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Aleciccio
25-October-2011, 10:04
Le mani delle donne

Le mani delle donne
intrecciano conchiglie di sorprese
e s’appuntano asterischi di luna
sulle brume dei capelli arrotolati.
Sciolgono silenzi di vetro
al crogiolo sempre acceso delle loro bocche,
intessendo arazzi d’accoglienza.
Le mani delle donne
sanno d’ago e di filo
e cuciono stupori d’aquiloni
da annodare tra le mani dei bambini.

Quelle mani hanno ore da sbucciare
nei riflessi dei mattini
e intingono le attese
in anfore sempre piene di speranza.

Sigillano pulviscolo di solitudini
in teche di madreperla, che,
fatate, sanno mutare in sorriso la malcelata pena.

Custodiscono battiti cadenzati come torchi
per spremiture di uvaspina
per propiziare vaghezze di sospiri,

Col punto d’erba e festoni
arredano tristezze di solitudini...
e schiudono segreti scrigni di sole
nei giorni di una pioggia inopportuna.

Se giovani, quelle mani,
sanno avere levità di ali
e sulle spalle incurvate dei vecchi
si chinano amorose,
per sollevare il duolo di ogni pena.
Le mani delle donne
spalmano carezze di nutella
su fette d’anima fragrante

Chiudono pietose
le palpebre dell’ultimo respiro
col tocco lieve delle loro dita

schiudendo tepori di placente.
aprendo varchi ad una nuova vita.

Anna Marinelli

Aleciccio
25-October-2011, 10:06
IO SONO SPACCATA, IO SONO NEL PASSATO PROSSIMO

Io sono spaccata, io sono nel passato prossimo,
io sono sempre cinque minuti fa,
il mio dire è fallimentare,
io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo
all’essere e non lo so dire, non lo so dire,

io appartengo e non lo so dire
io sono senza aggettivi, io sono senza predicati,
io indebolisco la sintassi, io consumo le parole,
io non ho parole pregnanti, io non ho parole
cangianti, io non ho parole mutevoli, non ho parole perturbanti,

io non ho abbastanza parole, le parole mi si
consumano, io non ho parole che svelino, io non ho
parole che puliscano, io non ho parole che riposino,
io non ho mai parole abbastanza, mai abbastanza
parole, mai abbastanza parole

ho solo parole correnti, ho solo parole di serie,
ho solo parole fallimentari, ho solo parole deludenti,
ho solo parole che mi deludono,
le mie parole mi deludono, sempre mi deludono,
sempre mi deludono, sempre mi mancano
io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo
all’essere e non lo so dire, non lo so dire, io
appartengo e non lo so dire, non lo so dire,
io appartengo all’essere, all’essere e non lo so dire.

MARIANGELA GUALTIERI

mancinerie
25-October-2011, 13:50
Per una donna l'amore non è un teorema

Per una donna l'amore non è un teorema
che si può dimostrare
né una formula data
né un contratto
da custodire chiuso in un cassetto
ma una creatura viva da curare.

Sa umiliato rinascere
d'una belva ha il coraggio
sa farsi viaggio verso il paradiso
cucciolo ha fame bimbo
chiede una culla
può vivere di nulla
è bestemmia e preghiera.
Come albero verde da nutrire
d'umori pieni
come luna da accendere ogni sera
è candela aggrappata alla bufera
scheggia d'arcobaleni.

Per una donna l'amore è trincea
bandiera idea per vivere e morire.



Gabriella Rosa Satti

mancinerie
25-October-2011, 13:55
La donna allo specchio dei giorni

È zolla è cielo è polvere
di frammenti d'uranio e arcaiche rose:
una donna è una storia
raccontata dal tempo
nei calanchi del cuore
nel mare delle cose.
Una donna è una danza
nei deserti di sale
una nota da antichi spartiti
sfogliati dal vento
fra nuraghi di luna
una donna allo specchio dei giorni
annega il suo segreto male
e si ridesta e chiede e spiega
semi verdi nel solco
d'ogni sua ruga nuova.
Lacerata come una primavera
dei nostri anni
che ogni volta trova
una rondine in meno un ramo in meno
ripropone coraggiosa i suoi riti
ostinata crea gemme inventa nidi.
Una donna rinasce
entro le sue ferite come gli alberi
come la terra cambia e paga
il suo farsi più viva morendo un poco.


Gabriela Rosa Satti

Aleciccio
25-October-2011, 15:40
Cioa Fra!!! Mi mancavano tanto le tue poesie :)

Aleciccio
25-October-2011, 15:51
Tutto è me stessa.
Datemi una foglia che non mi assomigli,
aiutatemi a trovare un animale
che non gema con la mia voce.
LÃ* dove la calpesto la terra si spacca
e morti che hanno il mio sembiante
li vedo abbracciati a procreare altri morti.
Perché tanti legami con il mondo,
tanti progenitori e coatta discendenza
e tutto questo insensato somigliarsi?
M'incalza l'universo con i mie mille volti
e non posso difendermi se non contro me infierendo.

Ana Blandiana

Rosy
25-October-2011, 19:42
Semplicemente ME-RA-VI-GLIO-SE. Mi mancavano.
( Tanto Donne du du du era giÃ* sparito da tempo!!!) ciao a tutti
Rosy :P :P

daniela
25-October-2011, 23:12
Luna ostile

Vado a fasi, come la Luna
Fasi in cui me ne sto nascosta
Fasi in cui mi mostro per la strada...
Perdizione della mia vita!
Perdizione della vita mia!
Ci sono fasi in cui sono tua
In altre preferisco essere sola.

Fasi che vanno e vengono
con un calendario segreto
che un astrologo arbitrario
invento per mio uso.

E la malinconia avvolge
il suo fuso senza fine!
Non mi trovo con nessuno
(ho molte fasi, come la luna...)
Se un giorno qualcuno e' mio
non e' il mio giorno di essere sua...
E, quando arriva quel giorno,
o un altro spariro'...

Cecilia Meirelles

daniela
27-October-2011, 23:27
La bambina

La bambina con treccine e frangetta, col bavaglino e la borsa sulla schiena,
nella quale le foto dei miei mi insegnarono a riconoscermi,
oggi, davanti a me, compare in questo quaderno.
Felice coincidenza: da questa creatura venni
per giungere a lei dopo un lungo cammino.
Ti prego: continua a essere te stessa, o torna a godere i tuoi genitori ancora giovani,
l’agnello e l’acqua nel suo letto di pietra. Non preoccuparti:
sono una di quelle signore che a volte trovi in visita a casa
e il cui nome non riesci più a ricordare.

Atencia María Victoria

daniela
27-October-2011, 23:29
Daralhorra

La memoria dell’acqua - non l’acqua - sosteneva
le fragili, antiche colonne di alabastro
- o confondo i luoghi? -, e un profumo di cedro
- non il cedro - mi invitava a un cortile nel quale appena
misi il piede, misi l’anima - o confondo il momento? -.
Mia perpetua esiliata, anima mia, da me:
dammi un perno di appoggio, abbi almeno un nome,
mi cinga un melograno con la sua amara corona.

Atencia María Victoria

Andrea
30-October-2011, 01:23
Casalinga

Certe donne sposano una casa.
Altra pelle, altro cuore
altra bocca, altro fegato
altra peristalsi.
Altre pareti:
incarnato stabilmente roseo.
Guarda come sta carponi tutto il giorno
a strofinar per fedeltà se stessa.
Gli uomini c'entrano per forza,
risucchiati come Giona
in questa madre ben in carne.
Una donna è sua madre.
Questo conta.

Anne Sexton

Andrea
31-October-2011, 11:53
Ma prima bisogna liberarsi
dall'avarizia esatta che ci produce,
che me produce seduta
nell'angolo di un bar
ad aspettare con passione impiegatizia
il momento preciso nel quale
il focarello azzurro degli occhi
opposti degli occhi acclimatati
al rischio, calcolata la traiettoria,
pretenderà un rossore
dal mio viso. E un rossore otterrà.

Patrizia Cavalli

Andrea
01-November-2011, 02:55
Per ricordare Alda

Io sono una donna che dispera
che non ha pace in nessun luogo mai
che la gente disprezza, che i passanti
guardano con sospetto e con rancore,
sono un'anima appesa ad una croce
calpestata derisa sputacchiata,
mi son rimasti solo gli occhi ormai
che io levo nel cielo a te gridando
toglimi dal mio grembo ogni dolore.

Alda Merini

Rosy
01-November-2011, 09:57
Per ricordare Alda

Io sono una donna che dispera
che non ha pace in nessun luogo mai
che la gente disprezza, che i passanti
guardano con sospetto e con rancore,
sono un'anima appesa ad una croce
calpestata derisa sputacchiata,
mi son rimasti solo gli occhi ormai
che io levo nel cielo a te gridando
toglimi dal mio grembo ogni dolore.

Alda Merini
Ciao Andrea,
Alda Merini è in assoluto una dele mie poetesse preferite, insieme a Blaga Dimitrova. E molte altre, ma queste sono speciali!
grazie,
Rosy :P :P

Andrea
03-November-2011, 00:32
Bambina II

Bella è questa margherita di luce,
E il bacio lodatore di comete
A covare piccole uova e quiete,
Tenero fumo di marzo che cuce

Rumori e sogni, qui, dove traluce
Il primo scintillio di alte segrete
Contrade che, occhi e cuore, formerete
Entro le pieghe del sonno: conduce

Un suo fragile gioco quella nube
Rosata che sospende come un nulla
Beatamente libero e leggero

Al soffitto celeste – vedi, ruba
Nastri e api per festeggiare una culla
Ora il respiro della primavera.


Roberto Rossi Precerutti

Aleciccio
03-November-2011, 08:52
Addormenta i tuoi alti palazzi
che vegliano all'ombra delle pietre.
La notte già libera i suoi gufi.
È ora di mettere via tutte le auto.
Chiudi le palpebre del ponte
affinché riposi il fiume,
i vetri delle finestre che tremano di freddo,
ricopri le tue statue.
Spegni i lampioni che bevono
il rancore di uomini stanchi.
Lascia che le donne sognino il loro desiderio
nel mormorio delle felci.

Eugenio Montejo

Aleciccio
04-November-2011, 14:58
Mentre sono le donne quelle
che non dimenticano di accendere
la lampada della veranda a sera
circondata da zanzare,
convinte che, indipendentemente dal modo,
ciò che è destinato ad accadere, accadrà.

Luljeta Lleshanaku

daniela
04-November-2011, 22:09
La ballata delle donne

Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.

Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.

Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l'umano
la mia compagna, ti prendo per mano.

Edoardo Sanguineti

daniela
04-November-2011, 22:24
IO NON SONO UNA DONNA



Io non sono una donna. Sono una cosa neutra.
Sono un bimbo, un paggio e una decisione ardita,
sono un raggio ridente di sole scarlatto...
Io sono una rete per tutti i pesci voraci,
sono un calice a onore di tutte le donne,
sono un passo verso il caso e la rovina,
sono un salto nella libertà e nel sé...
Io sono il sussurro del sangue nell'orecchio dell'uomo,
sono una febbre dell'anima, della carne voglia e rifiuto,
sono una targa d'ingresso a nuovi paradisi.
Io sono una fiamma, che cerca vivace,
sono un'acqua, fonda, ma audace fino al ginocchio,
sono fuoco e acqua in rapporto leale, e senza condizioni...

EDITH SODERGRAN

Aleciccio
05-November-2011, 14:32
Osso di noce fra le onde

Chissà con quale sguardo
mi guarderò piangere
e con quale prontezza saprò raccogliermi.

- Osso di noce fra le onde -

Sarà preghiera assoluta
e senza presenze
anche il silenzio.

Filare d'uva bianca
si nasconde nella nebbia
ai piedi della montagna.

Beatrice Niccolai

Andrea
05-November-2011, 17:29
La sposa di Pigmalione

Frigida ero, come la neve, l’avorio.
Pensai Non mi toccherà,
lo fece.

Mi baciò le labbra di pietra.
Stavo immobile
come morta.
Persistè.
Passò col pollice sui miei occhi di marmo.

Pronunciò
rozze parole dolci, disse cosa avrebbe fatto e come.
Parole terribili
Le mie orecchie erano sculture.
Sorde come pietre, come conchiglie.
Sentivo il mare.
Lo feci annegare.
Lo sentii gridare.

Mi portò regali, sassolini levigati,
campanelline.
Non battei ciglio,
Non aprii bocca.
Mi portò perle, collane e anelli
li chiamava gingilli da bimba.
Mi brancicò con mani appiccicose.
Non mi ritrassi.
Bella statuina, muta!

Mi ficcò le dita nella carne,
strizzò, pigiò.
Non mi ammaccò.
Cercava i segni,
cuoricini viola,
stelle d’inchiostro, livide spie.
Le unghie erano artigli.
Non un frego, un graffio, uno sfregio.
Mi puntellò coi cuscini,
e mi redarguì tutta la notte.
Era ghiaccio il mio cuore, era vetro.
Era ghiaia la sua voce, strideva.
Diceva nero poi bianco.

Così cambiai tattica,
mi riscaldai come cera di candela,
ricambiai i baci,
fui morbida, malleabile,
cominciai a mugolare,
mi feci calda, sfrenata,
mi dimenai, spasimai, smaniai,
implorai un figlio suo,
e nell’orgasmo
urlai come invasata –
tutta scena.

Da allora non l’ho più visto.
Semplice, no?


Carol Ann Duffy

Rosy
05-November-2011, 17:52
SEI LA DONNA DALLE LACRIME DOLCI

Sei la donna dalle lacrime dolci
Ogni tuo gesto è una fiamma leggera
Sei l'ombra, sei il gatto che fugge e poi ritorna
Sei l'impatto del treno contro i rami sporgenti

Un alambicco pieno di mercurio e di zolfo
bolle di notte tra i tuoi seni perfetti
Quanti alchimisti hanno perso i polmoni
inseguendo i fumi del tuo corpo sudato!

Sei la donna che detta il ritmo delle stagioni,
che dimezza l'attesa tra un mio battito e l'altro
Sei Venere che sorge da una colata di lava
Sei Psiche che tiene sempre accesa la luce

Calpesti la terra e neanche ti accorgi
che ad ogni tuo passo prende vita un giardino
Per i tuoi capelli il vento sta ringraziando Dio
per avergli donato uno scopo di vita.

CLAUDIO POZZANI
Rosy

Aleciccio
05-November-2011, 18:04
Quando sarò vecchia mi vestirò di viola

Quando sarò vecchia mi vestirò di viola
con un cappello rosso che non si abbina e non mi dona.
Sperpererò la pensione in brandy, guanti estivi
e sandali in satin, dicendo che non mi resta altro per comprare il burro.

Mi siederò sul marciapiede quando sarò stanca
sgraffignerò campioncini nei negozi e suonerò i campanelli
farò rotolare il mio bastone sulle ringhiere dei palazzi
mi truccherò per riscattare la sobrietà degli anni verdi.

Uscirò in ciabatte nella pioggia
raccoglierò fiori nei giardini altrui
e imparerò a sputare.

Si potrà indossare orribili camicie e ingrassare
mangiare tre chili di salsicce in una volta
o solo pane e sottaceti per una settimana
ammassare penne, matite, sottobicchieri e cianfrusaglie nelle scatole.

Purtroppo ora ci tocca vestirci per mantenerci asciutte
e pagare l’affitto e non bestemmiare per strada
e dare il buon esempio per i figli.
Avere amici a cena e leggere i giornali.

Ma non posso impratichirmi già un po’ ora?

Così chi mi conosce non rimarrà scioccato
quando improvvisamente invecchierò, e vestirò di viola.

Jenny Joseph

Aleciccio
05-November-2011, 18:16
LE MASSAIE

Davanti alle stesse cose
s'alzano insieme, presto,
la luce e la memoria.
Mentre una le illumina,
l'altra le nomina.

Eduardo Mitre

Aleciccio
05-November-2011, 18:20
IO SUL FONDO DEL MARE

In fondo al mare
c’è una casa
di cristallo.

A una strada
di madreperle
conduce.

Un grande pesce d’oro,
alle cinque.
mi viene a salutare.

Mi porta
un ramo rosso
di fiori di corallo.

Dormo in un letto
un poco più azzurro
del mare.

Un polipo
mi fa l’occhietto
attraverso il cristallo.

Nel bosco verde
che mi circonda
- din don... din dan... -
dondolano e cantano
le sirene
di madreperla verdemare.

E sulla mia testa
ardono, al crepuscolo,
le ispide punte del mare.

ALFONSINA STORNI

Aleciccio
05-November-2011, 18:26
NOI, LE DONNE
Per Jorge Debravo, sempre presente.
(Nell’abituale rilassamento delle parole
si nascondono, feroci, i malintesi)
M.Z.

Un mondo per uomini e donne,
a mani unite, senza profeti.

E tra di noi, benvenuti
gli uomini disposti a un comune abbraccio,
capace di avvolgere con autentica tenerezza
la Terra.

MAGDA ZAVALA

daniela
05-November-2011, 22:30
Il confine

Cerco il principio del male
come da bambina cercavo i margini della pioggia.
Con tutte le forze correvo per trovare
il luogo dove
sedermi a terra a contemplare
da una parte pioggia, da una parte niente pioggia.
Ma sempre la pioggia smetteva prima
che ne scoprissi i confini
e ricominciava prima
di capire fin dove è sereno.
Invano sono cresciuta.
Con tutte le forze
corro ancora per trovare il luogo
dove sedermi a terra e contemplare
la linea che separa il male dal bene.
Ma sempre il male smette prima
che ne scopra il confine
e ricomincia prima
di capire fin dove è bene.
Io cerco il principio del male
su questa terra
volta per volta
grigia e assolata.

Ana Blandiana

Aleciccio
10-November-2011, 10:26
L'ombra del cercare

Mi ritrovai alla fine di un pensiero,
seduta in disparte,
già di spalle all'estraneo
che credevo di conoscere.

Di spalle va e viene il tempo,
qualche volta piove sulla solitudine:
i sospetti riscaldano l'aria
ed evapora la pioggia.

I colori arrivano d'imporvviso
in stagioni senza tempo,
scolorite per eccesso di memoria.

I piedi del viandante
provano amore
anche per la capigliatura d'un albero.

L'ombra del cercare
ristora il viaggio
dei cercatori di coralli
che hanno le mani impigliate
fra le radici e le zolle di terra.

Beatrice Niccolai

Claire
11-November-2011, 12:02
IL DONO

Il dono eccelso che di giorno in giorno
e d'anno in anno da te attesi, o vita
(e per esso, lo sai, mi fu dolcezza
anche il pianto), non venne: ancor non venne.
Ad ogni alba che spunta io dico: "È oggi":
ad ogni giorno che tramonta io dico:
"Sarà domani". Scorre intanto il fiume
del mio sangue vermiglio alla sua foce:
e forse il dono che puoi darmi, il solo
che valga, o vita, è questo sangue: questo
fluir segreto nelle vene, e battere
dei polsi, e luce aver dagli occhi; e amarti
unicamente perché sei la vita.


Ada Negri

daniela
11-November-2011, 17:27
Sì sì

Quando Dio creò l'amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l'odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra

Quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò le montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo

Ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il Suo Sacro Universo.

Charles Bukowski

daniela
12-November-2011, 14:10
Lo scambio

La vita è ricca di amorosi incanti,
di splendide visioni luminose -
onde azzurre spumose alle scogliere,
garruli fuochi in lingue scintillanti,
volti di bimbi in estasi sognanti
come coppe imbevute di chimere.

La vita vende gli amorosi incanti,
nella pioggia il pineto profumato -
c'è la musica, un alto arco dorato,
caldi abbracci, devoti sguardi amanti,
delizie dello spirito incorrotte,
visioni come stelle nella notte.

Spendi tutto per doni come questi,
senza pensare al conto della spesa.
Un'ora di pace candida, sicura,
vale di mesi ed anni amara attesa:
per un respiro di estasi pura
da' quel che fosti, o ch'essere potresti.

Sara Teasdale

Claire
12-November-2011, 23:44
DONNE DANNATE

Coricate sulla sabbia come armento pensoso volgono gli occhi verso l'orizzonte marino e i piedi che si cercano, le mani ravvicinate hanno dolci languori e brividi amari.


Le une, cuori innamorati di lunghe confidenze, nel folto dei boschetti sussurranti di ruscelli, vanno riandando l'amore delle timide infanzie e incidendo il legno verde dei giovani arbusti;


altre, camminano lente e gravi come suore attraverso le rocce piene di apparizioni, dove Sant'Antonio vide sorgere, come lava, i seni nudi e purpurei delle sue tentazioni;


e ve n'è che ai bagliori di resine stillanti, nel muto cavo di vecchi antri pagani, ti chiamano in soccorso delle loro febbri urlanti, o Bacco, che sai assopire gli antichi rimorsi.


Altre, il cui petto ama gli scapolari e nascondono il frustino entro le lunghe vesti, mischiano, nelle notti solitarie e nei boschi scuri, la schiuma del piacere e le lagrime degli strazi.


O vergini, o demòni, mostri, martiri, grandi spiriti spregiatori della realtà, assetate d'infinito, devote o baccanti, piene ora di gridi ora di pianti,


o voi, che la mia anima ha inseguito nel vostro inferno, sorelle, tanto più vi amo quanto più vi compiango per i vostri cupi dolori, per le vostre seti mai saziate, per le urne d'amore di cui traboccano i vostri cuori.

Charles Baudelaire

daniela
13-November-2011, 00:00
Sempre

Sempre questa sensazione di inquietudine
Di attesa d’altro.
Oggi sono le farfalle e domani sarà la tristezza inspiegabile,
la noia o l’ansia sfrenata di rassettare questa o quella stanza,
di cucire, andare qua e là a fare commissioni,
e intanto cerco di tappare l’Universo con un dito,
creare la mia felicità con ingredienti da ricetta di cucina,
succhiandomi le dita di tanto in tanto,
di tanto in tanto sentendo che mai potrò essere sazia,
che sono un barile senza fondo,
sapendo che “non mi adeguerò mai”,
ma cercando assurdamente di adeguarmi
mentre il mio corpo e la mia mente si aprono,
si dilatano come pori infiniti
in cui si annida una donna
che avrebbe voluto essere uccello, mare, stella,
ventre profondo che dà alla luce Universi splendenti stelle nove…
e continuo a far scoppiare popcorn nel cervello,
bianchi bioccoli di cotone,
raffiche di poesie che mi colpiscono tutto il giorno
e mi fanno desiderare di gonfiarmi come un pallone per contenere
il Mondo, la Natura, per assorbire tutto e stare
ovunque, vivendo mille e una vita differente…

Ma devo ricordarmi che sono qui e che continuerò
ad anelare, ad afferrare frammenti di chiarore,
a cucirmi un vestito di sole,
di luna, il vestito verde color del tempo
con il quale ho sognato di vivere
un giorno su Venere.

Gioconda Belli

Aleciccio
13-November-2011, 10:27
PENSIERI ALLA RUSKIN

Le donne gli ricordavano gigli e rose.
A me ricordano piuttosto sangue e sapone,
armate di uno straccio caldo, vanno all’assalto di nasi,
orecchie, collo, bocca e di tutti i punti segreti:
armate di un coltello tagliente, spezzettano il fegato,
tengono cuori a sanguinare sotto l’acqua corrente,
eviscerano e farciscono, mettono sottaceto e conservano,
sbollentano, sbiancano, gratinano, polverizzano,
- Tutta la chimica tremenda delle loro cucine.
I loro mariti lontani si chinano sulla scrivania di mogano
e con garbo manipolano il mercato,
mentre al sicuro a casa, le tenere e gentili
ammazzano topini, un colpo secco sul collo,
asfissiano mosche, sfrattano ragni,
strofinano, sfregano con gran rumore e buttano all’aria credenze,
affidano cose a pattumiere, torcono, strizzano,
polsi rossi , nocche bianche e dita raggrinzite,
polpute, tiepide. Manovrano aspirapolvere stridenti
attorno alle protuberanze del mobilio, rassettano
e tirano via lenzuola da sotto pesanti
vecchi incontinenti, si chinano per importunare i giovani,
danno strattoni, piegano, infilano, usano la lampo, abbottonano,
imboccano cibo, incoraggiano l’evacuazione,
asciugano il vomito, infilzano la stoffa con aghi,
avvolgono lana intorno ai loro ferri da calza,
creano cose comode e calde sui loro ferri
Le loro mani enormi! Gli occhi che sono dappertutto! Le voci
alzate per comunicare attraverso il baccano,
le cosce massicce e i seni che danno conforto,
le loro aperture sanguinanti e i loro recessi pelosi,
i grembi che intascano un uomo capovolto!
E quando tutto è finito, via i grembiuli,
rapida occhiata all’orologio e vanno di sopra,
si siedono e sospirano un po’, spazzolando i capelli,
e in un modo o nell’altro negli specchi trovano colori, odori,
le loro essenze di gigli e di rose.

ELMA MITCHELL

Claire
13-November-2011, 11:38
ESILIO


La mia vita
È un esilio senza ritorno.
Non ebbe casa
la mia errante infanzia perduta,
non ha terra
il mio esilio.
La mia vita navigò
su vascelli di nostalgia.
Vissi sulle rive del mare
guardando l’orizzonte
verso la mia casa sconosciuta
pensavo salpare un giorno
e il presente viaggio
mi lasciò ad altro porto di speranza.
E’ l’amore, forse,
la mia ultima baia?
Oh braccia che mi fecero prigioniera,
senza darmi riparo…
Anche dal crudele abbraccio
volli sfuggire.
Oh braccia fuggitive
che invano cercarono le mie mani….
Incessante fuga
e desiderio incessante
l’amore non è porto sicuro.
E non c’è terra promessa
per la mia speranza.


Alaide Foppa (poetessa desaparacida nel 1980 in Guatemala)

daniela
14-November-2011, 22:46
NON SAPRAI MAI

Non saprai mai che la tua anima viaggia
come in fondo al mio cuore, dolce cuore adottivo;
e che nulla, né il tempo, gli altri amori, gli anni,
impediranno mai che tu sia stato.

Che la beltà del mondo ha già il tuo viso,
di tua dolcezza vive, splende del tuo chiarore,
e all’orizzonte il pensieroso lago
narra soltanto la tua serenità.

Non saprai mai che porto la tua anima
come una luce d’oro che rischiara i passi;
che un po’ della tua voce suona nel mio canto.

Dolce fiaccola i tuoi raggi, dolce braciere la tua fiamma,
mi insegnano il cammino dei tuoi passi,
e un poco ancora vivi, perché ti sopravvivo.


Margherite Yourcenar

daniela
14-November-2011, 23:20
ESSERE DONNA

Essere donna e' dolore

Soffri scoprendoti adulta.

Soffri di essere amante.

Soffri quando sei madre.

Ma insostenibile e' in terra

il dolore di essere donna

senza aver conosciuto questi dolori

fino in fondo...


Blaga Dimitrova

Aleciccio
15-November-2011, 09:52
Che meraviglia Daniela!


