PDA

Visualizza la versione completa : La poesia del ricordo



Claire
07-January-2012, 12:01
non puoi far crescere il ricordo

Non puoi far crescere il Ricordo
quando ha perduto la Radice -
consolidargli il Suolo intorno
e collocarlo eretto
Inganna forse l'Universo
ma non recupera la Pianta -
la vera Memoria, come i Piedi del Cedro
è ferrata col Diamante -
né puoi abbattere il Ricordo
quando una sola volta sia cresciuto -
le sue Gemme di Ferro spunteranno di nuovo
Anche se rovesciato -
disperso - ucciso -

Emily Dickinson

daniela
07-January-2012, 18:47
Ho così paura di perdere nuovamente
tutti quelli che amo.
Ora cullo e accumulo l'amore
delle persone.
E se qualcuno ride - non ho paura:
verranno i giorni
in cui la mia inquietudine profetica
sarà compresa.

Ol'ga Berggol'c

daniela
07-January-2012, 18:51
I ricordi, un inutile infinito,
ma soli e uniti contro il mare, intatto
in mezzo a rantoli infiniti…

Il mare,
voce d’una grandezza libera,
ma innocenza nemica nei ricordi,
rapido a cancellare le orme dolci
d’un pensiero fedele…

Il mare, le sue blandizie accidiose
quanto feroci e quanto, quanto attese,
e alla loro agonia,
presente sempre, rinnovata sempre,
nel vigile pensiero l’agonia…

I ricordi,
il riversarsi vano
di sabbia che si muove
senza pesare sulla sabbia,
echi brevi protratti,
senza voce echi degli addii
a minuti che parvero felici…

Giuseppe Ungaretti

daniela
07-January-2012, 18:57
In me il tuo ricordo

In me il tuo ricordo è un fruscio
solo di velocipedi che vanno
quietamente là dove l'altezza
del meriggio discende
al più fiammante vespero
tra cancelli e case
e sospirosi declivi
di finestre riaperte sull'estate.
Solo, di me, distante
dura un lamento di treni,
d'anime che se ne vanno.

E là leggera te ne vai sul vento,
ti perdi nella sera.

Vittorio Sereni

daniela
07-January-2012, 19:02
Ricordo di Marie A.

Un giorno di settembre, il mese azzurro,
tranquillo sotto un giovane susino
io tenni l'amor mio pallido e quieto
tra le mie braccia come un dolce sogno.
E su di noi nel bel cielo d'estate
c'era una nube ch'io mirai a lungo:
bianchissima nell'alto si perdeva
e quando riguardai era sparita.
E da quel giorno molte molte lune
trascorsero nuotando per il cielo.
Forse i susini ormai sono abbattuti:
Tu chiedi che ne è di quell'amore?
Questo ti dico: più non lo ricordo.
E pure certo, so cosa intendi.
Pure il suo volto più non lo rammento,
questo rammento: l'ho baciato un giorno.
Ed anche il bacio avrei dimenticato
senza la nube apparsa su nel cielo.
Questa ricordo e non potrò scordare:
era molto bianca e veniva giù dall'alto.
Forse i susini fioriscono ancora
e quella donna ha forse sette figli,
ma quella nuvola fiorì solo un istante
e quando riguardai sparì nel vento.

B. Brecht

daniela
07-January-2012, 19:04
Amo tutto ciò che è stato,
tutto quello che non è più,
il dolore che ormai non mi duole,
l’antica e erronea fede,
l’ieri che ha lasciato dolore,
quello che ha lasciato allegria
solo perché è stato, è volato
e oggi è già un altro giorno.

Pessoa

daniela
07-January-2012, 19:15
Il mio passato

Spesso ripeto sottovoce
che si deve vivere di ricordi solo
quando mi sono rimasti pochi giorni.
Quello che e’ passato
e’ come se non ci fosse mai stato.
Il passato e’ un laccio che
stringe la gola alla mia mente
e toglie energie per affrontare il mio presente.
Il passato e’ solo fumo
di chi non ha vissuto.
Quello che ho gia’ visto
non conta piu’ niente.
Il passato ed il futuro
non sono realta’ ma solo effimere illusioni.
Devo liberarmi del tempo
e vivere il presente giacche’ non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante.

Alda Merini

Rosy
07-January-2012, 21:22
Questa, di tutte, è la MIGLIORE!
Rosy

Rosy
07-January-2012, 21:28
I ricordi, queste ombre troppo lunghe
del nostro breve corpo,
questo strascico di morte
che noi lasciamo vivendo
i lugubri e durevoli ricordi,
eccoli già apparire:
melanconici e muti
fantasmi agitati da un vento funebre.
E tu non sei più che un ricordo.
Sei trapassata nella mia memoria.
Ora sì, posso dire che
che m'appartieni
e qualche cosa fra di noi è accaduto
irrevocabilmente.
Tutto finì, così rapido!
Precipitoso e lieve
il tempo ci raggiunse.
Di fuggevoli istanti ordì una storia
ben chiusa e triste.
Dovevamo saperlo che l'amore
brucia la vita e fa volare il tempo.-- Vincenzo Cardarelli (http://www.scompaginando.it/poesie/autori/v/vincenzo-cardarelli/)

Claire
08-January-2012, 11:31
I RICORDI


I ricordi sono camere senza serratura,
camere vuote in cui non si osa più entrare
perché un tempo vi morirono vecchi parenti.
Si vive nella casa di queste camere chiuse…
Si sa che ci sono, com’è loro costume; si tratta
della camera azzurra, e poi della camera rosa…
La casa si riempie così di solitudine
e continuiamo a viverci sorridendo…
Quando vuole lo accolgo, il ricordo che passa,
gli dico: "Mettiti lì… tornerò a vederti…"
Lo so definitivamente che è ben sistemato,
ma talvolta dimentico di tornare a vederlo.
Ce n’è molti così, nella vecchia dimora.
Ormai son rassegnati a essere dimenticati,
e se non vengo stasera, oppure adesso,non siate
esigenti con il mio cuore come con la vita…
So che dormono là, dietro le pareti,
andare a riconoscerli, più non mi serve;
vedo le loro piccole finestre dalla strada,
e sarà così fino a che ne morremo.
Tuttavia sento talvolta, nell’ombre quotidiane,
non so qual fredda angoscia, un certo brivido,
e non capisco donde vengano, questi dolori,
e procedo…
Orbene, ogni volta, un lutto succede.
Un turbamento è un segreto venuto ad avvertirci
che è morto un ricordo, oppur che se n’è andato…
Non si distingue bene quale sia, quel ricordo,
perché si è tanto vecchi, non ci si ricorda affatto…


Eppure sento palpebre che si chiudono in me.


Henry Bataille

Claire
12-January-2012, 11:55
ABBANDONO

Il mio giorno finisce
dentro coltri di vento,
fra le stoppie annerite
del ricordo di te.


In un pugno di sole
nei capelli dorati
m’hai lasciato una sera,
trafitto di fiamme.


E mi sorprende l’autunno
dentro vesti già smesse,
e mi corrompe il silenzio
col ricordo di te.

Maurizio Romanelli

Claire
16-January-2012, 17:01
Passato


I ricordi, queste ombre troppo lunghe
del nostro breve corpo,
questo strascico di morte
che noi lasciamo vivendo
i lugubri e durevoli ricordi,
eccoli già apparire:
melanconici e muti
fantasmi agitati da un vento funebre.
E tu non sei più che un ricordo.
Sei trapassata nella mia memoria.
Ora sì, posso dire che
che m'appartieni
e qualche cosa fra di noi è accaduto
irrevocabilmente.
Tutto finì, così rapito!
Precipitoso e lieve
il tempo ci raggiunse.
Di fuggevoli istanti ordì una storia
ben chiusa e triste.
Dovevamo saperlo che l'amore
brucia la vita e fa volare il tempo.

Vincenzo Cardarelli

Aleciccio
17-January-2012, 09:08
I ricordi mi vedono

Un mattino di giugno, troppo presto
per svegliarsi, troppo tardi
per riprendere sonno.
Devo uscire nel verde gremito
di ricordi, e mi seguono con lo sguardo.
Non si vedono, si fondono totalmente
con lo sfondo, camaleonti perfetti.
Così vicini che li sento respirare
benché il canto degli uccelli
sia assordante

Tomas Tranströmer

Claire
25-January-2012, 22:49
Gazzella del ricordo d'Amore


Non portar via il tuo ricordo.
Lascialo solo nel mio cuore,
tremore di bianco ciliegio
nel martirio di gennaio.


Mi separa dai morti
un muro di brutti sogni.
Soffro pene di giglio fresco
per un cuore di gesso.


Tutta la notte nell'orto
i miei occhi come due cani.
Tutta la notte, mangiando
le cotogne di veleno.


A volte il vento
è un tulipano di paura.
È un tulipano malato
l'alba d'inverno.


Un muro di brutti sogni
mi separa dai morti.
L'erba copre in silenzio
la valle grigia del tuo corpo.


Sull'arco dell'incontro
aumenta la cicuta.
Ma lascia il tuo ricordo,
lascialo solo nel mio cuore.

Federico García Lorca

Claire
03-February-2012, 12:01
Sventatezza


Ricordo un pomeriggio di settembre,
sul Montello. Io, ancora una bambina,
col trecciolino smilzo ed un prurito
di pazze corse su per le ginocchia.
Mio padre, rannicchiato dentro un andito
scavato in un rialzo di terreno,
mi additava attraverso una fessura
il Piave e le colline; mi parlava
della guerra, di sè, dei suoi soldati.
Nell'ombra, l'erba gelida e affilata
mi sfiorava i polpacci: sotto terra,
le radici succhiavan forse ancora
qualche goccia di sangue. Ma io ardevo
dal desiderio di scattare fuori,
nell'invadente sole, per raccogliere
un pugnetto di more da una siepe.


Antonia Pozzi

Aleciccio
03-February-2012, 15:38
Sventatezza


Ricordo un pomeriggio di settembre,
sul Montello. Io, ancora una bambina,
col trecciolino smilzo ed un prurito
di pazze corse su per le ginocchia.
Mio padre, rannicchiato dentro un andito
scavato in un rialzo di terreno,
mi additava attraverso una fessura
il Piave e le colline; mi parlava
della guerra, di sè, dei suoi soldati.
Nell'ombra, l'erba gelida e affilata
mi sfiorava i polpacci: sotto terra,
le radici succhiavan forse ancora
qualche goccia di sangue. Ma io ardevo
dal desiderio di scattare fuori,
nell'invadente sole, per raccogliere
un pugnetto di more da una siepe.


Antonia Pozzi

Che semplice meraviglia!

Claire
04-February-2012, 11:53
Sangue e piume

Allodola del ricordo
è tuo il sangue che scorre
è tuo e non il mio
Allodola del ricordo
ho stretto il pugno mio
Allodola del ricordo
gentile uccello finito
non saresti dovuto venire
a beccare nella mia mano
i semi della dimenticanza.

Jacques Prévert

daniela
06-February-2012, 15:54
Sguinzagliare ricordiIn questi giorni penso al vento fra i tuoi capelli,
agli anni che fui nel mondo prima di te
e all’eternità che prima di te andrò a incontrare,

ai proiettili che non mi uccisero in battaglia
ma uccisero i miei amici,
di me migliori perché
non vissero oltre come me,
penso a te nuda davanti al fornello d’estate,
sul libro curva per leggere meglio
nella luce morente del giorno.

