Le ombre di montelupo

Trama:
Il commissario Soneri è in ferie a Montelupo, un paese dell'Appennino che ruota intorno al salumificio della famiglia Rodolfi. Il patriarca è l'anziano Palmiro, cinico e rozzo ma abile negli affari, mentre il figlio si è voluto staccare dalla terra per dedicarsi alla finanza e all'imprenditoria. Da un giorno all'altro il clan viene travolto da uno scandalo finanziario che coinvolge l'intera comunità e Palmiro, misteriosamente scomparso, ricompare nella notte per poi impiccarsi il mattino seguente. Dopo qualche tempo anche il figlio viene trovato cadavere. Ormai la faccenda si è ingigantita e l'inchiesta è destinata a mettere in luce un mondo dominato dall'avidità e dalla corruzione.

Da alcuni giorni avevo terminato la lettura di LE OMBRE DI MONTELUPO, ma per mancanza di tempo non lo avevo più considerato.
Ora mi sembra venuto il momento; vado a rileggere il commento di Baudin e scopro che - come sempre- HA GIA' DETTO TUTTO LUI.
Ed in modo così totale ed esuriente...che non c'è storia, come si suol dire.

Allora, qualche considerazione senza pretese. Dalla mia parte...
Ciò che mi ha colpita nel romanzo non è stata la trama gialla- è un concetto che ripeto spesso, mi rendo conto- ma l'ambiente.
Io, donna di origini campagnole, ho ritrovato atmosfere magiche; ho sentito, mentre leggevo, scrocchiare le foglie secche dei boschi sotto le scarpe; ho visto la nebbiolina che sale dalla valle verso i monti; ho sentito gli spari dei cacciatori; ho avuto nelle narici l'odore di funghi nella stagione autunnale.

In questa storia, la vicenda dei due industriali di paese che si trovano invischiati in affari poco puliti , è solo un pretesto per raccontare l'Appennino, e Montelupo, paese caro all'autore.

Varesi ne descrive scorci e momenti con pennellate efficaci, con una poesia senza fine: potrei trascriverne, secondo mia usanza, a volontà!

..."Tutto era vago sui monti, dove un luogo nominato non aveva mai un indirizzo preciso,ma galleggiava entro dimensioni tracciate dagli occhi e dalla mente".

Ma non per questo la storia gialla è da trascurarsi; diciamo che si ...allaccia piacevolmente e con naturalezza al paesaggio di contorno.

Il personaggio più affascinante della storia è sicuramente Il Macchiaiolo; uomo misterioso, che tutti conoscono e di cui tutti parlano, ma che non appare mai, se non verso il finale del romanzo.
Ma uomo che riveste un ruolo importante , nel paese e nella nostra storia.
E' suggestivo l'incontro finale tra lui ed il commissario ; Soneri capisce che il Macchiaiolo ha deciso di morire, sui suoi monti dove è sempre vissuto, dove tutto gli è noto ed amico... Non può che rispettare la sua volontà.

.."Al tornante il Macchiaiolo si girò per seguire il percorso, incrociando il suo sguardo da lontano.
Allora alzò il braccio e salutò per l'ultima volta.
Un altro addio si depositava pesante nel suo animo come una palata di terra.
Si fermò appoggiandosi a un masso, mentre la valle sfolgorava di vita nel sole spietato.
Poco distante il Macchiaiolo marciava per l'ultima fuga e presto si sarebbe accomiatato dai boschi per consegnarsi alla roccia.

Ripensò a suo padre ed alla vita che aveva fatto.
Alle possibilità cancellate per garantirle a lui, che a sua volta le aveva sprecate consumandosi a scarpinare sui marciapiedi di una città nebbiosa, nei corridoi di marmo di questure e tribunali o a pestare un angolo di strada per ore, in attesa di un'apparizione".

Se in L'affittacamere aleggia lo spirito della moglie di Soneri morta anni prima, in questo romanzo aleggia lo spirito del padre, che ritorna coi suoi segreti e le sue scelte, a tormentare i pensieri del commissario.
Anche questo, un romanzo di introspezione, in cui, pur gustando la storia gialla, si riflette, si ricorda, si rimpiange, con il nostro protagonista.

Un ottimo romanzo, per me. Se dovessi fare una hit parade, lo porrei al secondo posto ( tra quelli letti). Prima de Il fiume delle nebbie, e dopo L'affittacamere.

Consigliato agli amanti del genere. Rosy

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