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Visualizza la versione completa : III° GdL Narrativa Italiana (Proposte)



DarkCoffee
25-February-2012, 09:00
Si ricomincia il ciclo. :)
Questa discussione non vuole oscurare il II° GdL che si trova in questo link:
http://www.scompaginando.it/showthread.php?594-II%B0-GdL-Per-mano-mia-di-Maurizio-De-Giovanni


Si propone UN libro a testa sul genere specifico fino al completamento delle 8 proposte. (Se riusciamo ad arrivarci in un tempo non troppo lungo)Se un libro proposto è già stato letto da un utente e non ha il piacere di rileggerlo si fa presente pubblicamente e la proposta viene cancellata.
Se un libro proposto non piace ad un utente quindi non ha il piacere di leggerlo si fa presente pubblicamente e la proposta viene cancellata.
Arrivati alle 8 proposte il topic viene lasciato aperto 3 giorni per aver modo a chi non ha potuto connettersi, in questo arco di tempo, di farci presente se ci sono dei libri da cancellare.
Proposte successive all'ottava vengono accettate come riserva in modo tale che se in questi 3-5(massimo) giorni vengono cancellati dei libri entrano automaticamente.

dolores
25-February-2012, 10:34
La mia proposta è “Canale Mussolini” di Antonio Pennacchi, vincitore del Premio Strega 2010.

Titolo
l titolo trae il nome dal principale canale di bonifica dell'Agro pontino, chiamato all'epoca "Canale Mussolini" e oggi "Canale delle Acque Alte" (sito fra i territori comunali di Latina e Cisterna di Latina, di cui costituisce per un lungo tratto il confine).

Trama
Il libro copre un arco temporale che va dagli anni dieci del Novecento alla Seconda Guerra Mondiale. Protagonista è la famiglia Peruzzi, contadini poverissimi che vivono nella bassa Pianura Padana fra Rovigo e Ferrara, dove coltivano terre prese in affitto o a mezzadria.
Nel 1904 il nonno, capostipite della famiglia, assiste ad un comizio non autorizzato del socialista Edmondo Rossoni e viene incarcerato insieme a quest'ultimo. I due diventano amici e il nonno aderisce così al socialismo battezzando i figli con i nomi dei leader della sinistra dell'epoca: Adelchi, Treves, Turati, Modigliana e Bissolata. Prima del 1904 erano già nati Iseo, Temistocle e Pericle che parteciperanno alla prima guerra mondiale.
Nel primo dopoguerra la famiglia rimane coinvolta negli scontri fra squadristi e socialisti. Questi ultimi, per ritorsione contro i Peruzzi che non avevano voluto assumere alcuni braccianti, decidono di dar fuoco al loro pagliaio. I Peruzzi si vendicano sparando al maestro elementare del paese (capo del locale movimento socialista) ed occupando la camera del lavoro di Codigoro che in seguito sarà trasformata nella sezione locale del partito fascista. Alcuni dei Peruzzi parteciperanno anche alla marcia su Roma nel 1922 e, poco dopo, Pericle viene incaricato dal Partito, insieme ad altri due camerati, di picchiare un coraggioso sacerdote antifascista della vicina Comacchio. Durante l'agguato Pericle perde il controllo e il prete muore.
Nel frattempo la famiglia, che si va allargando con nuovi matrimoni e nuove nascite, prende a mezzadria i terreni dei conti Zorzi Vila. Quando però nel 1926 il governo di Mussolini, che si è definitivamente imposto nel Paese, propone una nuova politica economica durissima (la cosiddetta "quota 90"), gli Zorzi Vila ne approfittano per sottrarre alle famiglie al loro servizio tutti i loro averi. La sciagura colpisce anche i Peruzzi, i quali decidono di mandare una loro delegazione a Roma: contano di ricevere il sostegno del governo per il loro passato da squadristi. Incontrano proprio il Rossoni, che nel frattempo ha aderito al fascismo diventando sottosegretario il quale fa capire loro che non può far nulla contro gli Zorzi Vila ma può affidare ai Peruzzi un podere tutto loro nelle Paludi Pontine che il regime sta iniziando a bonificare.
I Peruzzi accettano e partono per il Lazio. Vengono insediati nel podere 517 dell'Opera Nazionale Combattenti. Il podere si trova lungo la "Parallela Sinistra" (oggi Strada Santa Croce) nei dintorni dell'attuale Borgo Podgora, alla sinistra del "Canale Mussolini", il principale canale della bonifica. Nel dicembre del 1932 assistono all'inaugurazione della nuova città di Littoria.
La vita dei coloni nella nuova terra però è piena di difficoltà: i lavori di bonifica non riescono a sterminare la zanzara anofele e la malaria continua a colpire. Gli abitanti del luogo e dei vicini Monti Lepini poco gradiscono i nuovi arrivati che ribattezzano cispadani cioè invasori (i coloni reagiscono chiamando i locali marocchini) e non mancano scontri e vendette reciproche.
Nel frattempo la coltivazione della fertile terra dei Peruzzi permette loro di risollevarsi economicamente. La famiglia partecipa attivamente alla vita rurale dei coloni con i suoi riti: i filò fra vicini di poderi e la Messa ogni domenica nella chiesa del borgo, chiese che dopo una richiesta del solito Pericle al patriarca di Venezia vengono affidate ai preti veneti perché i sacerdoti della locale diocesi di Velletri non riescono a comprendere il dialetto dei cispadani.
Nel 1935 Adelchi partecipa alla guerra d'Etiopia assistendo al massiccio uso dei gas tossici da parte degli italiani contro i soldati abissini.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale diversi giovani dei Peruzzi vengono mandati al fronte: in Albania, in Africa e in Russia.
Nell'inverno del 1944 la guerra arriva anche nell'Agro pontino. Gli Alleati, nel tentativo di sfondare la linea Gustav, sbarcano ad Anzio e iniziano una lunghissima battaglia con i tedeschi fra Cisterna e Aprilia che verranno poi rase al suolo. Per ritardare l'avanzata alleata vengono sabotate le opere di bonifica e la battaglia si combatte anche sul Canale Mussolini.
I coloni, Peruzzi compresi, credendo che gli americani vogliano togliere loro i poderi, decidono di sostenere i tedeschi fornendo loro armi e supporto logistico. Poi sono costretti dallo stesso comando tedesco ad abbandonare le loro case e a rifugiarsi sui Monti Lepini. Le comuni difficoltà della guerra aiutano cispadani e marocchini a superare le reciproche diffidenze.
L'Agro pontino viene infine liberato a maggio del 1944. I Peruzzi ritornano nel loro podere distrutto e iniziano la ricostruzione, più forti e tenaci anche nella sciagura.

