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Claire
03-March-2012, 11:39
Oggi per me è questa qui. Da stamane mi frulla in testa e che bella!

Libellule


Libellula, chi ti diè questo nome?
Chi scelse la successione musicale delle labiali,
li-bel-lu-la,
come note uscite dai tasti di un pianoforte?
Due grandi e colorati ali trasparenti, tremule e trepidi, quelle sei tu.
E tanto alata sei che quando sorvoli le acque stagnanti e le erbe dei prati
di te solo le ali si vedono, velate veline di seta lucente.
A volte ti fermi nell'aria, tu, senza peso ed imponderabile, leggera aligera.


Se lieve sulla pista di ghiaccio io vedo una fanciulla
che forma aeree figure danzanti, e sicura volteggia, salta, si leva e atterra,
è a te che penso, a te paragono la sua leggerezza.
"Come una libellula"
vuol dire una controllata eleganza in una liberata energia.


E controllata eleganza e liberata energia, come la tua, cerca nelle sue frasi
lo scrittore mentre vola la sua fantasia
e a volte si ferma - come fai tu - e a volte arretra - come fai tu -,
sospeso anche lui e oscillante, accampato a mezz'aria.
Libellula, bella libellula, dai a lui le tue ali.


Raffaele La Capria

Aleciccio
03-March-2012, 18:23
Te l’avevo detto
non spostarti troppo
su questo lato della mia vita
adesso l’hai fatta ribaltare
e ti guardo da sotto in su
da un rovesciato mare

Anna Buoninsegni



Anna Buoninsegni è nata a Gubbio, in Umbria. Poeta, giornalista, si occupa degli aspetti multimediali della comunicazione. Ha pubblicato Pagine dal mare, otto racconti surreali (Arnaud 1989), le raccolte di versi Itinera (Arnaud 1992) e La stanza di Anna (Crocetti Editore 1997), alla quale è stato assegnato il Premio Nazionale Alpi Apuane. Nel 2000 ha vinto il Premio Internazionale “Eugenio Montale”, con la silloge Senza anestesia. È curatrice per Crocetti Editore della collana di cd audio “Voci della poesia contemporanea”, dedicata a Luzi, Spaziani, Loi, Giudici, Zanzotto, Raboni, Merini. È presente in varie antologie, collabora a riviste letterarie nazionali (“Poesia”, “Semicerchio”, “Si scrive”) e coordina cicli di incontri di letteratura e poesia.

Andrea
15-March-2012, 19:14
Del (nuovo) giorno



Ogni mattina
Cancelliamo i sogni
Con cautela costruiamo i discorsi
Le nostre vesti sono un nido di ferro
Ogni mattina
Salutiamo gli amici di ieri
Le notti si dilatano come fisarmoniche
– Suoni, rimpianti, baci perduti.
(Insignificanti
Enumerazioni
– Nulla, solo parole per gli altri
Ma dove finisce la solitudine?)


Manolis Anaghnostakis

Andrea
16-March-2012, 11:13
L’abitudine è la più infame delle malattie
perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia,
qualsiasi dolore, qualsiasi morte.
Per abitudine si vive accanto a persone odiose,
si impara a portar le catene, a subir ingiustizie,
a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto.
L’abitudine è il più spietato dei veleni
perché entra in noi lentamente, silenziosamente,
cresce a poco a poco
nutrendosi della nostra inconsapevolezza
e quando scopriamo di averla addosso
ogni fibra di noi s’è adeguata,
ogni gesto s’è condizionato,
non esiste più medicina che possa guarirci.

Oriana Fallaci

Indigowitch
13-September-2012, 22:04
Amore dopo amore

Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell'altro
e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d'amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. E' festa: la tua vita è in tavola.


Derek Walcott

Rosy
14-September-2012, 09:03
Bellissima e MOLTO augurale!
Grazie!
Rosy

kaipirissima
18-September-2012, 16:46
BLAISE CENDRARS
vita pericolosa

Sono forse oggi l'uomo più felice del mondo
Possiedo tutto quello che non desidero
E alla sola cosa alla quale io tenga nella vita ogni giro dell'elica mi ci avvicina
E avrò forse perduto tutto arrivando

Rosy
18-September-2012, 19:51
L’abitudine è la più infame delle malattie
perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia,
qualsiasi dolore, qualsiasi morte.
Per abitudine si vive accanto a persone odiose,
si impara a portar le catene, a subir ingiustizie,
a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto.
L’abitudine è il più spietato dei veleni
perché entra in noi lentamente, silenziosamente,
cresce a poco a poco
nutrendosi della nostra inconsapevolezza
e quando scopriamo di averla addosso
ogni fibra di noi s’è adeguata,
ogni gesto s’è condizionato,
non esiste più medicina che possa guarirci.

Oriana Fallaci Cavolo, mi era sfuggito questo gioiello. ciao
Rosy

Rosy
18-September-2012, 20:38
Per me oggi è questa.


Lo sai si può partire

andare e basta, senza spiegazioni

fogli, né un’attesa



e a noi a quel punto

resta solo il volto sul cuscino

come una sindone, un’impronta:

restano i momenti mai voluti,

gli episodi. E resta



come squarcio la domanda

sempre feroce, sempre sanguinante:

“ho delle colpe ?” ed “ha capito ?”


Lei ha capito che mi manca ?




Matteo Fantuzzi
:-P:-P

Claire
17-November-2012, 09:00
Una bella poesia di John Keats.


Ode a un Usignuolo.


Il cuore mi duole, e un sonnolento torpore affligge
i miei sensi, come se della cicuta io abbia bevuto,
o vuotato un greve sonnifero fino alle fecce
or è solo un minuto, e verso Lete sia sprofondato:
non è per invidia della tua felice sorte,
ma per esser troppo felice nella tua felicità,
che tu, Driade degli alberi dalle ali leggere,
in un melodioso recinto
verde di faggi, e dalle ombre innumerevoli,
canti dell'estate agevolmente a gola piena.


Oh, per un sorso della vendemmia! che sia stato
rinfrescato per lungo tempo nella terra profondamente
sàpido di Flora e del rustico prato,http://lafrusta1.homestead.com/tp.gif [scavata,
di danza, e canzoni provenzali, e dell'assolata allegria!
Oh! per una coppa piena del tepido Mezzogiorno,
pieno del vero, del rosato Ippocrene,
con perlate bolle occhieggianti sull'orlo,
e la bocca macchiata di porpora:
ch' io potessi bere, e lasciare il mondo non veduto,
e con te vanire via nella foresta opaca:


Vanir via lontano, dissolvermi, e affatto dimenticare
ciò che tu tra le foglie non hai mai conosciuto,
il languore, la febbre, e l'ansia
qui, dove gli uomini seggono e odon l'un l'altro gemere
dove la paralisi scuote pochi, tristi, ultimi capelli grigi,
dove la giovinezza si fa pallida e spettrale, e muore;
dove pur il pensare è un esser pieni di dolore
e di disperazioni dagli occhI plumbei,
dove la Bellezza non può serbare i suoi occhi luminosi,
o il nuovo Amore struggersi per essi più là di domani.

Via! via! perché io voglio fuggire a te,
non tratto sul carro da Bacco e dai suoi leopardi,
ma sulle invisibili ali della Poesia,
benché l'ottuso cervello confonda e ritardi:
già con te! tenera è la notte,
e forse la Regina Luna è sul suo trono,
con a grappoli intorno tutte le sue Fate stellari;
ma qui non c' è luce alcuna,
fuor di quanta dal cielo con le brezze spira
per verdeggianti tenebre e sinuose vie di muschi.

Io non posso vedere quali fiori siano ai miei piedi,
né che molle incenso penda sulle fronde,
ma, nella profumata oscurità, indovino ogni dolcezza
di cui il mese propizio dota
l'erba, il boschetto,- e il selvaggio albero da frutta;
il biancospino, e la pastorale eglantina;
viole che presto appassiscono ricoperte di foglie;
e la figliuola maggiore del mezzo maggio,
la veniente rosa muscosa, piena di rugiadoso vino,
mormoreggiante dimora delle mosche nelle sere estive..

All'oscuro io ascolto; e ben molte volte
son io stato a mezzo innamorato della confortevole Morte,
l'ho chiamata con soavi nomi in molte meditate rime
perchè si portasse nell'aria il mio tranquillo fiato;
ora più che mai sembra delizioso morire,
aver file sulla mezzanotte senza alcun dolore,
mentre tu versi fuori la tua anima intorno
in una tale estasi!
ancora tu canteresti, ed io avrei orecchie invano
al tuo alto requie divenuto una zolla.

Tu non nascesti per la morte, immortale Uccello!
le affannate generazioni non ti calpestano;
la voce ch' io odo in questa fuggevole notte fu udita
in antichi giorni dall' imperatore e dal villano:
forse la stessa canzone che trovò un sentiero
per il triste cuore di Ruth, quando, piena di nostalgia
ella stette in lagrime tra il grano straniero;
la stessa che spesse volte ha
affascinato magiche finestre, aperte sulla schiuma
di perigliosi mari, in fatate terre abbandonate.

Abbandonate! la parola stessa è come una campana
che rintocchi per ritrarmi da te alla mia solitudine!
Addio! la fantasia non può frodare così bene
com'ella ha fama di fare, ingannevole silfo.
Addio! addio! la tua lamentosa antifona svanisce
oltre i prati vicini, sopra la silenziosa corrente,
su per il fianco del colle; ed ora è sepolta profonda
nelle prossime radure della valle:
fu una visione, o un sogno ad occhi aperti?
fuggita è quella musica: son io desto o dormo?

John Keats

traduzione di Raffaello Piccoli

Rosy
26-November-2012, 20:52
Del tuo passaggio quello ch’è rimasto
poco alla volta lo livella il tempo
come un ciottolo il fiume.
Soltanto del tuo nome sono ormai sicuro.
Lo dico sempre al mare e lo ripeto
e chissà mai che una notte,
quando ci soffocano il reticolato e la pietra,
mi serva da parola di salvezza
e scopra all’improvviso ch’è svanito anch’esso.
Titos Patrikios

Claire
01-February-2013, 11:16
Le violette

Anche quest’anno andrai per violette lungo le prode, nel febbraio acerbo. quelle pallide, sai: che han tanto freddo, ma spuntano lo stesso, appena sciolte l’ultime nevi; e fra uno scroscio e un raggio ti dicono:”Domani è primavera.” Ogni anno ti confidi al tuo tremante cuore:”è finita”, e pensi:”Non andrò per violette, non andrò mai più per violette – ché passò il mio tempo – lungo le prode, nel febbraio acerbo.” Invece (e donde ignori, e da qual bocca) una voce ti chiama alla campagna: e vai; e i piedi ti diventano ali, sì alta è la promessa ch’è nell’aria. E per amor dell’esil corolle quasi senza fragranza, ma beate d’esser le prime, avidamente schiacci con gli steli la zolla dentro le dita o sempre nuova, o non guarita mai dell’inquieto mal di giovinezza, a chi dunque darai le tue viole? a nessuno: a te stessa: o, forse, ad una fanciulla che ti passi, agile, accanto, e ti domandi dove tu l’hai colte: sola n’è degna, ella che fresca ride come il febbraio; e non si sa qual sia più felice, se ella, o primavera.

Ada Negri

Andrea
04-February-2013, 10:58
Il libro delle preghiere

Per anni ho voluto scrivere un libro
di preghiere
Come mai? Perché ho imparato
che il solido è appeso al nulla
Perché ho scoperto che la frase è una sorta di petizione
e perché ho scoperto che in tutto ciò che ho detto
in tutto ciò che ho detto ho solamente detto grazie
così, a poco a poco,
ho realmente scritto quel libro
e oggi pesa mezzo quintale
e presto festeggerà il cinquantaquattresimo compleanno
e ieri gli ho comprato le scarpe.

Aharon Shabtai

Andrea
13-February-2013, 15:24
Io temo tanto la parola degli uomini.
Dicono tutto sempre cosi’ chiaro:
questo si chiama cane e quello casa,
e qui è l’inizio e là la fine.


E mi spaventa il mondo, lo schernire per gioco,
mi spaventa che sappiano tutto ciò che fu e sarà;
non c’è montagna che li meravigli;
le loro terre e giardini confinano con dio.


Vorrei ammonirli, fermarli: state lontani.
A me piace sentire le cose cantare.
Voi le toccate. Diventano rigide e mute.
Voi mi uccidete le cose.


Rainer Maria Rilke

Andrea
05-March-2013, 11:43
Se solo si potesse vivere tra parentesi
si potrebbe prendere chi vuoi dentro con te,
e il resto del mondo aspetterebbe fuori
a guardare educatamente dall’altra parte.
Se si sbucasse fuori dalla parentesi,
la vita continuerebbe come prima.
Non ci sarebbero conseguenze
e per una volta i muri si troverebbero dove vuoi tu.
Se solo fosse possibile.
Ma le parentesi esistono solo nei libri.
E il mondo gira di conseguenza.


A. Fienberg

Aleciccio
16-March-2013, 10:41
Esigenze dell’età

Dicono che l’ultima cosa che si perde è la speranza,
ma se hai perso il senso dell’umorismo,
a che ti serve la speranza?
Ho il doppio dei tuoi anni
dormo la metà di te
fumo tre volte di più
ogni giorno guadagno la pazienza che ogni giorno tu perdi,
e credi ancora che noi siamo anime gemelle…?
Dopo l’amore arriva sempre il sonno
e mentre tu russi io divoro sigarette,
la tua ansia ha un limite
la mia una fine.
Quando perderai il sonno
scoprirai che l’amore è sempre
un’altra cosa,
ciò che per te è un mito
per me è solo una leggenda.
E’ l’età quella che non perdona
non ammette crediti, restituzioni o cessioni,
possiamo condividere una vita
ma della morte dovremo ridere da soli.


Uberto Stabile (Valencia, 1959), da Cien días de mayo (Ed. Homoscriptum – México, 2006)

Rosy
17-March-2013, 14:12
Questa mi tocca profondamente!
ciao
Rosy

Aleciccio
18-March-2013, 10:58
Lei è all’orizzonte.
Mi avvicino di due passi,
lei si allontana di due passi.
Cammino per dieci passi e
l’orizzonte si sposta
dieci passi più in là.
Per quanto io cammini,
non la raggiungerò mai.
A cosa serve l’utopia?
Serve proprio a questo: a camminare.Eduardo Hughes Galeano (http://it.wikipedia.org/wiki/Eduardo_Galeano)

Claire
18-March-2013, 12:03
Avvenire

Ti chiamano avvenire
perché non vieni mai.
Ti chiamano: avvenire,
e aspettano che tu arrivi
come un animale mansueto
a mangiare dalle loro mani.
Ma tu rimani
al di là delle ore,
rintanato chissà dove.
...Domani!
E domani sarà un altro giorno tranquillo
Un giorno come oggi, giovedì o martedì,
o qualunque altra cosa ma non quello
che continuiamo ad aspettare, ancora, sempre.

Angel Gonzàles

Indigowitch
24-March-2013, 14:13
Anni fa, una persona mi fece innamorare, inconsapevolmente, mandandomi questi versi. Conosco solo questo componimento del poeta in questione, me ne vergogno. Volevo condividerlo con voi.
ehi mi senti. mi senti. sono vivo. / per questo non mi senti. non è il cuore. / è questa carne qui che fa rumore. / come corresse. attesa dal suo arrivo. / intanto nelle tempie. mentre scrivo / di quanto assordo. assorto nel motore / che sanguina. la vita. col vigore / di sempre. e mio malgrado recidivo. / ma quanta forza. e quanta furia intesse. / questa materia intenta a trattenersi. / che il varco di chi va mai non recide. / e se non senti. è solo perché spersi / il tuo silenzio. in quanto ancora stride / di me vivo di queste vite smesse Gabriele Frasca

kaipirissima
24-March-2013, 16:40
Non so se l'ho capita.
parla di morte e reincarnazione?
Oppure che il corpo è la macchina dell'esistenza che ci strascina nella vita e che non vuole cedere alla morte?
ma se non è il cuore a fare rumore chi è che parla? l'anima?

Indigowitch
24-March-2013, 18:09
Be' ho sempre sentito questi versi ermetici e complessi, perciò mi sono affidata all'intuito. Mi viene da pensare che si parli dell'energia vitale che, nonostante tutto, pulsa e continua a spingere alla vita. E questo malgrado le ferite, malgrado un cuore che non riesce a farsi sentire (forse ammutolito dalle delusioni?) e la stanchezze delle "vite smesse". Sarebbe interessante leggere un commento dell'autore stesso, anche perché ogni interpretazione è puramente personale. :)

Rosy
24-March-2013, 20:58
Non saprei dare un'interpretazione; a pelle ti dico che sono bellissimi versi. Ciao Indigo,
Rosy

daniela
24-March-2013, 22:21
Curioso l'utilizzo dei punti, dà il senso di un ingranaggio che gira a fatica, di un flusso che si interrompe e poi riprende a scorrere.

Ho visto che insegna all'Università di Salerno, è scrittore e traduttore: magari Annamaria lo conosce...

Claire
31-March-2013, 21:19
Per la verità più che una poesia è una filastrocca:)...ma è così carina.

Dall'uovo di Pasqua

Dall'uovo di Pasqua
è uscito un pulcino
di gesso arancione
col becco turchino.
Ha detto: "Vado,
mi metto in viaggio
e porto a tutti
un grande messaggio".
E volteggiando
di qua e di là
attraversando
paesi e città
ha scritto sui muri,
nel cielo e per terra:
"Viva la pace,
abbasso la guerra".

Gianni Rodari

Andrea
02-April-2013, 11:31
Ritratto interiore


Non sono dei ricordi
a trattenerti in me;
né ti fa mia la forza
di un bel desiderio.


Quanto ti fa presente
è quella curva ardente
che una lenta tenerezza
descrive nel mio sangue.


Io non sento il bisogno
di vederti apparire;
è bastato nascessi
per perderti un po' meno.


Rainer Maria Rilke

Rupert
02-April-2013, 12:01
Ritratto interiore


Non sono dei ricordi
a trattenerti in me;
né ti fa mia la forza
di un bel desiderio.


Quanto ti fa presente
è quella curva ardente
che una lenta tenerezza
descrive nel mio sangue.


Io non sento il bisogno
di vederti apparire;
è bastato nascessi
per perderti un po' meno.


Rainer Maria Rilke


Mi permetto di postare anche l'originale francese (e non tedesco come ci si aspetterebbe) del bellissimo ritratto interiore di Rilke, perché -come sempre- nella traduzione (per altro ben fatta) sono andate smarrite alcune sfumature che i nostri non pochi forumisti francofili saranno felici di poter recuperare.
Grazie per aver scelto questo bellissimo componimento.;)




Portrait intérieur

Ce ne sont pas des souvenirs
qui, en moi, t’entretiennent ;
tu n’es pas non plus mienne
par la force d’un beau désir.

Ce qui te rend présente,
c’est le détour ardent
qu’une tendresse lente
décrit dans mon propre sang.

Je suis sans besoin
de te voir apparaître ;
il m’a suffi de naître
pour te perdre un peu moins.
R. M. Rilke, Vergers.

Aleciccio
04-April-2013, 09:36
Ogni volto fotografato
è un immagine bellica,
il punto di tangenza
tra l’aereo nemico e la nave
nell’attimo che precede l’esplosione.
Fermo nell’istantanea,
nel contatto flagrante tra due sguardi
immolato, ripreso
mentre le fiamme covano già
nella fusoliera crescendo
dentro i suoi tratti, vive
soltanto il tempo necessario
a compiere la missione del ricordo.

Valerio Magrelli (Roma, 1957), da Nature e venature (Mondadori, 1987)

Claire
09-April-2013, 11:24
E intanto era aprile

E intanto era aprile,
e il glicine era qui, a rifiorire.

Prepotente, feroce
rinasci, e di colpo, in una notte, copri
un’intera parete appena alzata, il muro
principesco di un’ocra
screpolato al nuovo sole che lo cuoce.
E basti tu, col tuo profumo, oscuro,
caduco rampicante, a farmi puro
di storia come un verme, come un monaco:
e non lo voglio, mi rivolto – arido
nella mia nuova rabbia,
a puntellare lo scrostato intonaco
del mio nuovo edificio.

Tu che brutale ritorni,
non ringiovanito, ma addirittura rinato,
furia della natura, dolcissima,
mi stronchi uomo già stroncato
da una serie di miserabili giorni,
ti sporgi sopra i miei riaperti abissi,
profumi vergine sul mio eclissi,
antica sensualità.

Pier Paolo Pasolini (http://it.wikipedia.org/wiki/Pier_Paolo_Pasolini)

daniela
09-April-2013, 15:34
E intanto era aprile

E intanto era aprile,
e il glicine era qui, a rifiorire.

Prepotente, feroce
rinasci, e di colpo, in una notte, copri
un’intera parete appena alzata, il muro
principesco di un’ocra
screpolato al nuovo sole che lo cuoce.
E basti tu, col tuo profumo, oscuro,
caduco rampicante, a farmi puro
di storia come un verme, come un monaco:
e non lo voglio, mi rivolto – arido
nella mia nuova rabbia,
a puntellare lo scrostato intonaco
del mio nuovo edificio.

Tu che brutale ritorni,
non ringiovanito, ma addirittura rinato,
furia della natura, dolcissima,
mi stronchi uomo già stroncato
da una serie di miserabili giorni,
ti sporgi sopra i miei riaperti abissi,
profumi vergine sul mio eclissi,
antica sensualità.

Pier Paolo Pasolini (http://it.wikipedia.org/wiki/Pier_Paolo_Pasolini)


Che bella! Meraviglia!

Aleciccio
20-April-2013, 13:12
Lo stato delle cose

È possibile che in questa poesia tu abbia le ali,
che a Wounded Knee almeno i bambini si siano salvati,
che l’inverno non sia ancora arrivato,
che un pugnale sia solo il nome di un fiore.
È possibile che almeno in questa poesia
Bohumil non abbia ancora toccato terra
(o che volesse solo salutarci),
e che in ogni caso quei cuori siano i nostri,
e i campi elisi un campo di calcio.
È possibile che, fosse solo per un’unica volta, in questa poesia
tesch e stabenow siano delle brave persone tutte intente
a lavorare la terra e produrre miele -
che le formiche siano ancora formiche
è possibile che almeno (dai, ti prego) all’ufficio degli oggetti
smarriti
abbiano ritrovato il mio cuore -
Che a Srebenica, nello stesso cuore degli anni novanta (gli
anni novanta!),
si giochi a pallone;
che un buon soldato serva solo a raccogliere pesche;
è possibile (d’altronde perché impedirlo) che proprio in
questa poesia
tu abbia già imparato a volare – che l’undici luglio sia solo il
tuo compleanno -
che non si debba aspettare la notte per incontrare
chi ci è caro -
Che non ci serva né il carro né la ruota o capire perché
cadano le foglie.
È possibile (oserei dire, ne sono certo) che adesso
in questa poesia posso
descrivervi la graziosa cittadina di Chelmno, e che sono lieto
di presentarvi il buon Simon, cantante popolare,
o che Brodskj scriva ancora un discorso.
È possibile che ancora adesso,
solo in questa poesia, mentre tu ormai sai perfettamente volare,
io possa dare ancora un bacio a mio padre e mia madre.

Carmine Vitale (Salerno, 1965), da Alcune cose (L’Arcolaio, 2010)

Rosy
20-April-2013, 13:57
Bellissima!
Grazie.
Rosy

Claire
22-April-2013, 11:22
Ricordo troppe cose dell’Italia.
Ricordo Pasolini
quando parlava di quant’era bella
ai tempi del fascismo.
Cercavo di capirlo, e qualche volta
(impazzava, ricordo,
il devastante ballo del miracolo)
mi è sembrato persino di riuscirci.
In fondo, io che ero più giovane
d’una decina d’anni,
avrei provato qualcosa di simile
tornando dopo anni
sui devastati luoghi del delitto
per la Spagna del ’51, forse
per la Russia di Breznev…
Ma ricordo anche lo sgomento,
l’amarezza, il disgusto
nella voce di Paolo Volponi
appena si seppero i risultati
delle elezioni del ’94.
Era molto malato,
sapeva di averne ancora per poco
e di lì a poco, infatti, se n’è andato.
Di Paolo sono stato molto amico,
di Pasolini molto meno,
ma il punto non è questo. Il punto
è che è tanto più facile
immaginare d’essere felici
all’ombra d’un potere ripugnante
che pensare di doverci morire.


