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Visualizza la versione completa : L'Italia che mi sorprende



DarkCoffee
13-December-2011, 21:38
Ma siamo veramente noi? Ci rispecchiamo in queste vicende?
Dove sono gli Italiani (la maiuscola è voluta) che hanno costruito il nostro paese?

Firenze, spari contro i senegalesi
estremista fa due morti e si uccide
http://www.repubblica.it/cronaca/2011/12/13/news/firenze_gianluca_casseri_killer_senegalesi_suicida-26554634/

Parco Leonardo, su Facebook pagina choc
insulti al 16enne ucciso da un pugno
http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/12/13/news/parco_leonardo_su_facebook_pagina_choc_insulti_al_ 16enne_ucciso_da_un_pugno-26530390/

Roma, poliziotto sequestratore
carabinieri liberano un quindicenne
http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/12/13/news/roma_sequestro_lampo_liberato_un_quindicenne-26549995/

DarkCoffee
14-December-2011, 11:55
La protesta tra i banchi della Lega durante l'intervento del presidente del Consiglio Mario Monti al Senato
(Foto)
http://www.repubblica.it/politica/2011/12/14/foto/la_lega_in_aula_contesta_monti-26586853/1/?ref=HREA-1

Forum razzisti sul Web
"Casseri è un nostro eroe"
http://www.repubblica.it/cronaca/2011/12/13/news/forum_razzisti_sul_web_casseri_un_nostro_eroe-26554728/?ref=HRER1-1

Ma in che paese stiamo vivendo? Davvero c'è gente che pensa e/o si comporta in questo modo?

Claire
14-December-2011, 19:28
Ma siamo veramente noi? Ci rispecchiamo in queste vicende?
Dove sono gli Italiani (la maiuscola è voluta) che hanno costruito il nostro paese?

Firenze, spari contro i senegalesi
estremista fa due morti e si uccide


Quello che è accaduto a Firenze non è altro che l'esasperazione dei pregiudizi nei confronti di coloro che vengono percepiti come i diversi, gli estranei. Pregiudizi che, in situazioni di normalità, vengono celati con comportamenti finto-tolleranti.
Le situazioni di crisi, in questo caso la recessione economica del paese, da tempo sta facendo saltare questa facciata finto- tollerante del cittadino medio che semplicisticamente finisce, (quante altre volte è accaduto in passato?la Storia dovrebbe insegnare!) per vedere nei gruppi sociali estranei che ora sono gli extracomunitari, i veri e unici responsabili della crisi economica e quindi del malessere sociale che ne deriva,.Vale a dire, che si finisce per adottare il pensiero reazionario della più bieca destra che in Italia sta impazzato alla grande da più di un decennio.
E può accadere che un "normale" cittadino(definito come appartenente alla estrema destra) incensurato e con una vita al disopra di ogni sospetto, imbracci una Magnum calibro 357 e ammazzi :(
Sì, Dark...siamo veramente noi. Purtroppo sì.

Wentworth
14-December-2011, 20:53
LA PEGGIOCRAZIA.

Oggi non siamo di fronte a una semplice crisi della finanza pubblica italiana.
Siamo di fronte a una disfatta economica, politica e morale.
Se l'Italia non cresce, se è a rischio default, è perchè l'Italia è stata fin qui governata dai peggiori.
Non i mediocri, i peggiori.
Il nostro Paese si è trasformato in una peggiocrazia.
In Italia manca una cultura del merito perchè manca una cultura della legalità.
Se io, politico (capo di partito o capo di governo), voglio ottenere dei benefici o dei favori che non mi competono, non nomino un candidato competente, ne nomino uno fedele.
Se io, imprenditore, voglio assicurarmi che le mie tangenti, le mie evasioni fiscali, i miei intrecci col potere politico non vengano rivelati, non scelgo il manager migliore, ma quello più fedele.
E non c'è persona più fedele del buono a nulla, che non ha alternative.
Il clientelismo politico e l'economia sommersa hanno creato la peggiocrazia.


Questo è l'inizio di un articolo tratto dall'inserto mensile IL del sole24ore uscito oggi. Un ottimo reportage sulla situazione italiana attuale. L'ho voluto riportare qui perché mi sembra che in poche righe riassuma il tutto in modo semplice e chiaro. Povera Patria!

daniela
15-December-2011, 17:36
Concordo con Claire e con l'articolo postato da Wentworth: sì, siamo veramente noi.
La crisi che stiamo vivendo non è solo economica e politica, è anche morale.
Non so se la crisi morale sia la conseguenza, oppure la causa o una delle cause, della crisi economica, credo però il malessere sociale che si percepisce faccia saltare tutto ciò che in situazioni di benessere restava celato.

Claire
15-December-2011, 22:22
Concordo con Claire e con l'articolo postato da Wentworth: sì, siamo veramente noi.
La crisi che stiamo vivendo non è solo economica e politica, è anche morale.
Non so se la crisi morale sia la conseguenza, oppure la causa o una delle cause, della crisi economica, credo però il malessere sociale che si percepisce faccia saltare tutto ciò che in situazioni di benessere restava celato.

Giustissima la tua osservazione. Nel mio scritto l'avevo dato per scontato. La mancanza di saldi principi morali sono alla base... sicuramente.

Mauro
16-December-2011, 09:27
Concordo con Claire e con l'articolo postato da Wentworth: sì, siamo veramente noi.
La crisi che stiamo vivendo non è solo economica e politica, è anche morale.
Non so se la crisi morale sia la conseguenza, oppure la causa o una delle cause, della crisi economica, credo però il malessere sociale che si percepisce faccia saltare tutto ciò che in situazioni di benessere restava celato.

E' sicuramente così.
In Paesi dove la peggiocrazia citata da Wentworth non ha mai attecchito proprio grazie all'alta moralità delle persone che hanno incarichi pubblici, la crisi c'è comunque ma si sente meno, perché, a mio avviso, non c'è il fattore scatenante dell'iniquità dei sacrifici che sono richiesti alla popolazione, mentre in Italia vengono vessate in tutti i modi le persone che hanno redditi da lavoro dipendente o pensionati (i bersagli facili) mentre c'è una massa sterminata di persone che vivono palesemente al di sopra del tenore di vita medio semplicemente rubando (io un evasore lo considero un ladro senza mezzi temini).
Del resto basta leggere questa notizia (http://www.aduc.it/notizia/rapporto+transparency+sulla+corruzione+eurozona_12 4456.php) per capire che la distanza fra noi e i Paesi più virtuosi è molto più grande a livello morale che a livello geografico

Mauro
17-December-2011, 22:38
E tutto quanto scritto finora crea anche delle situazioni che fino a qualche anno fa erano impensabili.
Stasera da Fabio Fazio l'ottimo Massimo Gramellini raccontava di un imprenditore veneto suicidatosi per non avere potuto pagare stipendi e tredicesime ai suoi dipendenti, e questa è già di per sè una cosa tragica, ma a renderla ancor più drammatica si è aggiunta mia figlia che mi ha detto "Papà ma lui se l'è inventato che quel signore si è sparato da solo alla testa vero"? e io mi sono limitato a dirle di sì e che probabilmente era un modo di dire un po' estremo di come un signore fosse disperato e ora mi trovo a pensare che, prima o poi, dovrò trovare le parole giuste per spiegare a una bambina di sette anni e mezzo che vive in una società così orrendamente cinica da portare una persona a compiere uno degli atti più innaturali che esistano e che ovviamente una bambina, nel suo naturalissimo istinto, non è in grado di comprendere.
Mi torna in mente mia nonna che nel 2001 era ancora viva e aveva 88 anni alla quale non riuscivo a far capire quale fosse la logica che aveva mosso gli attentatori delle Twin Towers perché comunque la girassi la sua obiezione era sempre la stessa "Va bene le loro idee e la loro religione ma quando l'aereo è schiantato son morti anche loro, ma che senso ha"? Per lei che aveva patito una guerra l'idea che qualcuno potesse volontariamente sfracellarsi contro un palazzo era semplicemente un concetto inesistente, e ora dopo dieci anni una situazione simile oltre a quella di Firenze.
Mi domando fino a che limite dovremo spostare l'asticella delle atrocità a cui si fa l'abitudine.

