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Non una poesia ma una preghiera funebre yiddish.
El Mole Rahamim (Signore della Misericordia)
Signore pieno di misericordia
che ha trovato il giusto riposo
sulle ali della schechinà nelle
altezze sante, pure come la
limpidezza dei nostri fratelli,
i santi puri che sono caduti
per mano degli assassini.
Il loro sangue è stato versato ad
Auschwitz, Maidanek, Treblinka e
negli altri campi di sterminio in Europa.
E sono stati uccisi con morte inaudita
e feroce. La loro morte è stata il
sacrificio per la santificazione
del nome affinché i loro figli e
figlie, fratelli e sorelle
promettano giustizia per ricordo
delle loro anime. Nel paradiso
che sia il loro riposo e il
Signore della Misericordia li tenga
sotto le sue ali in eterno e terrà
nella vita eterna le loro anime.
Dio è la loro eredità
e riposeranno in pace sui loro
giacigli in eterno. Amen.
Jordi Savall nel suo:Jérusalem. La ville des deux Paix: la paix céleste et la paix terrestre, incluse una registrazione storica del 1950 in cui il cantore Shlomo Katz, un ebreo di origine rumena sopravvissuto alla prigionia nei campi di concentramento, esegue questo canto funebre.
Katz era stato condannato a morte ad Auschwitz nel 1941, ma l’ufficiale incaricato dell’esecuzione si emozionò a tal punto per la bellezza di questa preghiera che decise di salvargli la vita, permettendogli di evadere dal campo.
Un canto di una grande tremenda tristezza.
.http://www.youtube.com/watch?v=13lS-qjEyWU
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A come Auschwitz
B come Bagram, Guantanamo, e altre mille prigioni segrete di cui non si sa il nome
C come Cecenia
D come Dresda
E come Effetti collaterali: un modo carino per dire “morti ammazzati dalle nostre bombe”
F come “Francesco Crispi”: la scuola di Gorla, Milano, e i suoi 184 bambini uccisi
G come Gaza, la più grande prigione a cielo aperto del mondo
H come Hiroshima
I come Italia: che ripudia la guerra, ma spende 2 milioni di euro al giorno per fare la guerra in Afghanistan
L come Lager
M come Mauthausen
N come Nagasaki: tre giorni dopo aver visto quel che era successo a Hiroshima
O come Orrore
P come Portare la democrazia: sinonimo elegante di “sganciare bombe”
Q come Quirra: un posticino in Sardegna in cui si testano nuove armi e, ohibò!, la gente poi muore
R come Rendition: un bel termine per ‘sequestro di persona, tortura e privazione di ogni diritto’
S come Srebrenica
T come tutte le Vittime, quale che sia il colore della loro pelle
U come Ustica
V come Varsavia, ghetto di.
Z come zeta, l’ultima lettera, la Fine: quella che faremo noi, una brutta fine, se continuiamo a dimenticare.
Cecilia Strada
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Auschwitz Francesco Guccini
Son morto con altri cento, son morto ch' ero bambino,
passato per il camino e adesso sono nel vento e adesso sono nel vento....
Ad Auschwitz c'era la neve, il fumo saliva lento
nel freddo giorno d' inverno e adesso sono nel vento, adesso sono nel vento...
Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio:
è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento, a sorridere qui nel vento...
Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento, in polvere qui nel vento...
Ancora tuona il cannone, ancora non è contento
di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento e ancora ci porta il vento...
Io chiedo quando sarà che l' uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà...
Io chiedo quando sarà che l' uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà e il vento si poserà...
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Dopo Auschwitz
Dopo Auschwitz non c’è teologia:
dai camini del Vaticano si leva fumo bianco,
segno che i cardinali hanno eletto il papa.
Dalle fornaci di Auschwitz si leva fumo nero,
segno che gli dei non hanno ancora deciso di eleggere
il popolo eletto.
Dopo Auschwitz non c’è teologia:
le cifre sugli avambracci dei prigionieri dello sterminio
sono i numeri telefonici di Dio
da cui non c’è risposta
e ora, a uno a uno, non sono più collegati.
