PDA

Visualizza la versione completa : Anacreonte



Sir Galahad
28-October-2011, 20:22
Anacreonte

Tra i lirici greci, Anacreonte si distinse per la leggera profondità del tema. Dalla Anacreontee oggi leggo:
http://1.bp.blogspot.com/_6INqKvhbJZ0/SfSwULcCT5I/AAAAAAAAAEg/vePaP_YaY3Y/s320/eros.jpg

Un'ape che dormiva tra le rose,
non la vide Eros, che ne fu trafitto in un dito:
lanciò un grido percuotendosi le mani
e di corsa e a volo venne dalla bella Citerea:
"Madre, son finito, son finito e sto morendo,
mi hacolpito un serpentello con le ali,
che è chiamato qui dai villici la pecchia ".
E lei disse:
"Se si soffre per un pungiglion d'ape,
quanto pensi che si soffra
per i colpi che tu infliggi?"

silvia77
01-November-2011, 01:06
Con una palla purpurea, di nuovo,
Eros chioma d'oro mi colpisce,
e mi invita a giocare
con una fanciulla dal sandalo variegato.
Ma lei - è di Lesbo
ben costruita - disprezza
la mia chioma che è bianca,
e di fronte a un'altra sta a bocca aperta.

silvia77
01-November-2011, 01:11
Porta l'acqua, porta il vino, ragazzo,
e portami corone di fiori
che voglio fare a pugni con Eros.

Sir Galahad
01-November-2011, 09:46
Puledra tracia, perchè dunque tu, lanciandomi occhiate di traverso ,
senza pietà mi sfuggi? Credi forse che io sia un buono a nulla ?
Sappilo bene, io potrei facilmente metterti il morso,
e tenendo le briglie potrei farti girare attorno alle mète del tracciato;
adesso invece tu pascoli nei prati e ti diverti saltellando leggera.
...Perché tu non hai un cavaliere esperto che ti monti.

Sir Galahad
01-November-2011, 11:46
Della collocazione storico-letteraria di Anacreonte
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/97/Anacreon_monte_calvo.jpg/200px-Anacreon_monte_calvo.jpg

(Anacreonte ritratto nell'atto di cantare e suonare la lira - da Wikipedia)

Anacreonte di Teo (570-485 a.C.n.) fu poeta itinerante, ed è inserito tra i poeti della cosiddetta Età classica della lewtteratura greca. Autore prolificodi versi melici, giambici ed elegiaci,delle sue opere ci sono giunti, però, circa duecento frammenti, giambici.
A.scrisse in lingua jonica, ed il suo stile è (passatemi il termine) segnato da profonda leggerezza, nel senso che dipinse i tratti più nascosti dell'animo umano con tratto e parole facilmente intuibili ed usate dal parlato comune. Lo stile è quindi semplice, limpido, vivace. Il tono a volte è anche satirico.
In A. son frequenti i poliptoti (stesse parole, ma con diverse terminazioni), le anafore, le personae loquentes (personaggi volutamente inseriti da Anacreonte ed esprimentesi in prima persona).
I temi sono: il simposio, l'amore etero- ed omosessuale, il vino, la politica, le vicende della vita della persona (ed è qui che lo preferisco, pittore come pochi dell'animo umano).

Indigowitch
12-February-2012, 20:31
Puledra tracia, perchè dunque tu, lanciandomi occhiate di traverso ,
senza pietà mi sfuggi? Credi forse che io sia un buono a nulla ?
Sappilo bene, io potrei facilmente metterti il morso,
e tenendo le briglie potrei farti girare attorno alle mète del tracciato;
adesso invece tu pascoli nei prati e ti diverti saltellando leggera.
...Perché tu non hai un cavaliere esperto che ti monti.

Sempre adorato questa poesia,sembra quasi di vedere la fanciulla sdegnosa che gira le spalle al poeta un po' attempato!:mrgreen:
Sai che in un'altra versione il "lanciare occhiate di traverso" viene tradotto con "guardare storto, con aria torva"?
E' interessante perché a seconda della scelta di traduzione il senso cambia, anche se di poco .;)

Sir Galahad
15-May-2012, 19:34
Sovra i mirti e fra le rose (trad.di Ugo Foscolo, 1821)



Sovra i mirti e fra le rose,
Sovra molli erbe odorose
Adagiato io voglio ber.
Deh, t'annoda al collo il manto,5
Bell'Amore! e mentr'io canto,
Corri a farmi da coppier.
Ahi! l'umana vita fugge
Come ruota che si strugge
Più che gira, e sempre va.10
Sonno eterno in poca fossa
Sulla polvere e fra l'ossa
Il mio corpo dormirà.
A che i balsami e i conforti
Sulle tombe? A che su' morti15
Tanto vino e tanti fior?
A me il nappo e la corona
Or ch'io spiro, or che risuona
La mia lira e m'arde il cor.
Vieni e meco ti trastulla;20
Qui m'invita la fanciulla
Che sa ridere e trescar.
Ah, Cupido! è meglio, innanzi
Che fra' morti ignudo io danzi,25
Dar gli affanni ai venti e al mar.

Sir Galahad
21-May-2012, 19:35
Biancheggiano già le mie tempie
e calvo è il capo;
la cara giovinezza non è più,
e devastati sono i denti.
Della dolce vita ormai
mi resta breve tempo.
E spesso mi lamento
per timore dell’Ade.
Tremendo è l’abisso di Acheronte
e inesorabile la sua discesa:
perché chi vi precipita
è legge che più non risalga.







Anacreonte dipinge con crudo realismo accompagnata da amarezza il timore per l'avvicinarsi dell'età senile. La vecchiaia priva l’uomo della bellezza e concede poco tempo alla dolce vita (...mi resta breve tempo) . La vecchiaia, qui, è descritta con timore, è vero (Biancheggiano... le tempie... calvo è il capo),però dona sempre alla persona che si inoltra nel tempo la facoltà di pensare sul valore della vita; così, Anacreonte teme soprattutto la morte ed esprime sgomento per la paura della discesa nell'Acheronte, da cui è stabilito che chi scende non risalga. La consapevolezza della finitudine umana è, allora, un bene per l'uomo stesso perchè con essa prende ragione, pur manifestando sentimenti estremi, della vacuità del tempo e della necessità di sostanziare gli ultimi anni della propria vita. Ricordiamo che secondo la concezione della Grecia classica Ade e la sua sposa Persefone- Proserpina [divinità psicopompe] erano i sovrani delle anime dei morti: dall' Acheronte, ultimo baratro, non c’era possibilità di ritorno alla vita; le anime, ombre senza vita , conducevano nell’Oltretomba un’esistenza imprecisa, come un riflesso della vita terrena, però priva della materialità e della consistenza.

Sir Galahad
24-November-2012, 10:10
Eros è come un fabbro:
mi stronca col suo enorme maglio,
poi mi lava il sangue
in un gelido torrente.