Rosso e azzurro
Ho atteso che vi alzaste
colori dell'amore
e ora svelate un'infanzia di cielo.
Porge la rosa più bella sognata.
Ungaretti
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Rosso e azzurro
Ho atteso che vi alzaste
colori dell'amore
e ora svelate un'infanzia di cielo.
Porge la rosa più bella sognata.
Ungaretti
Balaustrata di brezza
per appoggiare
stasera
la mia malinconia
Ungaretti
Se tu mio fratello
Se tu mi rivenissi incontro vivo,
con la mano tesa,
ancora potrei,
di nuovo in uno slancio d'oblio, stringere,
fratello, una mano.
Ma di te, di te più non mi circondano
che sogni, barlumi,
i fuochi senza fuoco del passato.
La memoria non svolge che le immagini
e a me stesso io stesso
non sono già più
che l'annientante nulla del pensiero.
Giuseppe Ungaretti
Scoperta della donna
Ora la donna mi apparve senza più veli,
in un pudore naturale.
Da quel tempo i suoi gesti, liberi,
sorgenti in una solennità
feconda, mi consacrano all'unica dolcezza reale.
In tale confidenza passo senza stanchezza.
In quest'ora può farsi notte, la chiarezza lunare
avrà le ombre più nude.
Giuseppe Ungaretti
Febbraio: Il compleanno
Ogni anno, mentre scopro che Febbraio
è sensitivo, e, per pudore torbido,
con minuto fiorire, gialla irrompe
la mimosa. S'inquadra alla finestra
di quella mia dimora d'una volta,
di questa dove passo gli anni vecchi.
Mentre arrivo vicino al gran silenzio,
segno sarà che niuna cosa muore
se ne ritorna sempre l'apparenza?
O saprò finalmente che la morte
regno non ha che sopra l'apparenza?
Giuseppe Ungaretti
NOSTALGIA
Quando
la notte è a svanire
poco prima di primavera
e di rado
qualcuno passa
Su Parigi s'addensa
un oscuro colore
di pianto
In un canto
di ponte
contemplo
l'illimitato silenzio
di una ragazza
tenue
Le nostre
malattie
si fondono
E come portati via
si rimane.
Giuseppe Ungaretti
Dove la luce
Come allodola ondosa
Nel vento lieto sui giovani prati,
Le braccia ti sanno leggera, vieni.
Ci scorderemo di quaggiù,
E del mare e del cielo,
E del mio sangue rapido alla guerra,
Di passi d'ombre memori
Entro rossori di mattine nuove.
Dove non muove foglia più la luce,
Sogni e crucci passati ad altre rive,
Dov'è posata sera,
Vieni ti porterò
Alle colline d'oro.
L'ora costante, liberi d'età,
Nel suo perduto nimbo
Sarà nostro lenzuolo
Ungaretti
Hai chiuso gli occhi.
Nasce una notte
piena di finte buche,
di suoni morti
come di sugheri
di reti calate nell'acqua.
Le tue mani si fanno come un soffio
d'inviolabili lontananze,
inafferrabili come le idee.
E l'equivoco della luna
e il dondolio, dolcissimi,
se vuoi posarmele sugli occhi,
toccano l'anima.
Sei la donna che passa
come una foglia.
E lasci agli alberi un fuoco d'autunno.
Ungaretti
Notte di maggio
Il cielo pone in capo
ai minareti
ghirlande di lumini.
Ungaretti
Caino
Corre sopra le sabbie favolose
E il suo piede è leggero.
O pastore di lupi,
Hai i denti della luce breve
Che punge i nostri giorni.
Terrori, slanci,
Rantolo di foreste, quella mano
Che spezza come nulla vecchie querci,
Sei fatto a immagine del cuore.
E quando è l'ora molto buia,
Il corpo allegro
Sei tu fra gli alberi incantati?
E mentre scoppio di brama,
Cambia il tempo, t'aggiri ombroso,
Col mio passo mi fuggi.
Come una fonte nell'ombra, dormire!
Quando la mattina è ancora segreta,
Saresti accolta, anima,
Da un'onda riposata.
Anima, non saprò mai calmarti?
Mai non vedrò nella notte del sangue?
Figlia indiscreta della noia,
Memoria, memoria incessante,
Le nuvole della tua polvere,
Non c'è vento che se le porti via?
Gli occhi mi tornerebbero innocenti,
Vedrei la primavera eterna
E, finalmente nuova,
O memoria, saresti onesta.
Ungaretti
ETERNO
Tra un fiore colto e l'altro donato
l'inesprimibile nulla
GODIMENTO
Mi sento la febbre
di questa
piena di luce
Accolgo questa
giornata come
il frutto che si addolcisce
Avrò
stanotte
un rimorso come un
latrato
perso nel
deserto
Giuseppe Ungaretti
Soliloquio
I
Cercata in me ti ho a lungo,
non ti trovavo mai,
poi universo a vivere
in te mi si svelarono.
Quel giorno fui felice,
ma il giubilo del cuore
trepido mi avvertiva
che non ero mai sazio.
Fu uno smarrismi breve,
già dita tue di sonno,
apice di pietà,
mi accarezzano agli occhi.
Davi allora sollecita
quella quiete infinita
che dopo amare assale
chi ne godé la furia.
II
Rifulge il sole in te
con l'alba che è risorta.
Può ripiegarmi a credere
un mare tanto lieto?
Oggi è il carnale inganno
che va sciupando un cuore
logoro dal delirio.
Lo delude ogni mira,
non torna più che finto
il miracolo, acceca.
III
Il mio amore per te
fa miracoli, Amore,
e, quando credi d'essermi sfuggita,
ti scopro che t'inganni, Amore mio,
a illuminarmi gli occhi
tornando la purezza.
Ungaretti
Passa la rondine e con essa estate,
e anch’io, mi dico, passerò...
Ma resti dell’amore che mi strazia
non solo segno un breve appannamento
se dall’inferno arrivo a qualche quiete...
Ungaretti