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"Banco di aringhe a sinistra!" annunciò il gabbiano di vedetta, e lo stormo del Faro della Sabba Rossa accolse la notizia con strida di sollievo.
Da sei ore volavano senza interruzione, e anche se i gabbiani pilota li avevano guidati lungo correnti di aria calda che rendevano piacevole planare sopra l'oceano, sentivano il bisogno di rimettersi in forze, e cosa c'era di meglio per questo di una buona scorpacciata di aringhe?
"Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare" - Luis Sepúlveda
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Casa Ransome era stata svaligiata. «Rapinata» disse Mistress Ransome. «Svaligiata» la corresse il marito. Le rapine si fanno in banca, una casa si svaligia. Mister Ransome era avvocato e riteneva che le parole avessero la loro importanza. Anche se in questo caso era difficile trovare un termine preciso. Di solito un ladro sceglie, fa una cernita, prende un oggetto e ne lascia altri. C'è un limite a ciò che riesce a far sparire: per esempio, è raro che porti via una poltrona, ancor più raro un divano. Questi ladri, però, l'avevano fatto. Avevano preso tutto.
"Nudi e crudi" - Alan Bennett
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Perso tra le ombre degli scaffali, quasi ruzzolo giù dalla scala. Sono esattamente a metà. Il pavimento della libreria è lontano sotto di me, come la superficie di un pianeta che mi sono lasciato alle spalle. Le cime degli scaffali mi sovrastano là dove dominano le tenebre: non c'è molto spazio tra i libri e la luce non riesce a filtrare. Forse anche l'aria è più rarefatta. Mi pare di scorgere un pipistrello.
"Il segreto della libreria sempre aperta" - Robin Sloan
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I Karnowski della Grande Polonia erano noti per il loro carattere testardo e provocatore, ma allo stesso tempo stimati per la vasta erudizione e l'intelligenza penetrante. La genialità era inscritta nelle alte fronti da studioso e negli occhi profondi e inquieti, neri come il carbone. Ostinazione e sfida si leggevano sui nasi forti e sproporzionati che spiccavano beffardi e arroganti nei loro volti scarni: poche confidenze! É per via di questa testardaggine che
nessuno in famiglia era diventato rabbino, anche se non sarebbe stato difficile, e tutti avevano intrapreso la via del commercio. Per lo più trattavano legname, e conducevano zattere di tronchi sulla Vistola, spesso fino aDanzica. Nelle baracche costruite per loro dagli zatterieri sui tronchi galleggianti, si portavano pile di volumi del Talmud e altri testi sacri che studiavano con passione. Sempre a causa del loro carattere, non erano devoti di nessun rabbino hassidico e, accanto alla dottrina talmudica, coltivavano anche l'interesse per argomenti profani come la matematica e la filosofia e leggevano perfino libri in tedesco, stampati in aguzzi caratteri gotici. Per quanto non nuotassero nell'oro - si guadagnavano onestamente di che vivere e niente più -, i loro figli trovavano moglie tra le più ricche casate della Grande Polonia.
"La famiglia Karnowski" - Israel J. Singer
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Lo avevano chiamato Icaro. Ovviamente non era il suo vero nome. Avendo trascorso l'infanzia in una fattoria, ho imparato che non devi mai dare un nome ad un animale destinato al macello. Parli del maiale numero uno e del numero due e non lo guardi negli occhi per evitare di scorgervi quasiasi parvenza di consapevolezza, di personalità, d'affetto. Quando una bestia si fida di te, ti serve molta più determinazione per tagliarle la gola.
"L'ultima vittima" - Tess Gerritsen
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Era meglio se i miei restavano a New York dove si erano conosciuti e sposati e dove sono nato io. Invece se ne tornarono in Irlanda che io avevo quattro anni, mio fratello Malachy tre, i gemelli Oliver e Eugene appena uno e mia sorella Margaret era già morta e sepolta. Ripensando alla mia infanzia, mi chiedo come sono riuscito a sopravvivere. Naturalmente è stata un'infanzia infelice, sennò non ci sarebbe gusto. Ma un'infanzia infelice irlandese è peggio di un'infanzia infelice qualunque, e un'infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora. Gente che si vanta o si lamenta delle tribolazioni patite nei primi anni di vita se ne trova dappertutto, ma niente regge il confronto con la versione irlandese: la povertà; il padre alcolizzato chiacchierone e buono a nulla; la madre pia e derelitta che geme accanto al fuoco; i preti boriosi; i maestri arroganti; gli inglesi e le cose tremende che ci hanno fatto per ottocento lunghi anni…
McCourt - Le ceneri di Angela
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Non ha più freddo. Anzi, uno strano caldo gli pervade tutto il corpo. Credeva di non avere più calore dentro e invece gli sembra di sentirlo fluire nelle braccia e nelle gambe e ha una vampata improvvisa al volto.