Claire
06-January-2012, 21:58
ci sono notizie che fanno scorrere un brivido di inquietudine.Un vento di intolleranza soffia sempre più forte.
L'incitamento all'odio razziale. l'Italia sta diventando paese di negazionisti e Xenofobi.

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/01/06/news/docente_minaccia_strage_sinagoga_indagato-27678015/

Claire
08-February-2012, 22:39
Da lunedì anche dalle mie parti è arrivata la neve. Tanta rispetto agli anni scorsi. Per noi è sempre un evento eccezionale però. Non tutti gli anni la vediamo e se arriva dura giusto un giorno o poco più. Quest'anno al carattere di eccezionalità si è aggiunta una sorta di panico. Ho notato che tanta gente ha preso d'assalto i supermercati per fare esagerate scorte alimentari e quant'altro per il timore che la tanta neve li isolasse per giorni o settimane?
Dopo le prime ore dal suo inizio le scuole hanno chiuso i battenti e c'è stata ordinanza di chiusura almeno sino a venerdì. Insomma l'annuale disagio da neve quest'anno è diventato ansia da neve. Il tutto condito dai poco rassicuranti telegiornali da"catastrofe bianca, apocalisse neve". Ieri mi sono scarpinata il paese a piedi piuttosto irritata e abbattuta. Imbaccuccata all'inverosimile. Mi sono immersa nella catastrofe "neve".Piano piano, mentre camminavo, l'irritazione e il disagio hanno lasciato posto a una sorta di gaiezza. Che bello vedere tanti bimbi imbaccuccati a scivolarci sopra con tanta eccitazione, che bello vedere le strade libere, il consuetudinario rumore da traffico sparito e al suo posto il silenzio rotto dalle voci della gente "entusiasta" di questo evento. Che bello il sentire un luogo ritornare quasi a dimensione "uomo"...com'era un tempo. Non ho visto nulla di catastrofico. E oggi la neve non cadeva più...al suo posto una continua pioggia.


Stamane sul quotidiano che legge mio padre c'era, a proposito della neve, una bella riflessione di Michele Partipilo(sempre lui:mrgreen:) che condivido pienamente. Bellissimo articolo.


DALLA POESIA ALLA PAURA DELLA BIANCA COLTRE


C'era una volta la neve. Era la gioia dei bambini incantati da questi fiocchi lievi. Era la garanzia per i contadini che l'annata sarebbe stata buona:<<Sotto la neve fa pane>> si diceva pensando al grano. Ma anche alle altre colture faceva bene perchè ammazzava i parassiti. E poi faceva bene un po' a tutti perchè svegliava vecchi ricordi e metteva un pizzico di poesia nella dura vita di ogni giorno.
Oggi viviamo nella civiltà della paura. Ogni situazione che deragli anche solo un po' dai binari della ripetitività quotidiana diventa fonte di angoscia. succede per il caldo, come se fosse ogni anno una novità; succede per la pioggia; succede per un terremoto, succede per ogni evento che in qualche modo attenti ai nostri progetti. Per carità, il gelo e le nevicate che si stanno abbattendo sull'Italia non sono cose da nulla.
Così come meritano rispetto e attenzione le decine di morti dall'inizio del maltempo. Ma questo è accaduto altre volte, anche in anni lontani, come hanno ricordato con pedante cura schiere di meteorologi. La differenza è che oggi le nevicate come tutto il resto, sono vissute con paura. La nostra abitudine aala sicurezza è diventata così radicata che qualunque imprevisto provoca terrore e angoscia. Si dice che molto contribuiscono le televisioni. E' vero, perchè per loro natura i giornalisti devono ricercaare e raccontare quegli eventi che per qualsiasi ragione si discostano dalla routine. La tv di suo ci mette l'ansia, per attirare telespettatori distratti dal sovraccarico di notizie. E allora evocano paure lontane tra lupi che attraversano la strada innevata di un paesino di montagna. Oppure fanno scalpore i treni che si bloccano e che nell'immaginario collettivo rappresentavano invece l'inarrestabile forza del progresso tecnologico: andare come una locomotiva, si diceva una volta.
La verità è che ogni volta che un evento ci riporta con i piedi per terra mettendo a nudo le nostre fragilità, allora andiamo in crisi. E facciamo ricorso a tutto l'armamentario tecnologico per cercare di scacciare l'antica insecuritas che pensavamo appartenesse ai nostri nonni. si chiama in campo l'esercito, come se un blindato possa sconfiggere ogni tormenta; si proclama lo <<stato d'emergenza>> e si chiudono scuole e uffici. In alcuni casi scelte doverose, in altri precauzioni eccessive, ma sempre misure tese a rassicurare, ad allargare i liniti della nostra finitudine.
Assuefatti un po' alla paura neve, ecco pronta un'altra angoscia: sta finendo il gas. All'orizzonte scenari da medioevo, quando boschi e foreste venivano depredati in ragione dell'andamento climatico. si riaccendono le vecchie centrali a olio, si riaprono le vecchie polemiche sulla dipendenza energetica in italia. Un film già visto che però sarà riproiettato non appena un altro evento tornerà a picconare le nostre comodità acquisite che, alla fine, sono anche l'espressione più palpabile della sicurezza che vorremmo per sempre attorno a noi.
Per qualche tempo ancora il ruolo di signora della paura sarà impersonato dalla neve, come fino a qualche giorno fa ero lo spread e come forse tra un po' diventerà l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Nel frattempo ci siamo giocati uno degli ultimi spicchi di poesia rimasti nella nostra vita fatta di calcoli, di corse contro il tempo più veloce che mai. addio alla soffice coltre e al bianco manto. La neve ora è solo un incubo, portatrice di morte e disastri.


Michele Partipilo, capo-redattore della Gazzetta del Mezzogiorno

Patrizia
09-February-2012, 16:58
Oggi viviamo nella civiltà della paura.

La verità è che ogni volta che un evento ci riporta con i piedi per terra mettendo a nudo le nostre fragilità, allora andiamo in crisi.

Una bella riflessione. Vero, l'uomo ha paura. Ma ha sempre avuto paura, non solo oggi. Sono solo cambiati i modi di esprimerla.

Mauro
09-February-2012, 22:08
Una bella riflessione. Vero, l'uomo ha paura. Ma ha sempre avuto paura, non solo oggi. Sono solo cambiati i modi di esprimerla.

Sono anche cambiati i modi di suscitarla.
In tempi antichi persone che custodivano il sapere evocavano forze oscure, soprannaturali di cui la gente comune nulla sapeva e per le quali nutriva un timore dettato fondamentalmente dall'ignoranza.

