PDA

Visualizza la versione completa : Explicit



Sir Galahad
27-February-2012, 20:11
L'explicit (dal latino explementum, "compimento") è la parola iniziale dellaformula explicit feliciter liber, seguita da indicazioni più o meno dettagliate su titolo, nome dell'autore, stampatore, anno e località di stampa. Esso era in origine una delle rubriche dei codici medievali. Tali rubriche segnalavano la conclusione dell'opera allo stesso modo in cui gli incipit ne segnavano l'inizio.

Con l'avvento della stampa e la caduta in disuso dell'attività dell'amanuense, il termine viene poi usato per indicare la conclusione di un'opera, o come equivalente di "finale" per le opere in prosa.

La conclusione di una composizione letteraria rappresenta il momento più forte di un testo; con esso, il lettore è liberato dalla tensione accumulata nella lettura, rappresentando così la catarsi dell'opera letteraria(Aristotele)
Di seguito, l'explicit de "Il giardino dei Finzi-Contini", di Giorgio Bassani:

Che cosa c'è stato, fra loro due? Niente? Chissà. Certo è che, quasi presaga della prossima morte, sua e di tutti i suoi, Micòl ripeteva di continuo anche a Malnate che a lei, del suo futuro democratico e sociale, non gliene importava nulla, che il suo futuro, in sé, lei lo abborriva, ad esso preferendo di gran lunga "le vierge, le vivace et le bel aujourd'hui", e il passato, ancora di più, il caro, il dolce, il pio passato. E siccome queste, lo so, non erano che parole, le solite parole ingannevoli e disperate che soltanto un vero bacio avrebbe potuto impedirle di proferire: di esse, appunto, e non di altre, sia suggellato qui quel poco che il cuore ha saputo ricordare.

Sir Galahad
27-February-2012, 21:46
Umberto Eco, Il nome della rosa:

Mi inoltrerò presto in questo deserto amplissimo, perfettamente piano e incommensurabile, in cui il cuore veramente pio soccombe beato. Sprofonderò nella tenebra divina, in un silenzio muto e in una unione ineffabile, e in questo sprofondarsi andrà perduta ogni eguaglianza e ogni disuguaglianza, e in quell'abisso il mio spirito perderà se stesso, e non conoscerà né l'uguale né il disuguale, né altro: e saranno dimenticate tutte le differenze, sarò nel fondamento semplice, nel deserto silenzioso dove mai si vide diversità, nell'intimo dove nessuno si trova nel proprio luogo. Cadrò nella divinità silenziosa e disabitata dove non c'è opera né immagine.

Fa freddo nello scriptorium, il pollice mi duole. Lascio questa scrittura, non so per chi, non so più intorno a che cosa: stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus

zio fred
27-February-2012, 22:44
Ennio Flaiano, La solitudine del satiro


Io forse non ero di questa epoca, non sono di questa epoca, forse appartengo a un altro mondo: io mi sento più in armonia quando leggo Giovenale, Marziale, Catullo. E’ probabile che io sia un antico romano che sta qui ancora, dimenticato dalla storia , a scrivere delle cose che gli altri hanno scritto molto meglio di me, cioè, ripeto, Catullo, Marziale, Giovenale.

Patrizia
28-February-2012, 12:17
Scusate se riporto parole note a tutti, ma adoro Pirandello, non so resistere...

Incipit:
"Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal. E me ne approfittavo."

Explicit
"Io vi ho portato la corona di fiori promessa e ogni tanto mi reco a vedermi morto e sepolto là. Qualche curioso mi segue da lontano; poi, al ritorno, s'accompagna con me, sorride, e - considerando la mia condizione - mi domanda:
- Ma voi, insomma, si può sapere chi siete?
Mi stringo nelle spalle, socchiudo gli occhi e gli rispondo: - Eh, caro mio... Io sono il fu Mattia Pascal."

Patrizia
28-February-2012, 12:37
Quel bambino non saprà mai quel che è successo, glielo terranno nascosto il padre e la zia e glielo terrò nascosto anche io e non ha importanza perché tante cose succedono senza che nessuno si accorga né le ricordi, o tutto si dimentica e va perduto. E quanto poco rimane di ogni individuo nel tempo inutile come la neve scivolosa, di quanto poco rimane traccia, e di quel poco tanto si tace, e di quello che non si tace si ricorda dopo soltanto una parte minima, e per poco tempo: mentre viaggiamo verso il nostro sfumare lentamente per transitare soltanto alla schiena o al rovescio di quel tempo, dove non si può continuare a pensare se non si può continuare a prendere commiato: "Addio risate e addio oltraggi: non vi vedrò più, né voi mi vedrete. E addio ardore, addio ricordi".

Patrizia
28-February-2012, 13:28
Belle le conclusioni che si possono citare limitandosi a poche, ultime parole. Brevi ti attraversano rapide e quasi ti trafiggono. Restano indimenticabili.

Philip Roth - Il teatro di Sabbath
"E lui non poteva. Non riusciva a morire, cazzo. Come faceva a rinunciare? Ad andarsene? Tutto ciò che odiava era qui."


Leonardo Sciascia - A ciascuno il suo
"Ho saputo una cosa, una cosa che deve restare tra me e voi: mi raccomando... Riguarda il povero Laurana...
- Era un cretino - disse don Luigi."


