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Sir Galahad
04-May-2012, 21:00
Rampicante selvaggio


Il rampicante selvaggio sale
verso l’alto e a lui vicino
un rovo segna i suoi steli spinosi
sulla scura argilla.

Il rampicante selvaggio riversa
su di lui i suoi germogli, per nascondere
le spine del rovo
con i suoi virgulti brillanti.

Smette di graffiare
nell’argilla scura, si snoda,
e si piega verso il rampicante selvaggio
man mano che si riversa su di lui.

Ero una ginestra spuntata
prima che tu mi amassi,
dolce selvaggio rampicante,
dolce germoglio di latte.

Le tue braccia bianche
hanno liberato le mie spine di rovo
e mi hanno ingentilito
dentro i nuovi virgulti.

Questa insolita compagnia
abbiamo mantenuto:
la tua facile bellezza
e la mia bruttezza.


Georgias Drosines (1859-1951)

Aleciccio
08-May-2012, 19:25
IL CONFINE DEL VENTO

Questa campagna esatta e laboriosa tenere tra le braccia,
masticarla piano, assaporare tra i denti una gioia
assoluta e senza credi, diventare lo sguardo fisso delle vigne,
essere i sentieri che corrono a perdifiato tra gli ulivi, vene
che ingurgitano i verbi della luce, la grammatica breve
degli insetti, le vite infinite e sconosciute, le chiome
nebulose dove si frange il volo della gazza, le aperte
geometrie, se potessi questa terra ingoiarla, digerirne
le masserie lucide di calce e di silenzi, essere il brusio
delle finestre, il richiamo misterioso dei pozzi, se potessi
essere la memoria di tutti i fili d'erba, essere io lo sguardo
il suono, il confine del vento.

Paolo Polvani

Aleciccio
08-May-2012, 19:32
Hanno arato i campi stamattina
e nel sole freddo dell’inverno
il dorso delle zolle brilla lucido
come un diamante estratto dal profondo
io credevo che il dentro della terra fosse buio:
non capivo dove i semi prendessero il coraggio
e i crochi
il colore della loro fioritura.

Francesco Tomada

Andrea
31-August-2012, 12:10
Non una nuvola in cielo


Cielo azzurro
Azzurro elettrico
Soffice serico
Azzurro delfinia!


Azzurro
Sì ecco il cielo questo
Mattino d'agosto
Ed estovestnordsud
Ho guardato tutti gli
Orizzonti
Completamente senza nubi
No nemmeno il brandello d'una
Nuvola bianca


Azzurro
Nient'altro che
Azzurro spazio
Azzurro specchio d'eternità
Les anges passent
In alto un battito d'ali d'angeli
Tenue azzurro
Liscio come il culo d'un bimbo
Avvolgente cantante azzurro!


Sì in questo mattino
Non c'è una nuvola in
tutto il cielo


Irving Stettner

daniela
31-August-2012, 12:21
Giardino

L'iridato
getto che il vento obliqua e sfrangia, vela
per un istante il paesaggio
lo appanna come una memoria.
Poi di colpo s'imprimono
nella stillante acqua il fico, il nespolo
del Giappone, arde il chiaro
deliquio delle rose. A sommo
del muro gli archi del loggiato, le
persiane verdi e nere
s'inseguono, più su la fuga ilare
dei meli scende a picco, scendono
monti e ombre di monti.
Bellezza un poco cruda, non mia forse,
e troppo mia,
come una spada lampeggiante un giorno
mi feristi nel sonno adolescente,
dentro t'ebbi a non farmi più dormire.

Sergio Solmi

Aleciccio
03-September-2012, 14:49
UN’ALTRA ROSAÈ da giorni sul tavolo. Un’amica
me l’ha regalata senza alcun motivo,
come viene e va la felicità,
senza alcuna intenzione che potesse
farla simbolo di qualcosa.
Ora che ha perso il colore
e che sono seccati i suoi petali
e ha l’odore delle cose perdute
ora dice che non se ne vanno solo
la felicità o l’amore,
ma che passano anche i giorni vuoti,
che non c’è modo di nascondersi dalla vita,
che la fine è la stessa,
che quello che non è neppure cominciato tuttavia finisce.
E la vita, è già compiuta? È tardi per riviverla?

MARTÍN LÓPEZ-VEGA

Andrea
13-September-2012, 12:18
In un angolo del giardino, tra schiuma di sapone,
alcune rose si sono piegate sotto il peso del loro profumo.
Nessuno ha sentito l’odore di queste rose.
Nessuna solitudine è piccola.


Ghiannis Ritsos

Andrea
18-October-2012, 11:37
Viene il vento.
Non ha in sé domande.
Non l’hanno invitato a venire.


Accarezza come sa,
come ha sempre fatto, come fosse
ancora possibile, anche qua.


Natan Zach

daniela
28-June-2013, 22:10
Agave

Non sono utile nè bella,
non ho colori lieti nè profumi;
le mie radici rodono il cemento,
e le mie foglie, marginate di spine, mi
fanno guardia, acute come spade.

Sono muta. Parlo solo il mio linguaggio di
pianta, difficile da capire per te uomo.
E un linguaggio desueto,
esotico, poichè vengo di lontano,
da un paese crudele
pieno di vento, veleni e vulcani.