Giovanni Raboni

Claire
23-April-2013, 21:01
Dovrei paragonarti ad un giorno d'estate?

Dovrei paragonarti ad un giorno d'estate?
Tu sei ben più raggiante e mite:
venti furiosi scuotono le tenere gemme di maggio
e il corso dell'estate ha vita troppo breve:
talvolta troppo cocente splende l'occhio del cielo
e spesso il suo volto d'oro si rabbuia
e ogni bello talvolta da beltà si stacca,
spoglio dal caso o dal mutevol corso di natura.
Ma la tua eterna estate non dovrà sfiorire
nè perdere possesso del bello che tu hai;
nè morte vantarsi che vaghi nella sua ombra,
perchè al tempo contrasterai la tua eternità:
finchè ci sarà un respiro od occhi per vedere
questi versi avranno luce e ti daranno vita.

William Shakespeare

Claire
28-April-2013, 22:44
I cani romantici

A quel tempo avevo vent’anni
ed ero pazzo.
Avevo perso un paese
ma guadagnato un sogno.
E se avevo quel sogno
il resto non importava.
Né lavorare, né pregare,
né studiare la notte
insieme ai cani romantici.
E il sogno viveva nel vuoto del mio spirito.
Una camera di legno,
in penombra,
in uno dei polmoni del tropico.
E a volte mi guardavo dentro
e visitavo il sogno: statua eternata
in pensieri liquidi,
un verme bianco che si contorce
nell’amore.
Un amore sfrenato.
Un sogno dentro un altro sogno.
E l’incubo mi diceva: crescerai.
Ti lascerai alle spalle le immagini del dolore e del labirinto
e dimenticherai.
Ma crescere a quel tempo sarebbe stato un crimine.
Sono qui, dissi, con i cani romantici
e qui io resterò.

Roberto Bolaño

Baudin
29-April-2013, 22:27
La seconda parte della lirica di Celan dedicata a Hölderlin: Tubinga, Gennaio

...

Se venisse,
se venisse un uomo
se venisse un uomo al mondo, oggi, con
la barba di luce dei
patriarchi: potrebbe solo,
se parlasse di questo
tempo, solo
potrebbe balbettare, balbettare
sempre sempre
soltanto soltanto.

Paul Celan

Claire
01-May-2013, 12:36
E' una poesia lunga e ho dovuto spezzettarla.

La terra di Lavoro

Ormai è vicina la Terra di Lavoro,
qualche branco di bufale, qualche
mucchio di case tra piante di pomidoro,
èdere e povere palanche.
Ogni tanto un fiumicello, a pelo
del terreno, appare tra le branche
degli olmi carichi di viti, nero
come uno scolo. Dentro, nel treno
che corre mezzo vuoto, il gelo
autunnale vela il triste legno,
gli stracci bagnati: se fuori
è il paradiso, qui dentro è il regno
dei morti, passati da dolore
a dolore - senza averne sospetto.
Nelle panche, nei corridoi,
eccoli con il mento sul petto,
con le spalle contro lo schienale,
con la bocca sopra un pezzetto
di pane unto, masticando male,
miseri e scuri come cani
su un boccone rubato: e gli sale
se ne guardi gli occhi, le mani,
sugli zigomi un pietoso rossore,
in cui nemica gli si scopre l’anima.
Ma anche chi non mangia o le sue storie
non dice al vicino attento,
se lo guardi, ti guarda con il cuore
negli occhi, quasi, con spavento,
a dirti che non ha fatto nulla
di male, che è un innocente.
Una donnetta, di Fondi o Aversa, culla
una creatura che dorme nel fondo
d’una vita d’agnellino, e la trastulla
- se si risveglia dal suo sonno
dicendo parole come il mondo nuove -
con parole stanche come il mondo.
Questa, se la osservi, non si muove,
come una bestia che finge d’esser morta;
si stringe dentro le sue povere
vesti e, con gli occhi nel vuoto, ascolta
la voce che a ogni istante le ricorda
la sua povertà come una colpa.
Poi, riprendendo a cullare, cieca, sorda,
senza neanche accorgersi, sospira.
Col piccolo viso scuro come torba,
in un muto odore di ovile,
un giovane è accanto al finestrino,
nemico, quasi non osando aprire
la porta, dare noia al vicino.
Guarda fisso la montagna, il cielo,
le mani in tasca, il basco di malandrino
sull’occhio: non vede il forestiero,
non vede niente, il colletto rialzato
per freddo, o per infido mistero
di delinquente, di cane abbandonato.
L’umidità ravviva i vecchi
odori del legno, unto e affumicato,
mescolandoli ai nuovi, di chiassetti
freschi di strame umano.
E dai campi, ormai violetti,
viene una luce che scopre anime,
non corpi, all’occhio che più crudo
della luce, ne scopre la fame,
la servitù, la solitudine.
Anime che riempiono il mondo,
come immagini fedeli e nude
della sua storia, benché affondino
in una storia che non è più nostra.
Con una vita di altri secoli, sono
vivi in questo: e nel mondo si mostrano
a chi del mondo ha conoscenza, gregge
di chi nient’altro che la miseria conosca.


Continua

Claire
01-May-2013, 12:37
Sono sempre stati per loro unica legge
odio servile e servile allegria: eppure
nei loro occhi si poteva leggere
ormai un segno di diversa fame - scura
come quella del pane, e, come
quella, necessaria. Una pura
ombra che già prendeva nome
di speranza: e quasi riacquistato
all’uomo, vedeva il meridione,
timida, sulle sue greggi rassegnate
di viventi, la luce del riscatto.
Ma ora per queste anime segnate
dal crepuscolo, per questo bivacco
di intimiditi passeggeri,
d’improvviso ogni interna luce, ogni atto
di coscienza, sembra cosa di ieri.
Nemico è oggi a questa donna che culla
la sua creatura, a questi neri
contadini che non ne sanno nulla,
chi muore perché sia salva
in altre madri, in altre creature,
la loro libertà. Chi muore perché arda
in altri servi, in altri contadini,
la loro sete anche se bastarda
di giustizia, gli è nemico.
Gli è nemico chi straccia la bandiera
ormai rossa di assassinî,
e gli è nemico chi, fedele,
dai bianchi assassini la difende.
Gli è nemico il padrone che spera
la loro resa, e il compagno che pretende
che lottino in una fede che ormai è negazione
della fede. Gli è nemico chi rende
grazie a Dio per la reazione
del vecchio popolo, e gli è nemico
chi perdona il sangue in nome
del nuovo popolo. Restituito
è cosi, in un giorno di sangue,
il mondo a un tempo che pareva finito:
la luce che piove su queste anime
è quella, ancora, del vecchio meridione,
l’anima di questa terra è il vecchio fango.
Se misuri nel mondo, in cuore, la delusione
senti ormai che essa non conduce
a nuova aridità, ma a vecchia passione.
E ti perdi allora in questa luce
che rade, con la pioggia, d’improvviso
zolle di salvia rossa, case sudice.
Ti perdi nel vecchio paradiso
che qui fuori sui crinali di lava
dà un celeste, benché umano, viso
all’orizzonte dove nella bava
grigia si perde Napoli, ai meridiani
temporali, che il sereno invadono,
uno sui monti del Lazio, già lontani,
l’altro su questa terra abbandonata
agli sporchi orti, ai pantani,
ai villaggi grandi come città.
Si confondono la pioggia e il sole
in una gioia ch’è forse conservata
- come una scheggia dell’altra storia,
non più nostra - in fondo al cuore
di questi poveri viaggiatori:
vivi, soltanto vivi, nel calore
che fa più grande della storia la vita.
Tu ti perdi nel paradiso interiore,
e anche la tua pietà gli è nemica.

Pier Paolo Pasolini

Claire
08-June-2013, 10:47
SPORCO, MALVESTITO

Durante il percorso dei cani la mia anima incontrò
il mio cuore. Sconquassato, ma vivo,
sporco, malvestito e pieno d´amore.
Durante il percorso dei cani, lì dove non vuole andare nessuno.
Una strada che percorrono soltanto i poeti
quando a loro non resta ormai nulla da fare.
Però io avevo ancora tante cose da fare!
Eppure lì restavo: facendomi ammazzare
dalle formiche rosse ed anche
dalle formiche nere, percorrendo i villaggi
vuoti: lo spavento che s´innalzava
fino a toccare le stelle.
Un cileno educato in Messico può sopportare di tutto,
pensavo, ma non era affatto così.
Di notte il mio cuore piangeva. Il fiume dell´essere, dicevano
labbra febbricitanti che poi scoprii essere le mie,
il fiume dell´essere, il fiume dell´essere, l´estasi
che si piega sulla riva di questi villaggi abbandonati.
Esperti di logica e teologi, indovini
e rapinatori di percorsi emersero
come realtà acquatiche in mezzo a una realtà metallica.
Solo la febbre e la poesia danno visioni.
Solo l´amore e la memoria.
Non questi percorsi né queste pianure.
Non questi labirinti.
Fin che, finalmente, la mia anima incontrò il mio cuore.
Era malato, certo, però vivo.
Sognai detective congelati nel gran
frigorifero di Los Angeles
nel gran frigorifero di México D.F

Roberto Bolaño

daniela
09-June-2013, 18:18
“Ho imparato che la calma è molto
più destabilizzante della rabbia,
che un sorriso disarma molto
più di un volto corrugato,
ho imparato che il silenzio
di fronte ad un’offesa è
un grido che fa tremare la terra.
Ho imparato che come un amore
rifiutato non si perde, ma torna
intatto a colui che voleva donarlo,
così accade per la rabbia, le offese.
Siamo noi a decidere se farci toccare
o meno da un sentimento,
di qualsiasi sentimento si tratti.
Non importa se stai procedendo
molto lentamente, ciò che importa è
che tu non ti sia fermato.”

Confucio

Claire
21-June-2013, 11:48
Figlia del vento


Sono venuti.
Invadono il sangue.
Profumano a piume,
A mancanza, a pianto.
Però tu alimenti la paura
e la solitudine
come due animali piccoli
perduti nel deserto.
Son venuti
ad incendiare l’età del sogno.
Un addio è la tua vita.
Però tu ti abbracci
come la serpe pazza del movimento
che solo ritrova se stessa
poiché non c’è nessuno.
Tu piangi sotto il pianto,
tu apri il baule dei tuoi desideri
e sei più ricca della notte.
Però c’è tanta solitudine
che le parole si suicidano.

Alejandra Pizarnik

Claire
05-July-2013, 11:35
DI LUGLIO
Quando su ci si butta lei,
Si fa d'un triste colore di rosa
Il bel fogliame.

Strugge forre, beve fiumi,
Macina scogli, splende,
E' furia che s'ostina, è l'implacabile,
Sparge spazio, acceca mete,
E' l'estate e nei secoli
Con i suoi occhi calcinanti
Va della terra spogliando lo scheletro.

Giuseppe Ungaretti

daniela
10-August-2013, 21:14
X agosto Pascoli e la voce di Alberto Lupo


http://www.youtube.com/watch?v=t1H3KUtLlcQ

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!

Serena-fundy
19-August-2013, 15:54
La politica Trilussa Ner modo de pensà c’è un gran divario:
mi’ padre è democratico cristiano,
e, siccome è impiegato ar Vaticano,
tutte le sere recita er rosario;

de tre fratelli, Giggi ch’è er più anziano
è socialista rivoluzzionario;
io invece so’ monarchico, ar contrario
de Ludovico ch’è repubblicano.

Prima de cena liticamo spesso
pe’ via de ’sti princìpi benedetti:
chi vo’ qua, chi vo’ là... Pare un congresso!

Famo l’ira de Dio! Ma appena mamma
ce dice che so’ cotti li spaghetti
semo tutti d’accordo ner programma.

Andrea
27-August-2013, 17:32
Della terra da cui veniamo


Su parliamo
della terra da cui veniamo.
Io vengo dall'estate,
è una patria fragile
che qualunque foglia,
cadendo, può annientare,
ma il cielo è così greve di stelle
che talvolta pesa fino a terra
e se ti avvicini senti l'erba
solleticare le stelle ridenti,
e i fiori sono così tanti
che ti dolgono
le orbite bruciate dal sole,
e soli rotondi pendono
da ogni albero;
da dove vengo io
non manca che la morte,
e tanta è la felicità
che quasi ti addormenti.


Ana Blandiana

Andrea
11-September-2013, 11:59
Dettagli a sangue


Di tanto amarti perduto
non resterà che questo:
il ricordare a strappi come ci si leva
una benda per rabbia da una ferita
fresca
solo frammenti, dettagli a sangue, o svolte
fulminee,
il senso del dolore prima che il dolore esulti:
il poco, il breve
che non sapevamo vivendoli capaci d'immenso.


Alberto Bevilacqua

Aleciccio
17-September-2013, 09:11
https://lh5.googleusercontent.com/-t9BPKdVf8_Q/UVGP2FQUiTI/AAAAAAAAIj8/ulzw99zL36c/w530-h563-no/565px-Transtroemer4LA COPPIA
Spengono la luce ma la sua bianca campana di vetro
Riluce ancora un istante prima di svanire del tutto
Come una pastiglia in un bicchiere di oscurità. Poi si alza.
E le pareti dell’albergo si slanciano nel buio del cielo.
I movimenti dell’amore si esauriscono e loro dormono
Ma i pensieri più segreti si incontrano
Come quando due colori si fondono
Sulla carta umida del disegno di un bimbo.
Buio e silenzio. Ma la città stanotte si è avvicinata.
Con le finestre spente. Sono giunte le case.
Stanno molto vicine nell’attesa affollata,
Di gente dal volto inespressivo.

TOMAS TRANSTRÖMER

Andrea
04-October-2013, 13:59
Non gridate più

Cessate d’uccidere i morti,
non gridate più, non gridate,
se li volete ancora udire,
se sperate di non perire.

Hanno l’impercettibile sussurro,
non fanno più rumore
del crescere dell’erba,
lieta dove non passa l’uomo.

Giuseppe Ungaretti

Rosy
11-October-2013, 18:26
PARTIRE E' UN PO' MORIRE

Partire è un po' morire
rispetto a ciò che si ama
poiché lasciamo un po' di noi stessi
in ogni luogo ad ogni istante.
E' un dolore sottile e definitivo
come l'ultimo verso di un poema...
Partire è un po' morire
rispetto a ciò che si ama.
Si parte come per gioco
prima del viaggio estremo
e in ogni addio seminiamo
un po' della nostra anima.
Edmond Haracourt

Andrea
13-October-2013, 23:07
La strada ti venga sempre dinanzi,
e il vento soffi alle tue spalle
e la rugiada bagni l'erba su cui poggi i passi.
E il sorriso brilli sul tuo volto
e il cielo ti copra di benedizioni.


Possa una mano amica
tergere le tue lacrime
nel momento del dolore.


Possa il Signore Iddio
tenerti sul palmo della mano
fino al nostro prossimo incontro.




Antica benedizione gaelica

daniela
16-October-2013, 21:47
A volte le cose non vanno – nonostante tutto –
di male in peggio. A volte, i giacinti resistono all’inverno;
il verde trionfa; i raccolti sono abbondanti.
A volte un uomo punta in alto, e raggiunge il traguardo.

A volte la gente rifiuta di farsi guerra;
elegge un uomo perbene; decide che sì, importa,
che non è giusto che chi è straniero soffra la fame.
E ci sono uomini che diventano quello a cui erano destinati.

A volte i nostri migliori sforzi non sono invano;
a volte facciamo quel che davvero volevamo fare.
E il sole a volte scioglie un prato di dolore
che sembrava ghiaccio puro:
possa succedere anche a te.

Sheenagh Pugh

Aleciccio
29-October-2013, 08:49
UNA SERA COME TANTE
Una sera come tante, e nuovamente
noi qui, chissà per quanto ancora, al nostro
settimo piano, dopo i soliti urli
i bambini si sono addormentati,
e dorme anche il cucciolo i cui escrementi
un'altra volta nello studio abbiamo trovati.
Lo batti coi giornali, i suoi guaìti commenti.
Una sera come tante, e i miei proponimenti
intatti, in apparenza, come anni
or sono, anzi più chiari, più concreti:
scrivere versi cristiani in cui si mostri
che mi distrusse ragazzo l'educazione dei preti;
due ore almeno ogni giorno per me;
basta con la bontà, qualche volta mentire.
Una sera come tante (quante ne resta a morire
di sere come questa?) e non tentato da nulla,
dico dal sonno, dalla voglia di bere,
o dall'angoscia futile che mi prendeva alle spalle,
né dalle mie impiegatizie frustrazioni:
mi ridomando, vorrei sapere,
se un giorno sarò meno stanco, se illusioni
siano le antiche speranze della salvezza;
o se nel mio corpo vile io soffra naturalmente
la sorte di ogni altro, non volgare
letteratura ma vita che si piega al suo vertice,
senza né più virtù né giovinezza.
Potremo avere domani una vita più semplice?
Ha un fine il nostro subire il presente?
Ma che si viva o si muoia è indifferente,
se private persone senza storia
siamo, lettori di giornali, spettatori
televisivi, utenti di servizi:
dovremmo essere in molti, sbagliare in molti,
in compagnia di molti sommare i nostri vizi,
non questa grigia innocenza che inermi ci tiene
qui, dove il male è facile e inarrivabile il bene.
È nostalgia di futuro che mi estenua,
ma poi d'un sorriso si appaga o di un come-se-fosse!
Da quanti anni non vedo un fiume in piena?
Da quanto in questa viltà ci assicura
la nostra disciplina senza percosse?
Da quanto ha nome bontà la paura?
Una sera come tante, ed è la mia vecchia impostura
che dice: domani, domani... pur sapendo
che il nostro domani era già ieri da sempre.
La verità chiedeva assai più semplici tempre.
Ride il tranquillo despota che lo sa:
mi calcola fra i suoi lungo la strada che scendo.
C'è più onore in tradire che in esser fedeli a metà.


GIOVANNI GIUDICI

Andrea
07-November-2013, 14:49
Cerco le rarità…
Cosa me ne faccio di una quotidiana bellezza?
Voglio che le cose mi sorprendano,
mi lascino senza fiato.
Voglio il difetto che rende uniche le cose.
L’unicità degli imperfetti.


Alessandro Vettori

Andrea
07-November-2013, 17:21
Assaggia dalle mie dita un po’ di quest’acqua
di questa che ha ancora sapore di nuvola
che tornerà nuvola
c’è come una desinenza concorde
un muto cospirare di cerchi
in questo alfabeto
e cosí anche tu tornerai
come passi adesso che passo
senza toccarti
è la medesima semplicità del sasso
pronta a risolversi in polvere
è la medesima semplicità del silenzio
il silenzio, soltanto, perfetto

Pierluigi Cappello

Andrea
13-November-2013, 15:45
Dammi, Tu che sei nelle tenebre, queste cose:
Le bianche ginocchia di una donna
I begli occhi di una donna
Le sue calde cosce levigate


L’amplesso nuziale
Il primo sguardo d’amore
Un uccello, passero o colomba,
Un viso senza inganni.


Un fiore qualsiasi, una rosa,
il delirio della creazione
Il fremito della pietà
- Il resto è prosa.


Irving Layton

Andrea
14-November-2013, 18:18
Quasi con invidia leggo le opere dei miei contemporanei
su divorzi, addii, il dolore delle separazioni;
sofferenza, nuovi inizi, piccole morti;
lettere lette e bruciate, bruciare e leggere, fuoco e cultura,
ira e disperazione – magnifica materia per una poesia riuscita;
un duro giudizio, a volte una risata sarcastica di superiorità morale,
e insieme definitivo trionfo della continuità individuale.
E noi? Non ci saranno elegie, né sonetti sulla separazione,
non ci dividerà lo schermo dei versi,
non si porrà fra noi una metafora riuscita,
l’unica separazione che ora ci minaccia è il sonno,
il profondo antro del sonno la cui soglia varchiamo separati,
- e devo sempre ricordare che la tua mano,
stretta nella mia, è fatta di sogni.


Adam Zagajewski

Andrea
14-November-2013, 19:02
L’essere umano è una contraddizione vivente.
L’eroe e l’anti-eroe nello stesso corpo.
Il vincitore e il perdente nella stessa squadra.
La montagna e l’abisso si sfiorano sempre.
Un mondo interiore fatto di casse, cicatrici,
speranza, cadute, luce e oscurità.
In ognuno di noi vive un universo, una terra
Ognuno ha il proprio paradiso,
il proprio inferno
Non cercare di essere più forte,
al contrario tira fuori ogni cellula sensibile,
ogni terminazione nervosa.
Perché?
Vivi e senti la pelle diventare guscio anno dopo anno
E rinasci, osservandoti davanti allo specchio


Jean Marc Calvet

Claire
21-November-2013, 10:21
Un ombrello
sfasciato dal vento
sul selciato della strada
in un giorno di pioggia.

Abbas Kiarostami

Aleciccio
21-November-2013, 14:59
I volti sono l’interiorità nascosta,
i sensi,
la maschera del non detto.
I volti sono francobolli vidimati dal tempo,
uno scandalo che denuda i pensieri e le intenzioni.
I volti sono ricordi che deridono il loro passato.
I volti sono una pozione chimica in cui circolano le domande.
I volti sono lingue senza alfabeto.
I volti sono lettere che restano sempre chiuse.

Amal Al-Juburi (http://it.wikipedia.org/wiki/Amal_al-Juburi)

Aleciccio
28-November-2013, 15:59
La sconfitta

Davvero sappiamo vivere solo dopo la sconfitta,
le amicizie si fanno più profonde,
l’amore solleva attento il capo.
Perfino le cose diventano pure.
I rondoni danzano nell’aria,
a loro agio nell’abisso.
Tremano le foglie dei pioppi,
solo il vento è immoto.
Le sagome cupe dei nemici si stagliano
sullo sfondo chiaro della speranza. Cresce
il coraggio. Loro, diciamo parlando di loro, noi, di noi,
tu, di me. Il tè amaro ha il sapore
di profezie bibliche. Purché
non ci sorprenda la vittoria.
Adam Zagajevski

Claire
10-December-2013, 13:04
Foglie Appassite

Ogni pianta aspira al frutto,
ogni alba si fa sera,
nulla dura sulla terra
tutto muta e fugge via.


Anche l’estate più bella
un giorno autunno e avvizzimento vuole provare.
Paziente, o foglia, sopporta silenziosa
se il vento desidera rapirti.


Gioca la tua partita,
non fare resistenza,
lascia che tutto segretamente accada.
Lascia che il vento ti porti via
e verso casa ti trascini.



Hermann Hesse

Aleciccio
12-December-2013, 09:00
La vittoria dei disubbidienti

Nella moltitudine
un uomo ha preso a calci dissimulatamente una colomba
molte volte prima di raccoglierla.
C’è una sola vita e l’avvolgeremo di squame
c’è una sola vita e la copriremo con le parole d’altri
la palperemo dissimulatamente varie volte
prima di decidere che la vogliamo.

Omar Pérez (Santiago del Estero, 1981), da Algo de lo sagrado (Unión, 1995)

Claire
03-January-2014, 14:10
Front a front, amôr, doi cjâfs, il to e il gno:
il gno distirât par cjalâti miôr
il to, plui alt, che a cjalâmi jo vîot
l’arc dal to cei distirâsi in pâs;
difûr dal cuadri dal balcon
il vert des jerbis strafondis d’Avrîl:
dute une primevere tasude
ch’o tas par fâti plui biele.
Dentri il cercli di vert dai tiei vôi
di strac ch’al jere plui font
plui penç al nassarà il mont.


