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Visualizza la versione completa : Remo Fasani (Mesocco 1922; Grono 2011)



Rupert
04-October-2012, 03:59
Breve traccia biografica schizzata dalla radiotelevisione svizzera di lingua italiana:
http://la1.rsi.ch/home/channels/lifestyle/personaggi/2011/10/04/remo-fasani.html


Il cerchio è chiuso. Come recita l’ultima poesia della raccolta Il puro sguardo delle cose (2006): “tutto è detto e piú non resta / che ritornare nel silenzio”. Remo Fasani, nato a Mesocco nel 1922, è morto nella notte tra il 26 e il 27 settembre 2011 a Grono.

Figlio di contadini, Fasani è stato uomo alpestre, solitario, meditativo e polemico, come si legge nel memorabile francobollo che lui stesso si è addossato: “L’uomo Remo Fasani / di professione prima contadino / e dopo insegnante, / di fede contestatore solitario, / di patria svizzero, / di parlata e indole lombardo, / (alpestre, alpestre molto), di cultura italiano (fiorentino) / e un po’ tedesco (Hölderlin) / cinese (Li Po) / che tra Coira, Zurigo, Neuchâtel / ha vissuto esattamente finora / in esilio metà della sua vita, / che considera Budda l’Uomo, / Asoka il Sovrano / e dunque osa dichiararsi / cittadino del mondo …” (Il Sogno, dalla raccolta Oggi come oggi 1973-76). Cittadino del mondo, ma anche cittadino della sua valle, coscienza poetica e critica del Grigionitaliano.

Frequentate le scuole elementari e secondarie a Mesocco, la Scuola Magistrale di Coira, Remo Fasani prosegue gli studi alle Università di Zurigo e di Firenze. Maestro alle scuole secondarie di Poschiavo e di Roveredo Grigioni e alla scuola cantonale di Coira, dal 1962 al 1985 è docente di lingua e di letteratura italiana all'Università di Neuchâtel.

A soli venticinque anni pubblica una raccolta di poesie nella quale si dimostra autore di talento, capace di individuare alcuni dei temi essenziali della sua poesia: la solitudine dell'uomo, la ricchezza della via contemplativa, l’incanto della natura.

Uomo di carattere riservato e spigoloso, cresce culturalmente alla scuola dei toscani (Dante in primo luogo), quindi dei tedeschi (Hölderlin in particolare), per poi lasciarsi sedurre dal fascino delle filosofie orientali (buddhismo, in primis).

Una forte vena ecologica lo spinge ad assumere atteggiamenti fortemente polemici, soprattutto nella difesa della sua valle e più in generale della natura: “Ci avete preso il treno, le cascate. / Ci avete dato, assurda, un’autostrada, / tetre officine. Ci volete imporre / le scorie radioattive. Maledetti!” (da Pian San Giacomo, 1983).

L'opera poetica, considerata come il punto più alto della sua produzione letteraria, trova l'ispirazione nelle materie originarie che lui stesso ha indicato: "quella della montagna e quella dell'impegno". Tanto che è possibile circoscrivere l'opera di Fasani in un duplice movimento. Verso la vita contemplativa che individua nella Natura la sua dimensione ideale e verso la vita attiva che si traduce nell'impegno per un mondo da salvare. La prima fase del lavoro poetico, dal 1943 fino al 1968 (con un appendice nell’ultimo decennio, a partire da Il vento del Maloggia del 1997), appare contrassegnata da una disposizione idilliaca: una poesia meditativa, con frequenti descrizioni del proprio mondo alpestre. La seconda fase segna invece la fine dell’idillio ed apre al sociale, al politico. La materia ispiratrice viene attinta non più dalle esperienze interiori, bensì dalla storia e, più spesso, dalla cronaca.

Rupert
04-October-2012, 04:01
Sera alpestre


Una luce di vino
brucia sul filo delle nevi
e sulle rocce un brivido è sospeso.
Viene la notte,
poi viene il vento che ubriaco
urta le vecchie case
e si arrovella ancora in fondo ai sogni
Già su tutte le balze
aleggia la vertigine,
un falco stride lungo l'aria vuota.


© Remo Fasani, da: Senso dell'esilio: 1944-45,
Edizioni di Poschiavo, Poschiavo 1945

Tratto da:
http://www.lyrikline.org/index.php?id=162&L=1&author=rf00&show=Poems&poemId=1607&cHash=ebae5fd68d

Rupert
04-October-2012, 04:07
Appari! grido, Appari! alla montagna,
che senza fine lungo i giorni e il tempo
da me volge lo sguardo e resta sola.
Appari! la montagna mi risponde...
E questa voce non è ancora spenta
che già torna invincibile il silenzio
e l'orma antica pasce sulle rocce.

© Remo Fasani
Da: Un altro segno: 1959-64

All'insegna del pesco d'oro, Milano 1965

Tratto dal sito:
http://www.lyrikline.org/index.php?id=162&L=1&author=rf00&show=Poems&poemId=1608&cHash=d60e26571a

Rupert
04-October-2012, 04:10
Il fiume... la mia infanzia n'era tutta
vinta. Veniva di lontano e andava
lontano. E mi affacciavo al suo mistero,
a quel suo mondo che mi rivelava
la vita accesa istante per istante.

Una bolla, e la seguo con il fiato
sospeso, vedo che si frange a un gorgo,
o ristà, prigioniera, dietro un sasso,
o si allontana e perde. Poi mi volto,
ne cerco e seguo un'altra, ancora un'altra.

Il fiume era le stagioni, l'anno.
In crescita e turbato da principio,
poi ricolmo, sospeso a cielo e nuvole,
poi fondo limpido a se stesso, agli altri,
infine vetro, anche senza gelo.

Ma più era le piene, le alluvioni.
Un giorno o due di furia... Poi la calma,
il ritorno alla norma e lo stupore
di non trovarla. Il fiume ora appariva
un altro, aveva dislocato tutto.

E qualche cosa andava dislocandosi,
ora, in chi lo guardava. E non soltanto
per lo sfacelo: per la trama tenera
su certe sabbie prima inesistenti.
La grazia ch'era al fondo della furia.

(http://www.lyrikline.org/index.php?id=162&L=1&author=rf00&show=Poems&poemId=1609&cHash=d8611f3a4d#top)© Remo Fasani (196)

Da: Qui e ora

Edizioni Pantarei, Lugano 1971



Tratto da:
http://www.lyrikline.org/index.php?id=162&L=1&author=rf00&show=Poems&poemId=1609&cHash=d8611f3a4d

Rupert
04-October-2012, 04:16
Vi siete rifugiati ed esiliati
nel dialetto, l'idillio sempiterno.
Ora nel vostro limbo state in pace.
Il mondo è grande, ha paradiso e inferno.

(http://www.lyrikline.org/index.php?id=162&L=1&author=rf00&show=Poems&poemId=1611&cHash=3ec4ab218d#top)© Remo Fasani
Da: Altre quaranta quartine.


Tratto da:
http://www.lyrikline.org/index.php?id=162&L=1&author=rf00&show=Poems&poemId=1611&cHash=3ec4ab218d