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Visualizza la versione completa : "Rari nantes in gurgite vasto..." la poesia antica



Andrea
21-March-2012, 19:11
Un esercito di cavalieri, dicono alcuni,
altri di fanti, altri di navi,
sia sulla terra nera la cosa più bella:
io dico, ciò che si ama.
È facile far comprendere questo ad ognuno.
Colei che in bellezza fu superiore
a tutti i mortali, Elena, abbandonò
il marito
pur valoroso, e andò per mare a Troia;
e non si ricordò della figlia né dei cari
genitori; ma Cipride la travolse
innamorata.

...

ora mi ha svegliato il ricordo di Anattoria
che non è qui;
ed io vorrei vedere il suo amabile portamento,
lo splendore raggiante del suo viso
più che i carri dei Lidi e i fanti
che combattono in armi.

Saffo

Andrea
21-March-2012, 20:15
Gli astri intorno alla bella luna
subito nascondono l’aspetto lucente,
quando nel colmo della sua pienezza illumina
la terra tutta
... argentea.

Saffo

Andrea
21-March-2012, 20:19
"Ha fatto però una cosa non da poco:
ha mescolato parole greche alle parole latine".
O ritardatari delle belle lettere,
ritenete davvero difficile e meravigliosa
una cosa che riesce perfino a Pitoleone da Rodi?

Quinto Orazio Flacco

Rosy
21-March-2012, 21:58
Per quanto scontata, è la mia preferita.



"Vivamus, mea Lesbia, atque amemus
Rumoresque senum severiorum
Omnes unius aestimemus assis.
Soles occidere et redire possunt:
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
Da mi basìa mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum
deinde usque altera mille, deinde centum.
Dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus illa, ne sciamus,
aut nequis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum"

Traduzione.

Viviamo. mia Lesbia, e amiamoci
e i brontolii dei vecchi troppo severi
valutiamoli tutti un soldo!
I giorni possono tramontare e poi rinascere
per noi, caduta questa breve luce,
c'è una sola notte da dormire.
Dammi mille baci, e quindi cento,
poi altri mille, e poi cento ancora una volta,
e altri mille senza fine, e poi cento.
poi, quando ne avermo contate molte migliaia,
li mescoleremo, per non tenerne più conto,
perchè nessun maligno possa invidiarci,
sapendo che i baci sono tanti.

:-P:-P

daniela
21-March-2012, 22:36
Come la mela dolce rosseggia sull'alto del ramo,
alta sul ramo più alto: la scordarono i coglitori.
No, certo non la scordarono: non poterono raggiungerla.

Saffo

daniela
21-March-2012, 22:37
Tramontata è la Luna

Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte
anche giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.

Scuote l'anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.

Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.

Saffo

Andrea
14-May-2014, 12:41
Cuore, cuore agitato da affanni senza rimedi,
riemergi: attendendo il nemico difenditi opponendogli contro
il petto, e negli scontri coi nemici poniti, saldo,
di fronte a loro;
e quando vinci non ti vantare apertamente,
vinto, non piangere, prostrato nella tua casa,
ma gioisci delle gioie e affliggiti delle sventure

non troppo: apprendi la regola che gli uomini governa.

Archiloco

Andrea
16-July-2014, 14:48
Vieni,

inseguimi tra i cunicoli della mia mente,

tastando al buio,

gli spigoli acuti delle mie paure.

Trovami nell’angolo più nero,

osservami.

Raccoglimi dolcemente,

scrollando la polvere dai miei vestiti.

Io ti seguirò.

Ovunque.


Saffo

kaipirissima
17-August-2015, 19:45
Cosa c'è
in fondo ai tuoi occhi
dietro il cristallino
oltre l'apparenza?
Dove il tempo
d'improvviso
si ferma
e
la mia anima
sulle tue labbra
resta
sospesa?


Saffo

daniela
18-August-2015, 16:11
"Tu dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.
E quando poi saranno mille e mille,
nasconderemo il loro vero numero,
che non getti il malocchio l’invidioso
per un numero di baci così alto."

Catullo

C'era già, scusate.

Allora ne metto un'altra:

Il passero di Lesbia

Il passero, delizia della mia ragazza,
con cui suole giocare, e tenerlo in seno,
ed a lui bramoso dare la punta del dito
ed eccitare focosi morsi,
quando alla mia splendida malinconia
piace scherzare a non so che di caro
e piccolo sollievo del suo dolore,
credo perché allora s'acquieti il forte ardore:
teco potessi come lei giocare
ed alleviare le tristi pene del cuore!