Adesso basta un pirla di giornalista che non sa manco di cosa parla (l'altro giorno una conduttrice del TG di Sky ha commentato una foto dicendo "Qui siamo a Cattolica, alle porte di Roma") coadiuvato da un sindaco inetto e irresponsabile (uno a caso eh?) e subito pare che l'apocalisse bussi alla nostra porta, salvo poi mettersi giacconi e scarponi e scoprire che se non fosse per la frenesia, quella sì apocalittica, della nostra quotidianità, camminare sotto una nevicata non sarebbe per nulla spiacevole.

Patrizia
10-February-2012, 08:57
È vero, Mauro. Tu e Claire avete ragione; però sta anche a discrezione di ognuno valutare le notizie che ci vengono propinate.
Io, ad esempio, nei giorni scorsi, ho insistito e continuato a mandare mio figlio a scuola regolarmente, anche se in classe erano solo in due, cinque studenti (quando erano in tanti), mancavano molti professori e la colonnina segnava -12°. Si è coperto bene, ha messo gli scarponcini, non si è ammalato e non è scivolato. Non credo sia stata una scelta di coraggio o incoscienza, ma solo educativa.

Mauro
10-February-2012, 10:34
Intanto complimenti per la scelta davvero educativa.
Poi per quanto riguarda l'assimilazione delle notizie io ho lasciato volutamente sottinteso il fatto che non giustifico le paure moderne proprio perché fra noi e chi ci informa (o dovrebbe farlo) ci dovrebbe essere un robusto filtro dato da tutte le conoscenze che ognuno di noi può avere, il sarcasmo era proprio dovuto al fatto che molte persone questo filtro non lo applicano per scelta soggettiva, mentre in epoche più remote l'impossibilità per la gente di mettere in discussione le parole del prete o del nobile era del tutto oggettiva.

I miei antenati li posso capire, i miei contemporanei proprio no :roll:

Patrizia
10-February-2012, 11:31
...ci dovrebbe essere un robusto filtro dato da tutte le conoscenze che ognuno di noi può avere, il sarcasmo era proprio dovuto al fatto che molte persone questo filtro non lo applicano per scelta soggettiva...
I miei antenati li posso capire, i miei contemporanei proprio no :roll:

In tal senso condivido il tuo pensiero, anche le virgole. Purtroppo siamo giunti alla "cultura" del pretesto: si crede a ciò che fa più comodo, soprattutto per mancanza di serietà nelle cose e per sfuggire alle responsabilità.

Sir Galahad
10-February-2012, 18:13
Io, ad esempio, nei giorni scorsi, ho insistito e continuato a mandare mio figlio a scuola regolarmente. Si è coperto bene, ha messo gli scarponcini, non si è ammalato e non è scivolato. Non credo sia stata una scelta di coraggio o incoscienza, ma solo educativa.
Cara Pat, io ho due figlie (ormai grandi) e ho sempre seguito il tuo stesso criterio educativo, in senso lato.

Claire
10-February-2012, 19:48
Io, ad esempio, nei giorni scorsi, ho insistito e continuato a mandare mio figlio a scuola regolarmente, anche se in classe erano solo in due, cinque studenti (quando erano in tanti), mancavano molti professori e la colonnina segnava -12°. Si è coperto bene, ha messo gli scarponcini, non si è ammalato e non è scivolato. Non credo sia stata una scelta di coraggio o incoscienza, ma solo educativa.

Va bene Patty...ma tuo figlio ne è stato contento ? hanno poi fatto lezione? Non credo. E forse l'unico effetto sortito è quello di farli sentire diversi dai compagni e a quell'età è una cosa che conta purtroppo.Da me oggi pur non essendoci neve hanno continuato a tenere scuola chiusa. Assurdo e un vero spreco di risorse.
Ciao

Patrizia
11-February-2012, 10:53
No, Claire, non è stato contento... non è mai contento. Sì, hanno fatto lezione. È stato anche interrogato e ha preso cinque...
Forse sono troppo rigida, "all'antica".
Educare i figli è difficilissimo. Oggi più che mai. Si sa, l'esempio è fondamentale ma non basta.
Un tempo le libertà si dovevano conquistare. Si conquistava l'autonomia. La mia sensazione è che ora i ragazzi diano tutto per scontato, forse perché hanno troppo e non riescono ad apprezzare ciò che di bello e buono c'è nella vita, anche nelle piccole cose, nei successi insignificanti. Come riuscire ad andare a scuola anche se ha nevicato e fa un freddo tremendo.

daniela
11-February-2012, 13:13
No, Claire, non è stato contento... non è mai contento. Sì, hanno fatto lezione. È stato anche interrogato e ha preso cinque...
Forse sono troppo rigida, "all'antica".
Educare i figli è difficilissimo. Oggi più che mai. Si sa, l'esempio è fondamentale ma non basta.
Un tempo le libertà si dovevano conquistare. Si conquistava l'autonomia. La mia sensazione è che ora i ragazzi diano tutto per scontato, forse perché hanno troppo e non riescono ad apprezzare ciò che di bello e buono c'è nella vita, anche nelle piccole cose, nei successi insignificanti. Come riuscire ad andare a scuola anche se ha nevicato e fa un freddo tremendo.

Chiedo scusa agli insegnanti del forum, ma caspita come si fa a dare 5 a un ragazzo che è andato a scuola quando la maggior parte degli altri è rimasta a casa??? Eventualmente l'insegnante gli poteva dire: questa interrogazione sarebbe stata da 5, ma non ti metto il voto, studia che ti reinterrogo la prossima volta. Almeno per premiare la buona volontà (della mamma, in questo caso :mrgreen:).
Il pensiero che mi viene è che l'insegnante volesse scoraggiare i ragazzi a entrare in aula, come se fosse stata per lei una scocciatura avere in classe 4 o 5 ragazzi, anzichè nessuno. Forse già prevedeva un'ora libera, magari per correggere i compiti?
Non capisco, insegnanti e famiglie dovrebbero lavorare nella stessa direzione, essere alleati.
La prossima volta quanti ragazzi entreranno in classe, potendolo evitare? Ancora meno, penso.

Quando si va a lavorare, non è che se nevica si sta a casa.
Scusate, ma a volte gli insegnanti mi fanno veramente indignare.

Patrizia
11-February-2012, 17:43
Va bene così, Dani.
Se non hai studiato, il brutto voto è assicurato!:)

Rupert
11-February-2012, 21:02
Chiedo scusa agli insegnanti del forum, ma caspita come si fa a dare 5 a un ragazzo che è andato a scuola quando la maggior parte degli altri è rimasta a casa??? Eventualmente l'insegnante gli poteva dire: questa interrogazione sarebbe stata da 5, ma non ti metto il voto, studia che ti reinterrogo la prossima volta. Almeno per premiare la buona volontà (della mamma, in questo caso :mrgreen:).
Il pensiero che mi viene è che l'insegnante volesse scoraggiare i ragazzi a entrare in aula, come se fosse stata per lei una scocciatura avere in classe 4 o 5 ragazzi, anzichè nessuno. Forse già prevedeva un'ora libera, magari per correggere i compiti?
Non capisco, insegnanti e famiglie dovrebbero lavorare nella stessa direzione, essere alleati.
La prossima volta quanti ragazzi entreranno in classe, potendolo evitare? Ancora meno, penso.

Quando si va a lavorare, non è che se nevica si sta a casa.
Scusate, ma a volte gli insegnanti mi fanno veramente indignare.


