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Sir Galahad
24-October-2011, 19:27
Allora, riprendiamo da dove eravamo rimasti :lol:
Ecco un altro lemma: diverso (di-ver-so): deriva da di- (preposizione semplice) + vertere, voltare, girare. Quindi, contrario, volto verso un'altra parte.
Il nostro Forum, oltre che a essere bellissimo, è diverso, sia secondo l'etimo che nel parlar comune: diverso perchè migliore. Et transeant verba! :P

Sir

Sir Galahad
26-October-2011, 20:08
Bacio (ba-cio): Alcuni lo fanno derivare dal latino basium; alcuni pensano che il delicato atto, tra i Latini, venisse chiamato , in modo imaginifico, osculum, piccola bocca.
Catullo è chiamato "il poeta dei baci"; ed un bacio diede Giuda Iscariota... Un bacio coniugò (e unirà sempre) gli amati Paolo e Francesca, sull'atto del bacio essi morirono.
La storia dell'Umanità, oltre che sugli interessi, pare essere così anche fondata su un semplice gesto.


http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1d/Beijo.jpg/250px-Beijo.jpg

Sir Galahad
27-October-2011, 21:40
tartaruga

tar-ta-ru-ga - . Il nome , variato anche in tortuga e tartuca o tartuga) deriva dal tardo latino, ma derivato a sua volta dal greco tartarûchos, cioè abitatore del Tartaro, che è la parte più profonda dell'Ade [con un evidente riferimento all'aspetto mostruoso che faceva supporre, immaginare quest'animale una creatura infernale].

Sir Galahad
31-October-2011, 21:00
Coraggio (co-rag-gio)
Deriva dal latino coraticum, a sua volta derivante da cor (genitivo: cordis) , cuore. Il coraggio è quindi una virtù che si identifica con la purezza di cuore e che mostra le migliori qualità di una persona di fronte al pericolo. Coraggio è quindi il saper mostrare il proprio cuore senza infingimenti, con lo sprezzo del pericolo che può derivare dall'opinione altrui.
Leggevo su Il Giornale di ieri di un famoso equilibrista-funambolo. Alla domanda su cosa fosse il coraggio, rispondeva che il coraggio "è la capacità di gestire la paura".
Psicologicamente non so se questa "definizione" possa essere accettata. C'è anche da dire che sarebbe a questo punto da accettarsi la definizione opposta, quella di paura ( è la capacità di non saper gestire il coraggio, immagino che il nostro equilibrista-funambolo direbbe. Ma allora, è come un gatto che si morde la coda...)

Sir Galahad
01-November-2011, 16:12
Serendipità (se-ren-di-pi-tà)

è un neologismo coniato nel 1754 dallo scrittore Horace Walpole ed ha origine dalla parola Serendip, l'antico nome dell'isola di Ceylon (Sri Lanka). Walpole , coniando il termine, si ispirò una fiaba persiana che si intitolava "Tre principi di Serendip".

Dal punto di vista filosofico la serendipità è quella situazione in cui si trova qualcosa di importante mentre se ne sta cercando un'altra.

Trovo molto azzeccata la seguente definizione, di Julius H. Comroe: «la serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino».

Sir

Sir Galahad
01-November-2011, 17:10
Matrimonio (ma-tri-mo-nio)

L'articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo afferma:

"Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato. »

(Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo)

Secondo Giacomo Devoto:
matrimonio, dal lat. matrimonium che ha indicato dapprima la 'maternità legale' e poi il suo strumento o la sua condizione. Matrimonium è un calco su patrimonium;
Allora, andiamo a vedere la definizione di patrimonio:
Patrimonio, dal lat. patrimonium 'insieme di cose appartenenti al pater familias'. Il suff. -monium ,dovere, compito, come nel caso di alimonium 'alimento' risal. a alere 'nutrire'.

zio fred
02-November-2011, 13:05
Serendipità
una fiaba persiana che si intitolava "Tre principi di Serendip".
Sir


che però se non raccontiamo restano tutti insonni dalla curiosità.
E dunque narro io, semplificando.

C'era una volta...il Re di Ceylon (allora chiamata Serendib) ed i suoi tre figlioli, principini.
Un giorno il Re li chiamò e disse loro: " cari figli, dovrò presto decidere chi regnerà sull'isola scegliendo uno di voi. Dunque vi dò questo compito: andate per una anno in giro per il mondo e riportatemi la cosa più preziosa che trovate".
Così fecero e si ritrovarono dopo un anno al cospetto del padre.
Il primo aveva con sè una perla meravigliosa, la più bella perla mai vista.
Il secondo aveva trovato una veste di seta intessuta d'oro, meravigliosissima.
Il terzo aveva un vaso con una pianticella sconosciuta: non sapeva cosa fosse ma l'aveva incuriosito.
Era la pianta del the, che da allora piantata a Ceylon divenne la vera ricchezza dell'isola.

Questo appunto a testimoniare la scoperta casuale di qualcosa che neppure si sa bene cosa sia, però ci incuriosisce e ce la mettiamo "in memoria".
Sono solito raccontare la storiella ai miei studenti quando li incontro e parlo di scelta del loro progetto futuro di studi per ricordare come sia importante "cercare" anche delle soluzioni altrenative e nuove e non solo seguire la strada già tracciata.

