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Ho trascurato di dire qualcosa che mi riguarda
Ho trascurato di dire qualcosa che mi riguarda
ma che riguarda anche voi se mi siete vicini.
Amo la luce che indietreggia quando gli alberi
flettono le foglie nel vento simili ad aironi verdi,
mi commuove l’orizzonte di mare
che emerge dal buio come un ricordo
e il sole che arriva a toccare l’acqua senza scalzarla,
vorrei parlarvi dei miei percorsi sotto i portici di
piazza Vittorio dove ristagna il fiato di tante voci
e del raccoglimento della luce quando scende sulla
tavola apparecchiata ma anche della prima vastità del giorno
o della prima oscurità del giorno quando un antifurto
mette in scena la scintilla dell’idea
io sono una che raccoglie sassi
ma non sono una collezionista
li stringo in pugno per ricordare il
corpo, scrivo dialoghi di lunghe
frasi con la vita per non sprofondare
scrivo per ingraziarmi la morte –
sono una sospesa nella paura
che prima di spalancare la finestra
e sparire nei cunicoli della notte
allagherà di luce le pagine dell’infanzia.
Daniela Attanasio
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Consigli per stare bene in salute
La prima cosa è ringiovanire.
Non è detto che a sessant'anni
sei più vecchio che a trenta.
L'usura del corpo è poca cosa
rispetto all'usura dell'anima.
Non ti salvi con le tisane,
non ti salvi evitando la carne,
non ti salvi facendo ginnastica:
quello che ti serve è fiorire
come fa una rosa,
come fa un geranio.
*
Non credere più di tanto
alle cure.
Pensa a chi è già morto,
stringigli la mano.
Riposati solo quando non hai niente di meglio
da fare,
altrimenti stancati più che puoi:
nessuno ha mai conservato
le cose che non ha donato.
Franco Arminio
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Le strade sono
tutte di Mazzini, di Garibaldi,
son dei papi,
di quelli che scrivono,
che dan dei comandi, che fan la guerra.
E mai che ti capiti di vedere
via di uno che faceva i berretti
via di uno che stava sotto un ciliegio
via di uno che non ha fatto niente
perché andava a spasso
sopra una cavalla.
E pensare che il mondo
è fatto di gente come me
che mangia il radicchio
alla finestra
contenta di stare, d’estate,
a piedi nudi.
Nino Pedretti
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foto presa dal web
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Oggi sono rimasto
a fare compagnia al frigorifero.
Ad ascoltare
la fatica che gli costa
funzionare, compiere
essere aggiornato
con i suoi freddi lavori, con i suoi compiti congelati.
Quello che ci si aspetta quindi
da un frigorifero da cucina.
E letteralmente
ho preso una sedia e mi sono sono seduto
al suo fianco. E siamo stai lí.
Lamentandoci. Ad ascoltarci mutuamente funzionare,
respirare.
A pensare nelle cose che si devono congelare
perché il mondo continui. Nelle nostre cose,
suppongo. Nella vita
meccanica o no, elettrica o no. Programmata.
Lineare, indipendentemente della curva o del zigzag,
che segna, nel monitor del polso, il polso.
E siamo stati lì
prestandoci due ore del nostro tempo.
Senza nessuna conclusione
rispetto alla nostra ultima permanenza
da seguire;
quello che è congelare ciò che si porta dentro.
Alfredo E. Quintero
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foto presa dal web
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Vado tutti i giorni in riva al mare: ho imparato a
decifrare i messaggi degli uomini.
So di fogli, grigi o gialli, con grafie disperate
dentro bottiglie che non possono essere aperte dalle onde. Grida,
gemiti alla deriva che giungeranno intatti fino al Baltico o
al Mar del Giappone.
A forza di trovarli tra la sabbia, provenienti da tutti
i punti della terra, so riconoscere i quattro versi
del languido, la sua richiesta d’aiuto rimata in strofe impeccabili.
So distinguere le lacrime dozzinali con cui il grossolano sigilla il suo
appello, le imprecazioni del violento e il tono freddo dell’orgoglioso.
So riconoscere il messaggio del nostalgico: appone
sempre ben chiari nome e data.
L’abitudine a ricevere messaggi mi permette di affermare che
dietro ogni cuore disegnato si nasconde un’anima di
vergine, così come gli anziani disegnano orologi e gli
adolescenti ghigliottine.
Ci sono lunghi lamenti: appartengono al vanitoso, che descrive
prolissamente le sue aspirazioni e tutto quanto tradisce il
tempo, tutto quanto si è trasformato in nulla e in menzogna.
Una donna di carattere aggiunge il ritratto in cui la si vede di profilo,
seria e orgogliosa, con un vestito da sera e una collana di zaffiri.
Il credente esige; l’incredulo supplica; l’indifferente
si dimentica di firmare.
La lettera del saggio è un foglio in bianco.
Abilio Estèvez
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foto presa dal web
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Effetto covid
(alla scrivania dell'ufficio)
alla scrivania dell'ufficio
si lavora;
alla scrivania dell'ufficio
si scrive
alla scrivania dell'ufficio
si telefona
alla scrivania dell'uffico
s'incontrano persone
online
che stanno
alla scrivania dell'ufficio
s'assiste a lezioni conferenze comunicazioni lagnanze mozioni promozioni bubbole e palloni
si mangia
alla scrivania dell'ufficio
si dormicchia
si scribacchia
si mangiucchia
si vivacchia
alla scrivania dell'ufficio
rivive la vivandiera
alternata al precotto industriale
alla scrivania dell'uffico
s'acquista
si cazzeggia
s'aspetta
il consueto
l'inatteso invece vien da sé
alla scrivania dell'ufficio.
alla scrivania dell'uffico...
la scrivania dell'ufficio!