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Visualizza la versione completa : L'altro Camilleri: Il tailleur grigio...



Baudin
24-October-2011, 22:40
[attachment=0:258w4sw5]FRB.jpg CAMilleri.jpg[/attachment:258w4sw5]

“Nel corso della sua lunga, sfolgorante carriera di alto funzionario di banca, Febo Germosino ha ricevuto tre lettere anonime. Adesso, nel primo giorno della sua nuova vita da pensionato, le ha allineate davanti a sé. Le prime due sono vecchie di decenni, l'ultima è recente e insinua dubbi sulla fedeltÃ* della sua giovane e bellissima seconda moglie, Adele. E lei la protagonista di questo romanzo, una splendida femme fatale che ama indossare un apparentemente castigato tailleur grigio. Un vestito che per lei ha un profondo significato simbolico. Un significato che sarebbe stato molto meglio non conoscere mai..."


L’inizio del romanzo ha toni pacati, scanditi, misurati. La vicenda si sviluppa con una prosa precisa, ficcante, ma anche sbarazzina nell’uso del dialetto, che ci aiuta a non dimenticare il contesto nel quale si svolge l’elegante duetto tra i protagonisti. Tutto è basato su questo dualismo, una specie di paso doble letterario in cui però l’uno guida la danza e l’altro la subisce illudendosi di partecipare attivamente.
Adele è il cardine del racconto. Adele che appena sveglia era “elegantissima e vaporosa, pareva finta, era l’esatta copia di una delle dive americane del bianco e neroâ€. Padrona dispotica della conduzione coniugale, ammantata di una luce gelida eppure ammaliante, è una calcolatrice assoluta, attenta ad ogni minimo particolare, cinica amante e perfetta mantide.
Il finale è un crescendo in cui gli sbalzi emotivi del protagonista maschile sono orchestrati mirabilmente, fino all’epilogo naturale dai toni agghiaccianti.
Solo i grandi affabulatori come Camilleri riescono a fare tanto con così poco.

Ciao :)

Rosy
25-October-2011, 15:20
Ricordo che quando lo avevo letto , avevo pensato anch'io che Camilleri riesce a tirare fuori qualcosa di piacevole anche da una trama inconsistente.
Però a me era piaciuto.
Intrigante al massimo. Trascrivo il giudizio che ne avevo dato allora.

Ottimo NOIR , pieno di atmosfera.
E' un romanzo abbastanza breve, ma si legge d'un fiato.
E' la storia di Febo Germosino, funzionario di banca, che "dal jorno avanti era andato in pensione".

E' la storia della sua vita matrimoniale con la bella e sensuale Adele, splendida Femme-fatale, che in modo impalpabile tira le fila di tutta la vicenda, delle loro vite, delle...morti( pare!).

L'uomo riceve lettere anonime: preferisce però non vedere, non soffermarsi sulle eventuali possibilitÃ*.
Del resto, la sua Adele è una brava moglie, anche se le loro stanze sono separate ( per il russare); anche se il giovane e bel nipote pare la faccia un pò da padrone ( pure nel suo letto?)..
Quando poi Germosino si ammala e necessita di intervento e cure, la perfetta Adele lo cura amorevolmente, senza bisogno di alcuna infermiera. Peccato che il marito peggiori, anzichè guarire...

Intorno e dentro a tutta la storia, un tailleur grigio:quello che Adele conserva dal primo matrimonio.
Quello che ha ancora una macchia di sangue sulla manica.
Quello che indossa anche ora, mentre gli somministra la medicina.....

Una trama gialla, con i personaggi alto-borghesi che stavolta parlano in italiano, che non ha nulla da invidiare ai migliori noir.
Il suo bello è , secondo me, l'essere fatta di sfumature; niente di certo, insomma. Si immagina, si percepisce. E' questo che la rende intrigante!
Camilleri ha fatto ancora centro.