David Grossman - Che tu sia per me il coltello
"...le mani di Yair e di Yidò. Erano blu, trasparenti per il freddo, e incredibilmente somiglianti. Avevano entrambi dita lunghe e belle; lunghe, sottili e fragili."

Sir Galahad
28-February-2012, 19:31
Ennio Flaiano, La solitudine del satiro


Io forse non ero di questa epoca, non sono di questa epoca, forse appartengo a un altro mondo: io mi sento più in armonia quando leggo Giovenale, Marziale, Catullo. E’ probabile che io sia un antico romano che sta qui ancora, dimenticato dalla storia , a scrivere delle cose che gli altri hanno scritto molto meglio di me

Da oggi annovero Flaiano tra i miei amici ad perpetuam memoriam :D

Tregenda
28-February-2012, 20:23
Italo Svevo, La coscienza di Zeno:

Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po’ più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.

Tregenda
29-February-2012, 17:59
Jack London, Il vagabondo delle stelle :

E ora concludo. Non posso fare altro che ripeterlo: la morte non esiste, la vita è spirito, e lo spirito non può morire. Solo la carne muore e transita, sempre rinnovandosi per il fermento chimico che la informa, sempre duttile, sempre cristallizzata, per fondersi nel flusso e poi cristallizzarsi in forme nuove e diverse, a loro volta effimere, destinate a fondersi ancora nel flusso. Solo lo spirito, nella sua ascesa verso la luce, resiste e continua a crescere su se stesso in virtù di successive e infinite incarnazioni. Che cosa sarò quando tornerò a vivere? Chissà.
Chissà…

Tregenda
02-March-2012, 17:52
George Orwell, Senza un soldo a Parigi e a Londra:

E tuttavia ci sono alcune cose che, campando senza soldi, ho imparato bene: non penserò mai più che tutti i vagabondi siano furfanti ubriaconi, non mi aspetterò gratitudine da un mendicante quando gli faccio l’elemosina, non mi sorprenderò se i disoccupati mancano di energia, non aderirò all’Esercito della Salvezza, non impegnerò i miei abiti, non rifiuterò un volantino, non gusterò un pranzo in un ristorante di lusso.
Questo tanto per incominciare.

zio fred
03-March-2012, 16:31
LA LINEA D’OMBRA di Joseph Conrad

“ Diede un’esclamazione, diventò tutto rosso, mi strinse vigorosamente la mano ed un momento dopo, rimasto solo lo ascoltavo salire la scaletta, cautamente gradino per gradino, con la paura mortale di provocare l’improvvisa ira della nostra comune nemica che la sua dura sorte gli imponeva di portare consapevolmente nel petto leale.”


"La linea d'ombra" è un capolavoro paragonabile in prosa alla “ballata” di Coleridge; è la parabola dell’uomo (in questo caso un giovane capitano di vascello) che si trova di fronte per la prima volta alle difficoltà della vita ed alla responsabilità di una scelta.

Tutti i giorni dobbiamo decidere se restare fermi o superare la nostra linea d’ombra e questa è forse davvero sia la nostra unica libertà sia l’affanno dell’esistenza perché come diceva Sartre “l’uomo è condannato ad essere libero”.
Sento di dedicare questo explicit a tutti coloro che “la nostra comune nemica" ci ha rubato anzitempo, ed oggi non posso che pensare al mio concittadino Lucio Dalla ricco delle tre virtù che apprezzo sopra ogni altra: l’ironia, la generosità e la discrezione nell’offrirla.

Sulla linea d’ombra delle nostre scelte scorre la vita e si decide chi vogliamo essere: che le letture di cui ci nutriamo migliorino i nostri comportamenti agiti, cari nipoti, non solo una nostra più o meno esibita cultura.

zio Fred

Sir Galahad
25-April-2012, 18:07
Manzoni iniziò la stesura del “Fermo e Lucia” nel 1821 e lo portò a termine nel 1823. L'opera si chiamò, dopo aver "lavato i panni in Arno", I Promessi sposi.
Interessante è l'explicit del Fermo e Lucia:

Quando tu non volessi dire», aggiunse ella soavemente sorridendo, «che il mio sproposito sia stato quello di volerti bene e di promettermi a te».
Fermo quella volta rimase impacciato, e Lucia pensandovi ancor meglio conchiuse che le scappate attirano bensì ordinariamente de’ guai: ma che la condotta la più cauta, la più innocente non assicura da quelli; e che quando essi vengono, o per colpa, o senza colpa, la fiducia in Dio gli raddolcisce, e gli rende utili per una vita migliore.
Questa conclusione benché trovata da una donnicciuola ci è sembrata così opportuna che abbiamo pensato di proporla come il costrutto morale di tutti gli avvenimenti che abbiamo narrati, e di terminare con essa la nostra storia.

Sir Galahad
01-November-2012, 11:26
Alekos, cosa significa essere un uomo?
Significa avere coraggio, avere dignità. Significa credere nell'umanità. Significa amare senza permettere a un amore di diventare un'àncora. Significa lottare. E vincere. Guarda, più o meno quel che dice Kypling in quella poesia intitolata Se. E per te cos'è un uomo?
Direi che un uomo è ciò che sei tu, Alekos

(Oriana Fallaci, Intervista con la Storia)