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Visualizza la versione completa : Luciano di Samosata



Sir Galahad
12-February-2012, 18:50
Luciano di Samosata ( Λουκιανὸς Σαμοσατεύς, Lucianus Samosateus ;nato a Samosata nel 120 circa – e morto ad Atene ) è stato uno scrittore e retore greco antico.


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Di lui vorrei ricordare "L'elogio della mosca":



Racconta la favola che una volta c'era una donna chiamata Mosca, assai bella, ma ciarliera, chiacchierina, e canterina, e rivale della Luna, che tutte e due erano innamorate d'Endimione. E poi perché quando il garzone dormiva ella lo svegliava continuamente ruzzando, cantando, ballando, quegli se ne sdegnò, e la Luna che l'odiava la mutò in mosca: e perciò essa ora rompe il sonno a tutti quelli che dormono, ricordandosi ancora di Endimione, e specialmente ai più giovani e più delicati. E quel suo mordere, e quel suo desiderio di sangue non è ferocia, ma segno di amore che porta ai giovani, dei quali ella gode come può, e ne sfiora la bellezza. Fu ancora negli antichi tempi una donna di questo nome, poetessa, molto bella e savia. Ed un'altra cortigiana famosa in Atene, della quale il poeta comico diceva:
Questa Mosca gli ha morso proprio il cuore.
Cosi la leggiadria comica non sdegnò, e la scena non ributtò il nome della mosca : né i genitori hanno a vergogna di chiamare così le loro figliuole. Anzi con grande lode la Tragedia ricorda la mosca in quei versi:
Oh che brutta vergogna ! Anche la mosca Con forte petto salta addosso all'uomo, Ghiotta di sangue ; e voi uomini armati, Voi sbigottir delle nemiche lance !

Sir Galahad
07-November-2012, 10:15
Luciano di Samosata è uno dei letterati più versatili ( Samosata, 120 circa – Atene , tra il 180 e il 190) . Greco , celebre per l'irriverenza, l'arguzia e la profondità leggera dei suoi scritti . Scrittore di età imperiale. Trattò gli argomenti i più diffusi e appareentemente contrastanti tra di loro, dalla lode di una mosca (come si è visto) agòli argomenti sociali, etici e religiosi, mantenendo in genere una sottile arguzia e distacco dai temi, ma con toni che spaziano dal comico all'invettiva. È considerato uno degli autori più divertenti della letteratura greca.

Sir Galahad
07-November-2012, 10:18
Dialogo di Venere ed Amore (traduzione di Luigi Settembrini)

Venere. Perchè mai, o Amore, tu che vincesti tutti gli altri Dei, Giove, Nettuno, Apollo, Rea, e me tua madre, solo Pallade non tocchi, e per lei hai la face spenta, la faretra vuota, sei senz’arco e senza dardi?Amore. Io la temo, o madre, chè ella mi fa paura con quegli occhi cerulei e con quell’aria di maschile fierezza. Quando io vado per tender l’arco e mirare in lei, ella squassa le creste dell’elmo, ed io mi sbigottisco, e tremo, e mi cadon le saette di mano.

Venere. E Marte non era più terribile di lei? eppure lo disarmasti e lo vincesti.Amore. Ma egli mi viene incontro da sè, e mi chiama: Pallade per contrario è sempre sospettosa: ed una volta che a caso la toccai passando, avendo in mano la face, ella mi disse: Se mi ti avvicini, giuro a Giove, con questa lancia ti passerò fuor fuora, o t’afferrerò per un piede e ti getterò nel Tartaro, o ti squarterò; e m’aggiunse molte altre minacce. Ella guarda sempre in torto, e innanzi al petto porta una figura orribile chiomata di vipere, e di quella specialmente io mi spaurisco, e fuggo quando la vedo.

Venere. Dici che temi di Pallade e della Gorgone, tu che non hai temuto il fulmine di Giove. Ma e le Muse perchè non sentono i tuoi dardi? forse anch’esse squassan le creste dell’elmo, e mostrano la Gorgone?

Amore. Le rispetto, o madre, perchè sono venerande, han sempre l’animo ai bei pensieri, e sono intese al canto: spesso mi accosto ad esse, tirato dai loro canti soavi.

Venere. Vada anche per queste perchè venerande. E Diana, perchè non la ferisci ?

Amore. Perchè non posso raggiungerla, che va sempre scorrendo pe’ monti: ma pure ella ha un certo amore.

Venere. E quale, o figliuolo?