Vedi, abbiam vissuto più di una vita,
ora dobbiamo pesare ogni cosa
sulla bilancia dei sogni e sguinzagliare
ricordi che divorino ciò che fu il presente.

Yehuda Amichai

daniela
06-February-2012, 16:00
In me il tuo ricordoIn me il tuo ricordo è un fruscìo
solo di velocipedi che vanno
quietamente là dove l'altezza
del meriggio discende
al più fiammante vespero
tra cancelli e case
e sospirosi declivi
di finestre riaperte sull'estate.
Solo, di me, distante
dura un lamento di treni,
d'anime che se ne vanno.
E là leggera te ne vai sul vento,
ti perdi nella sera.

Vittorio Sereni

Aleciccio
06-February-2012, 17:07
3 DICEMBRE

All’ultimo tumulto dei binari
hai la tua pace, dove la città
in un volo di ponti e di viali
si getta alla campagna
e chi passa non sa
di te come tu non sai
degli echi delle cacce che ti sfiorano.

Pace forse è davvero la tua
e gli occhi che noi richiudemmo
per sempre ora riaperti
stupiscono
che ancora per noi
tu muoia un poco ogni anno
in questo giorno.

Vittorio Sereni

Antonia Pozzi aveva un amico, anzi, un grande amico, Vittorio Sereni. Insieme condividevano la poesia, la giovinezza, l’università. Questa è la poesia che lui scrisse dopo la morte di Antonia e il titolo porta la data del suo suicidio.
Chissà se anche in quella postata da Daniela pensava a lei quando l'ha scritta...

Claire
02-March-2012, 20:07
Elogio dell'infanzia


Quando il bambino era bambino,
camminava con le braccia ciondoloni,
voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente
e questa pozzanghera il mare.


Quando il bambino era bambino,
non sapeva di essere un bambino,
per lui tutto aveva un’anima
e tutte le anime erano un tutt’uno.


Quando il bambino era bambino
non aveva opinioni su nulla,
non aveva abitudini,
sedeva spesso con le gambe incrociate,
e di colpo si metteva a correre,
aveva un vortice tra i capelli
e non faceva facce da fotografo.


Quando il bambino era bambino,
era l’epoca di queste domande:
perché io sono io, e perché non sei tu?
perché sono qui, e perché non sono lì?
quando comincia il tempo, e dove finisce lo spazio?
la vita sotto il sole è forse solo un sogno?
non è solo l’apparenza di un mondo davanti al mondo
quello che vedo, sento e odoro?
c’è veramente il male e gente veramente cattiva?
come può essere che io, che sono io,
non c’ero prima di diventare,
e che, una volta, io, che sono io,
non sarò più quello che sono?


Quando il bambino era bambino,
si strozzava con gli spinaci, i piselli, il riso al latte,
e con il cavolfiore bollito,
e adesso mangia tutto questo, e non solo per necessità.


Quando il bambino era bambino,
una volta si svegliò in un letto sconosciuto,
e adesso questo gli succede sempre.
Molte persone gli sembravano belle,
e adesso questo gli succede solo in qualche raro caso di fortuna.


Si immaginava chiaramente il Paradiso,
e adesso riesce appena a sospettarlo,
non riusciva a immaginarsi il nulla,
e oggi trema alla sua idea.


Quando il bambino era bambino,
giocava con entusiasmo,
e, adesso, è tutto immerso nella cosa come allora,
soltanto quando questa cosa è il suo lavoro.


Quando il bambino era bambino,
per nutrirsi gli bastavano pane e mela,
ed è ancora così.


Quando il bambino era bambino,
le bacche gli cadevano in mano come solo le bacche sanno cadere,
ed è ancora così,
le noci fresche gli raspavano la lingua,
ed è ancora così,
a ogni monte,
sentiva nostalgia per una montagna ancora più alta,
e in ogni città,
sentiva nostalgia per una città ancora più grande,
ed è ancora così,
sulla cima di un albero prendeva le ciliegie tutto euforico,
com’è ancora oggi,
aveva timore davanti a ogni estraneo,
e continua ad averlo,
aspettava la prima neve,
e continua ad aspettarla.


Quando il bambino era bambino,
lanciava contro l’albero un bastone come fosse una lancia,
che ancora continua a vibrare.


Peter Handke

silvia77
02-March-2012, 21:36
Uhh...che meraviglia rileggere questa poesia Claire, mi fa ricordare uno dei miei film preferiti in assoluto, 'Il cielo sopra Berlino'...grazie!

daniela
02-March-2012, 21:45
Elogio dell'infanzia


Quando il bambino era bambino,
camminava con le braccia ciondoloni,
voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente
e questa pozzanghera il mare.


Quando il bambino era bambino,
non sapeva di essere un bambino,
per lui tutto aveva un’anima
e tutte le anime erano un tutt’uno.


Quando il bambino era bambino
non aveva opinioni su nulla,
non aveva abitudini,
sedeva spesso con le gambe incrociate,
e di colpo si metteva a correre,
aveva un vortice tra i capelli
e non faceva facce da fotografo.


Quando il bambino era bambino,
era l’epoca di queste domande:
perché io sono io, e perché non sei tu?
perché sono qui, e perché non sono lì?
quando comincia il tempo, e dove finisce lo spazio?
la vita sotto il sole è forse solo un sogno?
non è solo l’apparenza di un mondo davanti al mondo
quello che vedo, sento e odoro?
c’è veramente il male e gente veramente cattiva?
come può essere che io, che sono io,
non c’ero prima di diventare,
e che, una volta, io, che sono io,
non sarò più quello che sono?


Quando il bambino era bambino,
si strozzava con gli spinaci, i piselli, il riso al latte,
e con il cavolfiore bollito,
e adesso mangia tutto questo, e non solo per necessità.


Quando il bambino era bambino,
una volta si svegliò in un letto sconosciuto,
e adesso questo gli succede sempre.
Molte persone gli sembravano belle,
e adesso questo gli succede solo in qualche raro caso di fortuna.


Si immaginava chiaramente il Paradiso,
e adesso riesce appena a sospettarlo,
non riusciva a immaginarsi il nulla,
e oggi trema alla sua idea.


Quando il bambino era bambino,
giocava con entusiasmo,
e, adesso, è tutto immerso nella cosa come allora,
soltanto quando questa cosa è il suo lavoro.


Quando il bambino era bambino,
per nutrirsi gli bastavano pane e mela,
ed è ancora così.


Quando il bambino era bambino,
le bacche gli cadevano in mano come solo le bacche sanno cadere,
ed è ancora così,
le noci fresche gli raspavano la lingua,
ed è ancora così,
a ogni monte,
sentiva nostalgia per una montagna ancora più alta,
e in ogni città,
sentiva nostalgia per una città ancora più grande,
ed è ancora così,
sulla cima di un albero prendeva le ciliegie tutto euforico,
com’è ancora oggi,
aveva timore davanti a ogni estraneo,
e continua ad averlo,
aspettava la prima neve,
e continua ad aspettarla.


Quando il bambino era bambino,
lanciava contro l’albero un bastone come fosse una lancia,
che ancora continua a vibrare.


Peter Handke

E' straordinaria, mi piace tantissimo, non la conoscevo.

daniela
05-March-2012, 15:26
Ricordami

Tu ricordami quando sarò andata
lontano, nella terra del silenzio,
né più per mano mi potrai tenere,
né io potrò il saluto ricambiare.

Ricordami anche quando non potrai
giorno per giorno dirmi dei tuoi sogni:
ricorda e basta, perché a me, lo sai,
non giungerà parola né preghiera.

Pure se un po' dovessi tu scordarmi
e dopo ricordare, non dolerti:
perché se tenebra e rovina lasciano

tracce dei miei pensieri del passato,
meglio per te sorridere e scordare
che dal ricordo essere tormentato.

Christina Rossetti

daniela
16-March-2012, 21:34
Siamo ciò che ricordiamo....

FILMSiamo ciò che ricordiamo
Ti chiedi che sarà stato di quella ragazza
che seguiva la sua ombra
sotto un sole inclemente
sulle pietre consunte di una piazza deserta
remota scena di un film degli anni cinquanta
Tu non eri neanche nato ma hai avuto modo di conoscere
l’espressione dei suoi occhi
la smorfia delle labbra
Era lei nella sua forma naturale
o l’interpretazione che faceva
obbedendo alle indicazioni
Dove si separavano e dove confluivano
la ragazza reale e il personaggio del film
Hai dimenticato il titolo, la musica, la trama
l’unica scena che ritorna è il pavé
della piazza e la ragazza solitaria
che prova invano a raggiungere
la propria ombra calpestandola
Poi su un altro piano un volto che ti guarda
che era e non era il suo
Giovane enigmatica in un ambito
enigmatico che è andata perdendosi
nello scorrere degli anni e che ora esiste
non più come era – se davvero era -
ma come tu la ricordi
La ragazza del film e la ragazza reale
erano due e la stessa
ma solo quella del film sopravvive
nella fantasticheria di queste parole
La ragazza vera non esiste più
Sarà in pensione o forse morta
continuando a rincorrere la sua ombra.

XULIO L. VALCÁRCEL

Andrea
26-March-2012, 15:12
Corni da caccia


Nobile è la nostra storia e tragica
Come la maschera di un tiranno
Nessun dramma fortunoso o magico
Nessun particolare indifferente
rende il nostro amore patetico


E Thomas de Quincey nel bere
L'oppio veleno dolce e casto
La povera Anna andava sognando
Passiamo passiamo poiché tutto passa
Indietro io mi volterò sovente


I ricordi sono corni da caccia
Il cui clamore smuore nel vento


Guillaume Apollinaire

daniela
30-March-2012, 15:24
Ricordo una stagione

Ricordo una stagione in mezzo ai colli
immensi, affaticata dal soffiare
della notturna tramontana. Un gelso
gemeva negli strappi, così alto
che talora il suo grido mi svegliava.

Ieri nel ritornarvi non sembrava
passato altro che un giorno.
La tramontana ci infuriava intorno.
Contro il cancello, intatta, era restata
una mia antica rosa morsicata.

Maria Luisa Spaziani

daniela
22-April-2012, 21:58
Cos'è rimasto dei momenti belli?

Il brillare degli occhi,
una goccia d’essenza,
un sospiro sul bàvero,
il respiro sul vetro,
di lacrime una briciola
e un’unghia di tristezza.
E poi, credetemi, quasi più nulla.
Fumo di sigarette
e sorrisi fuggevoli,
e un pugno di parole
che volano in un angolo
come rifiuti lievi
che il vento porta via.
E ancora non vorrei dimenticare
quei tre fiocchi di neve.
Solo questo, ed è tutto.

Jaroslav Seifert

daniela
24-April-2012, 15:56
I ricordi mi vedono

Una mattina di giugno in cui era troppo presto
Per svegliarmi ma troppo tardi per riprendere sonno,
Devo uscire nel verde che è colmo
Di ricordi, e mi seguono con lo sguardo.
Non si vedono, si fondono completamente
Al paesaggio, perfetti camaleonti.
Sono così vicini che li sento respirare
Benché il canto degli uccelli dia stupore.

Tomas Tranströmer

Andrea
26-April-2012, 10:46
Il tempo corrode le immagini, i ricordi
Senza i quali noi pensiamo di non poter vivere
Esso non ci lascia che un'amarezza triste
E qualche punto sensibile, da non toccare
Ci dispiace, talvolta, d'aver smesso di soffrirne
Talmente meritavano di esser ricordati
E' la vita che se ne va da noi, è un'assenza
Che ci lascia più soli, senza pena, senza amore.


