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alterazioni del ritmo
ma quante carte
ma quante
mamma mia
qui tutto cede
cede
cede.
fogli, referti, ricette, fitoestrogeni, ovuli vaginali, MOC (fuori dai LEA!!) e poi
quanti soldi, nemmeno la ricetta regionale, tutto a pagamento.
e l'angoscia sale
e l'aritmia anche
PA fuori controllo da mesi ormai
e cazzo scendi
che vertigini, che nausea, che giramenti di testa: 180 su 90
palpitazioni e angoscia
adesso ho aggiunto anche HTC al ramipril, caso mai sua maestà la mia PA decidesse di mollare il colpo...
ma niente, batte forte sempre (come Unieuro).
legge Gifuni (Genio), scrive Lingiardi (meno) (ma collega psichiatra psicoanalista)
sono al Franco Parenti (domenica)
le ho comprate (siamo a BookCity) e, lette da me, le sue poesie, sono poco cosa ma lette dall'uomo bello con la barba, una bella cosa.
l'uomo bello con la barba è uno dei migliori attori che abbiamo su questo suolo natio.
non cura la mia angoscia ma la lenisce il tempo di un verso.
Fibrillazioni, sincopi, aritmie
tutto quello che fa quando non muore
eccola è lei, l’altra metà del cuore.
Holter. Il cuore si è ammalato.
Eta l'unico organo
che non ho trascurato.
Quando non c'è speranza di salvezza
Dove la morte non porta compimento
Lì cosa c'è, in che paese siamo?
Quello è il dolore, e noi lo attraversiamo.
Dentro il cuore
dietro gli abeti
pezzo di cielo
tra le impalcature
vedo Silvia
una vita fa
e
il corpo cambia
si ammala
si piega
portatore di memoria
Vittorio Lingiardi
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Scrivere è togliere spazio al male,
è addomesticare la paura
che torna selvatica a ogni respiro
è tentativo di conoscere
se nella radice dell’albero dimorano
necessità e libertà,
se sul suo tronco è la misura
di altezza e statura,
se nella sua chioma nidificano
verità e verosimiglianza,
adesso che so stare sotto la sua ombra
lo svantaggio umano.
Lucianna Argentino
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à Paris
I.
Parigi è la piccola boulangerie con lo studente universitario
che affetta per noi -ben sottile-il crudo di Auvergne;
è il signore con l’abito scuro e i sandali aperti
che mi consiglia di assaggiare il medesimo
fromàge jeunne che lui pure ha scelto.
II.
A Parigi si baciano ovunque
e le donne sono molto sottili
spesso portano gonne di seta e foulard
e la notte a Parigi è più viva del giorno.
Non è affatto un luogo comune.
III.
Respiri acqua
ed io pure, come avessimo branchie
sui fianchi, all’Hammam dei Bains du Marais.
Scivoliamo come pesci sul marmo, lucidi
amniotici.
IV.
Le Balançoire
è l’altalena della prima cena parigina
ho il cuore verde e fresco
come la mia vellutata di piselli
e ti bacerò a lungo
nonostante i tuoi piccoli calamari
in salsa all’aglio della Bretagna.
V.
Al Louvre
innamorati della Venere di Milo
deferenti e confidenziali da Monna Lisa.
Un’assoluta tenerezza
Per la mummia minuta
-credo una donna-
fotografata senza posa.
Rossella Tempesta
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Nostra Signora del Disordine
Stiamo sempre a riempire e vuotare scatole
spostare i vestiti negli armadi
portare qualcosa in soffitta o in cantina
così sembra di traslocare di continuo
anche se viviamo nella stessa casa
tu non sei mai soddisfatta e io
non capisco non ti capisco più
abitare non vuol dire
che gli oggetti hanno ognuno il giusto posto
piuttosto
che dovremmo averlo noi
Francesco Tomada
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Portarsi avanti con gli addii
E se domani io non ci fossi più
per un incidente o qualsiasi cosa che ora non immaginiamo
o perché la rabbia mi ha formato un coagulo nel cuore
dopo il tempo che ti serve tu comunque vai avanti
trova un altro uomo che sia un padre
se possibile migliore per i nostri figli
per favore non far recitare quelle messe
a cui tutti devono venire senza averne voglia
non tenere i miei ricordi in un cassetto
perché di buio allora ne avrò già abbastanza
e non dire a nessuno se mi pensi
piuttosto custodiscimi come una seconda adolescenza
qualcosa che ti porti sempre dentro
anche se non sei più tu
Francesco Tomada
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Anime salve
Dieci anni fa cambiavo i vestiti ai miei bambini
lavavo la loro nudità e lo sporco
prima di averli pensavo che mi avrebbe impressionato
e invece no
oggi faccio lo stesso con te
e quel pudore assoluto che ci ha sempre accompagnati
non esiste più, non c’è vergogna
in nessuno dei due
ho imparato prima ad essere padre
e solo dopo figlio
appena in tempo, mamma, ma ce l’ho fatta
adesso puoi andare
Francesco Tomada
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Desideri stavano strappandomi l'anima.