Ciao!
Rosy :P :P

Rosy
01-November-2011, 21:11
L'altro Camilleri, per me, è quello senza Montalbano.
Non per questo meno intrigante, anzi....
Così si deve per forza citare la TRILOGIA delle Metamorfosi, in cui il nostro autore si trasforma in favolista.
Il risultato sono tre storie fantastiche, i "cunti", in cui "gli dei potivano cangiarisi e cangiare a volontà le pirsone in àrboli e armàli."
Le vicende si svolgono sempre nello stesso luogo, Vigàta e dintorni, e meritano, secondo me, una lettura!
I tre romanzi sono intitolati MARUZZA MUSUMECI,IL CASELLANTE e IL SONAGLIO.

Rosy
01-November-2011, 21:27
MARUZZA MUSUMECI


Il primo: Maruzza Musumeci.
Storia di una donna- sirena: qui la metamorfosi.
Ero curiosa di vedere come se la sarebbe cavata il mio beniamino Camilleri, cambiando genere.
E poi le favole mi hanno sempre affascinata!
Il risultato dell'esperimento è per me eccellente.
Un pò di trama...
La storia comincia a Vigàta nel gennaio del 1890. Gnazio ritorna dall'America dopo 25 anni di assenza. Ci era andato a lavorare giovane perché in paese era rimasto solo. Sapeva solo "arrimunnari "gli alberi, ma alla perfezione tanto da essere assunto a New York come giardiniere. Poi, una brutta caduta da un pino, i soldi dell'assicurazione e il ritorno a Vigàta con un piccolo gruzzolo, sufficiente a comprare un pezzo di terra. Se ne era innamorato subito Gnazio, perché al centro di quella terra, stretta tra ciclo e mare, troneggiava un ulivo secolare, la gente diceva che aveva più di mille anni. La terra era rinata con le sue amorevoli cure, rivoltata e bagnata, popolata di animali, abbellita da una costruzione tirata su pietra su pietra e ora a 45 anni Gnazio era desideroso di farsi una famiglia. È l'esperta di erbe e guarigioni, la vecchia Fina, a trovargli una moglie, Maruzza Musumeci, bella come il sole. Chi sa perché quella ragazza non aveva mai trovato marito. Forse per certe sue stramberie? Le nozze, poi i figli. La famiglia di Gnazio e Maruzza cresce, prima nasce Cola, poi Resina, dalla voce ammaliante, poi Calorio e Ciccina, e cresce anche la casa... Una favola in cui si intrecciano mito e storia, ma anche arte, architettura, astrologia. Una fantasia sconfinata imbrigliata nel racconto di una vita vissuta intensamente.

Il romanzo si divide praticamente in due parti: la prima, in cui si narra la migrazione di Gnazio, e le vicende ad essa legate.
L'uomo torna a Vigata -la sua Itaca- ed invece di trovare ad attenderlo la sua Penelope, trova una grande solitudine, che deve presto colmare...
E cerca moglie.
Questa è la parte realistica.
Nella seconda avviene l'incontro con la bellissima -e un pò...strana- Maruzza.L'amore fulmineo .
Il matrimonio, i figli.
I compromessi , per lui che ha sempre odiato il mare, nell'accorgersi che la moglie è proprio il suo opposto, come ogni sirena che si rispetti!
Questa è la parte fiabesca, bellissima.

L'avere utilizzato il mito delle Sirene dell'Odissea per raccontarci questa favola, utilizzando il suo particolare ed efficace linguaggio, è secondo me un'ottima trovata. Pare quasi di sentirlo, Minico il contadino, che racconta il"cunto de li cunti".....
Nel romanzo, ad un certo punto, troviamo persino un certo Aulissi ( Ulisse), e poi anche Scilla!

Un felice connubio, quindi, tra realtà e fantasia , tra storia e mito, tra mare e terra.
Un riuscito esperimento, che proseguirà con altrettanto successo, nei due seguenti romanzi della trilogia!
Da leggere.
Rosy :P :P

Rosy
01-November-2011, 21:34
IL CASELLANTE

Ecco la seconda favola della Trilogia della metamorfosi.
Bella e struggente.
Qui ritroviamo il dialetto "camillerese" che tanto abbiamo imparato ad amare,- ed a comprendere, ormai!