Louis Brauquier

Aleciccio
28-April-2012, 09:40
Sfoglia i tuoi ricordi
cuci per loro una coperta di stoffa.
Scosta le tende e cambia l’aria.
Sii per loro cordiale, leggero.
Questi ricordi sono tuoi.
Pensaci mentre nuoti
nel mare dei Sargassi della memoria
e l’erba marina crescendo ti cuce la bocca.
Questi ricordi sono tuoi,
non li dimenticherai fino alla fine.

Adam Zagajewski

daniela
29-April-2012, 15:48
Verso il mare della dimenticanza

Non è necessario che tu mi ascolti, non è importante che tu senta le mie parole,
no, non è importante, ma io ti scrivo lo stesso (eppure sapessi com’è strano, per me, scriverti di nuovo,
com’è bizzarro rivivere un addio…)
Ciao, sono io che entro nel tuo silenzio.

Che vuoi che sia se non potrai vedere come qui ritorna primavera
mentre un uccello scuro ricomincia a frequentare questi rami,
proprio quando il vento riappare tra i lampioni, sotto i quali passavi in solitudine.
Torna anche il giorno e con lui il silenzio del tuo amore.

Io sono qui, ancora a passare le ore in quel luogo chiaro che ti vide amare e soffrire…

Difendo in me il ricordo del tuo volto, così inquietamente vinto;
so bene quanto questo ti sia indifferente, e non per cattiveria, bensì solo per la tenerezza
della tua solitudine, per la tua coriacea fermezza,
per il tuo imbarazzo, per quella tua silenziosa gioventù che non perdona.

Tutto quello che valichi e rimuovi
tutto quello che lambisci e poi nascondi,
tutto quello che è stato e ancora è, tutto quello che cancellerai in un colpo
di sera, di mattina, d’inverno, d’estate o a primavera
o sugli spenti prati autunnali - tutto resterà sempre con me.

Io accolgo il tuo regalo, il tuo mai spedito, leggero regalo,
un semplice peccato rimosso che permette però alla mia vita di aprirsi in centinaia di varchi,
sull’amicizia che hai voluto concedermi
e che ti restituisco affinché tu non abbia a perderti.

Arrivederci, o magari addio.
Lìbrati, impossèssati del cielo con le ali del silenzio
oppure conquista, con il vascello dell’oblio, il vasto mare della dimenticanza.

Josif Aleksandrovič Brodskij

Rosy
29-April-2012, 16:24
Bellissimo!
Rosy

daniela
10-May-2012, 21:49
CAMBIAMENTO

Ricordami dunque com’ero;
Voltati da me ora, ma sempre vedi
La ragazza sorridente e ombrosa che stava
A mezzanotte presso l’albero in fiore,
con gli occhi che l’amore aveva reso luminosi
come le stelle tremanti della notte estiva.
Voltati da me ora, ma sempre ascolta
La tenue risata nella rugiada
Di quell’anno di giovinezza che avemmo,
l’unica giovinezza da noi mai conosciuta –
Voltati da me ora, o vedrai
Ciò che gli altri anni m'hanno fatto.

Sara Teasdale

Rosy
10-May-2012, 21:54
Bellissima, Daniela!
Buona serata, Rosy

daniela
10-May-2012, 22:22
I testimoni

I testimoni della mia vita
scompaiono a uno a uno.
Di tutte le cose insignificanti
o eccezionali che ho vissuto
resto l’unico testimone
e chissà chi crede
che dico la verità.
Così posso addentrarmi
nel gioco delle invenzioni,
per gli increduli come per chi crede,
cambiare le cose a piacimento
e a volte, con un po’ di fantasia,
semplicemente inventarle.
Ma poi rinuncio al tentativo:
i conti rimangono gli stessi.
Alle mie spalle
c’è sempre a controllarmi, insonne
il me stesso dei primi anni.

Titos Patrikios

daniela
11-May-2012, 22:17
Tutti gli addii ho compiuto.
Tante partenze
mi hanno formato fino dall’infanzia....
Ma torno ancora, ricomincio,
nel mio ritorno si libera lo sguardo.
Mi resta solo da colmarlo,
e quella gioia impenitente
d’avere amato cose somiglianti
a quelle assenze che ci fanno agire.

Rainer Maria Rilke

Andrea
14-May-2012, 11:29
Il vestitino

Il vestitino ricamato a uccelli
è irrimediabilmente rovinato.
Lo comprammo a primavera.
Lei stava seduta sulla sedia,
le braccia sollevate come rami.
Appoggiai la testa sul suo seno
ascoltando l’uccello più pesante
battere al centro della nostra felicità.

Ogni cosa precipita e scompare,
i vestiti che erano così allegri
giacciono nei solai, come le bambole
con cui i monelli giocavano.
Il letto dove ci si amò
è quello di un fiume su cui
l’incantevole allucinante vita
è trascinata fin dove il torrente può.
Nidi e rami canori
mischiati a blocchi di ghiaccio
furono le primavere di ieri.

Abbracciamoci con un bacio solenne
dove le menti di entrambi hanno occhi
contemplanti al di là di tutto questo
universale smarrimento, e nello sguardo
dell’uno nell’altro,
accetta quello che passa, credi a quanto rimane.

Stephen Spender

Aleciccio
30-May-2012, 14:01
Mattino

La finestra socchiusa contiene un volto
sopra il campo del mare. I capelli vaghi
accompagnano il tenero ritmo del mare.
Non ci sono ricordi su questo viso.
Solo un’ombra fuggevole, come di nube.
L’ombra è umida e dolce come la sabbia
di una cavità intatta, sotto il crepuscolo.
Non ci sono ricordi. Solo un sussurro
che è la voce del mare fatta ricordo.
Nel crepuscolo l’acqua molle dell’alba
che s’imbeve di luce, rischiara il viso.
Ogni giorno è un miracolo senza tempo,
sotto il sole: una luce salsa l’impregna
e un sapore di frutto marino vivo.
Non esiste ricordo su questo viso.
Non esiste parola che lo contenga
o accomuni alle cose passate. Ieri,
dalla breve finestra è svanito come
svanirà tra un istante, senza tristezza
né parole umane, sul campo del mare.

Cesare Pavese

Rosy
30-May-2012, 15:13
Non ti perderò per sempre,
avrò per te, lo sai, un dolore calmo,
un abbraccio inconsueto, un sogno
mai concluso.

Non ti cercherò tra le ombre,
mi stupirò, semmai, del tuo
silenzio, quando un’eco smarrita
di memoria riporterà quel tuo
gioco di labbra.

Io resto. Sulle colline il grano già
matura, ruba luce al tramonto,
chino il capo, alle mie spalle gocciola
un respiro.

Mi volto, quasi a cercare la tua assenza,
vedo quel vento smuovere le spighe,
spingo avanti il mio passo e dentro il petto
tintinna il suono
della tua cavigliera.

Umberto CROCETTI

:-P:-P

daniela
30-June-2012, 21:36
In me il tuo ricordo è un fruscìo
solo di velocipedi che vanno
quietamente là dove l'altezza
del meriggio discende
al più fiammante vespero
tra cancelli e case
e sospirosi declivi
di finestre riaperte sull'estate.
Solo, di me, distante
dura un lamento di treni,
d'anime che se ne vanno.
E là leggera te ne vai sul vento,
ti perdi nella sera.

Vittorio Sereni

Andrea
28-September-2012, 16:25
Memoria


La memoria gioca a “io-vedo”
Con le cose che uno ricorda


Trova una bambola di legno
E sogna un bosco


Raccoglie una conchiglia
E ascolta le onde dell’oceano


Vede i raggi del sole che nasce
E risente la dolcezza dei baci


Sfiora la pelle nuda
E arde delle braci dell’amore


Sorseggia la rugiada della notte
E soffre di nuovo un’antica sete


Tocca il fiume
E le onde si allontanano


Si nasconde
E scopre il cielo


Gira su se stessa
E cade nell’abisso...


Nguyen Bao Chan

Andrea
08-October-2012, 12:14
Dopo lunghe ricerche
ti trovai in un bar dell'Avenida
da Liberdade; non sapevi un'acca
di portoghese o meglio una parola
sola; Madeira. E venne il bicchierino
con un contorno di aragostine.


La sera fui paragonato ai massimi
lusitani dai nomi impronunciabili
e al Carducci in aggiunta.
Per nulla impressionata io ti vedevo piangere
dal ridere nascosta in una folla
forse annoiata ma compunta




Eugenio Montale

Andrea
16-October-2012, 15:53
Lontano


Dire vorrei questo ricordo... Ma
s'è così spento... quasi nulla resta:
lontano, ai primi anni d'adolescenza, posa.


Pelle di gelsomino...
E la sera d'agosto (agosto fu?)
Ormai ricordo appena gli occhi: azzurri, forse...
Oh, azzurri, sì! Come zaffiro azzurri.


Costantino Kavafis

Aleciccio
18-October-2012, 21:08
Mario Luzi: come te, nessuno, mai!

BRUCIATA LA MATERIA DEL RICORDOBruciata la materia del ricordo ma non il ricordo.
Il ricordo impera ugualmente. È lui
che oltre la storia e oltre la finita reminiscenza
lungo tutta la lunga mattinata estiva osserva
la piazza prima in ombra inondata dalla trasparenza
tramutarsi in un vaso di fulgore offuscato dall’accecamento
con nient’altro tra ripa e ripa di pietra e marmo che la sua forza.
Lui solo e da sotto le tegole di una buba
di colombi che quasi di troppa beatitudine la scolma.
Ricordo senza limiti, ricordo senza corpi né ombre.

MARIO LUZI

daniela
22-October-2012, 15:18
Questi bambini senza campagna

Questi bambini senza campagna nascono tristi.
Non hanno visto la bava del bue,
non han sentito l'odore dell'erba
al bacio dell'aurora.
Credono che il latte nasca
da barattoli coltivati.
Non hanno bevuto la rugiada dal calice delle rose.

I cavalli non han lasciato nel loro orecchio.
lo scalpiccìo dal suono rotondo
che mai non muore.

Le rozze pietre .
non entrarono in contatto con le loro mani,
e l'usignolo tace tra le foglIe
dIpinte del libri.

Non hanno mai bagnato ;
i piedi nel ruscello,
i piedi prigionieri
che non conoscono l'erba né la polvere.

Mangiano la frutta .
comprata sul mercato ,
senza la gioia
del desiderio sull'albero.

Mai hanno visto nascere le foglie tenere,
né il sole spuntare tra la bruma.

Un panorama senza orizzonte
gli serra il passo, sempre.

Irrimediabilmente tristi,
questi bambini senza cielo e senza campo.

José Augustin Balseiro

Andrea
14-November-2012, 11:45
Oblio, oblio, oblio
una scia d’oblio,
pietosa, aspettava
sui suoi fianchi delicatissimi,
dolce sudario
bordato dalla rugiada carnale
che alimentò l’ora
estrema
della mia carne,
solco dell’invisibile
che attraversò il cuore.


Clara Janés

daniela
11-February-2013, 21:54
Arrivederci, o magari addio.

Non è necessario che tu mi ascolti, non è importante che tu senta le mie parole,
no, non è importante, ma io ti scrivo lo stesso (eppure sapessi com'è strano, per me, scriverti di nuovo,
com'è bizzarro rivivere un addio...)
Ciao, sono io che entro nel tuo silenzio.