Catullo

Indigowitch
19-August-2015, 14:44
Puledra tracia, perché mai,
lanciandomi occhiate di traverso
senza pietà mi sfuggi?
Pensi che io sia un buono a nulla?
Sappilo bene, io potrei facilmente metterti il morso,
e reggendo le briglie potrei farti girare
attorno alle mète del percorso;
adesso invece pascoli nei prati
e ti diverti saltellando leggera.
…Perché non hai un cavaliere esperto che ti monti.

Anacreonte di Teo

daniela
20-August-2015, 16:34
Lesbia incessantemente impreca contro
di me: ma Lesbia mia ama mi ama mi ama.
La prova? Che io faccio come lei:
la insulto sempre, e follemente l’amo.

Catullo

daniela
20-August-2015, 16:44
Stella danzante

Tutto il mio essere ruota
frenetico
attorno ad una solitaria stella danzante
che irradia
la sua sardonica lucentezza
pugnalando
le mie cieche pupille
da tempo oramai assuefatte
all'avvolgente sicurezza
delle tenebre.

Saffo

daniela
20-August-2015, 16:45
Come una farfalla


La carezza serica
dei tuoi occhi
sfiora la mia pelle
e si posa altrove.
Come una farfalla
di fiore in fiore
ti cibi del nettare della vita.
Distrattamente.
Vorrei prenderti.
Afferrare le tue ali.
Ma temo
nel delirio di passione
di polverizzarle tra le mie dita.

Saffo

Enribello
12-January-2016, 22:13
Archiloco poeta greco 680 a.C. circa – 645 a.C.


“[…] astenendoti del tutto: abbi lo stesso mio coraggio.

Se non hai pazienza e ti fa pressione il desiderio,

a casa nostra c’è quella bella, dolce ragazza,

con tanta voglia di maritarsi: mi sembra

che abbia un personale ineccepibile.

Fatti amica lei”

Questo mi diceva, ed io ribattevo: “O figlia di Anfimedo,

donna saggia e brava che la terra ha ora schiacciato,

per i giovanotti molti sono i piaceri di Afrodite (terpsies thees)

oltre all’atto divino (tò theion chrema).

E uno se ne accontenta. Al buio, in tranquillità, io e te decideremo quale.

Obbedirò a ciò che vorrai.. Troppo ti desidero. Fammi entrare da sotto il fregio e la porta.

Non sdegnarti, cara. Appoderò ai giardini erbosi.

E sappi ora questo: Neobule se la pigli un altro. Ahimè, ha la pelle rovinata,

ha distrutto il fiore virginale e l’attrattiva che c’era prima.

Non ha limiti. Si mostra una donna tutta pazza.

Vada al diavolo. Non mi capiti questo, che, avendo una donna simile per moglie,

io sia lo zimbello del vicinato. Molto più, voglio sposare te:

tu non sei falsa né infida, mentre lei è una traditrice e ordisce molti inganni.

Temo che per la fretta farò cuccioli ciechi e prematuri, come quella famosa cagna…”

Così dicevo e intando, presa la vergine,

la sdraiavo tra fiori profumati, e, avendola nascosta con un morbido mantello,

con un braccio sul collo, con le mani le accarezzai i seni:

dalla pelle soda traspariva la sua giovane età.

Toccando tutto il suo bel corpo,

sfiorando il biondo pelo, emisi la bianca forza.


ll testo è tramandato da un solo papiro rovinato ai lati e mutilo per i primi versi, ma la trama è facilmente comprensibile
Qui, Archiloco sta parlando con una fanciulla tentando di sedurla, ma lei cerca di rifiutare e di proporgli in matrimonio la sorella Neobule. Lui però la rifiuta perchè, a quanto pare, è vecchia.

http://www.pilloledistoria.it/wp-content/uploads/2014/05/598px-Banqueters_Met_1979_11_8-195x195.jpg
Vaso a figure rosse proveniente dall’Antica Grecia che ritrae una prostituta con un cliente

Enribello
22-January-2016, 17:58
- Anonimo Egiziano -
(XVI-XI sec. a.C.)

Così breve è il nostro
cammino in questo sogno.
Il mondo di una rosa.
Ma noi lo rendiamo
immenso
con soste di lunghi dolci baci
sulle foglie aperte.


3972

Enribello
07-November-2016, 19:48
Meleagro poeta greco 160 a.C - 30 a.C.