Trama.
Racconta di Minica e di suo marito. Della loro modesta vita nella solitaria casetta gialla, accanto a un pozzo e a un ulivo saraceno: in un paesaggio arcigno, blandito dal vicino mare e dalla luce". Siamo in Sicilia, tra Vigata e Castelvetrano negli ultimi anni del fascismo. Lungo la linea ferroviaria che collega i paesi della costa fare il casellante è un privilegio non da poco: una casa, il pozzo, uno stipendio sicuro, ma la zona, alla vigilia dello sbarco alleato, si va animando di un via vai di militari e i fascisti, quasi presagendo la fine imminente, si fanno più sfrontati. A Nino Zarcuto, "trentino, beddro picciotto" è toccato un casello stretto tra la spiaggia e la linea ferrata. Si è sposato con Minica e aspettano, finalmente, un figlio. Il lavoro è poco, quindi c'è tempo per l'orto e per andare ogni tanto in paese dove Nino, appassionato di mandolino, può anche dilettarsi con l'amico Totò in qualche serenata improvvisata. Poi una notte, mentre Nino è in carcere, colpevole di avere ridotto le canzoni fasciste a marce e mazurche con chitarra e mandolino, un evento sconvolgente travolge la vita di Minica.

Ecco la seconda favola della Trilogia della metamorfosi.
Bella e struggente.
Qui ritroviamo il dialetto "camillerese" che tanto abbiamo imparato ad amare,- ed a comprendere, ormai!

Il romanzo si ispira la mito di Niobe, infelice madre di sette maschi e sette femmine, uccisi dagli dei, e che fu poi , per pietà del suo dolore, trasformata in roccia.

E' la storia dolente di una maternità; prima desiderata, poi goduta con trepidazione.

Quando, in seguito ad una violenza brutale, tutto sfuma, e restano solo il dolore e la rabbia impotente...qui si entra nella favola.

Minica, la protagonista, si richiude in sè stessa; desidera solamente diventare albero, e così dare frutti.
Il marito per amore la asseconda; accetta di innaffiarla, potarla...e lei a poco a poco incomincia la trasformazione: i capelli in fronde, le braccia in rami; i piedi in radici.

Romanzo, dunque, con tante sfaccettature. Tratta il tema della maternità; dell'amore e della dedizione; del potere, con le sue prepotenze...
La vicenda si svolge infatti nel periodo fascista , di cui è tratteggiato un efficace affresco.

Il finale , pur essendo positivo, non manca di un fondo amaro. ...Lascio al lettore il gusto di scoprirlo, attaverso la lettura di una storia toccante in ogni pagina!
Rosy

Rosy
01-November-2011, 21:57
IL SONAGLIO

Sicilia, primi anni del 1900. Una epidemia svuota le miniere di zolfo e c’è bisogno di manodopera fresca. Vengono ingaggiati i carusi della provincia di Montelusa, allettando i genitori con il “soccorso morto”, una somma a fondo perduto in cambio del figlio. Ma il padre di Giurlà, tredicenne di Vigàta, non ci sta, sa che chi estrae zolfo si consuma sottoterra e preferisce mandare il figlio a pascolare capre nei feudi di un nobile dall’altro lato della Sicilia. A Giurlà la vita della mànnara piace, gli odori e i colori della campagna, ma anche la capanna col focolare in pietra, il lago, profondo e taciturno, la solitudine, le capre. Ce ne è una in particolare che non lo lascia mai: è Beba. Nel trascorrere delle stagioni Giurlà il pastorello si fa uomo e sempre più ama stare da solo tra le montagne. Le sere alla mungitura le donne cantano e raccontano storie; ce ne è una soprattutto che conosce storie dell’antichità, quando gli dei potevano trasformarsi in alberi o animali. Giove che si muta in cigno per amore di Leda, Pasifae presa da passione per il toro con cui concepisce il Minotauro. Storie di metamorfosi e miti che colpiscono Giurlà che guarda a Beba con occhi nuovi. Soprattutto dopo che il caso avrà messo sulla sua strada Anita, la giovane marchesa di Santa Brigida che ama sostare sulle rive del lago. Gli eventi precipitano e qualcosa succede in fondo al lago.

