IL MIO DOLORE
Più non si incateneranno
i miei occhi nei tuoi occhi,
più non si addolcirà
vicino a te il mio dolore.
Ma dove andrò porterò
il tuo sguardo e dove camminerai
porterai il mio dolore.
Pablo Neruda
Visualizzazione stampabile
IL MIO DOLORE
Più non si incateneranno
i miei occhi nei tuoi occhi,
più non si addolcirà
vicino a te il mio dolore.
Ma dove andrò porterò
il tuo sguardo e dove camminerai
porterai il mio dolore.
Pablo Neruda
Posso udire lo strappo,
rabbia e amore, passione e pietà.
E quando il distacco si è improvvisamente compiuto
- o quando non ne colgo più il suono -
allora il silenzio è ancora più terribile
perché c’é solo follia intorno a me,
la follia delle cose strappate,
che si strappano dal di dentro,
radici che si lacerano a vicenda
per crescere separatamente,
lo sforzo compiuto per conseguire l’unità.
Anaïs Nin
DOPO IL GRANDE DOLORE..
Dopo il grande dolore, viene un sentimento formale-
i nervi siedono cerimoniosi, come tombe -
il cuore rigido si interroga se fu lui che soffrì,
e fu ieri, o quanti secoli fa?
I piedi, meccanici, vanno in giro -
di terra, o aria, o altro -
una via di legno -
divenuti incuranti,
un appagamento di quarzo, come una pietra -
Questa è l'ora di piombo -
ricordata, se si sopravvive,
come un congelato ricorda la neve -
prima il freddo - poi lo stupore - poi il lasciarsi andare-
Emily Dickinson
SPESSO IL MALE DI VIVERE HO INCONTRATO.
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi; fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
Eugenio Montale
( A CASA DO TEMPO PERDIDO)
LA CASA DEL TEMPO PERDUTO
Ho battuto al portone del tempo perduto, nessuno ha risposto.
Ho battuto una seconda volta e un'altra volta e ancora un'altra.
Nessuna risposta.
La casa del tempo perduto è coperta di edera
per metà; l'altra metà sono ceneri.
Casa dove non abita nessuno, e io battendo e chiamando
per il dolore di chiamare e non essere udito.
Semplicemente battere. L'eco restituisce
la mia ansia di socchiudere questi palazzi gelati.
La notte e il giorno si confondono nell'attendere,
nel battere e battere.
Il tempo perduto certamente non esiste.
È la gran casa vuota e condannata.
Carlos Drummond De Andrade
Elegia
Degli anni folli la già spenta gioia
come una cupa ebbrezza mi dà noia,
ma come il vino, o antico mio dolore,
più invecchi, più ti fai forte nel cuore.
Il mio cammino è triste. Un fato oscuro
m’annunzia il grigio mare del futuro.
Ma io non voglio, amici miei, morire,
io voglio ancora vivere e soffrire.
So che troverò sempre un po’ di bene
in mezzo alle amarezze ed alle pene;
m’inebrierò di nuovo d’armonia,
lacrimerò su qualche fantasia,
e forse brillerà al tramonto mio
l’amore come un sorridente addio.
Alexander Puskin
Ancora una poesia di una delle mie autrici preferite...
È sempre stato così incerto il cammino fino a te:
tanti mesi di pietre e di spine, di
cattivi presagi, di rami che graffiavano la
carne come tridenti, di voci che mi
dicevano che non valeva la pena continuare, che
il tuo sguardo era già una menzogna; e il mio
cuore sempre così sordo a tutto questo,
sempre a gridare qualcos’altro più alto affinché
le gambe non potessero ricordare le
loro ferite, perché i piedi ignorassero
le pene del viaggio e avanzassero tutti
i giorni di un poco, quel poco che
era tutto per raggiungerti. Fu per questo che,
al contrario di te, non volli dormire quella
notte: i tuoi baci si trovavano ancora tutti
sulla mia bocca e il disegno delle tue mani
sulla mia pelle. Io sapevo che addormentarsi
era smettere di sentire, e non volevo perdere i
tuoi gesti sul mio corpo un secondo che
fosse. Allora mi sedetti sul letto a guardarti
dormire, e sorrisi come mai avevo sorriso prima
di quella notte, sorrisi tanto. Ma tu parlasti
improvvisamente nel sonno, allungasti il
braccio verso me e chiamasti sottovoce.
