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Visualizza la versione completa : Grazie dell'invito, mi chiamo Josephine Tey



zio fred
25-September-2012, 22:41
Non sono solito parlare di libri non ancora letti ma desidero presentarvi Josephine Tey inserita nel novero delle gialliste classiche inglesi con Agatha Christie, Ngaio Marsh, Dorothy L. Sayers. E non pare poco.
Forse l'ha citata Dolores nella sua enciclopedia gialla ma confesso di aver saltato qualche dispensa e ne parlano così bene che ho acquistato subito a scatola chiusa come un cofanetto Sperlari i suoi 3 romanzi che leggerò e di cui magari dirò.
Josephine Tey in realtà Elizabeth ( e già ho un debole per le Elizabeth) Mackintosh, era un'insegnante scozzese che cominciò con il teatro e scrisse numerosi plays di argomento storico. E poi al teatro si aggiunsero i romanzi gialli, in particolare le indagini dell'Ispettore Alan Grant. Grant appartiene al genere dell'ufficiale di polizia di buona famiglia, educato in una public school, dotato di ottime maniere e interessi letterari ed utili conoscenze: non nobile come lord Peter e parrebbe una giusta misura tra lo snob Linley ed il ruspante Wexter.
Siamo nell'Inghilterra di paesini di campagna e strade londinesi, teatri shakespeariani e magioni della buona, vecchia e solida gentry. P.D. James dice che tutto ciò fa dei gialli teyiani quasi dei romanzi storici, con la loro rievocazione di un'epoca gentile, pacifica e rispettosa delle gerarchie (dove comunque abbondavano i cadaveri e Scotland Yard era sempre occupata).
Mondadori ha pubblicato recentemente alcuni Oscar con belle copertine di Mike Wiggins,illustratore Penguin: tre avventure di Grant come È caduta una stella (Shillings for candles, 1933), La strana scomparsa di Leslie (To love and be wise, 1950), La figlia del tempo (The daughter of time, 1951) e poi Il ritorno dell'erede (Brat Farrar, 1949), giallo atipico con un mistero che torna a galla in maniera inaspettata.
La figlia del tempo fu scelto dalla Crime Writers Association nel 1990 come 'miglior giallo di tutti i tempi' ( è pur vero che ho già sentito di un migliaio di gialli votati come il miglior giallo di tutti i tempi!) ma molti elementi contribuiscono al fascino dei libri: la lucidità psicologica, l’understatement,la saggezza disincantata della voce narrante, il disinteresse per le tracce materiali analizzate scientificamente che caratterizzò altri personaggi in contrapposizione all’insopportabile Sherlock Holmes, come Padre Brown e Miss Marple.
Si aggiunge un dialogo brillantissimo, che trasforma spesso il racconto in commedia satirica, prendendo di mira soprattutto i pretenziosi rappresentanti del mondo intellettuale.
Nel web trovo commenti molto positivi su questa scrittrice e di quanto si trova nei suoi romanzi:
-Un detective gentiluomo, Alan Grant persona assennata e prudente ma non per questo rigida e conformista. Aperto alle novità, curioso di ciò che lo circonda, in punta di piedi entra ed esce da mondi diversi senza la pretesa di appartenervi totalmente ma pronto ad assaporare le bellezze di ognuno.
-Una serie di comprimari, più o meno abituali, che grazie all’indiscutibile abilità della scrittrice nell’arte teatrale hanno la peculiarità di una rappresentazione di dettaglio: completa, espressiva, convincente.
-Un’ambientazione evocativa fatta di paesaggi dipinti ad olio e carboncino: si va dalla campagna inglese dei piccoli centri urbani, alle Highlands Scozzesi, tributo alle terre selvagge, luogo natio della scrittrice.
-Storie appassionanti dalla trama tesa ed equilibrata tra vicenda principale e le comprimarie,spesso inserite per alleggerire l’atmosfera, che spaziano anche all’intrigo sentimentale.

