La mia casa vuota per sempre
velaste di fumose lodi.Come vuole l’ombra staccarsi dal corpo,
come vuole la carne separarsi dall’anima,
così io adesso voglio essere scordata.
Anna Andreevna Achmatova
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La mia casa vuota per sempre
velaste di fumose lodi.Come vuole l’ombra staccarsi dal corpo,
come vuole la carne separarsi dall’anima,
così io adesso voglio essere scordata.
Anna Andreevna Achmatova
SOLIDARIETA'
Mi sono affezionata all'attaccapanni
perché riceve con umiltà
la tua giacca, la tua camicia, i tuoi pantaloni.
È il mio complice più fedele
perché bada con zelo ai tuoi abiti quando mi ami.
Non ti dice che li accarezzo mentre dormi
né che alle loro asole abbottono i miei sogni.
L'attaccapanni soffre con me
se stacchi i tuoi indumenti per andartene
a camminare senza grinze per le strade.
Lucia Rivadeneyra
Con alterna chiave
Con alterna chiave
tu schiudi la casa dove
la neve volteggia delle cose taciute.
A seconda del sangue che ti sprizza
da occhio, bocca ed orecchio
varia la tua chiave.
Varia la tua chiave, varia la parola
cui è concesso volteggiare coi fiocchi.
A seconda del vento che via ti spinge
s'aggruma attorno alla parola la neve.
Paul Celan
non metto a fuoco
se non all’alba
nel crepitio del lino ereditato
nel lino fragrante, bruciante
avrei dovuto incendiare la casa
e nella pira
le bottigliette di vetro e argento
che sulla toletta della nonna
frangevano la luce meridiana
all’alba m’inalbera un rancore
vado minando la mia terra invasa
vendicando il sopruso
fare tabula rasa
assoldare dei bravi
farla infine pagare
è l’ora, m’alzo – il buon senso gracchia
il suo comando di non guardare indietro
non mettere a fuoco
piuttosto tirare lo sciacquone
assicurarsi del gorgo
accontentarsi dell’acqua
Stefania Portaccio
Da La mattina dopo, Passigli, 2011
RITORNO A CASA
Sulla scala a spirale
Intorno ai vasi dai fiori appassiti,
Fiorisce la ruggine.
Le valige, piene di biancheria sporca
E di vecchi interrogativi, mi rendono titubante.
Come se di soglia in soglia traslocassi l'inquietudine.
Gli ultimi quattrocento chilometri siamo stati zitti.
Nessuno di noi due sa se riusciremo a sottacere
Anche il silenzio dell'arrivo.
Lo sguardo nello specchio del bagno,
Dal quale sono scappato così lontano,
Neanche per un attimo mi ha perso d'occhio.
Aleš Šteger
Di fronte all'Africa
Aver casa è un bene
dolce il sonno sotto il proprio tetto
figli, giardino e cane.
Ma certo appena ti sei riposato dall'ultimo viaggio
la lontananza t'insegue con nuove lusinghe.
Meglio è patire di nostalgia di casa
e sotto le alte stelle, solo,
riposare con la propria melanconia.
Avere e riposare può soltanto,
chi ha il cuore tranquillo,
mentre il viandante sopporta fatiche e difficoltà
con sempre delusa speranza.
In vero più lieve è il tormento di andare,
più lieve che trovar pace nelle valli di casa,
dove tra le gioie e le solite cure
solo il saggio sa costruire la propria felicità.
Per me è meglio cercare e mai trovare
che legarmi, caldo e stretto a quanto mi è accanto,
perché anche nel bene, su questa terra
Sono solo ospite, mai cittadino.
Hermann Hesse
POMERIGGIO IN CASA
È tranquillo qui. I gatti
poltriscono, ognuno
nel suo posto prediletto.
Il geranio si inclina da questo lato
per vedere se sto scrivendo di lui:
testa tutta petali, gambi
bruni, e quei ventagli verdi.