NON SAPRAI MAI

Non saprai mai che la tua anima viaggia
come in fondo al mio cuore, dolce cuore adottivo;
e che nulla, né il tempo, gli altri amori, gli anni,
impediranno mai che tu sia stato.

Che la beltà del mondo ha già il tuo viso,
di tua dolcezza vive, splende del tuo chiarore,
e all’orizzonte il pensieroso lago
narra soltanto la tua serenità.

Non saprai mai che porto la tua anima
come una luce d’oro che rischiara i passi;
che un po’ della tua voce suona nel mio canto.

Dolce fiaccola i tuoi raggi, dolce braciere la tua fiamma,
mi insegnano il cammino dei tuoi passi,
e un poco ancora vivi, perché ti sopravvivo.


Margherite Yourcenar

Aleciccio
17-November-2011, 11:00
LETTERA IISei lontano nel sud
lì non sono le quattro
sdraiato nella tua sedia
appoggiato al tavolo nel bar
nella tua camera
buttato su un letto
tuo o di qualcuno
che vorrei cancellare
- penso a te
non a chi cerca
accanto a te lo stesso che io voglio -.
Penso a te
ormai da un’ora
forse mezza
non so.
Quando mancherà la luce
saprò che son le nove
stirerò il copriletto
m’infilerò il vestito nero
mi darò una pettinata.
Andrò a cena fuori
è ovvio.
Ma a una cert’ora
tornerò in questa stanza
mi butterò sul letto
e allora il tuo ricordo
che dico
il mio desiderio di vederti
che tu mi guardi
la tua presenza d’uomo che mi manca nella vita
incominceranno come ora
incominci nella sera
che ormai è notte
a essere
la sola unica cosa
che m’importa nel mondo.

IDEA VILARIÑO

Claire
17-November-2011, 12:09
Nella moltitudine


Sono quella che sono.
Un caso inconcepibile
come ogni caso.

In fondo avrei potuto avere
altri antenati,
e così avrei preso il volo
da un altro nido,
così da sotto un altro tronco
sarei strisciata fuori in squame.

Nel guardaroba della natura
c'è un mucchio di costumi:
ragno, gabbiano, topo di campagna.
Ognuno va subito a pennello
ed è portato docilmente
finché si consuma.

Anch'io non ho scelto,
ma non mi lamento.
Potevo essere qualcuno
molto meno a parte.
Qualcuno d'un formicaio, banco, sciame ronzante,
una scheggia di paesaggio sbattuta dal vento.

Qualcuno molto meno fortunato,
allevato per farne una pelliccia,
per il pranzo della festa,
qualcosa che nuota sotto un vetrino.

Un albero conficcato nella terra,
a cui si avvicina un incendio.

Un filo d'erba calpestato
dal corso di incomprensibili eventi.

Uno nato sotto una cattiva stella,
buona per altri.

E se nella gente destassi spavento,
o solo avversione,
o solo pietà?

Se al mondo fossi venuta
nella tribù sbagliata
e avessi tutte le strade precluse?

La sorte, finora,
mi è stata benigna.

Poteva non essermi dato
il ricordo dei momenti lieti.

Poteva essermi tolta
l'inclinazione a confrontare.

Potevo essere me stessa - ma senza stupore,

e ciò vorrebbe dire
qualcuno di totalmente diverso.

Wislawa Szymborka

mancinerie
20-November-2011, 00:43
Sono chiusi nelle loro case
ognuno nel proprio letto
c’è chi a quest’ora già cucina
lo avverto dai profumi di cipolla soffritta
e vino a svaporare.
C’è chi è in bagno e fa scorrere l’acqua
dai rubinetti.
Io sono qui che aspetto
che qualcuno venga
e mi dica:
sai, abbiamo scambiato la bobina
girato la scena sbagliata
torniamo indietro.
E tutto ricomincia
ma diverso.


Antonella Pizzo

Rosy
20-November-2011, 16:44
HA INDOSSATO LA CAMICIA...

Ha indossato la camicia, ha preso l'ombrello
non ha detto parola
nemmeno io.

Dopo che se n'è andato
sono rimasta innanzi allo specchio
ho estratto la lingua
per vedere se erano rimaste impigliate delle parole.
Purtroppo ho visto solo muscoli e vene.

Ho ritirato la lingua
sono scoppiata a ridere
la risata non è una parola - poi ho infranto lo specchio.

Da quel momento
ho continuato a infrangere specchi
invano
cercandone uno
che non riflettesse
più, uno specchio
che infrangesse me.

A'ISHA ARNA'UT

( poetessa siriana. Tratto da Antologia di poetesse arabe contemporanee.
Un piccolo gioiello).
Rosy:-P:-P:-P

daniela
22-November-2011, 23:06
Ragazza ignota in reparto maternità

Bimbo, la corrente del respiro ha sei giorni.
Piccola nocca t'accoccoli sul letto bianco,
piccolo e forte, come una chiocciola rattratto
ti rannicchi al seno.
Le labbra sono animali, sei nutrito con amore.

All'inizio la fame non è errore.
Tentennano le cuffiette le infermiere,
su ceste a rotelle sei pascolato
con la nidiata dei senza nido,
lungo corridoi inamidati.
La tua testa al mio tocco s'inclina,
vacilla piano come una tazzina.
Senti l'appartenenza.
Ma questo è un letto istituzionale.
Non farai per molto la mia conoscenza.
I dottori sono smaltati.
Vogliono sapere i fatti.
Si chiedono dell'uomo che mi ha lasciato,
un'anima pendolo che viene e che va
e come sempre ti lascia piena di bambino.
Ma la nostra cartella clinica rimane vuota.
Ti ho lasciato crescere, non ho fatto altro.
Ora siamo qui, guardati da tutto il reparto.
Hanno pensato che fossi strana
Anche se non ho detto una parola.
Sono esplosa e svuotandomi di te
ti ho lasciato imparare cos'è l'aria.
I dottori fanno grafici d'indovinelli.
Volgo la testa altrove. Io non lo so.
È tua la sola faccia che riconosco.
Ossa da ossa mi bevi le risposte.
Sei volte al giorno soddisfo il tuo bisogno,
le tue labbra animali,
il tepore della pelle che si fa paffuta.
Vedo schiudersi le tendine degli occhi.
Sono pietre blu, il muschio va sparendo.
Sbatti le palpebre stupito,
e mi chiedo cosa vedi
strano parente che turbi il mio silenzio.
Sono un riparo di menzogne.
Dovrei di nuovo imparare a parlare,
o senza speranza di salute mentale
potrò toccare un viso che riconosco?
Nel corridoio ritornano le ceste.
Le mie braccia ti calzano a pennello,
avvolgono le lanose infiorescenze
dei tuoi salici piangenti,
l'arnia ronzante d'api dei tuoi nervi,
i muscoli e le grinze dei primi giorni.
La tua faccia da vecchino
disarma le infermiere.
I dottori mi rimproverano ancora.
Parlo allora. È a te che il mio silenzio nuoce.
Dovevo saperlo. Devo far scrivere qualcosa.
La voce s'allarma nella gola:
''Nome del padre: nessuno''.
Ti tengo fra le braccia e ti nomino bastardo.
E anche questa è fatta. Non ho più
niente da dire, niente da perdere.
Altre hanno già trafficato vita
e non potevano parlare.
Mi rattrappisco per evitare
i tuoi occhi gufigni, mio fragile ospite.
Sfioro le tue guance come fiori. Al contatto
illividisci. Ci disconosciamo. Sono
l'insenatura che t'accoglie, lo scoglio
contro cui ti frangi. Ti stacchi. Scelgo
l'unica via per te, piccolo erede,
e ti do via, squassando i noi stessi che perdiamo.
Va' bimbo che non sei nulla più d'un mio peccato.

Anne Sexton

daniela
22-November-2011, 23:26
Code

Non mi dispiace fare le code,
c'è tempo per pensare,
per guardare dentro la borsa,
dentro la tasca dell'auto,
tempo per programmare i giorni a venire
domani dopodomani,
per guardare negli occhi di quell'extra gentile
(che vetro scintillante mi ha fatto,
gli ho chiesto il sinistro domani il destro,
ogni giorno un pezzetto diverso)
tempo per guardare quel bel geranio al quarto piano,
sta bagnandolo una vecchina pulita, bellina,
tempo per leggere i titoli, il nome di una via,
tempo per cominciare questa poesia.

Vivian Lamarque

Andrea
22-November-2011, 23:38
Nomi

Elisa fu per poche settimane
quand'era proprio piccola - una bimba -
Elisa - Lily, e molto presto Lil.

Più tardi fu Miss Steward, dal droghiere,
poi fu "amor mio", "mia cara", e poi fu "mamma".

A trent'anni era vedova, riprese a lavorare.
Mrs. Hand. E sua figlia già cresceva,
si sposava, metteva al mondo un bimbo.

Ora era "Nanna". A chi andava a trovarla
"Mi chiaman tutti Nanna", diceva, ed era vero:
il dottore, gli amici, i negozianti.

Al reparto geriatrico è costume
chiamare tutti gli ospiti per nome
di battesimo. Nella sua scheda
non c'era "Lil", nè "Nanna";
quelle ultime dannate settimane
fu nuovamente, come un tempo, Elisa.

Wendy Cope

daniela
01-December-2011, 22:37
ILLUMINAZIONE

Entro nella vecchiaia in punta di piedi,
come in un bosco d'autunno,
passo dopo passo sulle foglie vive
che ancora cadono.
Davanti a me - l'albero della vita.

E lentamente con sguardo ansimante
salgo verso il passato
e scendo nei giorni futuri.
Finalmente! Tanto infinito è per me
il cammino senza fretta.

Le direzioni non sono avare di curve.
La lontananza non fa male.
Non colpisce il gong della luna.
Non può essere incatenato
lo spirito che ha infranto le catene.

Non ti può essere tolto
quello che hai dato.
Mi rimane un'ultima
goccia di luce senza fine.
E spira pace dal mondo intero.

Blaga Dimitrova

daniela
01-December-2011, 22:46
BALLATA DELLE DONNE di Edoardo Sanguineti

quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia:


quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace:

quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire:


perchè la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente

femmina penso, se penso l'umano
la mia compagna, ti prendo per mano.

daniela
02-December-2011, 23:30
Non voglio

Tutti i vostri strumenti hanno nomi bizzarri
e difficili, ma io vedo chiaro
e so che in fondo sono solamente
metri e gessetti con cui misurate
e segnate - segnate e misurate
senza stancarvi.

Sfilate spilli di tra le labbra, come una sarta:
me li appuntate sull'anima
e dite: "Qui faremo un bell'orlo.
Dopo starai tanto meglio."

Io non voglio che mi tagliate un pezzo d'anima!
Se ne ho troppa per entrare nel vostro mondo,
ebbene, non voglio entrarci.

Sono un poeta: una farfalla, un essere
delicato, con le ali.
Se le strappate, mi torcerò sulla terra,
ma non per questo potrò diventare
una lieta e disciplinata formica.

Margherita Guidacci

Aleciccio
04-December-2011, 20:17
Una donna può morire perché il cielo è vuoto Ölebilir bir kadın gök boş diye



Un giardino di fiori
si risveglia
in un mattino
fra tutti i mattini
un donna chiama tutti i suoi animali
cade la fragranza
dell’amore
attaccata al suo naso
lascia che tutta la gente
sulla terra si allontani
incluso nessuno
quell’orologio che si ferma
non è il mio cuore.

Yeniay Muesser

daniela
08-December-2011, 16:32
"Ogni amore è degno di rispetto.
Ogni diverso da me è venuto
dallo stesso cielo
e creato con lo stesso fine.
E’ sulla terra per essere amato e per amare."

FIORE DI ROCCIA

Corpo di donna
vuoto eppur vibrante.
Identità vissuta come intatta e pura.
Fiore abituato a vivere su rocce dure,
difficile da cogliere.
La tua forza, le tue sfide ti trasformano,
a volte, in un albero spoglio,
bianco e morbido di piaghe.
In certi momenti il vento ti sferza e ti trapassa.
Così, vivi la tua ambiguità ed in silenzio soffri.
Non ci sarà un raggio di sole che ti scaldi un giorno?
Non troverai acqua che ti lavi e ti rigeneri?

Gabriella Cantoni Bravi
“MARIGLIA E MALALUNA” Ibiskos Editrice

daniela
12-December-2011, 19:32
E Dio mi fece donna,
con capelli lunghi,
occhi,
naso e bocca di donna.
Con curve
e pieghe
e dolci avvallamenti
e mi ha scavato dentro,
mi ha reso fabbrica di esseri umani.
Ha intessuto delicatamente i miei nervi
e bilanciato con cura
il numero dei miei ormoni.
Ha composto il mio sangue
e lo ha iniettato in me
perché irrigasse tutto il mio corpo;
nacquero così le idee,
i sogni,
l’istinto
Tutto quel che ha creato soavemente
a colpi di mantice
e di trapano d’amore,
le mille e una cosa che mi fanno donna
ogni giorno
per cui mi alzo orgogliosa
tutte le mattine
e benedico il mio sesso.

Gioconda Belli

daniela
12-December-2011, 23:29
Io nulla scrivo sulle foglie. Vi leggo
quel che le foglie recano già scritto
in sé, nelle intricate nervature
simili a vene sul dorso della mano
o linee incise nel palmo. Lo sguardo,
che segue il biforcarsi di vie segrete,
coglie ad incroci turgidi di linfa
i nodi del significato. Così
si fa più chiaro il messaggio.
Ma quella che tu chiedi, e che tu chiami
la mia risposta. E' la vita che parla
in ogni cosa viva, mentre passa
verso la morte. Vi pongo di mio
soltanto un giusto angolo di sguardo.
E il calmo gesto con cui, dopo averle
lungamente scrutate, affido al vento
queste mie foglie, e il vento se le porta,
esso solo compiendo
per un diritto immemorabile
il sussurrante vaticinio.

Margherita Guidacci

daniela
12-December-2011, 23:42
M'hanno sempre attratto le suburre

e le discariche dimenticate da Dio…

Non la pagnotta, ma le croste del pane.

Non le gru, ma le brutte cornacchie.

Le vie

se tortuose

I boschetti

se radi

I visi

non belli

Gli sgabelli

zoppi.

A tutto ciò che è così imperfetto

donerò, da faziosa come sono, la bellezza…

Quello che davvero è bello, certo

non ha bisogno di me per sopravvivere.


Tatjana Bek

Claire
14-December-2011, 23:36
LE ROSE DI SAADI


Volevo portarti delle rose questa mattina
ma ne avevo raccolte così tante nel mio corsetto
che i nodi troppo stretti non hanno potuto contenerle.


I nodi sono esplosi. Le rose sono volate via
nel vento e al mare sono tutte arrivate..
Hanno seguito l’acqua per non tornare più;


l'onda è apparsa rossa, come in fiamme.
Stasera il mio vestito ancora ne è profumato.
Respirane su di me l'odoroso ricordo.


Marceline Desbordes-Valmore

Aleciccio
15-December-2011, 09:54
CLAIRE! E' bellissima.

Andrea
16-December-2011, 18:09
Enigma della desiderante

Ragazza imperfetta cerca uomo imperfetto
32 anni, esige conoscenza
di Ovidio, offre: a) due seni di colomba,
b) tutta la pelle leggera
per baci, c) occhi
verdi per sfidare la sfortuna
delle tempeste;
non va a domicilio
non ha telefono, accetta
di magnetizzarsi tramite pensiero. Non è Venere;
ha la voracità di Venere.

Gonzalo Rojas

Andrea
16-December-2011, 18:36
Afternoon

Quando sarò vecchia, e rilassata,
E senza più questo desiderio,
Con i Ricordi a dividere il mio letto
E la Pace a dividere il mio fuoco,

Pettinerò i miei capelli in trecce frangiate
Al di sotto della mia cuffia pulita,
E guarderò le mie fredde e fragili mani
Giacer leggere sopra il mio grembo.

E avrò una veste ricamata
Con un pizzo a sfiorar la mia gola;
Tirerò le mie tende sulla città,
E canticchierò a bocca chiusa.

E dimenticherò come si piange,
E mi dondolerò, e mescolerò il mio tè.
Ma oh, come vorrei che quegli anni benedetti
Arrivassero più avanti di quanto faranno!

Dorothy Parker

Andrea
20-December-2011, 13:02
Brutte abitudini

Diceva che l'amore assomiglia al gioco
E che lei perde sempre
Diceva che era una brutta abitudine
Che non si azzardava a curare.

Diceva di temere la luce
Nonostante avesse sacrificato molte notti
Si accontentava della sua solitudine
Non curava le amicizie
Ma cadeva dalla sua nube
Ogni volta che la pioggia la conduceva a terra.

Diceva che la sua gioventù era invano
Di essere dolce suo malgrado
Ma poi si mostrava crudele
Perché la tenerezza è come l'amore
Una brutta abitudine
Ed anche quel silenzio
Di cui non potrà mai fare a meno.

Diceva di essere una donna lassa
Inadatta al sonno
Ma dormiva per diventare un embrione
E sprofondare negli abissi,
Una donna esaurita
Svuotata ogni giorno dai suoi vizi
Ma che non voleva guarire.

Diceva di essere una perdente di natura
Perdente per meritare la vittoria
Diceva infine che la vita è una brutta abitudine
Dalla quale forse non guarirà
Con un po' di determinazione
E molto oblio.

Joumana Haddad

Claire
20-December-2011, 19:22
Quando sono diventata un frutto


Maschio e femmina mia madre mi ha messa all’ombra della luna

Ma Adamo fui sacrificato alla mia nascita

Immolato ai mercenari della notte

E per consolarmi

Mi lavò con acqua torbida

E mi portò sul pendio di ogni montagna

Per lo spettro del silenzio e il rumore delle domande mi rese docile

Mi consacrò a Eva lo stupore e la trasformazione

mi impastò con il buio e la luce

Un tempio ai diavoli del paradiso.

Straniera crebbi e nessuno si preoccupò del mio grano

Ho preferito disegnare la mia vita su una pagina bianca

Mela che nessun albero partorì

Poi ritagliarla e uscirne

Una parte di me vestita di rosso,

un’altra parte di me in bianco

Non ero solo dentro e fuori del tempo

Perché ho avuto origine nei meandri celati

Prima di nascere pensavo

Di essere una massa abbondante

Di avere dormito a lungo

Di avere vissuto a lungo

E quando sono diventata un frutto

Ho saputo quel che mi attendeva.

Ho detto ai maghi di prendersi cura di me

Allora mi hanno presa.

Era la mia risata

Bella e imbarazzata

Volavo sulle piume di un uccello

e di notte diventavo un guanciale

Hanno gettato il mio corpo nei talismani

e hanno cosparso il mio cuore

con il nettare della follia

Mi hanno recato un silenzio e dei racconti

E fatto in modo che io vivessi senza radici.

E da quel momento vago da un luogo all’altro

Indosso una nuvola ogni notte e parto

Solo io mi dico addio solo io mi do il benvenuto

Volo per sentirmi libera non perché ho paura

Torno dal desiderio non dal fallimento

la mia costanza è il mare e la mia bussola è la tempesta

nell’amore non getto l’ancora in nessun porto

il mio corpo è il viaggio e la mia morte è nel fermarmi

di notte lascio gran parte di me stessa

per abbandonarmi a un forte abbraccio

quando ritorno i miei fratelli gemelli

sono la distanza e le isole

l’onda e la sabbia della spiaggia

il rifiuto e il desiderio voluttuoso della luna

l’amore e la morte dell’amore

chi comprende il mio ritmo mi conosce

mi segue

pero non mi raggiunge mai.

Joumana Haddad

daniela
29-December-2011, 22:58
Una, la donna, o innumerabile?

Una, la donna, o innumerabile?
Non può il cuore deciderlo,
la conoscenza non è salda.
Fuori
e dentro la vita
si tendono l'una verso l'altra
loro dalla loro eternità,
non giungono
esse però
a stringersi la mano,
si frappongono cascate
di forza non rappresa,
sfaceli
di età non conosciute le dividono
l'una dall'altra e tutte da me
che guardo stupito quella maschera
bruciare di una fragile
e vibrante identità
e mi perdo nel mare di luce che le è dietro,
in quello straripante lievito
azzurro della muliebrità oppure in me medesimo?

Mario Luzi

Claire
31-December-2011, 00:49
Lettere


Brevi erano le tue lettere, precise, tutte muscolo e nervo,
di mano più usa al compasso, alla squadra, al gesto del duro comando.
Dicevan le semplici cose con semplici nude parole;
ma due ne portavano in fine, due, sempre le stesse: "Sei mia".
E quando ella giungeva, leggendo, al termine noto,
s'abbandonava all'indietro, vuotata del sangue, morente d'amore.
Ombre violacee intorno alla socchiusa bocca, all'affilato naso
precipitoso palpito delle vene gonfiate alle tempie alla gola
cecità delle palpebre, tensione delle mascelle nel desiderio
faccia di donna agonizzante in estasi, tu non la vedesti,
nessuno la vide. Era sola.

Ora, ogni notte, la donna che più non vorrebbe esser viva
nel vuoto della sua casa che ha odore di cenere spenta
scioglie un pacco di lettere legato con un nastro nero.
E legge; e, giunta al termine ben noto che a ognuna è sigillo,
ancor s'abbandona all'indietro, vuotata del sangue, morente d'amore.
Così, dalla tomba, con dura predace potenza di sillabe scritte
tu l'imprigioni, o scomparso, tu la possiedi così.

Ada Negri

Aleciccio
02-January-2012, 11:31
Sempre

Sempre questa sensazione di inquietudine
... Di attesa d’altro.
Oggi sono le farfalle e domani sarà la
tristezza inspiegabile,
la noia o l’ansia sfrenata
di rassettare questa o quella stanza,
di cucire, andare qua e là a fare commissioni,
e intanto cerco di tappare l’Universo con un dito,
creare la mia felicità con
ingredienti da ricetta di cucina,
succhiandomi le dita di tanto in tanto,
di tanto in tanto sentendo che mai potrò essere sazia,
che sono un barile senza fondo,
sapendo che “non mi adeguerò mai”,
ma cercando assurdamente di adeguarmi
mentre il mio corpo e la mia mente si aprono,
si dilatano come pori infiniti
in cui si annida una donna che avrebbe
voluto essere
uccello, mare, stella,
ventre profondo che dà alla luce Universi
splendenti stelle nove...
e continuo a far scoppiare Palomitas nel cervello,
bianchi bioccoli di cotone,
raffiche di poesie che mi colpiscono
tutto il giorno e
mi fanno desiderare di gonfiarmi come un
pallone per contenere
il Mondo, la Natura, per assorbire tutto e stare
ovunque, vivendo mille e una vita differente...
Ma devo ricordarmi che sono qui e che
Continuerò
ad anelare, ad afferrare frammenti di chiarore,
a cucirmi un vestito di sole,
di luna, il vestito verde color del tempo
con il quale ho sognato di vivere
un giorno su Venere.

Gioconda Belli

daniela
02-January-2012, 16:04
Sempre

Sempre questa sensazione di inquietudine
... Di attesa d’altro.
Oggi sono le farfalle e domani sarà la
tristezza inspiegabile,
la noia o l’ansia sfrenata
di rassettare questa o quella stanza,
di cucire, andare qua e là a fare commissioni,
e intanto cerco di tappare l’Universo con un dito,
creare la mia felicità con
ingredienti da ricetta di cucina,
succhiandomi le dita di tanto in tanto,
di tanto in tanto sentendo che mai potrò essere sazia,
che sono un barile senza fondo,
sapendo che “non mi adeguerò mai”,
ma cercando assurdamente di adeguarmi
mentre il mio corpo e la mia mente si aprono,
si dilatano come pori infiniti
in cui si annida una donna che avrebbe
voluto essere
uccello, mare, stella,
ventre profondo che dà alla luce Universi
splendenti stelle nove...
e continuo a far scoppiare Palomitas nel cervello,
bianchi bioccoli di cotone,
raffiche di poesie che mi colpiscono
tutto il giorno e
mi fanno desiderare di gonfiarmi come un
pallone per contenere
il Mondo, la Natura, per assorbire tutto e stare
ovunque, vivendo mille e una vita differente...
Ma devo ricordarmi che sono qui e che
Continuerò
ad anelare, ad afferrare frammenti di chiarore,
a cucirmi un vestito di sole,
di luna, il vestito verde color del tempo
con il quale ho sognato di vivere
un giorno su Venere.

Gioconda Belli

WOW! Che meraviglia! Una bomba...

Aleciccio
03-January-2012, 13:18
E la donna sta là dove ferve
il fogliame dei prugni e dei meli
e il vento forse si sente
uno scultore felice.


Stephan Scipacev

Andrea
03-January-2012, 14:00
In ascensore fino al cielo

Come dicono i pompieri,
non prendete mai camere oltre
il quinto piano
negli hotel di New York:
ci sono scale che vanno piú su
ma nessuno ci salirebbe.
Come dice il "New York Times",
l'ascensore cerca sempre da sé
il piano in fiamme
e si apre automaticamente
e non si chiude piú.
Sono questi gli avvisi
che dovete dimenticare
se volete uscire da voi stessi
fino a catapultarvi in cielo.

Sono andata spesso oltre
il quinto piano
salendo a manovella,
ma solo una volta
andai fino in cima.
Sessantesimo piano:
cigni e pianticelle piegàti
verso la propria tomba.
Duecentesimo piano:
montagne con la pazienza di un gatto,
il silenzio in scarpe da tennis.
Cinquecentesimo piano:
messaggi e lettere millenari,
uccelli da bere,
una cucina di nuvole.
Seicentesimo piano:
le stelle,
scheletri in fiamme
con le braccia che cantano.
E una chiave,
una chiave enorme,
che apre qualcosa
(qualche utile uscio)
da qualche parte,
lassú.

Anne Sexton

Andrea
05-January-2012, 17:44
Non mi pento di niente

Dalla donna che sono,
mi succede, a volte,
di osservare, nelle altre, la donna che potevo essere;
donne garbate, laboriose, buone mogli,
esempio di virtù,
come mia madre
avrebbe voluto.
Non so perchè
tutta la vita
ho trascorso a
ribellarmi a loro.
Odio le loro minacce
sul mio corpo
la colpa che le loro vite
impeccabili,
per strano maleficio
mi ispirano;
mi ribello contro le loro buone azioni,
contro i pianti di nascosto
del marito,
del pudore della sua nudità
sotto la stirata e inamidata biancheria intima.
Queste donne,
tuttavia, mi guardano
dal fondo dei loro specchi;
alzano un dito accusatore
e, a volte, cedo al loro sguardo di biasimo
e vorrei guadagnarmi il consenso universale,
essere "la brava bambina", essere la "donna decente",
la Gioconda irreprensibile,
prendere dieci in condotta
dal partito, dallo Stato,
dagli amici,
dalla famiglia, dai figli
e da tutti gli esseri
che popolano abbondantemente
questo mondo.
In questa contraddizione inevitabile tra quel che doveva essere
e quel che è,
ho combattuto numerose
battaglie mortali,
battaglie a morsi, loro contro di me
- loro contro di me che sono me stessa -
con la psiche
dolorante,
scarmigliata,
trasgredendo progetti ancestrali, lacero le donne che vivono in me
che, fin dall'infanzia, mi guardano torvo
perchè non riesco nello stampo perfetto dei loro sogni,
perchè oso essere quella folle, inattendibile, tenera e vulnerabile
che si innamora come una triste puttana
di cause giuste,
di uomini belli
e di parole giocose
Perchè, adulta, ho osato vivere l'infanzia proibita
e ho fatto l'amore sulle scrivanie nelle ore d'ufficio,
ho rotto vincoli inviolabili
e ho osato godere
del corpo sano e sinuoso
di cui i geni di tutti i miei avi mi hanno dotata.
Non incolpo nessuno. Anzi li ringrazio dei doni.
Non mi pento di niente, come disse Edith Piaf:
ma nei pozzi scuri in cui sprofondo al mattino,
appena apro gli occhi,
sento le lacrime che premono,
nonostante la felicità che ho finalmente conquistato,
rompendo cappe e strati di roccia terziaria e quaternaria,
vedo le altre donne che sono in me,
sedute nel vestibolo
che mi guardano con occhi dolenti e mi sento in colpa per la mia felicità.
Assurde brave bambine mi circondano e danzano musiche infantili
contro di me;
contro questa donna fatta, piena,
la donna dal seno sodo
e i fianchi larghi,
che, per mia madre e contro di lei, mi piace essere.