Dopo Auschwitz c’è una nuova teologia:
gli ebrei morti nella Shoah
somigliano adesso al loro Dio
che non ha immagine corporea né corpo.
Essi non hanno immagine corporea né corpo.
Yehuda Amichai
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Madre, madre
Strappata dall'aria
Strappata dalla terra.Giù
Su
trascinata.Ai coltelli ti consegnano scrivendo,
con abile mano sciolta, da nibelunghi della sinistra, con
il pennarello, sui tavoli di teck, anti-
restaurativi, protocollari, precisi, in nome della inumanità da distribuire
di nuovo e giustamente,
da maestro tedesco,
un garbuglio, non
a - bisso ma
a - dorno
scrivendo,
i reci-divi,
consegnano
te
ai
coltelli.
Paul Celan
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Non so come mai, ma mi era sfuggito questo thread! spero di riuscire a contribuire anch'io, anche se arriverò comunque tardi... ciao Rosy
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Quote:
Originariamente inviato da
Rosy
Non so come mai, ma mi era sfuggito questo thread! spero di riuscire a contribuire anch'io, anche se arriverò comunque tardi... ciao Rosy
Ti aspettiamo allora.
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Davvero ( ha omnan)
HA OMNAN
(Davvero)
Davvero verranno ancora giorni di perdono e di grazia
e camminerai nel campo come l'ingenuo viandante
La pianta dei tuoi piedi nudi accarezzerà i fili d'erba,
e le sommità delle spighe ti pungeranno, e la loro puntura sarà dolce,
oppure la pioggia ti sorprenderà, con la massa battente delle sue gocce
sulle spalle, sul petto, sul collo e ti rinfrescherà il capo.
Davvero camminerai ancora nei campi e la quiete si diffonderà in te,
respirerai il profumo del solco trovando pace a ogni respiro
vedrai il sole nello specchio della pozza dorata
le cose e la vita saranno semplici e sarà permesso toccarle
e sarà permesso, permesso, permesso amare
Camminerai nei campi da sola,
non ti brucerai nella vampa degli incendi,
in strade indurite dal terrore e dal sangue.
E con cuore sincero sarai di nuovo umile e docile
come un filo d'erba, come un essere umano,
cui è permesso, permesso, permesso amare.
Leah GOLDBERG - poetessa e scrittrice ebraica
:-P:-P
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Per non dimenticare:
Fuga di morte (Todesfuge)
Nero latte dell'alba lo beviamo la sera
lo beviamo a mezzogiorno e al mattino lo beviamo di notte
beviamo e beviamo
scaviamo una tomba nell'aria là non si giace stretti
Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive
che scrive all'imbrunire in Germania i tuoi capelli d'oro Margarete
lo scrive ed esce dinanzi a casa e brillano le stelle e fischia ai suoi mastini
fischia ai suoi ebrei fa scavare una tomba nella terra
ci comanda ora suonate alla danza
Nero latte dell'alba ti beviamo la notte
ti beviamo al mattino e a mezzogiorno ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive
che scrive all'imbrunire in Germania i tuoi capelli d'oro Margarete
I tuoi capelli di cenere Sulamith scaviamo una tomba nell'aria là non si giace stretti
Lui grida vangate più a fondo il terreno e voi e voi cantate e suonate
impugna il ferro alla cintura lo brandisce i suoi occhi sono azzurri
spingete più a fondo le vanghe voi e voi continuate a suonare alla danza
Nero latte dell'alba ti beviamo la notte
ti beviamo a mezzogiorno e al mattino ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
nella casa abita un uomo i tuoi capelli d'oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith lui gioca con i serpenti
Lui grida suonate più dolce la morte la morte è un maestro tedesco
lui grida suonate più cupo i violini e salirete come fumo nell'aria
e avrete una tomba nelle nubi là non si giace stretti
Nero latte dell'alba ti beviamo la notte
ti beviamo a mezzogiorno la morte è un maestro tedesco
ti beviamo la sera e la mattina e beviamo e beviamo
la morte è un maestro tedesco il suo occhio è azzurro
ti colpisce con palla di piombo ti colpisce preciso
nella casa abita un uomo i tuoi capelli d'oro Margarete
aizza i suoi mastini contro di noi ci regala una tomba nell'aria
gioca con i serpenti e sogna la morte è un maestro tedesco
i tuoi capelli d'oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith
Paul Celan
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IL SONDERKOMMANDO
Il Sonderkommando
quei prigionieri
noti come
la Squadra della Morte
non faceva
che strascinarsi
appresso la morte
riordinando
e
rimpacchettando le sue parti
spingevano
le folle
in branco
nelle docce
le
tiravano
fuori
gassate
le
innaffiavano
per toglier via
gli escrementi
agganciavano
i corpi scivolosi
con
cinghie attorno ai polsi
e
li
stipavano
dentro
ai
montacarichi
che salivano
ai
forni.
