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Il cuore non è mai al sicuro e dunque,
fosse pure in silenzio, non vantarti
della vittoria o dell’indifferenza.
Rendi comunque onore a ciò che hai amato
anche quando ti sembra di non amarlo più.
Te ne stai lì tranquilla? Ti senti soddisfatta?
Potresti finalmente dopo anni
d’ingloriosa incertezza, di smanie e umiliazioni,
rovesciare le parti, essere tu
che umili e che comandi? No, non farlo,
fingi piuttosto, fingi l’amore che sentivi
vero, fingi perfettamente e vinci
la natura. L’amore stanco
forse è l’unico perfetto.
Patrizia Cavalli
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Il tuo corpo tagliato
da una lama di luce –
per metà carne,
per metà ricordo.
Illuminazione obliqua,
il grande letto
intero,
il tepore lontano,
e la coperta rossa.
Chiudo la porta,
chiudo le finestre.
Vento con vento.
Unione inespugnabile.
Con la bocca piena
di un boccone di notte.
Ahi, l’amore.
Ghiannis Ritsos
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Svegliami, ti prego
Svegliami, ti prego, succede ancora
d’implorare in un sogno a questa tenera
età, aiutami, fa’ che non sia vera
l’oscena materia del buio. Sfiora
allora davvero una mano il mio
corpo assiderato e di colpo so
d’averti chiamata e che non saprò
più niente.
Giovanni Raboni
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Violini. Le mie gambe si alzano.
Allegro ma non troppo.
Sottovoce.
Dolcemente inizia l'ouverture.
Tamburo. Il mio ventre risuona come forgia
Tante volte ti ho conservato la musica.
E, ciò nonostante,
il tuo arco insistente
genera nuovi adagi, fughe.
Trombettiere di fuoco.
Annunciati!
Ti ricevano i miei lamenti di soprano
e la tua voce di baritono risponda esaltata.
Indugia inizialmente il violoncello,
gli archi prima del clavicembalo,
o del piano.
Dopo fa ciò che desideri
spèttinati dirigendo l'orchestra.
Riecheggino i venti,
e applauda,
febbricitante,
il pubblico.
Gioconda Belli
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Amo ogni tuo ciglio, ogni tuo capello, ti combatto in candidi corridoi
dove si giocano le fonti della luce,
ti discuto in ogni nome, ti strappo con delicatezza di cicatrice,
a poco a poco ti metto nei capelli cenere di lampo e nastri
assopiti nella pioggia.
Non voglio che tu abbia una forma, che tu sia esattamente
quello che viene dietro la tua mano,
perché l’acqua, pensa all’acqua, e ai leoni quando si
sciolgono nello zucchero della fiaba,
e ai gesti, architettura del nulla,
le loro lampade accese a metà dell’incontro.
Ogni domani è l’ardesia su cui ti invento e ti disegno,
pronto a cancellarti, non sei così, neppure con quei capelli lisci,
quel sorriso.
Cerco la tua somma, il bordo del bicchiere in cui il vino si fa
luna e specchio,
cerco quella linea che fa tremare un uomo
nella sala di un museo.
E poi ti voglio bene, nel tempo e nel freddo.
Julio Cortazar
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Ogni volta che ti lascio, trattengo negli occhi lo
Splendore del tuo ultimo sguardo. E allora
Corro a rinchiudermi, spengo le luci, evito ogni
Rumore perché nulla mi rubi un solo atomo della
Sostanza eterea del tuo sguardo, la sua infinita dolcezza,
La sua limpida timidezza, la sua fine estasi.
Tutta la notte, con la punta rosata delle dita,
Accarezzo gli occhi che ti hanno guardato.
Alfonsina Storni
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Ah, la bugia dei corpi perfetti,
La gran bugia marcita delle relazioni perfette,
dei momenti perfetti:
I corpi possono essere perfetti
Solo al prezzo di un tradimento, di un taglio
Che li separa dalla verità della vita
La casa perfetta non può essere dimora
Perché esiste pulizia
Dev'esserci un poco di sporcizia
E non si può concepire la trasparenza altissima del piacere
Se non velata
Da imprevedibili acque dolorose
Il tuo corpo imperfetto brillante
Con l'olio quotidiano del desiderio
- Jorge Riechmann -
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Non era per me
Già lo sapevo.
Ma ho saputo illudermi
così bene con le bugie
e giocare al gioco
della falsa felicità,
che talvolta mi dimentico
- vedi come sono bambina? -
che stavo giocando
che tu mi amavi.
Ernestina de Champourcín
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Dice che le donai una stella,
dice che accadde al porto,
una domenica sera,
quando cominciavamo a uscire insieme.