Terzo ed - ahimè- ultimo romanzo fantastico. Pare che Camilleri ritenga questa trilogia la sua più riuscita opera: mi trova d'accordo!

E' una favola contadina, la storia del pastore Giurlà, che viene mandato nei pascoli a custodire la "mànnara".
Gli piace,questo lavoro, e vi si dedica con passione; la sua solitudine è compensata dall'iniziazione al sesso e dall'amicizia sempre più...profonda con la capretta Beba.
Beba è per Giurlà una capra-donna; fedele, gelosa e possessiva, instaura col ragazzo un rapporto sempre più stretto.
E' indubbio che una storia del genere non possa durare, ed infatti subentrerà un personaggio, la contessina Anita, a ...cambiare le sorti della vicenda e....

A me è piaciuto moltissimo, quanto gli altri due della trilogia.
Sicuramente è il più intrigante, con questa storia d'amore, tra Giurlà e la capretta Beba, che però riserva delle sorprese....

A parlarne in questo modo, a tavolino, sembrerebbe una faccenda "contro-natura", e in effetti un pò lo è...ma c'è la fantasia! E c'è in Camilleri, questa volta, una delicatezza di linguaggio -nel narrare l'amore- che non ho trovato in altri romanzi.
Infatti di solito è piuttosto esplicito in certe descrizioni, mentre qui si mantiene sul "soft".

Ho apprezzato alcune splendide descrizioni della natura, il confronto, per esempio, tra il cambio di stagione al mare ed in montagna: colori, profumi, immagini..

Già, perchè Giurlà era uomo di mare (addirittura pescava i pesci con le mani!!), poi diventa uomo di montagna, seguendo la "Mànnara di crape", perciò ha modo di conoscere a fondo entrambi gli ambienti.

Molto divertente anche la pagina in cui descrive il corteggiamento e l'accoppiamento delle capre; credo anche veritiero...

Infine, finale a sorpresa...si aspetta fino all'ultimo di capire come sarà "questa" metamorfosi, in che cosa consisterà....
Per i fans di Camilleri, senz'altro da leggere!
Rosy :P :P

Baudin
02-November-2011, 16:18
L'altro Camilleri, per me, è quello senza Montalbano.
Non per questo meno intrigante, anzi....


Grazie Rosy, hai fatto bene a sottolineare l'argomento del thread, peraltro sottinteso nel finale del titolo dai punti sospensivi... esattamente come la capacità di intrigare di Camilleri è sottintesa dal tuo "anzi..."

Ciao :D

Rosy
11-November-2011, 18:58
UN "ALTRO" CAMILLERI DELIZIOSO.
Trama:
Eja, Eja, Alalà! Fu già tempo in cui si andava in
camicia nera; si cantavano inni. Quando la menzogna si accasa nella storia, sono
gli atti di fede, e i manganelli, che fanno la verità. Ci volevano, a Vigàta, le
furberie e le mattacchiate di uno scavezzacollo principe di colore, la selvatica
estrosità e il talento per gli affari di un diciannovenne ben arnesato e
sessualmente senza briglie, la spudoratezza e l'inclinazione astuta di un nipote
del Negus, i puntigli principeschi di uno studentello straniero senza letto e
senza tetto, che allettava gli occhi e invaghiva i cuori, per umiliare l'onore,
l'orgoglio virile, le mire colonialistiche, le prolisse incompetenze del regime,
e il nazifascistico razzismo. Il nipote del Negus, il principe Grhane Sollassié
Mbassa, è stato iscritto alla Regia Scuola Mineraria di Vigàta. Si rivela un
virtuoso della bricconeria e un atleta dell'inganno: tutti brontolando, e lui
bravando; promettendo molto, e ancor più pagando, senza nulla mai ottenere. Cosa
non tollerano tutti, cosa non tentano. Anche il Duce schiuma e freme, e subisce
a rate i tiri bassi dell'etiope: di quel tizzone d'inferno che scalcia e
corvetta; e sfugge al dover suo di dar testimonianza in terra italica e in
colonia del viver bello e libero e generoso della "civiltà" fascista.
IL MIO COMMENTO.