Chiamasti due volte. O tre. E sempre così
sottovoce. Ma nessuna fu per dire il mio nome.
Maria do Rosário Pedreira
So che ho vissuto male,
sono stata una miscela imperfetta di furia e malessere,
ho camminato sull’orlo di una terrazza,
ho mangiato vetri, un misto di inganno e odio,
di squallore e di canzoni,
di rischio e perversione.
Ho cicatrici di arma da fuoco,
di coltellate e di disamore.”
(Efraim Medina Reyes)
Mi piace molto questa poesia, soprattutto considerando che viene da Gianni Rodari, autore noto per le sue filastrocche e poesie per bambini e ragazzi!
Io non sono che uno sforzo per esistere
qualcosa che arranca
nel nulla quotidiano
per giungere alla sponda dell’essere
mille volte ricade
mille volte ritenta
s’arrampica s’aggrappa
e sa che non avrà
se non questo tormento
e sa che saperlo una volta
non è saperlo per sempre
sempre bisogna imparare daccapo
con sudore e con lacrime.
(Gianni Rodari)
DAL CASSETTO
Volevo appenderla a un muro della stanza.Costantino Kavafis
Ma l’umidità del cassetto l’ha guastata.
Non la metto in un quadro questa foto.
Dovevo conservarla con più cura.
Queste le labbra, questo il viso –
ah, per un giorno solo, per un’ora
solo tornasse quel passato.
Non la metto in un quadro questa foto.
Mi fa soffrire vederla così guasta.
Del resto, se anche non fosse guasta,
che fastidio badare a non tradirmi –
una parola o il tono della voce –
se mai qualcuno mi chiedesse chi era.
Che diremo stanotte all'amico che dorme?Cesare Pavese
La parola più tenue ci sale alle labbra
dalla pena più atroce. Guarderemo l'amico,
le sue inutili labbra che non dicono nulla,
parleremo sommesso.
La notte avrà il volto
dell'antico dolore che riemerge ogni sera
impassibile e vivo. Il remoto silenzio
soffrirà come un'anima, muto, nel buio.
Parleremo alla notte che fiata sommessa.
Udiremo gli istanti stillare nel buio
al di là delle cose, nell'ansia dell'alba,
che verrà d'improvviso incidendo le cose
contro il morto silenzio. L'inutile luce
svelerà il volto assorto del giorno. Gli istanti
taceranno. E le cose parleranno sommesso.
Il mio dolore è un bambino buio
sta in piedi contro il vento
con i pugni sugli occhi
e la camicia spalancata al gelo
ha le tasche di pietra
nevica
sul suo corpo d’alfabeto
e sulle mani,
per un’imprecisione di colomba
manca il suo destino.
La mia gioia
è un ruggito silenzioso
uno sfondo fiorito
che delicatamente divora
le figure, manda in frantumi,
cantando, i vetri degli occhi,
crepita la tenerezza dell’istante,
il suo agguato. Non c’è
dolore e non c’è
gioia, nella pianura del petto
passano le montagne,
gli uccelli fermi sul tempo
mi chiamano con nomi ingenui
e tessono i fili di un’insicura
scala, di una via
che dissolve l’uscita.
Chandra Livia Candiani
C’è un posto nel cuore che non sarà mai riempito.
Uno spazio.
Lo conosceremo più che mai.
C’è un posto nel cuore che non può essere riempito.
E noi aspetteremo,e aspetteremo
in quello spazio.
Charles Bukowski
Mia madre cuoceva nel forno il mondo intero
Mia madre cuoceva nel forno il mondo intero per me
in dolci torte.
La mia amata riempiva la mia finestra
con uva passa di stelle.
E le nostalgie sono racchiuse in me come bolle d'aria
nel pane.
Esternamente sono liscio, silenzioso e bruno.
Il mondo mi ama.
Ma i miei capelli sono tristi come i giunchi nello stagno
che va prosciugandosi.
Tutti i rari uccelli dalle belle piume
fuggono via da me.
Yehuda Amichai
PRIMA DI DORMIRE
Anche se
non m’importa più niente
e spreco la maggior parte del mio tempo fuori casa,
anche se
è da giorni che
non cambio l’acqua dei fiori,
e che i miei libri
le tazze
e le cicche
si accontentano di essere impolverati,
nonostante tutto questo
trovo il tempo
di nutrire i lupi della tua assenza
prima di dormire.
Hamza Bin Hussein