Stile
Il libro è raccontato da uno dei membri della famiglia Peruzzi, si svelerà solo alla fine quale, secondo lo stile tipico dei filò (antica tradizione delle campagne del Nord Est trasportata in Agro pontino in cui le persone si radunavano la sera e si raccontavano antiche storie e leggende). Il linguaggio perciò è basso, colorito, colloquiale e popolare con frequente ricorso al dialetto venetopontino dei coloni.

Personaggi
Personaggio principale è il valoroso zio Pericle. Con lui nell'Agro Pontino scendono i vecchi genitori, tutti i fratelli, le nuore. E poi la nonna, dolce ma inflessibile nello stabilire le regole di casa cui i figli obbediscono senza fiatare. Il vanitoso Adelchi, più adatto a comandare che a lavorare, il cocco di mamma. Iseo e Temistocle, Treves e Turati, fratelli legati da un affetto profondo fatto di poche parole e gesti assoluti, promesse dette a voce strozzata sui campi di lavoro o nelle trincee sanguinanti della guerra. E una schiera di sorelle, a volte buone e compassionevoli, a volte perfide e velenose come serpenti. E poi c'è lei, l'Armida, la moglie di Pericle, la più bella, andata in sposa al più valoroso. La più generosa, capace di amare senza riserve e senza paura anche il più tragico degli amori. E Paride, il nipote prediletto, buono e giusto, ma destinato, come l'eroe di cui porta il nome, a essere causa della sfortuna che colpirà i Peruzzi e li travolgerà

(Fonte: Wikipedia)

kaipirissima
26-February-2012, 19:23
cavolo. che presentazione. in realtà non l'ho letta perchè ho paura di rovinarmi il libro.
io propongo un classico, va da sè che se qualcuno l'ha già letto il veto può metterlo senza problemi, troverò un altro titolo.
I viceré di Federico di Roberto

Sir Galahad
26-February-2012, 19:57
Io propongo
Il mio Carso, di Scipio Slataper.
Diario lirico, con tratti autobiografici, fu scritto nel 1911 (essendo però pubblicato l'anno seguente, 1912) e si pose subito come un tramite essenziale per la Triestinità. Scritto umoralmente sotto un duplice contrasto, il richiamo del brullo e rupestre paesaggio del Carso da una parte e il richiamo della città, è anche il contrasto tra l'uomo solo, attratto dal vivere naturale, e l'uomo-in-società, ricco di vincoli e ordine.
Diario dalle righe strazianti di un uomo che fu solo , e morirà solo, di "anemia cerebrale", come fu detto dai medici curanti.
Si avvicina il primo conflitto mindiale, un'epopea sta per essere travolta dalle armi di distruzione di massa; a Firenze, dove anche lo Slataper soggiornerà (in una casa vicino al Duomo), sorge - in quegli anni - il gruppo fiorentino della Voce (di cui fecero parte anche Prezzolini, Papini, Soffici, Salvemini) e che attirerà culturalmente il giovane Slataper.
809
Sir Galahad

maureen
01-March-2012, 00:11
Io vorrei proporre "Cronache di poveri amanti" di Vasco Pratolini.