Potevo viverli, ma non ci son riuscito.
Allora li ho incantati.
E a uno a uno li ho lasciati dietro di me...
Ho disarmato l'infelicità.
Ho sfilato via la mia vita dai miei desideri.
Se tu potessi risalire il mio cammino,
li troveresti uno dopo l'altro,
incantati, immobili, fermati lì per sempre a segnare la rotta
di questo viaggio strano che
a nessuno mai ho raccontato se non a te.
Alessandro Baricco
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La fortuna alla maniera di Sarajevo
A Sarajevo
in questa primavera 1992,
tutto è possibile;
fai la coda per comprare il pane
e ti ritrovi al Servizio di traumatologia
con una gamba amputata.
E dopo asserisci
d’aver avuto anche fortuna.
1992 Izet Sarajlić
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I critici di poesia
Perché i critici di poesia
non scrivono poesia
giacché sanno tutto della poesia?
Sapessero,
forse preferirebbero scrivere poesia che di poesia.
I critici di poesia sono come i vecchi.
Anch’essi sanno tutto dell’amore.
Quello che non sanno è fare l’amore.
1982 Izet Sarajlić
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Un’altra volta saprei
Troppo poco ho goduto gli scrosci primaverili e i tramonti del sole
Troppo poco mi sono dilettato della bellezza delle vecchie canzoni e
delle passeggiate al chiaro di luna
Troppo poco mi sono inebriato del vino dell’amicizia
anche se al mondo quasi non c’è paese dove non avevo almeno due
amici.
Troppo poco tempo ho dedicato al mio amore
io che all’amore avevo consacrato tutto il mio tempo.
Un’altra volta saprei incomparabilmente di più godere la vita.
Un’altra volta saprei.
1987 Izet Sarajlić
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Sonno estivo
Seduti, le gambe allungate nel silenzio,
uno a uno ci siamo portati i nostri giorni
solitudine con solitudine, impazienza e attesa;
e adesso che le tue spalle sono vicine alle mie
che il mio calore è il tuo,
quanto so dimenticare è nell’indugio
delle dita avventurate sulla tua pelle bionda,
sui tuoi capelli scuri,
nella paura che avvicina il nostro corso di scampati
senza rumore e senza appello, come quando
il verde di marzo spinge dai rami
e si fa abbracciare dal mondo,
come quando l’aria vive nello screzio
degli alberi carichi di luce
e c’è penombra nella stanza,
e la pace del prato è nei tuoi occhi,
ci perdona, si stringe intorno a noi.
Pierluigi Cappello
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La colpa è mia
mi ostino a volere
contenere questo nostro tempo
che indigna
dentro l'orologio
che da bambino
con facilità
m'inventavo al polso
morsicandolo.
Giovanni Fierro, La parola data
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Nel bosco d’ortiche
Era malata ogni foglia
Assurda la luce
D’ogni povero giorno
Due occhi accendevano un lume
Riapparivano impronte di vita
Nel bosco d’ortiche
Due mani nel vuoto
Creavano cose
Una bocca di nuovo parole
[Luciano Morandini da Fabula notturna, prefazione di Giovanni Raboni, Edizioni Kappa Vu,1996]
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La veste chiara
La luce della giornata
ancora esita, si impiglia nei vetri.
Una felicità così limpida, e verso sera
il limite dei campi sarà incerto
e, in fondo al ritorno, il buio.
Cosa avrò fatto di una seta così chiara,
dove mi sarò seduta così a lungo da sciuparla,
spiegazzata com’è ora, tutta piena di macchie.
Donatella Bisutti
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La vibrazione delle cose
Quando l’anima come un cane
si lascia accarezzare, inerme
allora è tutta concentrata nel piacere
che dà la vibrazione delle cose
allora è facile staccare sé da sé –
si insinua, poi irrompe
l’esterno nell’interno.
Donatella Bisutti