Gioconda Belli

Rosy
05-January-2012, 19:10
Toglimi l’erba che mi cresce intorno
non vedi che mi soffoca
ridammi l’aria il vento
la luce che mi manca
benché segreta e cupa
ormai indispensabile
annaffiami con l’acqua rigogliosa
del fiume che conosci
ritaglia i rami informi voluttuosi
butta le foglie marce
scava pota diserba
fammi tornare slanciata e sicura
come ero
nella pura bellezza dell’inizio
quando l’istante non era che assoluto
e poi senza pietà
ti prego
tagliami le radici
strappami dalla terra
fammi volare nell’aria sospirata
un giorno un’ora un attimo felice
lasciami sognare
non me ne importa niente
se il respiro mi basterà appena
per capire l’errore
l’insidia la vertigine
e poi precipitare
nel sonno senza sogni
del buio inafferrabile
del vuoto senza te.

Martha Canfield

( Montevideo, 1949)

:-P:-P

MMartha canfieldMartha

daniela
06-January-2012, 00:14
Strade

Inutile chiedersi che lago protetto da aironi
si trovava nell'altra vallata,
o rimpiangere i canti del bosco
che non avevo attraversato.
Inutile chiedersi dove potevano portare altre strade,
dato che portavano altrove;
poichè è solo qui e ora
la mia vera destinazione.
E' dolce il fiume nella tenera sera
e tutti i passi della mia vita mi hanno portata a casa.

Ruth Bidgood

Claire
06-January-2012, 10:27
Nella Follia

Catturare il firmamento e lambire le nubi

Prendere in prestito la bufera

Lasciandomi alle spalle le lacrime zampillanti

Lacrime zampillanti

E me ne andrò.

Non inseguire l’equilibrio

Non soffocare le grida

Danzare sull’acqua

Dirigendomi verso l’altra sponda

Libera o schiava

Non importa!

Guadare il fiume.

Quando verrà il momento

farfalla notturna

Deporre la dolcezza che ormai mi ha annoiata

Deporre l’abito imbizzarrito invano

E dare fuoco al passato

Per ritornare liscia come la terra vista da lontano

E girare da sola

Intorno alla luna.

Ridere e le mie risate non saranno tristi

Non volere, camminare

Accarezzare la strada

Conversare tutta la notte con il selciato

Fare sgorgare la poesia dalle pietruzze

Il cielo piangerà e non mi preoccuperò

Il vento consumerà il mio cuore ustionato dall’amore.

Quando verrà il momento

alba senza rugiada

mi mostrerò con il viso rabbuiato

e seppellirò i miei visi sereni

diffonderò le ombra sul mio essere

le farò gocciolare come il dolce miele

punto dopo punto

bacio dopo bacio

affinché riemerge sulla superficie del fiume

quella donna che ho serbato in me.

Joumana Haddad

daniela
06-January-2012, 23:09
Io sono quella che di notte

Io sono quella che di notte
ascolta tutti gli altri respirare,
ho bisogno di vegliare sulla casa
di girare frenetica su tutto...
Ma il mio momento è con i primi voli in fronte
dopo tutte le scale a piedi nudi
una ringhiera tra la notte e l'alba...
Ci siamo io, quell'uomo in bicicletta,
gli urli strani dell'estate e un po' di freddo
a portare fino a qui la nostra ansia.

Isabella Leardini

Claire
06-January-2012, 23:26
DUE PAROLE


All’orecchio questa notte mi hai detto due parole
comuni. Due parole stanche
di essere dette. Parole
che da vecchie si son fatte nuove.
Due parole così dolci, che la luna che passava
filtrando tra i rami
nella mia bocca si è fermata. Due parole così dolci
che una formica mi cammina sul collo e resto immobile
non provo nemmeno a scacciarla.
Due parole così dolci
che senza volerlo esclamo: oh, che bella, la vita!
Così dolci e così mansuete
che oli profumati scorrono sul corpo.
Così dolci e così belle
che nervose, le mie dita,
si muovono verso il cielo imitando una forbice.
Vorrebbero le mie dita
tagliare stelle.

Alfonsina Storni

Aleciccio
08-January-2012, 20:54
E Dio mi fece donna

E Dio mi fece donna,
con capelli lunghi,
occhi,
naso e bocca di donna.
Con curve
e pieghe
e dolci avvallamenti
e mi ha scavato dentro,
mi ha reso fabbrica di esseri umani.
Ha intessuto delicatamente i miei nervi
e bilanciato con cura
il numero dei miei ormoni.
Ha composto il mio sangue
e lo ha iniettato in me
perché irrigasse tutto il mio corpo;
nacquero così le idee,
i sogni,
l’istinto
Tutto quel che ha creato soavemente
a colpi di mantice
e di trapano d’amore,
le mille e una cosa che mi fanno donna
ogni giorno
per cui mi alzo orgogliosa
tutte le mattine
e benedico il mio sesso.

Gioconda Belli

Claire
10-January-2012, 09:42
La bambola blu



Stamattina ho sognato che ritornavi e lasciavi una bambola
blu a faccia in giù sulla trapunta di mia madre. Mi allungai
per girarla, quando un liquido nero colò da una fessura del
muro e sanguinò in una pozza che si apriva sotto il letto. La
bambola aveva i capelli e il volto blu. L'afferrai per le caviglie
e la scossi come il sonaglio di uno sciamano. La scossi
con tale forza che la testa roteò e sentii rimorso.

Mi alzai e legai i capelli. La mia vestaglia sfiorò il bordo
d'acqua nera. Il naso cominciò a sanguinarmi, dapprima
lentamente, poi gocce della grandezza di lacrime mi scivolarono
sulla gola, tingendo il colletto e il corpino. Il mio vestito era quello
della bambola blu. Camminai sull'acqua attraverso
la parete nella foresta fino a una collinetta rocciosa.
Mi tagliai un sentiero e salii a piedi nudi.

Mi distesi a faccia in giù sulla cima, canticchiando la musica
di un sole flautato. Non ero più arrabbiata. Non ero altro
che lo spazio di una nota cantata da un tordo nel bosco.



Patti Smith

Aleciccio
10-January-2012, 15:48
Sei la donna che passa
come una foglia.

E lasci agli alberi
un fuoco d'autunno

Giuseppe Ungaretti

Aleciccio
10-January-2012, 15:57
Cercarmi.
Ecco a cosa avrei dovuto abituarmi.
Passare dentro al silenzio delle cose
per comprenderne il significato.

Assistere alla mia disfatta
per diventare arbusto isolato
lontano dal frastuono
dell'indifferenza.

Percepirmi fuori dall'ombra
costruirmi grembo nel deserto
e dissetare le mie radici
come fossi io
albero dei miei paesaggi.

Mi consola in tutto questo
la presenza di un sole che muore
solo per rinascere.

E' in quel suo esercizio costante ed eterno,
la prova che di vita si può anche vivere
e d'inerzia, come rami nel vento,
danzare.
Beatrice Niccolai

Claire
13-January-2012, 23:18
Davvero





Davvero verranno ancora giorni di perdono e di grazia
e camminerai nel campo come l'ingenuo viandante

La pianta dei tuoi piedi nudi accarezzerà i fili d'erba,
e le sommità delle spighe ti pungeranno, e la loro puntura sarà dolce,
oppure la pioggia ti sorprenderà, con la massa battente delle sue gocce
sulle spalle, sul petto, sul collo e ti rinfrescherà il capo.

Davvero camminerai ancora nei campi e la quiete si diffonderà in te,
respirerai il profumo del solco trovando pace a ogni respiro
vedrai il sole nello specchio della pozza dorata
le cose e la vita saranno semplici e sarà permesso toccarle
e sarà permesso, permesso, permesso amare

Camminerai nei campi da sola,
non ti brucerai nella vampa degli incendi,
in strade indurite dal terrore e dal sangue.
E con cuore sincero sarai di nuovo umile e docile
come un filo d'erba, come un essere umano,
cui è permesso, permesso, permesso amare.

Goldberg Leah

Andrea
14-January-2012, 01:09
Sguardo malinconico

da luna park in disarmo.

talmente disperato
da iscriversi a un torneo mondiale di hula hop.

luminoso e intermittente
una scritta al neon con solo qualche lettera che funziona.

c’è scritto CINODROMO in rosa.

e il vento canta.

e tutto intorno c’è il buio della notte
e tutta la pazzesca libertà della vita.

Francesca Genti

mancinerie
15-January-2012, 11:29
Sono coraggiose le donne,
ci costa caro, ma bisogna ammetterlo.
La fragilità? Solo uno stato culturale,
più che un dato biologico.
Sono forti e coraggiose, le donne.
Quando scelgono la solitudine,
rinunciando a un falso amore,
smascherandone la superficialità.
Sono coraggiose le donne, quando
crescono i figli senza l'aiuto di nessuno,
rivalutando l'ancestrale primato,
quello di essere mamme.
Hanno il coraggio di non chiedere
a uomini che sono anche padri,
la loro presenza, puntualmente assente.
Uomini che rifuggono le proprie responsabilità,
trincerandosi in comodi ruoli o paraventi
infantili di adulti mai cresciuti.
Sono forti e coraggiose, le donne,
quando a discapito di tutto e di tutti
scelgono i propri compagni; costruendo solide storie
spendendo patrimoni sentimentali, contro la morale comune.
Sono forti e coraggiose, le donne, quando sopportano,
violenze di ogni tipo, per salvaguardare quello che resta di famiglie,
che non son più tali
Sono la speranza del mondo, le donne, in qualsiasi
circostanza continuano a far nascere uomini,
che poi le tradiranno.


Bruno Esposito

mancinerie
16-January-2012, 20:25
Dimmi donna dove nascondi il tuo mistero
donna acqua pesante volume trasparente
più segreta quanto più ti spogli
quale è la forza del tuo splendore inerme
la tua abbagliante armatura di bellezza
dimmi non posso più con tante armi
donna seduta sdraiata abbandonata
insegnami il riposo il sonno e l'oblio
insegnami la lentezza del tempo
donna tu che convivi con la tua carne ignominiosa
come accanto ad un animale buono e calmo
donna nuda di fronte all'uomo armato
togli dalla mia testa questo casco d'ira
calmami guariscimi stendimi sulla fresca terra
toglimi questi vestiti di febbre che mi asfissiano
sommergimi indeboliscimi avvelena il mio pigro sangue
donna roccia della tribù sbandata
discingimi queste maglie e cinture di rigidezza e paura
con cui mi atterrisco e ti atterrisco e ci separo
donna oscura e umida pantano edenico
voglio la tua larga fragrante robusta sapienza,
voglio tornare alla terra e ai suoi succhi nutritivi
che corrono sul tuo ventre e i tuoi seni e irrigano la tua carne
voglio recuperare il peso e la completezza
voglio che tu m'inumidisca, m'ammolli, m'effemini
per capire la femminilità, la morbidezza umida del mondo
voglio appoggiata la fronte nel tuo grembo materno tradire
il ferreo esercito degli uomini
donna complice unica terribile sorella
dammi la mano torniamo ad inventare il mondo noi due soli
voglio non distaccare mai gli occhi da te
donna statua fatta di frutta colomba cresciuta
lasciami sempre vedere la tua misteriosa presenza
il tuo sguardo di ala e seta e lago nero
il tuo corpo tenebroso e raggiante plasmato di slancio senza incertezze
il tuo corpo infinitamente più tuo che per me quello mio e che
dai di slancio senza incertezze senza tenerti niente il tuo
corpo pieno e uno illuminato tutto di generosità donna mendicante
prodiga porto del pazzo Ulisse non permettere che io
dimentichi mai la tua voce di uccello memorioso
la parola calamitata che nel tuo intimo pronunci sempre nuda
la parola sempre giusta di folgorante ignoranza
la selvaggia purezza del tuo amore insensato
delirante senza freno abbrutito invidiato
il gemito nettissimo della tenerezza
lo sguardo pensieroso della prostituzione
la cruda chiara verità dell'amore che assorbe e divora e
si alimenta l'invisibile zampata della divinazione
l'accettazione la comprensione la sapienza senza strade
la spugnosa maternità terreno di radici
donna casa del doloroso vagabondo
dammi da mordere la frutta della vita
la stabile frutta di luce del tuo corpo abitato
lasciami reclinare la mia fronte funesta
sul tuo grave grembo di paradiso boscoso
spogliami acquietami guariscimi di questa colpa acre
di non essere sempre armato ma soltanto io stesso.


Tomàs Segovia

Aleciccio
17-January-2012, 10:30
IO SONO SPACCATA, IO SONO NEL PASSATO PROSSIMO
Io sono spaccata, io sono nel passato prossimo,
io sono sempre cinque minuti fa,
il mio dire è fallimentare,
io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo
all’essere e non lo so dire, non lo so dire,
io appartengo e non lo so dire
io sono senza aggettivi, io sono senza predicati,
io indebolisco la sintassi, io consumo le parole,
io non ho parole pregnanti, io non ho parole
cangianti, io non ho parole mutevoli, non ho parole perturbanti,
io non ho abbastanza parole, le parole mi si
consumano, io non ho parole che svelino, io non ho
parole che puliscano, io non ho parole che riposino,
io non ho mai parole abbastanza, mai abbastanza
parole, mai abbastanza parole ho solo parole correnti, ho solo parole di serie,
ho solo parole fallimentari, ho solo parole deludenti,
ho solo parole che mi deludono,
le mie parole mi deludono, sempre mi deludono,
sempre mi deludono, sempre mi mancano
io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo
all’essere e non lo so dire, non lo so dire, io
appartengo e non lo so dire, non lo so dire,
io appartengo all’essere, all’essere e non lo so dire.

MARIANGELA GUALTIERI

Claire
17-January-2012, 13:09
Dimmi donna dove nascondi il tuo mistero
donna acqua pesante volume trasparente
più segreta quanto più ti spogli
quale è la forza del tuo splendore inerme
la tua abbagliante armatura di bellezza
dimmi non posso più con tante armi
donna seduta sdraiata abbandonata
insegnami il riposo il sonno e l'oblio
insegnami la lentezza del tempo
donna tu che convivi con la tua carne ignominiosa
come accanto ad un animale buono e calmo
donna nuda di fronte all'uomo armato
togli dalla mia testa questo casco d'ira
calmami guariscimi stendimi sulla fresca terra
toglimi questi vestiti di febbre che mi asfissiano
sommergimi indeboliscimi avvelena il mio pigro sangue
donna roccia della tribù sbandata
discingimi queste maglie e cinture di rigidezza e paura
con cui mi atterrisco e ti atterrisco e ci separo
donna oscura e umida pantano edenico
voglio la tua larga fragrante robusta sapienza,
voglio tornare alla terra e ai suoi succhi nutritivi
che corrono sul tuo ventre e i tuoi seni e irrigano la tua carne
voglio recuperare il peso e la completezza
voglio che tu m'inumidisca, m'ammolli, m'effemini
per capire la femminilità, la morbidezza umida del mondo
voglio appoggiata la fronte nel tuo grembo materno tradire
il ferreo esercito degli uomini
donna complice unica terribile sorella
dammi la mano torniamo ad inventare il mondo noi due soli
voglio non distaccare mai gli occhi da te
donna statua fatta di frutta colomba cresciuta
lasciami sempre vedere la tua misteriosa presenza
il tuo sguardo di ala e seta e lago nero
il tuo corpo tenebroso e raggiante plasmato di slancio senza incertezze
il tuo corpo infinitamente più tuo che per me quello mio e che
dai di slancio senza incertezze senza tenerti niente il tuo
corpo pieno e uno illuminato tutto di generosità donna mendicante
prodiga porto del pazzo Ulisse non permettere che io
dimentichi mai la tua voce di uccello memorioso
la parola calamitata che nel tuo intimo pronunci sempre nuda
la parola sempre giusta di folgorante ignoranza
la selvaggia purezza del tuo amore insensato
delirante senza freno abbrutito invidiato
il gemito nettissimo della tenerezza
lo sguardo pensieroso della prostituzione
la cruda chiara verità dell'amore che assorbe e divora e
si alimenta l'invisibile zampata della divinazione
l'accettazione la comprensione la sapienza senza strade
la spugnosa maternità terreno di radici
donna casa del doloroso vagabondo
dammi da mordere la frutta della vita
la stabile frutta di luce del tuo corpo abitato
lasciami reclinare la mia fronte funesta
sul tuo grave grembo di paradiso boscoso
spogliami acquietami guariscimi di questa colpa acre
di non essere sempre armato ma soltanto io stesso.


Tomàs Segovia

Questi versi mi hanno lasciata senza respiro.Credo che sia una delle poesie più belle scritte da un poeta per l'essere"donna" che io abbia mai letto. Grande anima questo poeta. Grande.

http://poesia.blog.rainews24.it/2011/11/08/addio-a-tomas-sgovia-il-poeta-della-luce/

Claire
22-January-2012, 11:38
Al mio cuore, di domenica


Ti ringrazio, cuore mio:
non ciondoli, ti dai da fare
senza lusinghe, senza premio,
per innata diligenza.

Hai settanta meriti al minuto.
Ogni tua sistole
è come spingere una barca
in mare aperto
per un viaggio intorno al mondo.

Ti ringrazio, cuore mio:
volta per volta
mi estrai dal tutto,
separata anche nel sonno.

Badi che sognando non trapassi in quel volo,
nel volo
per cui non occorrono le ali.

Ti ringrazio, cuore mio:
mi sono svegliata di nuovo
e benché sia domenica,
giorno di riposo,
sotto le costole
continua il solito viavai prefestivo.

Wislawa Szymborska

Claire
24-January-2012, 18:18
Abbraccio

Cuore nel cuore. E respiro nel respiro.
Così vicino a me, tanto da non vederti.
Oltre la tua spalla vedevo in lontananza un monte oscuro.
Ero protesa in uno slancio quasi a oltrepassarti.


Sentivo battere il cuore impazzito delle stelle.
Accoglievo il vento affannato, rivestito di foglie.
Mi aprivo alle ombre dei boschi che venivano incontro
e ai rami che si aprivano ad abbracciare la notte.


La lontananza inspiravo in un sorso enorme.
Premevo vento, nubi e stelle al mio petto.
E nel cerchio stretto di un abbraccio
ho rinchiuso l’infinito intero del mondo.


Blaga Dimitrova

Aleciccio
27-January-2012, 09:39
Tutti i vostri strumenti
hanno nomi bizzarri e difficili,
ma io vedo chiaro
e so che in fondo sono solamente
metri e gessetti con cui
misurate e segnate - segnate e misurate
senza stancarvi.
Sfilate spilli di tra le labbra,
come un sarto: me li appuntate sull'anima
e dite:
"Qui faremo un bell'orlo. Dopo starai tanto meglio."
Io non voglio che mi tagliate un pezzo d'anima!
Se ne ho troppa per entrare nel vostro mondo,
ebbene, non voglio entrarci.
Sono una poetessa: una farfalla,
un essere delicato, con le ali.
Se le strappate, mi torcerò sulla terra,
ma non per questo potrò diventare
una lieta e disciplinata formica.

Margherita Guidacci

Aleciccio
01-February-2012, 15:44
La viaggiatrice

Tutte le ferrovie sbuffano tra le mie mani,
tutti i grandi porti ospitano navi che mi aspettano
tutte le strade che si dipartono
precipitosamente verso terreni lontani
iniziano proprio qui; poi, dall'altra parte,
felice di festeggiarle, io le ricevo sorridendo.
Se riuscissi ad acchiappare un lembo di questo mondo
troverei anche gli altri tre,
e allora annoderei il mio foulard
lo metterei su un bastone
e poi lo porterei sulle spalle
con dentro tutta la palla terrestre
con le guance rosse
con i noccioli marroni e il sapore di mele.
Pesanti graticci di ferro strepitando
diffondono lontano il mio nome
Una casa diroccata spia i miei passi di nascosto,
ritornano sullo sfondo immagini
già disperse da tempo in lontananza
e nostalgia della cecità e desideri di paralisi;

crea il mio calice da viaggio: ed io bevo assetata.
Con nude, vigorose braccia
vado arando la profondità dei mari,
mentre nei miei occhi luccicanti assorbo il cielo.
Ci sarà un tempo per restarsene quieti
ricercando scarne provviste, poi ritornare a casa
e essere nient'altro che sabbia nelle scarpe.

Gertrud Kolmar

Claire
06-February-2012, 23:39
La bambola meccanica


Più di così,
sì molto più ancora
si può restare in silenzio
Per ore,
con lo sguardo immobile dei cadaveri,
si può fissare il fumo di una sigaretta
la forma di una tazza
un pallido fiore sul tappeto
un vago tratto sul muro
Con le rigide dita
si può scostare la tenda
e guardare fuori la pioggia che batte,
il bimbo e l’aquilone dipinto
sotto il porticato
e il vecchio carro
attraversare chiassoso la piazza deserta
Vicino alla tenda
si può restare immobili
senza vedere, senza sentire
Con la voce aliena e artefatta
si può gridare forte
“Io amo”
Tra le braccia vigorose di un uomo,
si può essere una donna sana e bella
Con il corpo dalla pelle tesa
con i seni duri e pieni
si può inquinare
nel letto di uno sbronzo, un randagio, un folle
la purezza di un amore
Si può beffare con astuzia
ogni incomprensibile enigma
e accontentarsi di un cruciverba
Si può essere felici
di una risposta banale di cinque o sei lettere,
sì, una risposta banale
Ci si può inginocchiare,
tutta la vita, a testa bassa,
innanzi a un santuario freddo
Si può vedere Dio in una tomba ignota
Si può credere in Dio
Per una piccola moneta
Si può lentamente marcire
come un vecchio predicare
nelle piccole stanze di una moschea
Si può, come lo zero,
nelle divisioni e nelle moltiplicazioni,
restare sempre immutati
si può considerare il tuo sguardo di rancore
il bottone scolorito di una vecchia scarpa
e come l’acqua prosciugarsi nel proprio fossato
Si può nascondere timidamente
in fondo a un vecchio baule,
come una buffa istantanea in bianco e nero,
la bellezza di un attimo
Si può appendere
nella cornice vuota di una giornata
l’immagine di un condannato, vinto crocefisso
si possono coprire,
dietro le maschere, le crepe del muro
o aggiungere ancora altre inutili figure
Si può guardare al proprio mondo
con gli occhi vitrei della bambola meccanica
Si può dormire in una scatola di panno ruvido
con il corpo riempito di paglia
tra pizzi e perline
e a ogni volgare pressione delle dita
gridare invano
“oh, come sono felice”


Forugh Farrokhzâd


Poetessa iraniana (Teheran 1935 - 1967)

costretta a scegliere tra la famiglia e poesia sceglierà quest'ultima perdendo per sempre il diritto,secondo la legge del corano, di vedere suo figlio.

Aleciccio
07-February-2012, 11:17
LE RAGAZZE SEMPLICILe ragazze semplici
non credono che il mondo sia un centro termale
dove ottenere abbronzature eccitanti
ed esibirsi come carne sulla graticola
di un ristorante all'aperto.
Le ragazze semplici
non coltivano l'arte di strisciare incontro alla fama
né confondono le persone con i gradini
né praticano ozi o negozi
né firmano con il didietro contratti milionari.
Le ragazze semplici
studiano in licei con le crepe,
lavorano nelle industrie e negli uffici,
evitano le ginocchia del direttore,
fanno l'amore con Luis González
negli alberghi, nelle tende, sulle colline, in luoghi semplici.
Le ragazze semplici
diventano madri e mogli semplici,
lottano per lunghi anni senza neanche rendersene conto
riempiendosi di capelli grigi, di vene varicose e nipoti.
E quando abbandonano questo mondo
lasciano per ricordo i loro sguardi
in fotografie sgualcite e semplici.

EDUARDO LLANOS MELUSSA

Claire
07-February-2012, 15:32
SOLO LA VOCE RESTA


Perché fermarmi, perché?
Gli uccelli sono partiti in cerca di una direzione azzurra.
L’orizzonte è verticale,
L’orizzonte è verticale e il movimento: zampillante
E, al limite del visibile,
Ruotano, luminosi, i pianeti.
Alle altitudini, la terra rinnova il suo ciclo,
I pozzi d’aria
Si trasformano in tunnel di collegamento
E il giorno è una distesa
Che le limitate idee del verme del giornale non racchiudono.


Perché fermarmi?
La rotta passa attraverso i capillari della vita.
La fertile atmosfera del grembo lunare
Eliminerà le cellule contaminate
E, all’alba, nello spazio chimico,
Solo la voce,
La voce sarà assorbita dalle particelle del tempo.
Perché fermarmi?


Che può essere la palude?
Che può essere, se non il luogo della deposizione delle uova dei putridi insetti?
I cadaveri enfiati scrivono i pensieri dell’obitorio.
L’imbelle, nell’ombra,
Ha celato la sua mancanza di virilità.
E lo scarafaggio, oh!
Quando parla lo scarafaggio.
Perché fermarmi?
L’opera delle lettere di piombo è vana,
Non salverà l’umile pensiero.
Io sono della stirpe degli alberi,
Respirare aria stagnante mi deprime.
Un uccello, che è perito, mi consigliò di rammentare il volo.


La meta di tutte le forze è di ricongiungersi, ricongiungersi
Alla chiara essenza del sole
E riversarsi nello spirito della luce.
È naturale
Che i mulini a vento marciscano.
Perché fermarmi?
Le verdi spighe di grano,
Io le porto al seno
E le allatto.


La voce, la voce, solo la voce.
La voce dell’insito desiderio dell’acqua di scorrere,
La voce della cascata di luce stellare sulla parete della femminilità della terra,
La voce della coagulazione del seme del pensiero
E l’effusione della memoria comune dell’amore.
La voce, la voce, la voce, solo la voce resta.


