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Visualizza la versione completa : La libreria di Dolores



dolores
14-June-2012, 08:47
Il thread “La libreria di Elvira Coot” mi piace molto: è interessante, piacevole, ricco di suggerimenti di lettura. Così mi sono detta: perché non ne faccio uno simile anche io? Ed eccomi qua. ;)



Complice il Gruppo di Lettura dello scorso anno su “La strada” ho approcciato Cormac McCarthy. Il romanzo mi è piaciuto moltissimo, tanto da farmi decidere di approfondire questo autore.
Il secondo libro che ho letto non è un romanzo vero e proprio, è più una sceneggiatura teatrale. E' breve (119 pagine) e si legge in un lampo: Sunset Limited.

Descrizione:
La cucina di una casa popolare, un tavolo, due uomini seduti intorno. Uno dei due è bianco, l’altro è nero. Sul tavolo c’è una Bibbia. I due uomini parlano. Non si conoscevano prima di questa mattina, quando il nero ha strappato il bianco alle rotaie del Sunset Limited. Ora i due devono andare oltre. E così parlano. Dai due lati del tavolo, da prospettive, lingue e colori antitetici, fra picchi di comicità e abissi di disperazione senza contatto possibile oltre all’ingegno folgorante della penna che li ha partoriti.
Un inedito McCarthy che con questo “romanzo in forma drammatica” raggiunge il nucleo pulsante della sua indagine esistenziale. Non ci sono approdi, prese di posizione, risposte. C’è solo una domanda: che cosa ti divide dal tuo Sunset Limited?

https://encrypted-tbn0.google.com/images?q=tbn:ANd9GcSH0n6SHGnUhYMdqC6Ciih_p-4cvGdyTLqZnRPmh8gySW4T-R7nMw


"Forse non credo in niente. Credo nel Sunset Limited".

Bianco-Nero. Ateo-Credente. Professore-Operaio. Due uomini seduti uno di fronte all’altro si raccontano.
Quando si arriva alla decisione di suicidarsi, quando si raggiunge il proprio Sunset Limited non sono di certo i discorsi a far cambiare idea. Infatti quello che si svolge tra i due protagonisti non è uno scontro ideologico o una contrapposizione di filosofie di vita, ma la descrizione drammatica di due vite radicalmente opposte eppure, a mio parere, ambedue così umane.


Una scena tratta da “The Sunset Limited” con Tommy Lee Jones e Samuel L. Jackson:


http://youtu.be/tZR4plBGXPw

Elvira Coot
14-June-2012, 22:58
Toc toc! E' permesso? Ciao, Dolores, che bel salottino che hai! Mi siedo qui, posso? ;)

Anch'io ho conosciuto Cormac McCarthy tramite questo forum, curiosando fra le recensioni ho letto quella di "La strada" del gruppo di lettura e sono andata a prendermi il libro. Mi è rimasto impresso, devo dire, sensazioni terribili di solitudine, di grigio e di paura, non c'è dubbio che questo scrittore sappia entrare nell'animo del lettore e trasmettere direttamente emozioni e pensieri! Più che leggerlo, posso dire di sentirlo! Adesso, a causa tua, devo assolutamente leggere "Sunset Limited" ... come se già non avessi una lista lunga da qui all'eternità ..... :lol: :lol: :lol:

dolores
15-June-2012, 08:33
Toc toc! E' permesso? Ciao, Dolores, che bel salottino che hai! Mi siedo qui, posso? ;)

Anch'io ho conosciuto Cormac McCarthy tramite questo forum, curiosando fra le recensioni ho letto quella di "La strada" del gruppo di lettura e sono andata a prendermi il libro. Mi è rimasto impresso, devo dire, sensazioni terribili di solitudine, di grigio e di paura, non c'è dubbio che questo scrittore sappia entrare nell'animo del lettore e trasmettere direttamente emozioni e pensieri! Più che leggerlo, posso dire di sentirlo! Adesso, a causa tua, devo assolutamente leggere "Sunset Limited" ... come se già non avessi una lista lunga da qui all'eternità ..... :lol:

A proposito di "Da qui all'eternità"... sono riuscita a trovarne una copia tramite uno scambio su aNobii e spero di leggerlo presto: sono due volumi, per un totale complessivo di 1.090 pagine :shock:
Accomodati pure in questo salottino, sei ospite graditissima... ma ricordati che hai promesso di grattare le orecchie al mio avatar :lol:
Grazie.

dolores
15-June-2012, 08:40
Stoner - John Williams

Descrizione:
Pubblicato per la prima volta nel 1965, Stoner è stato ristampato dalla New York Review Books nel 2006. Negli Stati Uniti questa seconda uscita ha rappresentato una sorta di fenomeno letterario: il libro ha venduto più di 50.000 copie e gode di un entusiasta passaparola fra lettore e lettore.