Pierluigi Cappello


Fronte a fronte, amore, due teste, la tua e la mia: la mia distesa per guardarti meglio, la tua, più alta, che a guardarmi vedo l’arco del tuo ciglio distendersi in pace; fuori del quadro della finestra il verde delle erbe grondanti d’aprile: tutta una primavera taciuta che taccio per farti più bella. Dentro il cerchio di verde dei tuoi occhi, da stanco che era, più profondo più denso nascerà il mondo.

Claire
10-January-2014, 10:25
I figli sono come gli aquiloni

I figli sono come gli aquiloni,
passi la vita a cercare di farli alzare da terra.
Corri e corri con loro
fino a restare tutti e due senza fiato…
Come gli aquiloni, essi finiscono a terra…
e tu rappezzi e conforti, aggiusti e insegni.
Li vedi sollevarsi nel vento e li rassicuri
che presto impareranno a volare.
Infine sono in aria:
gli ci vuole più spago e tu seguiti a darne.
E a ogni metro di corda
che sfugge dalla tua mano
il cuore ti si riempie di gioia
e di tristezza insieme.
Giorno dopo giorno
l’aquilone si allontana sempre più
e tu senti che non passerà molto tempo
prima che quella bella creatura
spezzi il filo che vi unisce e si innalzi,
come è giusto che sia, libera e sola.
Allora soltanto saprai
di avere assolto il tuo compito.

Erma Bombeck

Claire
16-January-2014, 10:44
Vivere tra gli animali

Credo che potrei vivere con gli animali, sono così placidi e pieni di
decoro.
Rimango ad osservarli per ore e ore.

Non si affannano e non si lamentano della loro condizione,
Non stanno svegli nel buio piangendo per i loro peccati,
Non m'infastidiscono discutendo dei loro doveri verso Dio,
Nessuno è insoddisfatto, nessuno impazzisce per la mania di possedere
cose,
Nessuno s'inginocchia davanti all'altro, o a un suo simile vissuto
migliaia di anni fa,
Nessuno è rispettabile o infelice su tutta la terra.

Così mi palesano i loro rapporti con me e io li accetto,
Portano segni di me, e chiaramente ne dimostrano il possesso.

Mi chiedo dove presero quei segni,
Ho forse percorso quella strada tanto tempo fa e li ho lasciati
sbadatamente cadere?

Walt Whitman

da Canto di me stesso, In Foglie d'erba

Andrea
27-January-2014, 13:02
Non mi toccare
Non ci provare
Stammi lontano, non ti avvicinare
Intorno al cuore ho sedici cani
Intorno al cuore ho un incendio rosso
se tu mi tocchi ti bruci le mani
Se tu mi tocchi ti saltano addosso
Intorno al cuore ho filo spinato
Le tue parole me l'hanno legato
E ora tu vieni e mi cerchi la mano
Ma non la trovi perché
Come una stella da un aeroplano
Sono lontano
Così lontano
Lontano da te

Bruno Tognolini (http://www.pensieriparole.it/poesie/autori/b/bruno-tognolini/)

Aleciccio
28-January-2014, 08:46
Mio amore non credere che oggi
il pianeta percorra un’altra orbita,
è lo stesso viaggio tra le vecchie
stazioni scolorite,
vi è sempre un passero sfrullante
nelle aiuole
un pensiero tenace nella mente.
Il tempo gira sul quadrante, giunge
un segno di nebbia sopra il pino
il mondo pende dalla parte del freddo.
Qui le briciole a terra, la brace del camino,
le ali,
le mani basse e intente.

Bartolo Cattafi (http://it.wikipedia.org/wiki/Bartolo_Cattafi)

Andrea
30-January-2014, 16:39
Separare congiungere
spargere all’aria
racchiudere nel pugno
trattenere
fra le labbra il sapore
dividere
i secondi dai minuti
discernere nel cadere
della sera
questa sera da ieri
da domani

Goliarda Sapienza

Claire
06-February-2014, 10:43
A tutte le donne

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d'amore.

Alda Merini

Andrea
19-February-2014, 14:41
Otto anni e ancora non sai fare le addizioni
per questo ti correggo troppo duramente
allora chiedi “ma tu non sbagliavi mai?”
e come posso dirti che facevo sempre tutto bene
ero troppo bravo troppo grande per la mia età
spiegavano i medici
come adesso lo sono per la tua
così racconto una bugia “certo che sbagliavo anch’io”
vedi, inventiamo un’infanzia che ci assomigli
per riempirla delle cose che avremmo meritato
tu un padre più paziente
io la matematica contata su cinque dita.

Francesco Tomada

Rosy
19-February-2014, 17:21
Meravigliosa e commovente. Grazie Andrea, amico di poesia!:-P

Claire
20-February-2014, 12:41
Sono quel fiore

La tua vita è un gran fiume, scorre copiosamente.
Sulla riva, invisibile, io sboccio dolcemente.
Sono quel fiore perso fra vimini e canneti
Che pietoso alimenti, ma forse neanche vedi.

Mi sradichi e ti muoio nel seno quando cresci,
Muoio nel fango a poco a poco quando secchi;
però torno a sbocciare di nuovo dolcemente
quando nei giorni belli scorri copiosamente.

Sono quel fiore perso che sboccia alle tue rive
Umile e silenzioso tutte le primavere.

Alfonsina Storni

dalla raccolta di poesie “ Senza rimedio"

daniela
20-February-2014, 14:42
Sono quel fiore

La tua vita è un gran fiume, scorre copiosamente.
Sulla riva, invisibile, io sboccio dolcemente.
Sono quel fiore perso fra vimini e canneti
Che pietoso alimenti, ma forse neanche vedi.

Mi sradichi e ti muoio nel seno quando cresci,
Muoio nel fango a poco a poco quando secchi;
però torno a sbocciare di nuovo dolcemente
quando nei giorni belli scorri copiosamente.

Sono quel fiore perso che sboccia alle tue rive
Umile e silenzioso tutte le primavere.

Alfonsina Storni

dalla raccolta di poesie “ Senza rimedio"


Straordinaria questa poesia! Veramente da brividi!

Andrea
26-February-2014, 18:19
Arcipelaghi


Alla fine di questa frase, comincerà la pioggia.
All’orlo della pioggia una vela.


Lenta la vela perderà di vista le isole;
in una foschia se ne andrà la fede nei porti
di un’intera razza.


La guerra dei dieci anni è finita.
La chioma di Elena, una nuvola grigia.
Troia, un bianco accumulo di cenere
vicino al gocciolar del mare.


Il gocciolio si tende come le corde di un’arpa.
Un uomo con occhi annuvolati raccoglie la pioggia


e pizzica il primo verso dell’Odissea.


Derek Walcott

Aleciccio
04-March-2014, 09:50
IL MARE BRUCIA LE MASCHERE

Il mare brucia le maschere,
le incendia il fuoco del sale.
Uomini pieni di maschere
avvampano sul litorale.

Tu sola potrai resistere
nel rogo del Carnevale.
Tu sola che senza maschere
nascondi l’arte d’esistere.

GIORGIO CAPRONI

Claire
06-March-2014, 12:25
A un olmo secco

Al vecchio olmo, spaccato dalla folgore
e nel mezzo marcito,
con le piogge d'aprile e il sole a maggio,
sono spuntate alcune verdi foglie.
Oh, l'olmo secolare sopra il colle
ch'è lambito dal Duero! La corteccia
bianchiccia da un gialligno musco è tinta
nel tronco putrefatto e polveroso.
Come i pioppi canori, che sorvegliano
il cammino e la riva, non sarà
di rossicci usignuoli popolato.
S'arrampica su esso di formiche
un esercito in fila, e nelle viscere
tramano i ragni le lor grigie tele.
Olmo del Duero, prima che t'abbatta
con l'ascia il legnaiuolo, e il falegname
trasformi in un mozzo di campana ,
stanga di carro o giogo di carrettai
prima che rosso nel camino arda
domani in qualche misera casetta.
sull'orlo d'una strada;
prima che ti annienti un turbine e ti schianti
il soffio delle candide montagne;
prima che il fiume ti sospinga al mare
per valli e per burroni,
olmo, voglio annotare nei miei appunti
la grazia del tuo ramo rinverdito.
Anche il mio cuore aspetta,
alla luce guardando ed alla vita,
altro prodigio della primavera.


Antonio Machado -

kaipirissima
07-March-2014, 14:08
CINGHIALI

Sui prati del bosco di Peuma
da poche ore sono
passati i cinghiali


sull’erba ancora bagnata
di brina
hanno lasciato le impronte
delle loro zampe


a lato, invece, hanno tutto rivoltato
la terra è smossa, scavata
a ventre aperto
a pancia all’insù


lì cercano le radici
i tuberi
per soddisfare la
loro fame.


Anche a me succede lo stesso


quando punto il cielo
lo rivolto, lo sgrafo, lo scavo
per trovare anche un solo
bulbo, la radice di un qualcosa
utile a sfamarmi


e ogni volta
mi accorgo che tutto
è già stato
raccolto.

Giovanni Fierro

Claire
11-March-2014, 12:14
Un Aquilone è una vittima

Un aquilone è una vittima affidabile.
Lo ami perché strattona in modo abbastanza dolce
per farti capire che tu sei il padrone
e abbastanza forte
per farti capire che sei lo sciocco;
perché vive nella dolce aria eterea
come un falco addestrato
e perché puoi sempre tirarlo giù
e addomesticarlo dentro il tuo cassettone.
Un aquilone è un pesce che hai sempre preso
in una piscina in cui i pesci non entrano,
e così giochi con lui a lungo e con attenzione,
sperando che non ceda o che i venti non muoiano.
Un aquilone è l’ultima poesia che hai scritto,
e così lo affidi al vento, ma non lasciarlo fuggire
a meno che qualcuno non trovi per te qualcos’altro da fare.
Un aquilone è un contratto di gloria stipulato con il sole,
e così ti fai amici il campo, il fiume e il vento,
e per ciò hai pregato tutta la notte precedente
sotto una luna che vaga senza spago:
per renderti meritevole e poetico e puro.

Leonard Cohen

Claire
17-March-2014, 13:33
CONSANGUINEITÀ

I

Apparentato da torba
geroglifica su un campo d’erba
alla vittima strangolata,
il nido d’amore tra le felci,
vado tra le origini
come un cane che rigira
sullo zerbino della cucina
le sue memorie d’una landa selvatica:
il fondo della palude trema,
l’acqua ha un fruscio e mormora
mentre discendo tra macchie
di festuca ed erica.
Amo questo volto erboso,
le sue nere incisioni,
I segreti celati
dei processi e dei riti.
Amo la primavera
fuori dalla terra,
ciascun argine un trabocchetto
patibolare, ciascuno specchio d’acqua
l’imboccatura disostruita
di un’urna, bevitore di luna
da non sondare
ad occhio nudo.

II

Pantano, acquitrino, palude:
I regni del limo,
domìni di esseri a sangue freddo,
di zampe infangate ed uova sudicie.
Soltanto bog,
che significa soffice
caduta di piogge senza vento,
pupilla d’ambra.
Suolo ruminante,
digestione di molluschi
e semi di baccello,
profonda stagna di polline.
Dispensa di terra, volta ossea,
sponda del sole, imbalsamatrice
di offerte votive
e fuggiaschi colpiti a sciabolate.
Sposa insaziabile.
Mangiatrice di spade,
scrigno, mucchio di letame,
banchisa di storia.
Suolo che metterà a nudo
il suo lato oscuro,
suolo che nidifica,
entroterra della mia mente.

III

Trovai una vanga
nascosta tra le felci,
distesa orizzontalmente
e ricoperta di una bruma verde.
Nel sollevarla,
i lembi dell’escrescenza
mormorarono e si lacerarono,
un solco bronzeo
s’aprì ai miei piedi
come pelle disfatta,
l’umido manico
che avevo conficcato nella terra
prese ad evaporare
al sole.Ed ora hanno appaiato
quell’obelisco:
tra assi,
sotto un tumulo d’erba,
un nido d’amore viene violato,
fiori di betulla e cotone d’acquitrino
si scuotono mentre sollevano
il braccio biforcuto della quercia.
Sto al margine dei secoli
di fronte a una dea.

IV

Il centro resiste
e si dilata,
pozza e campo di semina,
sacca d’acqua
e sepolcro che si liquefa.
Le madri dell’autunno
inacidiscono e sprofondano,
fermenti di gusci e foglie
incupiscono le loro tinte ocra,
i muschi raggiungono l’apice,
l’erica lascia cadere i semi,
le felci depositano
il loro bronzo.
Questa è al vocale della terra
che sogna le proprie radici
nei fiori e nella neve,
le variazioni di clima
e di stagione,
una manna che compone
il letto in cui imputridisce.
Spuntai da tutto questo
come un salice piangente,
incline
agli appetiti di gravità.

V

La mano scolpì i gavelli
delle ruote del carro
sepolto in uno strame
di fanghiglia erbosa,
l’arco di cupido
della ribalta,
i bordi cavi
delle rastrelliere:
deificai l’uomo
che l’aveva guidato,
il dio carrettiere,
colui che alimentava il focolare.
Ero il suo attendente
privilegiato, un latore
di pane e acqua, il signorotto
di campagna del suo circondario.
Quando l’esatte si spense,
e le mogli abbandonarono i campi,
eravamo all’estero, bene accolti,
forniti di un salvacondotto.
Guarda i nostri progressi
laggiù nella siepe accesa di bacche,
il mio orgoglio di maschio
quando egli mi si rivolge.

VI

E tu, Tacito, osserva
come preparo il mio vivaio
lassù nella casa lacustre
ammassata dai terribili morti:
una pace desolata.
La nostra madre terra
è acre del sangue
dei suoi fedeli;
giacciono, gargarizzando
nel suo sacro cuore,
mentre le legioni stanno a guardare
dai bastioni fortificati.
Ritorna a questa
“isola dell’oceano”
dove niente sarà mai adeguato.
Interpreta i volti delle vittime
inumati dalla casualità,
e racconta di noi con lealtà,
di come sgozzavamo
per il bene comune,
e rasavamo la testa
agli infami,
di come la dea inghiottisce
il nostro amore, il nostro terrore.

Seamus Heaney

kaipirissima
20-March-2014, 09:57
Tuorli d'un solo uovo entrano i giovani
nelle palestre della vita. Venere
li conduce, Mercurio li divide,
Marte farà il resto. Non a lungo
brillerà qualche luce sulle Acropoli
di questa primavera ancora timida.

Eugenio Montale

Claire
20-March-2014, 10:34
Il prato

Tutto il prato è un traforo
di luci a cento a cento!
Son ranuncoli d'oro,
son viburni d'argento:
son corimbi sospesi
sul velluto dell'erba:
son gli occhietti accesi
dell'estate superba.

E così sembra il prato,
trapunto di colori,
un cielo costellato
che ha per stelle i fiori.

Antonia Pozzi

Andrea
21-March-2014, 11:26
Si parte sempre da Greenwich
dallo zero segnato in ogni carta e in questo
grigio sereno colore d’Inghilterra.
Armi e bagagli, belle
speranze a prua,
sprezzando le tavole dei numeri
i calcoli che scattano scorrevoli
come toppe addolcite
da un olio armonioso, in un’esatta
prigione.
Troppe prede s’aggirano tra i fuochi
delle Isole, e navi al largo,
piene, panciute, buone
per essere abbordate dalla ciurma
sciamata ai Tropici
votata alla cattura
di sogni difficili, feroci.
Ed alghe, spume,
il fondo azzurro in cui
pesca il gabbiano del ritorno
posati accanto al grigio
disteso colore
degli occhi, del cuore, della mente,
guano australe ai semi
superstiti del mondo.


Bartolo Cattafi

Claire
27-March-2014, 09:55
Le Conchiglie

Le conchiglie si aprono e sono anfore
che promettono miele.
Splendono ribaltandosi sull’onda. Ridono.
Strani occhi spalancano alla luce
occhi implacabili cupi
maestri del mistero.
Le conchiglie ruotano insieme agli
astri nei cieli furibondi.
Perseguitate dal tempo e dal tempo uccise
sembrano piccoli scheletri che non rispondono alle voci e non
riscuotono pietà.
Ma cuore svuotato oh cala sulla mia mano
racconta di ieri e di oggi con grande cortesia
LIMA SCABRA frutto della foresta
foglia dell’acqua apriti
come la pagina di un libro colpito dal fulmine
come il cavallo che fugge sull’onda.
E apriti MODIOLUS severo
che sbianchi quando le parole non
raggiungono la meta.
Tenere pallide inquiete
come la luna calpestata dall’uomo
appiattite sotto il cielo del mare
le conchiglie ascoltano i
vulcani in fondo alla terra tremare.


Roberto Roversi

Claire
29-March-2014, 08:03
Non posso dimostrare che gli anni abbiano piedi -
pure son certa ch'essi sono in corsa
da sintomi passati
da sequenze concluse -

Sempre nuovi i traguardi dei miei passi -
sorrido a quelle mete
che parevano ieri così ardite -
più vasti sono gli orizzonti d'oggi -

Non dubito che la persona che ero
mi bastasse - ma qualcosa
di non perfetto nella sua misura
dice che son cresciuta - ed è così.

Emily Dickinson

Andrea
31-March-2014, 13:07
E adesso apri gli occhi.
Non spalancarli. Piano:
socchiuderli basterà.
Ti basterà, vedrai, per
scoprire che nel mondo
c’è troppa meraviglia
per non vivere una vita.
Vedi? E’ già primavera.
E tu stringi in mano
frammenti di esistenza.
Hai l’universo, dentro.
Credi a me, è abbastanza.
Abbastanza perché tu
possa sorridere anche
così ed ora.
E non dare ascolto ai poeti,
quando dicono
che solo nei sogni
gli uomini sono liberi:
mentono.
Lo fanno sempre,
da sempre.

Annamaria Bianco

Claire
04-April-2014, 09:22
PER UN BEL GIORNO

Un cielo così puro
un vento così leggero
non so più dove sono
dove ero.

O gaggia nuda,
bruna violetta
che nel calore fugace
appassisci...

Giorno te ne vai
e non sai nulla di me e della violetta
che tanto amo
e del ramo nudo della gaggia,

giorno, non andar via.

Attilio Bertolucci

Claire
07-April-2014, 10:38
Dono

Mi dici che il silenzio
è più vicino alla pace delle poesie
ma se in dono
ti portassi il silenzio
(perché io conosco il silenzio)
diresti allora
Questo non è silenzio
è un’altra poesia
e me lo restituiresti.

Leonard Cohen

Aleciccio
08-April-2014, 08:50
Sto ferma ferma ferma per essere anche altrove.
È questa la mia idea di mitezza – tende
a mettere a fuoco per vedere
anche sott’acqua in un perenne battesimo
perché se stai fermo fermo fermo
sprofondi nel senso della terra e si fa acqua
il gesto – fusione del creato – potenza di passaggio
verso lo stato aeriforme
una volta dichiarato che possiamo volare
soltanto se disposti a smettere di camminare.

Antonella Bukovaz

Aleciccio
10-April-2014, 08:36
Dio, la mia testa!
Stamattina
già cinque caffè
e tanta nicotina
Dammi due cachet
E lo stomaco! Ci ho proprio
un chiodo nel duodeno
saranno le tre grappe
o i Campari a digiuno?
(Il Martini? ma via
ne ho preso solo uno!)
Piuttosto è la Vodka
che m’ha un po’ agitato
per fortuna col Valium
mi sono calmato
(ma, credi a me
il massimo è il Tavor
con Gin e Fernet)
Adesso però
devo star su
fino a domattina
mi sparo due caffè
Optalidon e Aspirina
e se proprio crollo
un’Anfetamina
Ah, sí le sigarette
io quando lavoro
devo aver lí sul tavolo
una stecca di Marlboro
se no, non riesco
Forza, partiamo!
Due whiskini ghiacciati
e scriviamo un bel pezzo
su quei poveri drogati
(Ahi, la mia testa,
presto altri due cachet)
Dunque: perché lo fanno?
Perché?
Perché?
Stefano Benni (http://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Benni)

Rosy
10-April-2014, 14:06
Dio! tragicamente attuale!!!! ciao

Aleciccio
11-April-2014, 08:00
Sto ferma ferma ferma per essere anche altrove.
È questa la mia idea di mitezza – tende
a mettere a fuoco per vedere
anche sott’acqua in un perenne battesimo
perché se stai fermo fermo fermo
sprofondi nel senso della terra e si fa acqua
il gesto – fusione del creato – potenza di passaggio
verso lo stato aeriforme
una volta dichiarato che possiamo volare
soltanto se disposti a smettere di camminare.

Antonella Bukovaz (Cividale, 1963), inedito

Andrea
11-April-2014, 11:06
Edizione corretta


Ancora solo pochi passi e poi
lei sarà di nuovo sua sentirà
libererà il suo canto che senza di lei
inaridisce. Collo naso orecchie
gli occhi i capelli la bocca
e così via lui
li canterà solo
a eterna gloria di lei.
Ma una voce si alza.
Orfeo ascolta:
lei che doveva solo tendere l'orecchio
cantando gli piomba sulle spalle.
Allora
si volta ed
ecco
dalle turbate mani gli scivola
la lira. Che Euridice raccoglie
e uscendo percuote piano
con tocchi trattenuti. Collo naso orecchie
gli occhi i capelli la bocca
e così via lei
li canterà solo
a eterna gloria di lui.
Se Orfeo l'abbia poi seguita
le fonti lasciano
all'oscuro.




Ulla Hahn

daniela
13-April-2014, 22:25
Vigilia di restare

Tutto è pronto: la valigia,
le camicie, le mappe, la fatua speranza.Mi spolvero le palpebre.
Ho messo all’occhiello
la rosa dei venti.Tutto è pronto: il mare, l’atlante, l’aria.Mi manca solo il quando, il dove,
un diario di bordo, le carte
di navigazione, venti a favore,
il coraggio e qualcuno che mi ami
come non so amarmi io.La nave che non c’è, le mani attonite,
lo sguardo intento, le imboscate,
il filo ombelicale dell’orizzonte
che sottolinea questi versi sospesi…Tutto è pronto. Sul serio.
Invano.

Juan Vicente Piqueras

Rosy
13-April-2014, 23:16
Bellissima!
Rosy

Andrea
28-April-2014, 18:32
Il suo corpo è diventato quello di un estraneo,
anche se lo conosco meglio di tutti.
Inafferrabile e muto. Inutile. Non resta niente.
Anche della sua voce, che ho avuto così vicina,
ho dimenticato le sfumature.
O meglio, non le ho dimenticate, soltanto,
il mio cuore non sa più percepirle,
i ricordi si incastrano e si confondono.
Brillano qua e là alcuni fermoimmagine involontari.
Credo succeda a tutti:
restano ricordi che non ci interessano,
volti che non abbiamo amato,
momenti che non hanno avuto poi troppa importanza,
dettagli come una verruca, un neo peloso,
cose sgradevoli, inessenziali,
eppure stanno lì, ferme e lucide.
Incancellabili.
Chissà perché.


Simona Vinci

Aleciccio
29-April-2014, 15:38
Volevamo essere come le cose di terracotta
Esserci per quelli,
che prendono il loro caffè di mattina alle cinque
in cucina
Appartenere ai tavoli semplici
Volevamo essere come le cose di terracotta, fatte
di terra dei campi
E in modo che nessuno potesse usarci per uccidere
Volevamo essere come le cose di terracotta
in mezzo a
tanto
acciaio
che rulla
Saremo come i cocci delle cose
di terracotta: mai più
un insieme, forse
un balenare
nel vento
Reiner Kunze (http://it.wikipedia.org/wiki/Reiner_Kunze)

Claire
29-April-2014, 23:07
Quanto più puoi

Farla non puoi, la vita,
come vorresti? Almeno questo tenta
quanto piú puoi: non la svilire troppo
nell'assiduo contatto della gente,
nell'assiduo gestire e nelle ciance.

Non la svilire a furia di recarla
cosí sovente in giro, e con l'esporla
alla dissennatezza quotidiana
di commerci e rapporti,
sin che divenga una straniera uggiosa.