Che vuoi che sia se non potrai vedere come qui ritorna primavera
mentre un uccello scuro ricomincia a frequentare questi rami,
proprio quando il vento riappare tra i lampioni, sotto i quali passavi in solitudine.
Torna anche il giorno e con lui il silenzio del tuo amore.

Io sono qui, ancora a passare le ore in quel luogo chiaro che ti vide amare e soffrire...

Difendo in me il ricordo del tuo volto, così inquietamente vinto;
so bene quanto questo ti sia indifferente, e non per cattiveria, bensì solo per la tenerezza
della tua solitudine, per la tua coriacea fermezza,
per il tuo imbarazzo, per quella tua silenziosa gioventù che non perdona.

Tutto quello che valichi e rimuovi
tutto quello che lambisci e poi nascondi,
tutto quello che è stato e ancora è, tutto quello che cancellerai in un colpo
di sera, di mattina, d'inverno, d'estate o a primavera
o sugli spenti prati autunnali - tutto resterà sempre con me.

Io accolgo il tuo regalo, il tuo mai spedito, leggero regalo,
un semplice peccato rimosso che permette però alla mia vita di aprirsi in centinaia di varchi,
sull'amicizia che hai voluto concedermi
e che ti restituisco affinché tu non abbia a perderti.

Arrivederci, o magari addio.
Librati, impossessati del cielo con le ali del silenzio
oppure conquista, con il vascello dell'oblio, il vasto mare della dimenticanza.

Josif Aleksandrovic Brodskij

Rosy
11-February-2013, 21:59
BELLISSIMA. salvata nella mia cartella speciale..
ciao
Rosy

Aleciccio
05-March-2013, 17:07
Cuci una federa

Cuci una federa per ogni ricordo, mettili a dormire,
dai loro il sonno di un lenzuolo di lino.
L’edera rende la notte verde.
Una mela cade sull’erba ma tu imbastisci e cuci.
Servono aghi e forbici. Serve precisione.

Antonella Anedda

daniela
06-March-2013, 22:24
Sono tornata bella
e forse è questo l’ultimo mio autunno.
Bella più di quando gli piacqui nel sole,
bella, e vana ai suoi assenti occhi,
come una foglia d’ombra…

Ma certe notti,
nel silenzio che più non turba il pianto,
invocata mi sento
con disperata sete
dalla sua bocca lontana…

Sibilla Aleramo

daniela
11-March-2013, 22:07
Non so se la vita è poco o è molto per me.

Porto dentro il mio cuore,
come un cofanetto pieno che non si può chiudere,
tutti i luoghi dove sono stato,
tutti i porti a cui sono arrivato,
tutti i paesaggi che ho visto da finestre o da oblò,
o dai ponti di poppa delle navi, sognando,
e tutto questo, che è tanto, è poco per quello che voglio.
Ho viaggiato per più terre di quelle che ho toccato…
Ho visto più paesaggi di quelli su cui ho posato gli occhi…
Ho fatto esperienza di più sensazioni
di tutte le sensazioni che ho sentito,
perché, per quanto sentissi, sempre qualcosa mi mancava,
e la vita sempre mi afflisse, sempre fu poco, e io infelice.
Non so se la vita è poco o è molto per me.
Non so se sento troppo o poco, non so
Se mi manca lo scrupolo spirituale, il punto di
Appoggio dell’intelligenza,
la consanguineità con il mistero delle cose, scossa
ai contatti, sangue sotto i colpi, fremito ai rumori,
o se un altro significato più comodo e felice c’è per questo.
Sia come si vuole, era meglio non essere nato,
perché , per quanto interessante in ogni momento,
la vita finisce per dolere, nauseare,
tagliare, radere, stridere,
a dar voglia di urlare, saltare, restare per terra, uscire
fuori da tutte le case, da tutte le logiche
e da tutte le pensiline,
e andare a essere selvaggi verso la morte fra alberi e oblii,
fra cadute, e pericoli e assenza del domani,
e tutto ciò dovrebbe essere un’altra cosa
più vicina a ciò che penso,
a ciò che penso o sento, che non so nemmeno
cosa tu sia, oh vita.

Fernando Pessoa

daniela
01-April-2013, 15:48
Ricorda


E ricordati quando bussavi
alla porta sbagliata
quando ti correvano incontro
animali stranei senza urla
incubi di ombre
eclissi di mistero.
Ricorda inoltre
i dolori equivoci
la bava che colava dalla bocca
la vendetta delle parole
che accendevano collere
il cristallo nero dell'orgoglio.
Ricordati pure
il tremore dell'aurora
e i cieli erranti
dove tornavi a soffrire
avvolto dalle tenebre.
nell'attesa di un sole riparatore.
Memoria mia ricordati
che non puoi ricordare.

Carlos Sànchez

daniela
07-April-2013, 21:34
Solo un angelo principiante
vola al di sotto delle nuvole
(è ancora tutto in se stesso
e dall’uomo non abbastanza lontano)

Se un’ala sfiora la tua fronte,
è uno di questi,

e anche tu, come lui,
sei solo all’inizio

(Reiner Kunze, trad. e cura di Gio Batta Bucciol, in POESIA n. 281, aprile 2013)

Claire
26-April-2013, 12:52
Bambini di Marzabotto


Eravamo bambini dei monti
con scarsi giochi e poche gioie
gioco e gioia era stare dall'alba
davanti alla casa di sassi
ad aspettare il tramonto.
Era gioco badare alla pastura,
era gioia il frumento a mietitura.
Verdi nudi pascoli,
bagnati dalle nuvole d'autunno:
un primo piovere sulle foglie,
un odore amaro nella polvere.
Noi non riconoscemmo facce d'uomini
in quelli che ci uccisero
sul petto delle madri uccise.
Sperammo – e lo sperò tutto il mondo –
che morissero per fiamme di fulmini
dentro una bufera deserta.
Furono invece mani di carne
a dirigere il fuoco, ed occhi aperti.
Noi non riconosciamo legge d'uomini
in quelli che adoprarono le armi
sopra le nostra ossa innocenti.
Oggi veniamo dai prati
strani della memoria,
entriamo nelle lacrime stanche
di chi piange ancora per noi:
siamo antichi come la terra,
giovane come le stagioni.
Noi non riconosciamo atti di guerra
a coloro che vennero soldati
contro la nostra piccola infanzia.
Viviamo nelle notti senza sonno
di quelli che calarono i pugnali
dentro la nostra forza.
Ad essi noi neghiamo vita d'uomini,
sguardo e amore di padri.


Renata Viganò (http://it.wikipedia.org/wiki/Renata_Vigan%C3%B2)

Claire
01-May-2013, 20:38
RESIDUO

Di tutto è rimasto un poco,
Della mia paura. Del tuo ribrezzo.
Dei gridi blesi. Della rosa
è rimasto un poco.
È rimasto un poco di luce
captata nel cappello.
Negli occhi del ruffiano
è restata un po’ di tenerezza
(molto poca)

Poco è rimasto di questa polvere
che ti copre le scarpe
bianche. Pochi panni sono rimasti,
pochi veli rotti,
poco, poco, molto poco.
Ma d’ogni cosa resta un poco.
Del ponte bombardato,
delle due foglie d’erba,
del pacchetto
– vuoto – di sigarette, è rimasto un poco.

Che di ogni cosa resta un poco.
È rimasto un po’ del tuo mento
nel mento di tua figlia.
Del tuo ruvido silenzio
un poco è rimasto, un poco
sui muri infastiditi,
nelle foglie, mute, che salgono.
È rimasto un po’ di tutto
nel piattino di porcellana,
drago rotto, fiore bianco,
di rughe sulla tua fronte,
ritratto.

Se di tutto resta un poco,
perché mai non dovrebbe restare
un po’ di me? Nel treno
che porta a nord, nella nave,
negli annunci di giornale,
un po’ di me a Londra,
un po’ di me in qualche dove?
nella consonante?
nel pozzo?
Un poco resta oscillando
alla foce dei fiumi
e i pesci non lo evitano,
un poco: non viene nei libri.

Di tutto rimane un poco.
Non molto: da un rubinetto
stilla questa goccia assurda,
metà sale e metà alcool,
salta questa zampa di rana,
questo vetro di orologio
rotto in mille speranze,
questo collo di cigno,
questo segreto infantile...

Di ogni cosa è rimasto un poco:
di me; di te; di Abelardo.
Un capello sulla mia manica,
di tutto è rimasto un poco;
vento nelle mie orecchie,
rutto volgare, gemito
di viscere ribelli,
e minuscoli artefatti:
campanula, alveolo, capsula
di revolver... di aspirina.

Di tutto è rimasto un poco.
E di tutto resta un poco.
Oh, apri il flacone di profumo
e soffoca
l’insopportabile lezzo della memoria.
Ma di tutto, terribile, resta un poco,
e sotto le onde ritmate,
e sotto le nuvole e i venti
e sotto i ponti e sotto i tunnel
e sotto le fiamme e sotto il sarcasmo
e sotto il muco e sotto il vomito
e sotto il singhiozzo, il carcere, il dimenticato
e sotto gli spettacoli e sotto la morte in scarlatto
e sotto le biblioteche, gli ospizi, le chiese trionfanti
e sotto te stesso e sotto i tuoi piedi già rigidi
e sotto i cardini della famiglia e della classe,
rimane sempre un poco di tutto.
A volte un bottone. A volte un topo.

Carlos Drummond de Andrade

(traduzione di Antonio Tabucchi)

Andrea
04-May-2013, 16:24
Ricordi

Sfoglia i tuoi ricordi
cuci per loro una coperta di stoffa.
Scosta le tende e cambia l'aria.
Sii per loro cordiale, leggero.
Questi ricordi sono tuoi.
Pensaci mentre nuoti
nel mare dei Sargassi della memoria
e l'erba marina crescendo ti cuce la bocca.
Questi ricordi sono tuoi,
non li dimenticherai fino alla fine.

Adam Zagajewski

Rosy
04-May-2013, 19:41
BEEEEEELLLLLLAAAAAAA!
Rosy:-P

Rosy
04-May-2013, 23:57
AFTER SUCH PLEASURES

Questa notte, cercando la tua bocca in un’altra bocca,
quasi credendoci, perché così da cieco è questo fiume
che mi attira nella donna e mi sommerge fra le sue palpebre,
che tristezza nuotare infine verso la sponda del sopore
sapendo che il piacere è questo ignobile schiavo
che accetta le false monete, e le fa circolare sorridendo.

Dimenticata purezza, come vorrei riscattare
questo dolore di Buenos Aires, questa
attesa senza pause né speranza.
Solo nella mia casa aperta sopra il porto
un’altra volta ancora cominciare ad amarti,
un’altra volta ancora trovarti nel caffè della mattina
senza che tante cose irrinunciabili
siano state.
E non dover ricordare questa dimenticanza
che sale per niente, per cancellare dalla lavagna i tuoi pupazzetti
e non lasciarmi che una finestra senza stelle.