Arguto e spassoso

Ho affrontato la lettura di questo romanzo con qualche diffidenza.
Il titolo stesso mi riportava -come periodo storico - al precedente "La presa di Macallè", che avevo trovato piuttosto greve, per vari versi...
Invece, man mano procedevo nella lettura mi sono resa conto di trovarmi di fronte a tutt'altra faccenda....
E' vero, il momento storico è lo stesso; ma finisce lì.

Innanzitutto il romanzo è tutto un carteggio- tranne rare eccezioni -tra autorità varie di Vigàta e Montelusa...Ministri, Prefetti, questori, Curia.... e la vicenda prende corpo lentamente, proprio con la lettura di queste missive.

E' una storia divertente, che trasuda ironia nei confronti di quel periodo, infarcito di adunanze, manganelli, atti di fede, razzismo...

La figura di questo misterioso principe, che non APPARE MAI! è esilarante, perchè si potrebbe definire con la classica frase: una ne fa e cento ne pensa...mentre intorno a lui tutti si affannano a escogitare trovate per trattarlo con mille riguardi, per non sfigurare , per accontentarlo...infine, e soprattutto, per fargli scrivere quella famosa lettera allo zio Negus! (che poi sarà di tono ben diverso dal voluto).

Mi è piaciuto molto anche lo stile diverso che usano gli stessi personaggi nel carteggio "pubblico" e " privato": da un linguaggio forbito, infarcito di frasi fatte ed, infine, umoristico, ad un altro, senza freni imposti dal ruolo, e piuttosto grossolano.
Ci sono poi le "chicche" alla Camilleri: qualche momento di vita quotidiana, spassoso, quando una coppia con figlia "racchia" vuole tentare di affibbiarla al Nipote del Negus...

E lì, mi sono fatta quattro sane risate.

Dice il padre di Michilina ( così si chiama la donzella)alla moglie :- Tu , a tò figlia, la vidi con l'occhi di matre, e va beni, ma Michilina laida assà è!
Havi le gamme torte, i baffi e pari 'na negra!
-E pirchì, iddru non è macari lui negro?

Una vera chicca.Buona lettura!
Rosy:-P:-P

Rosy
16-November-2011, 21:27
Arriva l'ultimo "altro " Camilleri! LA SETTA DEGLI ANGELI.

Romanzo da me "vissuto " in modo curioso.
Nella prima parte ero poco convinta della storia ( lo avevo anche scritto in un altro thread): troppi nomi.
Così tanti, che ad ogni pagina dovevo tornare a cercare chi fosse questo o quello, per capirci qualcosa!
E nel tourbillon di decine di nomi , faticavo a seguire la vicenda.
Tanto che ad un certo momento mi sono detta: -Vuoi vedere che ha scritto un romanzo tanto per scrivere? visto che ormai venderebbe anche la lista della spesa?
Ma ho tenuto duro; Camilleri non si può abbandonare così...
HO fatto bene.
Ad un certo punto, ad un terzo circa, la storia è decollata. Ho iniziato a racapezzarmi tra tutti i Don- preti o nobili-ed ho preso gusto.

La storia, in breve.
Siamo nel 1901 in Sicilia e l’avvocato Matteo Teresi scopre una
setta segretissima composta da preti e notabili del luogo.
Ragazze
giovanissime o in procinto di sposarsi vengono coinvolte in strani “esercizi
spirituali” che si svolgono in sacrestia nelle ore in cui le chiese sono chiuse
ai fedeli.
Preti e pochi eletti conducono le ragazze «alla comunicazione con
la grazia divina e all’elevazione a gradi sublimi di perfezione».
Teresi
porta alla luce la vicenda e scoppia lo scandalo della “setta degli angeli”.