Io non ricordo niente, a dire il vero,
è passata mezza vita da allora. Però,
vallo a sapere! Tutto sommato, può
anche essere vero: vent’anni,
innamorato perso,
e senza un soldo in tasca…
Che cos’altro le potevo regalare?
Karmelo C. Iribarren
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In quell'istante, sul metrò affollato...
Gli anni poi passeranno
masse di monti e pietra si frapporranno
tutto sarà dimenticato
come si dimentica il cibo quotidiano
che ci tiene in piedi.
Tutto, tranne quell’istante
in cui sul metrò affollato
ti aggrappasti al mio braccio.
(da: Nuove poesie d’amore, Crocetti Editore)
Titos Patrikios
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POESIA D'AMORE
Nessuno sarà a casa
solo la sera. Il solo
giorno invernale nel vano trasparente
delle tende scostate.
Di palle di neve solo, umide, bianche
la rapida sfavillante traccia.
Soltanto tetti e neve e tranne
i tetti e la neve, nessuno.
E di nuovo ricamerà la brina,
e di nuovo mi prenderanno
la tristezza di un anno trascorso
e gli affanni di un altro inverno,
e di nuovo mi tormenteranno
per una colpa non ancora pagata,
e la finestra lungo la crociera
una fame di legno serrerà.
Ma per la tenda d'un tratto
scorrerà il brivido di un'irruzione .
Il silenzio coi passi misurando
tu entrerai, come il futuro.
Apparirai presso la porta,
vestita senza fronzoli, di qualcosa di bianco,
di qualcosa proprio di quei tessuti
di cui ricamano i fiocchi.
Boris Pasternak
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Il lungo sonno è stato prima
prima d’averti incontrato
adesso che ti ho trovato
non voglio più dormire
voglio avere gli occhi aperti
per guardare il tuo viso
adesso che mi hai sorriso
voglio sempre pensare
pensare al lenzuolo di luna
steso sul greto del fiume
ai tamerici e al pino
contro il cielo mattutino
pensare alle parole ai gesti
alla gioia alla malinconia
che lastricano la lunga via
del nostro lungo cammino
Joyce Lussu
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Io sono arrivata fino a te vestita di pioggia e di ricordi,
ridendo la risata immutabile degli anni.
Io sono l’inesplorata strada,
la chiarezza che rompe la tenebra.
Io metto stelle tra la tua pelle e la mia
e ti percorro completamente,
sentiero dopo sentiero,
scalzando il mio amore,
denudando la mia paura.
Io sono un nome che canta e si innamora
dall’altro lato della luna,
sono il prolungamento del tuo sorriso e del tuo corpo.
Io sono qualcosa che cresce,
qualcosa che ride e piange.
Io,
quella che ti ama.
Gioconda Belli
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“Fuggire, tornare,
avvicinarsi, respingersi,
pensare più piano,
parlare all’anima,
capirsi con gli occhi,...
confondersi nel caos,
ammutolire il cuore,
smarrire il cammino,
allontanarsi
senza perdersi,
rimanendo assenti,
irrequieto
come vento instabile
che scompiglia il mare,
saldo
come radice d’albero
che abita il bosco,
solo
ad ammettere
che sei il più bello
dei miei sbagli,
il migliore dei miei mali.”
Philip Marlowe
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Non andartene, amore...
Non andartene, amore, senza avvertirmi.
Ho vegliato tutta la notte e ora i miei occhi
sono pesanti di sonno.
Ho paura di perderti mentre dormo.
Non andartene, amore, senza avvertirmi.
Mi sveglio e stendo le mani per toccarti. Ti sento e
mi domando: "E' un sogno?"
Oh, potessi stringere i tuoi piedi col mio cuore
e tenerli stretti al mio petto!
Non andartene, amore, senza avvertirmi.
RABINDRANATH THAKHUR (TAGORE)
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Nella notte del corpo
le fiaccole scintillavano:
"Così vicino all'amore
mai sarai di nuovo"
- un'aura che trafisse l'istante
con la mia morte,
mentre ebbra
volgeva la sua testa su di me
per possedermi la bocca e il destino.
E gli affidai tutti i tesori
rimasti nei miei forzieri.
Clara Janés
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OFFERTA
Perché mi lasciasti
bruciata da carezze
in un letto senza domani
nuda di emozioni
vestita della tua assenza
ti offro il mio silenzio
pugno di vento
che sibila il tuo nome.
LUCÍA RIVADENEYRA
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Vivere nel paese dei tuoi occhi
più nitido dell'ora sgretolata dal tempo,
più lucido e reale.