Konstandinos P. Kavafis

Claire
07-May-2014, 10:31
NEL MESE DI MAGGIO


Dal mio giardino si vedono così e non si possono spiegare
l’accordo dell’azzurro rarefatto e quello del verde
che sale e si fa spazio in certe mattine di maggio
quando il calore viene sulle braccia scoperte
e tocca il tendine d’azzurro e il tendine di verde
che credevamo spenti, nella nostra testa di oggi,
tanti anni fa. In mattine così, la terra si piega
e si anima in cose inanimate come i sassi
nel brulichìo nascosto dalle foglie, nel nostro
essere muti e felici di non avere un nome.
Forse daremo un nome a questa luce sugli occhi,
alla rondine scolpita dall’aria mentre passa,
all’ombra durata un battito sulle nostre mani;
forse saremo infanzia e chiuderemo il pericolo
nel nome del pericolo e allontaneremo le nostre spalle
dalla città abbagliata e splenderanno amate dal caso
e dal vento le nostre impronte quando qualcuno chiuderà
il cancello dietro a noi, e ci guarderà partire.

Pierluigi Cappello

Andrea
07-May-2014, 11:08
Eredità


a Josip Osti


I nostri avi ci hanno lasciato in eredità
degli Schonbrunn, dei Palazzi d’Inverno,
dei Ponts Charles,
delle Piazza San Marco,
senza menzionare
i Westminster
che rappresentano
i drammi di Shakespeare,
i romanzi di Tolstoi
o la “suite n. 3” di Bach.
E noi altri,
cosa lasceremo in eredità
ai nostri discendenti?
Degli snack-bar,
delle stazioni di servizio,
dei garages,
e qualche anti-romanzo.


Izet Sarajlić

Aleciccio
08-May-2014, 08:52
QUANDO SI PERDE IL SEGNALE
Non avere pietà di quello che sei stato,
perché la pietà è troppo breve:
non dà il tempo di costruire nulla.
Di notte, in un piccolo aeroporto,
vedi come un aereo sta salendo.
Stai perdendo il segnale.
Sei convinto di stare vivendo
anni senza speranze che sono però
i più felici della tua vita.
C’è altra poesia, ci sarà sempre,
come c’è altra musica.
Quella di Beethoven sordo.
Quando si perde il segnale.

JOAN MARGARIT

Claire
08-May-2014, 09:53
Portami lungo viali vuoti...

Portami lungo viali vuoti,
parlami di qualche sciocchezza,
pronuncia vagamente un nome.
I lampioni piangono l'estate.
Due lampioni piangono l'estate.
Cespugli di sorbo. Una panchina umida.
Amore mio, resta con me fino all'alba,
poi lasciami.
Rimasto come un'ombra offuscata,
vagherò qui ancora un po',ricorderò tutto,
la luce accecante, il buio infernale,
io stesso fra cinque minuti sparirò.

Boris Ryzyi

Andrea
16-May-2014, 12:23
L’universo non ha un centro,
ma per abbracciarsi si fa cosí:
ci si avvicina lentamente
eppure senza motivo apparente,
poi allargando le braccia,
si mostra il disarmo delle ali,
e infine si svanisce,
insieme,
nello spazio di carità
tra te
e l’altro.

Chandra Livia Candiani

Andrea
20-May-2014, 12:29
Avrei dovuto avere due cuori,
il primo insensibile,
il secondo costantemente innamorato:
questo lo avrei affidato a coloro per cui batte
e con l’altro avrei vissuto felice.

Amin Maalouf

Andrea
20-May-2014, 13:34
Se solo si potesse vivere tra parentesi
si potrebbe prendere chi vuoi dentro con te,
e il resto del mondo aspetterebbe fuori
a guardare educatamente dall’altra parte.
Se si sbucasse fuori dalla parentesi,
la vita continuerebbe come prima.
Non ci sarebbero conseguenze
e per una volta i muri si troverebbero dove vuoi tu.
Se solo fosse possibile.
Ma le parentesi esistono solo nei libri.
E il mondo gira di conseguenza.


A. Fienberg

Claire
22-May-2014, 12:12
Ci provo a portarti in me,
nel mio pericolo,
nella mia impresa
di insensata emergenza.
Vedi, tutto può crollare,qui. Le facce come le case,
sono cinema, sono cenere.
Ma ti tengo stretta
come polvere con il cielo,
consegno le nostre due
trasparenze all'aria calda del dopo terremoto,
alle macerie che fumano quiete,
alla quiete di quando hai perso,
tutto. Sei chicco d'uva
di vigna grande,
sorriso
che abbandona adagio adagio, ti tengo
sul palmo della mano
con delicata forza, ti sostengo fino al cielo,
fino a casa.

Chandra Livia Candiani

Rosy
29-May-2014, 22:23
STOP
di Angelo Maria Ripellino

Stop

Non attenderti più, non chiamarti,
consumarsi come una lanterna,
non cercarti, non telefonarti,
nascondere il viso tra umide mani
piangere in segreto come l'alba,
e tornare da solo in quella strada,
dove cinguettavano i tuoi baci.

Spegnere questo fuoco divorante,
strozzare le idre del desiderio,
non attenderti più, non chiamarti,
scivolare nel tempo e nell'ombra.

Perderti come un mito, e fra vent'anni
ritrovarti, ormai gonfia di buon senso,
con bracciate di figli e di faccende,
e ricordare con te le fugaci
carezze, il sortilegio del distacco.

Biascicando, esprimerti il rimpianto
di ciò che è perduto, che mi lasciai sfuggire:
della tua giovinezza stellare,
del tuo piccolo corpo di uccello ferito.

E sarà scialbo il ricordo, grigiastro, sfiorito,
e nulla potrà risvegliare quei giorni.

Rosy
16-June-2014, 17:25
Vivere è stare svegli
e concedersi agli
altri,
dare di sé sempre il meglio
e non essere scaltri.
Vivere è
amare la vita
coi suoi funerali e i suoi balli
trovare favole e
miti
nelle vicende più squallide.
Vivere è attendere il sole
nei giorni
di nera tempesta
schivare le gonfie parole
vestire con frange di
festa.
Vivere è scegliere le umili
melodie senza strepiti e
spari,
scendere verso l'autunno
e non stancarsi di amare.

Angelo Maria Ripellino

Claire
17-June-2014, 10:58
Dietro le facciate, adesso,
appaiono nuvole altissime bianche,
non sembrano affatto cittadine,
ma soffi divini zitti zitti,
rivestono i tetti di supremi messaggi,
gesticolata bellezza.
intanto tu non so dove sei
ma sei,
buccia tesa che cammina
disperatamente sbocciata,
interamente esposta
all'accecante stagione.
E io millimetro per millimetro
ti dedico tutto.
Tua casa.

Chandra Livia Candiani

Andrea
17-June-2014, 18:46
Dicono tutti:
“Ah, la voluttà del proibito!”
Io non capisco.
Io non ho mai cercato che il permesso,
le porte aperte,
le stanze calde,
e come arrivare alla sala del trono.
Io sempre in prima fila
quando c’è da sperare,
sempre in ammirazione
per chi fa qualche cosa,
forse, mi dico,
mi prenderà con sé,
poi son delusa a morte e mi ubriaco
di utopie e apocalissi.
Per fortuna gli altri non lo sanno,
i cari altri
che tutto possono,
da cui tutto dipende:
io sono peggio del cucciolo che sbrana
il cuscino, la cuccia
se lo lasciano a casa,
io sbrano anche me stessa.


Anna Maria Carpi

Rosy
17-June-2014, 18:47
Bellissima e tremenda.

Aleciccio
18-June-2014, 08:36
Salire scale pericolanti
con borse cariche di sofferenze e rabbia.
Oltrepassare sbadata il proprio piano
e inchiodare la testa nel buio della soffitta.
Gettare dall’alto uno sguardo sul baratro
e dal basso il baratro lo sguardo in te.
Proprio accanto percepire un’assenza
e tu stessa lontana da lei.
Ma perché? – gridare a nessuno.
E turbinosa l’eco ti risponda: – Perché?
Dalla riva del tempo sgretolata
crollare in un vuoto atemporale.
Sull’orlo dello strazio arrivata,
ti fermarai sfinita sull’orlo?
Oppure là, fuori, lungo quella scala
a fatica giungerai sull’orlo del mistero?

Blaga Dimitrova

Rosy
18-June-2014, 13:20
Salire scale pericolanti
con borse cariche di sofferenze e rabbia.
Oltrepassare sbadata il proprio piano
e inchiodare la testa nel buio della soffitta.
Gettare dall’alto uno sguardo sul baratro
e dal basso il baratro lo sguardo in te.
Proprio accanto percepire un’assenza
e tu stessa lontana da lei.
Ma perché? – gridare a nessuno.
E turbinosa l’eco ti risponda: – Perché?
Dalla riva del tempo sgretolata
crollare in un vuoto atemporale.
Sull’orlo dello strazio arrivata,
ti fermarai sfinita sull’orlo?
Oppure là, fuori, lungo quella scala
a fatica giungerai sull’orlo del mistero?

Blaga Dimitrova La Dimitrova è una delle mie poetesse preferite. Questa poesia non la conoscevo. grazie!

daniela
24-June-2014, 15:22
Grazie Claire per la straordinaria scoperta di questa poetessa! Chandra Livia Candiani è la donna che, secondo Vivian Lamarque, “non fa in tempo ad aprire bocca che nasce una poesia"

(“La bambina pugile ovvero La precisione dell’amore”, Einaudi 2014)

Certe mattine
al risveglio
c’è una bambina pugile
nello specchio,
i segni della lotta
sotto gli occhi
e agli angoli della bocca,
la ferocia della ferita
nello sguardo.
Ha lottato tutta la notte
con la notte,
un peso piuma
e un trasparente gigante
un macigno scagliato
verso l’alto
e un filo d’erba impassibile
che lo aspetta
a pugni alzati:
come sono soli gli adulti.

Chandra Livia Candiani


tratta da http://www.minimaetmoralia.it/wp/chandra-livia-candiani/

Claire
25-June-2014, 11:59
Grazie Claire per la straordinaria scoperta di questa poetessa! Chandra Livia Candiani è la donna che, secondo Vivian Lamarque, “non fa in tempo ad aprire bocca che nasce una poesia"

Daniela sono felice di leggere il tuo entusiasmo per questa poetessa ma non è me che devi ringraziare di questa scoperta bensì Andrea che ne ha postato una poesia il 16 maggio nel topic di poesia "solitudine".
http://www.scompaginando.it/showthread.php?387-Solitudine&p=22898&viewfull=1#post22898

Mi piacque molto e cominciai a interessarmene.
:ciao:

Aleciccio
25-June-2014, 12:02
ANNUNCIO

Cerco il mio sorriso.
L'ho fatto cadere qui, da qualche parte
in mezzo ai fatti e alle parole.

Se qualcuno lo trova,
lo appenda all'orecchio
come un orecchino!

E dica al boia:
Non più spauracchi di pianto!
Chi genera paura, è preso dal panico.


Blaga Dimitrova
8 aprile 1989

daniela
25-June-2014, 18:53
Daniela sono felice di leggere il tuo entusiasmo per questa poetessa ma non è me che devi ringraziare di questa scoperta bensì Andrea che ne ha postato una poesia il 16 maggio nel topic di poesia "solitudine".
http://www.scompaginando.it/showthread.php?387-Solitudine&p=22898&viewfull=1#post22898

Mi piacque molto e cominciai a interessarmene.
:ciao:

Ed è proprio la poesia della bambina pugile! Grazie Andrea per la scoperta di questa poetessa!
Non so se capita anche a voi, ma a me l'effetto che una poesia può fare non è lo stesso in tutti i momenti: dipende forse dallo stato d'animo, dall'attenzione con cui si legge, da ciò che si sta vivendo, dalle assonanze che la poesia richiama, e da altro ancora.
Stavolta la magia di questa poetessa l'ho colta pienamente!
Perciò grazie ad Andrea che l'ha scoperta e a Claire che l'ha rilanciata!

Andrea
08-July-2014, 19:02
Il Lonfo


Il Lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce,
sdilenca un poco e gnagio s'archipatta.
È frusco il Lonfo! È pieno di lupigna
arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e ti arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio Lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa legica busia, fa gisbuto;
e quasi quasi in segno di sberdazzi
gli affarferesti un gniffo. Ma lui, zuto
t' alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi.


Fosco Maraini

Claire
09-July-2014, 12:12
Il cielo rosa di Lisbona. (http://unkarmasnob.blogspot.com/2013/08/la-conosci-lisbona_11.html)

Qualcuno dice lentamente:
La conosci, Lisbona…?
La conosco.
E’ una giovane scalza e leggera,
un vento improvviso e chiaro nei capelli,
una piccola ruga intorno ai suoi occhi,
la solitudine si apre nelle sue dita e sulle sue labbra,
scende le scale, tante scale,
tante scale fino al fiume.
Io la conosco. E tu, la conosci?

Eugenio de Andrade

Claire
15-July-2014, 12:52
Lieve Offerta

Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera
come le estreme foglie
dei pioppi, che s’accendono di sole
in cima ai tronchi fasciati
di nebbia –
Vorrei condurti con le mie parole
per un deserto viale, segnato
d’esili ombre –
fino a una valle d’erboso silenzio,
al lago –
ove tinnisce per un fiato d’aria
il canneto
e le libellule si trastullano
con l’acqua non profonda –
Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera,
che la mia poesia ti fosse un ponte,
sottile e saldo,
bianco –
sulle oscure voragini
della terra.

Antonia Pozzi

Andrea
16-July-2014, 13:43
Quando vi ho fatto, vi amavo.
Ora vi compatisco.

Vi ho dato quanto vi serviva:
letto di terra, lenzuolo di aria blu…
Mentre mi allontano da voi
vi vedo più chiaramente.
A quest’ora le vostre anime avrebbero dovuto essere
immense,
non quel che sono,
piccole cose vocianti…

Vi ho dato ogni dono,
blu del mattino primaverile,
tempo che non sapevate come usare:
volevate di più, l’unico dono
riservato a un’altra creazione.

Qualsiasi cosa abbiate sperato,
non troverete voi stessi nel giardino,
fra le piante che crescono.
Le vostre vite non sono circolari come le loro:

le vostre vite sono il volo dell’uccello
che inizia e finisce nell’immobilità:

che inizia e finisce, forma che riflette
quest’arco dalla betulla bianca
al melo.

Louise Glück

Rupert
16-July-2014, 15:10
Quando vi ho fatto, vi amavo.
Ora vi compatisco.

Vi ho dato quanto vi serviva:
letto di terra, lenzuolo di aria blu…
Mentre mi allontano da voi
vi vedo più chiaramente.
A quest’ora le vostre anime avrebbero dovuto essere
immense,
non quel che sono,
piccole cose vocianti…

Vi ho dato ogni dono,
blu del mattino primaverile,
tempo che non sapevate come usare:
volevate di più, l’unico dono
riservato a un’altra creazione.

Qualsiasi cosa abbiate sperato,
non troverete voi stessi nel giardino,
fra le piante che crescono.
Le vostre vite non sono circolari come le loro:

le vostre vite sono il volo dell’uccello
che inizia e finisce nell’immobilità:

che inizia e finisce, forma che riflette
quest’arco dalla betulla bianca
al melo.

Louise Glück

Mi permetto di aggiungere il titolo, "Vento calante", appunto, al tuo post con la bellissima poesia di Louise Gluck, tratta dalla raccolta "The wild iris", 1992. Ritengo che in questo caso il titolo sia coessenziale al testo.

Visto che ci sono, mi permetto anche di postare il testo originale, che mi piace moltissimo.



Retreating Wind

When I made you, I loved you.
Now I pity you.

I gave you all you needed:
bed of earth, blanket of blue air--

As I get further away from you
I see you more clearly.
Your souls should have been immense by now,
not what they are,
small talking things--

I gave you every gift,
blue of the spring morning,
time you didn't know how to use--
you wanted more, the one gift
reserved for another creation.

Whatever you hoped,
you will not find yourselves in the garden,
among the growing plants.
Your lives are not circular like theirs:

your lives are the bird's flight
which begins and ends in stillness--
which begins and ends, in form echoing
this arc from the white birch
to the apple tree.

Andrea
17-July-2014, 17:36
Tenendo le cose assieme


In un campo
io sono l'assenza
di campo.
Questo è
sempre opportuno.
Dovunque sono
io sono ciò che manca.
Quando cammino
divido l'aria
e sempre
l'aria si fa avanti
per riempire gli spazi
che il mio corpo occupava.
Tutti abbiamo delle ragioni
per muoverci
io mi muovo
per tenere assieme le cose.


Mark Strand

Claire
22-July-2014, 10:11
Ars poetica - una polemica

Io sono io.
Sono personale,
soggettiva, intima, singolare,
confessionale.
Tutto quel che mi accade e si ripete
accade a me.
Il paesaggio che descrivo
sono io stessa.
Se vi interessano
gli uccelli, gli alberi, i fiumi,
consultate i libri degli esperti.
Io non sono un dato uccello,
un dato albero,
un dato fiume.
Io sono registrata solo
come un Sé,

io, ovvero io.

Nina Cassian

Andrea
05-August-2014, 10:19
Brindo alla contraddizione
alla scelta sbagliata, all'incoerenza
al mio sguardo smarrito
seduto al banco dell'assurdo
mentre vomiti l'ennesima lezione
di sicurezza della Vita
e solo dio sa la paura
che mi fanno quelli come te
che non si perdono mai
tra le parole, per strada
negli occhi di un altro,
il bisturi è affilato
i tuoi morti sono in aula
silenziosi, io
cerco solo meraviglia.


Sonia Lambertini

Claire
06-August-2014, 14:23
LA BAMBINA DI HIROSHIMA

“Apritemi sono io…
busso alla porta di tutte le scale
ma nessuno mi vede
perché i bambini morti nessuno riesce a vederli.

Sono di Hiroshima e là sono morta
tanti anni fa. Tanti anni passeranno.

Ne avevo sette, allora:
anche adesso ne ho sette perché i bambini morti non
diventano grandi.

Avevo dei lucidi capelli, il fuoco li ha strinati,
avevo dei begli occhi limpidi, il fuoco li ha fatti di vetro.

Un pugno di cenere, quella sono io
poi il vento ha disperso anche la cenere.

Apritemi; vi prego non per me
perché a me non occorre né il pane né il riso:
non chiedo neanche lo zucchero, io:
a un bambino bruciato come una foglia secca non serve.

Per piacere mettete una firma,
per favore, uomini di tutta la terra
firmate, vi prego, perché il fuoco non bruci i bambini
e possano sempre mangiare lo zucchero.”

Nazim Hikmet

Claire
06-August-2014, 14:28
Nulla rimane della scolara di Hiroshima
Poichè l'angoscia di ciascuno è la nostra
ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
che ti sei stretta convulsamente a tua madre
quasi volessi ripenetrare in lei
quando al meriggio il cielo si è fatto nero.

Invano, perché l'aria volta in veleno
é filtrata a cercarti per le finestre serrate
della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
lieta già del tuo canto e del tuo timido riso.

Sono passati i secoli, la cenere si è pietrificata
a incarcerare per sempre codeste membra gentili.

Così tu rimani fra noi, contorto calco di gesso,
agonia senza fine, terribile testimonianza
di quanto importi agli dei l'orgoglioso nostro seme.

Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
della fanciulla d'Olanda murata fra quattro mura
che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
la sua cenere muta é stata dispersa dal vento,
la sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.

Nulla rimane della scolara di Hiroshima,
ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli.

Vittima sacrificata sull'altare della paura.

Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
tristi custodi segreti del tuono definitivo,
ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo.

Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.

Primo Levi

Claire
06-August-2014, 14:32
La bomba di Hiroshima

La bomba di Hiroshima
bruciò troncando le ultime parole.
L’ossa calcinate
riverberano il cielo senza fiato.
L’erba per sempre ha il verde rovesciato,
l’albero ha il suo tronco congelato
per sempre, la natura scompare
per sempre, nell’orrore dell’uomo
dentro un fuoco di morte.
File di carri cercano le frontiere,
appena cadute le barriere
di filo spinato
la gente beve nelle mani screpolate
e corre forte sperando lontano
per la pianura, macerie a frugare
macchie nere di lava paura;
nel sole la guerra è seppellita
con gli ultimi soldati in pietra dura.
Nel Giappone una città nuova
cresce adesso funebre violenta
sopra uomini esanimi che al sole
si scuoiano nei fossi.
E qua è l’Italia, non intende, tace,
si compiace di marmi, di pace
avventurosa, di orazioni ufficiali,
di preghiere che esorcizzano i mali.
Ma nel mondo le occasioni perdute
sono i sassi buttati dentro il mare;
nei luoghi devastati dalla lebbra
o accucciati nell’ombra a imprecare
non un granello di polvere nel fondo
dell’occhio incantato che li domina.
Tutti i morti ormai dimenticati.
Il ventre della speranza è schiacciato
Nella polvere da una spada antica;
anni interminabili, senza amore,
inchiodano col fuoco alla fatica.

Roberto Roversi

Andrea
07-August-2014, 12:54
Un Inno


per le Distanze colmate
per la Speranza riposta
per l'Illusione mancata
per la Gioia goduta


per il Respiro corto
per il Nodo alla gola
per il Tremito della mano
per il Cedimento del passo


Un inno
per la Voce ritrovata.

Hilde Kuhn

daniela
10-August-2014, 19:19
Stella cadente

Alcuni desideri si adempiranno
altri saranno respinti. Ma io
sarò passata splendendo
per un attimo. Anche se nessuno
mi avesse guardata
risulterebbe ugualmente giustificato -
per quel lucente attimo -
il mio esistere.

Margherita Guidacci

Claire
18-August-2014, 20:38
Vi auguro sogni
a non finire
la voglia furiosa
di realizzarne qualcuno
vi auguro di amare
ciò che si deve amare
e di dimenticare
ciò che si deve dimenticare
vi auguro passioni
vi auguro silenzi
vi auguro il canto degli uccelli
al risveglio
e risate di bambini
vi auguro di resistere
all’affondamento,
all’indifferenza,
alle virtù negative
della nostra epoca.
Vi auguro soprattutto
di essere voi stessi.

JACQUES BREL

Claire
27-August-2014, 13:25
Anche tu sei collina...

Anche tu sei collina
e sentiero di sassi
e gioco nei canneti,
e conosci la vigna
che di notte tace.
Tu non dici parole.

C'è una terra che tace
e non e' terra tua.
C'è un silenzio che dura
sulle piante e sui colli.
Ci son acque e campagne.
Sei un chiuso silenzio
che non cede, sei labbra
e occhi bui. Sei la vigna.

E' una terra che attende
e non dice parola.
Sono passati giorni
sotto cieli ardenti.
Tu hai giocato alle nubi.
E' una terra cattiva
la tua fronte lo sa.
Anche questo è la vigna.

Ritroverai le nubi
e il canneto, e le voci
come un'ombra di luna.

Ritroverai parole
oltre la vita breve
e notturna dei giochi,
oltre l'infanzia accesa.
Sarà dolce tacere.
Sei la terra e la vigna.
Un acceso silenzio
brucerà la campagna
come i falò la sera.

Cesare Pavese

30-31 ottobre 1945

Claire
02-September-2014, 10:43
E' una tremula pioggia

E' una tremula pioggia
di fogliuzze farfalle dorate:
è il pianto luminoso che Settembre
piange dal cuore della grande acacia.
Come sanno morire in dolcezza
le fogliuzze farfalle,
come lievi si posano
e si confondono al suolo!
Hanno vissuto una splendida estate,
muoiono nella luce beata
dell'estate che muore.

Diego Valeri

Andrea
15-September-2014, 10:23
Adulto

Per gli adulti gli affari.
tasche gonfie di rubli.
Amare?
Prego!
Per un centinaio di rubli.
Ma io,
senza dimora,
le manacce
ficcate
nella tasca sfondata
bighellonavo con tanto d'occhi aperti.
E' notte.
Voi indossate l'abito migliore
e riposate l'anima sulle mogli e sulle vedove.
Me, invece,
Mosca mi soffocava negli amplessi
col suo anello senza fine di Sadovye.
Nei vostri cuori,
negli orologi,
fanno il loro tic tac le amanti.
Che estasi, le coppie delle alcove!
Io il selvaggio palpito della capitali
seguivo,
sdraiato su Piazza della Passione.
Sbottonato sul petto,
col cuore quasi fuori,
m'apro al sole e alle pozzanghere
Entrate con le passioni!
Venite con gli amori!
Ormai non è più in mio potere controllare il cuore.
Conosco dove hanno di casa il cuore, gli altri.
Dentro il petto, si sa.
Per me invece
è impazzita l'anatomia.
E' tutto cuore
romba dappertutto.
Ho, quante,
di sole primavere,
hanno spinto in vent'anni dentro il mio incendio!
Quel carico non consumato è insopportabile.
E non insopportabile così,
Tanto per fare un verso,
ma letteralmente.