Julio Cortàzar

Claire
10-June-2013, 20:57
Ardenti nell’ombra

Tu eri lì,
accanto all’arancio
(perchè c’era
un arancio a lato
della casa)
E tu lì, le mani
illuminate
la luce veniva dai frutti
ardenti nell’ombra.
L’arancio
si trova ancora lì.
E tu? Ci sei ancora?
Lontano s’alzava la polvere
quando il gregge
sul fin della sera
passava – era estate.
Solo d’estate
la polvere si solleva così
senza che ci sia vento.
Nella vasca, un filo esile
d’acqua
serviva per sederci
sul bordo del suo mormorio.
Io ero piccolo
e tu donna triste.
Quella tristezza è ancora mia.
Ma solo essa.
E l’arancio


Eugenio de Andrade

Andrea
05-July-2013, 12:21
Nostalgia


delle nubi sopra il giardino a Papenburg
del bambino che ero
della torba falde nere nel pantano
dell’odore di autostrada quando ho compiuto i 17
dell’odore di zaino quando ho fatto il soldato
del giro con mia madre nella città desolata
dei pomeriggi di primavera sulle pensiline della piccola città
delle passeggiate con Lilo Ahlendorf a Dresda
del cielo di una giornata nevosa di novembre
del viso di Jeanne d’Arc nel film di Dreyer
dei giorni cancellati su vecchi calendari
dei gridi dei gabbiani
delle notti insonni
del borbottio delle notti insonni


del borbottio delle notti insonni



Helmut Heissenbüttel

daniela
03-August-2013, 22:41
Non ci sono uomini poco interessanti.
Sono i loro destini storie di pianeti.
Tutto, nel singolo destino, è singolare
E non c’è un altro pianeta che gli somigli.
Ma se qualcuno è vissuto inosservato
- e di questo si è fatto un amico -
tra gli uomini è stato interessante
anche col suo passare inosservato.
Ognuno
Ha un mondo misterioso
Tutto suo.
E in esso c’è l’attimo più bello
E l’ora più angosciosa,
solo che noi non ne sappiamo niente.
Se muore un uomo,
con lui muore
la sua prima neve, il primo bacio,
la sua prima battaglia…
E tutto egli porta via con sé.
Restano, è vero, libri e ponti
Macchine e quadri. E’ destino
Che molto rimanga, eppure
Qualcosa se ne va lo stesso.
E’ la legge di un gioco spietato:
non muoiono uomini,
ma interi mondi.
Ricordiamo gli uomini, terrestri e peccatori.
Ma, in sostanza, che ne sapevamo di loro?
Che ne sappiamo di fratelli e amici?
Che ne sappiamo del nostro unico amore?
E anche di nostro padre, sapendo tutto,
noi non sappiamo niente.
Gli uomini passano…
Ed è impossibile richiamarli in vita.
Impossibile risuscitare i loro mondi misteriosi.
Ma ogni volta desidero ancora
Gridare
per questa irrevocabilità.


Evgenij Aleksandrovič Evtušenko

Andrea
27-August-2013, 16:07
Ascoltami come chi ascolta piovere,
né attenta né distratta,
passi lievi, pioviggine,
acqua che è aria, aria che è tempo,
il giorno non finisce di andarsene,
la notte tuttavia non arriva,
figure della nebbia
voltano l’angolo,
figure del tempo
nell’ansa di questa pausa,
ascoltami come chi ascolta piovere,
senza ascoltarmi, ascoltando quel che dico
con gli occhi aperti verso dentro,
addormentata e vigili i cinque sensi,
piove, passi lievi, rumori di sillabe,
aria e acqua, parole che non pesano:
quel che fummo e siamo,
i giorni e gli anni, questo istante,
tempo senza peso, pesantezza enorme,
ascoltami come chi ascolta piovere,
riluce l’umido asfalto,
il vapore si alza e cammina,
la notte si apre e mi guarda,
sei tu e la tua forma di vapore,
tu e il tuo volto di notte,
tu e i tuoi capelli, lampi lenti,
traversi la strada ed entri nella mia fronte,
passi d’acqua sopra le mie palpebre,
ascoltami come chi ascolta piovere,
l’asfalto riluce, tu traversi la strada,
è la nebbia errante della notte,
è la notte addormentata nel tuo letto,
è l’onda del tuo respiro,
le tue dita d’acqua bagnano la mia fronte,
le tue dita di fiamma bruciano i miei occhi,
le tue dita d’aria aprono le palpebre del tempo,
sorgere di apparizioni e resurrezioni,
ascoltami come chi ascolta piovere,
passano gli anni, tornano gli istanti,
ascolti i tuoi passi nella stanza vicina?
non qui né lì: li ascolti
in un altro tempo che è proprio ora,
ascolta i passi del tempo
inventore di spazi senza peso né luogo,
ascolta la pioggia scorrere per la terrazza,
la notte è ormai più notte fra gli alberi,
fra le foglie si è annidato il fulmine,
vago giardino alla deriva
- entra, la tua ombra copre questa pagina.

Octavio Paz

Andrea
28-November-2013, 14:38
Quante volte t’ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
poi apparivi, ultima. È un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.

Eugenio Montale

Andrea
30-January-2014, 16:06
Quando tu avrai un passato,
Yvonne, ti accorgerai che cosa
curiosa che è. Prima di tutto, ce
ne sono angoli interi, di frane:
dove non c’è più niente. Altrove
erbacce che sono cresciute a
casaccio, e non ci si capisce più
niente neppure lì. E poi ci sono
posti che ci sembrano così belli
che uno se li rivernicia tutti
gli anni, una volta d’un colore, una
volta d’un altro. E lì la cosa
finisce per non somigliare più per
niente a quella che era. Senza
contare quello che uno ha creduto
molto semplicemente e senza
mistero quando è successo, e che
poi anni dopo si scopre che non
è tanto chiaro come sembrava,
così come alle volte tu passi tutti
i giorni davanti a un affare
qualunque senza farci caso e poi
tutt’a un tratto te ne accorgi.


Raymond Queneau

Andrea
30-January-2014, 16:15
Perdonare un addio è facile
e si fa grande impressione.
Così perdono la tua assenza,
il mio strazio ed il niente successivo.
L’addio definitivo rende liberi
senza tormento – manco un ricordo
duole se non voglio, i fasci
di tempo allacciati a covone
nella memoria ristanno muti.
Ma se sopraggiunge il vento
di un evento inatteso, insperato –
o semplicemente ignoto e smuove
i pensieri a cui volto le spalle,
ecco volare ricordi.
Perché ogni sera ha il suo ritorno,
il suo chiamare e le ansie disattese
– a nulla rispondi, da vent’anni –
e i ricordi sono l’unico ritorno.

Fosca Massucco

Rosy
30-January-2014, 18:12
Semplicemente STUPENDA! Rosy

Claire
04-February-2014, 12:58
I DETECTIVE SMARRITI

I detective smarriti nella città oscura.
Udii i loro gemiti.
Udii i loro passi nel Teatro della gioventù.
Una voce che avanza come una freccia.
Ombra di caffè e parchi
frequentati nell'adolescenza.
I detective che osservano
le loro mani aperte,
il destino macchiato dal proprio sangue.
E tu non puoi nemmeno ricordare
dove si trovava la ferita,
i volti che una volta amasti,
la donna che ti salvò la vita.

ROBERTO BOLAÑO

Claire
29-April-2014, 23:01
Lontano

Questo ricordo lo vorrei ridire...
Ma ormai s'è così spento...quasi più nulla resta-
perché lontano giace, negli anni primi dell'adolescenza.

Pelle come di gelsomino fatta...
Quella sera d'agosto - ma era agosto?....
Ricordo appena gli occhi; erano azzurri, credo...
Ah sì, azzurri, uno zaffiro azzurro.

Konstandinos P. Kavafis

daniela
02-May-2014, 22:35
Un vecchio

Interno di caffè. Frastuono. A un tavolino
siede appartato un vecchio. È tutto chino,
con un giornale avanti a sé, nessuna compagnia.

E pensa, nella triste vecchiezza avvilita,
a quanto poco egli godé la vita
quando aveva bellezza, facondia, e vigoria.

Sa ch’è invecchiato molto: lo sente, lo vede.
Ma il tempo ch’era giovane lo crede
quasi ieri. Che spazio breve, che spazio breve.

Riflette. A come la Saggezza l’ha beffato.
Se n’era in tutto (che pazzia!) fidato:
«Domani. Hai tanto tempo » – la bugiarda diceva.

Gioie sacrificate… ogni slancio represso…
Ricorda. Ogni occasione persa, adesso
suona come uno scherno al suo senno demente.

Fra tante riflessioni, in quella pioggia
di memorie, è stordito il vecchio. Appoggia
il capo al tavolino del caffè… e s’addormenta.

Kostantinos Kavafis

(nato il 29 aprile del 1863 e morto il 29 aprile 1933)

Andrea
14-May-2014, 11:35
Fra le sbarre dei locali disciplinari
un’arancia
passa come un lampo
e piomba nella tinozza
come una pietra

E il prigioniero
tutto inzaccherato di merda
risplende
tutto illuminato di gioia

Lei non mi ha dimenticato
Lei pensa sempre a me.

Jacques Prevert

Claire
23-July-2014, 10:50
LA VOCE

Aveva voce in te
l’universo
delle cose mute,
la speranza
che sta senz’ali nei nidi,
che sta sotterra
non fiorita.
Aveva voce in te
il mistero
di tutto che presso una morte
vuol diventare vita,
il filo d’erba
sotto le putride foglie,
il primo riso del bimbo salvato
a fianco di un’agonia
in una corsia
d’ospedale.
Or quando cade dagli alti
rami notturni
dei campanili – un rintocco -
e in cuore affonda come
il frutto dentro il campo arato -
allora hai voce
tu in me -
con quella nota
ampia e sola
che dice i sogni sepolti
del mondo, l’oppressa
nostalgia della luce.

Antonia Pozzi

daniela
01-September-2014, 15:20
11 Settembre

Dimettete la vostra alterigia
sorelle di opulenza
gemelle di dominanza,
cessate di torreggiare
nel lutto e nel compianto
dopo il crollo e la voragine,
dopo lo scempio.
Vi ha una fede sanguinosa
in un attimo
ridotte a niente.
Sia umile e dolente,
non sia furibondo
lo strazio dell’ecatombe.
Si sono mescolati
in quella frenesia di morte
dell’estremo affronto i sangui,
l’arabo, l’ebreo,
il cristiano, l’indio.
E ora vi richiamerà
qualcuno ai vostri fasti.
Risorgete, risorgete,
non più torri, ma steli,
gigli di preghiera.
Avvenga per desiderio
di pace. Di pace vera.

Mario Luzi

Andrea
15-September-2014, 17:23
Sette polaroid da Campoformido


I.


Ai gatti non ci si poteva affezionare
(nemmeno se entravano nel letto per scaldarci
quando avevamo l’influenza)
perché poi morivano d’improvviso
per colpa della statale davanti a casa


e tutti a dire che non dovevamo piangere
perché loro avevano sette otto nove vite
non ricordo nemmeno quante
ma le auto erano sempre
una di più





II.


Eravamo questo:
le partite a calcio nel pomeriggio
borc di sore contro borc di sot
nel campetto dietro l’Osteria al Trattato


io giocavo in porta
ero proprio bravo a tuffarmi ma soltanto verso destra
sarei potuto diventare davvero un buon giocatore
però a metà, senza simmetria


non ho rimpianti, questo no
l’unico segno rimasto
è che sorrido senza un motivo apparente
se capita che in mano mi resti
un calzino spaiato





III.


Eravamo questo:
passare tutti i giorni dopo la scuola dal signor Mario
che mi insegnava a lavorare il legno
fino a quando tu non mi hai detto
non puoi andare sempre, non sta bene
e io Mario sta bene, non è malato
e tu hai capito cosa intendevo
e invece no davvero, madre
io capisco tutto così tardi
anche il motivo per cui Lia
veniva a trovare papà sempre di mattina
quando in casa noi non c’eravamo mai





IV.