Come vedi,
sto scrivendo di te.
Accendo la radio. Sbagliato.
Non deve esserci nessun suono
in questa stanza, tranne
quello di una voce che legge una poesia.
I gatti chiedono
Il topo di campagna, di Theodore Roethke.
La casa si accomoda sul fianco
per un sonnellino.
So che siete con me, piante
e gatti — ma anche così ho paura,
seduta al centro della possibilità
perfetta.
JANE KENYON
Albergo vicino al mare
Attraversiamo il mondo, senza requie
e senza redenzione, litighiamo, amiamo, ce ne andiamo
trascinandoci dietro aria di casa, piegatura di vestiti, qualche derrata,
sesso grossolano, partiamo e parcheggiamo, stendiamo di nuovo il nostro odore
casalingo come un lenzuolo noto su un materasso straniero.
Mi addormento
mi sveglio, mi alzo e vado alla finestra, guardo il mare giallo.
Forse scapperò
via da te. Se ti svegli e mi domandi dove vai ti dirò: su, presto
usciamo di qui senza prendere nulla.
Yitzhak Laor
Al castello
Dentro le cose, al nocciolo dei giorni,
tira un vento impetuoso. Sulle pietre
lise della cucina scorre l’acqua, nella
casa scricchiola il legno, l’ora;
fuori, la notte, un uomo che non vedi
strascina il proprio sacco di fatica:
foglie secche. Ci osservano
le cose, il loro immobile
resistere a quel vento. Alari, mensole.
Una scintilla pazza
imbocca la sua gola di camino
e poi scompare.
Fabio Pusterla
Cercasi casa
cercasi casa con sole
con sole fin dal mattino
casa con dentro un bambino
con madre con padre
secondo te a chi assomiglia
cercasi casa
con dentro famiglia.
Vivian Lamarque
Auguro questo alla mia casa:Una donna ricca di equilibrio,Un gatto a passeggio tra i libri,Amici in tutte le stagioniSenza i quali è impossibile il mio vivere.Guillaume Apollinaire
Roberto Pazzi
LA FINESTRA
Consumata dai voli delle tortore
guarda a nord.
I mesi affollano la luce
ed è tutta bianca.
La pianta curva le foglie verso
il varco, dopo la lunga notte.
Gli uccelli volano da un lato
all’altro della luce
ma non verrà mai il sole.
È la perfezione della casa,
la verità delle sue porte
e delle alte finestre.
Dopo la guerra ci costruiamo una casa
Dopo la guerra costruiamo una casa…Dopo
un’altra guerra, durante la quale molti son
rimasti senza tetto sopra la testa, costruiamo
la casa e sistemiamo il giardino attorno ad essa.
La costruiamo simile al guscio della chiocciola,
piccola e bella ma per due. Impariamo dalle
rondini. Chiediamo consigli al vento e alla pioggia.
La costruiamo con le mani che sanno di terra,
nella quale ritorna tutto ciò che da essa è cresciuto.
Con le mani che si toccano teneramente e stanche
scoppiano a ridere come il fiore di sambuco. Ci aiutano
la pietra e l’acqua che uniamo al profumo di lavanda
e a immagini oniriche … Dopo la guerra costruiamo
la casa … Per due corpi che giaceranno nel letto
come sotto un melo fiorito, e per due anime
che passeggeranno dentro placidamente, così
come oggi vaga dentro l’anima della vecchina
che è vissuta e morta tra le sue mura … Costruiamo
muretti che ci separeranno dalla crudele realtà,
e scale che ci condurranno oltre le cose note, dove
giungono solo coloro che si vogliono bene … Dopo
la guerra costruiamo la casa … Giorno e notte,
anche se ci rendiamo conto che stiamo costruendo
le macerie di domani.
Josip Osti
Cambiare casa
Bisognerebbe sempre cambiare casa
anche quando non si è soli
e non stanchi
e si sta bene.