"Le abitudini delle volpi" - Arnaldur Indridason
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Il 124 era carico di rancore. Carico del veleno di una bambina. Le donne lo sapevano, e così anche ibambini. Per anni ognuno aveva cercato a modo suo di sopportare il rancore di quella casa ma, nel 1873, le uniche vittime rimaste erano Sethe e sua figlia Denver.
"Amatissima" - Toni Morrison
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Era il giorno di apertura della sessione estiva del Collegio di Meadowbank. Il sole del tardo pomeriggio illuminava il piazzale di ghiaia antistante l'edificio. La porta d'ingresso era spalancata e, sulla soglia, mirabilmente intonata allo stile georgiano della porta, stava la signorina Vansittart nel suo tailleur di ottimo taglio e senza un capello fuori posto.
"Macabro quiz" - Agatha Christie
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E' una verità universalmente riconosciuta che un'aspettativa piacevole è di solito preferita alla sua eventuale realizzazione, poichè a tale realizzazione segue inevitabilmente il ripristino delle abitudini quotidiane, rese ancora più gravose dai diversivi medesimi di cui si è beneficiato di recente.
"Jane e il mistero del reverendo. Le indagini di Jane Austen" - Stephanie Barron
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Dove facciamo la conoscenza di Prisca, una delle tre eroine di questa storia.
E della sua tartaruga.
Quando era piccola, Prisca si era sempre rifiutata di imparare a nuotare con la testa sott'acqua, come pretendevano suo padre e suo nonno.
Era convinta che il mare, attraverso i buchi delle orecchie, potesse entrarle nel cervello.
E un cervello annacquato, si sa, funziona male.
"Ascolta il mio cuore" - Bianca Pitzorno
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Amanda Horner aveva smesso di credere ai mostri all'età di sei anni, quando ancora sua madre controllava nell'armadio e guardava sotto al letto ogni notte.
Ma a ventun anni, legata e martoriata, stesa nuda su un pavimento di cemento freddo come il ghiaccio, riprese a crederci.
Avvolta nell'oscurità, ascoltò il suo cuore martellare pesantemente.
"Costretta al silenzio" - Linda Castillo
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Come, dove e quando l'avesse vista, lo sapeva il Signore. Sta di fatto che, da quel momento, Geremia Pradelli non era più lui. Ormai c'era un Geremia di prima e un Geremia di adesso.
"Premiata ditta Sorelle Ficcadenti" - Andrea Vitali
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Voleva solo dormire.
L'aereo era atterrato con due ore di ritardo e c'era stata un'attesa infinita per i bagagli. E poi l'autonoleggio aveva fatto casino: la limousine se n'era andata un'ora prima. E così, ora stavano aspettando un taxi.
"Il collezionista di ossa" - Jeffery Deaver
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Gabriel Matias Rolon entrò in classe di corsa.
Era in ritardo e il professore di matematica, scuotendo bonariamente la testa, gli fece segno di togliersi le cuffiette del walkman. Il ragazzo aprì lo zaino e iniziò a tirare fuori i libri quando si accorse che i compagni di classe lo osservavano in modo strano. Alcuni di sottecchi, altri invece lo fissavano apertamente. Gabriel tirò una gomitata a Chacho Molina, il suo compagno di banco. - Cosa succede? Perché mi guardano tutti?
"Il giorno in cui Gabriel scoprì di chiamarsi Miguel Angel" - Massimo Carlotto
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Chiunque guardi un minimo di televisione ha presente la scena: un agente bussa alla porta di una casa o di un ufficio apparentemente normalissimo. La porta di apre, e alla persona con la mano sulla maniglia viene chiesto di identificarsi. Poi l'agente dice : "Devo chiederle di seguirmi".