Via del Corno è troppe cose per essere solo una strada: in quei cinquanta metri privi di marciapiedi e di interesse, esclusi dal traffico e dalla curiosità, ci si può imbattere nel meglio e nel peggio del mondo, in cuori e cervelli malati di ossessioni e desideri, ma soprattutto nell'autenticità di un gruppo di persone che usa dire "noi". Via del Corno "è tutta udito", e anche quando le finestre sono chiuse, le vicende, le rivalità, gli amori di uomini e donne si intersecano, si mischiano, trapassano da muro a muro. Finché, inevitabilmente, si confondono con il secolo e i suoi eventi: il Duce, il regime, la violenza politica, la repressione. Pratolini diceva che via del Corno - e lui la conosceva bene, per averci abitato da ragazzo - era la sua Aci Trezza, la sua epica popolare. Il romanzo che le dedicò nacque mentre l'autore lavorava con Rossellini alla sceneggiatura di Paisà: aveva il cinema neorealista "addosso" e lo trasferì su pagina, facendo della Firenze degli anni Venti l'icona indimenticabile di un mondo dolente ma vivo, dove la speranza era ancora accesa.

E come ha già scritto Kaipirissima, nel caso l'abbiate già letto non c'è problema per il veto, penserò ad un altro titolo.

DarkCoffee
02-March-2012, 01:56
Siccome sarò l'unica che non l'ha letto io lo dico piano piano con la testa bassa... (ci provo :p )

1) Canale Mussolini - Antonio Pennacchi
2) I viceré di Federico - Roberto
3) Il mio Carso - Scipio Slataper
4) Cronache di poveri amanti - Vasco Pratolini
5) Va' dove ti porta il cuore - Susanna Tamaro

dolores
02-March-2012, 09:17
Siccome sarò l'unica che non l'ha letto io lo dico piano piano con la testa bassa... (ci provo :p )

5) Va' dove ti porta il cuore - Susanna Tamaro

Non sei l'unica, Dark, anche io non l'ho letto, anzi, non ho mai preso in considerazione di leggerlo. Ma questo non è un veto, è semplicemente per farti sentire in compagnia. ;) :D

Ne approfitto per chiedere se posso cambiare la mia proposta, perché in questi giorni non ho resistito e ho letto "Canale Mussolini".
Come alternativa propongo Una questione privata di Beppe Fenoglio:
Nelle Langhe, durante la guerra partigiana, Milton (quasi una controfigura di Fenoglio stesso), è un giovane studente universitario, ex ufficiale che milita nelle formazioni autonome. Eroe solitario, durante un'azione militare rivede la villa dove aveva abitato Fulvia, una ragazza che egli aveva amato e che ancora ama. Mentre visita i luoghi del suo amore, rievocandone le vicende, viene a sapere che Fulvia si è innamorata di un suo amico, Giorgio: tormentato dalla gelosia, Milton tenta di rintracciare il rivale, scoprendo che è stato catturato dai fascisti...

Italo Calvino dice di questo romanzo:
"Una questione privata è costruito con la geometrica tensione d'un romanzo di follia amorosa e cavallereschi inseguimenti come l'Orlando furioso, e nello stesso tempo c'è la Resistenza proprio com'era, di dentro e di fuori, vera come mai era stata scritta, serbata per tanti anni limpidamente dalla memoria fedele, e con tutti i valori morali, tanto più forti quanto più impliciti, e la commozione, e la furia. Ed è un libro di paesaggi, ed è un libro di figure rapide e tutte vive, ed è un libro di parole precise e vere. Ed è un libro assurdo, misterioso, in cui ciò che si insegue, si insegue per inseguire altro, e quest'altro per inseguire altro ancora e non si arriva al vero perché".

DarkCoffee
02-March-2012, 13:16
1) Una questione privata - Beppe Fenoglio
2) I viceré - Federico - Roberto
3) Il mio Carso - Scipio Slataper
4) Cronache di poveri amanti - Vasco Pratolini
5) Va' dove ti porta il cuore - Susanna Tamaro

;)

kaipirissima
02-March-2012, 16:24
io invece Va dove ti porta il cuore l'ho letto, non ricordo mi avesse impressionato gran che, anzi. ma teniamolo... non sia mai che ad anni di distanza io ne apprezzi la storia.

le proposte mi piacciono molto.

@darky hai grassettato anche parte del nome dell'autore nel titolo (I vicerè) siamo innamorate eh!

Sir Galahad
02-March-2012, 19:36
Scusa,Dark, non ricordo: si possono votare due libri, vero?

DarkCoffee
02-March-2012, 21:00
Si :)
Dopo aver chiuso le proposte apro il sondaggio e si devono votare due libri ;)

DarkCoffee
06-March-2012, 11:59
Ok, domani si parte con il sondaggio di questi 5 libri, tanto non credo aumenteranno più ;)