Vladimir Majakovskij

Rosy
16-September-2014, 13:38
Una delle mie preferite in assoluto.
ORMAI NO

Ormai non sarà
ormai no
non vivremo uniti,
non alleverò tuo figlio
non cucirò i tuoi vestiti
non ti possederò di notte
non ti bacerò prima di uscire
non saprai mai chi sono stata
perchè altri mi amarono.

Non riuscirò mai a sapere
perché né come
né se era vero
quello che dicesti che era
né chi sei stato
né cosa sono stata per te
né come sarebbe stato
vivere uniti
amarci
aspettarci
rimanere.

Ormai non sono altro che io
per sempre e tu
ormai
per me non sarai
che tu. Ormai non sei
in un giorno futuro
non saprò dove vivi
con chi
né se ti ricordi.
Non mi abbraccerai mai
come questa notte
mai.

Non potrò più toccarti.

Non ti vedrò morire.

Idea Vilarino.

Claire
17-September-2014, 10:39
CANTO DEL MARE

Non voglio più pensare al mare!
Alle grandi onde verdi
E alla concava spiaggia,
Alle grotte di roccia bianca -
Non più, non più pensare
Al flutto e all’alga,
Al ribollir di schiuma.

Vive nella mia casa lontana la Memoria,
Non ha niente a che fare con me.
È vecchia e curva,
Ha un fagotto
Sulle spalle.
Sparse tutte le lacrime,
La voce, un roco schiocco.
Con un vecchio bastone
Spinoso avanza zoppicando,
E una pazza canzone
Ora lenta, or veloce
Le ansima in gola.

Ed ogni giorno
Finché la spiaggia è in luce
Cerca qualcosa,
Il suo artiglio appassito
Fruga le alghe marine;
Fruga in ogni conchiglia,
Brancolando borbotta
Finché la notte
Cala oscura all’intorno
E tutta la ricopre
E le impone silenzio
Ed immobilità.
I piedi fantasmatici
Delle onde mormoranti
Le camminano accanto sulle punte.
La seguono, la seguono
Nelle grotte rocciose
Della concava spiaggia
Bianca … Stringe le mani,
Singhiozza, stride via,
E gli echi urlano erranti
Per i colli rocciosi.
Si lamenta: tutto è perso!
Sia come sia! Sia come sia!
Sono vecchia, agghiacciata,
E spaventata … Il mare
Rimbomba troppo … è perso,
Scomparso … La Memoria
Là geme, nella mia casa lontana

Katherine Mansfield

Andrea
17-September-2014, 11:48
Preghiera

Se esisti per davvero – fatti avanti,
sii nuvola, caprone, aviatore,
porta con te occhi, bocca, voce,
– chiedimi qualcosa, lascia che mi sacrifichi,
prendimi tra le braccia, proteggimi,
nutrimi con la settima parte di un pesce,
fammi un fischio, dissodami le dita,
ricolmami di aromi, di stupore,
– resuscitami.

Nina Cassian

Aleciccio
18-September-2014, 00:53
Cedere il posto agli anziani e agli ammalati


Viaggiavo in piedi
eppure nessuno mi offrì il posto
anche se ero di almeno mille anni più anziana,
anche se portavo, ben visibili, i segni
di almeno tre gravi malanni:
Orgoglio, Solitudine e Arte.


Nina Cassian

Rosy
18-September-2014, 09:58
Come mi piace questa poetessa!!! Rosy

Claire
18-September-2014, 11:25
Come mi piace questa poetessa!!! Rosy

Piace molto anche a me.;) La trovo molto affine alla Wisława Szymborska.

Claire
19-September-2014, 12:06
Popoli della terra,
voi che vi avvolgete come gomitoli di refe
con la forza di astri sconosciuti,
che cucite e disfate nuovamente,
che entrate nella confusione dei linguaggi
come in alveari
per pungere nel miele
e venir puniti -
Popoli della terra,
non distruggete l'universo delle parole,
non tagliate con lame d'odio
la voce nata con il respiro.
Popoli della terra,
che nessuno pensi morte quando dice vita
e non sangue quando dice culla -
Popoli della terra,
lasciate alla fonte le parole
chè loro sole fanno avanzare gli orizzonti
nei veri cieli
e con l'altro lato,
maschera dietro cui sbadiglia la notte,
aiutano le stelle a partorire.


Nelly Sachs

Andrea
22-September-2014, 13:02
Tu sarai anche una stella,
ma nella vanità del mondo
non sono da meno d'uno specchio;
se valida quella teoria che vuole
l'universo in espansione
ci allontaniamo l'uno dall'altra
come galassia, lasciando tracce
di sangue sullo spettrografo.
In un'ipotesi contrapposta
l'infinito sarebbe stazionario
e manterremo le oscure distanze
a mio malincuore.
Per avvicinarci dovrebbe prevalere
la teoria dell'universo che si contrae,
ma equivarrebbe al finimondo
perciò, addio, stellina bionda.


Valentino Zeichen

Claire
01-October-2014, 10:21
IL DONO

Il dono eccelso che di giorno in giorno
e d’anno in anno da te attesi, o vita,
(e per esso, lo sai, mi fu dolcezza
anche il pianto) non venne: ancor non venne.
Ad ogni alba che spunta io dico: – E’ oggi: -
ad ogni giorno che tramonta io dico:
– Sarà domani.- Scorre intanto il fiume
del mio sangue vermiglio alla sua foce:
e forse il dono che puoi darmi, il solo
che valga, o vita, è questo sangue: questo
fluir segreto nelle vene, e battere
dei polsi, e luce aver dagli occhi; e amarti
unicamente perché sei la vita.

Ada Negri

Claire
01-October-2014, 10:27
Sole d'Ottobre


...È così pura questa
gioia fatta di luce e d'aria: questa
serenità ch'è d'ogni cosa intorno
a te, d'ogni pensiero entro di te:
quest'armonia dell'anima col punto
del tempo e con l'amore che il tempo
guida.
Non più grano, né frutti ha ormai la
terra
da offrire. Sta limpido l'Autunno
sul riposo dell'anno... Il fisso
azzurro, immemore
di tuoni e lampi, stende il suo gran
velo
di pace sulle rosseggianti chiome
delle foreste. Quand'è falciata
la spiga, spoglia la pannocchia,
rosso
il vin nei tini, e le dorate noci
chiaman l'abbacchio, e fuor del
riccio scoppia
la castagna, che importa la
minaccia
dell'Inverno, alla terra?..
Trasparente luce
d'ottobre, al cui tepor nulla matura
perché già tutto maturò: chiarezza
che della terra fa cosa di cielo.


Ada Negri

daniela
20-October-2014, 15:22
oggi è il centenario della nascita di Mario Luzi:

Alla vita

Amici ci aspetta una barca e dondola
nella luce ove il cielo s'inarca
e tocca il mare, volano creature pazze ad amare
il viso d'Iddio caldo di speranza
in alto in basso cercando
affetto in ogni occulta distanza
e piangono: noi siamo in terra
ma ci potremo un giorno librare
esilmente piegare sul seno divino
come rose dai muri nelle strade odorose
sul bimbo che le chiede senza voce.
Amici dalla barca si vede il mondo
e in lui una verità che precede
intrepida, un sospiro profondo
dalle foci alle sorgenti;
la Madonna dagli occhi trasparenti
scende adagio incontro ai morenti,
raccoglie il cumulo della vita, i dolori
le voglie segrete da anni sulla faccia inumidita.
Le ragazze alla finestra annerita
con lo sguardo verso i monti
non sanno finire d'aspettare l'avvenire.
Nelle stanze la voce materna
senza origine, senza profondità s'alterna
col silenzio della terra, è bella
e tutto par nato da quella.

Mario Luzi

daniela
20-October-2014, 15:41
Ah, tu non resti inerte nel tuo cielo
e la via si ripopola d’allarmi
poiché la tua imminenza respira
contenutadal silenzio di lucide pareti

e dai vetri che fissano l’inverno.
Camminare è venirti incontro,
vivere è progredire a te,
tutto è fuoco e sgomento.
E quante volte prossimo a svelarti
ho tremato d'un viso repentino
dietro i battenti d’un’antica porta
nella penombra, o a capo delle scale.

Mario Luzi

Claire
26-October-2014, 13:13
Tempesta con silenzio

Tuona sopra i pini.
La nube densa sgranò le sue uve,
cadde l'acqua da tutto il cielo vago,
il vento sciolse la sua trasparenza,
si riempirono gli alberi d'anelli,
di collane, di lacrime fuggenti.

Goccia a goccia
la pioggia si raccoglie
ancora sulla terra.

Un solo tuono vola
sopra il mare e i pini,
un tuono opaco, oscuro,
un movimento sordo:
si trascinano
i mobili del cielo.

Di nube in nube cadono
i pianoforti delle altezze,
gli armadi celesti,
le sedie e i letti cristallini.

Tutto è trascinato dal vento.

Canta e racconta la pioggia.

Le lettere d'acqua cadono
infrangendo le vocali
contro i tetti. Ogni cosa
fu cronaca smarrita,
sonata dispiegata goccia a goccia:
il cuore dell'acqua e la sua scrittura.

E' finita la tempesta.
Ma diverso è il silenzio.

Pablo Neruda

Claire
27-October-2014, 12:16
NUDA E' LA TERRA

Nuda è la terra, e l'anima
ulula contro il pallido orizzonte
come lupa famelica. Che cerchi,
poeta, nel tramonto?
Amaro camminare, perchè pesa
il cammino sul cuore. Il vento freddo,
e la notte che giunge, e l'amarezza
della distanza...Sul cammino bianco,
alberi che nereggiano stecchiti;
sopra i monti lontani sangue ed oro...
Morto è il sole...Che cerchi,
poeta, nel tramonto?

Antonio Machado

daniela
27-October-2014, 22:16
PROLOGO AL PRESENTE

Apri gli occhi. Svegliati:
il Paradiso sta qui
nella luce effimera.

È (altro non c'è) questa terra:
punto d'incontri,
culla d'assenze.

Il Paradiso sta qui.
Apri gli occhi
che aprano le sue porte.

Svegliati. Sta qui.
Non è la felicità.
È la presenza.

EDUARDO MITRE
Versi d'autunno

Claire
28-October-2014, 11:15
L'ALBERO

Oggi hanno abbattuto l'albero
che ci aveva accompagnato tanti anni.
Senz'altra benda che una nube
la ferita azzurra dello spazio.
Parola per parola,
foglia a foglia,
lo pianto di nuovo
nell'orto della memoria.
Ma invano.
Non passa il vento fra le sue fronde
o passa senza toccarle.
Non dora la luce le sue foglie
né sui suoi rami
si posano gli uccelli.
Ormai pura immagine, l'albero
senza frutto né canto.
Come la realtà rugosa ha
fame di sogni,
sete della sua ombra
patisce il mio corpo.
Alzo agli occhi e vedo solo
un incendio di ali.
E in fondo.
il sole assetato
che vaga senza radici

Eduardo Mitre




Andrea
30-October-2014, 11:24
Bucato

Dove il bucato è appeso ad asciugare
la gente non muore,
non è alla guerra,
resterà per lo meno due giorni
o forse tre.
Non sarà sostituita
da altra gente, o sbattuta dal vento.
Non è simile all'erba inaridita.


Yehuda Amichai

Rosy
03-November-2014, 12:46
COME TUTTI I POETI

Come tutti i poeti
io sono una persona deludente
una che batte la fiacca
una che forse preferisce alla quotidianità
qualche certezza ancora più bella
quella della vita.

E te lo dico
sopra le ceneri di Dante
proprio adesso che sto scrivendo un libro.

Sono poesie d’amore
per un ragazzo...
ma tu sai quanto costi
a un poeta della mia età amare
e sperare di vedere un uomo vivere?

Io capisco il vostro amore
e posso anche dire
che senza l’affetto dei lettori
un poeta non sarebbe niente.

Però, come non potrò avere l’amore di quest’uomo,
non potrò avere la salute di un tempo.
Spesso mi sono chiesta
come mai i nostri ammiratori non si siano mai domandati
quanto tempo occorra per scolpire una poesia...

Molto tempo molti pensieri
che agli altri possono sembrare oziosi
invece sono tempi riparatori di tante ingiustizie.

Il poeta ha una ragione etica per vivere
ed è la difesa dell’uomo
e del suo diritto alla libertà
e per me, che sono stata tanti anni in prigione,
chiedo la libertà di essere libera
perché domani mattina alle nove
io andrò a bere la mia solita birra fresca
in compagnia di nessuno
e quel nessuno è sempre il mio manicomio.

Lasciami libera, Griselda,
libera di vivere quel momento caldo dell’osteria
dove io, alle nove in punto,
sarò, come sempre, in compagnia di nessuno.

ALDA MERINI

Aleciccio
03-November-2014, 13:26
Sembra venire a volte
come opera del niente
il giorno
nei tram, nelle vetrinette
dei bar.
Non hanno sentinelle le nostre città,
chi veglia lo fa per mestiere
o per disperanza.
E il nemico nessuno
lo ha mai visto arrivare.

Davide Rondoni (Forlì, 1964)

Claire
04-November-2014, 12:41
Ck
Che sia l'amore tutto ciò che esiste
È ciò che noi sappiamo dell'amore;
E può bastare che il suo peso sia
Uguale al solco che lascia nel cuore.

Emily Dickinson

Andrea
05-November-2014, 11:54
Io credo

Io credo
a parole
impronunciate,
dentro vortici
d'ore mai vissute.
Credo nei sogni
e, infelice,
a felicità perdute
ancora credo:
illuso eterno
d'amore.

Maurizio Romanelli

Claire
10-November-2014, 11:11
IL GIORNO DIVENTÒ PICCOLO


Il Giorno diventò piccolo, circondato tutto
Dalla precoce, incombente Notte -
Il Pomeriggio in Sera profonda
La sua Gialla brevità distillò -
I Venti smorzarono i loro passi marziali
Le Foglie ottennero tregua -
Novembre appese il suo Cappello di Granito
A un chiodo di Felpa -

Emily Dickinson

Andrea
10-November-2014, 16:30
Questo tempo sabbatico
prima di una partenza, questo tempo
rubato al tempo, questo tempo non mio
né di altri, il tempo della valigia
e del ritardo, questo lusso sospeso,
questo margine ricco,
quando audace e irresponsabile posso
quello che neanche gli anni mi concedono,
dove accorrono i pensieri più negletti
e sono accolti, e tra un pigiama
e una camicia s’insedia maestoso
ma arrendevole il possibile, dove potrei
persino telefonarti e dichiararmi
folle d’amore, questo unico tempo vero
involontario che ci è dato
per grazia di partenze, questo
non è nient’altro che preghiera.


Patrizia Cavalli

Rosy
11-November-2014, 15:22
La civiltà
(Raoul Follereau (http://it.wikipedia.org/wiki/Raoul_Follereau) Nevers, Francia 17/8/1903 – Parigi, Francia 6/12/1977)

La civiltà non è né il numero,
né la forza,
né il denaro.
La civiltà è il desiderio paziente,
appassionato,
ostinato,
che vi siano sulla terra meno ingiustizie,
meno dolori,
meno sventure.
La civiltà è amarsi.

Rosy
12-November-2014, 13:48
Amico
(Alexandre O'Neill (http://en.wikipedia.org/wiki/Alexandre_O'Neill) Lisbona, Portogallo 19/12/1924 - Lisbona, Portogallo 21/8/1986)

Ci conosciamo da poco
inauguriamo la parola “amico”.

Amico è un sorriso
di bocca in bocca
uno sguardo pulito
una casa, anche modesta, che si offre
un cuore pronto a pulsare
nella nostra mano!

Amico (si ricordano, voi costì,
scrupolosi detriti?)
Amico è il contrario di nemico!

Amico è l’errore corretto,
non l’errore perseguitato, esplorato;
è la verità condivisa, praticata.

Amico è la solitudine sconfitta.

Amico è una grande impresa
un lavoro senza fine
uno spazio utile, un tempo fertile,
amico sarà una gran festa, lo è già.

(Da: Portogallo, mio rimorso)

Claire
14-November-2014, 11:41
Pioggia d'autunno

Vorrei, pioggia d'autunno, essere foglia
che s'imbeve di te sin nelle fibre
che l'uniscono al ramo, e il ramo al tronco,
e il tronco al suolo;e tu dentro le vene
passi, e ti spandi, e si gran sete plachi.
So che annunci l'inverno: che fra breve
quella foglia cadrà, fatta colore
della ruggine, e al fango andrà commista,
ma le radici nutrirà del tronco
per rispuntar dai rami a primavera.

Vorrei, pioggia d'autunno, esser foglia,
abbandonarmi al tuo scrosciare, certa
che non morrò, che non morrò, che solo
muterò volto sin che avrà la terra
le sue stagioni, e un albero avrà fronde.

Ada Negri

Rupert
15-November-2014, 07:20
La civiltà
(Raoul Follereau (http://it.wikipedia.org/wiki/Raoul_Follereau) Nevers, Francia 17/8/1903 – Parigi, Francia 6/12/1977)

La civiltà non è né il numero,
né la forza,
né il denaro.
La civiltà è il desiderio paziente,
appassionato,
ostinato,
che vi siano sulla terra meno ingiustizie,
meno dolori,
meno sventure.
La civiltà è amarsi.

Sono parole certamente bellissime e poetiche in senso lato, ma dal punto di vista testuale si tratta di un testo in prosa... talmente bello da sembrar poesia... :D.

« Celui qui a raison, celui qui aura toujours raison, celui auquel demain appartient, celui qui sera le dernier vainqueur, c’est celui qui est le plus capable d’amour. La civilisation, ce n’est ni le nombre, ni la force, ni l’argent. La ci vilisation, c’est le désir patient, passionné, obstiné, qu’il y ait sur la terre moins d’injustices, moins de douleurs, moins de malheurs. La civilisation, c’est de s’aimer ! »

Une bataille pas comme les autres, 1964

Rosy
15-November-2014, 09:02
Rupert, come sempre preparatissimo... Grazie della preziosa precisazione. un caro saluto, Rosy:)

kaipirissima
15-November-2014, 10:57
Rupert quante cose sai. :) beati i tuoi amici.

Rosy
15-November-2014, 11:19
Se viene la guerra
(Dario Bellezza (http://it.wikipedia.org/wiki/Dario_Bellezza) Roma 5/9/1944 – Roma 31/3/1996)

Se viene la guerra
non partirò soldato.
Ma di nuovo gli usati treni
porteranno i giovani soldati
lontano a morire dalle madri.
Se viene la guerra
non partirò soldato.
Sarò traditore
della vana patria.
Mi farò fucilare
come disertore.
Mia nonna da ragazzino
mi raccontava:
"Tu non eri ancora nato. Tua madre
ti aspettava. Io già pensavo
dentro il rifugio osceno
ma caldo di tanti corpi, gli uni
agli altri stretti, come tanti
apparenti fratelli, alle favole
che avrebbero portato il sonno
a te, che, Dio non voglia!,
non veda più guerre".

Andrea
17-November-2014, 01:06
Al mondo

Mondo, sii, e buono;
esisti buonamente,
fa' che, cerca di, tendi a, dimmi tutto,
ed ecco che io ribaltavo eludevo
e ogni inclusione era fattiva
non meno che ogni esclusione;
su bravo, esisti,
non accartocciarti in te stesso in me stesso.
Io pensavo che il mondo così concepito
con questo super-cadere super-morire
il mondo così fatturato
fosse soltanto un io male sbozzolato
fossi io indigesto male fantasticante
male fantasticato mal pagato
e non tu, bello, non tu «santo» e «santificato»
un po' più in là, da lato, da lato.
Fa' di (ex-de-ob etc.)-sistere
e oltre tutte le preposizioni note e ignote,
abbi qualche chance,
fa' buonamente un po';
il congegno abbia gioco.
Su, bello, su.

Andrea Zanzotto

Andrea
17-November-2014, 12:46
Amo la pioggia sferzante sulle strade
sulle teste della gente senza ombrelli
sui cani con medaglia, su quelli senza
sui gatti randagi bianchi e sui tigrati
sui topi delle fogne e di campagna
sugli alberi che disegnano quel viale
e su quelli nati su, alla collinetta.
Amo la pioggia che viene giù e si posa
sui cassonetti ricolmi d’immondizia
sul casco del ragazzo con la moto
sulle commesse che si danno la mano
sul manager che sa il management
su un poveruomo malato di nanismo
che non sa come fare a maritarsi.
Amo la pioggia che tutta va e trascina
che tutti ci sommerge e tutto inonda
che non fa distinzione alcuna
senza occhi e senza intendimento
non fa discernimento e tutto bagna.
Pioggia che non ha nessuna preferenza
pioggia, goccia d’acqua d’uguaglianza,
questa pioggia, a volte, può bastare.

Antonella Pizzo

Aleciccio
17-November-2014, 14:24
… Vieni e abita
nella buia stanza obliqua del mio cuore,
che la vastità delle onde ancora
si chiude allo spazio.
Vieni e cadi
nei fondi colorati del mio sonno,
che ha paura del ripido
abisso del nostro mondo.
Vieni e vola
nella lontana curva della mia nostalgia,
che l’incendio divampi
all’altezza di una fiamma.
Stai e resta.
Aspetta che l’arrivo giunga
inesorabile dal lancio
di un istante. …
Hannah Arendt

Andrea
21-November-2014, 10:07
Vivere è questo


Siamo così vicini
l’uno all’altra
che mi vedo riflesso nei suoi occhi.
Ma dura poco.
Già è seduta sull’autobus.
Già si allontana.
La vita fa in modo che queste cose
siano opportunamente
poche.
Affinché noi ci alziamo
ogni mattina
a cercarne altre.


Karmelo C. Iribarren

Claire
25-November-2014, 11:28
DONNA ASCIA


Donna

lontana,

improbabile

mascherata di ragione,

forza senza sangue.

Piccola incantatrice nata dalle sue tempie

che chiamano dubbio.

Profondità dell’intimo che non conosce maniere


accattivante con i suoi silenzi.

Atroce,

irresistibile, il desiderio di mordere la notte

che barcolla tra delusioni

impreziosita da racconti

immobile nella distanza.



Donna istante,

ascia

che trascini,

che tagli lingue e le spargi

nella mano di Dio che si contorce dalle risate con te.



Fuggitiva dalla tua cattura andrò via

sapendo perfettamente

che sei invincibile.