Carissima,
sono un docente. Forse esercito su un altro pianeta, ma molte cose della scuola che opera in quella che noi siamo soliti chiamare "la vicina penisola" proprio sfuggono alla ia comprensione. Nel nostro microcosmo è raro che nevichi tanto da rendere necessaria la chiusura delle scuole. Nel caso in cui, per motivi logistici, la direzione della scuola decida di chiudere l'istituto, la scuola è chiusa e non ci sono lezioni. L'annuncio della chiusura avviene tramite il sistema telefonoco di avvisi regionali, che diffonde annunci registtrati. Se invece l'istituto scolastico è aperto, le lezioni sono regolari e le attività scolastiche (compiti in classe ed interrogazioni comprese) si svolgono regolarmente.
Situazioni come quella che si intuisce dal racconto di Patrizia, ovvero: lezioni che avvengono a macchia di leopardo, docenti che applicano in modo umorale una propria regola del contrappasso ed allievi che frequentano alla spicciolata... suonano quantomeno bizzarre.

Non entro nel merito dell'agire dei singoli insegnanti ed allievi. Impossibile esprimere un giudizio senza conoscere il contesto e le circostanze esatte.

Ti prego invece di non calare la mannaia su un'intera categoria di persone. In ogni gruppo umano, radunato con qualsivoglia criterio, ci saranno sempre persone per bene e farabutti esecrabili, persone mosse da grande abnegazione e fannulloni profittatori.

daniela
11-February-2012, 21:38
Ti prego invece di non calare la mannaia su un'intera categoria di persone. In ogni gruppo umano, radunato con qualsivoglia criterio, ci saranno sempre persone per bene e farabutti esecrabili, persone mosse da grande abnegazione e fannulloni profittatori.

Non lo farei mai, il ricordo di alcuni dei miei insegnanti mi accompagna e mi accompagnerà per tutta la vita.

Claire
11-February-2012, 22:11
No, Claire, non è stato contento... non è mai contento. Sì, hanno fatto lezione. È stato anche interrogato e ha preso cinque...
Forse sono troppo rigida, "all'antica".
Educare i figli è difficilissimo. Oggi più che mai. Si sa, l'esempio è fondamentale ma non basta.
Un tempo le libertà si dovevano conquistare. Si conquistava l'autonomia. La mia sensazione è che ora i ragazzi diano tutto per scontato, forse perché hanno troppo e non riescono ad apprezzare ciò che di bello e buono c'è nella vita, anche nelle piccole cose, nei successi insignificanti. Come riuscire ad andare a scuola anche se ha nevicato e fa un freddo tremendo.

Educare è difficilissimo, vero...farlo cercando di instaurare un dialogo con loro è faticoso ma credo che sia l'unica strada efficace. Se tuo figlio mostra scontentezza deve per forza esserci motivo. Cercare dialogo è importante. Ascoltare le loro ragioni è fondamentale. Questo comporta,ovviamente, mettersi anche in discussione.
Ha preso cinque? Non importa. farà meglio la prossima volta...se riesci a non sconfermarlo ma a dargli fiducia e ascolto. Con mio figlio funziona così...certo mettermi in discussione come genitore mi è costato fatica e ansia.

Patrizia
11-February-2012, 22:12
Situazioni come quella che si intuisce dal racconto di Patrizia, ovvero: lezioni che avvengono a macchia di leopardo, docenti che applicano in modo umorale una propria regola del contrappasso ed allievi che frequentano alla spicciolata... suonano quantomeno bizzarre.




Mi spiace che il mio intervento abbia sortito questi effetti.
Non ho detto e neppure lontanamente pensato che i docenti applichino regole umorali di contrappasso.
Qualche giorno fa, io stessa ho inserito una vignetta che ben rappresenta la triste realtà del rapporto distorto che si è venuto a creare negli ultimi anni fra genitori, insegnanti e alunni. E che non ho mai condiviso.



719

Patrizia
11-February-2012, 22:19
Ti ringrazio, Claire, per i consigli. Cercherò di farne tesoro. :)

Claire
11-February-2012, 22:27
Non lo farei mai, il ricordo di alcuni dei miei insegnanti mi accompagna e mi accompagnerà per tutta la vita.

Il ruolo degli insegnanti nella formazione di un individuo è importante e questo lo sappiamo tutti, ciò non toglie che ci siano anche insegnanti "pessimi"...Che utilizzano la loro "carica" per sfogare le loro personali frustrazioni. Per non parlare di concorsi che vengono superati non per merito ma per "conoscenze particolari nelle commissioni esaminatrici".

Claire
17-June-2012, 22:38
Nell'Italia che mi sorprende sta arrivando l'estate e si comincia a pensare alle sudate ferie.

Al riguardo stamane ho letto un articolo di Michele Partipilo, sempre capo-redattore della Gazzetta del Mezzogiorno e del quale, lo ammetto, sono accesa fan non fosse altro perchè le sue argute e graffianti riflessioni sullo stato attuale di salute della nostra italietta riescono a farmi sorridere sebbene a denti stretti.

Ecco l'articolo:

In ferie ai tempi della crisi

C’è una cosa che Monti & Passera non sono riusciti a tagliare: il calendario. E così anche quest’anno l’estate è arrivata. Al Sud all’improvviso e un po’ in ritardo rispetto al Nord. Ma sta recuperando posizioni con temperature già alte e che fra oggi e domani raggiungeranno picchi africani (non a caso l’anticlone in arrivo è stato ribattezzato “Scipione”). Dovrebbe essere una bella estate, almeno come clima.
Se la stagione meteorologica si preannuncia energica e secondo la migliore tradizione, gli effetti della crisi si faranno sentire comunque. Le solite statistiche – non sappiamo quanto attendibili – già ci dicono che quest’anno diminuirà il numero degli italiani che si concederanno una vacanza e ancora meno saranno coloro che andranno all’estero, optando per le bellezze nostrane. Un fattore positivo che potrebbe evitare contraccolpi violenti sulla nostra azienda turistica. E per la Puglia, con un trend positivo consolidato, potrebbe essere davvero l’anno del boom, almeno per le presenze.
E’ facile prevedere che anche con i prezzi invariati di hotel e campeggi, crescerà il numero dei pendolari delle spiagge. Sveglia all’alba, sdraio, frigo portatile, pasta al forno, qualche chilometro in auto, bagno e tintarella. Poi, rientro a casa sorbendosi le code del pomeriggio. Saranno in molti a dover scegliere questa soluzione per un tuffo e qualche ora di sole. Ma anche questa “vacanza”, in passato molto praticata come semplice svago del week-end, subirà l’effetto crisi. Perché i costi ormai altissimi dei carburanti hanno fatto ridurre di circa il 10 per cento il traffico. Vedremo se la voglia di concedersi almeno una nuotata o una scampagnata sfuggiranno alla stretta di cinghia.
Non è un caso se l’Eni ha scelto di abbassare di circa 20 centesimi il litro il prezzo di tutti i carburanti durante i fine settimana, a partire da oggi e per tutta l’estate. Le altre compagnie hanno strepitato, ma quasi certamente saranno costrette ad adeguarsi. In soldoni, potrebbe trattarsi di un risparmio tra i 5 e i 10 euro per ogni pieno, che di questi tempi non è poco. Non ci sarebbe da meravigliarsi se già stasera molti impianti esaurissero le scorte deludendo torme di automobilisti in coda.
Proprio per continuare a consolarci in una stagione che oltre a deprimere i consumi deprime innanzitutto le persone, ricordiamo che il mare in Puglia resta pulito e che le nostre spiagge sono tra le più belle d’Italia, una ragione di più per rinviare ad altri momenti vacanze esterofile.
C’è poi chi – e non saranno pochi neanche questi – i week-end estivi li trascorrerà negli ipermercati, finalmente aperti tutte le domeniche senze quelle diatribe da film di Totò in cui, scostandosi di qualche centinaio di metri e passando da un comune all’altro, c ‘erano esercizi aperti e altri chiusi. Ipermercati e supermercati aperti di domenica sono ormai una necessità per la famiglie sempre più in affanno, non solo dal punto di vista economico. C’è infatti una “merce” che più della benzina e dell’oro sta vedendo aumentare il suo valore: il tempo.
Tutti di corsa, freneticamente, senza un attimo di tregua . Ignorando che più frettolosamente si vive e più le giornate e le settimane svaniscono sotto i nostri occhi. L’ideale sarebbe fermarsi un po’ e trovare lo spazio per un periodo di quiete che ci dia l’opportunità di guardarci intorno, di meditare, di sfuggire così anche alle angosce da tagli-nuovetasse-Imu-Iva-Tarsu. Potrebbe essere l’idea per un’estate a basso impatto ansiogeno. Se non riusciamo a risanare l’economia, almeno risaniamo lo spirito, anche se non conosciamo il valore del suo spread con i Bund tedeschi.