Lily Brett
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Continuo a dimenticare
continuo a dimenticare
i fatti e le statistiche
ed ogni volta
ho bisogno di saperli
cerco nei libri
questi libri occupano
venti scaffali
nella mia stanza
so dove andare
per confermare il fatto
che nel Ghetto di Varsavia
c’erano 7,2 persone per stanza
e che a Lodz
destinavano
5,8 persone
ad ogni stanza
dimentico
continuamente
che un terzo di Varsavia
era ebreo
e che nel ghetto
stiparono 500.000 ebrei
nel 2,4 per cento
dell’area della città
e quanti
corpi bruciavano
ad Auschwitz
all’apice della produzione
ventimila al giorno
devo controllare
e ricontrollare
ed ho sognato
che il 19 gennaio alle 4 del pomeriggio
58.000 carcerati emaciati
furono fatti marciare fuori da Auschwitz?
ricordavo
bene che a Bergen-Belsen
dal 4 al 13 aprile 1945
arrivarono 28.000 ebrei da altri campi?
ricordo
centinaia e centinaia
di numeri telefonici
numeri
che non chiamo
da vent’anni
sono immediatamente disponibili
e ricordo
le conversazioni delle persone
e quel che la moglie di qualcuno
ha detto al marito di qualcun’altra
che buona memoria
hai
mi dice la gente.
Lily Brett
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LE ARPE DI BIRKENAU
frammento
[…] Le ruote s’affrettano lungo la rotta
spingendo la vittoria del crimine:
trasportano, trasportano la gente al gas,
la gente al crematorio, la gente alla pira cosparsa di benzina.
Il fumo fluttua, denso e immondo…
Qui, uomini bruciano altri uomini.
E sui pali luminosi
brillano i fili tesi.
Queste sono le arpe di Brzezinka,
le arpe di Birkenau.
Zofia Grochowalska-Abramowicz, Birkenau, 1944
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Per continuare a ricordare.
Non è una poesia ma un brano tratto da "La tregua" di Primo Levi in cui descrive l'arrivo dei russi nel Lager di Buna - Monowitz (distretto di Auschwitz) il 27 gennaio del 1945.
"...Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa."
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Buna
Piedi piagati e terra maledetta,
Lunga la schiera nei grigi mattini.
Fuma la Buna dai mille camini,
Un giorno come ogni giorno ci aspetta.
Terribili nell’alba le sirene:
“Voi moltitudini dai visi spenti,
Sull’orrore montono del fango
È nato un altro giorno di dolore”.
Compagno stanco
ti vedo nel cuore,
Ti leggo gli!occhi
compagno dolente.
Hai dentro il petto freddo fame niente
Hai rotto dentro l’ultimo valore.
Compagno grigio
Fosti un uomo forte,
Una donna ti camminava al fianco.
Compagno vuoto che non hai più nome,
Uomo deserto che non hai più pianto,
Così povero che non hai più male,
Così stanco che non ha più spavento,
Uomo spento che fosti un uomo forte:
Se ancora ci trovassimo davanti
Lassù nel dolce mondo sotto il sole,
Con quale viso ci staremmo a fronte?
Primo Levi
28 dicembre 1945
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Dolorosa e bellissima.
Ciao Rosy