Lacrime anche lì, attraverso la terra
ti offro, Eliodora, reliquie d’amore,
nell’Ade, lacrime aspre sulla tomba
molto compianta, memoria dei miei
desideri, memoria del mio amore.
Ah, miseramente, miseramente
io Meleagro qui piango su te, cara
anche tra i morti, vana
offerta ad Acheronte. Ah, dov’è il mio
amato germoglio? Lo strappò Ade,
lo strappò. Ed ora la polvere sporca
il vivo fiore. Terra che ci nutri,
ti supplico, accogli tenera al tuo
seno, madre, quella che tutti piangono.


http://2.bp.blogspot.com/_iLc36I72iKI/TE9Tkwg9BnI/AAAAAAAAApE/DqmG6iQGUuE/s320/roy.jpg

Enribello
15-February-2017, 19:52
Decimo Magno Ausonio (310 ca-395 ca d.C)

http://digilander.libero.it/gab9265/poesie/img/div_flow.gif (http://digilander.libero.it/gab9265/poesie/img/div_flow.gif)

VIVIAMO, MOGLIE MIA, COME UNA VOLTA

Viviamo,moglie mia, come una volta,
diamoci i dolci nomi della prima notte.
Non cambi nulla, per noi, il tempo che fugge:
io sono il tuo ragazzo e tu la mia fanciulla.

Anche se fossi più decrepito di Nestore
e tu vincessi l'età di Deifobe cumana,
non pensiamo alla vecchiaia e alla prudenza.
Godiamo i nostri anni, e non contiamoli.

http://images.roma.corriereobjects.it/media/foto/2013/06/23/bassorilievo_b1.jpg
Nel bassorilievo e' raffigurato un matrimonio nell'antica Roma.

Enribello
04-June-2017, 11:05
Quando l’ebbi dischiusa nel letto, Dòride
natiche rosa, fra quelle carni mi sentii un dio.
Ella, stringendomi in mezzo il favo fra le anche tremanti,
bravamente accordava a Ciprigna la bella cavalcata.
Nel mentre volgeva a me gli occhi languenti,
che a ogni sobbalzo guizzavano
come lucide foglie al vento
finché dell’uno e dell’altra,
esausta la candida foga,
Dòride con le membra affrante,
soddisfatta, giacque, immobile.

Dioscòride

Grecia - primo secolo dopo Cristo-

http://www.guide-campania.it/foto/scheda_lupanare_media.jpg
( Mosaico lupanari di Pompei)

Enribello
06-March-2018, 18:44
Amores


Lottano fra loro e tirano il mio debole cuore in opposte direzioni
l’amore e l‘odio,
ma
(penso)
vince l’amore.
Ti odierò se potrò;
altrimenti, ti amerò mio malgrado:
anche il toro non ama il giogo,
eppure porta il giogo che odia.
Fuggo dalla tua infedeltà, ma mi riporta indietro la tua bellezza;
detesto la tua condotta colpevole,
ma amo il tuo corpo.
Così non riesco a vivere né con te né senza di te,
e mi sembra di non sapere cosa voglio davvero.

Ovidio (https://it.wikipedia.org/wiki/Publio_Ovidio_Nasone)


https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRpXHpXspSGLRKiOAS-hgQ0aO-eS11bj66GXg&usqp=CAU

Scena dal film "Il Gladiatore" foto presa dal web

Enribello
26-February-2019, 16:44
SULPICIA*

A Cerinto

È giunto amore finalmente. Nasconderlo
sarebbe vergogna assai più grave che svelarlo.
Commossa dai miei versi, Venere lo portò sino me,
tra le mie braccia, compì la sua promessa. I miei peccati
li racconti chi si dirà non ebbe i suoi.
Io quasi non vorrei neppure scriverli:
prima di lui, temo li legga un altro.
Ma giova aver peccato. Mi disturba
atteggiare il mio volto alla virtù.
Si dirà che son degna di lui, e lui di me.




(traduzione di Eva Cantarella)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Luce mia, possa io non esser più
la tua ardente passione
come credo d’esser stata
in questi ultimi giorni se io,
in tutta la mia giovinezza,
ho mai commesso una sciocchezza,
di cui io possa confessare
di sentirmi più pentita,
quella di averti lasciato solo
la scorsa notte,
per volerti nascondere
il desiderio che ho di te.

