DOMANI VADO A CASA
(Agli amici della Casa di Riposo…)
Ti aspettano in cornice di finestra,
con occhi lucidi di cucciolo
in sbava di carezze e corse rimandate.
Ti frugano le tasche in cerca
di caramelle al rhum- sigarette per Oliver..
fogli nuovi per "la maestrina"…due gocce
di profumo per "la bella signorina"…-
Ti chiedono dov'è il loro bambino
ti tolgono il paltò, e tu inventi favole
di ieri o poco più- passeggia la brina nel campo
ma ho gemme di primavera in grembo
di borsetta…- Sillabano Rosari rallentati,
come incantesimi cifrari, e si perdono per strada
tra incastri di Misteri e sequenze di ore ricordate.
Certi si muovono come in dondolo,
quasi in schema di tango figurato- disperde il vento
note di clarinetto…o è il canto di arreso bobolink?-
le mani che ballano a rammendare il vuoto.
Fanno i capricci in soffoco di coltrone
si scoprono piano, ti guardano confusi,
ti mettono a fuoco, ti chiamano mamma,
e affondano il naso alla radice del tuo cuore.
Quando li saluti ti stringono in tondo
d'angolo- è un fiume in piena la vena
che batte sulla fronte…ci sono granelli di luce
nel filtro della notte…- si fermano un momento,
e poi, traditi dalla voglia di parlare, ti dicono
il segreto <"Domani, domani vado a casa".
C'è sempre troppo caldo nella Casa dei vecchi,
come respiri densi di giorni circoscritti, odore
intenso di croccante bruciato o forse è latte,
a lungo sbollentato…
E a volte quando torni- dov'è il mio ago?
dov'è il mio filo? ho perso il mio ditale…-
li cerchi, li cerchi, ma non ci sono più…
fuggiti, come musica, dalla toppa della porta.
Marina Pratici