Bisognerebbe cambiare casa
sempre e portare con sé i quadri
la radio e le tende
cambiare casa perché è così che
si cambia
prendendo le poche armi ed i tanti bagagli
andandosene
anche quando non si è soli
e non stanchi
e si pensa di stare bene.
Michele Obit (Ludwigsburg (Germania), 1966)
Dopo la guerra costruiamo una casa…Dopo
un’altra guerra, durante la quale molti son
rimasti senza tetto sopra la testa, costruiamo
la casa e sistemiamo il giardino attorno ad essa.
La costruiamo simile al guscio della chiocciola,
piccola e bella ma per due. Impariamo dalle
rondini. Chiediamo consigli al vento e alla pioggia.
La costruiamo con le mani che sanno di terra,
nella quale ritorna tutto ciò che da essa è cresciuto.
Con le mani che si toccano teneramente e stanche
scoppiano a ridere come il fiore di sambuco. Ci aiutano
la pietra e l’acqua che uniamo al profumo di lavanda
e a immagini oniriche … Dopo la guerra costruiamo
la casa … Per due corpi che giaceranno nel letto
come sotto un melo fiorito, e per due anime
che passeggeranno dentro placidamente, così
come oggi vaga dentro l’anima della vecchina
che è vissuta e morta tra le sue mura … Costruiamo
muretti che ci separeranno dalla crudele realtà,
e scale che ci condurranno oltre le cose note, dove
giungono solo coloro che si vogliono bene … Dopo
la guerra costruiamo la casa … Giorno e notte,
anche se ci rendiamo conto che stiamo costruendo
le macerie di domani.
Josip Osti (Sarajevo, 1945)
IL SIGNORE NELL'ARIA
Alle ore venti ognuno tornava alla sua casa.
Non avevano una stessa casa?
No, ma nell'aria sì.
Nell'aria?
Sì, a destra e a sinistra nel mezzo dell'aria avevano una stessa
casa. Con le porte e le finestre gli uccelli le cene le voci e il riposo.
Non i colori?
Sì, colori splendenti erano appesi nei quadri nell'aria della casa.
Vivian Lamarque
Il soggiorno è il mio problema
Libri libri quadri libri
scatolette sigarette
due candele un cavallino
fichi in marmo ancora libri
un vecchissimo accendino.
Sopra i tavoli, dai muri,
nei cassetti vani oscuri
che nessuno ha mai sondato,
il soggiorno tutto intorno
mi rammenta che il problema
si riassume in questo ingorgo
di sovraffollata scena.
Troppi oggetti, troppe carte,
troppo spazio dato all’arte.
Nell’affanno di sapere
non riesco più a capire,
nella smania di guardare
non riesco più a vedere.
Al soggiorno do ragione:
devo farmi il vuoto intorno.
E da lì ricominciare.
Franco Marcoaldi
Una stanza, o una casa,
diventa sempre simile
a chi vi abita.
Perfino la grandezza di una stanza
varia a seconda
della grandezza del cuore.
Kahlil Gibran
LA CASA È DISORDINATA
La casa è disordinata.
Tutto gettato sulla tavola
Tutto lanciato sulle parole
Contro le pareti
Fluttuando nella bava delle ragnatele.
La casa è risolta
Abbandonandosi
Come un passero che vola per le sue ossa
E si posa.
Niente saprà che qui
La vita fu un disguido della mia ombra.
ORGE MERETTA
LA MIA CASA
Non manca quasi niente
nella mia casa
quasi niente
Manca il comignolo
Ci si abitua
Mancano i muri
Pazienza
Non manca molto
nella mia casa
Manca il comignolo
Che per adesso non fuma
Mancano i muri
e le finestre
e la porta
Ma è accogliente, la mia casa
Prego
Accomodatevi
Non abbiate paura
Mangiamo qualcosa
spezziamo il pane, un goccio di vino
accendiamo il camino
Guardiamo
no, ammiriamo i quadri
sui muri
Prego
entrate dalla porta
o dalle finestre
se non dai muri.