Ho visto:
il corpo di una talpa morta sull’asfalto
sui resti quasi decomposti delle orecchie
due farfalle azzurre che battevano le ali
sembrava volessero sollevarla
una bellezza assoluta ma triste


ho pensato:
allora gli angeli esistono davvero
però non riescono a portarci in cielo





V.


Per entrare nel Club dei Ragazzi del ‘66
serviva almeno una cicatrice fresca
che invece a me mancava


poi sono caduto con la bici
mi sono rovinato la faccia le mani le ginocchia


sono tornato da mio padre
mostrando le ferite come una conquista
e ridevo e piangevo insieme


mi capiva – credo – ma in famiglia
avevamo modi strani per esprimere la gioia
forse per questo prima di disinfettarmi
me ne ha date tante





VI.


Eravamo questo:
pomeriggi a giocare con mio cugino Michele
a calcio ai soldatini o con la sua pistola
che sparava freccette sul bersaglio
ma quella mi divertiva meno
perché lui era più bravo di me
infatti a vent’anni quando ha preso
un fucile e se lo è puntato sul cuore
ha fatto centro al primo colpo





VII. Lieto fine


Le cose che ho imparato allora
e poi non mi sono servite a niente
io le tengo comunque che non si sa mai


sapere che ciò che per l’acqua
è morire di freddo sull’erba
per noi è la brina


l’idea di una prigione per rondini:
con uno spago legato attorno alla zampa
le avrei tenute ferme a terra


la più inutile di tutte
mi fa ancora sorridere
scoprire che se pedali forte in bicicletta
ti nasce intorno un vento
che per gli altri non soffia


Francesco Tomada

Andrea
26-September-2014, 11:51
Abitiamo nella nostalgia


Kierkegaard diceva di Hegel: ricorda qualcuno
che erige un enorme castello, ma vive
in una semplice capanna, lì nei pressi.
Così l’intelligenza abita in una modesta
stanza del cranio, e questi stati meravigliosi
che ci furono promessi sono ricoperti
di ragnatele, per ora dobbiamo accontentarci
di un’angusta cella, del canto del carcerato,
del buonumore del doganiere, del pugno del poliziotto.
Abitiamo nella nostalgia. Nei sogni si aprono
serrature e chiavistelli. Chi non ha trovato rifugio
in ciò che è vasto, cerca il piccolo. Dio è il seme
di papavero più piccolo al mondo.
Scoppia di grandezza.


Adam Zagajewski

Rosy
26-September-2014, 17:19
Sette polaroid da Campoformido
Francesco Tomada

x Andrea
Una più bella dell'altra. Io ADORO questo poeta! grazie e ciao

Serena-fundy
28-September-2014, 20:22
Prova anche tu

"Prova anche tu,
una volta che ti senti solo
o infelice o triste,
a guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.
Non le case o i tetti, ma il cielo.
Finché potrai guardare
il cielo senza timori,
sarai sicuro
di essere puro dentro
e tornerai
ad essere Felice."

Anna Frank

Aleciccio
04-December-2014, 09:02
Senza una data da ricordare
né un luogo ben preciso da indicare
ecco che arriva la dimenticanza.
Silenziosa
come un morto che galleggia sul fiume,
lontana, ineluttabile
come può essere solo il destino:
come un’ampia zona buia,
o una scultura perfetta,
come una faccia senza lineamenti,
senza sguardo. E’ così che arriva.
Si crea una sera, all’improvviso,
lasciandoci stupefatti,
senza un’esclamazione, senza un grido.
Ci rendiamo conto semplicemente che è nata.
E ora mi chiedo:
in quale istante, fra i molti istanti,
in quale giorno, fra i molti giorni
tu mi hai dimenticato?

Eduardo Mitre

Claire
08-December-2014, 21:14
La mia scuola


La scuola che mi vide bambino
non aveva nome.
Una scuola sospesa tra terra e l’azzurro
di un cielo infinito,
un’unica stanza coi banchi anneriti
e un retro più piccolo che non si sapeva a cosa servisse
le scritte intagliate, un’unica penna e un pennino macchiato,
cartelli sui muri, l’amico seduto al suo posto,
tre classi soltanto,
(le crepe lasciavano un senso di attesa)
la piccola scuola di Pietra dell’Uso.
Non era la Frank, la Pascoli o l’Alighieri,
la nostra nemmeno portava il suo nome,
ma solo quel numero uno trascritto sul muro,
accanto alla chiesa, la nostra piccola scuola.


Tremavo dal freddo, le mani arrossate, chiudevo l’astuccio,
pensavo a mia madre.
Ed ora mia madre con altri cammina, il filo è spinato, non hanno giardini,
ma solo una strada che sale al mattino.


E vennero i giorni del freddo, ben presto si incontra il dolore,
assenze e partenze, le strade si incrociano a monte
c’è sempre una lapide al segno del passo,
una lapide bianca e solo quel nome.

Bruno Bartoletti

Claire
19-December-2014, 22:13
Un giorno, meravigliosa creatura

Un giorno, meravigliosa creatura,
io per te diventerò un ricordo

là, nella tua memoria occhi-turchina
sperduto – così lontano lontano.

Tu dimenticherai il mio profilo col naso a gobba,
e la fronte nell’apoteosi della sigaretta,

e il mio eterno riso, che tutti intriga,
e il centinaio – sulla mia mano operaia –
di anelli d’argento – la soffitta-cabina,
la divina sedizione delle mie carte…

e come, in un anno tremendo, innalzate dalla sventura,
tu piccola eri ed io – giovane.

Marina Cvetaeva

daniela
20-December-2014, 17:23
FOGLIA

Io sono come quella foglia – guarda -
sul nudo ramo, che un prodigio ancora
tiene attaccata.
Negami dunque. Non ne sia rattristata
la bella età che a un’ansia ti colora,
e per me a slanci infantili s’attarda.
Dimmi tu addio, se a me dirlo non riesce.
Morire è nulla; perderti è difficile.

- Umberto Saba -

daniela
02-January-2015, 22:33
Cercavo un inizio ad effetto,
qualcosa di poetico e vero allo stesso tempo,
qualcosa di grandioso.
Non ci sono riuscita.
Poi ho capito,
ricordando ciò che non avevo mai saputo:
che per i grandi cuori che muoiono nel corpo
ma che continuano a battere nel respiro della notte,
non ci sono canoni o bellezze regolari,
armonie esteriori,
ma tuoni e temporali devastanti
che portano ad illuminare un fiore, nascosto, di struggente bellezza.

Frida Kahlo

daniela
16-February-2015, 21:54
Da qui a sera
avrò tempo per dimenticarti,
o tutto il tempo
per uccidermi in un ricordo.
Da qui a sera,
saranno ore di primavera,
di solitudini composte
come fosse vero che eri e sei
il tempo che non torna.
Un pensiero a forma di te
muove, come fosse vento,
i rami e le foglie.
Starti dentro in eterna distanza,
osservarti andare
mentre io, solo per sopravviverti,
a me,
solo a me,
nel silenzio della pietra
e nel dove dell’acqua
ritorno.

Beatrice Niccolai

daniela
09-March-2015, 12:27
DOVE L’ACQUA CON ALTRA ACQUA SI CONFONDE

Adoro i torrenti e la musica che fanno.
E i ruscelli, nelle radure e nei prati, prima
che diventino torrenti.
Forse li adoro soprattutto
per la loro segretezza. A momenti dimenticavo
di dire qualcosa sulle sorgenti!
Può esserci una cosa più meravigliosa di una fonte?
Ma anche i grandi corsi d’acqua hanno il loro cuore.
E i luoghi in cui confluiscono nei fiumi.
Le foci aperte dei fiumi che sfociano nel mare.
I luoghi dove l’acqua con altra acqua
si confonde. questi luoghi mi si stagliano
nella mente come luoghi sacri.
Ma questi fiumi lungo la costa!
Li amo come alcuni amano i cavalli
o le donne affascinanti. ho un debole
per questa acqua veloce e fredda.
Mi basta guardarla perché il sangue scorra più veloce
e un brivido mi percorra la pelle. Potrei stare
a guardarli per ore questi fiumi.
Non ce n’è uno che somigli a un altro.
Oggi compio quarantacinque anni.
Chi ci crederebbe ora se dicessi
che una volta ne avevo trentacinque?
E che avevo il cuore freddo e vuoto, a trentacinque anni!
Sarebbero passati altri cinque anni
prima che ricominciasse a scorrervi del sangue.
Mi prenderò tutto il tempo che voglio oggi pomeriggio
prima di lasciare questo posto accanto al fiume.
Mi piace amare i fiumi.
Amarli a monte fino
alla sorgente.
Amare tutto quello che mi fa crescere.

Raymond Carver (1938-1988)

Claire
08-May-2015, 13:23
Il tempo e l'oblio hanno cancellato
ormai quel sorriso d'incanto
gli anni hanno spento la freschezza
muffa e umidità sfigurano il volto.
Ma la ciocca di capelli di seta
ancora intrecciata sotto il ritratto
dice quale fosse un tempo quel viso
ne ritrae l'immagine alla memoria.
Bianca la mano che ha vergato quel verso
"Amore sappimi sempre fedele"
veloci correvano le belle dita
quando la penna tracciava quel motto.

Claire
19-May-2015, 10:19
Sono il giardino un tempo fragrante dei suoi fiori,
e pieno d’un grazioso cinguettìo d’uccellini:
qui, nell’ombra, la notte, tra colloqui segreti
e un sussurìo di baci, camminava l’amore.

Sono il giardino a lungo rimasto nello stesso
posto, mentre aspettava qualche ritorno, invano.
Ora è stato sepolto da rovi, non da fiori;
i suoi usignoli tacciono, e i serpenti lo soffocano.

Rosy
23-May-2015, 20:17
Per te sono stato la fermata d'autobus

che non arriva mai

ma che permette al viaggiatore di guardare il paesaggio.



Il nostro amarci non è mai stato amore



tu lo hai desiderato e hai creduto

che poteva essere un fiore.



Avevi ragione, era una rosa.



Già nel seme aveva tutte le sue spine.



Giovanni Fierro

daniela
24-May-2015, 11:34
Mio nonno Nino

Faccio proprio fatica a pensare che il mio sangue
proviene dal tuo sangue

i miei capelli che rimangono ostinatamente neri
i tuoi erano completamente bianchi prima che tu avessi trent’anni

i miei occhi scuri dovrebbero nascondermi e invece mi svelano
l’azzurro dei tuoi è il cielo che ti protegge.

Io ho ancora mani da ragazzo
hanno poca forza nella presa
ancora non dicono qual’è il mio coraggio

così guardo le tue mani

i tuoi calli sono la soluzione
di ogni algoritmo che la fame ti ha snervato nello stomaco
la radice quadrata della tua bontà che non ti ha mai tradito
la giusta approssimazione ad ogni tuo possibile sogno
il suo esatto più vicino

questa pelle sulle tue dita, asciugata a nocciolo di pietra, stretta a pugno
o volata a carezza, dove è più consumata
e quasi nascosta per vergogna

lì riconosco il segno della tua matematica più precisa

pala e piccone.

Giovanni Fierro

Enribello
07-February-2016, 16:06
Questa e' una delle poesie di cui mi innamorai al liceo...il poeta ricorda i momenti felici con la sua donna, tornando sulle rive del lago per cercare di riviverli con la stessa intensita', mentre il tempo passa inesorabile.
Sotto il testo originale.


