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Visualizza la versione completa : Ipse dixit



Sir Galahad
10-January-2012, 19:06
La storiografia, cioè la storia e la scrittura, porta iscritto nel suo nome il paradosso –e quasi l’ossimoro– del porre in relazione due termini antinomici: il reale e il discorso.
(Michel de Certeau. La scrittura della Storia.)

dolores
11-January-2012, 12:30
L'occhio guarda, per questo è fondamentale. È l'unico che può accorgersi della bellezza. [...] Il problema è avere occhi e non saper vedere, non guardare le cose che accadono, nemmeno l'ordito minimo della realtà. [...] Ma sul deserto delle nostre strade Lei passa, rompendo il finito limite e riempiendo i nostri occhi di infinito desiderio.
(Pier Paolo Pasolini)

Non ho ben capito lo scopo del thread, ma queste parole di Pasolini mi sono sembrate perfette per "Ipse Dixit". :geek:

Tregenda
11-January-2012, 22:15
Non ho ben capito lo scopo del thread
E' uno spazio riservato alle citazioni dei dicta di personaggi autorevoli, senza che queste citazioni debbano necessariamente essere celebri, come (teoricamente) dovrebbe invece essere nello spazio "Frasi celebri", in cui quasi tutti finiamo per scrivere frasi non celebri di personaggi celebri.
Ma cos'ho scritto?! Sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa... :lol:
Detto più semplicemente, è lo spazio in cui postare le citazioni (Carlo, correggimi se sbaglio, eh...).

Ecco il mio Ipse dixit. E' la definizione di Arte in cui mi riconosco in pieno, che ho trovato in un libro. E' attribuita ad un non meglio specificato Apollonio (forse Apollonio di Giovanni? ho fatto una ricerca ma non ho risolto l'enigma). Ad ogni modo non ha molta importanza, quello che conta è che è impeccabile.

"Se vedo, sento o provo qualcosa che un altro uomo ha fatto, se posso riconoscere una persona dall'impronta che lascia dietro di sé, la sua intelligenza, la sua volontà, i suoi desideri, la sua lotta, - tutto questo, per me, è Arte."

dolores
11-January-2012, 22:23
E' uno spazio riservato alle citazioni dei dicta di personaggi autorevoli, senza che queste citazioni debbano necessariamente essere celebri, come (teoricamente) dovrebbe invece essere nello spazio "Frasi celebri", in cui quasi tutti finiamo per scrivere frasi non celebri di personaggi celebri.
Ma cos'ho scritto?! Sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa... :lol:
Detto più semplicemente, è lo spazio in cui postare le citazioni (Carlo, correggimi se sbaglio, eh...).


Grazie Alice :D
Beh, posso dire allora che è proprio affascinante il modo in cui Pasolini parla della BELLEZZA ;)

Sir Galahad
12-January-2012, 19:31
Ecco il mio Ipse dixit. E' la definizione di Arte in cui mi riconosco in pieno, che ho trovato in un libro. E' attribuita ad un non meglio specificato Apollonio (forse Apollonio di Giovanni? ho fatto una ricerca ma non ho risolto l'enigma).

Se ben ricordo, è tratto dal libro: LO SPECCHIO MAGICO DI M.C. ESCHER , di BRUNO ERNST

Tregenda
12-January-2012, 20:37
Ma allora sei proprio un mostro... Di bravura. ;) Esatto, è proprio quello. :)

"Responsabile della decadenza dell'individuo e della sua definitiva alienazione non è la tecnica come strumento per il miglioramento delle condizioni di vita dell'uomo, ma la tecnica come fine che, al di là delle condizioni di vita dell'uomo, assume come suo principio regolativo che si debba fare tutto ciò che si può fare. Sotto l'egida di questo imperativo categorico, la tecnica non risponde più ai bisogni degli uomini, ma unicamente alla realizzazione delle proprie possibilità e, non avendo più l'uomo come referente, scalza le fondamenta umanistiche della civiltà in cui si esprime."