E sullo sfondo quel mondo tutto british, inciampando tra maiali di Wodehouse e cadaveri sempre educati che aspettano la cameriera del mattino per farsi trovare, mondo che zio Fred ricorda con nostalgia perché allora si perdeva meno tempo al computer e si correva di più la cavallina.

Diamo dunque il benvenuto e la parola a mrs. Josephine Tey.

zio fred
03-October-2012, 23:21
Sono circa a metà di E’ CADUTA UNA STELLA ed esprimo la soddisfazione nell’aver scovato questa scrittrice che proprio mi aggrada.
Vediamone i motivi, naturalmente secondo il mio gusto.
Innanzi tutto non ci si perde in chiacchiere, nel senso che la vicenda scorre fluida e la lunghezza, o brevità, dei capitoli si mantiene equilibrata senza costringere a tirate faticose. Il libro è di 210 pagine, poco se si considera lo spessore dei volumi attuali, alcuni molto apprezzati come fermaporta. Lasciamo perdere i grafomani della domenica ma anche le mie amate P.D.James e Elizabeth George esagerano a volte nella presentazione di personaggi raccontandoci di avi e trisavoli.
Qui siamo nel giusto e le figure si conoscono via, via che scorre la vicenda; anche il commissario Grant, e questo è il primo libro in cui appare, viene tratteggiato brevemente, come si presenterebbe se lo incontrassimo.

Un sottile humor rende piacevole la lettura pur con la suspence che si confà ad un giallo ed in alcune battute fulminanti ritrovo quasi mio nonno Wodehouse: il commissario Grant in un villaggio di campagna sta parlando ad una ragazzina appena incontrata:

“ …non permetta alle apparenze di influenzare il suo giudizio, signorina”
“Ma non lo faccio. Però non c’è niente di male nel giudicare dalla apparenze, se si è bravi a farlo. Lei lo comprerebbe un cavallo sauro malconcio con gli occhi troppo vicini?”
Che conversazione straordinaria, pensò Grant.
La ragazzina lo osservò e Grant si ritrovò a sperare, con un fervore che lo sorprese, di non rientrare nella categoria dei “sauri malconci”
“Lei comunque è molto di più il mio tipo. Mi piacciono le persone con gli zigomi scolpiti. Arrivederci sig. Grant”.

A proposito di questa ragazzina che si sta rivelando personaggio decisivo vengono in mente alcuni enfants terribles di Martha Grimes; ma la Tey scrive cinquant’anni prima e mi viene il sospetto che sia piuttosto la Grimes ad aver preso appunti. Ora che ci penso anche Grant assomiglia un po’ al commissario Jury, anzi viceversa.
Insomma questa lettura mi rilassa beatamente più di una tisana calda, più che preparare un Martini (meno però che berlo) e son dispiaciuto di aver già superato la metà delle pagine. Come vedete vengo a scrivere, cincischio e temporeggio, mi trastullo e gingillo, spesso mi interrompo assumendo un’aria pensierosa e profonda come gli psicanalisti quando ti ascoltano mentre in effetti pensano alla spesa di tarda sera al supermercato.

Dice la P.D.James “sono felice di sapere che i lettori italiani proveranno lo stesso piacere che provo io ogni volta che rileggo un romanzo di Josephine Tey”

Lo posso confermare, madam.

p.s. da questo libro fu tratto il film "giovane e innocente" del 1937 girato in Inghilterra da un giovane regista di nome Hitchcock, prima di trasferirsi ad Hollywood

http://s16.postimage.org/vq15xbtx1/filmmm.png (http://postimage.org/)
photo sharing (http://postimage.org/)