Michele Partipilo

Claire
05-November-2012, 22:21
Sabato scorso sulla Gazzetta del Mezzogiorno ho letto un bell'articolo(il primo) di Stefano Tatullo di cui so praticamente nulla, una lacuna che spero di colmare al più presto perchè davvero è molto bravo. A Partipilo lo accomuna la capacità di ironizzare ferocemente sui fatti che avvengono nella nostra patria.Ecco l'articolo in questione. :)

MITT, TU VUO’ FA L’ITALIANO

Non sarà politically correct dirlo, ma noi alle elezioni americane tifiamo per Barack Obama. Contro Mitt Romney. Il quale, per convincere gli indecisi ha detto che se votano per il suo avversario gli Stati Uniti faranno la fine dell’Italia. Ma come si permette! Ma ci è mai stato in Italia, il signor Romney! Ma le conosce, lui, le nostre politiche economiche! Quelle della Fiat, per esempio!
Sono tempi difficili, signori miei, e le aziende, soprattutto le multinazionali, devono fare le cose con il bilancino del farmacista; a cominciare dalle assunzioni. D’altronde il signor Romney queste cose le capisce benissimo, perché è miliardario e tempo fa lo disse chiaramente che lui non si occupa di quel 47percento di americani che votano Democratico perché sono i mantenuti dal governo, che non pagano le tasse e “credono di avere diritto al cibo, alla casa, alla sanità”. Ecco. E Sergio Marchionne, l’amministratore delegato della Fiat, in America sostine Obama, è vero, ma qui in Italia è assolutamente d’accordo con Romney. E’ bipartisan, insomma.
Nei giorni scorsi la Corte d’Appello di Roma ha imposto alla Fiat di reintegrare 19 dipendenti esclusi dal rilancio dello stabilimento di Pomigliano, perché iscritti alla Fiom. L’azienda, sempre rispettosa delle leggi italiane, ha detto: va bene, accogliamo con piacere la richiesta della Corte. Ma come facciamo, che di questi tempi abbiamo già tanti operai che ci avanzano? Poi la soluzione è stata trovata: “Non essendoci spazi per l’inserimento di ulteriori “risorse”, ha scritto, Fabbrica Italia è “costretta a provvedere alla riduzione di altrettanti dipendenti”. Ed ecco sistemato il bilancio. E pur con il cuore che sanguina, l’azienda, e l’amminisrtratore delegato in particolare, sono costretti a fare questi calcoletti; se no devono chiudere qui in Italia e andarsene in America. Anche se poi chissà se Mitt Romney se li prenderebbe. Perché il Marchionne sostiene Obama.
Ma non è solo l’economia , che Romney non conosce dell’italia. Prendete la politica: lo sa lui qual è la situazione politica dell’Italia? Lo sa, per esempio, che l’ex presidente Berlusconi, che con un gesto di rara nobiltà, aveva deciso di fare un passo indietro, poi ha deciso due in avanti? Uno per fare lo sgambetto a Angelino Alfano e agli altri del suo vecchio partito, e l’altro per creane un altro nuovop di zecca, che si chiamerà Forza italia. Come quello di vent’anni fa.
Lui l’aveva detto veramente che voleva ritirarsi, ma poi quando ha visto che i giudici l’hanno condannato a quattro anni per i diritti televisivi e i fondi neri, ha reagito: e no, allora sono costretto a rimanere in campo, per riformare la giustizia! Perché quella, l’ha detto lui stesso, è “una sentenza che ho già definito non solo inaspettata ma anche incredibile e intollerabile.” E infatti, non se ne l’aspettava nessuno, neanche i pm, che avevano chiesto tre anni e otto mesi. Ma quello che ha ferito di più il presidente è stato che, nonostante la sua storia, viene “presentato come un individuo dotato di naturale capacità a delinquere”. E’ incredibile una cosa del genere? Ma vi pare?.
Senza dire che adesso per lui c’è un altro pericolo: che dopo Napolitano, al Quirinale vada Antonio Di Pietro. Come, chi l’ha detto! Beppe Grillo. Ah, è una battuta. No, no, cari miei, Grillo non è più un comico, come pensate voi; adesso è un politico fatto e finito. Avete visto in Sicilia? E’ andato a nuoto, che manco Giancarlo Cito, ha capito con uno sguardo che lì la mafia non c’è più perché si è trasferita in Lombardia(un affettuoso saluto al presidente Formigoni) e ha vinto le elezioni. Ora, se uno è capace di arrivare a nuoto a Messina, quanto ci mette a girare e arrivare a Roma, anche se deve fare la Salerno-Reggio Calabria? Questione di mesi, cari miei; quattro o cinque, fino alle politiche. E allora vedremo colonne di grillini(a proposito, non si può più dire, adesso bisogna dire cittadini in movimento) scendere da monti (minuscolo, minuscolo), risalire fiumi, e mettersi in marcia su Roma. Colà giunti, poi, potrebbero fare di quell’aula sorda e grigia che è la Camera un bivacco di manipoli, ma naturalmente ci vorrebbe un po’ di tempo, perché bisogna controllare gli account in internet, essere sicuri che siano antemarcia, vagliare i curricula; e insomma qualche mese ci vuole, per fare il governo. Nel frattempo, il presidente Grillo, che del MoVimento 5 stelle è solo il portavoce, potrebbe abitare a palazzo Chigi, dove ogni tanto potrebbe affacciarsi al balcone per dire Italiani!, come sta aggiustando il paese e soprattutto la sua posizione internazionale.
Ma per fare finalmente di questo Stato una democrazia compiuta, bisogna che anche al Quirinale ci sia un uomo all’altezza, e Beppe (come nella sua modestia ama farsi chiamare) ha indicato fin da ora l’uomo giusto: Antonio Di Pietro. Anzi, Tonino(come anche lui nella sua modestia ama farsi chiamare). Un altro Antonio, che nella sua immodestia ama farsi chiamare Cassano, direbbe: pensate come siamo messi; ma Beppe non bada a queste cose. Di Pietro, ha detto, “ha commesso degli errori ma lui soltanto in Parlamento ha combattuto il berlusconismo”. Non è chiaro se gli errori sono quelli di De Gregorio e Scilipoti, o quelli di Report, ma quello che conta è che Tonino è un uomo onesto e quindi è l’uomo giusto per fare il Presidente della Repubblica.
Ecco; e allora uno dice: ma il signor Romney che parla male dell’Italia, queste cose le sa? E soprattutto: nel caso che lui dovesse vincere le elezioni in America, il presidente Obama ce lo possiamo prendere noi qui?
Stefano Tatullo

:mrgreen::mrgreen:

Claire
22-November-2012, 21:53
Ancora un articolo di Michele Partipilo. Uno spaccato sugli ultimi avvenimenti di casa nostra e anche di fuori. Amare riflessioni che condivido.