*Sulpicia la Saffo dell'antica Roma...di lei. vissuta al tempo di Augusto, non restano che pochi componimenti,
Per saperne di piu'

http://www.softrevolutionzine.org/2014/sulpicia-poetessa-romana/

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f2/Capitoline_Venus_-_Palazzo_Nuovo_-_Musei_Capitolini_-_Rome_2016.jpg/180px-Capitoline_Venus_-_Palazzo_Nuovo_-_Musei_Capitolini_-_Rome_2016.jpg
Venere capitolina

Enribello
09-April-2019, 17:32
Eccola, guarda,
è come la stella luminosa
all’inizio di una bella annata.
Lei, che risplende di perfezione,
brillante di pelle,
con occhi belli quando guardano
e labbra dolci quando parlano,
non ha mai una parola di troppo.
Alto il collo,
il petto chiaro,
capelli come lapislazzuli,
braccia che superano lo splendore dell’oro,
dita che assomigliano ai boccioli di loto,
languide le reni,
sottili le anche.
Fa in modo che ogni uomo
si volti a guardarla…

Anonimo Egiziano (XVI-XI sec. a.C.)

https://3.bp.blogspot.com/-or34Y31d-U4/Wsn2Jr01qPI/AAAAAAAAgiI/wSQysSjleNMX7F38cjjUXxjeU2w2qp3bQCLcBGAs/s1600/donne%2Begiziane_thumb%255B2%255D.jpg
foto presa dal web

Enribello
03-June-2019, 20:36
Dimmi l'addio che non riesco a dire.
Finire è nulla: perderti è più grave.
Insieme abbiamo ormai troppi ricordi
finiti tutti quanti in nostalgia.
Penso commosso e sento nella gola
il pianto che aprirebbe la mia bocca.
Allora apro le labbra, fingo e rido!

Anonimo arabo xi secolo d.C.


foto presa dal web

https://media.istockphoto.com/photos/belly-dancer-with-a-sword-picture-id183784271?s=170x170
foto presa dal web

Enribello
04-April-2020, 09:42
Assetata d'amore
sporgo le labbra
verso il tuo calice.
Le gocce d'ambrosia
che lasci cadere
scivolano tra le crepe
riarse della mia bocca...
avida
ingorda
insaziabile.
Si.
Lo ammetto...
non mi basti mai.
Ora taci però.
Dissetami!




Saffo


https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/21/Head_of_Sappho_Smyrna_Istanbul_Museum_Hellenistic_ period.JPG/126px-Head_of_Sappho_Smyrna_Istanbul_Museum_Hellenistic_ period.JPG
Testa di Saffo, copia romana da originale di età ellenistica, da Smirne (https://it.wikipedia.org/wiki/Smirne),
Museo archeologico di Istanbul (https://it.wikipedia.org/wiki/Istanbul)

foto presa dal web

Enribello
08-June-2020, 14:34
CON UNA FRONDA DI MIRTO


ἔχουσα θαλλὸν μυρσίνης ἐτέρπετο
ῥοδέης τε καλὸν ἄνθος…
…ἡ δέ οἱ κόμη
ὤμους κατεσκίαζε καὶ μετάφρενα.


Con una fronda di mirto giocava
ed una fresca rosa;
e la sua chioma
le ombrava lieve e gli omeri e le spalle.

(Traduzione di Salvatore Quasimodo)


Aveva un ramo di mirto e gioiva
e un fiore bello di rosa.
La chioma
copriva d’ombra gli omeri, le spalle.

(Traduzione di Filippo Maria Pontani)


Giocherellava, tenendo fra le dita
un rametto di mirto e un bocciolo di rosa…
…sciolti portava i capelli;
alle spalle e alla schiena facevano ombra.

(Traduzione di Francesco Della Corte)

Archiloco

https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn%3AANd9GcTAx-mvq11MSZtVTdY5BGhSkoF0svyiT-q9_mPuxvaI6aT4WrN8&usqp=CAU

“Afrodite (o Venere) di Capua”, conservata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli

La ragazza di questi due frammenti in giambi del poeta greco Archiloco, riuniti in un singolo componimento dal filologo Theodor Bergk, è un’etera, ovvero quella particolare figura che nel mondo ellenico rappresentava una donna di compagnia, una cortigiana: simile a una moderna e raffinata escort, offriva non solo prestazioni sessuali ma anche un intrattenimento culturalmente elevato. Il mirto e la rosa che la contraddistinguono sono infatti elementi cari alla dea Afrodite e quindi legati ad una sfera meramente erotica. Ne esce un ritratto molto moderno, assolutamente differente dalla stilizzazione della donna arcaica.

Foto e testo presi dal web
.

Enribello
07-December-2020, 15:54
AD APOLLO


Cosa può chiedere un poeta offrendo una coppa
di vino nuovo all'altare di Apollo?
cosa implorare? Non le messi ricche
che maturano in Sardegna,
gli armenti cosí invidiabili della Calabria
infuocata, non l'oro o l'avorio dell'India,
non i campi che il Liri, fiume silenzioso,
con acque tranquille corrode.
Lascia che con la falce poti le viti di Cales
chi le ebbe dalla fortuna e che in calici d'oro
si beva i vini barattati con unguenti
il mercante arricchitosi,
credi, col favore degli dei, se piú di una volta
l'anno può solcare senza pericolo le acque
dell'oceano.
Io mi nutro di olive,
di cicoria, di malve leggere.
Concedimi dunque, Apollo, che in buona salute
goda di quanto possiedo e, ti prego,
con mente lucida: non voglio trascinare
muto una vecchiaia deforme.