Nel paese degli gnomi
I criteri di valutazione
Hanno sempre gravitato nell’orbita dello zero.
Perché fermarmi?
Io obbedisco ai quattro elementi,
Il compito di redigere lo statuto del mio cuore
Non è compito del locale governo di ciechi.


Che ho a che fare io con il prolungato mugolio bestiale
Nell’organo sessuale dell’animale?
Che ho a che fare io con l’umile movimento del verme nel vuoto della carne?
La linea di sangue dei fiori mi ha forzato a vivere.
Conoscete la linea di sangue dei fiori?


Forugh Farrokhzâd

mancinerie
07-February-2012, 16:00
Una donna forte è quella che tira la corda.

Una donna forte è una donna che sta
in punta di piedi a sollevare pesi
mentre cerca di intonare il Boris Godunov.

Una donna forte è una donna intenta
a svuotare il pozzo nero degli anni,
e mentre spala racconta
di come non le importa di piangere, il pianto stura
i dotti lacrimali, e vomitare
sviluppa gli addominali, e
continua a spalare tirando su
dal naso.
Una donna forte è una donna nella cui mente
una voce ripete, te l’avevo detto,
brutta cattiva, puttana, musona, strillona, strega,
rompipalle, nessuno ricambierà mai il tuo amore,
perché non sei femminile, perché non sei
dolce, perché non stai zitta, perché
non sei morta?
Una donna forte è una donna determinata
a fare qualcosa che altri sono determinati
a non farle fare. Cerca di sollevare il coperchio di piombo
di una cassa da morto. Cerca di alzare
con la testa un tombino. Prova
a sfondare a testate una parete d’acciaio.
La testa le fa male. Chi aspetta che il buco
sia fatto dice, più in fretta, sei così forte.
Una donna forte è una donna che sanguina
dentro. Una donna forte è una donna che si fa
forte ogni mattina, mentre i denti s’allentano
e la schiena duole. Ogni bambino,
un dente, sentenziavano le levatrici, ed ora
ogni battaglia una ferita. Una donna forte
è un mucchio di cicatrici che fanno male
quando piove e di ferite che sanguinano
quando le urti e di memorie che si svegliano
di notte e marciano avanti e indietro.
Una donna forte è una donna che ha bisogno assoluto d’amore
come d’ossigeno oppure diventa cianotica.
Una donna forte è una donna che ama
fortemente e piange fortemente e fortemente
è terrorizzata e ha forti desideri. Una donna forte è forte
in parole, opere, relazioni, sentimenti,
non è forte come una roccia ma come una lupa
che allatta i suoi piccoli. La forza non è in lei, ma lei
la mette in moto come il vento che gonfia una vela.
Ciò che le dà sollievo è che gli altri la amino
ugualmente per la sua forza e la debolezza
da cui sgorga, lampo da una nuvola.
Il lampo abbaglia. Nella pioggia, si sciolgono le nuvole.
Solo l’acqua delle relazioni rimane,
e ci attraversa. Forti ci facciamo
l’una con l’altra. Finché non saremo forti tutte assieme

una donna forte è una donna fortemente spaventata.




Marge Piercy

Claire
09-February-2012, 00:25
Un'altra nascita


Tutto il mio essere è un verso oscuro
che ti trasporterà incessantemente
all'alba della crescita e dello sbocciare eterni
e in questo verso io ti sospiro, ah
in questo verso io ti innesto
nell'albero e nell'acqua e nel fuoco.
La vita
forse
è una strada lunga che ogni
giorno una donna con un
cesto percorre la vita forse
è una corda con cui l'uomo si impicca
a un ramo la vita forse è un bambino
che torna da scuola o l'attraversare
stordito di un passante che si leva il
cappello a chi passa e
con un sorriso insensato dice:
"buongiorno".
La vita forse è quel momento immobile in cui
il mio sguardo si disperde nella pupilla dei tuoi occhi
ed in questo c'è un senso
che mescolerò nell'impressione della luna e la percezione delle tenebre.
In una stanza grande quanto una solitudine
il mio cuore
grande quanto un amore
guarda ai semplici appigli della sua felicità
al declino dei fiori nel vaso
al piccolo albero che hai piantato nel nostro giardino
e alla canzone dei canarini
che cantano per tutta la finestra. Ah...
questa è la mia parte
questa è la mia parte
la mia parte è
un cielo che una tenda appesa mi nasconde
la mia parte è
scendere da una scala abbandonata
in mezzo al marcio e alla nostalgia
e ritornare all'origine la mia parte è
una passeggiata triste nel giardino delle memorie
e morire nel dolore di una voce che mi dice:
"Amo le tue mani".
Pianterò le mie mani nel giardino
Le farò crescere, lo so, lo so, lo so
e le rondini faranno le uova
tra le mie dita macchiate di inchiostro
Metterò alle mie orecchie
ciliegie rosse gemelle
E alle mie unghie attaccherò i petali della dalia
C'è un vicolo dove
i ragazzi miei innamorati, ancora
bighellonano con gli stessi capelli spettinati con i colli sottili e i piedi ossuti
e pensano al sorriso innocente di una ragazza
che una notte è stato portato via dal vento.
C'è un vicolo che il mio cuore
ha rubato dalle vie della mia infanzia.
Il viaggio voluminoso nella linea del tempo ingravida la
linea secca del tempo con la forma... la forma di
un'immagine cosciente che ritorna dall'ospitalità di uno
specchio.
Ed è in questo modo
che qualcuno muore e
qualcuno resta.

Forough Farrokhzad

Rosy
11-February-2012, 15:54
Apro questa scatola del giorno
sperando di trovarti in offerta
forse non è il prezzo che mi spaventa
ma la data di scadenza
Anna Maria Guerrieri

:-P:-P

Rosy
13-February-2012, 19:42
Donna, non sei soltanto l' opera di Dio,
ma anche degli uomini, che sempre
ti fanno bella con i loro cuori.
I poeti ti tessono una rete
con fili di dorate fantasie;
i pittori danno alla tua forma
sempre nuova immoralità.
Il mare dona le sue perle,
le miniere il loro oro,
i giardini d' estate i loro fiori
per adornarti, per coprirti,
per renderti sempre più preziosa.
Il desiderio del cuore degli uomini
ha steso la sua gloria
sulla tua giovinezza.
Per metà sei donna, e per metà sei sogno.
Rabindranath Tagore

:-P:-P

Andrea
16-February-2012, 12:07
Ecco, è fatto, anche se nessuno

fuma nervoso in sala d'attesa.

Ecco, è fatto, anche se qualcuno

s'è tolto sveltamene dall'impresa.


Ecco, è fatto, adesso inizia il gioco

di essere un intero non metà

di non contare troppo,oppure poco:

il gioco lento della libertà.


Ecco, è fatto: sarà occhi e bocca,

orecchie, pelle e cuore da nutrire

senza gli aggravi della scontentezza:

un bene che tu tocchi e che ti tocca,

la concretezza del tuo divenire,

la cosa vera della tua bellezza


Roberto Piumini

Andrea
21-February-2012, 12:36
Mi sono liberata di uno dei miei eventuali futuri:
in questa decisione c'è almeno una qualche leggerezza.
Cammino svelta, ma non smetto di aver freddo.
Mi faresti scaldare accanto a te?
Non lasciarmi affamata. Rimani con me!
Parlami con quella tenerezza nella voce indifferente
infilami in una tasca, avvolgimi in una morbida sciarpa,
nelle maniche di una giacca. Dividi con me uno spicchio
d'arancia...


Izabela Filipiak

Rosy
21-February-2012, 22:48
"Questa neve violenta
ostinata e diagonale.
cade fortissima.
mi viene da pensare:
è una neve da romanzo di Puškin
è una neve da versi di Chlebnikov
è una nevicata russa, originale.
cade fortissima.
mi viene da pensare:
sarebbe bello se tu fossi un husky
portarti a spasso, nella neve, a giocare
portarti a spasso per tutta la città
metterti il guinzaglio, per l’eternità".

Francesca Genti (http://www.scompaginando.it/it/author/Francesca+Genti/) ( tratta da POESIE D'AMORE PER RAGAZZE kAMIKAZE)

:-P:-P

Aleciccio
01-March-2012, 11:16
Penelope

Non era possibile che non lo riconoscesse alla luce del focolare; non c’erano
i panni logori del mendicante, il travestimento, no; segni certi:
la cicatrice sul ginocchio, la forza, la furbizia nell’occhio. Terrorizzata,
appoggiando la schiena al muro, cercava una giustificazione,
ancora un intervallo di tempo di breve durata, per non rispondere,
per non tradirsi. Per lui, dunque, aveva speso vent’anni,
venti anni di attesa e di sogni, per quest’infelice,
per questo vecchio grondante sangue? Si lasciò cadere su una sedia
guardò lentamente i pretendenti morti sul pavimento, come se guardasse
i suoi propri desideri morti. E:”Bentornato”, gli disse,
sentendo estranea, lontana la sua voce. Sulle ginocchia il telaio suo
riempiva il soffitto di ombre a forma di grata; e quanti uccelli aveva tessuto
con cuciture rosse lucenti su fogliame verde, all’improvviso,
quella notte del ritorno, finirono in nera cenere
volando basso nel cielo piatto dell’estrema sofferenza.

Ghiannis Ritsos

daniela
04-March-2012, 12:57
MATERNITA'

Da dove sono venuto? Dove mi hai trovato?
Domandò il bambino a sua madre.
Ed ella pianse e rise allo stesso tempo e stringendolo al petto gli rispose:
tu eri nascosto nel mio cuore bambino mio,
tu eri il Suo desiderio.
Tu eri nelle bambole della mia infanzia,
in tutte le mie speranze,
in tutti i miei amori, nella mia vita,
nella vita di mia madre,
tu hai vissuto.
Lo Spirito immortale che presiede nella nostra casa
ti ha cullato nel Suo seno in ogni tempo,
e mentre contemplo il tuo viso, l’onda del mistero mi sommerge
perché tu che appartieni a tutti,
tu mi sei stato donato.
E per paura che tu fugga via
ti tengo stretto nel mio cuore.
Quale magia ha dunque affidato il tesoro
del mondo nelle mie esili braccia?

Rabindranath Tagore

Andrea
08-March-2012, 10:42
A tutte le donne

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra.


Alda Merini

daniela
08-March-2012, 16:57
830

a u g u r i -a- t u t t e- l e -d o n n e -e . . . a n c h e- a g l i- u o m i n i

Donna

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni…
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è a colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di fotografie ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!!!

di Madre Teresa di Calcutta

Aleciccio
14-March-2012, 15:50
Maria la serva

Si chiamava Maria tutto il tempo dei suoi 17 anni,
era capace d'avere l'anima e sorridere con gli uccellini,
pero la cosa importante fu che nella valigia le fu trovato
un bambino morto, di tre giorni appena, avvolto nei giornali di casa.
Che maniere erano quelle di peccare di peccare
dicevano le signore abituate alla discrezione,
e sollevavano le ciglia in segno d'orrore
con un breve volo non sprovvisto d'incanto.
I signori subito meditarono sui pericoli
della prostituzione o della mancanza di prostituzione
ricordavano le loro prodezze con puttanelle e servette
e dicevano severi: certo cara certo.
Al commissariato furono decenti con Maria,
la brancicarono solo dal sergente in su,
pero Maria era impegnata a sognare,
gli uccellini le si cancellarono sotto la pioggia di lacrime.
C'era tanta gente disgustata con Maria
per come lei impachettava i risultati dell'amore,
e opinavano che la galera le avrebbe restituito la decenza
o almeno francamente l'avrebbe resa meno rozza.
Quella sera le signore e i signori si profumavano
con ardore
per il bambino che diceva la verità,
per il bambino che era puro,
per il bambino che era tenero,
per il buono, infine,
per tutti i bambini morti che si caricavano nelle valigie
dell'anima,
e iniziarono d'improvviso a puzzare
mentre la grande città chiudeva le finestre.

Juan Gelman

Indigowitch
21-March-2012, 23:13
Trovo molto bella e toccante questa poesia che Pasolini scrisse pensando a Marilyn Monroe...

Da: "La Rabbia"

Del mondo antico e del mondo futuro
era rimasta solo la bellezza,
e tu, povera sorellina minore,
quella che corre dietro ai fratelli più grandi,
e ride e piange con loro, per imitarli,
e si mette addosso le loro sciarpette,
tocca non vista i loro libri, i loro coltellini,
tu sorellina più piccola,
quella bellezza l'avevi addosso, umilmente,
e la tua anima di figlia di piccola gente,
non hai mai saputo di averla,
perché altrimenti non sarebbe stata bellezza.

Sparì, come un pulviscolo doro.
Il mondo te l'ha insegnata e
così la tua bellezza divenne sua.

Dello stupido mondo antico
e del feroce mondo futuro
era rimasta una bellezza che non si vergognava
di alludere ai piccoli seni di sorellina,
al piccolo ventre così facilmente nudo.
E per questo era bellezza, la stessa
che hanno le dolci mendicanti di colore,
le zingare, le figlie dei commercianti
vincitrici ai concorsi a Miami o a Roma.

Sparì, come una colombella d'oro.
Il mondo te l'ha insegnata,
e cosi' la tua bellezza non fu piu' bellezza.

Ma tu continuavi ad esser bambina,
sciocca come l'antichità, crudele come il futuro,
e fra te e la tua bellezza posseduta dal potere,
si mise tutta la stupidità e la crudeltà del presente.
Te la portavi sempre dietro,
come un sorriso tra le lacrime,
impudica per passività, indecente per obbedienza.
L'obbedienza richiede molte lacrime inghiottite,
il darsi agli altri, troppi allegri sguardi
che chiedono la loro pietà.

Sparì come una bianca ombra d'oro.
La tua bellezza sopravvissuta dal mondo antico,
richiesta dal mondo futuro,
posseduta dal mondo presente,
divenne così un male.

Ora i fratelli maggiori finalmente si voltano,
smettono per un momento i loro maledetti giochi,
escono dalla loro inesorabile distrazione,
e si chiedono: E' possibile che Marilyn,
la piccola Marilyn ci abbia indicato la strada?
Ora sei tu, la prima, tu la sorella piu' piccola,
quella che non conta nulla,
poverina, col suo sorriso,
sei tu la prima oltre le porte del mondo
abbandonato al suo destino di morte.

Pier Paolo Pasolini

Rosy
21-March-2012, 23:29
Bellissima. Non la conoscevo!
ciao!Rosy

daniela
27-March-2012, 23:08
Sgorgo

Per troppa vita che ho nel sangue tremo
nel vasto inverno.-
E all’improvviso,come per una fonte che si scioglie
nella steppa,una ferita che nel sonno
si riapre,-perdutamente nascono pensieri
nel deserto castello della notte. -
Creatura di fiaba, per le mute
stanze, dove si struggono lampade
dimenticate,lieve trascorre una parola
bianca:si levano colombe sull’altana
come alla vista del mare.
– Bontà, tu mi ritorni:
si stempera l’inverno nello sgorgo
del mio più puro sangue,
ancora il pianto ha dolcemente nome
perdono.-

Antonia Pozzi

daniela
30-March-2012, 23:16
Lieve offerta

Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera
come le estreme foglie
dei pioppi, che s’accendono di sole
in cima ai tronchi fasciati
di nebbia -

Vorrei condurti con le mie parole
per un deserto viale, segnato
d’esili ombre -
fino a una valle d’erboso silenzio,
al lago -
ove tinnisce per un fiato d’aria
il canneto
e le libellule si trastullano
con l’acqua non profonda -

Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera,
che la mia poesia ti fosse un ponte,
sottile e saldo,
bianco -
sulle oscure voragini
della terra.

Antonia Pozzi

Aleciccio
10-April-2012, 14:58
Nello sfregio della notte

Sto nello sfregio della notte.
Senza intesa. Senza accollarmi il fagotto e
salvarlo. Oggi non salvo. Sono io la bufera
che rovina. Sono la spina, il buco, l’inciampo.
Sono io l’innesto sbagliato che darà un frutticino
sgorbio. Sono il relitto il rifiuto, la cosa rotta
l’urlo incenerito, la cappa che fa fumo. Sono io.

Mariangela Gualtieri

Aleciccio
12-April-2012, 10:14
Sono una donna pericolosa
Non porto bombe né bambini in grembo
Non porto fiori né miscugli incendiari
Porto scompiglio nella tua ragione, nelle tue teorie, nel tuo realismo
Perché non giacerò nelle tue trincee
Né scaverò trincee per te
Né mi unirò alla tua lotta armata
Per trincee più belle e più grandi
Non camminerò con te né per te
Non vivrò con te, né morirò per te
Ma neppure cercherò di negarti
Il tuo diritto a vivere e a morire
Non dividerò con te neppure un centimetro di questa terra
Finché tu sei maledettamente proteso verso la distruzione
Ma neppure negherò che siamo fatti della stessa terra
Nati dalla stessa Madre
Non ti permetterò di levigare la mia vita alla tua
Ma ti dirò che le nostre vite sono legate insieme
E esigerò che tu viva per comprendere
Questa cosa importante
Che sono una donna pericolosa
Perché devi sapere, signore, che
Sono una donna pericolosa
Perché non tacerò niente di tutto questo
Non colluderò per te
Non avrò fiducia in te né ti disprezzerò
Sono pericolosa perché non rinuncerò, non tacerò
Né mi adatterò alla tua versione della realtà
Tu hai congiurato per svendere la mia vita
E io sono molto pericolosa
Perché non potrò perdonare né dimenticare
Né mai congiungerò per svendere la tua in cambio.

Cavanagh Joan

Andrea
17-April-2012, 11:32
Io sono la ragazza con la valigia.
E ho un cappotto blu
vado di notte.
Su questo lungomare che è la vita.
E il vento batte sulle palme scardinate
la pioggia batte sulle stagioni andate
il mare scardina le barche di immigrate.
Io sono qui. Ti aspetto alla frontiera.
Al guinzaglio dell’orso della luna,
il fango nelle mani, per fare un neonato.
Tu aspettami inchiodato, nella sera.

Francesca Genti

Rosy
17-April-2012, 14:30
"Ci sono uomini che non ci pensano mai.
Ma tu sì. Tu arrivavi
E mi dicevi che avresti voluto comprarmi dei fiori
Ma poi qualcosa era andato storto.

Il negozio era chiuso. O avevi dei dubbi.
Quel genere di dubbi che menti come le nostre sembrano sempre avere.
O avevi pensato
Che io non volessi i tuoi fiori.

Io a quel punto sorridevo. E ti abbracciavo.
Sorrido ancora adesso.
Perché vedi, quei fiori che non mi hai mai portato
Durano ancora".

Wendy Cope

:-P:-P

mancinerie
20-April-2012, 21:01
Voglio dedicare questa poesia
A tutte le donne amate
Per qualche istante segreto.
A quelle conosciute appena,
Che un destino diverso porta via
E che non si ritrovano più.
A quella che si vede apparire
Per un secondo alla finestra
E che, rapida, scompare via,
Però la sua sagoma snella
È tanto graziosa e sottile
Da rimanerne rasserenato.
Alla compagna di viaggio,
I cui occhi, affascinante paesaggio
Fan sembrare breve il cammino
E che si è il solo, forse, a capire
Ma che, però, si lascia scendere
Senza averle sfiorato la mano.
All'esile e leggera ballerina di walzer
Che vi è parsa così triste e nervosa
In una notte di carnevale,
Che è voluta rimanere ignota
E che non è più ritornata
A volteggiare in un altro ballo.
A quelle che sono già prese
E che vivendo delle ore grigie
Accanto a uno ormai troppo diverso
Vi hanno, inutile follia,
Fatto vedere la malinconia
D'un avvenire disperante.
A quelle timide innamorate
Che sono restate in silenzio
E che ancora vi rimpiangono,
A quelle che se ne sono andate
Lontane da voi, tristi, abbandonate,
Vittime d'uno stupido orgoglio.
Immagini care appena scorte,
Speranze d'un giorno deluse,
Domani sarete nell'oblio
Per quel poco di felicità che sopravvenga
E' raro che ci si ricordi
Degli episodi del cammino.
Ma se la vita è andata male,
Si pensa con un po' di rimpianto
A tutte quelle felicità intraviste,
Ai baci che non si osò prendere,
Ai cuori che forse vi attendono,
Agli occhi mai più rivisti
Allora, nelle sere di stanchezza
Mentre si popola la propria solitudine
Di fantasmi del ricordo
Si piangono le labbra assenti
Di tutte quelle belle passanti
Che non si è saputo trattenere.

Antoine Pol

daniela
22-April-2012, 23:27
Certo che fa male

Certo che fa male, quando i boccioli si rompono.
Perché dovrebbe altrimenti esitare la primavera?
Perché tutta la nostra bruciante nostalgia
dovrebbe rimanere avvinta nel gelido pallore amaro?
Involucro fu il bocciolo, tutto l’inverno.
Cosa di nuovo ora consuma e spinge?
Certo che fa male, quando i boccioli si rompono,
male a ciò che cresce
male a ciò che racchiude.

Certo che è difficile quando le gocce cadono.
Tremano d’inquietudine pesanti, stanno sospese
si aggrappano al piccolo ramo si gonfiano, scivolano
il peso le trascina e provano ad aggrapparsi.
Difficile essere incerti, timorosi e divisi,
difficile sentire il profondo che trae, che chiama
e lì restare ancora e tremare soltanto
difficile voler stare
e volere cadere.

Allora, quando più niente aiuta
si rompono esultando i boccioli dell’albero,
allora, quando il timore non più trattiene,
cadono scintillando le gocce dal piccolo ramo,
dimenticano la vecchia paura del nuovo
dimenticano l’apprensione del viaggio -
conoscono in un attimo la più grande serenità
riposano in quella fiducia
che crea il mondo.

Karin Boye

daniela
30-April-2012, 23:10
Poesie segrete

Nella Casa dell'Anima s'aggirano le Passioni
belle donne abbigliate in seta,
il capo adorno di zaffiri.
Dalla porta fin nell'interno della casa
tutte governano le sale. Nella più grande
di notte, quando brucia loro il sangue
danzano e bevono, i capelli sciolti.

Fuori dalle sale, pallide e malvestite,
con abiti di un tempo fuori moda,
s'aggirano le Virtù ascoltando amareggiate
la festa che fanno le ubriache etere.
Coi visi incollati ai vetri delle finestre
osservano in silenzio, pensierose,
le luci, i diamanti e i fiori della danza.

Kavafis

Andrea
02-May-2012, 11:49
Quello che ogni donna dovrebbe avere in borsa.
Mia madre mi ha dato la preghiera di Santa Teresa.
Ho aggiunto un vecchio biglietto della metropolitana, kleenex,
mentine, un assorbente, pesetas,
un fiorino. Non mi aspetto niente, sia chiaro,
ma del resto non mi fido di te, quindi: una confezione da 3.
Ho una penna. C’è spazio per il mio angelo custode,
ma dovrà piegare le ali. Il passaporto.
Una chiave. Ansia, per quello che (non) ho detto
quando una volta (non) avevi bisogno di me. Un analgesico.
Una carta di credito. Il suo viso l’ultima volta,
la mia impazienza, la mia inutile giovinezza.
Quel sacchetto vuoto, il mio cuore. Una scatola di fiammiferi.


Maura Dooley

daniela
03-May-2012, 23:58
L’arte di perdere non è difficile da imparare;
così tante cose sembrano pervase dall’intenzione
di essere perdute, che la loro perdita non è un disastro.

Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta il turbamento
delle chiavi perdute, dell’ora spr...ecata.
L’arte di perdere non è difficile da imparare.

Poi pratica lo smarrimento sempre più, perdi in fretta:
luoghi, e nomi, e destinazioni verso cui volevi viaggiare.
Nessuna di queste cose causerà disastri.

Ho perduto l’orologio di mia madre.
E guarda! L’ultima, o la penultima, delle mie tre amate case.
L’arte di perdere non è difficile da imparare.

Ho perso due città, proprio graziose.
E, ancor di più, ho perso alcuni dei reami che possedevo, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è stato un disastro.

Ho perso persino te (la voce scherzosa, un gesto che ho amato). Questa è la prova. È evidente,
l’arte di perdere non è difficile da imparare,
benché possa sembrare un vero (scrivilo!) disastro.

Elisabeth Bishop

Andrea
04-May-2012, 11:18
Tutte le profezie raccontano
Che l'uomo creerà la propria distruzione.
Ma i secoli e la vita che sempre si rinnova
Hanno anche generato una stirpe di amatori e sognatori;
uomini e donne che non sognano la distruzione del mondo,
ma la costruzione di un mondo pieno di farfalle e usignoli.
Li hanno chiamati illusi, romantici, pensatori di utopie,
hanno detto che le loro parole sono vecchie
e in effetti lo sono,
perché la memoria del paradiso è antica
nel cuore dell'uomo.
Sono pericolosi - stampavano le grandi rotative
Sono pericolosi - dicevano i presidenti nei loro discorsi
Sono pericolosi - mormoravano gli artefici di guerra
Bisogna distruggerli- stampavano le grandi rotative
Bisogna distruggerli - dicevano i presidenti nei loro discorsi
Bisogna distruggerli - mormoravano gli artefici di guerra
I portatori di sogni conoscevano il loro potere
e perciò non si sorprendevano.
E sapevano anche che la vita li aveva generati
per proteggersi dalla morte annunciata dalle profezie.
E perciò difendevano la loro vita anche con la morte.
E perciò coltivavano giardini pieni di sogni
che esportavano con grandi nastri colorati;
e i profeti dell'oscurità passavano notti e giorni interi
controllando tutti i passaggi ed i sentieri,
cercando quei carichi pericolosi
che non hanno mai potuto intercettare,
perché chi non ha occhi per sognare
non vede i sogni né di giorno né di notte.
E nel mondo si è scatenato un gran traffico di sogni
che i trafficanti della morte non riescono a bloccare;
e dappertutto ci sono quei pacchetti con grandi nastri colorati
che solo questa nuova stirpe di veri esseri umani può vedere
E i semi dei loro sogni non si possono scoprire
perché vanno avvolti in rossi cuori
o in larghi vestiti di maternità
dove i piedini sognatori caprioleggiano nei ventri che li vogliono portare.

Gioconda Belli

daniela
04-May-2012, 16:41
Tenta un sacco di gente la mia anima,
Ho più nomignoli io d’un calendario,
Di discepoli, dietro alla mia anima,
Mi sa che c’è un intero monastero!
E che lecchini questi fraticelli!
Non passa giorno che non mi battezzino!
Questo — Aquilotto, quello — Cardellino,
Ognuno mi dà un nome a modo suo.
Oh quanti protettori e protettrici —
Per la peggiore delle delinquenti!
A dormire con me, nel sonno eterno,
Verranno i cari elenchi dei miei nomi.
Tutti, indistintamente, m’han chiamato,
Con mille nomi, non uno col mio.