"Me parlare bello un giorno" - David Sedaris
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Gli avvenimenti risalgono al 1932, quando il penitenziario di stato si trovava ancora a Cold Mountain. E la' c'era anche naturalmente la sedia elettrica.
"Il miglio verde" - Stephen King
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Ero sceso dall'auto e stavo correndo verso la veranda quando la vidi. Sbirciava dalle tendine della porta finestra, e un lampo illuminò per un istante i vetri scuri, incorniciandole il viso come in un ritratto. Certo, non era un capolavoro : tutto fuorchè una bellezza. Ma c'era qualcosa in lei che mi prese subito al laccio. Inciampai in una crepa nell'asfalto e ci mancò poco che finissi lungo per terra. Quando alzai di nuovo gli occhi era sparita, e le tendine erano immobili.
"Diavoli di donne" - Jim Thompson
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Siamo arrivate con il vento del carnevale. Un vento tiepido per febbraio, carico degli odori caldi delle frittelle sfrigolanti, delle salsicce e delle cialde friabili e dolci cotte alla piastra proprio sul bordo della strada, con i coriandoli che scivolano simili a nevischio da colletti e polsini e finiscono sul marciapiedi come inutile antidoto contro l'inverno. C'è un'eccitazione febbrile nella folla disposta lungo la stretta via principale, i colli che si allungano per vedere il carro fasciato di carta crepata, con i suoi nastri svolazzanti e le coccarde di cartoncino.
"Chocolat" - Joanne Harris
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C'è un bosco, il canale, il fiume, e sopra il fiume la ferrovia e la strada. E' la prima campagna vera e propria che si incontra a nord di Leeds, e tornando a casa in treno ci passo spesso. Però adesso guardo. Ci sono passato per anni senza guardare perché non sapevo che fosse un posto, che vi fosse accaduto qualcosa che lo aveva reso un posto, e tanto meno un posto che mi riguardasse.
"Una vita come le altre" - Alan Bennett
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Nel Medioevo tutto era stupendo.
Nel senso che era pieno di stupore. E c'erano miracoli, e le cose non erano semplicemente cose, e l'acqua non era acqua solamente, e il cielo era un pò più del cielo. Tutto recava il segno di antiche battaglie, il male e il bene andavano alla guerra, c'era un torneo infinito che le stelle guardavano dall'alto dei cieli, che sapevano i segreti oscuri delle persone, i loro cuori erano libri aperti. E ovunque demoni, e santi e strane apparizioni portavano esempio di un mondo a venire. E sempre tutto stava per finire, e ogni giorno da capo incominciava come se fosse per la prima volta, e il sole battagliava con il buio, e la gente pregava che vincesse il sole, e risplendesse per un giorno ancora, e dopo un altro, fino a esaurimento della lotta.
"Tutta la luce del mondo" - Aldo Nove
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Il treno fischiò, lasciando la stazione. Dal finestrino di una carrozza un bambino guardava l'uomo e la donna che lo stavano salutando dalla banchina. L'uomo agitava timidamente una mano, imprimendole movimenti minimi. La donna sventolava entrambe le mani, oltre a un enorme fazzoletto rosso. L'uomo era suo padre, la donna era Gabriela, cioè Gabi. L'uomo indossava l'uniforme della polizia, perché era un poliziotto. La donna aveva un abito nero, perché il nero snellisce. Anche le righe verticali snelliscono. Ma niente snellisce, diceva Gabi ridendo, come mettersi vicino a qualcuno più grasso di te; solo che io non l'ho ancora trovato.
Il bambino sul treno, che li stava lasciando e li guardava come in una fotografia che non avrebbe mai più rivisto... be', quel bambino ero io. Staranno da soli per due giorni, pensai. È finita.
da "Ci sono bambini a zig zag" di David Grossman
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"La casa dei ferrovieri se ne stava piantata in mezzo a un fascio di binari, neanche fosse un capostazione. Aveva un unico grande portone e una sfilata di finestre bianche che a Delmo ricordavano una dentiera. L'ultima a destra era della sua camera da letto e quella mattina era l'unica spalancata, un buco nero che la faceva sembrare un dente mancante, o una carie appena visibile per lo spessore di una nebbia infame, densa come l'orzata che adesso inondava tutta la stazione impedendo quasi di vedere la torcia del Passi mentre segnalava lo scambio."
da "L'amore graffia il mondo" di Ugo Riccarelli
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Aprì gli occhi alle quattro del mattino e pensò :"Oggi inizi a cambiare il mondo, Florita." Non era intimorita dalla prospettiva di mettere in moto la macchina che in qualche anno avrebbe trasformato l'umanità, facendo scomparire l'ingiustizia. Si sentiva tranquilla, con le forze necessarie ad affrontare gli ostacoli che avrebbe trovato sulla propria strada.