Orazio

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/b9/Apollo_del_Belvedere.jpg/148px-Apollo_del_Belvedere.jpg
L'Apollo del Belvedere è una copia romana del II secolo d.C. di un originale in bronzo del IV secolo a.C.
L’originale è attribuito allo scultore greco Leochares
foto e testo dal web

Enribello
22-February-2022, 18:39
MI GUARDA TRA LE PALPEBRE AZZURRINE



Mi guarda tra le palpebre azzurrine
Eros che strugge
con infinite malie
con le inafferrabili reti della Dea,
s’accosta e tremo,
come un cavallo vecchio provato
spinto col carro rapido
riottosamente, ancora, alla battaglia.

IBICO



(da La poesia d’amore antica, Bur, 2013 – Traduzione di Enzo Mandruzzato)

https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSN6bPImN8fWmW9lp7zIUPPMPnXvQsFQ oyzeg&usqp=CAU
Statua di Marco Aurelio Palazza dei Conservatori Roma

Immagine presa dal web

Enribello
23-February-2023, 15:24
ELEGIE Libro II
Elegia XV

Oh me felice, o notte per me splendida,
e dolce letto reso beato dalla mia delizia!
Quante parole ci siamo detti distesi accanto alla lucerna,
e quante battaglie d’amore abbiamo ingaggiato,
allontanato il lume. Infatti ella ora lottava con me
a seni nudi, ora indugiava a lungo coperta dalla tunica.
Ella con le labbra mi aprì gli occhi assonnati,
e disse: “Così, insensibile, giaci?”.
Come abbiamo intrecciato le braccia in diverse forme d’amplesso!
Quanti lunghi baci ho impresso sulle tue labbra!
Non giova guastare i piaceri di Venere con movimenti ciechi;
se non lo sai, gli occhi sono la guida dell’amore.
Si dice che lo stesso Paride si consunse vedendo nuda la Spartana,
mentre si alzava dal talamo di Menelao;
nudo anche Endimione, narrano, conquistò la sorella di Febo,
e giacque a sua volta insieme con la dea nuda.
Se invece tu con animo ostinato ti adagerai vestita,
ti strapperò la veste e proverai la forza delle mie mani;
e anzi se l’ira da te provocata mi spingerà a trascendere,
dovrai mostrare a tua madre le braccia ferite.
Non ancora dei seni cadenti ti impediscono tali giochi:
badi a queste cose colei che si vergogna di avere già partorito.
Finché i fati ce lo permettono, saziamoci gli occhi di amore:
viene per te una lunga notte,
e il giorno non tornerà. Oh volessi che una catena ci avvincesse
così che nessun giorno ci potesse più separare.
Ti siano d’esempio le colombe congiunte in amore,
il maschio e la femmina stretti in un connubio totale.
Erra colui che cerca la fine di un folle amore:
un amore vero non conosce alcun limite né misura.
La terra ingannerà con false messi gli aratori,
e più presto il sole spingerà i cavalli neri,
e i fiumi cominceranno a far rifluire le acque alla sorgente,
e i pesci saranno asciutti nei gorghi disseccati,
che io possa rivolgere altrove i miei affanni d’amore;
di lei sarò vivo, di lei morrò!
Se ella volesse concedermi talvolta di tali notti,
anche un anno di vita sarà lungo.
Se poi me ne concederà molte, allora in esse diverrò immortale:
chiunque in una sola notte può trasformarsi in un dio.
Se tutti desiderassero trascorrere una tale vita,
e giacere con le membra oppresse da molto vino,
non vi sarebbe il crudele ferro né una nave da guerra,
e il mare di Azio non travolgerebbe le nostre ossa,
né Roma espugnata tante volte dai propri trionfi,
sarebbe stanca di sciogliere i suoi capelli.
Questo certo potranno elogiare di me i miei discendenti:
le mie coppe non hanno mai offeso alcuno degli dèi.
Tu ora, mentre il giorno splende, non lasciare i frutti della vita:
se mi darai tutti i tuoi baci, me ne darai pochi.
E come i petali si distaccano dai serti avvizziti,
e li vedi galleggiare sparsi nelle coppe,
così per noi, che ora amanti nutriamo un vasto sentimento,
forse il domani concluderà i fati.


Sesto Aurelio Properzio