Susana Chávez

Potessa e difenditrice dei diritti umani, nasce il 5 novembre 1974 a Ciudad Juárez, Chihuahua, dove muore brutalmente assassinata la notte del 5 gennaio 2011.
Ha partecipato al movimento di difesa dei diritti umani di Ciudad Juárez, lottando per il chiarimento dei femminicidi commessi in questa città, il cui numero nell'ultimo anno aveva superato i 400 e i responsabili dei quali non sono mai stati puniti. Ha partecipato attivamente alle manifestazioni contro l’indifferenza del governo con letture delle sue opere, realizzazione di cortometraggi e documentari, oltre ad altre attività. Paradossalmente lei, la creatrice dello slogan di questa lotta “Ni una más” è stata l’ennesima vittima di questi omicidi, nonostante il Governo abbia negato il legame tra la sua morte e gli altri femminicidi.

daniela
26-November-2014, 22:51
Definitivo, come tutto ciò che è semplice.
Il nostro dolore non deriva dalle cose vissute,
ma dalle cose che sogniamo e che non si realizzano.
Perché soffriamo tanto per amore?
Sarebbe meglio che la gente non soffrisse,
e ringraziasse anche solo per aver conosciuto una persona tanto buona,
che generò in noi un sentimento intenso
che ci ha accompagnato per un tempo ragionevole,
un tempo felice.
Perché soffriamo ?
Per tutti i baci cancellati, per l’eternità.
Soffriamo, non perché il nostro lavoro è stressante e paga poco,
ma per tutte le ore libere
che non abbiamo avuto per andare al cinema,
per conversare con un amico,
per nuotare, per innamorarci.
Perché automaticamente dimentichiamo quello che abbiamo goduto
e cominciamo a soffrire per i nostri progetti irrealizzati,
per tutte le città che avremmo potuto conoscere a fianco del nostro amore,
per tutti i figli che avremmo avuto piacere ad avere vicino,
per tutti gli show, i libri e i silenzi che avremmo gradito condividere,
Soffriamo, non perché nostra madre è impaziente con noi,
ma per tutti i momenti in cui le avremmo potuto confidare
le nostre più profonde angosce
e fosse interessata a comprenderci.
Soffriamo, non perché la nostra squadra ha perso,
ma per l’ euforia soffocata.
Soffriamo non perché invecchiamo,
ma perché il futuro è da noi confiscato,
impedendo così che ci accadano mille avventure,
tutte quelle con le quali sogniamo e
mai tentiamo di sperimentare.
Come alleviare il dolore di ciò che non fu vissuto?
La risposta è semplice come un verso:
Avere meno illusioni e vivere di più!!!
Ogni giorno che vivo,
mi convinco sempre più
che lo spreco della vita
è nell’amore che non diamo,
nelle forze che non usiamo,
nella prudenza egoista che non rischia mai,
e che, schivando la sofferenza,
fa perdere anche la felicità.
Il dolore è inevitabile.
La sofferenza è un accessorio extra.
Vivere non fa male (di Carlos Drummond de Andrade)

Claire
27-November-2014, 12:24
Mi fermo un momento a guardare

Non correre. Fermati. E guarda.
Guarda con un solo colpo dell’occhio
la formica vicino alla ruota dell’auto veloce
che trascina adagio adagio un chicco di pane
e così cura paziente il suo inverno.
Guarda. Fermati. Non correre.
Tira il freno alza il pedale
abbassa la serranda dell’inferno.
Guarda nel campo fra il grano
lento e bianco il fumo di un camino
con la vecchia casa vicina al grande noce.
Non correre veloce. Guarda ancora.
Almeno per un momento.
Guarda il bambino che passa tenendo la madre per mano
il colore dei muri delle case
le nuvole in un cielo solitario e saggio
le ragazze che transitano in un raggio di sole
il volto con le vene di mille anni
di una donna o di un uomo venuti come Ulisse dal mare.
Fermati. Per un momento. Prima di andare.
Ascoltiamo le grida d’amore
o le grida d’aiuto
il tempo trascinato nella polvere del mondo
se ti fermi e ascolti non sarai mai perduto.

Roberto Roversi

Andrea
27-November-2014, 12:25
Càpita diventando vecchi
di stare più che quieti
a lungo nella stessa posizione
sulla panchina e
forse è rattrappirsi che invecchia.
Senza batter ciglio pensavo
alle mie ossa e
càpita un pettirosso, arzillo.
Saltella e mi occhieggia
mostrando un profilo poi l'altro.
Motivo in più per non spostarmi.


Chiara Adezati

Rosy
27-November-2014, 20:34
Definitivo, come tutto ciò che è semplice.
Il nostro dolore non deriva dalle cose vissute,
ma dalle cose che sogniamo e che non si realizzano.
Perché soffriamo tanto per amore?
Sarebbe meglio che la gente non soffrisse,
e ringraziasse anche solo per aver conosciuto una persona tanto buona,
che generò in noi un sentimento intenso
che ci ha accompagnato per un tempo ragionevole,
un tempo felice.
Perché soffriamo ?
Per tutti i baci cancellati, per l’eternità.
Soffriamo, non perché il nostro lavoro è stressante e paga poco,
ma per tutte le ore libere
che non abbiamo avuto per andare al cinema,
per conversare con un amico,
per nuotare, per innamorarci.
Perché automaticamente dimentichiamo quello che abbiamo goduto
e cominciamo a soffrire per i nostri progetti irrealizzati,
per tutte le città che avremmo potuto conoscere a fianco del nostro amore,
per tutti i figli che avremmo avuto piacere ad avere vicino,
per tutti gli show, i libri e i silenzi che avremmo gradito condividere,
Soffriamo, non perché nostra madre è impaziente con noi,
ma per tutti i momenti in cui le avremmo potuto confidare
le nostre più profonde angosce
e fosse interessata a comprenderci.
Soffriamo, non perché la nostra squadra ha perso,
ma per l’ euforia soffocata.
Soffriamo non perché invecchiamo,
ma perché il futuro è da noi confiscato,
impedendo così che ci accadano mille avventure,
tutte quelle con le quali sogniamo e
mai tentiamo di sperimentare.
Come alleviare il dolore di ciò che non fu vissuto?
La risposta è semplice come un verso:
Avere meno illusioni e vivere di più!!!
Ogni giorno che vivo,
mi convinco sempre più
che lo spreco della vita
è nell’amore che non diamo,
nelle forze che non usiamo,
nella prudenza egoista che non rischia mai,
e che, schivando la sofferenza,
fa perdere anche la felicità.
Il dolore è inevitabile.
La sofferenza è un accessorio extra.
Vivere non fa male (di Carlos Drummond de Andrade) meravigliosa e vera!

Claire
28-November-2014, 10:26
Poeti

Fanatici della quinta ruota,
pericolosi cavalieri lunari,
i capelli verdi a ostruire gli occhi
per non vedere dove son diretti,
mani staccate dalle redini,
corpi straniati da cavallo
e sella.
Solo nudi allungati
sotto le pieghe della notte
che squarciano al galoppo.
Solo nudi ciechi in corsa verso quel globo dove un
.Dito Enorme
tracciò un tempo una bocca e tre narici
e appese una lacrima di polvere
su un occhio inesistente
e scrisse qualcosa di remoto
– qualcosa che nessuno sa decodificare.

Nina Cassian

Andrea
30-November-2014, 20:26
Posso aggiungere solo che incontro
sullo stradone ogni mattina
i pioppi, e uno per uno
fogliano lenti e insieme fanno il tempo.
Ogni giorno anche loro cambiano,
li indovino nel verde più intenso
(vorrei fermarmi, guardarli uno per uno)
e quando ritorno, ogni giorno, nell’altro senso,
li perdo – e allora penso: passano.


Gian Mario Villalta

Claire
03-December-2014, 10:32
3 dicembre

All'ultimo tumulto dei binari
hai la tua pace, dove la città
in un volo di ponti e di viali
si getta alla campagna
e chi passa non sa
di te come tu non sai
degli echi delle cacce che ti sfiorano.
Pace forse è davvero la tua
e gli occhi che noi richiudemmo
per sempre ora riaperti
stupiscono
che ancora per noi
tu muoia un poco ogni anno
in questo giorno.

Vittorio Sereni

la scrisse in ricordo della sua amica Antonia Pozzi

Claire
09-December-2014, 09:58
Sulla Terra

Mai ho desiderato
Essere una stella nel miraggio del cielo
O come gli spiriti degli eletti
Essere compagna silente degli angeli
Mai stata divisa dalla terra
Né confidente con la stella
Ferma sono sulla terra
Con il corpo che come stelo d’una pianta
Succhia il vento, il sole, l’acqua
per vivere
Feconda di voglia
Feconda di dolore
Sulla terra io sono ferma
Affinché le stelle mi adorino
Affinché le brezze mi accarezzino
Dalla mia fessura guardo
Non sono altro che l’eco di una canzone
Eterna [certo] non sono
Nel gemito del piacere che più puro
È del semplice silenzio di una tristezza
Tranne l’eco di una canzone non cerco
In un corpo che è una rugiada
Sull’iris del mio corpo
Dimora non cerco
Sulla parete della mia capanna che è la vita
Colla grafia nera d’amore
I passanti
Hanno disegnato ricordi:
Cuore trafitto da freccia
Candela rovesciata
Silenti pallidi punti
Sulle lettere scomposte di pazzia.
Ogni labbro che toccò il mio
Una stella concepì
Nella mia notte che si posava
Sul fiume dei ricordi
Allora perché mai desiderare una stella?
Questa è la mia canzone
Bella e gradevole E prima di questo non v’era più di questo.

FORUGH FARROKHZĀD

Claire
10-December-2014, 10:11
La nostra parte di notte portare -
La nostra parte di mattino -
Il nostro vuoto di beatitudine riempire,
Il nostro vuoto di disprezzo -Qui una stella, e là una stella,
Alcune smarriscono la via!
Qui una nebbia - e là una nebbia -
Dopo - il Giorno!

Emily Dickinson

Claire
15-December-2014, 09:44
Io sono l'unica

Io sono l'unica il cui destino
lingua non indaga, occhio non piange;
non ho mai causato un cupo pensiero,
né un sorriso di gioia, da quando sono nata.

Tra piaceri segreti e lacrime segrete,
questa mutevole vita mi è sfuggita,
dopo diciott'anni ancora così solitaria
come nel giorno della mia nascita.

E vi furono tempi che non posso nascondere,
tempi in cui tutto ciò era terribile,
quando la mia triste anima perse il suo orgoglio
e desiderò qualcuno che l'amasse.

Ma ciò apparteneva ai primi ardori
di sentimenti poi repressi dal dolore;
e sono morti da così lungo tempo
che stento a credere siano mai esistiti.

Prima si dissolse la speranza giovanile,
poi svanì l'arcobaleno della fantasia;
infine l'esperienza mi insegnò che mai
crebbe in un cuore mortale la verità.

Era già amaro pensare che l'umanità
fosse insincera, sterile, servile;
ma peggio fu fidarmi della mia mente
e trovarvi la stessa corruzione.

Più felice sono quando più lontana
porto la mia anima dalla sua dimora d'argilla,
in una notte di vento quando la luna brilla
e l'occhio vaga attraverso mondi di luce.

Quando mi annullo e niente mi è accanto
né terra, né mare, né cieli tersi
e sono tutta spirito, ampiamente errando
attraverso infinite immensità.

Emily Bronte

Andrea
15-December-2014, 11:13
Altra matematica


Sappiamo che uno per uno fa uno
ma un unicorno per una pera
non sappiamo quanto fa.
Sappiamo che cinque meno quattro fa uno
ma una nube meno un vascello
non sappiamo quanto fa.
Sappiamo, noi sappiamo, che otto
diviso otto fa uno
ma un monte diviso una capra
non sappiamo quanto fa.
Sappiamo che uno più uno fanno due
ma io e te non sappiamo,
ahimé, non sappiamo quanto facciamo.


Ah, ma una coltre
per una lepre
fa una rossa, certo,
una verza divisa una bandiera
fa un maiale,
un cavallo meno un tranvai
fa un angelo,
un cavolo più un uovo
fa un astragalo…


Solo tu ed io
moltiplicati, divisi
sommati e sottratti
restiamo uguali…


Muori nella mia mente!
Tornami nel cuore!



Nichita Stănescu

Andrea
20-December-2014, 14:58
Natale, credo, scada il bollino blu
del motorino, il canone URAR TV,
poi l'ICI e in più il secondo
acconto IRPEF – o era INRI?
La password, il codice utente, PIN e PUK
sono le nostre dolcissime metastasi.
Ciò è bene, perché io amo i contributi,
l'anestesia, l'analisi telematica,
ma sento che qualcosa è andato perso
e insieme che il dolore mi è rimasto
mentre mi prende acuta nostalgia
per una forma di vita estinta: la mia.


Valerio Magrelli

Claire
26-December-2014, 10:37
La coltura degli alberi di Natale

Vari gli atteggiamenti verso il Natale,
e possiamo alcuni trascurarne:
il mondano, l’apatico e quello commerciale,
il triviale (le bettole aperte tutta la notte),
e il bambinesco – ma non quello del bambino
per cui la candelina è una stella e l’angelo
dorato ad ali tese in cima all’albero
non è ornamento soltanto, ma è un angelo.
Guarda il bambino all’albero di Natale:
fate che in lui continui questo spirito
del Prodigio, evento e non pretesto;
sicché il fulgente rapimento, il fascino
di quando lo scoprì la prima volta,
le sorprese, delizia dei suoi nuovi
possessi (ognuno col suo proprio odore).
l’attesa dell’anatra e del tacchino
e il previsto stupore quando apparvero,
sicché la deferenza e la gaiezza
non dimentichi nell’età adulta
nella grigia abitudine, nel logorio, nel tedio,
nel sapere la morte, nel conoscere
d’esser fallito,
o nella devozione del convertito
che può guastarsi d’una vanità
che spiace a Dio e offende i bambini
(e qui io ricordo pure con dolcezza
Santa Lucia, la sua canzone e la corona di fuoco);
sicché prima della fine, al Natale ottantesimo
(intendendo per tale quello ultimo)
l’emozione degli anni accumulata
nella memoria si raccolga in una
grande gioia che sia grande timore,come nell’occasione [che discese
il timore nell’anima di tutti:
perché il principio ci farà ricordare della fine
e il primo avvento del secondo avvento.

T. S. Elliot, da "Ariel Poems"

Aleciccio
26-December-2014, 15:31
Quando sento cantare:
“Gloria a Dio e Pace sulla terra”
mi domando dove oggi
sia resa gloria a Dio
e dove sia pace sulla terra.
Finchè la pace
sarà una fame insaziata
a finchè non avremo sradicato
dalla nostra civiltà la violenza,
il Cristo non sarà nato.
Mahatma Gandhi

Aleciccio
28-December-2014, 16:33
Il mondo fa paura
ma in esso nuotano
in un immenso acquario
betulle volpi
torrenti di fiori
strade di campagna
e case di legno
e ancora i concerti di Brahms
e i valzer di Chopin.



Jaroslaw Iwaszkiewicz

daniela
29-December-2014, 15:52
Non aver paura, sono io. Non senti
che su te m’infrango con tutti i sensi?
Ha messo ali il mio cuore
e ora vola candido attorno al tuo viso.

Non vedi la mia anima innanzi a te
adorna di silenzio?
E la mia preghiera di maggio
non matura al tuo sguardo come su un albero?
Se sogni, sono il tuo sogno
ma se sei desto sono il tuo volere;
padrone d’ogni splendore
m’inarco, silenzio stellato,
sulla bizzarra città del tempo.

Rainer Maria Rilke
morto il 29 dicembre 1926

Claire
31-December-2014, 13:10
UN PADRENOSTRO LATINOAMERICANO

Padre nostro che sei nei cieli
con le rondini e con i missili
voglio che torni prima che ti scordi
come si arriva a sud del Río Grande
Padre nostro che sei in esilio
quasi mai ti ricordi della mia gente
in ogni caso ovunque tu sia
sia santificato il tuo nome
non quelli che santificano il tuo nome
mentre chiudono un occhio per non vedere le unghie
sporche della miseria
nell’agosto del millenovecentosessanta
non serve più chiederti
venga il tuo regno
perché il tuo regno è anche quaggiù
nei rancori e nella paura
nelle incertezze e nella sporcizia
nella disillusione e nell’indolenza
in quest’ansia di vederti a ogni costo
quando hai parlato del ricco
l’ago e il cammello
e ti abbiamo votato tutti
all’unanimità per la Gloria
ha alzato la mano anche l’indio silenzioso
che ti rispettava però non si arrendeva
a pensare sia fatta la tua volontà
eppure una volta ogni
tanto la tua volontà si mescola alla mia
la domina
la accende
la raddoppia
più arduo è sapere quale sia la mia volontà
quando credo davvero a ciò che dico di credere
come nella tua onnipresenza così nella mia solitudine
come in cielo così in terra
sempre
sarò più sicuro della terra che calpesto
che del cielo impervio che mi ignora
eppure chi lo sa
non deciderò
che il tuo potere si faccia o si disfi
magari la tua volontà si sta facendo nel vento
nelle Ande di neve
nell’uccello che feconda la sua femmina
nei cancellieri che mormorano yes sir
in ogni mano che diventa un pugno
ovvio, non sono sicuro che mi piaccia il modo
che la tua volontà sceglie per farsi
lo dico con irriverenza e gratitudine
due emblemi che presto saranno la stessa cosa
lo dico soprattutto pensando al pane nostro
di ogni giorno e di ogni pezzetto di giorno
ieri ce l’hai tolto
daccelo oggi
o almeno il diritto di darci il nostro pane
non solo quello che era simbolo di Qualcosa
ma quello di crosta e mollica
il pane nostro
visto che ci restano poche speranze e debiti
perdonaci se puoi i nostri debiti
però non perdonarci la speranza
non perdonarci mai i nostri crediti
al massimo domani
andremo a riscuotere ai falsi
tangibili e sorridenti banditi
a quelli che usano gli artigli per suonare l’arpa
e con un tremore panamericano si asciugano
l’ultimo sputo che pende dal loro viso
non importa che i nostri creditori rimettano a noi
i nostri debiti come noi
una volta
per errore
li abbiamo rimessi ai nostri debitori
ancora
ci devono qualcosa come un secolo
di insonnie e di bastoni
come tremila chilometri di ingiurie
come venti medaglie a Somoza
come una sola Guatemala morta
non ci indurre in tentazione
di scordare o vendere questo passato
o affittare un solo ettaro del suo oblio
ora che è l’ora di sapere chi siamo
e devono attraversare il fiume
il dollaro e l’amore in contrassegno
strappaci dall’anima l’ultimo mendicante
e liberaci da ogni male della coscienza
amen.

Mario Benedetti

Rosy
31-December-2014, 18:05
Bellissima!
Rosy

daniela
01-January-2015, 19:12
Né la minuzia simbolica
di sostituire un quattro con un cinque
né quella metafora inutile
che convoca un attimo che muore e un altro che sorge
né il compimento di un processo astronomico
sconcertano e scavano
l’altopiano di questa notte
e ci obbligano ad attendere
i dodici e irreparabili rintocchi.
La causa vera
è il sospetto generale e confuso
dell’enigma del Tempo;
è lo stupore davanti al miracolo
che malgrado gli infiniti azzardi,
che malgrado siamo
le gocce del fiume di Eraclito,
perduri qualcosa in noi:
immobile.

Borges

Mauro
01-January-2015, 21:33
UN PADRENOSTRO LATINOAMERICANO

Padre nostro che sei nei cieli
con le rondini e con i missili
voglio che torni prima che ti scordi
come si arriva a sud del Río Grande
Padre nostro che sei in esilio
quasi mai ti ricordi della mia gente
in ogni caso ovunque tu sia
sia santificato il tuo nome
non quelli che santificano il tuo nome
mentre chiudono un occhio per non vedere le unghie
sporche della miseria
nell’agosto del millenovecentosessanta
non serve più chiederti
venga il tuo regno
perché il tuo regno è anche quaggiù
nei rancori e nella paura
nelle incertezze e nella sporcizia
nella disillusione e nell’indolenza
in quest’ansia di vederti a ogni costo
quando hai parlato del ricco
l’ago e il cammello
e ti abbiamo votato tutti
all’unanimità per la Gloria
ha alzato la mano anche l’indio silenzioso
che ti rispettava però non si arrendeva
a pensare sia fatta la tua volontà
eppure una volta ogni
tanto la tua volontà si mescola alla mia
la domina
la accende
la raddoppia
più arduo è sapere quale sia la mia volontà
quando credo davvero a ciò che dico di credere
come nella tua onnipresenza così nella mia solitudine
come in cielo così in terra
sempre
sarò più sicuro della terra che calpesto
che del cielo impervio che mi ignora
eppure chi lo sa
non deciderò
che il tuo potere si faccia o si disfi
magari la tua volontà si sta facendo nel vento
nelle Ande di neve
nell’uccello che feconda la sua femmina
nei cancellieri che mormorano yes sir
in ogni mano che diventa un pugno
ovvio, non sono sicuro che mi piaccia il modo
che la tua volontà sceglie per farsi
lo dico con irriverenza e gratitudine
due emblemi che presto saranno la stessa cosa
lo dico soprattutto pensando al pane nostro
di ogni giorno e di ogni pezzetto di giorno
ieri ce l’hai tolto
daccelo oggi
o almeno il diritto di darci il nostro pane
non solo quello che era simbolo di Qualcosa
ma quello di crosta e mollica
il pane nostro
visto che ci restano poche speranze e debiti
perdonaci se puoi i nostri debiti
però non perdonarci la speranza
non perdonarci mai i nostri crediti
al massimo domani
andremo a riscuotere ai falsi
tangibili e sorridenti banditi
a quelli che usano gli artigli per suonare l’arpa
e con un tremore panamericano si asciugano
l’ultimo sputo che pende dal loro viso
non importa che i nostri creditori rimettano a noi
i nostri debiti come noi
una volta
per errore
li abbiamo rimessi ai nostri debitori
ancora
ci devono qualcosa come un secolo
di insonnie e di bastoni
come tremila chilometri di ingiurie
come venti medaglie a Somoza
come una sola Guatemala morta
non ci indurre in tentazione
di scordare o vendere questo passato
o affittare un solo ettaro del suo oblio
ora che è l’ora di sapere chi siamo
e devono attraversare il fiume
il dollaro e l’amore in contrassegno
strappaci dall’anima l’ultimo mendicante
e liberaci da ogni male della coscienza
amen.

Mario Benedetti

Davvero toccante.

daniela
02-January-2015, 22:26
Il primo gennaio

So che si può vivere
non esistendo,
emersi da una quinta, da un fondale,
da un fuori che non c’è se mai nessuno
l’ha veduto.
So che si può esistere
non vivendo,
con radici strappate da ogni vento
se anche non muove foglia e non un soffio increspa
l’acqua su cui s’affaccia il tuo salone.
So che non c’è magia
di filtro o d’infusione
che possano spiegare come di te s’azzufino
dita e capelli, come il tuo riso esploda
nel suo ringraziamento
al minuscolo dio a cui ti affidi,
d’ora in ora diverso, e ne diffidi.
So che mai ti sei posta
il come – il dove – il perché,
pigramente rassegnata al non importa,
al non so quando o quanto, assorta in un oscuro
germinale di larve e arborescenze.
So che quello che afferri,
oggetto o mano, penna o portacenere,
brucia e non se n’accorge,
né te n’avvedi tu animale innocente
inconsapevole
di essere un perno e uno sfacelo, un’ombra
e una sostanza, un raggio che si oscura.
So che si può vivere
nel fuochetto di paglia dell’emulazione
senza che dalla tua fronte dispaia il segno timbrato
da Chi volle tu fossi…e se ne pentì.
Ora,
uscita sul terrazzo, annaffi i fiori, scuoti
lo scheletro dell’albero di Natale,
ti accompagna in sordina il mangianastri,
torni indietro, allo specchio ti dispiaci,
ti getti a terra, con lo straccio scrosti
dal pavimento le orme degli intrusi.
Erano tanti e il più impresentabile
di tutti perché gli altri almeno parlano,
io, a bocca chiusa.

Eugenio Montale

Rosy
04-January-2015, 21:44
RONDO'

Sai la malinconia, quella che viene
improvvisa a sfiorarti ed è la luce
colma che ti discioglie ed è il segreto
svolgersi delle foglie...
Sai la malinconia che t’avviluppa...

Elio Pecora

Andrea
06-January-2015, 17:43
Oggi è l'Epifania. Di che cosa?
Io non sono mai stata così sola.
Anche l'angelo tace. Tu da un mese,
angelo rinnegato.
La vita è un filo rosso. Ci attraversa
da alfa e omèga il battito del cuore.
Per tessere che cosa? Inutilmente
il filo cerca la sua cruna.


Maria Luisa Spaziani

Aleciccio
09-January-2015, 14:18
Dipingi un Maometto glorioso, e muori.
Disegna un Maometto divertente, e muori.
Scarabocchia un Maometto ingobile, e muori.
Gira un film di merda su Maometto, e muori.
Resisti al terrorismo religioso, e muori.
Lecca il culo agli integralisti, e muori.
Prendi un oscurantista per un coglione, e muori.
Cerca di discutere con un oscurantista, e muori.
Non c'è niente da negoziare con i fascisti.
La libertà di ridere senza alcun ritegno la legge ce la dà già,
la violenza sistematica degli estremisti ce la rinnova.
Grazie, banda di imbecilli.