SIGURÐUR PÁLSSON
La casa dei miei genitori
Un limone
nel cortile
è ancora il sole che gocciola
alle mie spalle
quasi a compromettermi di lacrime
l’infanzia e la memoria
o un giocattolo affidato alla miseria
dell’oblio.
Carmen Yánẽz
Casa
Dammi una casa
che non sia mia,
dove possa entrare e uscire dalle stanze
senza lasciar traccia,
senza mai preoccuparmi dell’idraulico,
del colore delle tende,
della cacofonia dei libri vicino al letto.
Una casa leggera da indossare,
in cui le stanze non siano intasate
dalle conversazioni di ieri,
dove l’ego non si gonfia
a riempire gli interstizi.
Una casa come questo corpo,
così aliena quando provo a farne parte,
così ospitale
quando decido che sono solo in visita.
Arundhathi Subramaniam
CORONA D'AUTUNNO
Come questa foglia rossa
che l’acqua della sera spegne
e leggero e triste il vento trascina,
sono i passi larghi, pesanti,
di quanti cercano il piacevole
suono del calore, i muri
dolci e luminosi delle proprie case:
vecchi tessuti spessi, sete profumate
dove l’amore lavora e riposa.
Javier Sologuren
http://assets3.mi-web.org/foto_minia...JPG?1311123495
L'invenzione dei lucernari
All'inizio impararono ad aver paura e si protessero.
Costruirono case di pietra e fango, piccoli rifugi
dove non tardarono a sentirsi sempre più soli.
Sognarono che un giorno un fascio di luce li avrebbe
confortati. E, affascinati dal cielo, disegnarono
occhiali nei tetti.
Ebbero, da subito, la compagnia delle stelle.
Oggi ancora gli dèi passano gli occhi per le loro case
tutte le notti, prima di addormentarsi.
Maria Do Rosàrio Pedreira
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È bello tornare.
Togliersi le scarpe.
Lavare via con l’acqua la polvere del lungo giorno.
Toccare nuda le pareti della nuda casa.
Camminare come cieca tra i mobili, i libri, le lampade
come una cieca che possiede solo queste povere cose.
Dovrei sistemare le porte, ridipingere il soffitto
smerigliare gli specchi dove mi smarrisco
dove guardo una che non può scappare da nessuna parte
perché la casa è una torre che nessuno conosce.
Meglio così.
Mi basta quello che ho.
Mie sono le formiche assorte
il percorso brillante delle lumache
la rana appena nata nel bagno di mia figlia
e questo lungo blues per dire il tuo nome
come un trofeo.
Soledad Alvarez
https://i.dobrzemieszkaj.pl/i/26/60/...-feng-shui.jpg
foto presa dal web
Nelle vecchie case di campagna
quando i mobili erano un lusso inutile
si usava mettere dei chiodi tra una pietra e l’altra
a quei chiodi si attaccavano gli utensili da lavoro
se erano vicino alla porta
pentole, tegami e mestoli di vario genere
o aromi e trecce di aglio e peperoncini
se i chiodi erano accanto ai fornelli
cappelli, giacche, scialli e camicie da lavoro
se i chiodi erano nei pressi del letto.
d’estate i muri delle case raccontavano
come bancarelle colorate
la vita di quegli abitanti semplici e senza pretese
ogni giorno appendeva a un chiodo un po’ di tempo.
d’inverno le vecchie case di campagna si svuotavano
restavano i chiodi tra le pietre dei muri freddi e silenziosi
spesso rigati di brevi rigoli di ruggine come piccole ferite.
a volte, certe anime,
sono come le vecchie case di campagna
nei grigi giorni d’inverno
con i muri freddi
e i chiodi arrugginiti
ti viene voglia di appenderci qualcosa
un cappello di paglia
un ombrello azzurro
una tazza rossa
un mazzetto di lavanda a testa in giù.
Maria Carmela Micciché