Abitare il paese dei tuoi occhi,
la tua pelle che fluttua nella mia,
le coincidenze, la respirazione,
le ore che ignare tornano a serrarsi,
un bolero e un aprirsi e chiudersi di porte,
consci che parleremo solamente del vento.
Ma il linguaggio non basta, né il frammento di sole
che custodisci in te per consegnarmelo
dopo un viavai che pullula di voci.
Da rarefatte strade mi fai segno
perché fermi il mio passo brancolante,
cieco o ubriaco, come sono io.
Sospesa fuori è l'aria del mattino.
Francisco Vejar
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Ti conobbi repentinamente,
in quello strappo
brutale di tenebra e luce
sei così anticamente mia,
ti conosco da tanto
che nel tuo amore chiudo gli occhi,
e cammino senza sbagliare
alla cieca,
senza domandar nulla
a quella luce lenta e sicura
con cui si conoscono lettere
e forme e si fanno conti
e si crede di vedere
chi sei tu, mia invisibile.
P. Salinas
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È vero, è giorno, e dunque? E tu soltanto
per questo vuoi levarti dal mio fianco?
Perché dovremmo alzarci se fa giorno?
Siam forse andati a letto per il sonno?
Amor, che qui col buio ci conduce,
ci terrà insieme anche se c’è luce.
La luce è tutta occhi, non ha voce;
ma se parlasse, come sa spiare,
la peggior cosa che potrebbe dire
è: qui sto bene, e ci vorrei restare,
e tanto amo il mio cuore ed il mio onore
che mai potrei lasciar chi ne è il padrone.
È il tuo lavoro che ti porta via?
Ma è il peggior abominio che ci sia!
Passi il povero, il falso, il traditore,
ma chi è impegnato non può far l’amore.
Chi ha da fare e fa l’amore ha torto,
come uno sposo – che fa il cascamorto.
John Donne
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La signora dei baci
Una signora voleva tanto dargli dei baci
non dico tanti, anche solo sette otto
(mila). Invece era proibito perciò non glieli dava.
Se però non fosse stato proibito glieli avrebbe dati tutti
dal primo all'ultimo.
A cosa servono i baci se non si danno?
Vivian Lamarque
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Nessuno potrà
vedermi né chiedermi
qualcosa – In sogno
verrò da te stanotte,
non chiudere la porta del sogno.
Kakinomoto No Hitomaro
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Quando te ne andrai...
Quando te ne andrai,
semmai te ne andrai,
ed io dovessi volerne morire,
null'altro mai mi salverebbe
che il ricordo di quella volta in cui
ti addormentasti tra le mie braccia
in un abbandono così teneramente fiducioso
e la stanza dove la penombra si addensava
si imbevve sino all'ultimo della sera, finché
il riposo o la pioggia novella
gentilmente ti riscossero dal sonno.
Ti domandai
se avessi sentito la pioggia in sogno
e semiaddormentata ancora
solo mi rispondesti, ti amo.
Edwin Morgan
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Sai, non ci avevo pensato mai
ad un giorno come questo.
Sarà un gioco nuovo il nostro
tirare a sorte con una moneta
i nomi degli amici da spartirci.
Capita alla fine di un amore
quando decidi di ricominciare
lasciando dietro i tuoi frammenti
Sai, non ci avevo pensato mai
ad un giorno come questo.
Terrò il mio nome
ma cambierò la mia vita
con un numero di telefono
e un indirizzo nuovo.
Porto via solo i miei giorni con te
il resto lo lascio qui, buttalo se vuoi
Non ci pensare, passerà prima o poi
qualche volta, se non ce la fai
pensami e vedrai che il tempo passerà
più in fretta su di te, su di noi.
Lo farò anch’io quando sentirò
il cuore stanco di battere da solo
quando monotono sarà il rumore
dei miei soli passi.
Ti chiederanno di me e in quel momento
ti ritroverai a parlare di noi
come se questo amore non fosse
finito mai.
Claudio Pompi
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Un amore perduto quanta gioia
di nuove sensazioni in me sorprende.
Ma l’amore è perduto.
E la pena riprende.
Sandro Penna
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Bel-lis-si-ma!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Imparare
Dirti che sarà per sempre
mostrarti la sicurezza di ciò che provo
forse è questo che ti aspetti da me
e penso che hai ragione.
Ma io prendo tempo, mi nascondo
balbetto una forza
e senza dirtelo penso alla
fedeltà delle rondini.
Con ogni loro partenza
iniziano il loro ritorno.