Charb

Andrea
09-January-2015, 19:50
Caminante, no hay camino
(Viandante non esiste cammino)

Tutto passa e tutto resta,
ma a noi non resta che passare,
passare facendo cammini,
cammini sul mare.
Viandante, sono le tue impronte
Il cammino e nulla più;
viandante, non c’è un cammino
Il cammino si fa camminando.
Camminando si fa il cammino
e a voltar lo sguardo indietro
si vede il sentiero che mai
si deve tornare a calcare.
Viandante non c’è un cammino
ma scie nel mare…
Colpo dopo colpo, verso dopo verso…
Quando il cardellino non può cantare.
Quando il poeta è un pellegrino,
Quando a nulla serve pregare.
“Viandante non c’è un cammino
Il cammino si fa camminando…”
Colpo dopo colpo, verso dopo verso.
Perché chiamare cammini
i solchi tracciati dal caso?
Tutto ciò che cammina va
come Gesù, sul mare.
Viandante, son le tue impronte
il cammino e nulla più;
Viandante, non c’è un cammino
Il cammino si fa camminando.
Camminando si fa il cammino
e a voltar lo sguardo indietro
si vede il sentiero che mai
si deve tornare a calcare.

Viandante non c’è un cammino
ma scie nel mare…

Antonio Machado

daniela
20-January-2015, 21:50
L'odore dei limoni

Ed io, se a volte
di sì aspra vita soffro,
che i sensi ne son tutti
offesi; credi, non è la
gravezza dei pesi,
è l'inutilità della fatica.

E tu questo lo sai,
mia bella amica;
sai come in breve
a consolarmi appresi.
Lina, cui poco detti
e molto chiesi, penso
e rinnovo la querela antica.

Saperti amante e
non poterti avere,
star lontano da te
quando in cor m'ardi,
aver la lingua e
non poter parlare,

udir quest'acqua e
non chinarsi a bere,
correre in riga quando
a lenti e tardi passi vorrei
pensosamente andare.

"Umberto Saba, Durante una marcia"

Andrea
21-January-2015, 13:44
Mezza estate, Tobago


Spiagge larghe lastricate dal sole


Calore bianco.
Un fiume verde


Un ponte,
palme gialle bruciacchiate


dalla casa in letargo estivo
appisolata lungo un Agosto.


Giorni che ho stretto,
giorni che ho perduto


giorni diventati troppo grandi, come figlie,
per il porto delle mie braccia.


Derek Walcott

Claire
22-January-2015, 13:16
Pioggia Improvvisa

Sibila la pioggia sui sassi mentre i vecchi e le vecchie
portano gli asini al coperto.
Noi restiamo sotto la pioggia, più stupidi degli asini,
a gridare, a far su e giù nella pioggia: a imprecare.

Finita la pioggia i vecchi e le vecchie
che hanno atteso tranquilli sugli usci, fumando,
portano agli asini di nuovo fuori e su per la collina.

Indietro, sempre indietro, mi arrampico su per le strade strette.
Roteo gli occhi. Vado a sbattere sui sassi.

Raymond Carver

Andrea
22-January-2015, 13:22
Annus mirabilis


La vita sessuale è cominciata
nel millenovecentosessantatré
(che era già piuttosto tardi per me) –
tra la fine del bando a Lady Chatterley
e i Beatles con il primo trentatré.
Fino allora c’era stata solamente


come una sorta di negoziazione
un eterno diverbio per l’anello,
un senso di vergogna che iniziava
a sedici anni e si insinuava ovunque.


E poi, di punto in bianco, si cessò
di litigare, a decisione unanime,
e la vita di ciascuno diventò
un far saltare il banco di continuo,
un gioco a cui non si poteva perdere.


La vita dunque non fu mai più bella
che nel millenovecentosessantatré
(anche se un po’ troppo tardi per me) –
tra la fine del bando a Lady Chatterley
e i Beatles con il primo trentatré.


Philip Larkin

Claire
23-January-2015, 11:32
Quello che é

Guidando verso casa
alba e luna piena
su, verso
le Mountains
il cuore mi sguazza
nel petto
la luna bussa
al lunotto
amala e basta
dice la luna
smettila di contare il resto
nessuno vuole fregarti
amala e basta
amala.

Dorothy Porter

daniela
24-January-2015, 14:21
Coro dei superstiti

Noi superstiti
dalle nostre ossa la morte ha già intagliato i suoi flauti,
sui nostri tendini ha già passato il suo archetto -
I nostri corpi ancora si lamentano
col loro canto mozzato.
Noi superstiti
davanti a noi, nell'aria azzurra,
pendono ancora i lacci attorti per i nostri colli -
le clessidre si riempiono ancora con il nostro sangue.
Noi superstiti,
ancora divorati dai vermi dell'angoscia -
la nostra stella è sepolta nella polvere.
Noi superstiti
vi preghiamo:
mostrateci lentamente il vostro sole.
Guidateci piano di stella in stella.
Fateci di nuovo imparare la vita.
Altrimenti il canto di un uccello,
il secchio che si colma alla fontana
potrebbero far prorompere il dolore
a stento sigillato
e farci schiumar via -
Vi preghiamo:
non mostrateci ancora un cane che morde
potrebbe darsi, potrebbe darsi
che ci disfiamo in polvere
davanti ai vostri occhi.
Ma cosa tiene unita la nostra trama?
Noi, ormai senza respiro,
la nostra anima è volata a lui dalla mezzanotte
molto prima che il nostro corpo si salvasse
nell'arca dell'istante -
Noi superstiti,
stringiamo la vostra mano,
riconosciamo i vostri occhi -
ma solo l'addio ci tiene ancora uniti,
l'addio nella polvere
ci tiene uniti a voi -

Nelly Sachs

Claire
30-January-2015, 10:21
Piove

Piove. È uno stillicidio
senza tonfi
di motorette o strilli
di bambini.

Piove
da un ciclo che non ha
nuvole.

Piove
sul nulla che si fa
in queste ore di sciopero
generale.

Piove
sulla tua tomba
a San Felice
a Ema
e la terra non trema
perché non c’è terremoto
né guerra.

Piove
non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella
esattoriale,
piove sugli ossi di seppia,
e sulla greppia nazionale.

Piove
sulla Gazzetta Ufficiale
qui dal balcone aperto,
piove sul Parlamento,
piove su via Solferino,
piove senza che il vento
smuova le carte.

Piove
in assenza di Ermione
se Dio vuole,
piove perché l’assenza
è universale
e se la terra non trema
è perché Arcetri a lei
non l’ha ordinato.

Piove sui nuovi epistèmi
del primate a due piedi,
sull’uomo indiato, sul cielo,
ottimizzato, sul ceffo
dei teologi in tuta
o paludati,
piove sul progresso
della contestazione,
piove sui works in regress,
piove
sui cipressi malati
del cimitero, sgocciola
sulla pubblica opinione.

Piove, ma dove appari
non è acqua né atmosfera,
piove perché se non sei
è solo la mancanza
e può affogare.

Eugenio Montale

Andrea
30-January-2015, 11:45
Lenta ora

Tu
ciò che io sento
sei
la mia lenta ora.
Sei nei miei occhi.
Dalle pieghe del tempo
ti penso.
Le tue mani
come un'onda nera.
Ma ancora attrae
un andare
uno sguardo
un bacio
anche solo pensato.
Poi torna
lenta l'ora.
E il giorno breve.

Nevio Nigro

Claire
02-February-2015, 11:23
L’eternità del fuoco


Fenice che parla al fuoco, destino
e terra chiara che irraggia le sue ombre,
io sono colei che tu aspetti, gli dice,
vengo a perdermi nella tua dimora fonda.
Ella osserva il fuoco. La sua nascita,
il suo insediarsi nell’anima oscura,
e quando l’alba compare ai vetri, come
il fuoco si taccia, dorma sotto altro fuoco.
Lo nutre di silenzio. Spera
che ogni piega di un silenzio eterno,
posandosi su di lui come la sabbia,
la sua immortalità renda più fonda.


Yves Bonnefoy

Claire
02-February-2015, 11:26
Una voce


Ascoltami rivivere nei boschi
sotto il fogliame della memoria
dove verdeggiante trascorro,
sorriso calcinato di antiche piante sulla terra,
stirpe carbonacea del giorno.

Ascoltami rivivere, ti conduco
al giardino di presenza,
abbandonato alla sera e ricoperto d’ombre,
abitabile per te nel nuovo amore.

Ieri deserto regnante, ero una foglia selvatica
e libera di morire,
ma il tempo maturava, nero compianto delle valli,
la ferita dell’acqua nelle pietre del giorno.

Yves Bonnefoy

Claire
03-February-2015, 13:08
Il cielo è di tutti

Qualcuno che la sa lunga
mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi
di ogni occhio è il cielo intero.
È mio, quando lo guardo.
È del vecchio, del bambino,
del re, dell'ortolano,
del poeta, dello spazzino.
Non c'è povero tanto povero
che non ne sia il padrone.
Il coniglio spaurito
ne ha quanto il leone.
Il cielo è di tutti gli occhi,
ed ogni occhio, se vuole,
si prende la luna intera,
le stelle comete, il sole.
Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.
Spiegatemi voi dunque,
in prosa od in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la terra è tutta a pezzetti.

Gianni Rodari

daniela
04-February-2015, 19:22
IL TEMPO PREZIOSO DELLE PERSONE MATURE

"Ho contato i miei anni ed ho scoperto,
che ho meno tempo da vivere
da qui in avanti di quanto
non ne abbia già vissuto.

Mi sento come quel bambino
che ha vinto una confezione di caramelle
e le prime le ha mangiate velocemente,
ma quando si è accorto che
ne rimanevano poche ha iniziato
ad assaporarle con calma.

Ormai non ho tempo
per riunioni interminabili,
dove si discute di statuti,
norme, procedure e regole interne,
sapendo che non si combinerà niente...

Ormai non ho tempo
per sopportare persone assurde
che nonostante la loro età anagrafica,
non sono cresciute.

Ormai non ho tempo per
trattare con la mediocrità.

Non voglio esserci in riunioni
dove sfilano persone gonfie di ego.
Non tollero i manipolatori e
gli opportunisti.

Mi danno fastidio gli invidiosi,
che cercano di screditare
quelli più capaci,
per appropriarsi dei loro posti,
talenti e risultati.

Odio, se mi capita di assistere,
i difetti che genera
la lotta per un incarico maestoso.

Le persone non discutono di contenuti,
a malapena dei titoli.
Il mio tempo è troppo scarso
per discutere di titoli.

Voglio l'essenza,
la mia anima ha fretta...

Senza troppe caramelle nella confezione...

Voglio vivere accanto a della
gente umana, molto umana.
Che sappia sorridere dei propri errori.
Che non si gonfi di vittorie.
Che non si consideri eletta,
prima ancora di esserlo.
Che non sfugga alle proprie responsabilità.
Che difenda la dignità umana.
E che desideri soltanto essere dalla
parte della verità e l'onestà.

L'essenziale è ciò che fa sì che
la vita valga la pena di essere vissuta.
Voglio circondarmi di gente
che sappia arrivare al cuore delle persone...
Gente alla quale
i duri colpi della vita,
hanno insegnato a crescere
con sottili tocchi nell'anima.

Sì... ho fretta...
di vivere con intensità,
che solo la maturità mi può dare.
Pretendo non sprecare nemmeno
una caramella di quelle che mi rimangono...
Sono sicuro che saranno più squisite
di quelle che ho mangiato fin'ora.

Il mio obiettivo è arrivare alla fine
soddisfatto e in pace
con i miei cari
e con la mia coscienza.

Spero che anche il tuo lo sia,
perché in un modo o nell'altro ci arriverai..."

MARIO ANDRADE

Rosy
04-February-2015, 21:12
SPLENDIDA. NE FARO' IL MIO ...MANIFESTO DELL'ETA' MATURA!!!! ( per non dire della vecchiaia!). Grazie
Rosy

Andrea
05-February-2015, 12:35
Il giorno del bucato della poetessa che invecchia


Sollevo il viso ed esco, evitando la luce,
tenendomi lontano dalla curva dove la strada infuocata tocca il cielo.
Qualunque cosa esista al centro della terra mi
prenderà prima o poi. Prima. Di quanto io pensi.
Quel nucleo di luce concentrato
e chiuso, denso come una stella, come specchi
liquefatti. Rosso scuro e pesante. Trancio dal
macellaio. Già mi trascina giù, già
divento più bassa, in modo infinitesimo.
Le ossa delle gambe si ispessiscono – è l’inizio-
si contraggono, come muscoli.
Dopo arriva la fragilità, un vento secco che mi soffia
nel corpo,
sferzandomi da dentro, come se fossi
un fossile, le parti molli mangiate fino all'osso.
Presto diventerò di calcio. Comincia dal cuore.
Lavo moltissimo. Lavo tutto.
Se solo potessi fare tutto pulito, prima di morire.
Per vedere Dio, mi hanno detto, non si va
nella foresta o in città; non si va sul prato,
in riva al mare, a meno che non sia freddo.
Si va nel deserto.
Si pensa alla sabbia.


Margaret Atwood

Claire
09-February-2015, 10:47
Nel cuore della grande città


Vedi, ora è notte!
Nel rumoroso regno della grande città
passa, senza essere udito,
il fiume scuro.
Il suo volto silente
conosce mille e mille stelle.
E la tua anima, figlio dell'uomo?
Non è divenuta gioco e specchio
di scintille impazzite
che ieri nacquero
per svanire domani –
non hai smarrito,
nelle piccole gioie e nelle pene,
il firmamento
dove dimori –
non hai dimenticato
te stesso,
uomo,
e il tuo volto conosce ancora
l'eternità?

Christian Morgenstern

Claire
16-February-2015, 13:07
Possiamo soltanto amare

Possiamo soltanto amare
il resto non conta, non
funziona,
al mattino appaiono
la tazza, il vecchio pino, le zolle umide, il fumo
dell’alito mentre apri l’auto
nel gelo. Potevano non apparire, non arrivare
più qui, alla riva degli occhi. E l’estate
c’era, c’è nella calda bruna memoria
dei rami tagliati,
i visi diventano ricordi
le voci gridate stracci silenziosi –
i denti conoscono il sapore
del niente, e l’oblio che ha portici
e portici infiniti.
Possiamo soltanto amare
strappandoci felicemente figli dalla carne
parlando d’amore continuamente
ubriachi, feriti, vili
ma con gli occhi lucenti come laser
di fiori splendidi
e il canarino nel palmo della mano.
Mormorare come dare baci nell’aria.
Il rametto profumato non si raddrizza
con i colpi della nostra ira, lo sguardo
di tuo figlio non perde il velo di tristezza
se glie lo togli mille volte
dal viso…
Possiamo soltanto amare
fino all’ultimo nascosto spasmo
che nessuno vede
e diviene quella specie di sorriso
che si ha nell’abbraccio finalmente
di morire come scendendo nell’acqua.
Le stelle a miriadi saranno testimoni, e i venti
passati una volta accanto
sulla gioia profonda delle ossa
diranno: era fatto di allegria, amava,
oppure non diranno niente e poi niente
per sempre.
Possiamo soltanto amare
il resto è il teatro amaro
dell’impotenza sotto il sole giaguaro.

Davide Rondoni

daniela
17-February-2015, 14:59
Dedicata a tutti noi del forum:

Conosco delle barche
che restano nel porto per paura
che le correnti le trascinino via con troppa violenza.
Conosco delle barche che arrugginiscono in porto
per non aver mai rischiato una vela fuori
Conosco delle barche che si dimenticano di partire
hanno paura del mare a furia di invecchiare
e le onde non le hanno mai portate altrove,
il loro viaggio è finito ancora prima di iniziare.
Conosco delle barche talmente incatenate
che hanno disimparato come liberarsi.
Conosco delle barche che restano ad ondeggiare
per essere veramente sicure di non capovolgersi.
Conosco delle barche che vanno in gruppo
ad affrontare il vento forte al di là della paura.
Conosco delle barche che si graffiano un po’
sulle rotte dell’oceano ove le porta il loro gioco.
Conosco delle barche
che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora,
ogni giorno della loro vita
e che non hanno paura a volte di lanciarsi
fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.
Conosco delle barche
che tornano in porto lacerate dappertutto,
ma più coraggiose e più forti.
Conosco delle barche straboccanti di sole
perché hanno condiviso anni meravigliosi.
Conosco delle barche
che tornano sempre quando hanno navigato.
Fino al loro ultimo giorno,
e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti
perché hanno un cuore a misura di oceano.

Jacques Brel, "Conosco delle barche"

Rosy
17-February-2015, 15:06
Splendidi versi, che si adattano veramente a ciascuno di noi.
Quale barca siamo?
Proviamo a pensarci.
Siamo vecchiette o parrocchiani? ( riferito al mio aneddoto "di là".)
Proviamo a pensarci.
Cosa vogliamo essere?
proviamo a rispondere, anche solo a noi stessi( non sia mai che ci esponiamo troppo)
Rosy:):):)

Rosy
17-February-2015, 15:10
Non so perchè, Daniela, questi splendidi ( scusa se mi ripeto) versi, mi hanno riportato alla mente una poesia di Edgar Lee Masters.
Forse c'è già, da qualche parte, ma nessuno me ne vorrà se la ripeto?

George Gray


Molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realtà non è questa la mia destinazione
ma la mia vita.
Perché l'amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l'ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre a follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell'inquietudine e del vano desiderio —
una barca che anela al mare eppure lo teme.

Edgar Lee Masters (http://www.pensieriparole.it/poesie/autori/e/edgar-lee-masters/)

Rosy
17-February-2015, 15:11
Non è un inno al coraggio, all'osare, al nuovo?
Avete capito perchè la mia poesia di "riconoscimento" è Lentamente muore? Rosy

Andrea
18-February-2015, 19:35
Quando lei venne a prenderlo al traghetto
lui disse sei così pallida sciupata così
gracile issandosi sulle punte dei piedi
per arrivare al suo orecchio lei sussurrò
sono una donna anziana oh da allora
lui fu sempre gentile.


Grace Paley

Claire
19-February-2015, 10:21
Brezza

Quando arriverai alla stazione
non fare nulla di superfluo
Non andare al chiosco
dai venditori di tabacco o frutta
Te ne starai fermo sotto la grande porta
immobile dentro la luce del giorno
lasciando sulle scarpe la polvere del mondo
nelle linee chiuse delle tue mani
Perché noi, da lontano
ti riconosceremo
sotto l’orologio che segnerà
l’ora perduta.

Yòrgos Chronàs

Andrea
26-February-2015, 11:43
Coda: grigio di Payne


Provo a dipingere la pioggia


giorno dopo giorno
esco e vi entro


pioviggine rovescio scroscio


ma non ancora la puntuale
pioggia di primavera


calda pesante lenta


ciascuna goccia
netta e perfetta


che aspetto


presso questo margine dell'acqua
dove una qualche foglia di memoria


scenderà con la piena


la fiumana
che dilaga al mare.




Paula Meehan

Andrea
02-March-2015, 20:11
Nelle città straniere

A Zbigniew Herbert

Nelle città straniere c’è una gioia sconosciuta,
la fredda felicità di un nuovo sguardo.
Gli intonaci gialli delle case, sui quali il sole
si arrampica come un agile ragno, esistono
ma non per me. Non per me furono costruiti
il municipio, il porto, il tribunale, la prigione.
Il mare scorre per la città con una marea
salata e allaga le verande e le cantine.
Al mercato i prismi delle mele, piramidi
che svettano per l’eternità di un pomeriggio.
E pure la sofferenza non è poi così
mia: il matto locale farfuglia
in una lingua straniera, e la disperazione
di una ragazza sola in un caffè è come
il frammento di una tela in un cupo museo.
Le grandi bandiere degli alberi si agitano
al vento così come nei luoghi
a noi noti, e lo stesso piombo fu cucito
negli orli di lenzuola, di sogni,
dell’immaginazione folle e senza casa.

Adam Zagajewski

Claire
08-March-2015, 20:46
LE AVREMO BEN VISTE ANCHE QUESTE DONNE

Le avremo ben viste anche queste donne - in sogno o no,
ma sempre nei vaghi recinti della notte -
sotto le loro criniere di giumente, focose,
con lunghi occhi teneri dai bagliori di cuoio,
non già la carne quotidiana in svendita alle nuove
macellerie di immagini, che ingurgiti
solo, fra le lenzuola,
ma l'animale sorella che sfugge e s'indovina,
ancora meno distinta dai suoi riccioli, dalle sue trine
di quanto la vaga linea dell'onda sia dalla schiuma,
l'agile fiera di cui tutti vanno a caccia
e che il più armato non raggiunge mai
perché è nascosta più in fondo al suo stesso corpo
ch'egli non può penetrare - se anche ruggisse di vano trionfo -
perché ella è solamente come la soglia
del suo stesso giardino,
o come un'incrinatura nella notte
incapace di abbatterne il muro, o una tagliola
con il sapore di frutto inumidito, solo un frutto,
dotato però di sguardo - e anche di lacrime.


Philippe Jaccottet

Claire
19-March-2015, 13:13
Il padre

Terra dalla superficie incolta e arida
terra senza corsi d'acqua né strade
la mia vita sotto il sole trema e si allunga.

Padre, i tuoi dolci occhi non possono nulla
come nulla poterono le stelle
che mi bruciano gli occhi e le tempie.
Il mal d'amore mi tolse la vista
e nella fonte dolce del mio sogno
una fonte tremante si rifletté.

Poi... chiedi a Dio perché mi dettero
ciò che mi dettero e perché poi
incontrai una solitudine di terra e di cielo.

Guarda, la mia giovinezza fu un candido germoglio
che non si aprì e perde
la sua dolcezza di sangue e vitalità.

Il sole che tramonta e tramonta in eterno
si stancò di baciarla... È l'autunno.
Padre, i tuoi dolci occhi non possono nulla.

Ascolterò nella notte le tue parole:
...figlio, figlio mio ...
E nella notte immensa
resterò con le mie e con le tue piaghe.

PABLO NERUDA

Claire
21-March-2015, 11:11
Auguri Poesia!


http://www.rai.tv/dl/images/1332241852904giornata_poesia_speciale.jpg

Claire
21-March-2015, 11:26
Su un libro di versi

Lascerei in questo libro
tutta la mia anima.
Questo libro che ha visto
con me i paesaggi
e vissute ore sante.
Che pena i libri
che ci riempiono le mani
di rose e di stelle
che si spengono e passano!
Che profonda tristezza
è guardare i mosaici
di dolore e di pene
che un cuore erige!
Veder passare gli spettri
di vite che sfumano.
vedere l’uomo nudo su un pegaso senz’ali.
Vedere la Vita e la Morte,
la sintesi del mondo,
che in spazio profondo
si guardano e s’abbracciano.
Un libro di poesie
È l’Autunno morto:
i versi sono foglie
nere su terre bianche.
E la voce che li legge
è il soffio del vento
che li affonda nei cuori
impenetrabili distanze.
Il poeta è un albero
con frutti di tristezza
e foglie avvizzite
dalle lacrime per ciò che ama.
Il poeta è il medium
della natura
che spiega la sua grandezza
mediante le parole.
Il poeta comprende
tutto l’incomprensibile
e chiama sorelle
cose che si odiano.
Sa che le strade
son tutte possibili
e per questo nell’oscurità
le percorre con calma.
Nei libri di versi
fra rose di sangue,
tristi ed eterne sfilano carovane
che ferirono il poeta
quando piangeva la sera
attorniato ed oppresso
dai propri fantasmi.
Poesia è Amarezza
miele celeste che scende
da un favo invisibile
che fabbriacano le anime.
Poesia è l’impossibile
reso possibile.
Arpa
che invece di corde
ha cuori e fiamme.
Poesia è la vita
che percorriamo con ansia
aspettando chi governi
senza meta la nostra barca.
Dolci libri di versi
sono gli astri che vanno,
nel silenzio muto
al regno del Nulla,
scrivendo nel cielo,
le loro strofe d’argento.
Oh, che pene profonde
e mai alleviate
i dolorosi versi
che i poeti cantano!
Come nell’orizzonte
ristoro gli sguardi,
così lascerei su questo
libro l’intera mia anima!