LA VERA CRISI VA RISOLTA IN CIASCUNO DI NOI


Sarà la crisi, sarà la paura del futuro, sarà quest’autunno dalle piogge nemiche o tutto questo insieme che fa crescere le nostre inquietudini e porta smarrimento. Come in un improbabile flash-back cinematografico sembra di tornare al passato. O forse che il passato ritorni. Si riparla di “autunno caldo” e le strade sono invase da cortei di lavoratori senza lavoro e di studenti che non riescono a studiare. Le cronache ripropongono gli scontri con la polizia e le inchieste per capire, o per nascondere le responsabilità dei contendenti. Ci mancava solo Grillo, che da par suo, rispolvera le parole di Pasolini sui poliziotti per capovolgerle in una beffarda questua di consensi.
E anche dal fronte estero è un echeggiare di tragedie e orrori già visti. Nella striscia di Gaza i palestinesi muoiono a decine sotto i missili di Gerusalemme.
In Israele dopo decenni riaprono rifugi antiaerei e tornano con i loro urli sinistri le sirene degli attacchi. Era dai tempi della guerra dei sei giorni che lo Stato ebraico non si sentiva così vulnerabile. Altro sangue innocente sarà versato.
La nostra politica ci mette del suo a mostrare un film giàm visto. Tangentopoli è tornata più forte che pria. Non v’è amministrazione pubblica dove non si nasconda una tangente, una ruberia, un malaffare. Pensavamo che fosse finita e che si potesse avviare un’altra stagione. Ora torneranno anche le preferenze alle elezioni politiche, almeno così dicono i bene informatii. Sembra lontana un secolo l’orgia delle campagne elettorali fatte di cene, buoni benzina, e “santini”. Pare che si ricominci. Il “Porcellum” sarà stata pure una porcata, come amabilmente lo definì il suo stesso autore, ma almeno aveva eliminato lo sciupìo delle campagne elettorali. E invece rischiamo di ritornare punto e accapo.
Giambattista Vico spese molto del suo ingegno per studiare e dimostrare l’esistenza di “corsi e ricorsi” nella storia. Vicende che durante i secoli si alternano in fasi di progresso a fasi di decadenza, come se nulla avessero insegnato a uomini sempre uguali nei loro vizi e virtù. Ma oggi forse è più giusto parlare di eterno ritorno. La formula coniata non a caso da un filosofo della decadenza, Friederich Nietzsche. Il tedesco sostiene che l’universo rinasce e rimuore in base a cicli temporali e fisssati e necessari, ripetendo eternamente un certo corso e rimanendo sempre se stesso. Ne consegue che bisogna vivere tralasciando passato e futuro e immergersi solo nel presente. Un messaggio che la civiltà contemporanea ha in gran parte raccolto e messo in pratica. Ma i risultati non sembrano quelli sperati dal filosofo tedesco. Anzi I giovani vivono da vecchi senza una prospettiva di futuro. E non interessandosi alcuno più alle lezioni del passato, si ripetono gli stessi errori inaridendo speranze di migliorare il mondo. Abbiamo perso la capacità di immaginare il futuro, di progettarlo, di sognarlo e di amarlo. Oggi il futuro è ridotto a un ammasso di paure. La fine delle ideologie e delle grandi utopie politiche ha spentop il fuoco dell’immaginazione. Il predominio della vita materiale sta cancellando sogni e sentimenti. Ognuno cerca consolazioni dove può. I più credono di trovarle nelle chiacchiere sui social network. Ore e ore a ciarlare con individui di cui sappiamo tutto, tranne se siano reali. Al contrario, della vicina dio casa sappiamo che è reale, ma null’altro. Paradossio dell’era della comunicazione, si dirà. No, miseria del nostro tempo.
Come uscirne? Non ci aiuteranno né le elezioni ormai imminenti né altri governi tecnici. Certo, alla crisi economica in qualche modo si deve far fronte. Ma cominciamo a pensare anche a come uscire dalla crisi di dentro. Quella che ci fa vivere come avessimo già vissuto, senza più nulla da dire né da sognare.

Claire
29-April-2013, 16:26
Vorrei spendere un poco di questo spazio per dire della grande amarezza e mortificazione che ho provato ieri mattina nell'apprendere la notizia di quel gesto disperato davanti a Palazzo Chigi. Come quel gesto richiama alla mente altri gesti disperati di altri tempi. Passano i secoli, i decenni ma pare che nulla, nella sostanza, cambi veramente. La stessa dannata storia: quella di chi affama e di chi viene ridotto alla fame...alla perdita della dignità. :(

Mesi e mesi in cui non si contano che tragedie di povera gente ridotta a gesti disperati pur di non perdere la propria dignità. E' ancora possibile voltare lo sguardo dall'altra parte e far finta di niente? Possibile!?:banghead: Che il passato ci insegni poco o nulla? Che la memoria sia così corta? Le ultime vicende politiche dimostrano che è possibile. Ai vertici sbucano le stesse facce di sempre...
Vorrei tanto credere a Michele Partipilo quando afferma, nell'articolo di oggi, che un terzo dei ministri eletti sa quanto costa un litro di latte. Vorrei tanto credergli ma temo che sia l'ennesima illusione.
Claire


IL RISCHIO DI DIECI, CENTO , MILLE ESASPERATI

di Michele Partipilo


Un brivido è corso ieri mattina lungo la schiena di molti.
Quegli spari vigliacchi contro i carabinieri e davanti a Palazzo Chigi nel giorno in cui giuravano presidente del consiglio e ministri hanno fatto temere un rigurgito di terrorismo. Ma nel giro di qualche ora si è chiarito che così non era. A scaricare l’intero caricatore di una pistola acquistata quattro anni fa è stato Luigi Preiti, 49 anni, di Rosarno, muratore emigrato in Piemonte e tornato da un paio di anni in Calabria a vivere con i genitori dopo un matrimonio fallito e un figlio affidato alla moglie. Non uno spietato terrorista, ma un prototipo dell’italiano disperato che “non ha più niente da perdere”, come ha raccontato lui stesso agli inquirenti.

Quella di ieri doveva essere la sua ultima giornata di vita da chiudere con un gesto clamoroso, come l’omicidio di un politico.
Un progetto ben chiaro, messo a punto una ventina di giorni fa. Quando ieri si è reso conto che non sarebbe riuscito ad avvicinare nessuna personalità, ha scaricato la sua rabbia e i colpi della pistola contro i due poveri carabinieri. Voleva completare l’opera uccidendosi, ma i proiettili erano finiti o forse l’arma si è inceppata.

Il dramma di Preiti, uomo avvinto dalla solitudine e dalla disperazione, non può essere archiviato come il gesto di un folle. E forse deve far pensare – proprio al governo appena insediato – se non sia un segnale più inquietante di un’azione terroristica. Perché i terroristi si pongono un obiettivo politico e cercano di raggiungerlo con efferata freddezza. Un disperato è un pericolo molto più subdolo: ovunque e in ogni momento può colpire politici, personalità, forze dell’ordine, ignari cittadini. Proprio come è succeso ieri con Preiti, vestito con l’abito buono e dall’aria perbene.