Marina Cvetaeva

Aleciccio
14-May-2012, 17:43
Poesia

Quando stavo con mia madre
mi sentivo sicura
lei mi proteggeva
dal dolore e dalla disperazione
e anche ora sarebbe disposta a tenersi tutto dentro
come sanno fare le donne
e non ne parlano mai
e ciascuna se lo porta
chiuso dentro di sé
come se lei fosse l’unica
a sapere

Angela Hambling

daniela
24-May-2012, 16:20
La vita ha due facce:
Positiva e negativa.
Il passato è stato duro
ma ha lasciato la sua eredità.
Saper vivere è la grande sapienza
... che rende degna
la mia condizione di donna,
accettare le sue limitazioni
e diventare, come una pietra, la sicurezza
dei valori che stanno crollando.
Sono nata in tempi difficili.
Ho accettato contraddizioni
lotte e pietre
come lezioni di vita
e di queste mi servo.
Ho imparato a vivere.

Cora Coralina

daniela
24-May-2012, 23:34
Sempre questa sensazione di inquietudine
di attesa d’altro.
Oggi sono le farfalle e domani sarà la
tristezza inspiegabile,
la noia o l’ansia sfrenata
... di rassettare questa o quella stanza,
di cucire, andare qua e là a fare commissioni,
e intanto cerco di tappare l’Universo con un dito,
creare la mia felicità con
ingredienti da ricetta di cucina,
succhiandomi le dita di tanto in tanto,
di tanto in tanto sentendo che mai potrò essere sazia,
che sono un barile senza fondo,
sapendo che “non mi adeguerò mai”,
ma cercando assurdamente di adeguarmi
mentre il mio corpo e la mia mente si aprono,
si dilatano come pori infiniti
in cui si annida una donna che avrebbe
voluto essere
uccello, mare, stella,
ventre profondo che dà alla luce Universi
splendenti stelle nove…
e continuo a far scoppiare Palomitas nel cervello,
bianchi bioccoli di cotone,
raffiche di poesie che mi colpiscono
tutto il giorno e
mi fanno desiderare di gonfiarmi come un
pallone per contenere
il Mondo, la Natura, per assorbire tutto e stare
ovunque, vivendo mille e una vita differente…
Ma devo ricordarmi che sono qui e che
continuerò
ad anelare, ad afferrare frammenti di chiarore,
a cucirmi un vestito di sole,
di luna, il vestito verde color del tempo
con il quale ho sognato di vivere
un giorno su Venere.

Gioconda Belli

daniela
08-June-2012, 23:14
Questa roccia un tempo invisibile
nel suo fiume di ghiaccio, ora è malata.
Un uomo si arrampica all'altezza delle nuvole
per coglierne uno sguardo,
per far rinvenire questo incurabile colore di sangue,
infezione di luce.

In un mondo di granato
qualcosa turba la roccia
un'eruzione, un bagliore che prude
che non dormirà e non sarà placato,
un cielo notturno di stelle senza cielo
o notte; e le stelle che pungono.

Janet Frame

Andrea
14-June-2012, 11:45
La bambola meccanica


Più di così,
sì molto più ancora
si può restare in silenzio
Per ore,
con lo sguardo immobile dei cadaveri,
si può fissare il fumo di una sigaretta
la forma di una tazza
un pallido fiore sul tappeto
un vago tratto sul muro
Con le rigide dita
si può scostare la tenda
e guardare fuori la pioggia che batte,
il bimbo e l’aquilone dipinto
sotto il porticato
e il vecchio carro
attraversare chiassoso la piazza deserta
Vicino alla tenda
si può restare immobili
senza vedere, senza sentire
Con la voce aliena e artefatta
si può gridare forte
“Io amo”
Tra le braccia vigorose di un uomo,
si può essere una donna sana e bella
Con il corpo dalla pelle tesa
con i seni duri e pieni
si può inquinare
nel letto di uno sbronzo, un randagio, un folle
la purezza di un amore
Si può beffare con astuzia
ogni incomprensibile enigma
e accontentarsi di un cruciverba
Si può essere felici
di una risposta banale di cinque o sei lettere,
sì, una risposta banale
Ci si può inginocchiare,
tutta la vita, a testa bassa,
innanzi a un santuario freddo
Si può vedere Dio in una tomba ignota
Si può credere in Dio
Per una piccola moneta
Si può lentamente marcire
come un vecchio predicare
nelle piccole stanze di una moschea
Si può, come lo zero,
nelle divisioni e nelle moltiplicazioni,
restare sempre immutati
si può considerare il tuo sguardo di rancore
il bottone scolorito di una vecchia scarpa
e come l’acqua prosciugarsi nel proprio fossato
Si può nascondere timidamente
in fondo a un vecchio baule,
come una buffa istantanea in bianco e nero,
la bellezza di un attimo
Si può appendere
nella cornice vuota di una giornata
l’immagine di un condannato, vinto crocefisso
si possono coprire,
dietro le maschere, le crepe del muro
o aggiungere ancora altre inutili figure
Si può guardare al proprio mondo
con gli occhi vitrei della bambola meccanica
Si può dormire in una scatola di panno ruvido
con il corpo riempito di paglia
tra pizzi e perline
e a ogni volgare pressione delle dita
gridare invano
“oh, come sono felice”.


Forough Farrokhzad

daniela
15-June-2012, 23:09
Mi alzo
il vago grigiore della finestra
il freddo
la polvere della strada
la notte si affila
s'interroga di colpo
mentre si riscaldono le foglie sui rami
assumono luminosità
tagliente
la voce
la complessione
soldi
indizi
tracce
la corda tesa vibra
per questo slancio
per quell'altezza
alla base
uno sguardo
verticale
assoluto.

Marina Ivanovna Cvetaeva

daniela
19-June-2012, 23:25
L'anima mia ha una smania
tale d'altri paesi
che pare senza patria.
Sono in terre lontane, i grandi massi
su cui si posa il mio pensiero.
Uno straniero ha scritto strane frasi
sulla lavagna dura dell'anima mia.
Per notti e giorni sto ad almanaccare
su cose mai successe.
L'anima ha sete. Ma ha bevuto, un giorno.

Edith Södergran

daniela
22-June-2012, 23:18
Lo so, la purezza non frutta,
dalle vergini non nascono figli,
è la suprema legge dell'impuro
la tassa sulla vita.

Azzurre farfalle generano bruchi,
generano frutti i fiori tutt'intorno,
la neve bianca è cassata,
la terra calda è infetta.

Incontaminato l'etere dorme,
l'atmosfera brulica di microbi,
puoi non nascere se non vuoi,
ma se esisti ti aspetta la tomba.

È felice la parola nella mente,
pronunciata, l'orecchio la diffama,
su quale piatto della bilancia
pesare - sogno muto o fama?

Tra silenzio e colpa
cosa scegliere - mandrie o loti?
Oh, il dramma di morire in bianco
o la morte di vincere comunque...

Ana Blandiana

daniela
28-June-2012, 23:09
Ancora ho paura di legarti con il filo del mio respiro,
di vestirti con le azzurre bandiere del sogno,
di accendere fiaccole alle porte di nebbia
del mio oscuro castello, perché tu possa trovarmi...
Ancora ho paura di scioglierti dai giorni luccicanti,
dalla caduta dorata del fiume solare del tempo,
quando sul volto terribile della luna
schiuma, d'argento, il mio cuore.
Alza gli occhi e non guardarmi!
Calano le bandiere, consumate sotto le fiaccole
e la luna descrive la sua orbita
E' tempo che tu venga e mi prenda, sacra follia!

Ingeborg Bachmann

Aleciccio
13-July-2012, 12:43
MIA DI NESSUNOMía Gallegos.
Mia di nessuno. Mia di me.
Senza una biografia.
Dolce. Quasi acida.
Con un destino tracciato
in una croce.
Mía Gallegos. Mia di nessuno,
di nessuno, nessuno, nessuno, nessuno.
Avvinghiata alla dolcezza
come all’unico pane che non conforta.
Mia di nessuno. Mia di me.
Senza aria. In ombra.
Lascia che il tempo passi.
Lascia che la vita passi.
Lascia che l’amore passi.
Lascia che la morte passi.
Mia senza biografia e senza antenati.
Senza radici.
Né santa
né puttana.
Mia di me.


MÍA GALLEGOS

Rosy
18-July-2012, 16:25
AMORE DI LONTANANZA
Ricordo che, quand’ero nella casa
della mia mamma, in mezzo alla pianura,
avevo una finestra che guardava
sui prati: in fondo, l’argine boscoso
nascondeva il Ticino e, ancor più in fondo,
c’era una striscia scura di colline.
Io allora non avevo visto il mare
che una sol volta, ma ne conservavo
un’aspra nostalgia da innamorata.
Verso sera fissavo l’orizzonte;
socchiudevo gli occhi; accarezzavo
i contorni e i colori tra le ciglia:
e la striscia dei colli si spianava,
tremula, azzurra: a me pareva il mare
e mi piaceva più del mare vero.
Antonia Pozzi

Rosy
25-July-2012, 22:15
QUANDO SARò VECCHIA
Quando sarò vecchia, e rilassata,
E senza più questo desiderio,
Con i Ricordi a dividere il mio letto
E la Pace a dividere il mio fuoco,
Pettinerò i miei capelli in trecce frangiate
Al di sotto della mia cuffia pulita,
E guarderò le mie fredde e fragili mani
Giacer leggere sopra il mio grembo.
E avrò una veste ricamata
Con un pizzo a sfiorar la mia gola;
Tirerò le mie tende sulla città,
E canticchierò a bocca chiusa.
E dimenticherò come si piange,
E mi dondolerò, e mescolerò il mio tè.
Ma oh, come vorrei che quegli anni benedetti
Arrivassero più avanti di quanto faranno!
Dorothy Parker

Rosy
29-August-2012, 17:24
ESSERE DONNA


Essere donna, l’ho sempre
considerato un fatto positivo,
un vantaggio,
una sfida gioiosa e aggressiva.
Qualcuno dice che le donne
sono inferiori agli uomini,
che non possono fare
questo e quello.
Ah si? Vi faccio vedere io!
Che cosa c’è da invidiare agli uomini?
Tutto quello che fanno, lo posso fare anch’io.
E in più,
so fare anche un figlio.
Joyce Lussu
(
(Da Padre Padrone Padreterno, 1976)

Aleciccio
04-September-2012, 16:38
L'anima nuda

Ti dò per quello che sono
né più né meno
di ciò che posso
per i miei pregi e difetti
e le incertezze
che mi compongono.
Ti offro la possibilità
di un futuro possibile,
il coraggio di chi osa
la paura di chi non sa
la passione di chi ama,
un sogno per la vita.
Ti dò per quello che sono
per quello che posso
per quello che ho,
forte fragile determinata
timida e coraggiosa
passionale fino in fondo
misteriosa e lunatica
Ti offro quello che c’è,
semplicemente la mia anima
spoglia di ogni ipocrisia,
colma di sogni e speranze
di sincerità di chi ti ama
di fiducia di chi in te crede
e tante pagine bianche
dove scrivere di noi.
Quello che ti offro
è una parte di “me”
per una parte di “te”.

Silvana Stremiz

Aleciccio
20-September-2012, 16:28
Io ti amo quando piangi
e amo il tuo viso annuvolato e triste.
La tristezza ci unisce e ci divide
senza che io sappia
senza che tu sappia.
Quelle lacrime che scorrono,
io le amo
e in loro amo l’autunno.
Alcune donne hanno dei bei visi
ma diventano più belli quando piangono.

Nizar Qabbani

Andrea
15-October-2012, 13:17
I fiori vengono in dono e poi si dilatano
una sorveglianza acuta li silenzia
non stancarsi mai dei doni.


Il mondo è un dente strappato
non chiedetemi perché
io oggi abbia tanti anni
la pioggia è sterile.


Puntando ai semi distrutti
eri l'unione appassita che cercavo
rubare il cuore d'un altro per poi servirsene.


La speranza è un danno forse definitivo
le monete risuonano crude nel marmo
della mano.


Convincevo il mostro ad appartarsi
nelle stanze pulite d'un albergo immaginario
v'erano nei boschi piccole vipere imbalsamate.


Mi truccai a prete della poesia
ma ero morta alla vita
le viscere che si perdono
in un tafferuglio
ne muori spazzato via dalla scienza.


Il mondo è sottile e piano:
pochi elefanti vi girano, ottusi.


Amelia Rosselli

Claire
17-October-2012, 22:58
Una finestra

Una finestra per vedere
una finestra per sentire
una finestra che come bocca di un pozzo
giunga in fondo al cuore della terra.
E si apra lungo questa continua grazia azzurra,
una finestra che nel favore notturno del profumo di nobili stelle
trabocchi di piccole mani della solitudine,
e da lì potremo invitare il sole
all’esilio dei gerani.Mi basta una finestra.Vengo dal paese delle bambole
sotto l’ombra di alberi di carta
nel giardino di un libro illustrato
dalle stagioni secche dell’esperienza arida dell’amicizia e dell’amore]
dai sentieri polverosi dell’innocenza
dagli anni fiorenti nelle pallide lettere dell’alfabeto
da dietro i banchi di una scuola malsana
quando i bambini ormai sapevano
scrivere sulla lavagna la parola pietra
gli stormi confusi volarono dai vecchi alberi.Vengo dal cuore fra le radici di piante carnivore
e la mia testa ancora
trema all’urlo terribile di una farfalla
crocifissa sull’album con uno spillo.Quando la mia fede era impiccata alle fragili corde della giustizia
e in tutta la città
facevano a pezzi il cuore dei miei occhi,
quando soffocarono con il fazzoletto nero della legge
gli occhi infantili del mio amare
e dalle tempie pulsanti della mia speranza
sgorgavano fiotti di sangue,
quando la mia vita ormai non era più nulla,
nulla, se non il tic-tac di un orologio,
capii che dovevo amare,
amare, amare follemente.Mi basta una finestra.
una finestra nell’ora dell’intesa, dello sguardo, del silenzio.
Adesso l’albero di noci è talmente cresciuto
che spiega alle sue giovani foglie
la presenza del muro.Chiedi allo specchio
il nome che ti salverà,
la terra che freme sotto i tuoi passi
non è più sola di te stessa?I profeti del nostro tempo
hanno forse portato le scritture della rovina?Queste esplosioni continue,
e le nuvole sporche
sono forse l’annuncio di un canto sacro?Tu, amico, tu, fratello, tu che hai il mio stesso sangue
quando arriverai sulla luna
scrivi la storia della strage dei fiori.Sempre i sogni
s’infrangono dall’alto e muoiono,
io annuso il quadrifoglio
che spunta sulla tomba di antichi sensi.La donna che divenne polvere nel sudario dell’attesa e del pudore,]
era forse la mia giovinezza?
Salirò di nuovo, io, per le scale della curiosità
per salutare il buon Dio che cammina sul tetto di casa?
Sento che il tempo è trascorso
sento che è un istante la mia parte
tra le pagine di storia
sento che il tavolo è il pretesto di una pausa
tra i miei capelli e le mani di questo triste sconosciuto.Parla, parla con me
esiste forse qualcuno che conceda a te il suo corpo caldo?
E da te non desideri altro che sentire la vita che scorre?
Parla, parla con me,
salva,
al riparo della mia finestra,
sono amica del sole.

Forugh Farrokhzad

traduzione di Domenico Ingenito

Andrea
20-October-2012, 15:34
Sempre caro mi fu stare qui chiusa
e questo speco ch’è camera oscura,
guardo d’amante che musa m’includa.
Ma sedendo e mimando la sua parte
anch’io mi miro per occhi sovrumani,
godendo diva la profonda quiete
ove io mi fingo un fallo fra le cosce,
poeta obtorto collo, e come il vento
odo frusciare sulle labbra mie quello
suono di lui che a questa straba voce
vo comparando: e mi sovvien gli eterni
fiati in fuga da silvie morte lune,
presente e viva di rimorsi imago.
Annega immenso il pensier mio nel suo:
e sprofondar spaura in dolce specchio.
EPPURE ANCORA IN ME CERCANO IL BELLO

Rosaria Lo Russo

Andrea
20-October-2012, 15:36
Tanto vale che tu pensi una cosa o l’altra


di me; non sono alla mercé del caso, né


voglio la tua interpretazione, non avendone alcuna


io stessa a sopraffarmi. Ti ritiri nella


tua cella febbricitante, come un microscopico angelo


ingaggi battaglia con i miei pensieri, come se


fossero per il mio rivoluzionario cuore, una


promiscua campana. L’inferno stesso è ciò che


vuoi: un ago conficcato nella necessità, prevedendo


che non farò di meglio di quanto vuoi.




Amelia Rosselli

Aleciccio
30-October-2012, 09:51
Volto di donna, nel suo sonno
chiusa, sembra cullata
da qualche suono segreto
che tutta la riempie.
Dal suo corpo sonoro, addormentato,
ella trae la gioia
d´essere un tenero rumore
agli occhi del silenzio

Rainer Maria Rilke

Andrea
30-October-2012, 13:41
Monica e le altre

Sui marciapiedi del mondo,
sotto il suo sole soffocante
o sotto i neon di una camera,
Monica, Nawal, Maya, Aïcha, Laura, Sandra e Yoko
nel freddo
e le sue ruvide carezze,
vestite della veste leggera della loro pelle,
hanno trasformato i loro corpi
in boutiques
nelle quali
fanno mercato.
Venditrici di piacere
per chi ne ha bisogno,
toccano
quelli che nessuno vuole toccare
ed offrono un istante di tenerezza
(forse)
a quelli che non ne hanno mai diritto.
Soldi …
soldi …
soldi …
in cambio
di venti o trenta minuti
nei quali
Monica, Nawal, Maya, Aicha, Laura, Sandra e Yoko
aprono le loro boutiques
e chiudono gli occhi.



Maram al Masri

daniela
07-November-2012, 22:44
"La poesia è ciò che mi ha dato, come un sesto senso, la sensazione della presenza dell'altro nel mondo circostante. L'altro mi guarda dalle pietre, dalle piante, dagli animali, dalle nuvole, un altro che solo nei momenti di grande stanchezza si chiama nessuno".
Ana Blandiana

LEGAMI

Tutto è me stessa.
Datemi una foglia che non mi assomigli,
aiutatemi a trovare un animale
che non gema con la mia voce.
Là dove la calpesto la terra si spacca
e morti che hanno il mio sembiante
li vedo abbracciati a procreare altri morti.
Perché tanti legami con il mondo,
tanti progenitori e coatta discendenza
e tutto questo insensato somigliarsi?
M'incalza l'universo con i mie mille volti
e non posso difendermi se non contro me infierendo.

Ana Blandiana

daniela
07-November-2012, 22:48
NEL VILLAGGIO IN CUI RITORNO

Nel villaggio in cui ritorno
orologi a cucù sbriciolano il tempo
e grandi pezzi di silenzio
giacciono sparsi nella polvere del sentiero.
Le lancette si muovono sollecite,
insistendo a indicare qualcosa d'inguardabile.
Le ore sono cadute da tanto,
le lancette s'inseguono senza tregua
e disorientano, di quando in quando,
il cuculo appare e annuncia
la fine del mondo, cantando.

Ana Blandiana

daniela
07-November-2012, 22:49
LO SO LA PUREZZA

Lo so, la purezza non frutta,
dalle vergini non nascono figli,
è la suprema legge dell'impuro
la tassa sulla vita.

Azzurre farfalle generano bruchi,
generano frutti i fiori tutt'intorno,
la neve bianca è casata,
la terra calda è infetta.

Incontaminato l'etere dorme,
l'atmosfera brulica di microbi,
puoi non nascere se non vuoi,
ma se esisti ti aspetta la tomba.

È felice la parola nella mente,
pronunciata, l'orecchio la diffama,
su quale piatto della bilancia
pesare - sogno muto o fama?

Tra silenzio e colpa
cosa scegliere - mandrie o loti?
Oh, il dramma di morire in bianco
o la morte di vincere comunque...

Ana Blandiana

daniela
07-November-2012, 22:52
DOVREMMO

Dovremmo nascere vecchi,
già dotati d'intelletto,
capaci di scegliere la nostra sorte in terra,
quali sentieri si avviano dal crocevia d'origine
e irresponsabile sia solo il desiderio di andare avanti.
Poi, andando, ringiovanire, ringiovanire sempre più,
maturi e forti arrivare alla porta della creazione,
varcarla e nell'amore entrando adolescenti,
essere ragazzi alla nascita dei nostri figli.
Sarebbero più vecchi di noi comunque,
ci insegnerebbero a parlare, per addormentarci ci cullerebbero,
e noi scompariremmo sempre più, divenendo sempre più piccoli,
come un chicco d'uva, come un pisello, come un chicco di grano...

Ana Blandiana

daniela
08-November-2012, 23:17
Questo è l’enigma, l’ansia travolgente
di conoscere, il desiderio irresistibile di gettare l’ancora
in te, di possederti.
Come sarebbe la perplessità di essere te,
il mistero, la malattia di essere te e sapere
Come sarebbe lo stupore di essere te, davvero te e
con i tuoi occhi vedermi.
Come sarebbe percepire che ti amo
Come sarebbe, essendo te, sentirmelo dire
E come sarebbe, allora, sentire quello che senti tu.

Ana Rossetti

Andrea
11-November-2012, 13:39
Il golfo



Un golfo di silenzio ci separa,


io rimango su una sponda


tu sull’altra.


Non ti vedo, non ti sento, eppure


so che ci sei.


Spesso ti chiamo col tuo vezzeggiativo


vorrei che l’eco del mio richiamo fosse la tua voce.


Come attraversare il golfo? Non con la parola


o il tatto. Pensavo una volta


di colmarlo con le lacrime.


Ora voglio frantumarlo con la nostra risata.




Katherine Mansfield

daniela
11-November-2012, 18:06
Il golfo



Un golfo di silenzio ci separa,


io rimango su una sponda


tu sull’altra.


Non ti vedo, non ti sento, eppure


so che ci sei.


Spesso ti chiamo col tuo vezzeggiativo


vorrei che l’eco del mio richiamo fosse la tua voce.


Come attraversare il golfo? Non con la parola


o il tatto. Pensavo una volta


di colmarlo con le lacrime.


Ora voglio frantumarlo con la nostra risata.




Katherine Mansfield


bellissima!

daniela
20-November-2012, 16:19
Buongiorno

Superficialità! – Caro peccato,
Compagna mia e nemica mia carissima!
Tu versasti il sorriso nei miei occhi, E la mazurka in tutte le mie vene.
Da te ho imparato a non tener l’anello,
Non m’avrebbe la vita presa in sposa!
A cominciare a caso, dalla fine,
E a finire però sempre daccapo.
A essere fuscello, e essere acciaio,
In questa vita, in cui si può sì poco...
A scioglier la tristezza con la cioccolata,
E a sorridere in viso a chiunque passa!

Marina Cvetaeva

daniela
25-November-2012, 13:44
25 novembre 2012
Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza sulle donne

1343
O donne povere e sole,
violentate da chi
non vi conosce.
Donne che avete mani
sull’infanzia,
esultanti segreti
d’amore tenete conto
che la vostra voracità
naturale non
sarà mai saziata.
Mangerete polvere,
cercherete d’impazzire
e non ci riuscirete,
avrete sempre il filo
della ragione che vi
taglierà in due.
Ma da queste profonde
ferite usciranno
farfalle libere.

Alda Merini


Milano, colonne di San Lorenzo: l'installazione della messicana Elina Chauvet "Zapatos Rojos" rappresenta le donne vittime di violenza in tutto il mondo:

1342

Rosy
26-November-2012, 21:43
Sono tornata bella
e forse è questo l’ultimo mio autunno.
Bella più di quando gli piacqui nel sole,
bella e vana ai suoi assenti occhi,
come una foglia d’ombra.
Ma certe notti,
nel silenzio che più non turba il pianto,
invocata mi sento
con disperata sete
della sua bocca lontana.
Sibilla Aleramo

daniela
05-December-2012, 22:42
C’è qualcosa che non va in me.
Voglio soltanto vivere con l’intimo io del prossimo.
Di esso solo mi curo.
Odio vedere la quotidianità della gente,
le loro maschere, le loro falsità, la loro resa al mondo, la loro somiglianza agli altri, la loro promiscuità.
A me importa solo l’io segreto.
Cerco soltanto il sogno e l’isolamento.
Ho paura che ognuno parta, vada via,
che l’amore muoia in un istante.
Guardo la gente che cammina per la strada,
che cammina e nient’altro, ed è questo che sento:
camminano, ma vengono anche trascinati via.
Sono parte di una corrente.

Anais Nin

Andrea
06-December-2012, 14:49
Nei cieli liquidi, amniotici, notturni
sfrecciavano pianeti, robot, astronavi.
Erano, questi colori, qualcosa di meraviglioso.
Soprattutto quando lottavano i robot.
Lʼarancione mi ha salvato dalla malinconia.
Pezzi di pianeti si staccavano, se li tiravano addosso,
anche le stelle venivano mangiate.
Così per tutti i giorni, eternamente. Andando.
Fino a che si sprofondava nellʼinverno.
Le luci rinnovate del Natale, di nuovo, mi salvavano dal Male.

Francesca Genti (http://www.lisacorva.com/it/author/Francesca+Genti/)

Aleciccio
09-December-2012, 10:33
LETTERA II


Piove sulla sera e sul tuo ritratto.
La farfalla cura la sua allegria.
Dentro il calamaio è rimasta vuota
la penna con cui scrivo. Dorme il gatto.


Io guardo il sale, guardo la mia scarpa,
guardo la sera che diventa fredda.
Non mi appartiene nulla. Si direbbe
che il cielo per poco ha traslocato.


Ora che la brezza prega e il mare arde
le ragazze appostate nella sera
si sorrideranno dentro ogni specchio.


Poiché è domenica e nessuno piange,
ho tirato nel tempo i miei garofani
senza pensare a dove sei. Lontano.

CARILDA OLIVER

Rosy
10-December-2012, 19:58
Se una buona fata mi chiedesse cosa
vorrei che mi restituisca della mia gioventù,
le direi: Ridammi la voce!
Una volta riuscivo a cantare
tutte le mie pene,
ora, per darne sfogo, devo versare
un mare di lacrime.
Mila Kačič

daniela
26-December-2012, 16:10
C'è un incantesimo per ogni disgrazia
che nasce senza permesso nella solitudine.

Se tu m'avessi chiesto
cosa avrei voluto dalla vita,
t'avrei detto che avrei voluto il rumore dell'acqua
che accarezza inquietudini e rimuove certezze,
che inonda e cancella rughe di tempo
in cui ha la sua eternità l'anima.

Se tu m'avessi chiesto un sogno,
t'avrei detto quanto sarebbe stato bello
ascoltare con te accanto il rumore dell'acqua,
nell'inquietudine di una vita che passa.

Di tutto quel che è stato
rimane soltanto il rumore di un fiume che scorre.

Beatrice Niccolai

Rosy
26-December-2012, 19:12
Bellissima!
Rosy

Aleciccio
28-December-2012, 19:56
Ci sono donne gonfie d’amore
sono spade e forcelle
e assi nella manica.
Vitalità si sporge
dai capezzoli per un latte piccolo
all’infante.
Le condiziona la struttura celeste
quel tessere l’enigma
fino al velo scostato per pochissimo
fino alle sonde acute
di concentrazione.