Vicenda gialla senza che lo sembri; atmosfera inquietante.
Sicilia, 1901.
In un paese si scoprono nel giro di pochi giorni sette ragazze incinte , con conseguenti drammi familiari, tra cui un suicidio per la vergogna.
Solo l'avvocato Teresi, difensore degli oppressi e dei poveri, coraggioso giornalista, capisce che cosa stia accadendo nel paese..
E smaschera, con intelligenti manovre questo turpe "gioco" escogitato da un gruppo di preti che , con la scusa di esercizi spirituali"purificatori", hanno abusato ripetutamente delle povere ragazze.
Un atto di grande coraggio, che però si ripercuoterà in modo graduale ma inesorabile su di lui... Perciò l'uomo da oppressore diventerà oppresso; da persecutore a perseguitato.
Con un finale amaro. Ed annunciato.

Si scopre poi che non solo la storia è rigorosamente vera, ma perfino il nome del protagonista non è stato cambiato dall'autore!
Fatto accaduto realmente in un paese siciliano, Alia, agli inizi del secolo scorso, e conclusosi alla stessa maniera della storia.

Significativa- alla luce di tanti fatti di cronaca dei giorni nostri- la reazione del Pispico( =Vescovo) di Camporeale, il quale, ad un prete della zona che aveva raccolto in confessione da una ragazza "le scelleraggini dei parrini", lo rimprovera...perchè aveva sporto denuncia.
E gli dice che, trattandosi di Uomini di Dio, avrebbe dovuto consegnare i preti a Dio, non agli uomini, per il castigo.
In tal modo avrebbe provveduto la Chiesa a punirli, ma SENZA CHE IL MONDO SAPESSE NULLA, così lo scandalo "non avrebbe fatto traballare le fondamenta della Chiesa!"
(Dèja vu, mi pare).
Per concludere: Camilleri val sempre una lettura!E non mi delude mai.
Rosy:-P:-P

177

Baudin
29-November-2011, 16:59
Incontro con Andrea Camilleri

in occasione della XXI edizione del Courmayeur Noir in Festival
ritira il Raymond Chandler Award / 23 nov 2011


http://www.youtube.com/watch?v=Ib-hM_XZnRM

Rosy
29-November-2011, 20:09
ciao Baudin, mi piacerebbe veramente sentirlo dal vivo...non perde la sua arguzia e la sua lucidità...alla faccia dell'età veneranda!
ciao
Rosy

Rosy
30-November-2011, 20:28
"Altro" Camilleri: questa volta un pò criticato, mi risulta....

Trama:

Una grande azienda, la Manuelli, che sostiene l'economia del Paese e dà lavoro
a migliaia di operai. Il suo presidente, vecchio padre della rinascita
industriale italiana. Il figlio di lui, inetto e velleitario. Il direttore del
personale, abile e cinico. E il direttore generale, il solo a non mostrare
cedimenti: Mauro De Blasi. Su questa realtà si allunga l'ombra della crisi: e
allora bisogna tagliare e cassintegrare, trattare con ministri e
sottosegretari, fronteggiare sindacalisti e occupazioni. Ma la Manuelli tiene
botta, anzi, fiuta l'affare: si tratta dell'azienda Birolli, il cui
proprietario è assillato dai creditori e pronto a svendere tutto pur di
salvarsi. Un solo bene nemmeno il curatore fallimentare potrebbe togliergli: la
nipote Licia, superbo esemplare di femmina determinata, intelligente e
sensuale. Ancora una volta Mauro De Blasi si dimostra più furbo di tutti anche
se c'è qualcosa, uno strano fenomeno, che inizia a manifestarsi con inquietante
frequenza nelle sue giornate: l'intermittenza. Un thriller finanziario spietato,
un dramma che ha il passo implacabile che Camilleri ci ha già mostrato in
"Un sabato, con gli amici", quando i suoi personaggi appaiono
scolpiti con scabra efficacia, quasi con crudeltà, rastremati attorno alle pure
motivazioni del loro agire: l'odio, il desiderio, la vendetta, il potere.