Stoner è il racconto della vita di un uomo tra gli anni Dieci e gli anni Cinquanta del Novecento: William Stoner, figlio di contadini, che si affranca quasi suo malgrado dal destino di massacrante lavoro nei campi che lo attende, coltiva la passione per gli studi letterari e diventa docente universitario. Si sposa, ha una figlia, affronta varie vicissitudini professionali e sentimentali, si ammala, muore. E’ un eroe della normalità che negli ingranaggi di una vita minima riesce ad attingere il senso del lavoro, dell’amore, della passione che dà forma a un’esistenza.

Dalla Postfazione di Peter Cameron:
“William Stoner ha una vita che sembra essere assai piatta e desolata. Non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato; mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita; per quasi quarant’anni è infelicemente sposato alla stessa donna; ha sporadici contatti con l’amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo; per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù. Non sembra materia troppo promettente per un romanzo e tuttavia, in qualche modo, quasi miracolosamente, John Williams fa della vita di William Stoner una storia appassionante, profonda e straziante.
Come riesce l’autore in questo miracolo letterario? A oggi ho letto Stoner tre volte e non sono del tutto certo di averne colto il segreto, ma alcuni aspetti del libro mi sono apparsi chiari. E la verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria. E’ il caso che abbiamo davanti.
La prima volta che l’ho letto sono rimasto sbalordito dalla qualità della scrittura, dalla sua pacatezza e sensibilità, dalla sua implacabile chiarezza abbinata a un tocco quanto mai delicato. Dio si nasconde nei dettagli e in questo libro i dettagli ci sono tutti: la narrazione volteggia sopra la vita di Stoner e cattura ogni volta i momenti di una realtà complessa con limpida durezza […], e attraversa con leggera grazia il cuore del lettore, ma la traccia che lascia è indelebile e profonda".

https://encrypted-tbn1.google.com/images?q=tbn:ANd9GcRJ-U13bRA9BYwE_P_4c95dWNRgM-ifSKX6kPxzF2KnO7B5IX1M

Il mistero di una vita

Questo libro mi ha “assediata” per molto tempo: ogni volta che andavo in libreria mi strizzava l’occhio dallo scaffale, era presente nelle librerie e nelle “liste dei desideri” di vicini e amici, leggevo recensioni entusiastiche, eppure resistevo perché non lo ritenevo un romanzo che potesse piacermi. Ciò che mi ha convinta è stato leggere la recensione di un amico che aveva le mie stesse perplessità, ma che poi, leggendolo, diceva: “ho felicemente rinnegato me stesso”. Ecco una sfida: anche io sarei stata in grado di rinnegare “felicemente” me stessa?
Ho sempre aggredito la vita. Non sono una che sopporta o subisce stoicamente i colpi che riceve, reagisco sempre. Dunque la lettura di questo romanzo è stata per me molto drammatica e sofferta. Mi sono commossa, anche se non ho pianto per Stoner (giuro, nemmeno una lacrima), neanche quando ho letto questo brano, che è quello che mi ha colpita di più:

“Poi sorrise di gioia, come sull’onda di un ricordo: pensò che aveva quasi sessant’anni e avrebbe dovuto essersi lasciato alle spalle la forza di una tale passione, di un tale amore. Ma sapeva di non averlo fatto. Sapeva che non l’avrebbe mai fatto. Oltre il torpore, l’indifferenza, la rimozione, quell’amore era ancora lì, solido e intenso. Non se n’era mai andato. In gioventù l’aveva dato liberamente, senza pensarci; l’aveva dato a quella conoscenza che gli era stata rivelata – quanti anni prima? – da Archer Sloane. L’aveva dato a Edith, nei primi, ciechi, folli anni del corteggiamento e del matrimonio. E l’aveva dato a Katherine, come se fosse stata la prima volta. Stranamente, l’aveva dato a ogni momento della sua vita, e forse l’aveva dato più pienamente proprio quando non si rendeva conto di farlo. Non era una passione della mente e nemmeno dello spirito: era piuttosto una forza che comprendeva entrambi, come se non fossero che la materia, la sostanza specifica dell’amore stesso. A una donna o a una poesia, il suo amore diceva semplicemente: Guarda! Sono vivo!”.

Perché la vita può essere aggredita, può essere subìta. Ed è qui che Stoner mi ha “felicemente sconfessata”. Perché la vita può anche essere abbracciata.
Un romanzo bellissimo, che consiglio a tutti :D