Non sono donne in verità
ma passeri sporgenti su nidiate
inermi.
L’estate entra
nei vestiti
e s’infila
in un sudore d’ossa delicate.


Sono qui.
Portano parte del peso
una polvere di stelle primarie.
Soccorrono ridendo
le sponde d’un cielo
imperfetto che a volte cade.


Piangono. Ogni tanto.
Quel guastarsi del pane
il grave precipizio del tempo.
Sono che non c’è al mondo
bocca che rida meglio
di quella loro fiamma.
O leggerezza
in sponda d’infante.


Niente c’è che perfori
come l’incendio a festa
di quel riso.
Sono capanne
dove lo stanco pellegrino
piange un poco
in sere cupe di gravità terrestre.


Dicono “Si nasce in avanti. Verso la fonte
di tutta una luce. Al qui.
Al tempo. Al niente. Càlmati ora”.


Sono qui per questo.
Portare la parola.
Ridere. Stare senza pensiero.
Dare da mangiare.
Essere geniale svolta.
Pulire dove si sporca.
Miracolare.


Sono opera intera d’un amore
trapuntato di stelle.


Mariangela Gualtieri

daniela
17-January-2013, 23:25
Tu sei la somiglianza

Ti levi: l'acqua si spiega
Ti stendi: l'acqua si schiude.
Tu sei l'acqua distolta dai gorghi
Sei la terra che prende radice
E dove ogni cosa si fonda
Fai bolle di silenzio nel silenzio dei fragori
Canti inni notturni su corde dell'arcobaleno
Sei dovunque abolisci ogni strada
Tu sacrifichi il tempo
Alla gioventù eterna della fiamma esatta
Che vela la natura ricreandola
Donna, tu metti al mondo un corpo sempre eguale
Il tuo
Tu sei la somiglianza.

Paul Eluard

daniela
23-January-2013, 23:40
E Dio mi fece donna

E Dio mi fece donna,
con capelli lunghi,
occhi,
naso e bocca di donna.
Con curve
e pieghe
e dolci avvallamenti
e mi ha scavato dentro,
mi ha reso fabbrica di esseri umani.
Ha intessuto delicatamente i miei nervi
e bilanciato con cura
il numero dei miei ormoni.
Ha composto il mio sangue
e lo ha iniettato in me
perché irrigasse tutto il mio corpo;
nacquero così le idee,
i sogni,
l’istinto
Tutto quel che ha creato soavemente
a colpi di mantice
e di trapano d’amore,
le mille e una cosa che mi fanno donna
ogni giorno
per cui mi alzo orgogliosa
tutte le mattine
e benedico il mio sesso.

Gioconda Belli

Andrea
04-February-2013, 14:10
Elena di Troia balla sul balcone

Il mondo è pieno di donne
pronte a dirmi che dovrei vergognarmi
se solo potessero: Smetti di ballare.
Ritrova il tuo contegno
e un lavoro normale.
Certo. E il minimo sindacale,
e le vene varicose a stare in piedi per otto ore
dietro al solito bancone di vetro
imbacuccata fino al collo, anziché
nuda come un hamburger.
A vendere guanti, o cose del genere
invece di quel che vendo io.
Ci vuole talento
a spacciare qualcosa di così nebuloso
e senza forma materiale.
Sfruttata, direbbero. Certo, senza ombra
di dubbio, ma perlomeno posso scegliere
il modo, e poi mi prendo i soldi.

Il mio è un buon rapporto qualità-prezzo.
Come i predicatori, vendo visioni,
come la pubblicità del profumo, desiderio
o il suo facsimile. Come nelle barzellette
o in guerra, è tutta questione di tempismo.
Rivendo agli uomini i loro peggiori sospetti:
che tutto abbia un prezzo,
un pezzo per volta. Mi guardano e vedono
un massacro con la motosega appena prima che avvenga,
quando coscia, culo, macchia, fessura, tetta, e capezzolo
sono ancora uniti insieme.
Quanto odio gli batte dentro,
i miei adoratori gonfi di birra! Odio, o un ebbro
disperato amore. Vedendo la fila di teste
e occhi rovesciati, imploranti
ma pronti ad azzannarmi le caviglie,
capisco i diluvi e i terremoti, e l'impulso di pestare
le formiche. Mi muovo a ritmo,
e danzo per loro, perché
non lo sanno fare. La musica ha un odore volpino,
crepita come metallo riscaldato
e brucia le narici
o afosa come l'agosto, caliginoso e languido
come una città il giorno dopo il saccheggio,
quando lo stupro è fatto,
e la carneficina,
e i sopravvissuti vanno in giro
a cercare cibo
fra i rifiuti, e c'è solo un cupo sfinimento.

A proposito, è il sorriso
che mi estenua di più.
Il sorriso, e il far finta
di non sentirli.
Non li sento, infatti, perché dopo tutto
sono straniera per loro.
La loro parlata è ispida e gutturale,
ovvia come una fetta di spalla cotta,
ma io vengo dalla provincia degli dèi
dove i significati sono lirici e obliqui.
Io non mi svelo a tutti,
se ti avvicini all'orecchio te lo sussurro:
Mia madre fu stuprata da un sacro cigno.
Ci credi? Mi puoi portare fuori a cena.
È quello che diciamo a tutti i mariti.
Davvero, ci son tanti uccelli pericolosi in giro.

Certo che qua dentro solo tu
mi puoi capire.
Gli altri vorrebbero guardare
senza sentire nulla. Ridurmi alle componenti
come in una fabbrica di orologi o un mattatoio.
Spremere fuori il mistero.
Murarmi viva
nel mio stesso corpo.
Vorrebbero leggermi dentro,
ma non c'è niente di più opaco
della trasparenza totale.
Guarda - i miei piedi nemmeno toccano il marmo!
Come fiato o aerostato, mi sollevo,
lèvito a quindici centimetri da terra
nella mia luce di fiammeggiante uovo di cigno.
Pensi che non sia una dea?
Mettimi alla prova.
È una canzone-torcia* la mia.
Se mi tocchi bruci.

Margaret Atwood


*Torch song è la definizione di certe canzoni melodiche sentimentali cantate in particolare da donne nei pianobar.

Andrea
04-February-2013, 14:13
Su


Ti svegli col terrore in petto.
Senza un vero motivo.
La luce del mattino filtra dalla finestra,
gli uccelli cantano,
non riesci a scendere dal letto.


C'è qualcosa nelle lenzuola gualcite
che sporgono dai bordi come foglie
di giungla, le pantofole di spugna
aprono le scure fauci rosa per i tuoi piedi,
la colazione invisibile - ce n'è un po'
nel frigorifero che non ti azzardi
ad aprire - che non ti azzarderai a mangiare.


Cosa te lo impedisce? Il futuro. Il tempo futuro,
immenso come il firmamento.
Ti ci potresti perdere.
No. Non è così semplice. Il passato, la sua densità
e avvenimenti annegati che ti spingono giù,
come acqua del mare, come gelatina
che ti riempie i polmoni invece dell'aria.


Ma lascia perdere, alziamoci.
Prova a muovere il braccio.
Prova a muovere la testa.
Fa' finta che la casa sia in fiamme
e che se non fuggi bruci.
No, non serve a nulla.
Non ha mai funzionato.


Da dove arriva, questa eco,
questo enorme No che ti circonda,
silenzioso come le pieghe delle tende gialle
muto come il vivace


vaso messicano col suo carico
di fiori mummificati?
(Li hai scelti tu i colori solari,
non i toni secchi, neutri, dell'ombra.
Dio sa se ci hai provato).


Eccone una buona:
sdraiata sul letto di morte.
Ti resta un'ora da vivere.
Chi, di preciso, hai avuto bisogno
di tutti questi anni per perdonare?


Margaret Atwood

Andrea
08-February-2013, 16:37
È bello tornare
Togliersi le scarpe
Lavare via con l’acqua la polvere del lungo giorno
Toccare nuda le pareti nude della casa
Camminare come cieca tra i mobili, i libri, le lampade
come una cieca che possiede solo queste povere cose
Dovrei sistemare le porte, ridipingere il soffitto
smerigliare gli specchi dove mi smarrisco
dove guardo una che non può scappare da nessuna parte
perché la casa è una torre che nessuno conosce
Meglio così
Mi basta quello che ho
Mie sono le formiche assorte
il percorso brillante delle lumache
la rana appena nata nel bagno di mia figlia
e questo lungo blues per dire il tuo nome
come un trofeo.


Soledad Álvarez

Andrea
10-February-2013, 19:11
Nudo di donna in piedi


Sei ore così per pochi franchi.
Pancia capezzoli culo alla luce della finestra,
mi succhia il colore. Un po’ più a destra,
Madame. E cerca di stare ferma.
Sarò rappresentata analiticamente e starò appesa
in grandi musei. I borghesi andranno in solluchero
di fronte a una tale immagine di puttana di strada. La chiamano Arte.]
Forse. Lui si preoccupa di volume, spazio.
Io del prossimo pasto. Stai dimagrendo,
Madame, non va bene. I miei seni pendono
un po’ verso il basso, lo studio è freddo. Nelle foglie del tè
posso vedere la regina d’Inghilterra che fissa
le mie forme. Magnifiche, mormora,
andando avanti. Mi fa ridere. Si chiama
Georges. Mi dicono che è un genio.
Ci sono volte in cui non si concentra
e si irrigidisce in cerca del mio calore.
Mi possiede sulla tela mentre intinge il pennello
ripetutamente nel colore. Bello mio,
non puoi permetterti le arti che vendo.
Tutti e due poveri, ci guadagniamo da vivere come possiamo.
Gli chiedo. Perché lo fai? Perché
devo. Non c’è scelta. Non parlare.
Il mio sorriso lo confonde. Questi artisti
si prendono troppo sul serio. Di notte mi riempio
di vino e vado in giro nei bar a ballare. Quando è finito
me lo mostra con orgoglio, si accende una sigaretta. Dico
dodici franchi e prendo lo scialle. Non mi somiglia.


Carol Ann Duffy

Rosy
11-February-2013, 17:48
IL LAVORO DI VESTIRSI




Improvvisamente
quando mi sveglio la mattina
mi ricordo di me,
cautamente apro gli occhi
e inizio a vestimi.
Prima sistemo il mio gesto
di persona per bene.
Poi metto le buone
maniere, l'amore
filiale, il decoro, la morale,
la fedeltà coniugale:
ed alla fine lascio i ricordi.
Lavo accuratamente
il mio viso di buona cittadina
vista la mia deteriorata speranza,
mi metto in bocca le parole
spazzolo la bontà
e la indosso come un sombrero
e negli occhi
quello sguardo così affabile.

Maria Mercedes Carranza

Rosy
14-February-2013, 21:59
I recinti per polli sono la mia idea di paradiso.
Nessuno si accorge se crolla tutto;
e i polli dal cervello di gallina vagano in su e in giù
deponendo le uova nei posti sbagliati
e correndo sopra il cibo.
Ma chi se ne importa?
Ogni volta che infilzano un vermetto
sanno che il mondo è fatto per loro diletto;
perché cosa c'è di più comodo e incantevole
che scivolare dietro una sfilza di campanule
sguazzare nella polvere calda e soffice come piuma di tortora
prima di tornare a un nido tranquillo?
Se solo avessi avuto il buonsenso, Signore,
di trasformare mio marito in un recinto per polli,
tutta questa storia angosciante
non sarebbe mai successa.
Selima Hill

Aleciccio
05-March-2013, 18:05
Quante tu sono

Quante tu sono
in te,
come
chiodi sotto
strati di colore,
cicatrici
notate solo al
tatto, chiavi
rimaste
in fondo
ad un cassetto?
Elisa Biagini (Firenze, 1970), da L’ospite (Einaudi, 2004)

Claire
08-March-2013, 11:46
Notte bianca

Luce a una finestra. Una donna è sveglia
in quest’ora immobile.
Noi che lavoriamo così abbiamo lavorato spesso
in solitudine. Ho dovuto immaginarla
intenta a ricucirsi la pelle come io ricucio la mia
anche se
con un punto
diverso.

Alba dopo alba, questa mia vicina
si consuma come una candela
trascina il copriletto per la casa buia
fino al suo letto buio
la sua testa
piena di rune, sillabe, ritornelli
questa sognatrice precisa
sonnambula in cucina
come una falena bianca,
un elefante, una colpa.
Qualcuno ha tentato di tenerla
tranquilla sotto una coperta afgana
intessuta di lane color erba e sangue
ma si è levata. La sua lampada
lambisce i vetri gelati
e si scioglie nell’alba.
Non la fermeranno mai
quelli che dormono il sonno di pietra del passato,
il sonno dei drogati.
In un attimo di cristallo, io lampeggio
un occhio attraverso il freddo
un aprirsi di luce fra noi
nel suo occhio che incide il buio
– questo è tutto. L’alba è la prova, l’agonia
ma dovevamo contemplarla:
Dopo di che potremo forse dormire, sorella mia,
mentre le fiamme si alzano sempre più alte, possiamo
dormire.

Adrienne Rich, 1974

Claire
08-March-2013, 11:55
Riprenditi

Non cercare là.
Ciò che è, sei tu.
Sta in te.
In tutto.
La goccia è stata nella nuvola.
Nella linfa.
Nel sangue.
Nella terra.
E nel fiume che si è aperto nel mare.
E nel mare che si è coagulato in mondo.
Tu hai avuto un destino così.
Fatti a immagine del mare.
Datti alla sete delle spiagge.
Datti alla bocca azzurra del cielo.
Ma fuggi di nuovo a terra.
Ma non toccare le stelle.
Torna di nuovo a te.
Riprenditi.


Cecilia Meireles

Andrea
08-March-2013, 12:09
Zitella


E così questa particolare ragazza
In una cerimoniosa passeggiata d'Aprile
Col suo più recete pretendente
Si trovò all'improvviso oltremodo sconvolta
Dalla sfrenata babele degli uccelli,
Da quel mare di foglie.


In preda a questo tumulto, osservava
I gesti del suo innamorato che sbilanciavano l'aria,
E il proprio passo vagante ineguale
In quel solitario rigoglio di felci e fiori,
Giudicava i petali in scompiglio,
E la stagione in generale, sciatta.


Come desiderò allora l'inverno! -
Scrupolosamente austero nel suo ordine
Di bianco e nero
Ghiaccio e roccia, ogni senso nei suoi limiti,
E la gelida disciplina del cuore
Esatta come fiocco di neve.


Ma ecco - un germogliare
Anormale abbastanza da mettere in scompiglio
Le sue regali cinque facoltà -
Un tradimento da non tollerare. Si, impazziscano pure
Gli idioti nel manicomio primavera:
Lei se ne tirò subito fuori.


E mise tutt'intorno alla sua casa
Tale una barricata di spine e impedimenti
Contro quella stagione sediziosa
Che nessun uomo all'assalto poté sperare d'infrangerla
Per anatemi, pugni o terrore
E nemmeno per amore.


Sylvia Plath

Rosy
08-March-2013, 14:04
È tanto che non ti scrivo. Non ho tue notizie. Ma sempre
spero che un giorno tu possa tornare
nella città che hai cantato.
Come stupide navi si dissolvono gli anni.
Io recito al Wolker. Sono serena. Il passato

lo tengo lontano, sui margini, come un intruso.

C’è solo un filo di ignobile malinconia,
che trapela talvolta di sotto una porta,
ma io riesco a tagliarlo, fingendomi ottusa
e decrepita come una mummia di Strindberg.
La primavera ha inondato di bionde forsythie
la piccola casa in cui vivo, in cui studio le parti.

Com’è duro parlarsi a distanza,
quando l’armadio del cuore
vorrebbe aprirsi in un fiotto di chiacchiere.

Eppure vedrai, se verrai: dopo secoli
non avremo che dirci, vi sarà solo un attònito,
goffo, appallottolato, bruciante silenzio.
Angelo Maria Ripellino

Rosy
08-March-2013, 14:12
La precedente, mi piaceva; la prossima è proprio per la Festa della donna.
Festeggiamola non con le pizze e gli spogliarelli( orrore) ma con una bella poesia!


ROSE PERENNI





La bellezza delle donne che ci hanno cambiato la vita
più profondamente di cento rivoluzioni
non si perde, non dilegua con gli anni
per quanto svaniscano i tratti
per quanto si deformino i corpi.
Resta nei desideri suscitati un tempo
nelle parole giunte anche in ritardo
nell’esplorazione incerta della carne
nei drammi mai venuti alla luce
nel riflettersi delle separazioni,
nelle identificazioni totali.
La bellezza delle donne che cambiano la vita
resta nelle poesie scritte per loro
rose perenni che effondono sempre lo stesso profumo,
rose perenni, come da sempre dicono i poeti.

Titos Patrikios

1574

Andrea
11-March-2013, 13:50
Al mio amante che torna da sua moglie


Lei è tutta là.
Per te con maestria fu fusa e fu colata,
per te forgiata fin dalla tua infanzia,
con le tue cento biglie predilette fu costrutta.


Lei è sempre stata là, mio caro.
Infatti è deliziosa.
Fuochi d'artificio in un febbraio uggioso
e concreta come pentola di ghisa.


Diciamocelo, sono stata di passaggio.
Un lusso. Una scialuppa rosso fuoco nella cala.
Mi svolazzano i capelli dal finestrino.
Son fumo, cozze fuori stagione.


Lei è molto di più. Lei ti è dovuta,
t'incrementa le crescite usuali e tropicali.
Questo non è un esperimento. Lei è tutta armonia.
S'occupa lei dei remi e degli scalmi del canotto,


ha messo fiorellini sul davanzale a colazione,
s'è seduta a tornire stoviglie a mezzogiorno,
ha esposto tre bambini al plenilunio,
tre puttini disegnati da Michelangelo,


l'ha fatto a gambe spalancate
nei mesi faticosi alla cappella.
Se dai un'occhiata, i bambini sono lassù
sospesi alla volta come delicati palloncini.


Lei li ha anche portati a nanna dopo cena,
e loro tutt'e tre a testa bassa,
piccati sulle gambette, lamentosi e riluttanti,
e la sua faccia avvampa neniando il loro
poco sonno.


Ti restituisco il cuore.
Ti do libero accesso:


al fusibile che in lei rabbiosamente pulsa,
alla cagna che in lei tramesta nella sozzura,
e alla sua ferita sepolta
- alla sepoltura viva della sua piccola ferita rossa -


al pallido bagliore tremolante sotto le costole,
al marinaio sbronzo in aspettativa nel polso
sinistro,
alle sue ginocchia materne, alle calze,
alla giarrettiera - per il richiamo -


lo strano richiamo
quando annaspi tra braccia e poppe
e dai uno strattone al suo nastro arancione
rispondendo al richiamo, lo strano richiamo.


Lei è così nuda, è unica.
È la somma di te e dei tuoi sogni.
Montala come un monumento, gradino per gradino.
lei è solida.


Quanto a me, io sono un acquerello.
Mi dissolvo.


Anne Sexton

Rosy
11-March-2013, 14:16
Splendida e dolorosa....
Come sempre, grazie Andrea! ciao
Rosy

Rosy
11-March-2013, 14:18
Invece di una poesia, ed in ritardo sull'8 marzo, vorrei condividere queste poetiche parole che mi ha inviato un'amica. Mi hanno toccato il cuore.

MOSAICO DEI GIORNI.

A quelle donne che, forti della loro debolezza, ci hanno insegnato a
stare al mondo. Donne che non si vergognano di piangere per dire un
dolore fitto nella carne e nell’anima.
A quelle donne che ci hanno spiegato che amare non è solo l’infinito
di un verbo... infinito, ma anche aggettivo femminile plurale che si
addice alle lacrime e a certe giornate.
Donne capaci di danzare tra le macerie del tempo e delle storie e di
cogliere la grazia nelle cose quando tu vedi miseria.
Donne che se sono nate dalla costola di un uomo lo hanno fatto una
volta sola. Poi hanno iniziato a partorire loro: futuro, speranza,
bellezza e bambine e bambini.
Né angeli, né nuvole le donne d’Africa per le quali chiediamo a voce
alta il Nobel della pace perché pagano il prezzo più alto e tengono
più alta la lampada.
Donne dell’8 marzo ma anche del 9, del 10 e dell’11.
Donne veline poche. Donne vela tante.
Capaci di raccogliere il vento per spingere in avanti la barca.
Donne che modellano la creta della precarietà a scultura.
Opere d’arte che profumano il mondo.

Rosy, dedicato alle donne del forum!

daniela
11-March-2013, 23:13
La tua nostalgia è un mare che puoi navigare,
la tua nostalgia è un terreno su cui puoi camminare,
perché te ne stai allora inerte e scorata
fissando il vuoto?
Verrà un mattino con un orizzonte più rosso
di tutti gli altri,
verrà un vento a porgerti la mano: mettiti in cammino!

Edith Södergran

daniela
14-March-2013, 22:48
L’abitudine è la più infame delle malattie
perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia,
qualsiasi dolore, qualsiasi morte.
Per abitudine si vive accanto a persone odiose,
si impara a portar le catene, a subir ingiustizie,
a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto.
L’abitudine è il più spietato dei veleni
perché entra in noi lentamente, silenziosamente,
cresce a poco a poco
nutrendosi della nostra inconsapevolezza
e quando scopriamo di averla addosso
ogni fibra di noi s’è adeguata,
ogni gesto s’è condizionato,
non esiste più medicina che possa guarirci.

Oriana Fallaci

Rosy
15-March-2013, 13:51
vera. profondamente vera. Rosy

Aleciccio
18-March-2013, 11:58
Oggi, che io sia questa o quella,
poco m’importa.
Voglio solo apparire bella,
poiché, sarà quel che sarà, sono morta.Già fui bionda, già fui bruna,
già fui Margherita e Beatrice.
Già fui Maria e Maddalena.
Solo non potrei essere come volevo.Che male fa questo colore finto
dei miei capelli, e del mio viso,
se tutto è tinta: il mondo, la vita,
la gioia, il dolore?Di fuori sarò come vuole
la moda, che mi sta annientando.
Che se ne vadano pelle e viso sciupato
al nulla, non m’importa quando.Ma chi vide, così decadenti
occhi, braccia e i sogni suoi,
e morì per i suoi peccati,
parlerà con Dio.Parlerà, coperta di luci,
dall’alto della pettinatura alla rubra caviglia.
Perché alcuni spirano sulle croci,
altri, cercandosi nello specchio.

Cecília Meireles (http://it.wikipedia.org/wiki/Cec%C3%ADlia_Meireles)

Aleciccio
25-March-2013, 18:04
Notte bianca

Luce a una finestra. Una donna è sveglia
in quest’ora immobile.
Noi che lavoriamo così abbiamo lavorato spesso
in solitudine. Ho dovuto immaginarla
intenta a ricucirsi la pelle come io ricucio la mia
anche se
con un punto
diverso.

Alba dopo alba, questa mia vicina
si consuma come una candela
trascina il copriletto per la casa buia
fino al suo letto buio
la sua testa
piena di rune, sillabe, ritornelli
questa sognatrice precisa

sonnambula in cucina
come una falena bianca,
un elefante, una colpa.
Qualcuno ha tentato di tenerla
tranquilla sotto una coperta afgana
intessuta di lane color erba e sangue

ma si è levata. La sua lampada
lambisce i vetri gelati
e si scioglie nell’alba.
Non la fermeranno mai
quelli che dormono il sonno di pietra del passato,
il sonno dei drogati.
In un attimo di cristallo, io lampeggio
un occhio attraverso il freddo
un aprirsi di luce fra noi
nel suo occhio che incide il buio
– questo è tutto. L’alba è la prova, l’agonia
ma dovevamo contemplarla:
Dopo di che potremo forse dormire, sorella mia,
mentre le fiamme si alzano sempre più alte, possiamo
http://www.crocettieditore.com/oriztras.gifdormire.

Adrienne Rich

Andrea
26-March-2013, 14:30
Le nostre donne siamo noi
e tutto quello che ci contiene
ha odore di biancheria lavata a mano
nello scrittoio dei segreti
Le nostre donne sono girasoli in fiore
nella battaglia dei giorni


e odore di bucato fresco pulito
sempre steso fuori, dopo il calar del sole
Le nostre donne siamo sodalizio taciuto
sottoscritto con la vita
la tenacia, la dolcezza, gli errori.
Delle nostre donne, io sono l'errante
Le nostre donne
parliamo lingue diverse
alla stessa tavola
ma nell'inguine mai interrotto di Dio
lavate dalle stesse acque del Giordano-dentro
bagnate ognuna d'un colore diverso,
insieme,
le nostre donne formiamo
una bandiera.


Beatrice Niccolai

Rosy
03-April-2013, 23:31
LA MIA BARCA E' SIMILE...




La mia barca è simile
a culla e bara.
Galleggio a valle
aiutando appena la corrente
coi remi. Lo so:
presto la vecchiaia
prenderà possesso del timone,
alzerà la vela bianca.
Vera Pavlova

Aleciccio
05-April-2013, 11:16
UNA DONNA NUDA


Una donna nuda e al buio
ha un chiarore che ci illumina
in modo che se succede uno sconforto
un black-out o una notte senza luna
è conveniente e persino imprescindibile
tener vicino una donna nuda.


Una donna nuda e al buio
genera uno splendore che dà fiducia
e allora segna festa il calendario
vibrano nei loro angoli le ragnatele
e gli occhi felici e felini
guardano e non si stancano di guardare


Una donna nuda e al buio
è una vocazione per le mani
per le labbra è quasi un destino
e per il cuore uno sperpero.
Una donna nuda è un enigma
ed è sempre una festa decifrarlo.


Una donna nuda e al buio
genera una propria luce e ci accende,
il soffitto si trasforma in cielo
ed è una gloria non essere innocente.
Una donna voluta o intravista
sconfigge per una volta la morte.

Mario Benedetti


(da Domande a caso, 1986)

Aleciccio
16-April-2013, 20:26
La mia anima era un abito azzurro colore del cielo;
l’ho lasciato su uno scoglio, sul mare
e sono venuta da te, e somigliavo a una donna.
E come una donna mi sono seduta alla tua tavola
e ho bevuto una coppa di vino, e respirato il profumo delle rose.
Hai detto che ero bella, che somigliavo
a qualcosa che avevi visto in sogno.
Ho dimenticato tutto, la mia infanzia e la mia patria,
sapevo solo che le tue lusinghe mi tenevano prigioniera.
E tu, ridendo, hai preso uno specchio e mi hai detto di guardarmi.
Ho visto che le mie spalle erano fatte di stoffa
e si stavano sbriciolando,
ho visto che la mia bellezza era malata,
e che desiderava solo una cosa: sparire.
Oh, tienimi stretta tra le tue braccia,
che io non abbia più bisogno
di niente.

Edith Södergran (http://it.wikipedia.org/wiki/Edith_S%C3%B6dergran)

Claire
17-April-2013, 10:59
Perché fino alla punta delle dita
sei presente, perché hai desideri,
per come pieghi i ginocchi
e mi mostri le chiome,
per il tuo tepore
e la tua oscurità;
per le tue frasi dipendenti,
i gomiti non prepotenti
e l’anima materiale
che nella fossetta
sopra la clavicola balugina;
perché sei andata
e venuta, e per tutto
ciò che di te non so
queste mie esili sillabe
son troppo poco – o troppo.