IL LAGO

Alphonse de Lamartine

Così, sempre sospinti a sponde nuove e rare
e nella notte eterna tratti senza ritorno,
nell’oceano del tempo potremo mai gettare
l’ àncora un solo giorno?

O lago! Ha terminato l’anno appena il suo volo
e a quei flutti che lei rivedere sperava,
torno a sedermi, guarda! su questa pietra, solo,
dove anche lei posava!

Muggivi allora sotto queste rocce profonde
schiantandoti così, sui fianchi flagellati,
così gettava il vento le schiumose tue onde
su quei piedi adorati.

Una sera, in silenzio vogavamo, ricordi?
Sotto il cielo, e sull’acque s’udiva il ritmo lento
dei remi che infrangevano, coi loro tonfi sordi,
dell’onde tue il concento.

D’un tratto, al mondo ignoti, sorsero degli accenti
che attutirono gli echi della sponda incantata
e la voce a me cara ( tacquero i flutti attenti )
così parlò, ispirata:

“ Propizie ore, fermatevi! Tempo devastatore,
il volo tuo trattieni!
Lasciateci godere il fugace sapore
dei giorni più sereni!

Tante anime infelici v’implorano; abbreviate
ad esse vita e noia;
per loro dileguatevi rapidi, e risparmiate
chi invece è nella gioia!

Ma inutilmente io chiedo qualche momento ancora,
fugge il tempo, e si perde;
io supplico la notte: “Va più lenta”, e l’aurora
già la notte disperde.

Amiamo, dunque, amiamo! E l’ora fuggitiva
godiamo senza indugio!
Noi passiamo, ed il tempo trascorre senza riva,
l’uomo non ha un rifugio!”

Geloso tempo, dunque i momenti d’ebbrezza,
quando sorsi di gioia a noi versa l’amore,
spariscono da noi con la stessa sveltezza
dei giorni di dolore?

Come! Non ne potremo fissare almeno un’orma?
Son passati per sempre? Perduti totalmente?
Il tempo che li ha dati, e che annulla e trasforma,
non renderà più niente?

O nulla, eternità, passato, abissi orrendi,
che cosa fate voi dei giorni che inghiottite?
Ci ridarete gli attimi estatici, stupendi
che spietati rapite?

O lago, o mute rocce, grotte, foresta oscura!
Voi che il tempo non tocca, che anzi rinnovella!
Di quella notte almeno conserva tu, o natura,
ogni memoria bella!

Sia quando posi placido, o sia fra gli uragani,
caro lago, o nel tratto delle tue amene sponde,
o nei tuoi neri abeti, o nelle rocce immani
che sovrastano l’onde!

Oppure nello zefiro che mormora, e che manca,
nel fremito che corre da riva a riva, e muore,
o nell’astro d’argento, che l’acque calme imbianca
col suo blando chiarore!

E la brezza gemente, la canna che sospira,
ogni effluvio che fluttui nel vento profumato,
tutto ciò che si sente, si vede o si respira,
tutto dica: “Hanno amato!”

Testo originale

Ainsi, toujours poussés vers de nouveaux rivages,
Dans la nuit éternelle emportés sans retour,
Ne pourrons-nous jamais sur l’océan des âges
Jeter l’ancre un seul jour?

Ô lac! l’année à peine a fini sa carrière,
Et près des flots chéris qu’elle devait revoir,
Regarde! je viens seul m’asseoir sur cette pierre
Où tu la vis s’asseoir!

Tu mugissais ainsi sous ces roches profondes,
Ainsi tu te brisais sur leurs flancs déchirés,
Ainsi le vent jetait l’écume de tes ondes
Sur ses pieds adorés.

Un soir, t’en souvient-il? nous voguions en silence;
On n’entendait au loin, sur l’onde et sous les cieux,
Que le bruit des rameurs qui frappaient en cadence
Tes flots harmonieux.

Tout à coup des accents inconnus à la terre
Du rivage charmé frappèrent les échos ;
Le flot fut attentif, et la voix qui m’est chère
Laissa tomber ces mots :

«Ô temps! suspends ton vol, et vous, heures propices!
Suspendez votre cours:
Laissez-nous savourer les rapides délices
Des plus beaux de nos jours!

«Assez de malheureux ici-bas vous implorent,
Coulez, coulez pour eux;
Prenez avec leurs jours les soins qui les dévorent;
Oubliez les heureux.

«Mais je demande en vain quelques moments encore,
Le temps m’échappe et fuit;
Je dis à cette nuit: Sois plus lente; et l’aurore
Va dissiper la nuit.

«Aimons donc, aimons donc! de l’heure fugitive,
Hâtons-nous, jouissons!
L’homme n’a point de port, le temps n’a point de rive;
Il coule, et nous passons!»

Temps jaloux, se peut-il que ces moments d’ivresse,
Où l’amour à longs flots nous verse le bonheur,
S’envolent loin de nous de la même vitesse
Que les jours de malheur?

Eh quoi! n’en pourrons-nous fixer au moins la trace?
Quoi! passés pour jamais! quoi! tout entiers perdus!
Ce temps qui les donna, ce temps qui les efface,
Ne nous les rendra plus!

Éternité, néant, passé, sombres abîmes,
Que faites-vous des jours que vous engloutissez?
Parlez: nous rendrez-vous ces extases sublimes
Que vous nous ravissez?

Ô lac! rochers muets! grottes! forêt obscure!
Vous, que le temps épargne ou qu’il peut rajeunir,
Gardez de cette nuit, gardez, belle nature,
Au moins le souvenir!

Qu’il soit dans ton repos, qu’il soit dans tes orages,
Beau lac, et dans l’aspect de tes riants coteaux,
Et dans ces noirs sapins, et dans ces rocs sauvages
Qui pendent sur tes eaux.

Qu’il soit dans le zéphyr qui frémit et qui passe,
Dans les bruits de tes bords par tes bords répétés,
Dans l’astre au front d’argent qui blanchit ta surface
De ses molles clartés.

Que le vent qui gémit, le roseau qui soupire,
Que les parfums légers de ton air embaumé,
Que tout ce qu’on entend, l’on voit ou l’on respire,
Tout dise: Ils ont aimé!

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/d/da/Saoseo.jpg/240px-Saoseo.jpg

daniela
13-February-2016, 22:06
Non vi sarà mai cosa che non sia
una nube. Lo son le cattedrali
di vasta pietra e bibliche vetrate
che il tempo spianerà. Lo è l’Odissea,
che cambia come il mare. Se la riapri
sempre cambia qualcosa. Anche il riflesso
del tuo viso è già un altro nello specchio
ed il giorno è un dubbioso labirinto.
Siamo chi se ne va. La numerosa
nuvola che si disfa all’occidente
è nostra effigie. Incessantemente
la rosa si tramuta in altra rosa.
Sei nuvola, sei mare, sei l’oblio.
Sei anche tutto quello che hai smarrito.


J.L. Borges

daniela
02-March-2016, 21:38
Il primo pranzo senza mia sorella

È orribile il primo pranzo senza la sorella
che amavi, che ti amava,
dalla quale vivevi da quando ti hanno bombardato la casa,
con la quale hai diviso
i quattrocento giorni più difficili della tua vita.

È orribile quel suo posto vuoto a tavola.

Il pranzo è la stessa brodaglia di ieri,
ma non si tratta del pranzo.

Si tratta di quel piatto in meno,
di quel pezzo di pane in meno,
di quel bicchiere d’acqua in meno.

In realtà,
si tratta di un Sarajlic in meno
e del resto eravamo
già in pochi.


Izet Sarajlić

daniela
02-March-2016, 21:41
Confesso

Neruda dice: “Confesso che ho vissuto.”

Io confesso,
che spesso nei versi morivo.

Cercavo forse col verso
di ingraziarmi
la morte
per farla venire, quando sarebbe venuta, prima della tua.

Ahimè,
è successo il contrario.

Izet Sarajlić

Enribello
24-July-2016, 11:16
IL VALORE DEL PASSATO

C’è qualcosa di inesatto nei ricordi:
una linea sfuocata fatta d’ombra,
di errore agevolato.
E se la vita
è cifrata in qualcosa,
è in questi ricordi
un poco sbiaditi,
forse modificati dal tempo
con un’arte che implica la finzione, quindi non può
essere vera la vita ricordata.
Eppure
a questo inganno dobbiamo ciò che infine
sarà la vita certa, a questo inganno
dobbiamo la vita stessa.

FELIPE BENITEZ REYES



https://1.bp.blogspot.com/-0KTTjI11fEI/Vuw028Eez8I/AAAAAAAABSI/8cJob-Sbi2k_9Jstfsc3UAYpYv6zF94ng/s640/ped.jpg

Enribello
11-February-2017, 21:43
Il ricordo non mi lascia
abbandonare il tuo viso
bellissimo, e la tua bocca
dove il mondo si spalanca
come un calice profano.
Se la memoria non fosse così
ostinata, io ti avrei vinto.
Invece il ricordo è un aspro
nemico: è forte come è forte l’infelicità,
come è forte l’amore. E ancora
nelle mie mani
la traccia delle tue si disegna
con dolcezza caparbia,
se per qualche istante il vino e la nostalgia
mi fanno pensare a te.

Josefa Parra


https://ilricordoperduto.files.wordpress.com/2017/02/ilcattivogioco.jpg?w=240

Enribello
29-March-2017, 18:13
È sorto il giorno senza di lei.
Si sposta appena.
Ricorda.
(I miei occhi, più dolci,
la sognano.)
Come è facile l’assenza!

Sulle foglie del tempo
la goccia del giorno
scivola tremando.

Jaime Sabines

http://www.zen-it.fr.sitew.com/fs/Root/small/5udmk-image3.jpg

Estella
04-April-2017, 20:13
Amore di lontananza

Ricordo che, quand’ero nella casa
della mia mamma, in mezzo alla pianura,
avevo una finestra che guardava
sui prati; in fondo, l’argine boscoso
nascondeva il Ticino e, ancor più in fondo,
c’era una striscia scura di colline.
Io allora non avevo visto il mare
che una sol volta, ma ne conservavo
un’aspra nostalgia da innamorata.
Verso sera fissavo l’orizzonte;
socchiudevo un po’ gli occhi; accarezzavo
i contorni e i colori tra le ciglia:
e la striscia dei colli si spianava,
tremula, azzurra: a me pareva il mare
e mi piaceva più del mare vero.

Antonia Pozzi - Milano, 24 aprile 1929

Enribello
17-April-2017, 16:19
FINZIONI

Dimmi che è solo un sogno
o al massimo un altro racconto di Borges;
che i sentieri che percorre l’amore
sono labirinti che si biforcano
e si perdono, si biforcano
e si perdono, e che il tuo ricordo
è solo un uccello che attraversa
in volo
gli incerti confini della poesia.
Un altro universo
tra le migliaia di universi possibili.
Un’ultima,
e dolce,
e superba
metafora dell’oblio.

https://photos.smugmug.com/Art/ArtPostersOperaRafa%C5%82/i-TkHz6Hx/0/S/Art%2CPosters%2COpera%2CWarszawa%2CRoyal%20Lazienk i%20Museum.%20foto%20Martin%20Bager.-7283481-S.jpg
Illustrazione di Raal Olbinski

Enribello
09-June-2017, 16:28
Arrivano ad uno ad uno
— chi in macchina extralusso
e chi lentamente a piedi —
i compagni per la cena di classe
al ristorante sulla piazzetta.
È un incontro evitato per anni.