Federico García Lorca

Claire
28-March-2015, 09:07
Solitudine

I

Qui fui sul punto di morire una sera di febbraio.
La macchina scivolò sul ghiaccio e finì
nella corsia opposta. Le auto che sopraggiungevano,
i loro fari si avvicinarono.
Il mio nome, le ragazze, il lavoro
lontanissimi si sciolsero e rimase
soltanto il silenzio. Ero anonimo
come un ragazzo nel cortile della scuola circondato da nemici.
Il traffico mi veniva incontro con luci enormi.
Mi illuminarono mentre cercavo di sterzare
in un trasparente terrore che montava come albume.
I secondi si dilatarono – vi si trovava spazio –
divennero grandi come edifici di ospedale.
Quasi si poteva sostarvi
e respirare un attimo
prima di essere travolti.
Allora si presentò un appiglio: un caritatevole granello di sabbia
o una meravigliosa raffica di vento. La macchina si staccò
e attraversò obliqua la strada.
Un palo spuntò e si spezzò – un rumore secco –
e volò via per le tenebre.
Finché fu il silenzio. Rimasi seduto al volante.
Poi vidi qualcuno arrivare attraverso il nevischio
a vedere cosa mi era successo.

II

Ho vagato a lungo
per i campi gelati dello Östgötaland.
Nessun uomo in vista.
In altre parti del mondo
si nasce, si vive e si muore
in un costante accalcarsi.
Essere sempre visibili –
vivere in uno sciame di occhi –
deve dare al viso un’espressione speciale,
volti coperti di argilla.
Il brusìo aumenta e diminuisce
mentre si dividono tra loro
cielo, ombre e granelli di sabbia.
Io devo stare solo
dieci minuti la mattina
e dieci minuti la sera.
– Senza alcun programma.
Tutti fanno la fila da tutti.
Molti.
Uno.

Tomas Tranströmer

Claire
31-March-2015, 10:04
​Ognuno vuole avere il suo dolore
e dargli un corpo, una sembianza, un letto,
e maledirlo nel buio delle notti,
portarlo su di sé tenacemente
perché si veda come una bandiera,
come la spada che regala forze.
Ma c’è persa nell’aria della vita
un’altra fede, un dovere diverso
che non sopporta d’esser nominato
e tocca solamente a chi lo prova.
È questo. È rimanere
qui a sentire come adesso
l’onda che sale nelle nostre menti,
le stringe insieme in un respiro solo
come fosse per sempre,
e le abbandona.
Ma nemmeno la pupilla d’un cieco
dimentica l’azzurro che non vede.

Silvia Bre

Andrea
31-March-2015, 11:14
Voglio indietro


Voglio indietro i baci
che ti ho dati
li ho contati
sono millecinquecentosettantanovecento
e parlo solo di quelli sulla bocca
poi ce ne sono ottantuno e un quarto sulla punta del naso
quarantaquindici sull’occhio sinistro
sessantaquacchio sul destro
ed altri trecentotondi sul resto del tuo corpo.
Voglio indietro le carezze
gli abbracci notturni e diurni
voglio indietro le parole d’amore
verbi e aggettivi compresi
voglio indietro gli sguardi dentro gli occhi
i risvegli al mattino
le colazioni felici
voglio indietro i fiori che ti donai
non ti ho mai donato fiori, dici tu?
bene ora te ne donerò un mazzone e così potrai.
Voglio indietro
gli anni
i mesi
le ore in cui
dimmi quando tu verrai
dimmi
quando
quando
quando.
(Mai)
Voglio indietro
le passeggiate
le risate.
Voglio indietro quel giovedì
e quella quasi primavera
voglio indietro le canzoni e le bestemmie.
Hai ventiquattordici ore da adesso
per darmi indietro ciò che voglio indietro.
Non mi costringere a chiamare
l’esattore di baci.
Non ti piacerebbe.


Guido Catalano

Rosy
31-March-2015, 13:58
bellissima!

Claire
01-April-2015, 10:52
Pausa

Ogni tanto bisogna fare
una pausa
contemplarsi
senza l’abitudine quotidiana
esaminare il passato
dato per dato
tappa a tappa
mattonella per mattonella
e non piangersi le menzogne
ma cantarsi le verità.

Mario Benedetti

(traduzione: Federico Guerrini)

Claire
05-April-2015, 10:54
Pasqua

Verdi i cespugli
nel giardino, a Pasqua
mentre i pioppi attendono
vicino all'acqua.
Là una nuvola
si vuole affrettare,
qui un'altra, bianca,
vuole indugiare.

Bertolt Brecht

Claire
07-April-2015, 11:00
La pagliuzza

Questa che era una bimba di cera;
però non era una bimba di cera,
nell’aia immobile un covone era.
Però non era un covone
ma il fiore slanciato dell’ammirazione.
E neanche un fiore ma piuttosto era
un raggio di sole sulla cristalliera.
Neppure un raggio di sole essa era:
una pagliuzza nei miei occhietti era.
Riunitevi a guardare come ho perduto intera
in questo singhiozzare, la mia festa più vera!

Gabriela Mistral

Claire
09-April-2015, 18:38
Il 9 Aprile del 1921 nasceva Charles Baudelaire. Poeta.

L'invito al viaggio

Sorella mia, mio bene,
che dolce noi due insieme,
pensa, vivere là!
Amare a sazietà,
amare e morire
nel paese che tanto ti somiglia!
I soli infradiciati
di quei cieli imbronciati
hanno per il mio cuore
il misterioso incanto
dei tuoi occhi insidiosi
che brillano nel pianto.
Là non c'è nulla che non sia beltà,
ordine e lusso, calma e voluttà.
Mobili luccicanti
che gli anni han levigato
orneranno la stanza;
i più rari tra i fiori
che ai sentori dell'ambra
mischiano i loro odori,
i soffitti sontuosi,
le profonde specchiere, l’orientale
splendore, tutto là
con segreta dolcezza
al cuore parlerà
la sua lingua natale.
Là non c'è nulla che non sia beltà,
ordine e lusso, calma e voluttà.
Vedi su quei canali
dormire bastimenti
d'animo vagabondo,
qui a soddisfare i minimi
tuoi desideri accorsi
dai confini del mondo.
- Nel giacinto e nell'oro
avvolgono i calanti
soli canali e campi
e l'intera città
il mondo trova pace
in una calda luce.
Là non c'è nulla che non sia beltà
ordine e lusso, calma e voluttà.

Charles Baudelaire

traduzione di Giovanni Raboni

Claire
16-April-2015, 10:19
Ci sono anime che hanno
stelle azzurre,
mattini secchi
tra le foglie del tempo
e angoli casti
che conservano un vecchio
rumore di nostalgia
e di sogni.

Altre anime hanno
dolenti spettri di passioni.
Frutta con vermi.
Echi di una voce bruciata
che viene da lontano
come una corrente d'ombre.
Ricordi vuoti di pianto
e briciole di baci.

La mia anima e' matura
da molto tempo
e si sgretola
piena di mistero.
Pietre giovanili
rose dal sogno
cadono sull'acqua
dei miei pensieri.
Ogni pietra dice:
"Dio e' molto lontano!"


tratta da "Libro de poemas"
(trad.Carlo Bo)

Claire
17-April-2015, 23:13
Se qualcuno bussa alla tua porta, amica mia,
e qualcosa nel tuo sangue batte e non riposa
e sul pelo dell'acqua, tremante,
la fonte è una liquida armonia.

Se qualcuno bussa alla tua porta e tuttavia
hai ancora tempo per essere bella
e intorno ad aprile come una rosa
e come una rosa fai sanguinare il giorno.

Se qualcuno bussa alla tua porta una mattina
suono di piccioni e campane
e credono ancora nel dolore e nella poesia.

Se ancora la vita è verità e il versetto esiste.
Se qualcuno bussa alla tua porta e tu sei triste,
Apri, che è l'amore, amica mia.

Rosy
20-April-2015, 14:29
Dalle talpe abbiamo imparato a fare i tunnel...

Dalle talpe abbiamo imparato a fare i tunnel.
Dai castori abbiamo imparato a costruire dighe.
Dagli uccelli abbiamo imparato a fare le case.
Dai ragni abbiamo imparato a tessere.
Dal tronco che rotolava giù abbiamo imparato la ruota.
Dal tronco che galleggiava alla deriva abbiamo imparato la nave.
Dal vento abbiamo imparato la vela.
Chi ci avrà mai insegnato le cattiverie?
Da chi abbiamo imparato a tormentare il prossimo e a umiliare il mondo?

Eduardo Galeano

Claire
25-April-2015, 10:29
Non piangere, compagno,
se m’hai trovato qui steso.
Vedi, non ho più peso
in me di sangue. Mi lagno
di quest’ombra che mi sale
dal ventre pallido al cuore,
inaridito fiore
d’indifferenza mortale.
Portami fuori, amico,
al sole che scalda la piazza,
al vento celeste che spazza
il mio golfo infinito.
Concedimi la pace
dell’aria; fa che io bruci
ostia candida, brace
persa nel sonno della luce.
Lascia così che dorma: fermento
piano, una mite cosa
sono, un calmo e lento
cielo in me si riposa.

Andrea
25-April-2015, 20:17
Sette fratelli come sette olmi,
alti robusti come una piantata.
I poeti non sanno i loro nomi,
si sono chiusi a doppia mandata:
sul loro cuore si ammucchia la polvere
e ci vanno i pulcini a razzolare.
I libri di scuola si tappano le orecchie.
Quei sette nomi scritti con il fuoco
brucerebbero le paginette
dove dormono imbalsamate
le vecchie favolette
approvate dal ministero.
Ma tu mio popolo, tu che la polvere
ti scuoti di dosso
per camminare leggero,
tu che nel cuore lasci entrare il vento
e non temi che sbattano le imposte,
piantali nel tuo cuore
i loro nomi come sette olmi :
Gelindo,
Antenore,
Aldo,
Ovidio,
Ferdinando,
Agostino,
Ettore.
Nessuno avrà un più bel libro di storia,
il tuo sangue sarà il loro poeta
dalle vive parole,
con te crescerà
la loro leggenda
come cresce una vigna d'Emilia
aggrappata ai suoi olmi
con i grappoli colmi
di sole.

Gianni Rodari

Rosy
26-April-2015, 19:23
I figli sono come gli aquiloni

I figli sono come gli aquiloni,
passi la vita a cercare di farli alzare da terra.
Corri e corri con loro
fino a restare tutti e due senza fiato.
Come gli aquiloni, essi finiscono a terra,
e tu rappezzi e conforti, aggiusti e insegni.
Li vedi sollevarsi nel vento e li rassicuri
che presto impareranno a volare.

Infine sono in aria:
gli ci vuole più spago e tu seguiti a darne
e a ogni metro di corda
che sfugge dalla tua mano
il cuore ti si riempie di gioia
e di tristezza insieme.

Giorno dopo giorno
l’aquilone si allontana sempre più
e tu senti che non passerà molto tempo
prima che quella bella creatura
spezzi il filo che vi unisce e si innalzi,
come è giusto che sia, libera e sola.

Allora soltanto saprai
di avere assolto il tuo compito.

E​rma Bombeck Bellbrook ( Ohio)

Indigowitch
26-April-2015, 22:19
Bellissima poesia, espone alla perfezione quale dovrebbe essere il compito di un genitore...

Rosy
27-April-2015, 16:22
Quando te ne andrai...
Quando te ne andrai,
semmai te ne andrai,
ed io dovessi volerne morire,
null'altro mai mi salverebbe
che il ricordo di quella volta in cui
ti addormentasti tra le mie braccia
in un abbandono così teneramente fiducioso
e la stanza dove la penombra si addensava
si imbevve sino all'ultimo della sera, finché
il riposo o la pioggia novella
gentilmente ti riscossero dal sonno.
Ti domandai
se avessi sentito la pioggia in sogno
e semiaddormentata ancora
solo mi rispondesti, ti amo.

Edwin Morgan ( Gran Bretagna)

Rosy
28-April-2015, 19:23
Le pratiche inevase

Signore, a fare data dal mese prossimo
voglia accettare le mie dimissioni.
E provvedere, se crede, a sostituirmi.
Lascio molto lavoro non compiuto,
Sia per ignavia, sia per difficoltà obiettive.
Dovevo dire qualcosa a qualcuno,
ma non so più che cosa e a chi: l'ho scordato.
Dovevo anche dare qualcosa,
una parola saggia, un dono, un bacio;
ho rimandato da un giorno all'altro. Mi scusi,
Provvederò nel poco tempo che resta.
Ho trascurato, temo, clienti di riguardo.
Dovevo visitare città lontane, isole, terre deserte;
le dovrà depennare dal programma
o affidarle alle cure del successore.
Dovevo piantare alberi e non l'ho fatto;
costruirmi una casa, forse non bella, ma conforme a un disegno.
Principalmente, avevo in animo un libro meraviglioso, caro signore,
che avrebbe rivelato molti segreti, alleviato dolori e paure,
Sciolto dubbi, donato a molta gente
Il beneficio del pianto e del riso.
Ne troverà traccia nel mio cassetto,
in fondo, tra le pratiche inevase;
Non ho avuto tempo per svolgerla.
È peccato, sarebbe stata un'opera fondamentale.

Primo Levi

Claire
11-May-2015, 09:53
Cuore di bimbo è un ovetto coperto di lettere nere.
Sente che il nascere gli è cosa strana, che il mondo è privo di bordi
Al di là dei monti, e che l’acqua fresca bevuta nel palmo
Abbevera pure le bestie, le piante, fino all’ultimo gesto
Quando si asperge la salma senz’ombra della nonna
Coperta da un trionfo in seta malva come il giorno delle nozze
E assomiglia a un fiore secco nella grande cassa
Che sotto i meli selvatici s’inchioda proprio adesso.

*

Il giorno dopo i funerali, si comincia a impastare.
Il rituale del lutto vuole che si cuocia il pane.
La famiglia offrirà questa manna a pastori e paesani.

Dagli occhi rossi della mamma, una lacrima va nella farina.
Sulla camicia del papà, il sudore è una crosta salata.

“E se ci fossero tante pagnotte nel forno quante parole in un libro?
Allora scriverò un libro e questa sarà la mia offerta”, dice il bambino.

Aleciccio
11-May-2015, 14:39
E mi piacciono le parole
con le parole do i nomi alle cose
allora dopo le so le cose
imparo dove metterle
dove sta la bottiglia e dove
l’attaccapanni. Amo Guadalquivir
nome proprio di fiume
suona liquido, d’acqua
più di tutte mi piace
la parola ghiaccio, secca la gola.
Gianni Montieri (Giugliano, 1971), da Avremo cura (Zona, 2015)

Andrea
12-May-2015, 16:52
Il mattino


Ora nulla sembra accadere:


l’alto cielo,
l’acqua insonne,
la pietra quieta.


Nessuno non appena parli,
né tanto almeno quest’orma
che porta con sé tanti passi.


Ombre dell’erba,
fibre del vento socchiuso;
ciottoli tutti della lingua assolta.


Quello che guarda i suoi occhi chiusi
e vede crescere la distanza, la sabbia.


L’aria innalza la montagna sui suoi incerti diboscamenti.


Felipe García Quintero

Andrea
15-May-2015, 12:02
Come tu vuoi

La tramontana screpola le argille,
stringe, assoda le terre di lavoro,
irrita l'acqua nelle conche; lascia
zappe confitte, aratri inerti
nel campo. Se qualcuno esce per legna,
o si sposta a fatica o si sofferma
rattrappito in cappucci e pellegrine,
serra i denti. Che regna nella stanza
è il silenzio del testimone muto
della neve, della pioggia, del fumo,
dell'immobilità del mutamento.

Son qui che metto pine
sul fuoco, porgo orecchio
al fremere dei vetri, non ho calma
né ansia. Tu che per lunga promessa
vieni ed occupi il posto
lasciato dalla sofferenza
non disperare o di me o di te,
fruga nelle adiacenze della casa,
cerca i battenti grigi della porta.
A poco a poco la misura è colma,
a poco a poco, a poco a poco, come
tu vuoi, la solitudine trabocca,
vieni ed entra, attingi a mani basse.

E' un giorno dell'inverno di quest'anno,
un giorno, un giorno della nostra vita.

Mario Luzi

Andrea
18-May-2015, 11:26
Definitivo, come tutto ciò che è semplice.
Il nostro dolore non accade accidentalmente per le cose vissute,
ma per le cose che sono state sognate
e non sono state realizzate.
Perchè soffriamo tanto per amore?
Esatto sarebbe non soffrire,
appena ringraziare per aver conosciuto
una persona così bella,
che generò in noi un sentimento intenso
e che ci fece compagnia per un periodo ragionevole
um periodo felice.
Soffriamo perchè?
Perchè automaticamente dimentichiamo
di ciò che abbiamo goduto e passiamo a soffrire
per le nostre proiezioni non realizzate,
per tutte le città che avremmo voluto
conoscere a lato del nostro amore
e non abbiamo conosciuto, per tutti i figli che
avremmo voluto aver vicino e non abbiamo avuto,
per tutti gli shows e libri e silenzi
che avremmo amato condividere,
e non abbiamo condiviso.
Per tutti i baci cancellati,
dall'eternità.
Soffriamo non perchè il nostro lavoro è logorante
e paga poco, ma per tutte le ore libere
alle quali rinunciamo per andare al cinema,
per conversare con un amico,
per nuotare, per innamorarsi.
Soffriamo non perchè nostra madre
è impaziente con noi,
ma per tutti i momenti nei quali
avremmo potuto confidare a lei
le nostre più profonde angosce
se le fosse stata interessata
a comprenderci.
Soffriamo tanto non perchè la nostra squadra ha perso,
ma per l'euforia soffocata.
Soffriamo non perchè invecchiamo,
ma perchè il futuro ci viene
confiscato, impedendo così
che ci accadano mille avventure,
tutte quelle che abbiamo sognato e
mai arrivammo a sperimentare.
Come alleviare il dolore di ciò che non fu vissuto?
La risposta è semplice come un verso:
Illudendosi di meno e vivendo di più!
Ogni giorno che vivo,
più mi convinco che
lo sperpero della vita
è nell'amore che non diamo,
nelle forze che non usiamo,
nella prudenza egoista che non fa rischiare nulla,
e che, evitando la sofferenza,
perdiamo anche la felicità.
Il dolore è inevitabile.
La sofferenza è opzionale.

Carlos Drummond de Andrade

Andrea
18-May-2015, 12:28
Di che è mancanza questa mancanza,
cuore,
che a un tratto ne
sei pieno?
Di che?
Rotta la diga
t'inonda e ti sommerge
la piena della tua indigenza.
Viene,
forse viene,
da oltre te
un richiamo
che ora, perché agonizzi,
non ascolti.
Ma c'è, ne custodisce
forza e canto
la musica perpetua… ritornerà.


Sii calmo.


Mario Luzi

Claire
20-May-2015, 10:50
Due calzini
uno brutto e uno bello
li compero ogni autunno.
Due calzini,
uno brutto e uno bello
si perdono: ogni autunno.
C’è un luogo, signora,
dove si perdono i calzini,
c’è, signora,
in ogni casa.
La signora che vende i calzini
sorride
e ha quella certa comprensione
negli occhi:
è d’accordo con me.
Ci accaniamo
per un buon cinque minuti
io e la signora
sui calzini scomparsi
e su chi li faccia scomparire.
Dopo mi sento meglio,
ma non mi volto a guardare:
la voglio pensare assorta,
la signora dei calzini,
con una certa profondità negli occhi
con una certa comprensione per me.
Perché ciò che veramente volevo dirle
ciò che veramente mi infastidisce
è che ho perso qualcosa
che ieri sera avevo capito
e che ora non so più,
non me lo ricordo.
C’è un luogo, signora,
dove si perdono i pensieri,
c’è, signora,
in ogni corpo.
Perciò ho due calzini nuovi
in borsa,
uno bello e uno brutto,
due calzini perduti
in casa,
uno bello e uno brutto,
e ho il cuore terribilmente confuso.

Aleciccio
21-May-2015, 08:49
Clausola

Ci sono danni che non copre l’assicurazione
combinata sulla casa, lo so.
Le chiamate perse, per esempio,
le lettere strappate, la corda di seta,
la notte che c’è dietro gli specchi,
questa piaga di vetri nel petto.
L’ablazione della mia sete.

Così presi la malattia dei saponi.

Per questo l’amai, con tutto il mio disgusto.
Contro la vita inquieta
fui vuoto nel suo vuoto, freddo nel portaoggetti,
materia immobile.
Lasciai crescere le pareti di questa casa
con me dentro.

Passarono secoli, secoli d’orologio.

Non abbonderò in dettagli, signorina.
Dirò solo che ho strappato la porta dai cardini,
che ho avuto la misericordia
di gettare nel fango
lo zucchero a velo,
che adesso entra luce nella mia dispensa.
Lo so, la polizza nemmeno contempla
l’amore verso terzi, il temporale di sole,
il tumulto nelle strade né la rivolta della formica.

Ma questo è un caso di delicatezza maggiore.

io chiamavo solo per dirle, amica,
che ho finito per concedermi
con tutti i rischi
l’incertezza di vivere
completamente spalancata.

Carmen Camacho

Claire
21-May-2015, 10:43
I dolori della rosa s’accrescevano.
Attorta in un campo di malerbe, la rosa indifesa
provò la brezza del paradiso una sola volta, poi spirò.
I bimbi piansero: “Oh rosa, ritorna:
Ti vogliamo bene, rosa”. Poi qualcuno disse che presto
avrebbero avuto un’altra rosa. “Venite, tesori,
allo stagno, sporgetevi dalla riva e guardatevi
guardare all’insù. Adesso la vedete,
i petali schiusi, che sale in superficie, si tramuta in voi?”
“Oh no” esclamarono. “Noi siamo quel che siamo – nient’altro”.

Quant’era perfetto. Antico. Irredimibile.


da “Mark Strand, L’uomo che cammina un passo avanti al buio, Poesie 1964–2006”, traduzione di Damiano Abeni, Mondadori 2011.

Aleciccio
22-May-2015, 08:56
Telegiornale

Stando nel cerchio d’ombra
come selvaggi intorno al fuoco
bonariamente entra in famiglia
qualche immagine di sterminio.
Così ogni sera si teorizza
la violenza della storia.

Nelo Risi

Claire
22-May-2015, 11:22
Un treno è entrato in stazione. È fermo, vagone dopo vagone,
Ma nessuna porta si apre, nessuno scende o sale.
Ci sono veramente delle porte? Là dentro un brulichio
Di uomini rinchiusi che vanno su e giù.
E scrutano dai finestrini immobili.
Fuori lungo il treno cammina un uomo con un martello.
Urta le ruote che debolmente risuonano. Tranne qui.
Qui il rumore aumenta incomprensibilmente: un fulmine,
Il rintocco dell’orologio della cattedrale,
Il rumore della circumnavigazione del globo
Che solleva tutto il treno e le pietre umide dei dintorni.
Tutto canta. Ve lo ricorderete. Andate avanti.

Andrea
03-June-2015, 11:06
Il mio pezzo forte

Il mio pezzo forte:
l’accendo, poi, dal momento in cui il fiammifero
dichiara la luce, sino a quando la luminosità si muove
oltre i propri mezzi e muore, io racconto la storia della mia vita –


date e luoghi, le torce che ho portato,
diversi nomi e volti, chi
mi ha dato amore, chi ci è andato vicino,
i cambiamenti fatti, le lezioni che ho imparato –


poi trovo ancora il tempo di esitare e arrossire
prima di essere morso dalla fiamma, e bruciato.


Un consiglio, a chiunque culli in sé
un’oncia di tristezza, a chiunque sia solo:
non provate a farlo voi stessi; è pericolo,
follia.


Simon Armitage