Un romanzetto Canaglia/Lumpen - Roberto Bolaño.
edito da Sellerio nel 2005
Nella letteratura di Bolaño, dalle numerose e multiformi finzioni, sovrabbondano i personaggi. Nessuno di essi è mai quello che si dice banalmente una persona normale, anzi sembrano montare un bazar di stranezze, quasi a voler esprimere dolorosamente l'assurdo e il grottesco. L'autore li tratta con lo stesso distacco sentimentale con cui guarderebbe ad animali che innocentemente e immancabilmente confondono il bene col male ma con una netta propensione al male. E si capisce che per mezzo di essi Bolaño vuole argomentare narrativamente contro l'irreale piattezza, mascherata di quotidiano e di realismo, con cui viene oggi rappresentato il mondo nella cosiddetta cultura di massa.
In questo "romanzetto canaglia", Bolaño abbandona i territori della sua vita e dei suoi libri - il Cile, il Messico, la Spagna - per trasferirsi a Roma. Un Bolaño diverso, ma sempre con la stessa capacità di osservare la realtà e interpretarla in forma singolare grazie alle eccezionali qualità narrative.
Diverso tempo fa , in maniera del tutto casuale, mi sono trovata a leggere qualche poesia di questo scrittore e poeta cileno contestatario e ne sono rimasta talmente impressionata che mi sono decisa a leggere qualcosa di suo in prosa(reperire i libri di poesia è fatica sprecata perchè in italia sono tutti inediti).
Questo thread vorrebbe essere /diventare una sorta di appunti di lettura, da condividere con Daniela e Patrizia e con quanti avranno il piacere di intervenirvi,nel tentativo di capire quello che è stato definito “il mito Roberto Bolaño".
Juan Villoro, scrittore e giornalista messicano, descrive Bolaño così:
http://youtu.be/xH3W134SZ8A