Ho aspettato molti anni prima di
esprimere questo mio fiore altissimno e
disperato, brutto, legnoso, rigido, ma teso
al cielo.

E' il nostro modo di gridare che
morrò domani. Mi hai capito adesso?

10 settembre 1983
Primo Levi

http://livefluid.com/Blogimagenew/agave.jpg

DarkCoffee
16-September-2013, 12:15
La valle silenziosa

Si è scatenato il silenzio.
Presso la valle, un salice dal corpo maestoso.
Nel cielo, la tinta del tramonto
il passaggio d'una nuvola bianca.

Nelle vene di ogni foglia scorre silenziosa la brezza.
Dietro ogni roccia c'è un panico in agguato.
Dietro un sasso, una lucertola ha allungato il collo.
Per timore della valle silenziosa
ha nascosto il movimento del corpo.
Guarda la strada: fredda, secca, amara, triste.

Come una serpe sul corpo del monte,
striscia una strada
[e] sulla strada, un viandante.
Il pensiero della valle e della solitudine
ha fatto scorrere timore nelle sue vene
la vista in ogni angolo ha disegnato la sorgente dell'immaginazione:
da ogni varco del corpo del monte
è strisciato una serpe.
Dietro ogni sasso la spina con ira
ha sguainato un pugnale.

Il tramonto è volato via dal monte.
Alla vista, è smarrita l'immagine della strada e del viandante.
Una grande malinconia colma d'immaginazione
è posata sulle rocce.
All'interno della valle buia
il silenzio si è scatenato.

Sohrab Sepehri

daniela
02-February-2015, 15:19
GLI ALBERI

Guardavamo i nostri alberi, era dall’alto
della terrazza che ci fu cara, il sole
si teneva vicino noi quella volta ancora
ma ritirandosi, ospite silenzioso
sulla soglia della casa in rovina,
che gli lasciavamo immensa, illuminata.

Vedi, ti dicevo, fa scivolare sulla pietra
disuguale, incomprensibile, dove siamo appoggiati,
l’ombra delle nostre spalle confuse,
quella dei mandorli vicini
e quella dell’alto dei muri che si unisce alle altre,
bucata, barca bruciata, prua che va alla deriva
come un sovrappiù di sogno o di fumo.

Ma laggiù le querce sono immobili,
neppure l’ombra si muove, nella luce,
sono le rive del tempo che scorre qui dove noi siamo
e il suolo è inavvicinabile tanto è rapida
la corrente gonfia di speranza della morte.

Abbiamo guardato gli alberi un’ora intera.
Il sole aspettava tra le pietre
poi distese pietosamente
verso gli alberi, più giù nel burrone,
le nostre ombre che sembravano raggiungerli
come allungando le braccia si può toccare,
a volte, nella distanza tra due persone
un istante del sogno dell’altra, che non ha fine.

Yves Bonnefoy
traduzione di Mario Benedetti

daniela
03-February-2015, 22:16
Agave

Non sono utile, né bella,
non ho colori lieti né profumi;
le mie radici rodono il cemento,
e le mie foglie, marginate di spine,
mi fanno guardia, acute come spade.

Sono muta. Parlo solo il mio linguaggio
di pianta. Difficile a capire per te uomo.

E un linguaggio desueto,
esotico, poiché vengo di lontano,
da un paese crudele
pieno di vento, veleni e vulcani.

Ho aspettato molti anni prima di esprimere
questo mio fiore altissimo e disperato,
brutto, legnoso, rigido ma teso al cielo.

E' il nostro modo di gridare che
morrò domani. Mi hai capito adesso?

10 settembre 1983
Primo Levi

3142

(l'agave produce nella sua vita un solo fiore, dopodiché muore)

Claire
20-February-2015, 11:35
Un tempo gli alberi avevano occhi

Un tempo gli alberi avevano occhi,
posso giurarlo,
so di certo
che vedevo quando ero albero,
ricordo che mi stupivano
le strane ali degli uccelli
hemi sfrecciavano davanti,
ma se gli uccelli sospettassero
i miei occhi,
questo non lo ricordo più.
Invano ora cerco gli occhi degli alberi.
Forse non li vedo
perché albero non sono più,
o forse sono scivolati lungo le radici
nella terra,
o forse,
chissà,
solo a me m'era parso
e gli alberi sono ciechi da sempre...
Ma allora perché
quando mi avvicino
sento che
mi seguono con gli sguardi,
in un modo che conosco,
perché, quando stormiscono e occhieggiano
con le loro mille palpebre,
ho voglia di gridare -
Cosa avete visto?...

Ana Blandiana

daniela
18-May-2016, 22:18
4139
La rosa

La rosa
che l'inverno dischiuse,
svolse, innervò, arricciò,
vetrificò
d'incarnatini zuccheri, venò
d'impercettibile sangue. Fissata
nel suo gelo oltrevita, la penso
perfetto emblema d'un giorno, a disfarsi
non destinata foglia
dopo foglia nel molle
sfacelo delle stagioni, ma come
aereo, spettrale cristallo, di colpo
a frangersi.


Sergio Solmi