Umberto Galimberti, Psiche e techne

Sir Galahad
12-January-2012, 21:28
"Non preoccuparti della critica. Se non è vera, ignorala; se è ingiusta, evita di irritarti; se è ignorante, sorridi; se è giustificata, impara da essa." (Anonimo)

Sir Galahad
31-May-2012, 18:21
Caelo tonantem credidimus Jovem regnare, ossìa: abbiamo creduto che Giove regnasse in cielo solo quando lo abbiamo sentito tuonare ( Orazio: Odi).
La massima, peraltro molto azzeccata, si riferisce alle persone che scoprono la religiosità solo nei momenti in cui si trovano in forti necessità. Orazio sottolinea con ironia come questo interessamento sia quasi sempre dettato dall'immediato interesse e che - ottenuto ciò che si vuole - ci si dimentichi delle promesse che spesso accompegnano il pensiero a Dio; come si dice dei marinai che fanno voti durante la burrasca: promesse da marinaio! [Oppure: avuta la grazia, gabbato lo Santo]

Indigowitch
17-June-2012, 12:26
Non è il ruolo che fa grandi gli uomini, è la grandezza degli uomini che fa grande il ruolo.

Paolo Borsellino

Patrizia
23-October-2012, 13:01
"In qualche mese come cambia una camera, anche quando non si tocca niente. Per quanto vecchie, per quanto degradate siano, le cose, trovano ancora, non si sa dove, la forza d'invecchiare. Tutto era già cambiato intorno a noi. Non gli oggetti al loro posto, certo, ma le cose stesse, in profondità. Sono diverse quando le ritrovi le cose, loro possiedono, si direbbe, più forza per andare dentro di noi più tristemente, più profondamente ancora, più dolcemente di prima, per fondersi in quella specie di morte che cresce lentamente in noi, quietamente, giorno dopo giorno, vilmente, davanti alla quale ci si prepara ogni giorno a difendersi un po' meno del giorno prima. Da una volta all'altra, la si vede frollare, raggrinzirsi in noi stessi la vita, gli esseri e le cose insieme, che avevamo lasciato banali, preziosi, temibili qualche volta. La paura della fine ha marcato tutto con le sue rughe mentre trottavamo per la città dietro al piacere o il pane.
Presto non ci saranno più che persone e cose inoffensive, miserande e disarmate tutt'intorno al nostro passato, nient'altro che errori diventati muti".

Céline - Viaggio al termine della notte

Tregenda
23-October-2012, 21:42
"In qualche mese come cambia una camera, anche quando non si tocca niente. Per quanto vecchie, per quanto degradate siano, le cose, trovano ancora, non si sa dove, la forza d'invecchiare. Tutto era già cambiato intorno a noi. Non gli oggetti al loro posto, certo, ma le cose stesse, in profondità. Sono diverse quando le ritrovi le cose, loro possiedono, si direbbe, più forza per andare dentro di noi più tristemente, più profondamente ancora, più dolcemente di prima, per fondersi in quella specie di morte che cresce lentamente in noi, quietamente, giorno dopo giorno, vilmente, davanti alla quale ci si prepara ogni giorno a difendersi un po' meno del giorno prima. Da una volta all'altra, la si vede frollare, raggrinzirsi in noi stessi la vita, gli esseri e le cose insieme, che avevamo lasciato banali, preziosi, temibili qualche volta. La paura della fine ha marcato tutto con le sue rughe mentre trottavamo per la città dietro al piacere o il pane.
Presto non ci saranno più che persone e cose inoffensive, miserande e disarmate tutt'intorno al nostro passato, nient'altro che errori diventati muti".

Céline - Viaggio al termine della notte

"Ho sempre creduto che, nell'organizzazione amministrativa della divina provvidenza, vi sia un ufficio speciale che provvede esclusivamente a far sì che il libro giusto giunga nelle mani di un lettore al momento giusto."
Arthur Koestler, Dialogo con la morte

Ciao, Pat! ;)

Patrizia
24-October-2012, 18:37
Ciao, mia specialissima Alice!
Belle queste incursioni dalle email al Forum! ihhihi

I libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di familiarità attiva e penetrante.
Fernando Pessoa