HANS MAGNUS ENZENSBERGER

Andrea
17-April-2013, 13:46
Ognuno vuole avere il suo dolore
e dargli un corpo, una sembianza, un letto,
e maledirlo nel buio delle notti,
portarlo su di sé tenacemente
perché si veda come una bandiera,
come la spada che regala forze.
Ma c’è persa nell’aria della vita
un’altra fede, un dovere diverso
che non sopporta d’esser nominato
e tocca solamente a chi lo prova.
È questo. È rimanere
qui a sentire come adesso
l’onda che sale nelle nostre menti,
le stringe insieme in un respiro solo
come fosse per sempre,
e le abbandona.
Ma nemmeno la pupilla d’un cieco
dimentica l’azzurro che non vede.




Silvia Bre

Aleciccio
18-April-2013, 09:53
Femminile tombale

Dovrei essere tutto
invece non so che essere
una cosa alla volta
La capacità di sovrapporre i ruoli
propria del mondo femminile
in me diventa
calca di apparenti strati leggeri
ammasso di pietre
praticamente una tomba

Stefania Crozzoletti (Isola Della Scala (VR), 1966), da Prima vita (Fara, 2009)

daniela
20-April-2013, 14:25
E intanto cerco di tappare l’Universo con un dito

Sempre questa sensazione di inquietudine
di attesa d’altro.
Oggi sono le farfalle e domani sarà la
tristezza inspiegabile,
la noia o l’ansia sfrenata
di rassettare questa o quella stanza,
di cucire, andare qua e là a fare commissioni,
e intanto cerco di tappare l’Universo con un dito,
creare la mia felicità con
ingredienti da ricetta di cucina,
succhiandomi le dita di tanto in tanto,
di tanto in tanto sentendo che mai potrò essere sazia,
che sono un barile senza fondo,
sapendo che ”non mi adeguerò mai”,
ma cercando assurdamente di adeguarmi
mentre il mio corpo e la mia mente si aprono,
si dilatano come pori infiniti
in cui si annida una donna che avrebbe
voluto essere
uccello, mare, stella,
ventre profondo che dà alla luce Universi
splendenti stelle nove...
e continuo a far scoppiare pop corn nel cervello,
bianchi bioccoli di cotone,
raffiche di poesie che mi colpiscono
tutto il giorno e
mi fanno desiderare di gonfiarmi come un
pallone per contenere
il Mondo, la Natura, per assorbire tutto e stare
ovunque, vivendo mille e una vita differente...
Ma devo ricordarmi che sono qui e che
continuerò
ad anelare, ad afferrare frammenti di chiarore,
a cucirmi un vestito di sole,
di luna, il vestito verde color del tempo
con il quale ho sognato di vivere
un giorno su Venere.

Gioconda Belli

Elvira Coot
09-May-2013, 23:37
Così, non muoveremo al tuo soccorso
e, indecisi, ti lasceremo ardere
sul tuo rogo di eretica,
ma col rimorso della tua innocenza.

E più sola arderai - Gaetano Arcangeli

Andrea
14-May-2013, 12:23
Separare congiungere
spargere all’aria
racchiudere nel pugno
trattenere
fra le labbra il sapore
dividere
i secondi dai minuti
discernere nel cadere
della sera
questa sera da ieri
da domani


Goliarda Sapienza

Andrea
15-May-2013, 15:53
La jeune fille


La jeune-fille ha progetti per il suo futuro
vuole che sia uguale a questi giorni
che le basta poco per dimenticare ogni dolore
e io penso che non sia giusto convincerla
che le cose spesso ci sfuggono di mano
oggi, per esempio, è vestita elegante
c’è il sole e lei che non ha mai letto Eliot
non sa che aprile è il più crudele dei mesi
la primavera è un suo diritto, perdio,
e non ha dubbi al proposito
non dubita neanche che prima o poi
incontrerà qualcuno per cui contare qualcosa
e le dica amore mio anche se le cose vanno male
poi magari non saprà cosa farsene
e resterà sola davanti alla felicità
dimenticherà quello che vorrà
e qualche volta si stupirà ricordando il volto
del primo ragazzo per cui non ha dormito
ora pensa che questo non accadrà mai
ma non è giusto convincerla
che nessuno amore e nessun dolore dura per sempre
e spesso si è felici o infelici senza che ce ne sia motivo.
Appoggia il volto sulla mano
e mi guarda scrivere una poesia che a cinquant’anni
è ciò che resta di uno che alla sua età
aveva progetti per il suo futuro.
Non voleva questo?, mi chiede.
Sì, era questo che volevo
solo questo.


Emilio Piccolo

Andrea
20-May-2013, 13:30
So di essere stata felice al tuo fianco;
Ma quel che è stato è stato, e basta.
Non fa bene crogiolarsi nel pianto…
Quel che lietamente visse, coraggiosamente morì.
Non comporrò canzoni per cuori infranti.
E tu, che sei uomo, non vuoi lacrime,
E se dovessi offrirti la mia fedeltà,
Saresti, credo, un po’ terrorizzato.
È questo il bisogno della donna, la sua condanna:
Allineare i suoi piccoli doni, e dare, dare,
Perché il palpito del dare è dolce.
A te, che non hai chiesto né voti né versi,
Il mio dono, finché avrò vita, sarà l’assenza,
Ma per dopo, amore mio, non posso prometterti nulla.


Dorothy Parker

Rosy
20-May-2013, 19:18
So di essere stata felice al tuo fianco;
Ma quel che è stato è stato, e basta.
Non fa bene crogiolarsi nel pianto…
Quel che lietamente visse, coraggiosamente morì.
Non comporrò canzoni per cuori infranti.
E tu, che sei uomo, non vuoi lacrime,
E se dovessi offrirti la mia fedeltà,
Saresti, credo, un po’ terrorizzato.
È questo il bisogno della donna, la sua condanna:
Allineare i suoi piccoli doni, e dare, dare,
Perché il palpito del dare è dolce.
A te, che non hai chiesto né voti né versi,
Il mio dono, finché avrò vita, sarà l’assenza,
Ma per dopo, amore mio, non posso prometterti nulla.


Dorothy Parker Splendida. E i due versi finali , mi mozzano il respiro. ciao Andrea.
Rosy

Andrea
21-May-2013, 18:32
Bella vero? Ciao Rosy!

Aleciccio
21-May-2013, 21:08
Sono le donne difficili quelle che hanno più amore da dare…
ma non lo danno a chiunque.
Quelle che parlano quando hanno qualcosa da dire.
Quelle che hanno imparato a proteggersi e a proteggere.
Quelle che non si accontentano più.
Sono le donne difficili, quelle che sanno distinguere i sorrisi della gente,
quelli buoni da quelli no.
Quelle che ti studiano bene, prima di aprirti il cuore.
Quelle che e non si stancano mai di cercare qualcuno che valga la pena.
Quelle che vale la pena.
Sono le donne difficili quelle che sanno sentire il dolore degli altri.
Quelle con l’anima vicina alla pelle.
Quelle che vedono con mille occhi nascosti.
Quelle che sognano a colori.
Sono le donne difficili che sanno riconoscersi tra loro.
Sono quelle che, quando la vita non ha alcun sapore,
danno sapore alla vita.
Mara Bagatella

Rosy
21-May-2013, 21:29
STUPENDA. Un vero gioiello. ciao Ale! bacio

Rosy
04-June-2013, 21:28
LA DONNA DALLE LACRIME DOLCI

Sei la donna dalle lacrime dolci
Ogni tuo gesto è una fiamma leggera
Sei l'ombra, sei il gatto che fugge e poi ritorna
Sei l'impatto del treno contro i rami sporgenti

Un alambicco pieno di mercurio e di zolfo
bolle di notte tra i tuoi seni perfetti
Quanti alchimisti hanno perso i polmoni
inseguendo i fumi del tuo corpo sudato!

Sei la donna che detta il ritmo delle stagioni,
che dimezza l'attesa tra un mio battito e l'altro
Sei Venere che sorge da una colata di lava
Sei Psiche che tiene sempre accesa la luce

Calpesti la terra e neanche ti accorgi
che ad ogni tuo passo prende vita un giardino
Per i tuoi capelli il vento sta ringraziando Dio
per avergli donato uno scopo di vita.

Claudio Pozzani

Andrea
02-July-2013, 16:09
A quarantun anni, sono incerta su tante più cose di quel che potevo immaginare venti anni fa.
La tua esistenza o non esistenza oggi incombe su di me. Le voci
del mondo gli amici, le donne
emancipate che mi sono vicine, all’unisono gridano
abortisci abortisci abortisci.


Ma la voce dentro di me urla
No


rivela il mio egoismo nel suo specchio
l’oscura intenzione della mia anima.


Questa salamandra, questa fusione di minuscole cellule
crea un’esplosione belle comete
in collisione nel mio universo ordinato.


Mi vien da dire: sono troppo vecchia, troppo stanca
troppo occupata a provare ali che non uso da tempo,
ma la voce rifiuta di star zitta. Mi batte
nelle ossa con primitiva insistenza.


Piccola vita, a galla nella tua barchetta di cellule,
ti porterò sotto il mio cuore
sebbene l’aritmetica sia avversa a entrambe.


Oggi giro alla larga dal reparto bebè,
dalle centinaia di richiami alla mente che ora mi assediano.
Le ragazze che spingono il passeggino
per il supermercato Brandlee's, la ragazza con la camicetta pre-maman
che proclama: “Non sono più sola”.


Voglio urlare, tutti nasciamo soli,
e il bimbo che ci batte sotto il cuore
questo non lo cambia. Vorrei adagiarmi
sulle brutte mattonelle di Bradlee’s e scalciare
battere i pugni fino a far sparire
questo intruso dalla mia vita.


Mentre aspetto in coda, il futuro mi passa davanti agli occhi:
il biberon
la poppata di mezzanotte i legos
le partite di baseball
i ricevimenti genitori


sono massi sul mio cammino, montagne
di roccia che dovrò scalare
per te. Cammino verso il sole primaverile
mentre la vita si chiude di scatto attorno a me e alla mia paura.


I miei amici hanno tutti l’età mia, i figli al liceo
come i miei. Sarò da sola con te.
Sarai nata con uno sguardo torvo sulla faccia,
le mani che ti tremano, per aver sorbito dal midollo
delle mie ossa il mio tremolio.


Insieme ci dondoleremo in questa barca che fa acqua e
io ti vorrò bene, lo so: è solo in questi primi
momenti, mentre altero il quadro della mia vita
che avevo dipinto a pennellate tanto sicure, solo in questi
momenti che vorrei tu non ci fossi.




Maria Mazziotti Gillan

Rosy
02-July-2013, 17:12
Dio, questa poesia mi tocca profondamente. Profondamente!
Rosy

Andrea
04-July-2013, 15:05
Mestruo libero selvatico (1)


quando eri a scuola
o sotto la doccia
e guardavi cartoni pruriginosi
e sciavi sulla neve
e parlavi alle teiere.


poco ti fregava di quelle cose rosse
( chè il sangue era meglio
nei film di dario argento).


allora non sapevi ancora
che ci potevi giocare
e che ne avresti parlato
ai tè con le amiche
agli specialisti
ai fidanzati che volevi scaricare.


che era un'arma potente
non l'avresti immaginato…
(il magico lasciapassare
a certe crisi isteriche
a piatti rotti improvvisi
a pianti incomprensibili).


Francesca Genti

Aleciccio
12-July-2013, 09:24
Voglio dedicare questa poesiaA tutte le donne amatePer qualche istante segreto.A quelle conosciute appena,Che un destino diverso porta viaE che non si ritrovano più.A quella che si vede apparirePer un secondo alla finestraE che, rapida, scompare via,Però la sua sagoma snellaÈ tanto graziosa e sottileDa rimanerne rasserenato.Alla compagna di viaggio,I cui occhi, affascinante paesaggioFan sembrare breve il camminoE che si è il solo, forse, a capireMa che, però, si lascia scendereSenza averle sfiorato la mano.All’esile e leggera ballerina di walzerChe vi è parsa così triste e nervosaIn una notte di carnevale,Che è voluta rimanere ignotaE che non è più ritornataA volteggiare in un altro ballo.A quelle che sono già preseE che vivendo delle ore grigieAccanto a uno ormai troppo diversoVi hanno, inutile follia,Fatto vedere la malinconiaD’un avvenire disperante.A quelle timide innamorateChe sono restate in silenzioE che ancora vi rimpiangono,A quelle che se ne sono andateLontane da voi, tristi, abbandonate,Vittime d’uno stupido orgoglio.Immagini care appena scorte,Speranze d’un giorno deluse,Domani sarete nell’oblioPer quel poco di felicità che sopravvengaE’ raro che ci si ricordiDegli episodi del cammino.Ma se la vita è andata male,Si pensa con un po’ di rimpiantoA tutte quelle felicità intraviste,Ai baci che non si osò prendere,Ai cuori che forse vi attendono,Agli occhi mai più rivistiAllora, nelle sere di stanchezzaMentre si popola la propria solitudineDi fantasmi del ricordoSi piangono le labbra assentiDi tutte quelle belle passantiChe non si è saputo trattenere.(Antoine Pol)

Andrea
18-July-2013, 12:33
Donna in tram

Vuoi baciare il tuo bimbo che non vuole:
ama guardare la vita, di fuori.
Tu sei delusa allora, ma sorridi:
non è l’angoscia della gelosia
anche se già somiglia egli all’altr’uomo
che per «guardare la vita, di fuori»
ti ha lasciata così…

Sandro Penna

Aleciccio
19-July-2013, 08:58
Sono la donna che si è svegliataMi sono alzatae sono diventata tempestafra le ceneri dei miei figli bruciatiI miei villaggi in rovinae in ceneremi riempiono di rabbia contro il nemicoOh compatriota,non mi guardare più debole e incapace,La mia voce si mescolacon migliaia di donne in piediPer rompere tutte insiemetutte queste sofferenzee queste catene.Sono la donna che si è svegliata,Ho trovato la mia stradae non tornerò mai indietro.
Meena Alexander

Aleciccio
19-July-2013, 09:08
”Per tutte le violenze consumate su di Lei,per tutte le umiliazioni che ha subìto,per il suo corpo che avete sfruttato,per la sua intelligenza che avete calpestato,per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,per la libertà che le avete negato,per la bocca che le avete tappato,per le ali che le avete tagliato,per tutto questo:in piedi Signori,davanti a una Donna!”(Autore ignoto)

daniela
23-July-2013, 22:55
Abbi pazienza, mia donna affaticata,
Abbi pazienza per le cose del mondo,
Per i tuoi compagni di viaggio, me compreso,
Dal momento che ti sono toccato in sorte.
Accetta, dopo tanti anni, pochi versi scorbutici
Per questo tuo compleanno rotondo.
Abbi pazienza, mia donna impaziente,
Tu macinata, macerata, scorticata,
Che tu stessa ti scortichi un poco ogni giorno
Perchè la carne nuda ti faccia più male.
Non è più tempo di vivere soli.
Accetta, per favore, questi 14 versi,
Sono il mio modo ispido di dirti cara,
E che non starei al mondo senza te.

Primo Levi

Andrea
09-September-2013, 14:02
Sarò la luce
che splende
su tutte le penombre.
L’inverno
di ogni amante.
L’erosione del mare
che fa lisce le pietre.
Le tempeste
che scalzeranno le radici.
La notte d’argento
su un oceano silenzioso.
Quella vacanza.
Quel viaggio.
Ogni sera vissuta nella pioggia.
Sarò
le orme sulla spiaggia
in altri mondi.
Il sale dell’Oriente.
Lontananze di porti
e leggende.
La straniera errante.
Quella che incontri
sui tuoi passi.
Sarò ogni cosa.
Sarò l’oblio.

Susana Cattaneo

Andrea
11-September-2013, 12:49
Plurale


L'amore,
sostantivo,
molto sostantivo,
singolare,
di genere né femminile, né maschile,
di genere indifeso.
Plurale,
gli amori indifesi.
La paura,
sostantivo,
all'inizio singolare
e poi plurale:
le paure.
Le paure di tutto d'ora in poi.
Il ricordo,
nome proprio della tristezza,
singolare,
soltanto singolare
e indeclinabile.
Il ricordo, il ricordo, il ricordo.
La notte,
sostantivo,
di genere femminile,
singolare.
Plurale,
le notti.
Le notti d'ora in poi.




Kikì Dimoula

DarkCoffee
12-September-2013, 14:28
Fiore Rosso

Fiore rosso,
fiore rosso,
fiore rosso,

Lui mi portò al giardino del fiore rosso,
al buio piantò un fiore rosso nei miei capelli agitati
e poi
dormì con me sul petalo di un fiore rosso.

Oh, colombi impotenti
voi alberi ignari del mestruo,
o finestre accecate!
Sotto le pareti del cuore, nelle profondità del mio ventre, adesso
un fiore rosso sta spuntando.

Fiore rosso
rosso
ed è quasi una goccia di sangue.

Ah, gravida, gravida,
gravida io sono.


Forough Farrokhzad


Adoro questa poetessa persiana!
http://www.archiviocaltari.it/immagini/forugh.jpg

Rosy
12-September-2013, 15:43
Anch'io Carla!
Ho letto proprio ieri il suo nome su un bellissimo romanzo di autrice persiana che consiglio vivamente: L'ALBERO DAI FIORI VIOLA di Sahar Delijani.
Stile Mille splendidi soli, narra la vita a Teheran in tempo di guerra , attraverso le storie di alcune famiglie. Commovente! ciao

Aleciccio
24-September-2013, 09:50
Monica e le altre


Sui marciapiedi del mondo,sotto il suo sole soffocanteo sotto i neon di una camera,Monica, Nawal, Maya, Aïcha, Laura, Sandra e Yokonel freddoe le sue ruvide carezze,vestite della veste leggera della loro pelle,hanno trasformato i loro corpiin boutiquesnelle qualifanno mercato.Venditrici di piacereper chi ne ha bisogno,toccanoquelli che nessuno vuole toccareed offrono un istante di tenerezza(forse)a quelli che non ne hanno mai diritto.Soldi …soldi …soldi …in cambiodi venti o trenta minutinei qualiMonica, Nawal, Maya, Aicha, Laura, Sandra e Yokoaprono le loro boutiquese chiudono gli occhi.
Maram al – Masri

Andrea
01-October-2013, 13:34
Se mai lo sarò


Quando sarò vecchia
- se mai lo sarò -
e mi guarderò allo specchio
e mi conterò le rughe
come delicata orografia
di pelle distesa.
Quando potrò contare i segni
lasciati dalle lacrime
e dalle preoccupazioni
e il mio corpo risponderà lentamente
ai desideri,
quando vedrò la mia vita avvolta
in vene azzurre
in occhiaie profonde
e scioglierò i miei capelli bianchi
per andare a dormire presto
- come si deve -
quando verranno i nipotini
a sedersi sulle mie ginocchia
fiaccate dal passare di molti inverni,
so che il mio cuore – ribelle -
starà ancora ticchettando
e i dubbi e i vasti orizzonti
saluteranno ancora
i miei mattini.


Gioconda Belli

Andrea
07-November-2013, 18:34
Una notte chiara
se la mente fosse semplice,
se la mente fosse nuda di tutto
se fosse chiara la mente
tranne che delle necessità più antiche:
cucchiaio di legno coltello specchio
tazza lampada scalpello
un pettine che passa tra i capelli accanto a una finestra
un lenzuolo
gettato via nel sonno
Una notte chiara in cui due pianeti
sembrano avvinghiarsi l’uno all’altro in cui l’erba
terrestre
si muove come seta nella luce stellare
Se la mente fosse
chiara
se la mente fosse semplice potresti prendere questa
mente
questo particolare stato e dire
Così vivrei se potessi scegliere:
questo è ciò che è possibile
Una notte chiara

Adrienne Rich

Andrea
08-November-2013, 18:30
Non mettetemi accanto a chi si lamenta senza mai alzare lo sguardo,
a chi non sa dire grazie, a chi non sa più accorgersi di un tramonto.
Chiudo gli occhi. Mi scosto di un passo.
Sono altro,..sono altrove.

Alda Merini

Rosy
08-November-2013, 20:24
Non mettetemi accanto a chi si lamenta senza mai alzare lo sguardo,
a chi non sa dire grazie, a chi non sa più accorgersi di un tramonto.
Chiudo gli occhi. Mi scosto di un passo.
Sono altro,..sono altrove.

Alda Merini
SPLENDIDO,SPLENDIDO.
Rosy

Rosy
17-November-2013, 19:50
COSI' PASSANO GLI ANNI...

Passano gli anni,e anche se la vita mi accusa d’immobilità,
anch’io ho viaggiato.
Come una particella di polvere
ho svolazzato per la casa e ai libri mi sono afferrata.
Come un insetto ho riposato sul bordo dei fossati,
o semplicemente sono stata una donna che sera dopo sera
ha guardato verso il mare
cercando navi dimenticate dalla foschia
e che tornano alla memoria,
senza una speranza diversa dalla morte.
Lauren Mendinueta

Andrea
19-November-2013, 12:49
Ho imparato a riconoscere chi c’è e chi non c’è,
a fare da sola, a essere forte,
ad avere una soluzione per ogni problema,
o almeno fingere di averla.
Ho imparato a contenere, a disarmare,
a costruire e a smontare.
Ho imparato ad avere certezze per poterle raccontare
e a camminare sul filo a occhi chiusi, sorridendo.
Ho conosciuto l’ansia e la paura
e non mi hanno più abbandonata,
ho conosciuto la felicità e il terrore di perderla,
ho conosciuto la vertigine dell’eternità
che dà un senso agli anni che passano.
Se sono cambiata?
Cambiare è un verbo piccolo
quando ti passa sopra un tir.


Claudia De Lillo

Andrea
25-November-2013, 13:43
Non è proprio una poesia ma mi ha colpito come se lo fosse stata


Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che si
sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io.
Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me.
Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.

Frida Kahlo

Rosy
28-January-2014, 12:35
Non dire per cosa vieni.Lasciami indovinaredalla polvere dei tuoi capelliche vento ti ha mandato.È lontana la … tua casa?Ti do la mia:leggo nei tuoi occhi la stanchezza del giorno che ti ha vinto;e, sul tuo volto, le ombre mi raccontano il resto del viaggio.Dai,vieni a dar riposo ai tormenti del camminonelle curve del mio corpo– è una meta senza dolore e senza memoria.Hai sete?Avanza dal pomeriggio solo una fetta d’arancia– mordila nella mia bocca senza chiedere.No, non dirmi chi sei né per che cosa vieni.Decido io.(Maria do Rosário Pedreira)

daniela
29-January-2014, 23:30
Agonia

Girerò per le strade finché non sarò stanca morta
saprò vivere sola e fissare negli occhi
ogni volto che passa e restare la stessa.
Questo fresco che sale a cercarmi le vene
è un risveglio che mai nel mattino ho provato
così vero: soltanto, mi sento più forte
che il mio corpo, e un tremore più freddo accompagna
il mattino.

Sono lontani i mattini che avevo vent’anni.
E domani, ventuno: domani uscirò per le strade,
ne ricordo ogni sasso e le striscie di cielo.
Da domani la gente riprende a vedermi
e sarò ritta in piedi e potrò soffermarmi
e specchiarmi in vetrine. I mattini di un tempo,
ero giovane e non lo sapevo, e nemmeno sapevo
di esser io che passavo – una donna, padrona
di se stessa. La magra bambina che fui
si è svegliata da un pianto durato per anni:
ora è come quel pianto non fosse mai stato.

E desidero solo colori. I colori non piangono,
sono come un risveglio: domani i colori
torneranno. Ciascuna uscirà per la strada,
ogni corpo un colore – perfino i bambini.
Questo corpo vestito di rosso leggero
dopo tanto pallore riavrà la sua vita.
Sentirò intorno a me scivolare gli sguardi
e saprò d’esser io: gettando un’occhiata,
mi vedrò tra la gente. Ogni nuovo mattino,
uscirò per le strade cercando i colori.

Cesare Pavese

daniela
23-February-2014, 23:30
Io sono come la lupa, me ne vado sola e rido
dovunque sia, poichè ho una mano
che sa lavorare e un cervello sano.

Chi mi può seguire venga con me,
ma io me ne sto ritta, di fronte al nemico,
la vita, e non temo il suo impeto fatale

perchè ho sempre un pugnale pronto in mano.

Il figlio e dopo io e dopo…quel che sia
che prima mi chiami alla lotta.
Talvolta l’illusione di un bocciolo d’amore
che so sciupare prima ancora che diventi fiore.

Alfonsina Storni

Andrea
04-March-2014, 23:52
Euridice ritornò agli inferi.
Quello che era difficile
Era il viaggio, che,
all’arrivo, è dimenticato.


La transizione
è difficile.
E muoversi tra due mondi
in modo particolare;
la tensione è molto grande.


Un passaggio
colmo di rimpianto, d’intenso desiderio,
a cui abbiamo, nel mondo,
un qualche vago accesso o memoria.


Solo per un momento
Quando il buio dell’oltretomba
si diffuse di nuovo intorno a lei
(gentile, rispettoso),
solo per un momento poté
un’immagine della bellezza della terra
raggiungerla di nuovo, bellezza
per cui lei si doleva.


Ma vivere, con l’umana miscredenza
È tutta un’altra cosa.


Louise Glück

Rosy
05-March-2014, 22:00
DEDICATA AD ANDREA, amico di poesia:
Euridice, di Roberto Vecchioni


https://www.youtube.com/watch?v=HVodrZ_m7uw ciao! Rosy:-P

Aleciccio
06-March-2014, 10:06
LA CHIAVE DEL GAS
La moglie del poeta è
condannata a leggere o ascoltare i
versi del poeta che fumano
appena estratti dall’anima. E ancora:
la moglie del poeta
è condannata al poeta, a quel tipo
che mai sa dove
si trova il rubinetto del gas e finge
di domandare per sapere
quando in realtà gli importa solo di domandare
ciò che non ha risposta.


JUAN GELMAN

Claire
06-March-2014, 13:10
Anime Scalze

Le ho viste.

Loro,

i loro volti dai lividi celati.

Loro,

gli ematomi nascosti tra le cosce,

Loro,

i loro sogni rapiti, le loro parole azzittite

Loro,

i loro sorrisi affaticati.

Le ho viste

tutte

passare nella strada

anime scalze,

che si guardano dietro,

temendo di essere seguite

dai piedi della tempesta,

ladre di luna

attraversano,

camuffate da donne normali.