Prima di scrivere la mia opinione sul romanzo, sono andata a leggere qua e là
le varie recensioni.

Non per attingere idee, quelle le avevo già maturate; ma perchè mi interessava
capire che cosa ne pensassero altri, di questa storia...

In effetti le opinioni sono molte, e discordanti al massimo. Chi lo stronca,
chi ne dice bene ( questi sono pochi...).

Io mi tengo NEL MEZZO, pendente sul positivo..

Innanzitutto, l'italiano di Camilleri, a cui siamo poco abituati...per me
Camilleri è SICILIANO scritto, o meglio, camillerese, come amo chiamarlo.

Per cui già è stato un cambiamento non da poco.

Questo italiano mi rimandava nel ricordo a Un sabato, con gli amici; veramente
orrendo , tanto da farmi violenza per arrivare all'ultima pagina. Ero insomma
molto prevenuta.

Invece devo riconoscere che il mio giudizio finale è piuttosto positivo.

Una storia dei giorni nostri.

Si passa qui dalle storie di malavita e mafia di Vigàta e dintorni, a quelle di
una città del nord; di industriali, di managers senza scrupoli che lottano
l'uno contro l'altro ferocemente, senza perdere il bon ton o il sorriso
educato; di donne affascinanti e spregiudicate, mogli, amanti, segretarie...Di
inganni, inghippi, trabocchetti, tradimenti, escamotages....


L'ambiente e la storia sono quelli di molte vicende dei giorni nostri, che c'è
di strano?anzi, forse persino più...soft, rispetto alla realtà.

I dialoghi, la narrazione stringata, ne fanno quasi un canovaccio per un film,
o uno sceneggiato, ma , ripeto, di gran lunga migliore del suo precedente
esperimento, che ho citato prima.

Un risultato buono, insomma; Camilleri resta, nel suo campo, uno dei miei
autori preferiti, e non voglio ancorarmi ad uno stile o ad una tipologia di
romanzo!



Il romanzo mi è stato regalato da un amico, a cui, mi pare di capire, non è
stato tanto gradito ( non , almeno, da conservarlo per sè!), io lo ringrazio
per il dono, ancora una volta, se mi leggerà.

Rosy:-P:-P

dolores
16-April-2012, 12:43
Il 18 aprile uscirà il nuovo romanzo di Camilleri senza Montalbano: "Dentro il labirinto".

http://giotto.ibs.it/cop/cop.aspx?s=B&f=200&x=0&ww=2&e=9788857212289

Ecco il link a un esauriente articolo di presentazione:

http://www.wuz.it/recensione-libro/6872/andrea-camilleri-dentro-labirinto-edoardo-persico.html

Rosy
16-April-2012, 13:41
Grazie dell'informazione.
Io non ho neppure ancora comprato quello di racconti, che di solito mi piacciono molto...ma i libri non letti mi passano sopra la testa! Provvederemo un pò alla volta...
ciao
Rosy

Rosy
16-April-2012, 13:53
LA REGINA DI POMERANIA ED ALTRE STORIE DI VIGàTA.
( era questo a cui mi riferivo, uscito da poco...)
Recensione La Feltrinelli:

Si vuole che il racconto abbia la geometria di un sonetto, con una trama rigorosamente distesa su una tavola metrica "baciata" alla fine da un'arguzia, che può essere sì un colpo di scena, ma entro la prevedibilità di una catena di cause e di concause. Diversa è la meccanica dell'immaginazione che Camilleri sceglie. Lui è un orologiaio fantastico. Carica le molle, e decide che siano inavvertitamente scombinate: in modo che l'ora segnata suoni inattesa e fragorosa, come un refuso del destino, uno schianto che si prende la rivincita sui normali procedimenti di scioglimento, mentre rende la storia che si racconta asimmetrica ai desideri e alle attese degli stessi protagonisti. Di siffatta specie sono gli otto racconti vigatesi qui raccolti, ognuno dei quali apre lo sguardo sui casi quotidiani di una provincia che vive a rate le balzanerie e le strampalatezze di una società sedotta dalle proprie furbizie e dalle sue stesse ciance: tra battibecchi da circolo, lambiccati bizantinismi, ludi e motteggi, eterne liti familiari, infervoramenti carnali, sbatacchiamenti, oneste mignotterie, dolorosi stupori e premurose cordialità. Non c'è ordine cronologico nella successione dei racconti. Ognuno di essi è però un bordo d'inquadratura che prende d'infilata la scena larga di Vigàta di volta in volta bloccata nei mesi e negli anni di pertinenza, lungo un arco che va dal 1893 al 1950. 932