"Il Paradiso è altrove" - Mario Vargas Llosa
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“Non lo nego: sono ricoverato in un manicomio; il mio infermiere mi osserva di continuo, quasi non mi toglie gli occhi di dosso perché nella porta c'è uno spioncino, e lo sguardo del mio infermiere non può penetrarmi poiché lui ha gli occhi bruni, mentre i miei sono celesti”.
da "Il tamburo di latta" di Gunther Grass
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"La prima volta che vidi Carlos Wieder fu nel 1971 o forse nel 1972, quando Salvador Allende era presidente del Cile. A quei tempi si faceva chiamare Alberto Ruiz-Tagle e ogni tanto frequentava il laboratorio di poesia di Juan Stein, a Concepcion, la cosiddetta capitale del Sud. Non posso dire che lo conoscessi bene. Lo vedevo una volta, due volte alla settimana, quando andavo al laboratorio. Non parlava tanto. Io sì.
da "Stella Distante" di Roberto Bolaño
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Una pallida luna di tre quarti illuminava la statale alle due del mattino. La strada collegava la provincia di Taranto a Bari, e a quell’ora era di solito deserta. Correndo verso nord la carreggiata entrava e usciva da un asse immaginario, lasciandosi alle spalle uliveti e vitigni e brevi file di capannoni simili ad aviorimesse. Al chilometro trentotto compariva una stazione di servizio. Non ce n’erano altre per parecchio, e oltre al self-service erano da poco attivi i distributori automatici di caffè e cibi freddi. Per segnalare la novità, il proprietario aveva fatto piazzare uno sky dancer sul tetto dell’autofficina. Uno di quei pupazzi alti cinque metri, alimentati da grossi motori a ventola.
Il piazzista gonfiabile ondeggiava nel vuoto e avrebbe continuato a farlo fino alle luci del mattino. Più che altro, dava l’idea di un fantasma senza pace.
Superata la strana apparizione il paesaggio continuava piatto e uniforme per chilometri. Sembrava quasi di avanzare nel deserto. Poi, in lontananza, un diadema sfrigolante segnalava la città. Oltre il guardrail c’erano invece campi incolti, alberi da frutto e poche ville ben nascoste dalle siepi. Tra quegli spazi si muovevano gli animali notturni.
da "La ferocia" di Nicola Lagioia
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Aveva sempre un po’ di timore quando passava davanti a quella finestra. Il nervosismo lo prendeva appena imboccava lo stretto viottolo che conduceva verso il lago. Non era la paura di incontrare qualcuno, sapeva che a quell’ora le probabilità erano minime, e comunque lui aveva una giustificazione più che valida per essere lì, tuttavia… Alzò gli occhi al cielo, una foschia leggera era scesa sull’isola, rendendo ancora più cupe le basse nubi e più pungente l’umidità che entrava nelle ossa. Meglio, si disse, nessuno si sarebbe avventurato fuori in quel clima desolato. Superò una curva secca e s’immise sulla stradina che costeggiava il lago. Da quel punto per poco più di una ventina di metri si sarebbe trovato allo scoperto. Qualche barca di passaggio avrebbe potuto vederlo e dalle ville che si affacciavano sull’acqua qualcuno si sarebbe potuto accorgere di quella strana figura imbacuccata che, la testa infossata nelle spalle, procedeva a passo sostenuto oltre l’imbarcadero di Villa Porrone
"IL convento sull'isola" - Marco Polillo
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Alle cinco e mezza di quella matina, minuto cchiù minuto meno, 'na musca, che pariva da tempo morta 'mpiccicata supra al vitro della finestra, tutto 'nzemmula raprì l'ali, se l'annittò accuratamenti strofinannole, pigliò il volo, doppo tanticchia virò e si annò a posari supra al ripiano del commodino. Ccà si nni ristò tanticchia ferma a considerari la situazioni e po' volò sparata dintra alla narici mancina del naso di Montalbano che durmiva della bella.
