Per lui sono soltanto vivi, solo belli,
non ha bisogno di saperne i nomi
per imparare come amarli meglio.
Beato lui, il vicino,
che chiama il mio balcone il suo paesaggio
e che di fronte a sé tra strada e cielo
vede distintamente il mio destino.
Silvia Bre
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La casa
L’uomo solo ascolta la voce calma
con lo sguardo socchiuso, quasi un respiro
gli alitasse sul volto, un respiro amico
che risale, incredibile, dal tempo andato.
L’uomo solo ascolta la voce antica
che i suoi padri, nei tempi, hanno udito, chiara
e raccolta, una voce che come il verde
degli stagni e dei colli incupisce a sera.
L’uomo solo conosce una voce d’ombra,
carezzante, che sgorga nei toni calmi
di una polla segreta: la beve intento,
occhi chiusi, e non pare che l’abbia accanto.
E’ la voce che un giorno ha fermato il padre
di suo padre, e ciascuno del sangue morto.
Una voce di donna che suona segreta
sulla soglia di casa, al cadere del buio.
Cesare Pavese
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Il mio indirizzo
Ho cancellato oggi il numero della mia casa,
Ho strappato la targa che portava il nome della mia via
e quelle di tutte le altre.
Ma se tu assolutamente vuoi trovarmi,
bussa alla porta di ogni casa, in ogni via
delle città di tutti i paesi,
- tutto allo stesso tempo è una cattiva sorte e una
benedizione –
e ovunque dove risplende uno spirito libero:
sappilo, là è casa mia.
Amrita Pritam
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Mi rivolto nella cenere
Cercando di trovare un po’ di brace.
Mi siedo a chiacchierare con l’ombra
Che un giorno d’estate hai dimenticato sul sofà.
Sogno le orme di passi
Che una notte persero la memoria.
Nessuno passò mai da queste parti.
Si affitta vuoto l’appartamento
Di una casa che non c’è più
Alejandro Jodorowsky
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Vicolo
Mi chiama talvolta la tua voce
e non so che cieli ed acque
mi si svegliano dentro:
una rete di sole che si smaglia
sui tuoi muri ch'erano a sera
un dondolio di lampade
dalle botteghe tarde
piene di vento e di tristezza.
Altro tempo: un telaio batteva nel cortile
e s'udiva nella notte un pianto
di cuccioli e bambini.
Vicolo: una croce di case
che si chiamano piano,
e non sanno ch'è paura
di restare sole nel buio.
Salvatore Quasimodo
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Il soggiorno è il mio problema
Libri libri quadri libri
scatolette sigarette
due candele un cavallino
fichi in marmo ancora libri
un vecchissimo accendino.
Sopra i tavoli, dai muri,
nei cassetti vani oscuri
che nessuno ha mai sondato,
il soggiorno tutto intorno
mi rammenta che il problema
si riassume in questo ingorgo
di sovraffollata scena.
Troppi oggetti, troppe carte,
troppo spazio dato all’arte.
Nell' affanno di sapere
non riesco più a capire,
nella smania di guardare
non riesco più a vedere.
Al soggiorno do ragione:
devo farmi il vuoto intorno.
E da lì ricominciare.
Franco Marcoaldi
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Ecco ancora una finestra,
dove ancora non dormono.
Forse - bevono vino,
forse - siedono così.
O semplicemente - le due
mani non staccano.
In ogni casa, amico,
c'è una finestra così.
Non candele o lampade hanno acceso il buio:
ma gli occhi insonni!
Grido di distacchi e d'incontri:
tu, finestra nella notte!
Forse, centinaia di candele,
forse, tre candele...
Non c'è, non c'è per la mia
mente quiete.
Anche nella mia casa
è entrata una cosa come questa.
Prega, amico, per la casa insonne,
per la finestra con la luce.
Marina I. Cvetaeva
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Ballata
Ecco la casa ov’io vidi la luce
e la chiesa lì accanto,
dove fui battezzato.
Consolanti evidenze!
Qui antiche donne vivono,
mai sazie di ricordare.
E narrano una storia
ch’io so a memoria e non vorrei sapere.
Narrano la mia storia famigliare.
Dicono che una notte,
col cuore fasciato
di crudeltà e d’ira fredda,
un uomo fece guasto
senza pietà nei suoi affetti più sacri,
disperse una famiglia appena in fiore.
E la casa natale era al mattino
tranquilla e disertata
come se visitata
l’avessero le streghe.
Il tempo come un ciclone
spazzò da questi luoghi
le care immagini.
Di ciò che fu non rimane
che un tacito agitarsi
di memorie e di ombre.
Ma quelle voci ch’io dico
sono implacabili e vive.
Lamentose quale un funebre canto,
alla pietà l’invettiva alternando,
mi rammentano come, ancora in fasce,
m’abbia poco la sorte vezzeggiato.
Vincenzo Cardarelli
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La mia casa vuota per sempre
velaste di fumose lodi.Come vuole l’ombra staccarsi dal corpo,
come vuole la carne separarsi dall’anima,
così io adesso voglio essere scordata.
Anna Andreevna Achmatova
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SOLIDARIETA'
Mi sono affezionata all'attaccapanni
perché riceve con umiltà
la tua giacca, la tua camicia, i tuoi pantaloni.
È il mio complice più fedele
perché bada con zelo ai tuoi abiti quando mi ami.
Non ti dice che li accarezzo mentre dormi
né che alle loro asole abbottono i miei sogni.
L'attaccapanni soffre con me
se stacchi i tuoi indumenti per andartene
a camminare senza grinze per le strade.
Lucia Rivadeneyra
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Con alterna chiave
Con alterna chiave
tu schiudi la casa dove
la neve volteggia delle cose taciute.
A seconda del sangue che ti sprizza
da occhio, bocca ed orecchio
varia la tua chiave.
Varia la tua chiave, varia la parola
cui è concesso volteggiare coi fiocchi.
A seconda del vento che via ti spinge
s'aggruma attorno alla parola la neve.
Paul Celan
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non metto a fuoco
se non all’alba
nel crepitio del lino ereditato
nel lino fragrante, bruciante
avrei dovuto incendiare la casa
e nella pira
le bottigliette di vetro e argento
che sulla toletta della nonna
frangevano la luce meridiana
all’alba m’inalbera un rancore
vado minando la mia terra invasa
vendicando il sopruso
fare tabula rasa
assoldare dei bravi
farla infine pagare
è l’ora, m’alzo – il buon senso gracchia
il suo comando di non guardare indietro
non mettere a fuoco
piuttosto tirare lo sciacquone
assicurarsi del gorgo
accontentarsi dell’acqua
Stefania Portaccio
Da La mattina dopo, Passigli, 2011
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RITORNO A CASA
Sulla scala a spirale
Intorno ai vasi dai fiori appassiti,
Fiorisce la ruggine.
Le valige, piene di biancheria sporca
E di vecchi interrogativi, mi rendono titubante.
Come se di soglia in soglia traslocassi l'inquietudine.
Gli ultimi quattrocento chilometri siamo stati zitti.
Nessuno di noi due sa se riusciremo a sottacere
Anche il silenzio dell'arrivo.
Lo sguardo nello specchio del bagno,
Dal quale sono scappato così lontano,
Neanche per un attimo mi ha perso d'occhio.
Aleš Šteger