Amore. Di cacciar fiere, e cervi, e cerbiatti, di seguitarli, di saettarli, ed è tutta in questo. Ma il fratel suo, tutto che valente saettatore anch’egli....

Venere. So, o figliuolo, che tu spesso l’hai saettato.

(Tratto da Wikisource)

Sir Galahad
28-May-2013, 10:28
Cari amici, eccomi ancora una volta fra di voi.
Qualcuno mi ha chiesto come finisse "L'elogio della mosca" di Luciano di Samostata: eccovi accontentati!




Ci sono ancora alcune mosche assai grandi, che taluni chiamano soldatesche, ed altri, canine : fanno un asprissimo ronzio, ed hanno un volo velocissimo; vivono lungamente, e durano tutto l'inverno senza cibo, standosi attaccate specialmente ai soffitti. Una cosa è meravigliosa in queste, che esse fanno insieme e da maschio e da femmina, e montano ciascuna alla sua volta, come quel figliuolo di Venere e di Mercurio, che aveva doppia natura e doppia bellezza. Molto avrei da dire, ma basta qui, per non fare, come dice il proverbio, d'una mosca un elefante

Patrizia
28-May-2013, 16:02
Gli antichi sempre dimostrano di saperla lunga: queste mosche forse non si annoiano.

Sir Galahad
28-May-2013, 18:12
Gli antichi sempre dimostrano di saperla lunga: queste mosche forse non si annoiano.

È vero, Pat. Anche se le conclusioni dei nostri avi spesso erano sbagliate, in campo naturalistico, bisogna dar loro atto della passione, della curiosità, dell'impegno nel curiosare e descrivere il mondo naturale.
La letteratura di informazione scientifica (alla Piero Angela lol) era molto rinomata nel mondo classico. I Naturalisti odierni uniscono alla passione l'indole descrittiva e la capacità di incuriosire il lettore....

Sir Galahad
29-May-2013, 11:44
Bellino è questo stralcio di Vittorio Imbriani,(1840 – 1886), scrittore italiano.

S'era nell'agosto; ed in Iscaricabarilopoli, città moscosissima, nessuno rimembrava di aver mai visto negli agosti precedenti tanta copia di mosche, tal quantità di mosconi, tanti stuoli di moscerini, tali turbe di mosconcini, tal novero di mosconacci, tal moltitudine di mosconcelli, tanta folla di moschette, tanta adunanza di moscini, tanto popolo di moschettone, tanta frequenza di moscherelli, tanto spesseggiar di moscherini, tanto concorso di moschini, tanto esercito di mosciolini e tanta folta di moscioni. Scaricabarilopoli era tutta un moscaio. I signori salariavano persone apposta per moscare con gli scacciamosche, le ventole, le roste, i ventagli, i paramosche: per ogni stanza si tenevan tre o quattro piattelli con carta moschicida, cinque o sei acchiappamosche prussiani; ed il suolo era bruno per gl'innumerevoli cadaveri moscherecci. Ma non pareva, che quello sterminio le diminuisse: e le moscaiuole e i guardavivande non bastavano a riparare i cibi e le provviste. La povera gente pappava mosche in ogni pietanza. Anzi, il dottissimo Dummkopf, professore a Gottinga, nella Filosofia e Storia comparata della culinaria e della gastronomia, volume quarto, capitolo sessagesimoquinto, pagina seicentonovantotto della settima edizione, annotata dall'egregio Zeitverlust, racconta, che, abituandovisi, le trovarono finalmente gustose; e che gli Scaricabarilesi son tuttora moschivori ed educano ed ingrassano apposta in certi loro moschili sciami, o gregge di insetti. Cosa, della quale non può dubitarsi, vedendola affermata da due tali rappresentanti della scienza tedesca!

(da Mastr'Impicca)

Leonardo
08-July-2013, 23:33
Il buon Luciano ha commesso, ai miei occhi, un peccato mortale che, ancor oggi, me lo rende un po' inviso: al liceo una sua versione mi ha fatto prendere 4 e quindi a distanza di anni non riesco ad associargli un ricordo felice!

Sir Galahad
09-July-2013, 18:10
Il buon Luciano ha commesso, ai miei occhi, un peccato mortale che, ancor oggi, me lo rende un po' inviso: al liceo una sua versione mi ha fatto prendere 4 e quindi a distanza di anni non riesco ad associargli un ricordo felice!

Io dico che l'errore l'hai fatto te , caro Leonardo. Luciano, che io sappia, non ha mai preso "quattro" in Greco.... Ciao!