zio fred
11-October-2012, 14:21
Terminato “E’caduta una stella” confermo il mio apprezzamento.
Prima di bruciarmi “La strana scomparsa di Leslie” ho trovato su una bancarella ( a proposito questo è un altro dei meriti del libro cartaceo, ve la immaginate una bancarella di e-book?) il romanzo “Miss Pym” scritto dalla Tey nel 1946 che è la vicenda di una scrittrice di psicologia invitata in un college femminile a tenere una conferenza. Qui, anziché un solo giorno, decide di fermarsi e ne succedono delle belle….
L'ho letto subito e dirò che non mi ha entusiasmato pur ben scritto , ma forse anche perché mi viene da confrontarlo ad altri thriller ambientati in college inglesi che consiglio a chi piacesse questa location o volesse compensare giovanili frustrazioni scolastiche leggendo di docenti ammazzati: mi viene in mente un Le Carrè intitolato “Un delitto in classe” oppure “Scuola omicidi” di Elizabeth George o anche "Il teorema di Cambridge" di Cape Tony e mi manca l’unico Dorothy Sayers non tradotto in italiano, chissà perché, che si intitola “Gaudy night” con Lord Peter che torna nel suo college e che dev'essere bellissimo.
Uno scellino e tutta la mia riconoscenza a chi me lo traduce: son disposto a leggerlo anche come file di word sul mio computer e...., massì, anche come e-book!

zio fred
18-October-2012, 20:02
Immagino siate trepidanti sul secondo libro della Tey.
LA STRANA SCOMPARSA DI LESLIE conferma uno stile di narrazione gradevolissimo che non assomiglia a nessun altro se non a quello di Martha Grimes che però arriva 50 anni dopo. Non vi è la serietà un po’ cupa della P.D.James nè quella algida di Elizabeth George e nemmeno assomiglia all’impettito monsieur Poirot, che peraltro si offenderebbe se qualcosa gli assomigliasse. Può venire in mente come descrizione dei paesini inglesi la Christie di miss Marple ma la Tey sa aggiungere un sottile humor che pervade tutto il dialogo e rende assai piacevole la lettura. Dialogo che scorre pulito e si avvale evidentemente della esperienza di scrittrice di teatro e insomma tutta la vicenda si sviluppa all’interno di una dimensione da far rimpiangere che il libro sia già finito al contrario di molti odierni che si stiracchiano inutilmente e non la finiscono più.
A pensarci bene tutti i migliori autori dell’epoca d’oro del giallo si sono mantenuti intorno ad una dimensione da canone classico e non ricordo un Giallo Mondadori che fosse molto più lungo di 200 pagine: eppure lì dentro ci sono tutti i capolavori gialli di sempre.
Oggi al contrario se non presenti 500 pagine rischi che l’editore non accetti il libro e così abbiamo descrizioni di personaggi che risalgono al trisavolo o di ambienti da far invidia al FAI; utili solo alle tasche dello scrittore che poi magari nemmeno è roba sua e trova un archivio di biografie ”virtuali” già belle pronte a cui attingere come una spia tra diverse identità: ti serve un Simon? 45 biografie possibili, serve una Helen? 73 biografie possibili,….
LA STRANA SCOMPARSA DI LESLIE è di “sole” 205 pagine belle ricche e senza fronzoli.

Per non sembrare troppo adulatore della Tey vediamo di trovare qualche critica: due in particolare.
La prima è che ad un certo punto del libro si fa riferimento ad una precedente indagine di Grant con dettagli disdicevoli su quanto accaduto: mi son coperto gli occhi saltando queste righe ma la scrittrice non me lo doveva farlo. Penso si riferisse a SABBIE CANORE uscito come Giallo Mondadori ormai quasi introvabile che ho pescato su ebay ma non ancora letto. Non sopporto di conoscere le trame dei libri, non leggo neppure la controcopertina salvo limitarmi a quando e dove si svolge o se vi è un certo personaggio (compro la Bartlett di Petra Delicado ma non gli altri suoi) sia per mio gusto che per la serie non si può leggere tutto.
Qui invece ci si mette anche la P.D.James nell’introduzione a raccontarci le trame e pure il titolo, qui Tey non ha colpe, che fastidiosamente preannuncia qualcosa della vicenda e tra l'altro non c'entra con quello originale “Love and be wise”. A volte i titoli italiani sono colpi di genio ( vale anche per il film) a volte delle schifezze.
La seconda gravissima mancanza è a pag.129: un’amica di Grant gli propone dopocena un bicchierino tra “Drambuie, Bendictine, Strega, Grand Marnier, Bols, Chartreuse, Slivovitz, Armagnac, Cognac, Rakia, Kummel, sciroppi francesi assortiti e il cordiale al ginger della signora Thrupp”.
Trovo assolutamente imperdonabile che manchi nell’elenco il Martini!