Riconoscibili e irriconoscibili
mutati nel corpo e nei suoi danni
e identici nel demone privato
che ci agitava, ognuno, da ragazzi,
ci annusiamo prima dei saluti
come animali in campo aperto.
Siamo quello che siamo.
Non è piú possibile cambiare.

Durante la serata
c’è chi si accartoccia muto sullo sfondo
chi chiede frettoloso d’andare
e chi, verboso, estrae dalla manica
il solito stlletto
per farlo risplendere tra le tendine scure
e i cristalli del tavolo.
Si fa la classifica dei successi e delle sventure.
Qualcuno mostra la foto dei figli già grandi
qualcun’altro la foto di gruppo del ’75
e fa il confronto tra ora ed allora
o conta gli assenti e i dispersi.

Che cosa proviamo ad incontrarci?
Gioia no, forse dolore…
Non è una sensazione sola.
Un dolceamaro sapore
ci corre giú nella gola

Enrico Testa

https://lascrivaniaobliqua.files.wordpress.com/2015/06/esami-liceo.jpg?w=180&h=131

http://www.liceogalvani.it/uploads/immagini_pagine/254_large.jpg
foto presa dal web e puramente indicativa

daniela
23-July-2017, 14:23
Senza una data da ricordare

Senza una data da ricordare
né un luogo ben preciso da indicare
ecco che arriva la dimenticanza.
Silenziosa
come un morto che galleggia sul fiume,
lontana, ineluttabile
come può essere solo il destino:
come un’ampia zona buia,
o una scultura perfetta,
come una faccia senza lineamenti,
senza sguardo. E’ così che arriva.
Si crea una sera, all’improvviso,
lasciandoci stupefatti,
senza un’esclamazione, senza un grido.
Ci rendiamo conto semplicemente che è nata.
E ora mi chiedo:
in quale istante, fra i molti istanti,
in quale giorno, fra i molti giorni
tu mi hai dimenticato?

Eduardo Mitre

Enribello
29-July-2017, 09:00
EAU DE PARFUM

Dell’infanzia, l’odore
del muschio nei fossi,
del fango, delle more
e l’estrema violenza di imparare.
Del mare, l’ultima nota
dell’ultima onda vista
prima di tornare e convincerci
che non arriveranno sirene.
Della notte, le leggere sfumature
di un profumo italiano
ancora di moda.
Del tuo corpo, l’aroma
di un libro di avventure
letto ancora una volta;
ma anche di oleandri
desolati in fiamme.
Odora di vita bruciata.

AURORA LUQUE

https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/80/84/39/80843923169a813a159978935bd295ef.jpg

Enribello
05-September-2017, 09:16
Ti ho sognata
Quando nuova sposa
Uscirai per la città il mattino
Sola e felice, nel sole d’autunno...
Ti ho sognata
Matura e stanca signora
In una villetta agiata
(Come il caro Laforgue diceva
Nella sua giovinezza)
Spalancare finestre,
Godere del sole in vestaglia,
Un po’ trasandata.
Ma gli occhi erano quelli di una volta
Piccoli e ridenti,
Di quando eri una ragazza con il corto paltò rosso.

Attilio Bertolucci



https://thumbs.dreamstime.com/t/bella-ragazza-un-cappotto-rosso-che-tiene-sopra-all-inferriata-sul-ponte-56890503.jpg

Enribello
13-July-2018, 14:56
Mi chiedo che posso farmene di te
adesso che sono passati tanti anni,
sono caduti gli imperi,
la piena ha travolto i giardini,
si sono cancellate le foto
e nei luoghi sacri dell’amore
sorgono negozi e uffici
(con nomi in inglese naturalmente).
Mi chiedo che posso farmene di te
e faccio una pseudopoesia
che tu mai leggerai
– o se la leggi,
invece di una fitta di nostalgia,
provocherà il tuo sorrisetto critico.


JOSÉ EMILIO PACHECO


(da Andrai e non tornerai, 1973 - Traduzione di Emilio Coco)

https://maytheartbewithyou.files.wordpress.com/2012/09/222.jpg?w=300&h=199
Dipinto di Rob Gonsalves

Enribello
18-December-2018, 15:17
GIOTTO (PASTELLI)


Le matitine erano dodici
pari ai colori dei mesi
portavano scritto il suo nome,
chissà ancora
per quanti secoli a venire.
Per chi coniasse medaglie
e fosse senza idee d'effigie,
sulla scatola è raffigurato di profilo.
Il resto: nelle sembianze di un pastorello
che disegna a carboncino
un agnellino che posa mansueto.
Alle sue spalle la discreta figura di gentiluomo,
quel Cimabue pittore, la cui fama,
in seguito egli avrebbe velato.
Da accorti discepoli di Giovanni Morelli,
il Battista della semiologia pittorica,
non ci pasceremo di alcun dipinto
attribuito a Giotto
senza prima raffrontarne il tratto
all'originale ovino della scatolina.

Valentino Zeichen

https://i.pinimg.com/236x/55/47/d6/5547d64ff19ebb307fbf9fd44d7f6f45.jpg

Enribello
20-September-2019, 08:52
Abito nella tua assenza come in un paese straniero
ogni notizia che giunga da te
abbatte aerei, rovina raccolti
la dura sostanza del limite
costruisce mura tutt’intorno al cielo bucato
ho foto, miniature preziose
ho grammatiche della confessione pronte al macero
il nostro orizzonte verticale erano i cardini della porta
i tarli hanno risparmiato solo loro
ma noi così immobili
come potevamo rinunciare
al nostro essere porta infinita
passaggio per l’inverno
noi la cecità degli ancora vivi
finestre sul buio incandescente.

Carmen Gallo

https://i.pinimg.com/170x/0c/73/88/0c73887174ff43465171d830b529ab97.jpghttps://scontent-dfw5-1.cdninstagram.com/vp/fe3c065872e7dcf536426f91cac438a2/5DCC95E9/t51.2885-19/s150x150/18513052_1556019337755180_4278808709909446656_a.jp g?_nc_ht=scontent-dfw5-1.cdninstagram.com
foto presa dal web

Enribello
22-January-2020, 14:22
Tu non ricordi
ma in un tempo
così lontano che non sembra stato
ci siamo dondolati
su un’altalena sola
Che non finisse mai quel dondolio
fu l’unica preghiera in senso stretto
che in tutta la mia vita
io abbia levato al cielo.

Michele Mari

https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTPQl8Uh_U2VbFjzyaF6oS2Ulx0WlHT-gdWeYkPYWyNDk3AvCL_GA&s
foto presa dal web

Enribello
28-March-2020, 12:29
VIDI MOLTI ANNI FA

Molti anni fa da un autobus in Virginia o Alabama vidi
una ragazza bianca, con i blue jeans,
seduta su una scala ad affettare mele
(la madre chiamava da dentro) e
un’altra ragazza con i blue jeans
dipingeva di bianco la veranda della casa
- E guardarono verso l’autobus che passava e accelerava.
Il tempo è passato come l’autobus della Greyhound
ma sono rimasti, a dispetto degli anni, la vernice
fresca nella veranda
il pennello gocciolante
la mano sulla mela, gli sguardi
di anni fa, una mattina, Virginia o Alabama
lo stato l’ho dimenticato.

Ernesto Cardenal

https://datemiunam.it/wp-content/uploads/2017/05/download-5-150x150.jpg
foto presa dal web

Enribello
27-April-2022, 10:58
SE PARLO DEI TUOI OCCHI


Se parlo dei tuoi occhi mi fanno eco
sedie di vimini e un tramonto di colombi.
I tuoi occhi, intensi come un urlo nel buio.
Se parlo delle tue labbra mi fanno eco
grotte profonde e ritmi di pigrizia.
Le tue labbra, vicine come la notte.
Se parlo dei tuoi capelli mi fanno eco
spiagge sconosciute e la quiete delle chiese.
I tuoi capelli, come la schiuma del vento.
Se parlo delle tue mani mi fanno eco
pesche dolcissime e odore di vestiti vecchi.
Le tue mani, lievi come un sospiro.
Se parlo del tuo corpo,
del tuo corpo che ho amato,
solo la mia voce mi fa eco,
e allora chiudo avidamente gli occhi
e recito a me stesso il segreto delle strade
che ho seguito lentamente sul tuo corpo
caldo come la luce,
denso come il silenzio.


(da Il lungo viaggio, 1976)


MIQUEL MARTÍ I POL


https://i.ebayimg.com/thumbs/images/g/T0MAAOSwSmZhFSj0/s-l225.jpg

CATHERINE ABEL, "RUBINO AUTUNNALE"

Enribello
16-May-2022, 15:20
GUARDANDO I RESTI DI UN'AUDIOCASSETTA NELLA SOSTA DI UN VIAGGIO D'ESTATE


Sul ciglio dell’autostrada oscilla
e brilla bruna una capigliatura
di nastro magnetico.
Ogni auto passandole accanto l’accarezza
col vento dei pneumatici
pettinandola lenta sul guard-rail.
Una muta medusa che le onde
sospingono a riva fluttuando,
morta cosa canora, alga di nostalgia.
Se fisso quel feticcio musicale,
una spugna essiccata di voci, è per chiedermi
dove può evaporare un suono,
quale futura nube ne tratterrà le note
per preparare, domani,
la sua pioggia.


(da Disturbi del sistema binario, EInaudi, 2006)

Valerio Magrelli

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/eb/Noname_blank_compact_cassette%2C_loose_tape_%281%2 9.jpg/220px-Noname_blank_compact_cassette%2C_loose_tape_%281%2 9.jpg
immagine presa dal web

Enribello
02-November-2022, 11:00
ALABASTRO


Come questa scatola di alabastro la cui arte
è fragile come un fiore di cassia,
è il mio cuore, scolpito con sogni delicati
e lavorato con pensieri sottili e ricercati.
In esso conservo l’essenza e il profumo
di ricordi ricchi e appassionati mescolati
come di cannella, sandalo e garofano il sentore,
di canto e dolore e vita e amore.


SAROJINI NAIDU


(da Il flauto scettro, 1943)

Enribello
13-December-2022, 11:44
È già l’una passata.
A quest’ora tu sarai a letto.
Come un fiume d’argento
traversa la notte
la Via Lattea.
Io non ho fretta
e non ti voglio svegliare
con speciali messaggi.
Come si dice,
l’incidente è chiuso.
Il battello dell’amore
s’è infranto contro la vita circostante.
Tu ed io
siamo pari.
Non vale la pena di citare
le offese
i dolori
e i torti reciproci.
Guarda com’è pacifico il mondo.
La notte
ha imposto al cielo
un tributo stellato.
È in ore come questa
che si sorge
e si parla ai secoli,
alla storia,
alla creazione.

Vladimir Majakovskij

Enribello
28-May-2023, 11:31
RICORDO


La mia mente disperde mille cose
le date di guerre e morti di re,
eppure si ricorda l'ora stessa
- mezzogiorno alla torre del villaggio,
l'ultima azzurra giornata di maggio -
Vivace da qui proveniva il vento,
increspando il fiume lungo il sentiero;
Poi, fermandosi qui, posò il suo carico
di aromi di pino, e scosse svogliato
due petali dalla rosa selvatica.


THOMAS BAILEY ALDRICH


(da La tragedia di Stillwater, 1880)