Agli inquirenti ha raccontato la sua vita, i suoi fallimenti, il demone dei videopoker che gli ha succhiato anche gli ultimi spiccioli. <<E’ triste alla mia età dover vivere alle spalle dei genitori>>, ha spiegato. L’inchiesta dovrà chiarire alcuni punti, come per esempio la provenienza della pistola. Ma qualunque cosa fosse accertata non potrebbe mai allontanare il sospetto che in questo momento in Italia vi siano altri dieci, cento, mille Luigi Preiti. Gente che come lui ha un matrimonio fallito alle spalle e un figlio a mille chilometri di distanza o che non ha più un lavoro o che per il gioco o per i debiti è finito in mano agli usurai. Allora è proprio di questi che bisogna occuparsi e preoccuparsi. E non possono farlo né i magistrati né i carabinieri. Devono farlo i politici, quegli stessi che il muratore di Rosarno aveva eletto a suoi nemici.

Il rischio di nuovi gesti sconsiderati non si evita rafforzando il numero di poliziotti o facendo entrare presidenti e ministri da ingressi secondari. Il rischio si elimina rimettendo in moto l’azienda Italia e scendendo da piedistalli di carta per riavvicinarsi alle fatiche quotidiane della gente. Se c’è un merito di Letta già evidente è di aver messo insieme 21 ministri di cui un terzo sa quanto costa un litro di latte. Non sembra, ma è un grande passo avanti.
Bisognerà vedere cosa e quanto saranno capaci di fare. Ma la consapevolezza del punto cui è arrivata la disperazione della gente dovrebbero ormai averla ben chiara.

Mauro
30-April-2013, 09:31
Io mi limito a constatare che siamo in un Paese dove un quarto del corpo elettorale ha dato il suo voto a una persona che negli ultimi vent'anni ha dimostrato di essere bravissimo a farsi solo ed esclusivamente gli affari suoi e quindi credo ci sia ben poco di che lamentarsi poi della classe politica che abbiamo in Parlamento.
Per quanto riguarda il discorso del costo del latte ti cito una storia lombarda vecchia di qualche anno: quando alle elezioni per la Provincia di Milano si affrontarono Ombretta Colli (Forza Italia) e Filippo Penati (PDS) durante un confronto in TV un giornalista pose loro quella domanda e la Colli rispose serafica "Non sono io che mi occupo di far la spesa in casa" mentre Penati diede una risposta più che credibile. Alla prova delle urne la spuntò Penati che vantava anche un'esperienza di Sindaco di tutto rispetto in quella che era chiamata la "Stalingrado d'Italia" ovvero il comune di Sesto S. Giovanni alle porte di Milano.
Alla fine del suo mandato lasciò alla Provincia di Milano quest'eredità (http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_settembre_8/penati-indagato-milano-serravalle-inchiesta-monza-falck-1901480713562.shtml)
Sinceramente ho poche speranze nei confronti di questo Paese

DarkCoffee
07-February-2014, 12:17
Cosa stiamo diventando...
quanta tristezza e rabbia

http://video.corriere.it/botte-ragazzine-nessuno-interviene/b2d7bab6-8f53-11e3-8c4a-c355fa4079e9

DarkCoffee
07-February-2014, 12:21
Ma dov'è finita l'educazione? Il senso? Il rispetto? Perchè nessuno l'aiuta?
Addirittura un calcio in testa! La ragazza ci poteva anche morire! Ma le famiglie che fanno?
Mi mette tanta rabbia e paura questa situazione.

Elvira Coot
07-February-2014, 22:08
A volte mi viene il pensiero di barricarmi in casa (c'è chi lo fa, perchè io non dovrei?) Ma poi penso che sarebbe una sconfitta e allora mi faccio forza e vado. E' impossibile non avere paura, basta aprire un giornale o vedere un tg per averne.
Però al mondo ci sono ancora tante brave persone, tante davvero, si notano poco perchè non fanno notizia, ma ci sono! Ed è a questo che cerco di pensare, così mi sento meglio e il mondo mi pare un posto un pochino meno brutto

kaipirissima
08-February-2014, 09:50
Cosa stiamo diventando...
quanta tristezza e rabbia

http://video.corriere.it/botte-ragazzine-nessuno-interviene/b2d7bab6-8f53-11e3-8c4a-c355fa4079e9

ho visto questo video ieri alla Tv. E una volta mi è bastata.
Al tg hanno detto che la ragazza non ha riportato lesioni gravi e gli altri ragazzi sono stati denunciati.
La cosa strana del video è che la ragazza mora non si difende, come se "accettasse" la punizione per non incorrere in una punizione peggiore.

Ps. Come sono contenta di non andare più a scuola, non so se sarei sopravvissuta.

Claire
16-August-2014, 22:51
Ieri è apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno un articolo di Michele Partipilo sul Ferragosto. Li leggo sempre con molto gusto e condivido le sue osservazioni...a denti stretti. Tempi duri pure a Ferragosto.



FERRAGOSTO QUANDO C’ERANO BOLLINO NERO E CITTA’ DESERTE

C’era una volta il mito di Ferragosto. Cominciava con la chiusura delle grandi fabbriche del nord. Fiat in testa. Le città si svuotavano e si riempivano le autostrade e i centri di villeggiatura. Per giorni e giorni centri urbani deserti, negozi chiusi e difficoltà persino a reperire pane e latte per i pochissimi – quasi tutti anziani – rimasti a casa. Anche salumerie. Macellerie e bar potevano permettersi di piazzare sulle saracinesche un bel cartello “chiuso per ferie".

Sembrano tempi lontani, oggi che le città restano abitate, che i negozi fanno a gara per restare aperti anche fino a tardi pur di catturare uno dei sempre più rari clienti. Anche l’informazione è cambiata. Giornali e tv non hanno più da raccontare di esodi biblici, di code chilometriche e giornate con il “bollino nero”.

All’inizio sembrava che fosse effetto delle “vacanze intelligenti”.

Gli italiani erano infatti bombardati da inviti ad andare in ferie anche negli altri mesi estivi, a non partire in auto tutti insieme nei fine settimana, a percorrere itinerari alternativi. Altro che vacanze intelligenti, forse era il tarlo della crisi che già cominciava a rosicchiare il nostro benessere. Oggi dubbi nion ce ne sono. Piangono gli albergatori, i ristoratori, gli autisti, i gestori di lidi, i camerieri e tutto lo sterminato esercito di persone che vive dalle vacanze. I numeri sono in rosso ovunque e per fortuna che ogni nostra città ha molte bellezze:almeno attirano un po’ di stranieri. Così sono loro a tenere ancora in piedi la baracca, mentre gli italiani riscoprono la vacanza tutta nella seconda casa: la loro o di qualche parente/amico. In molti tornano a fare i pendolari con la spiaggia vicina vicina pur di godersi un po’ di mare e di sole.

All’improvviso quel boom che sembrava dovesse crescere all’infinito portando sempre più benessere e soldi si è fermato ed è cominciato il percorso inverso. Con i prezzi che anziché aumentare diminuiscono perché acquistiamo sempre meno merci: dai vestiti alle auto, si rinuncia perfino al pane e alla frutta. Gli esperti faticano a trovare i termini di paragone: siamo tornati ai livelli di 20 anni fa; no, del 1984; macchè, stavamo così nel 1975.