Wentworth
18-October-2012, 23:43
Hey Zio Fred pensavi di esserti liberato di me? Ah ah
No sono stato in letargo per mesi ma appena sento puzza di campagna inglese, quando arriva l'autunno con le prime nebbie londinesi, mi sveglio dal grande sonno...
Josephine Tey....ho portato un paio di libri la scorsa estate in Croazia, splendida, come poteva essere altrimenti?
Ma ti confesso che mi ha anche procurato fantastici pisolini sotto l'ombrellone.
Ho preferito Il ritorno dell'erede a La strana scomparsa di Leslie, a breve leggerò i restanti due pubblicati da mondadori.
Ciao a tutti, e visto che ho parlato tanto di sonno e sonnellini....torno a dormire!
W.

Sir Galahad
19-October-2012, 17:53
Immagino siate trepidanti sul secondo libro della Tey.

Si, infatti io stanotte non ho dormito nell'attesa snervante...:lol: :lol: :lol:
Ciao, zio Freud ;)

zio fred
24-October-2012, 22:36
Quando mi piace uno scrittore cerco di leggere tutti i suoi libri così oltre ai 4 ristampati per Mondadori, ho trovato su ebay questo raro LIVIDO SULLA SPALLA e l’ho preso subito.

http://s13.postimage.org/8uj7e4tw7/tey.png (http://postimage.org/)
photo hosting sites (http://postimage.org/)


Con mio stupore lo vedo pubblicato per i GIALLI PROIBITI Longanesi e faccio fatica ad immaginare la Tey anche solo raccontare barzellette sconcie. Inoltre se lo avessi visto su una bancarella non l’avrei mai considerato, mica per pudicizia sapete, è che ho un vago ricordo di qualche “giallo proibito” letto da adolescente che di proibito non aveva proprio niente. Trovavo più pruriginose le novelle del Bandello e assai più scollacciate le copertine dei long play di Fausto Papetti, per non dire di quei primi film da titoli improponibili tipo “mondo cane di notte n.2” dove per vedere cinque minuti di spogliarello ti sorbivi un’ora di macelleria. Però come cantava la Cinquetti Quelli erano giorni, oh si erano giorni, al mondo non puoi chiedere di più….

Ma torniamo alla Tey.
Come immaginavo di proibito non c’è assolutamente nulla e la fanciulla occhieggiante in copertina è promessa da marinaio; inoltre è leeeeeeeeeeeeeeeeento, mooooolto lento, manca di quello humor che ho così apprezzato in altri suoi libri e francamente mi ha deluso.
La trama è un bianco e nero alla Hitchcok primissima maniera ma senza la scena madre, è un blues di John Coltrane ma senza una bella girl seduta al night, è una Juventus in Champion: come capite stiamo parlando di eccellenza però,insomma, lo dico francamente, questo risulta decisamente palloso.
Non svelo nulla della trama come mia abitudine dico solo che il finale si anima un po’ con il processo in Assise concluso alla Perry Mason dal protagonista che è un avvocato e ci si aspetta fino alla fine che intervenga il commissario Grant mentre invece pur apparendo rimane sullo sfondo.
Insomma lasciate perdere (pure tu caro wentworth se non l'hai già letto) anche perché l’unica copia in circolazione l’ho comperata io.
ciùla

zio fred
05-November-2012, 18:58
E parliamo di SABBIE CANORE, scritto nel 1953 , uscito per i Gialli Mondadori nel 1991 ora piuttosto introvabile. Definirlo giallo sarebbe riduttivo. Diciamo che appartiene ai gialli perché c’è un cadavere in situazione molto “poirotiana” trovato nello scompartimento di un treno, non l’Orient express ma pur sempre un espresso che arriva nelle nebbie mattutine della stazione dopo ore di viaggio. E c’è una poesia/filastrocca misteriosa che richiama certi enigmi alla Ellery Queen