Giovanni Fierro
da Il riparo che non ho
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Quote:
Originariamente inviato da
Rosy
Quando te ne andrai...
Quando te ne andrai,
semmai te ne andrai,
ed io dovessi volerne morire,
null'altro mai mi salverebbe
che il ricordo di quella volta in cui
ti addormentasti tra le mie braccia
in un abbandono così teneramente fiducioso
e la stanza dove la penombra si addensava
si imbevve sino all'ultimo della sera, finché
il riposo o la pioggia novella
gentilmente ti riscossero dal sonno.
Ti domandai
se avessi sentito la pioggia in sogno
e semiaddormentata ancora
solo mi rispondesti, ti amo.
Edwin Morgan
Questa, in qualche modo, mi ha commosso.
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Grazie a Rosy e a Indigowitch. Ogni tanto mi perdo qualche perla.il finale è... è.
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Tenerezza
Io ti chiedo perdono di amarti all'improvviso
Benché il mio amore sia una vecchia canzone alle tue orecchie,
Delle ore passate all'ombra dei tuoi gesti
Bevendo nella tua bocca il profumo dei sorrisi
Delle notti che vissi ninnato
Dalla grazia ineffabile dei tuoi passi eternamente in fuga
Porto la dolcezza di coloro che accettano malinconicamente.
E posso dirti che il grande affetto che ti lascio
Non porta l'esasperazione delle lacrime ne il fascino delle promesse
Ne le misteriose parole dei veli dell'anima...
È una calma, una dolcezza, un traboccare di carezze
E richiede solo che tu riposi quieta, molto quieta
E lasci che le mani ardenti della notte incontrino senza fatalità lo
sguardo estatico dell'aurora.
Vinícius de Moraes
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Non so quale felicità avremmo vissuto,
o quale guancia avremmo offerto all’offesa
se felicità c’è stata, se c’è stata offesa.
Così lo scrivo, ne faccio segno,
per capire come si spiega l’albero la potatura,
il papavero lo strappo
i bambini il tempo e lo spazio:
– dove va la notte quando è giorno?
– mezz’ora è tanto o poco?
O come si spiega il vuoto degli esseri
che ci stanno accanto come un’assenza
o il senso irsuto della vita,
il suo difficile che diventa facile
quando cominci ad amare.
Lucianna Argentino
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Amo ogni tuo ciglio, ogni tuo capello,
ti combatto in candidi corridoi
dove si giocano le fonti della luce,
ti discuto in ogni nome, ti strappo con
delicatezza di cicatrice,
a poco a poco ti metto nei capelli
cenere di lampo e nastri
assopiti nella pioggia.
Non voglio che tu abbia una forma,
che tu sia esattamente
quello che viene dietro la tua mano,
perché l’acqua, pensa all’acqua,
e ai leoni quando si
sciolgono nello zucchero della fiaba,
e ai gesti, architettura del nulla,
le loro lampade accese a metà dell’incontro.
Ogni domani è l’ardesia su cui ti invento e ti disegno,
pronto a cancellarti, non sei così,
neppure con quei capelli lisci,
quel sorriso.
Cerco la tua somma, il bordo del bicchiere
in cui il vino si fa
luna e specchio,
cerco quella linea che fa tremare un uomo
nella sala di un museo.
E poi ti voglio bene, nel tempo e nel freddo.
Julio Cortazàr
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Che vanità immaginare
che possa darti tutto, l’amore e la fortuna,
itinerari, musica, giocattoli.
Di sicuro è così:
ti do tutto me stesso, sicuro,
però tutto me stesso non ti basta
come a me non basta che tu mi dia
tutta te stessa.
Per questo non saremo mai
la coppia perfetta, la cartolina,
se non siamo capaci di accettare
che solo in aritmetica
il due nasce dall’uno più uno. Di là un foglietto
che recita solamente:
sempre sei stata il mio specchio,
voglio dire che per vedermi dovevo guardarti.
Julio Cortazàr
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Molte cose possono essere ridicole
per esempio baciare il telefono
quando vi ho sentito la tua voce
Ancora più ridicolo e triste
sarebbe non baciare il telefono
se non posso baciare te.
Erich Fried
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Ho parlato con Dante
il quale mi ha giurato
che Beatrice non è mai esistita.
Ho sentito, al telefono, Petrarca,
il quale, sotto giuramento,
dice che Laura non si è vista mai.
Ma tu ci sei.
Perché mi togli il sonno,
o ti lamenti per il mal di gola.
E quando, piena di raffreddore,
vorresti delle mele,
dici: abore, portami delle bele.