"La giostra degli scambi" - Andrea Camilleri
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Sto correndo. Corro nel bosco rischiarato dalla luna, tra rami che mi strappano i vestiti mentre inciampo in mezzo alle felci appesantite dalla neve, le braccia frustate dai rovi. Il respiro mi ferisce la gola, mi fa male. Sono tutta dolorante. Però continuo a correre. Sì, questo posso farlo. Quando corro ho sempre dentro un mantra che mi batte nel cervello: il ritmo che voglio prendere, o le frustrazioni da calpestare sotto ogni passo contro l’asfalto. Ma stavolta c’è un’unica parola, un unico pensiero che mi batte dentro.
James. James. James.
Devo arrivare là. Devo arrivare alla strada prima che..
"L'invito" - Ruth Ware
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Il venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi si fece un lungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri ancora. Ma di ciò non dirò nulla. Simile ad un amante maltrattato dalla sue bella, e dignitosamente risoluto di tenerle broncio, lascio la politica ov'ella sta, e parlo d'altro.
"Le mie prigioni" - Silvio Pellico
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"Svegliati, genio." Rothstein non ne aveva la minima intenzione
"Chi perde paga" - Stephen King
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Sono quasi passati trent'anni, eppure non c'è notte che non mi corichi rivedendo nella mente il film di quegli orrori. Orrori di cui fui testimone e vittima al tempo stesso. A noi allora sembrava normale.
"Eravamo solo bambini" Massimo Polidoro
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Ero morto, non c'erano altre spiegazioni
"Il passato è una bestia feroce" Massimo Polidoro
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Una visita inaspettata gli ha rovinato il pomeriggio
"Omicidio alla stazione centrale" Cocco e Magella
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Mio figlio è omosessuale. Lui lo sa. Io lo so. Eppure non me l'ha mai confessato. Niente di male, sono molte le persone che attendono la morte dei genitori per lasciarsi andare e vivere liberi la propria sessualità. Solo che con me non funzionerà, ho intenzione di campare ancora a lungo, almeno una decina di anni. Se Dante vorrà emanciparsi, quindi, dovrà fregarsene del sottoscritto. Io a morire per i suoi gusti sessuali non ci penso proprio.
"La tentazione di essere felici" - Lorenzo Marone
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Chi dice che i soldi non comprano la felicità evidentemente non è mai stato in una libreria
"All'improvviso a New York" Melissa Hill
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Comincerò col dire dei giorni e degli anni della mia infanzia,che il mio unico personaggio indimenticabile fu la pioggia.La grande pioggia australe che cade come una cataratta dal Polo,dai cieli di Capo de Hornos fino alla frontiera.In questa frontiera o Far West della mia patria nacqui alla vita,alla poesia,alla terra,alla pioggia.
Per quanto abbia camminato ,mi sembra che sia andata perduta quell'arte di piovere che si esercitava come un potere sottile e terribile nella mia Araucania natale.Pioveva mesi interi,anni interi.La pioggia cadeva in fili come lunghi aghi di vetro che si rompevano sui tetti o arrivavano in onde trasparenti come le finestre,e ogni casa era una nave,che difficilmente giungeva in porto in quell'Oceano d'inverno.
Confesso che ho vissuto : Pablo Neruda
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Gli antichi greci nutrivano un'incrollabile fiducia nelle arti divinatorie
"L'ultimo oracolo" James Rollins
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La limpida goccia di pioggia cadde dal cielo, tagliò il buio, si diresse verso le luci tremolanti della città portuale. I venti gelidi e impetuosi che soffiavano da nord-ovest la sospinsero sopra il letto prosciugato del fiume, che divideva la città per il lungo, e la linea ferroviaria dismessa che la tagliava in diagonale. I quattro quadranti in cui era suddivisa la città erano numerati in senso orario e, al di là di questo, non avevano un nome. Perlomeno, non uno che i suoi abitanti ricordassero. E se s’incontravano quegli stessi abitanti lontano da casa e li si interrogava sulla loro provenienza, capitava che non ricordassero nemmeno il nome della città
"Macbeth" - Jo Nesbo