Le bestie parlanti
I rii fermi a indugiare
Le pietre vaganti
Le sabbie canore
………………….
Fan la guardia alla via
Verso il Paradiso.

Ma è anche un libro di introspezione e di ricerca intimista del proprio recupero ( viene in mente il Linley sconvolto che si aggira sulle coste della Cornovaglia in “La donna che vestiva di rosso” ) con Grant convalescente che scende dal treno per riposarsi lontano da Scotland Yard presso una cugina, dopo aver subito quello che oggi si chiamerebbe stress da lavoro correlato vissuto in forma claustrofobica. Qui la Tey si dimostra davvero brava nel descrivere le sensazioni patologiche di Grant ed un grande plauso va anche a Maria Grazia Bianchi Oddera che ha tradotto magnificamente il linguaggio (annoto en passant che i 3 libri ora ristampati dalla Mondadori hanno tre traduttori diversi ma non costei, peccato).
Così pian piano ci troviamo ad accompagnare Grant nella sua fase di recupero psicologico, avvolti nei silenzi delle brughiere del grande nord scozzese e ancora su, su fino alle Ebridi e davvero splendide le pagine che ci portano ad osservare con lui l’immenso panorama delle spiagge brulle e grigie, spazzate dal vento e dalle onde dell’Atlantico. Ecco le sabbie canore del titolo e siamo a fianco di Grant in queste lande alle origini del mondo, pescando salmoni, bevendo wisky con il prevosto, ascoltando discorsi in gaelico senza capirci nulla, infreddolito nella squallida stanza d’albergo dove si mangia malissimo e deve buttare sotto la cenere di nascosto le focaccine all’uvetta ed al bicarbonato come lievito di Katie Ann.
Ma avviene il miracolo, la magia di Prospero che spunta dalla tempesta perché qui ritrova la felicità e non fatica più a prendere sonno ma anzi da solo ride come un matto; poi di giorno riposato come non gli accadeva da tempo si risente tanto più forte quanto più è curvo sotto le raffiche del vento nel porticciolo.
Alla cura contribuisce il solito ragazzino terribile che rappresenta nei romanzi della Tey il “fool” scespiriano, un Gianburrasca sempre presente sotto diverse vesti e qui impersonato da un rosso e lentigginoso cuginetto scozzese che parla come Oscar Wilde ed è salvifico per Grant più di un anno dallo psicanalista.

Insomma strano libro, che non ti entusiasma forse mentre lo leggi ma ne hai nostalgia appena finito, proprio come una camminata lungo le coste scozzesi o che so al castello di Dunnottar sul mare (quello usato da Zeffirelli per il suo Amleto, chi c'è stato mi comprende) smoccolando mentre sei lì contro il brutto tempo ma in fondo sentendoti orgoglioso di appartenere per un attimo a quello scenario da inizio del tempo o da fine del mondo (speriamo la prima), in sintonia con la natura come capita solo davanti ai grandi spettacoli e ti senti un gabbiano, ti senti Ulisse che prende il mare, ti senti insieme un piccolo e grande uomo.

Un librettino da niente, camuffato da giallo che se lo vedi sulle bancarelle non gli dai un’euro ma che apre il cuore.


http://s11.postimage.org/mvdjxtnyb/sabbie.png (http://postimage.org/)


p.s. te lo consiglio mio affezionato e silenzioso Wentworth.

sydbar
08-November-2012, 09:22
Ho acquistato La figlia del tempo...vi saprò dire subito dopo averlo letto.
Syd