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Cosa tiene accese le stelle
COSA TIENE ACCESE LE STELLE.
Ritorna Mario Calabresi,Direttore de La Stampa; non solo giornalista dalla prosa fluente e piacevole, ma attento osservatore dei nostri tempi .
Scopo di questa sua opera, il confrontarsi con il presente -difficile presente! -rapportandolo al passato.
Quel passato che spesso è visto con nostalgia, secondo il noto detto: Si stava meglio quando si stava peggio.
Ma è proprio così? Si chiede l’autore.
Ed inizia una carrellata di pseudo interviste –in realtà sono chiacchierate, in cui Calabresi non si pone come intervistatore, ma come un amico con cui scambiare quattro chiacchiere in tranquillità.
Così passano attraverso il suo…salotto personaggi vari e diversi, ciascuno con un bagaglio da raccontare, una testimonianza diversa da condividere.
Franca Valeri, arguta più che mai, che racconta la differenza fra le vacanze di un tempo ( vere vacanze, che non tutti potevano permettersi)alle “ferie” dei giorni nostri.
Poi Lorenzo Cherubini, Jovanotti ; Deaglio ; De Rita , fondatore del Censis; Giuseppe Masera, oncologo pediatra; Umberto Veronesi.
La testimonianza di quest’ultimo mi è parsa particolarmente significativa; dai suoi studi , che hanno portato con la ricerca sul tumore al seno a livelli altissimi di vittorie, ai tempi della sua non facile infanzia ( è nato nel 1925):i sacrifici, gli stenti; e conclude con un breve racconto che fa riflettere …
Cito.
“..Mio padre è morto che avevo sei anni; sono rimasto solo con mia madre. All’inizio degli anni ’30 abbiamo conosciuto la povertà: per andare a scuola facevo quasi cinque chilometri a piedi, con i pantaloni corti anche d’inverno.
Mi ricordo un pomeriggio nei campi, la mamma incontrò una vicina che non vedeva da tempo e le chiese come andava.
“E’ dura –rispose quella –siamo in miseria, ma per fortuna mi ha aiutato la Croce, si è portata via i due bambini più piccoli: due bocche in meno da sfamare.”
Ero un bambino anch’io e non ho MAI dimenticato queste parole : una madre sollevata perché le sono morti due figli. Rimasi terrorizzato.
Non saprei che altro dirle.
Abbiamo fatto tanta strada e non abbiamo nulla da rimpiangere.”
Poi ci sono le storie-interviste con la gente comune, che però ha qualcosa di speciale da raccontarci..
Come Amal, ragazza marocchina che studiando tanto, da avere massimi risultati, spera di evitare il destino delle donne del suo popolo e di realizzarsi nella vita, piuttosto che sposarsi bambina.
O i due giovani piemontesi che , partendo dal nulla, sono ora padroni di piccolo impero: 55 gelaterie in giro per il mondo, con una parola d’ordine che è diventata la loro regola: Eccellenza.
Perchè il loro impegno è di vendere solo la qualità assoluta.
Tutte queste preziose testimonianze non vogliono essere lezioni di vita, ma piuttosto, in questi tempi più che mai bui, uno sprone, una ricerca.
La ricerca della SCINTILLA che fa scattare la speranza, l’entusiamo per lottare e per costruire qualcosa di buono, anzichè lasciarsi andare a rimpiangere fantomatici tempi “d’oro”, che in realtà tanto dorati non sembrano, se li analizziamo …..
Il messaggio che ci trasmette , infine , questo libro, è di amore verso questo tanto bistrattato presente; una speranza , un invito a resistere.
Concludo con una frase che cita Calabresi , dello scrittore americano Mark Twain: "Tra vent'anni sarai più deluso dalle cose che non hai fatto che da quelle che hai fatto.
E allora molla gli ormeggi. Lascia i porti sicuri.
Lascia che gli alisei riempiano le tue vele.
Esplora. Sogna."
Lettura coinvolgente e di grande attualità.
Rosy
Allegato 252
Cosa tiene accese le stelle
Una lettura piacevolissima.
Dai racconti dei protagonisti che Calabresi ha deciso di intervistare viene fuori un grande ottimismo e la dimostrazione pratica di come sono riusciti a realizzare i propri sogni e desideri. E lo stesso Calabresi ci racconta delle sue difficoltà e dei sacrifici che ha affrontato, e che lo hanno portato ad essere quello che è oggi e quello che aveva sempre voluto fare.
Sicuramente per alcuni che ce l'hanno fatta, ci sono tantissimi che viceversa non ce l'hanno fatta, ma questo libro vuol cercare di essere proprio una risposta al malessere e alla mancanza di fiducia nei confronti del futuro che aleggia sulla nostra società. Non so quanto possa valere il "volere è potere", quanto ci sia di fortuna, caparbietà e determinazione in ognuno di coloro che ha raggiunto il traguardo che si prefiggeva e quanta mancanza di queste caratteristiche ci sia in coloro che invece non hanno raggiunto nessun traguardo, però devo dirvi che è stato piacevole ed interessante vedere, attraverso le parole dei protagonisti, il percorso affrontato e l'esperienza vissuta in prima persona da coloro che, lasciandosi intervistare da Calabresi, hanno lasciato la loro testimonianza preziosa.