Sui giornali e in tv le analisi e le ricette per uscire dalla crisi abbondano. Nel Palazzo scarseggiano. Ogni rimedio adottato si rivela peggiore del male. Aumentano le accise sulla benzina? Si viaggia di meno e non si acquistano più auto, in crisi il gettito Iva e le aziende automobilistiche. Tartassano la casa? Crolla il mercato immobiliare, falliscono le aziende edili, va in miseria addirittura una categoria – i notai – ritenuta il simbolo stesso della sicurezza economica.

Potremo continuare a lungo con questo moderno martirologio. Anche il bonus di 80 euro, a parte qualche “mi piace” in più a Renzi, non ha smosso la nostra economia. Anzi, proprio quando sembrava che stavamo uscendo dal tunnel ci siamo ritrovati in un’altra galleria. Non sappiamo quanto lunga, ma certamente buia. Con l’Europa che è tornata ad alitarci sul collo e con il buon Draghi, che meglio di tutti conosce le nostre magagne, che pensa di commissariarci. Non si dia pena il presidente della Bce, neppure una Troika di commissari riuscirebbe a mettere in riga l’Italia, come dovette ammettere scornato Mussolini, nonostante gli stivaloni.

Renzi continua a riempirci di promesse e cerca di spostare l’obiettivo sui “gufi”, che è un modo – qualcuno glielo dica – tutto meridionale (Pirandello docet) e per nulla efficace di affrontare i guai.

Ora si preparano provvedimenti dal nome altisonante, ma che non si capisce dove ci porteranno. Di sicuro - dicono in coro dal Palazzo – non ci saranno nuove tasse. Con qualche sforzo potremmo pure crederci, ma vorremmo sapere se per caso aumenteranno le vecchie. Come è successo nel balletto di nomi dei balzelli sulla casa: Ici, Imu, Tari, Tasi, Sic e non sappiamo che altro verrà. Siccome alla fine è la somma che fa il totale, secondo il noto teorema di Totò, per ogni casa di proprietà oggi ci troviamo a pagare il doppio rispetto a qualche anno fa. E così, oltre all’economia, si uccide anche il sogno dell’italiano medio di sentirsi realizzato quando ha quattro muri tutti suoi.

Fra qualche giorno conosceremo meglio quello che ci aspetta, sempre che si riesca a fare la tara di propaganda e di falsi obiettivi, vedi il poderoso quanto anacronistico dibattito sull’abolizione dell’art. 18. Chi ne parla no si è accorto che è stato superato dai fatti: le aziende non licenziano più. Chiudono e basta. Vedremo. Per ora godiamoci questa giornata di riposo che quei saggi degli antichi romani avevano inventato apposta. Magari sarà utile per riflettere e recuperare un po’ di silenzio in questo paese in cui con le chiacchiere e i tweet si cambiano i governi (#enricostaisereno). Buon Ferragosto.

Michele Partipilo

Claire
17-December-2014, 22:28
Col tempo ho imparato, nel fare acquisti, a verificare sulle etichette la provenienza di quello che compro. In questo modo mi sembra di avere la possibilità non dico di scegliere il meglio ma almeno di evitare il peggio! Sopratutto in campo alimentare. L'altro giorno i mass media hanno dato una notizia che la normativa sulle etichette alimentari(la 79/11/Cee) dal 13 dicembre viene sostituita dal nuovo regolamento europeo 1169/2011 che toglie l'obbligatorietà di indicare sulle confezioni lo stabilimento di lavorazione degli alimenti! :eek
Ma questa nuova normativa è stata pensata per tutelare l'interesse dei consumatori? :cry2: Sigh!

http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/12/11/news/sparisce-l-origine-del-cibo-dalle-etichette-ce-lo-impone-l-unione-europea-1.191395 (http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/12/11/news/sparisce-l-origine-del-cibo-dalle-etichette-ce-lo-impone-l-unione-europea-1.191395)

DarkCoffee
17-December-2014, 22:32
Si, avevo sentito. Anche io lo trovo disonesto. Il prodotto deve essere trasparente di fronte al consumatore.

Elvira Coot
17-December-2014, 22:58
Già da molto tempo, se non trovo scritto il luogo di fabbricazione e la provenienza degli ingredienti, non lo compro. Se un'etichetta è incompleta o insoddisfacente, lascio il prodotto e me ne cerco un altro.

Non perdo inoltre l'occasione di fare opera di convincimento su Mr Boy, che quando prende in mano una cosa fa l'aria di leggere l'etichetta e assume un'espressione concentrata, come se ci capisse qualcosa ... :lol:



http://i58.tinypic.com/5dqp2c.gif

Claire
17-December-2014, 23:44
Già da molto tempo, se non trovo scritto il luogo di fabbricazione e la provenienza degli ingredienti, non lo compro. Se un'etichetta è incompleta o insoddisfacente, lascio il prodotto e me ne cerco un altro.

Non perdo inoltre l'occasione di fare opera di convincimento su Mr Boy, che quando prende in mano una cosa fa l'aria di leggere l'etichetta e assume un'espressione concentrata, come se ci capisse qualcosa ... :lol:



Anch'io non compro se non riesco a risalire dove sia stato prodotto ma con questa normativa europea non sarà più obbligatorio indicare questo genere d'informazione e stando così le cose che alternativa ci rimane?

Capisco Mr. Boy...é una vera giungla.:(

Mauro
18-December-2014, 16:30
Anch'io non compro se non riesco a risalire dove sia stato prodotto ma con questa normativa europea non sarà più obbligatorio indicare questo genere d'informazione e stando così le cose che alternativa ci rimane?

Capisco Mr. Boy...é una vera giungla.:(

Beh, l'alternativa è non comprare i prodotti che non hanno un'etichetta che riporti in modo chiaro ed inequivocabile la filiera di produzione, a partire dalle materie prime. In questo caso sarebbe semplicemente la legge del mercato a "far morire" i prodotti poco trasparenti ma, come ben sanno i furbetti che varano tali normative, questo succede difficilmente grazie al fatto che, spesso, la gente compra guidata più dalla suggestione pubblicitaria, dal (presunto) prestigio del marchio o dall'irresistibile offertona. :roll:

Claire
18-December-2014, 21:32
Beh, l'alternativa è non comprare i prodotti che non hanno un'etichetta che riporti in modo chiaro ed inequivocabile la filiera di produzione, a partire dalle materie prime. In questo caso sarebbe semplicemente la legge del mercato a "far morire" i prodotti poco trasparenti ma, come ben sanno i furbetti che varano tali normative, questo succede difficilmente grazie al fatto che, spesso, la gente compra guidata più dalla suggestione pubblicitaria, dal (presunto) prestigio del marchio o dall'irresistibile offertona. :roll:

Già!:( Ormai quando si va a fare spesa tocca andare con gli occhi spalancati per evitare fregature camuffate.

Elvira Coot
19-July-2015, 17:58
Questa notizia mi fa paura

http://www.livegubbio.it/2015/07/Acqua-pubblica-Sanzione-i-cittadini-la-pagano-troppo-poco

Se questo è il destino di chi cerca di aiutare la gente, che speranze ci restano?

Serena-fundy
23-July-2015, 12:11
Da "La grande bellezza" a "La grande schifezza". Povera mia città. Anche il New York Times ne parla...
http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/07/23/news/il_degrado_di_roma_finisce_sul_new_york_times-119649084/?ref=HREC1-8

Elvira Coot
23-July-2015, 12:25
Da "La grande bellezza" a "La grande schifezza". Povera mia città. Anche il New York Times ne parla...
http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/07/23/news/il_degrado_di_roma_finisce_sul_new_york_times-119649084/?ref=HREC1-8

E' tristissimo, non solo per i romani, ma per tutti gli italiani