Quindi esisti, perché si ride:
anzi: si scoppia a ridere
coniugando la emme di amore
che diventa abore:
tu sei il nuovo alfabeto italiano,
tu sei la risata intorno ai tuoi dolori,
alla tua febbre,
al tuo gran bale.
Giorgio Soavi
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Il Disinnamoratore
Il Disinnamoratore è il professionista della disinnamorazione.
Metti che tu sei innamorato di una che non t’ama.
O che t’amò ma che non t’ama più.
Metti che soffri come una bestia.
che non dormi più
che non mangi più
che non sei più tu
che non ti va più di uscire
che non ti va di giocare più
di leggere, di scrivere, di far di conto
che non ti va più di niente più
perché lei non t’ama mentre sì, tu.
Metti che ti senti di morire
di scomparire.
Metti che hai finito le lacrime e i sospiri
e pure i biscotti e la carta igienica
ma non hai voglia di andarli a comperare.
Metti che pure il tuo gatto è preoccupatissimo per te
e tua mamma e i tuoi amici, e il tuo elettrauto.
Ci andai una sera di Marzo
forse era Febbraio
Agosto, probabilmente
in ogni caso mi portavo dietro il freddo.
Lei è il Disinnamoratore? gli chiesi.
– Lo sono.
– Professionista in disinnamorazioni?
– Esatto.
– Ho bisogno di disinnamorarmi.
– Sei sicuro?
– Ho alternativa?
– Lo sai tu.
– Credo di saperlo.
– Sei innamorato perdutamente?
– Temo.
– Lei non t’ama?
– No.
– Ti senti perduto?
– Come Ulisse sull’isola di Lost.
– Sai che è irreversibile?
– So.
– Sei pronto?
– Sarà doloroso?
– Dopo sì.
– Ma dimenticherò tutto di lei, tutto quello che è successo tra noi,
i baci, le passeggiate, le colazioni, le carezze, le litigate, il bello e il brutto,
i suoi occhi, i suoi capelli, le sue labbra, il suo odore, il suo colore preferito,
il gusto della sua pelle?
– Non siamo in un cazzo di film.
– Ah.
– Eh.
– Proceda.
– Procedo.
– Procedette.
Il Disinnamoratore
è il professionista
della disinnamorazione.
Ti stacca via un pezzo
non fa poi così male
e pentirsi dopo
non vale.
Guido Catalano
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Questo testo mi ricorda un film molto bello, Se mi lasci ti cancello, titolo stupidino ma film interessante.
titolo originale Eternal Sunshine of the Spotless Mind
(Cito, Wikipedia )
Il titolo originale, Eternal Sunshine of the Spotless Mind, è preso da un verso dell'opera Eloisa to Abelard (1717) del poeta inglese Alexander Pope
(EN)
« How happy is the blameless vestal's lot!
The world forgetting, by the world forgot.
Eternal sunshine of the spotless mind!
Each pray'r accepted, and each wish resign'd. »
« Com'è felice il destino dell'incolpevole vestale!
Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata.
Infinita letizia della mente candida!
Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio. »
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Senza contare le misteriose
periodiche scomparse del 29 febbraio
ogni anno in amore
ci depredano di un giorno.
Quand’ero giovane non ne tenevo conto,
anche senza quello
c’erano abbastanza sabati e mercoledì.
Oggi per me è importante ogni giorno
in cui ti posso guardare.
Il nostro feudo
che si estendeva per cinquant’anni di futuro
si è ridotto a un piccolo podere contadino.
Izet Sarajlic
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Avremmo giocato di più
avremmo fatto giravolte per strada
e mi sarei nascosta a un angolo
per sorprenderti
e per sorprenderti t'avrei baciata,
ma tu non vuoi o non puoi io ti guardo
come per aggrapparmi,
perché non so come
gestire questa leggerezza, il peso
che mi togli mi slega dalla terra
Martina Germani Riccardi
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Andata e ritorno
Quando andiamo incontro all'amore
andiamo tutti bruciando.
Abbiamo papaveri sulle labbra
e una scintilla di fuoco negli occhi.
Sentiamo il sangue
pulsare nelle tempie, nell'inguine, nei polsi.
Doniamo e riceviamo rose rosse
e rosso è lo specchio della stanza in penombra.
Quando ce ne andiamo dall'amore, appassiti,
respinti, colpevoli o soltanto assurdi,
ritorniamo più pallidi, più freddi.
Con gli occhi sbarrati, più capelli bianchi
e i globuli bianchi alle stelle,
siamo uno scheletro e la sua sconfitta.
Ma continuiamo a camminare.
Amalia Bautista