Nessuno le può riconoscere

tranne quelle

che sono come loro

Maram al Masri

Andrea
06-March-2014, 15:09
Per l'amica Rosy, che ringrazio molto per la bella canzone, un'altra Euridice




Euridice
Ragazze, ero morta e sepolta
nell'oltretomba, uno spettro,
un'ombra di quel che ero stata, fuori dal tempo.
In quel luogo il linguaggio si fermava,
un punto nero, un buco nero
dove le parole erano destinate a finire.
Altroché se finivano,
le ultime parole,
famose o meno.
Ci stavo bene sottoterra.Dunque immaginatemi laggiù,
inavvicianabile,
fuori dal mondo,
poi figuratevi la mia faccia in quel luogo
di Eterno Riposo,
nell'unico posto, direste, dove una ragazza sarebbe al sicuro
da quel tipo d'uomo
che ti segue dappertutto
scrivendo poesie,
gironzolando impaziente
mentre gliele leggi,
che ti chiama la sua Musa,
e una volta ti ha tenuto il muso per un giorno intero
perché gli hai fatto notare il suo debole per i nomi astratti.
Provate a immaginarvi la mia faccia
quando sentii,
dei del cielo!
un toc-toc familiare alla porta della Morte.Lui.
Il grosso O.
Più grande del normale.
Con la sua lira
e i suoi versi da intonare, e io ero il premio.Un tempo le cose erano diverse.
Per gli uomini, in fatto di poesia,
Grosso O era il migliore. Leggendario.
I risvolti di copertina dei suoi libri sostenevano
che gli animali,
dall'armadillo alla zebra,
s'accalcavano al suo fianco quando cantava,
i pesci guizzavano fuori dal banco
al suono della sua voce,
persino le mute, aride pietre ai suoi piedi
piangevano minuscole lacrime d'argento.Balle. (Non lo saprò io,
che ho battuto a macchina tutto quanto),
E se mi venisse restituito il tempo,
state tranquille che preferirei parlare per me stessa
piuttosto che essere Cara, Tesoro, Dama Bruna, Dea Bianca, ecc.In realtà, ragazze, preferisco essere morta.Ma gli dei sono come gli editori,
maschi, di solito,
e quello che certamente sapete della mia storia
è il patto.Orfeo avanzava tronfio declamando la sua roba.Gli spettri esangui si sciolsero in lacrime.
Sisifo si sedette sulla pietra per la prima volta in tanti anni.
A Tantalo fu concesso di farsi un paio di birre.La sottoscritta non credeva ai suoi orecchiVolente o nolente,
lo dovevo seguire alla vita precedente-
Euridice, moglie di Orfeo -
e restare prigioniera delle sue immagini, metafore, similitudini,
ottave e sestine, quartine e distici,
elegie, limerick, villanelle,
storie, miti ...Gli avevano detto che non doveva guardare indietro
né voltarsi,
ma camminare deciso verso l'alto,
con me alle sue calcagna,
fuori dall'Oltretomba
in quell'aria lassù che per me era il passato.
Lo avevano avvertito
uno sguardo e mi avrebbe perduta
per l'eternità.Così camminammo, camminammo.
Non parlammo.Ragazze, dimenticate quello che avete letto.
È andata così:
feci tutto quanto in mio potere
per farlo voltare.
Cosa dovevo fare, mi dicevo,
per fargli capire che tra noi era finita?
Ero morta. Deceduta.
Riposavo in pace. Defunta. Buonanima.
Da lungo tempo scaduta...
Allungai la mano
per toccarlo una volta
sul retro del collo.
Ti prego, fammi restare.
Ma la luce era già incupita dal porpora al grigio.Quanta fatica quella salita
dalla morte alla vita
e ad ogni passo
cercavo di farlo voltare.
Pensai di fregargli la poesia
da sotto il mantello,
quando infine mi venne l'ispirazione.
Mi fermai, in fibrillazione.
Era un metro davanti a me.
La mia voce tremava quando parlai -
Orfeo, la tua poesia è un capolavoro.
Fammela sentire ancora...Sorrideva con modestia
quando si voltò,
quando si voltò e mi guardò.Che altro?
Notai che non si era fatto la barba.
Gli feci ciao con la mano e me ne andai.Quanto talento hanno i morti.
I vivi camminano ai bordi di un vasto lago
vicino al silenzio saggio, sommerso, dei morti.

Carol Anne Duffy

Rosy
06-March-2014, 15:26
Ho imparato a riconoscere chi c’è e chi non c’è,
a fare da sola, a essere forte,
ad avere una soluzione per ogni problema,
o almeno fingere di averla.
Ho imparato a contenere, a disarmare,
a costruire e a smontare.
Ho imparato ad avere certezze per poterle raccontare
e a camminare sul filo a occhi chiusi, sorridendo.
Ho conosciuto l’ansia e la paura
e non mi hanno più abbandonata,
ho conosciuto la felicità e il terrore di perderla,
ho conosciuto la vertigine dell’eternità
che dà un senso agli anni che passano.
Se sono cambiata?
Cambiare è un verbo piccolo
quando ti passa sopra un tir.


Claudia De Lillo

Per Andrea.( sai, Andrea, che ogni tanto ti racconto qualcosa di me..)
Ho mandato questa poesia che tu mi hai fatto conoscere ad una cara amica, che due mesi fa ha perso il marito, ancora giovanile ed affascinante, dopo una lunga lotta contro la malattia.
Erano belli ed ancora innamorati( ( mosche bianche), dopo tanti anni insieme.
Lei in questo momento ha il vuoto dentro e davanti a sè.
Spero che il tempo sia un buon medico.

Mi ha ringraziata, anche se la poesia l'ha fatta piangere.
Dice che i versi corrispondono esattamente ai suoi stati d'animo. Ti ringrazio ancora, anche da parte sua.
ciao ciao
Rosy :-P

Rosy
06-March-2014, 23:11
P.S. sempre per Andrea: la poesia Euridice è bellissima.
Rosy

Aleciccio
08-March-2014, 09:51
E se Dio fosse donna?
si chiede Juan senza immutarsi,
guarda, guarda, se Dio fosse donna
è possibile che gnostici ed atei
non diremmo no con la testa
e diremmo sì con le viscere.
Forse ci avvicineremmo alla sua divina nudità
per baciare i suoi piedi non di bronzo,
il suo pube non di pietra,
le sue tette non di marmo,
le sue labbra non di gesso.
Se Dio fosse donna l’abbracceremmo
per strapparla dalla sua lontananza
e non ci sarebbe da giurare
fin che morte non ci separi
giacché sarebbe immortale per antonomasia
e invece di trasmetterci Aids o panico
ci contagerebbe la sua immortalità.
Se Dio fosse donna non si installerebbe
lontana nel regno dei cieli,
ma ci aspetterebbe nel vestibolo dell’inferno,
con le sue braccia non chiuse,
la sua rosa non di plastica
e il suo amore non di angeli.
Ah, mio Dio, mio Dio
se per sempre e da sempre
fossi una donna
che bello scandalo sarebbe,
che felice, splendida, impossibile,
prodigiosa bestemmia.

Mario Benedetti

Aleciccio
08-March-2014, 09:57
Dimmi donna dove nascondi il tuo misterodonna acqua pesante volume trasparentepiù segreta quanto più ti spogliquale è la forza del tuo splendore inermela tua abbagliante armatura di bellezzadimmi non posso più con tante armidonna seduta sdraiata abbandonatainsegnami il riposo il sonno e l’oblioinsegnami la lentezza del tempodonna tu che convivi con la tua carne ignominiosacome accanto ad un animale buono e calmodonna nuda di fronte all’uomo armatotogli dalla mia testa questo casco d’iracalmami guariscimi stendimi sulla fresca terratoglimi questi vestiti di febbre che mi asfissianosommergimi indeboliscimi avvelena il mio pigro sanguedonna roccia della tribù sbandatadiscingimi queste maglie e cinture di rigidezza e pauracon cui mi atterrisco e ti atterrisco e ci separodonna oscura e umida pantano edenicovoglio la tua larga fragrante robusta sapienza,voglio tornare alla terra e ai suoi succhi nutritiviche corrono sul tuo ventre e i tuoi seni e irrigano la tua carnevoglio recuperare il peso e la completezzavoglio che tu m’inumidisca, m’ammolli, m’effeminiper capire la femminilità, la morbidezza umida del mondovoglio appoggiata la fronte nel tuo grembo maternotradire il ferreo esercito degli uominidonna complice unica terribile sorelladammi la mano torniamo ad inventare il mondo noi due soli voglio non distaccare mai gli occhi da tedonna statua fatta di frutta colomba cresciutalasciami sempre vedere la tua misteriosa presenzail tuo sguardo di ala e seta e lago neroil tuo corpo tenebroso e raggiante plasmato di slancio senza incertezzeil tuo corpo infinitamente più tuo che per me quello mioe che dai di slancio senza incertezze senza tenerti nienteil tuo corpo pieno e uno illuminato tutto di generositàdonna mendicante prodiga porto del pazzo Ulissenon permettere che io dimentichi mai la tua voce di uccello memoriosola parola calamitata che nel tuo intimo pronunci sempre nudala parola sempre giusta di folgorante ignoranzala selvaggia purezza del tuo amore insensatodelirante senza freno abbrutito inviziatoil gemito nettissimo della tenerezzalo sguardo pensieroso della prostituzionela cruda chiara veritàdell’amore che assorbe e divora e si alimental’invisibile zampata della divinazionel’accettazione la comprensione la sapienza senza stradela spugnosa maternità terreno di radicidonna casa del doloroso vagabondodammi da mordere la frutta della vitala stabile frutta di luce del tuo corpo abitatolasciami reclinare la mia fronte funestasul tuo grave grembo di paradiso boscosospogliami acquietami guariscimi di questa colpa acredi non essere sempre armato ma soltanto io stesso.Tomàs Segovia

Claire
10-March-2014, 14:58
Dedicato alle donneTieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito e` la colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c'è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c`e` un`altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca cio` che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite...
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arruginisca il ferro che c'è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni
non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Pero` non trattenerti mai!


Madre Teresa di Calcutta

Andrea
15-March-2014, 21:10
Quando sarò vecchia
- se mai lo sarò -
e mi guarderò allo specchio
e mi conterò le rughe
come delicata orografia
di pelle distesa.
Quando potrò contare i segni
lasciati dalle lacrime
e dalle preoccupazioni
e il mio corpo risponderà lentamente
ai desideri,
quando vedrò la mia vita avvolta
in vene azzurre
in occhiaie profonde
e scioglierò i miei capelli bianchi
per andare a dormire presto
- come si deve -
quando verranno i nipotini
a sedersi sulle mie ginocchia
fiaccate dal passare di molti inverni,
so che il mio cuore – ribelle -
starà ancora ticchettando
e i dubbi e i vasti orizzonti
saluteranno ancora
i miei mattini.

Gioconda Belli

Rosy
15-March-2014, 22:00
Quando sarò vecchia
- se mai lo sarò -
e mi guarderò allo specchio
e mi conterò le rughe
come delicata orografia
di pelle distesa.
Quando potrò contare i segni
lasciati dalle lacrime
e dalle preoccupazioni
e il mio corpo risponderà lentamente
ai desideri,
quando vedrò la mia vita avvolta
in vene azzurre
in occhiaie profonde
e scioglierò i miei capelli bianchi
per andare a dormire presto
- come si deve -
quando verranno i nipotini
a sedersi sulle mie ginocchia
fiaccate dal passare di molti inverni,
so che il mio cuore – ribelle -
starà ancora ticchettando
e i dubbi e i vasti orizzonti
saluteranno ancora
i miei mattini.

Gioconda Belli Questa , Andrea, era sicuramente per me! ciao
Rosy

Andrea
16-March-2014, 02:52
Anche per me

Andrea
16-March-2014, 18:06
Ho parlato con il glicine


mi ha detto
le dieci cose che non devo fare:


1. fidanzarmi coi picasso
2. chiacchierare con le fate
3. spendere tutto in regali di natale.
4. mendicare affetto al brico center.
5. attaccare menzogne sopra i muri.
6. sognare la clausura in un convento.
7. farmi limonare a tradimento.
8. sfasciare soprammobili e credenze.
9. credere a chi ti giura che ti ama
(e che per te muterà temperamento).
10. sanguinare sulla metropolitana.


Francesca Genti

Andrea
21-March-2014, 15:23
Il fascino che una persona esercita su un’altra
non sta in ciò che mostra della sua personalità
nell’istante preciso dell’incontro
ma…
nella sintesi del suo intero essere,
che rilascia questa droga potente che
cattura l’immaginazione e genera il legame.

Anaïs Nin

Andrea
23-April-2014, 17:21
Sono libera di vivere dove e come voglio,
di leggere ciò che voglio,
di pensare a tutto ciò che voglio come voglio,
e di ascoltare chi voglio.
Sono libera nelle vie delle grandi città,
dove nessuno mi vede,
mentre cammino sotto la pioggia scrosciante
senza un dove né un quando,
mormorando dei versi;
sono libera nel bosco,
e sulla riva del mare
in una solitudine benedetta,
e nella musica che risuona in me,
e nella mia stanza, quando chiudo la porta.
Posso sapere tutto quello che voglio sapere
e posso dimenticare quello che non mi serve.
Posso fare qualsiasi domanda e ricevere una risposta.
Posso scegliere i miei amici.
Sono felice di aver risolto tutti i teoremi dei miei anni immaturi.
Non mi fingo mai più intelligente,
più bella, più giovane e più buona
di quanto sono per apparire diversa,
perché non ho nessun bisogno di quelle menzogne.
Vivo nell ’incredibile e indescrivibile lusso delle domande
e delle risposte del mio tempo,
che mi sono vicine e che sento come mie,
assolutamente libera di fare la mia scelta:
di amare quel che voglio e chi voglio.


Nina Berberova

Claire
30-April-2014, 12:11
OSSO

Un tempo fui
un osso
nella pianura
tra gli altri scheletri.
In un deserto remoto
tra rocce e ciottoli.
Ero nuda, ero bianca.

Il vento venne,
un soffio d’aria
spinse l’anima
dentro di me.
Fui fatta donna,
forgiata da una
costola d’Adamo.

La tempesta venne,
soffiò con forza
sentii la tua voce
un richiamo nel tuono.
Fui fatta Eva
madre della razza.
Vendetti la mia primogenitura
per il bene dei miei figli.
Barattai una mela
per il più antico dei desideri.

Sono un osso
ancora.

Nuala Nì Dhomhnaill

Rosy
08-May-2014, 16:03
Le donne come menon sanno parlare;la parola le rimanedi traverso in golacome una liscache preferiscono inghiottire.Le donne come mesanno soltanto piangerea lacrime restieche improvvisamenterompono e sgorganocome una vena tagliata.Le donne come mesopportano gli schiaffi,senza osare renderli.Tremano di rabbiae la reprimono.Come leoni in gabbia,le donne come mesognanodi libertà…(Maram al-Masri)

Claire
22-May-2014, 13:01
Il sofà

Tutti abbiamo un mondo dentro
e tutti sopportiamo la solitudine
dire che dentro di me
ci sono solo molle e legno
è come dire che dentro di voi
ci sono solo cuore fegato o polmoni.
Assisto non impassibile
a vite complesse o frantumate
assorbo discorsi irascibili
o promettenti ma
in questa casa insonne
io sono l’astronave.
Tra le mie strutture a piume
reggo una bambina la nascondo
la porto in alto mare
e in cielo profondo
è un’esperta di derive
di cunicoli scavati nella sostanza
della notte, la conservo tra i cuscini
come un’improvvisa sobrietà.
In questo viaggio di allontanamento
lo so lei sogna
qualcuno che oltrepassi la distanza
senza nulla da offrire
una faccia che tramonti
e si lasci guardare,
una protezione terrestre.
Di forte la bambina
ha solo le spalle
e pensieri che danno alla notte
sonagli di sapienza.
In questa marcia di avvicinamento
stupisco di una confidente intimità
senza pentimenti e saggio
la mia flessibilità
non sotto il peso di una bambina
ma di un dolore
pari a quello di un adulto
ma senza mondo.
Io sono un sofà
che conduce a una visione
aperta
su voi bestemmiatori degli oggetti
ospitando
una ferita di notte polare
in completa nudità.

Chandra Livia Candiani

Andrea
27-May-2014, 20:14
Fammi essere forte,
forte di sonno e di intelligenza
e forte di ossa e fibra;
fammi imparare,
attraverso questa disperazione,
a distribuirmi:
a sapere dove e a chi dare
a riempire i brevi momenti
e le chiacchiere casuali
di quell’infuso speciale
di devozione e amore
che sono le nostre epifanie.
A non essere amara.
Risparmiamelo il finale,
quel finale acido citrico aspro
che scorre nelle vene
delle donne in gamba
e sole.


Sylvia Plath

daniela
28-May-2014, 23:54
Oggi si è spenta Maya Angelou, la poetessa afroamericana portavoce dei diritti delle donne e delle persone nere.

2460


"Ho imparato che le persone dimenticheranno quanto hai detto, dimenticheranno quanto hai fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire.”

Vittima di uno stupro all’età di 7 anni e delle discriminazioni razziali dovute al colore della sua pelle, la grande scrittrice americana Maya Angelou ha trovato la sua forza nella poesia, di cui ha fatto uno strumento d’affermazione della propria dignità.

Ancora mi sollevo

Puoi svalutarmi nella storia
Con le tue amare, contorte bugie;
Puoi schiacciarmi a fondo nello sporco
Ma ancora, come la polvere, mi solleverò

La mia presunzione ti infastidisce?
Perché sei così coperto di oscurità?
Perché io cammino come se avessi pozzi di petrolio
Che pompano nel mio soggiorno
Proprio come le lune e come i soli,
Con la certezza delle maree,

Proprio come le speranze che si librano alte,
Ancora mi solleverò
Volevi vedermi distrutta?
Testa china ed occhi bassi?
Con le spalle che cadono come lacrime,
Indebolita dai miei pianti di dolore?

La mia arroganza ti offende?
Non prenderla troppo male
Perché io rido come se avessi miniere d’oro
Scavate nel mio giardino

Puoi spararmi con le tue parole,
Puoi tagliarmi coi tuoi occhi,
Puoi uccidermi con il tuo odio,
Ma ancora, come l’aria, mi solleverò.

La mia sensualità ti disturba?
Ti giunge come una sorpresa
Che io balli come se avessi diamanti
Al congiungersi delle mie cosce?

Fuori dalle capanne della vergogna della storia
Io mi sollevo
In alto, da un passato che ha radici nel dolore
Io mi sollevo
Io sono un oceano nero, agitato ed ampio,
Sgorgando e crescendo io genero nella marea.

Lasciando dietro notti di terrore e paura
Io mi sollevo
In un nuovo giorno che è meravigliosamente limpido
Io mi sollevo
Portando i doni giunti dai miei antenati,
Io sono il sogno e la speranza dello schiavo.
Io mi sollevo
Io mi sollevo
Io mi sollevo

Maya Angelou
(Still I rise)

Andrea
25-June-2014, 20:42
Sono una scettica che crede in tutto,

una disillusa piena di illusioni,

una ribelle che accetta, sorridente,

tutto il male della vita,

una indifferente

traboccante di tenerezza.


Florbela Espanca

Andrea
26-June-2014, 12:45
Il Mago e l'Assistente del Mago


Mi sono fatta da asso nella manica
mi sono estratta dal cappello
mi sono piantata in mezzo al pubblico
provo come un'idiota a decifrare i trucchi –
certo non saprò mai non ingannarmi.


Il Mago e l'Assistente del Mago –
per lungo tempo sono stata entrambi.
Comparendo a inchinarmi per l'applauso
in guanti bianchi, con un sorriso e un guizzo
e facendomi quindi scomparire.


Bene, ora vi dico che ho finito
di schivare coltelli lanciati alla mia testa,
finito di star chiusa in casse anguste,
segata in mille pezzi più e più volte. Finito,
insomma, di essere l'Assistente del Mago.


D'ora in avanti, non ho bisogno di assistenti,
di attrezzi, di pubblico, di scena.
D'ora in avanti, tutto ciò che resta
è Il Mago.
Così, almeno, pensavo.


Allora ancora non sapevo
che anche con il lancio dei coltelli era per me finita
e con sorrisi, inchini, annegamenti
incatenata a testa in giù, finita
col trattenere il fiato.


Così non resta nulla, adesso, da inscenare.
Spiacente di deludervi.
A mani nude
lo capisco bene
la sola cosa che resta, da ora, è la magia.




Robin Morgan

Rosy
26-June-2014, 17:19
Per amore di vita


Come di neve
costeggio i giorni
per arrivare ogni sera
sempre più smarrita
al mio centro.

Rami spogli
annunciano l’inverno
e l’animale ferito
colora le sue impronte.

Tacere la vita
e innalzarla col solo inciampare
verso l’eucarestia del divenire.
È così eterno il risveglio.

Ho bevuto già
lunghe notti insonni
e brindato al passato
sacrificando al destino
per Amore di vita
il manto nero dell’agnella
in un deserto piovoso
di neve bianca.
Beatrice Niccolai

Andrea
26-June-2014, 18:29
Io ti sbircio
come una scacchiera
di battaglia navale
non so ancora dove
mi affonderai
segnerai una fenditura
con la biro nera
degli occhi
e mi porterai in salvo
su una terra consegnata
un tema della luce
senza crepe: tu m’insegni
il filo la tela
la presa l’abbandono
tenere restare stringere
essere vecchi, piccoli piccoli
tacere buttarsi
contatto immaginazione. Io
imparo, io
mi allaccio.

Chandra Livia Candiani

Aleciccio
10-July-2014, 10:31
MAGARI
A voi, ragazze isolate del secolo
condottiere silenziose, sconosciute alla gente
voi, sulle cui labbra è morto il sorriso,
voi che siete senza voce in un angolo sperduto, piegate in due,
cariche dei ricordi, nascosti nel mucchio dei rimpianti
se tra i ricordi vedete il sorriso
ditelo:
Non avete più voglia di aprire le labbra,
ma magari tra le nostre lacrime e urla
ogni tanto facevate apparire
la parola meno limpida.
(poesia tratta da Nadia Anjuman, “Poesie scelte”, Torino, Edizioni Carta e Penna, 2008.)

Nady (http://georgiamada.splinder.com/tag/nadia_anjuman)a Anjuman (http://georgiamada.splinder.com/tag/nadia_anjuman) è una giovane donna, madre e poetessa afghana che il 4 novembre 2005 muore, uccisa dal marito, per aver letto in pubblico alcuni suoi versi d’amore scritti prima di sposarsi. Eppure Nadya era già famosa nel suo paese, ma questo non ha impedito il massacro.
Il marito, ricercatore universitario della facoltà di lettere, è stato assolto.

Andrea
28-August-2014, 20:44
Tempi normali


Sfortunato l’ eroe nato
in questa plaga dove il disco si è incantato
dove i più bravi cuochi sono senza lavoro
e il girarrosto del sindaco va
per conto suo, per inerzia.


Non si fa carriera a avventurasi
lancia in resta contro il drago,
lui stesso rinsecchito in questi ultimi tempi
per mancanza d’ azione a uno spessore di foglia:
la storia ha battuto l’ azzardo.


L’ ultima strega l’ hanno bruciata viva
più di ottant’ anni fa
con l’ erba amoreardente, col gatto parlante,
ma i bambini ci hanno guadagnato,
il latte di mucca ha la panna alta un dito.


Sylvia Plath

Andrea
29-August-2014, 14:08
Se tu mi avessi persa per la strada
come capita alle cose più importanti
quando cadono per sbaglio dalle tasche
o ancora peggio vengono rubate,
sarebbe stato meglio che restarti
in salvo su un ripiano che si riempie,
che cresce con il mucchio delle ore.
Mi muovo attorno a te come la polvere
e non mi hai mai sentito camminare.

Isabella Leardini - Una stagion​e d'aria

daniela
31-August-2014, 23:32
Una sola volta

Una sola volta compresi lo scopo della vita.
Accadde a Boston, inaspettatamente.
Camminavo lungo il Charles
e vidi le luci duplicarsi, tutte
con il cuore al neon e vibrante,
spalancando la bocca come cantanti d’opera;
e contai le stelle, le mie piccole veterane,
cicatrici fiorite, e capii che stavo portando
il mio amore sulla sponda verde notturna, e in lacrime
aprii il cuore alle auto dirette a est e a ovest
e feci passare un ponticello alla mia verità
e la condussi a casa in fretta col suo fascino
e fino all’alba accumulai queste costanti
per scoprire poi che se n’erano andate.

Anne Sexton

Andrea
09-September-2014, 18:44
Domenica sera

Quando si siedono faccia a faccia
amori impossibili, chincaglieria affettuosa,
tipi che osarono e quella donna intensa
che porta auguri a felicità che non capirà mai,
la brava gente smette le parole cattive,
la brava gente dice tutti hanno possibilità nella vita,
sentono crescere il loro amore per quella donna intensa,
così sola, che vivrà sempre dietro a una finestra
e tutto ciò che le offrono è troppo zuccherato.

Juana Bignozzi

daniela
21-September-2014, 23:40
Un uomo

Combattendo per la sua patria, perse un braccio e si spaventò;
Da ora in poi sarò soltanto capace di fare le cose a metà.
Mieterò metà del grano.
Al pianoforte sarò capace di suonare o l’accompagnamento o la melodia,
ma mai le due parti insieme.
Sarò capace di picchiare una porta con un pugno solo, e peggio di tutto,
sarò capace di tenere la mia amata solo a metà.
Ci saranno delle cose che non sarò capace di fare per niente, applaudire per esempio,
quando in uno spettacolo tutti applaudono:
Da questo momento in poi, si costringeva di fare le cose con entusiasmo raddoppiato.
E dove il braccio era stato strappato via, crebbe un ala.

Nina Cassian

DarkCoffee
24-September-2014, 14:06
Un uomo

Combattendo per la sua patria, perse un braccio e si spaventò;
Da ora in poi sarò soltanto capace di fare le cose a metà.
Mieterò metà del grano.
Al pianoforte sarò capace di suonare o l’accompagnamento o la melodia,
ma mai le due parti insieme.
Sarò capace di picchiare una porta con un pugno solo, e peggio di tutto,
sarò capace di tenere la mia amata solo a metà.
Ci saranno delle cose che non sarò capace di fare per niente, applaudire per esempio,
quando in uno spettacolo tutti applaudono:
Da questo momento in poi, si costringeva di fare le cose con entusiasmo raddoppiato.
E dove il braccio era stato strappato via, crebbe un ala.

Nina Cassian

Bellissima!

Rosy
24-September-2014, 18:40
BELLISSIMA!!!!!!! Rosy

kaipirissima
24-September-2014, 19:07
io quelle di Nina Cassian le ho rubate e mese su FB.

Andrea
25-September-2014, 13:42
Ora che già galleggio alla metà del sentiero della mia vita,
io che sempre mi rattristai della gente anziana,
io, che sono eterna dato che sono morta cento volte, di noia, di agonia,
e che nelle mattine allargo le mie braccia al sole e tubo
nelle notti e mi canto canzoni per spaventare la paura,
che farò con questa ombra che inizia a vestirmi
e a spogliarmi senza rimorsi?
Che farò con l'indistinto e torbido fiume che non incontra il suo mare,
con tanto giorno e tanto anniversario, con tanta gioventù alle spalle,
se ancora non è nato, se ancora oggi mi entra
un mondo intero nel costato sinistro?
Che fare ora che ormai non sono più giovane
se ancora non ti ho conosciuto?


Piedad Bonnett