Rosy
12-May-2012, 20:55
Mentre curiosavo qua e là in internet a leggere opinioni su questo nuovo libro di Camilleri, mi aveva colpito un giudizio che diceva press'a poco: Camilleri è stanco di scrivere di Montalbano; lo fa perchè il successo glielo impone( magari pure i suoi editori).
In realtà ha risultati molto più felici quando scrive i suoi racconti.
Mi ero quasi risentita , nel leggere; io adoro talmente il personaggio Montalbano e le sue storie, da apprezzarle comunque....

Devo però riconoscere, mio malgrado, dopo avere letto questo secondo libro di storie- il primo era GRAN CIRCO TADDEI, - che quello sconosciuto lettore aveva ragione.
Obiettivamente queste storie sono assai più godibili di tutti i romanzi ultimi scritti!

Otto racconti, quindi, che vanno a cavallo del secolo, dalla fine del 1800 al 1950, più o meno.
Otto storie "vigatesi",con protagonisti persone comuni, nobili, procaci fanciulle. A questo proposito, devo riconoscere come, nonostante l'età avanzata, Camilleri riesca in certe situazioni a "tirare fuori" un erotismo senza pari!
I racconti sono di vario argomento, allegri, tristi, ma hanno tutti in comune un...finale a sorpresa.
Niente di trascendentale, ma la scena finale è sempre vagamente inaspettata, dando un tocco in più al valore della storia.

Non saprei neppure dire quale io abbia preferito; forse LE SCARPE NUOVE, commovente racconto che si svolge nell'era fascista. Qui il protagonista più simpatico è un asino- uno scecco -di nome Mussolini, che sembra avere poteri quasi magici., e che bilancia la malinconia del resto della storia.

Poi quello che dà il titolo, LA REGINA DI POMERANIA, storia di un grandissimo imbroglio ai danni dei vigatesi, che riescono , tra le altre cose, a ... farsi convincere a comprare una partita immensa di cani, Volpini di Pomerania, svuotando le casse del paese!
Ma tutti sono meritevoli di lettura!
Il "camillerese" è più stretto che mai e talmente godibile che mi capita spesso di rileggere due o tre volte lo stesso brano...
Come questo dialogo:
"...Io me lo sento che se lo pigliano 'a sto figliuzzo beddro di lu mè cori! A tutti e dù la guerra li mannano a fari!-

-Ma quali guerra? ma che ti veni in testa? Nuautri 'n paci semu!- disse Bartolomè.
-E l'amiciuzzo sò, quel grannissimo cornuto di tidisco coi baffetti, la guerra non la sta facenno?Quello si strascina appresso a Mussolini!
Sicuro come la morti che se lo strascina...-

Per sò disgrazia, in quel momento lo scecco, dalla staddra, arragliò.
" che hai da diri tu, gran figlio di buttana di Mussolini?- gli gridò allora Assunta."

O questo incipit( Le scarpe nuove):
" La festa di san Calò, che era un santo nìvuro che favoriva quanno potiva i povirazzi, i morti di fami, i malati e ,in modo spiciali, i povirazzi malati e morti di fami, cadiva ogni prima duminica del misi di settembriro e prinicipiava a mezzojorno spaccato con la nisciuta del Santo dalla Chiesa."

Amanti di Camilleri, fatevi sotto!
Rosy