In fondo la vicenda di questo forum può essere significativa: siamo passati da uno sicuro ad un altro nuovo e misterioso ma chissà che non ci porti ancor più lontano.
Mi viene in mente adesso che il nome poeva essere SERENDILIBRO, anche se nessuno avrebbe capito cosa fosse. E peccato non si possa andare con la caravella, caro sir, che mi sarebbe piaciuto come nome, ma va bene così.

Sir Galahad
02-November-2011, 21:23
Pazzia (paz-zi-a): trae dal greco pathos, sentimento (e, traslato, sofferenza)
La mente umana è veramente strana. Il nostro vocabolario è zeppo di termini che descrivono alterazioni mentali o di comportamento, naturalmente più o meno gravi.
Esempio:
stravagante (stra-va-gan-te): colui che si comporta volutamente in modo eccentrico, ma comunque diverso dagli altri (spesso per puro gusto di apparire)
follìa (fol-li-a): è comportamento ab-norme, ma fluttuante, leggero, al limite della simpatia.
mattana (mat-ta-na), da cui matto: comportamento abnorme che pare ridicolo
mentecatto (men-te-cat-to), da mens- e captus, mente rapita (e portata chissà dove :lol: )
furioso (fu-rio-so): tipo di pazzo che suscita timore per i comportamenti irrazionali e furibondi
delirio (de-li-rio): alterazione mentale, innata o indotta da sostanze strane..., che portano il soggetto a livelli extra-normalità; a questo proposito mi viene in mente la testimonianza di Aldous Huxley (l'autore, tra l'altro, di "I diavoli di Loudun"), in cui si sottolineano gli stati di percezione (delirio) extra-normali seguenti l'assunzione della droga mescalina.
Detto ciò, e pensando ad altri esempi di artisti, possiamo affermare che il delirio è altamente creativo
grottesco (grot-te-sco): un psico-abnorme che suscita sentimenti di curiosità legata a forme del soma e della psiche molto anormali

E ancora altro, volendo....

Sir

Sir Galahad
03-November-2011, 22:10
Cipresso (ci-pres-so)
Ecco un etimo dubbio. Secondo alcuni (Ottorino Pianigiani) deriverebbe dal nome dell'isola di Cipro (Cypros), in cui sarebbe molto rappresentativo della flora indigena.

Secondo altri il cipresso, era nato dalla metamorfosi di un eroe di nome Ciparisso, o da un’eroina chiamata Ciparissa.

Ciparisso ,figlio di Telefo, durante una battuta di caccia uccise,involontariamente, il suo cervo, e l'atto gli costò una fortissima disperazione. Per il suo dolore venne trasformato in cipresso (Ovidio 10.106)

Ciparissa era figlia di un re dei Celti di nome Borea. Morì giovanissima .Il padre, inconsolabile, piantò sulla sua tomba un albero sconosciuto , ma che in suo onore e ricordo fu chiamato cipresso, diventando l’albero sacro ai morti.

Secondo la tradizione, dal legno del cipresso furono intagliati lo scettro di Zeus e la clava di Ercole, strumenti di offesa e di difesa, e che erano considerati incorruttibili ed eterni

Sir Galahad
03-November-2011, 22:41
I Cipressi ispirarono la poesia di Giosuè Carducci (Davanti San Guido), di Foscolo (All'ombra de' cipressi e dentro l'urne)...

Sir :o :o :o

Sir Galahad
06-November-2011, 17:05
Chiamare il signorino significa Sgridare il vecchietto?

L'etimologia è una bella cosa, ci indica la strada dell'intelligenza del discorso e dona il senso storico al fluir delle parole.
Vero. Però.....
Però, bisogna...anzi, bisognerebbe parlare sempre cum grano salis.
L'evoluzione delle parole nel corso del tempo ha fatto assumere ai lemmi significati diversi da quelli originari.
Alessandro Manzoni ce ne dava un esempio: infatti, la frase Chiamate il signorino!, analizzata etimologicamente varrebbe: Sgridate il vecchietto!
Chiamare, infatti, trae dal latino clamare (gridare, sgridare); mentre senior sta per maggiore, anziano, vecchio, ed il suo diminutivo senorinus equivarrebbe a vecchietto.
Meditiamo, gente, meditiamo....prima di parlare :roll: :roll: :roll:

Sir Galahad
08-November-2011, 21:12
Vendere all'asta
Gli antichi romani segnalavano il luogo ove si vendevano la merce, gli schiavi, ecc. con un'asta, simbolo dell'autorità statale. Tito livio, infatti, scrive: Sub hasta vendere.

Sir Galahad
08-November-2011, 21:17
Vendere all'incanto.
Il canto non c'entra niente, amici.
Il fatto gli è che gli spettatori della vendita, possibili compratori, chiedevano il prezzo della merce così:
"In quantum?" (quanto costa?). A dire il vero, pare che tale idioma latineggiante sia, in realtà, tratto dal parlar comune della gente nel Medio Evo.
L'in quantum?, allora, si trasformò in : incanto, col passar del tempo, perdendo anche il punto interrogativo.

Sir Galahad
13-November-2011, 19:56
Canto (can-to)
(inteso nel senso di porzione spaziale): indica un angolo di spazio, un cantuccio - appunto - che è isolato da un contesto diverso. Deriva dal greco Kanthòs, angolo.
A Firenze sono tanti, gli angoli di strade in cui sono state "ritagliate" piazzette, i canti.
In senso lato può significare anche "posizione personale": per esempio, nel parlar comune: "dal canto mio.....".

Sir Galahad
14-November-2011, 20:39
Thread.
Nelle scienze informatiche si intende per thread (o, meglio, thread di esecuzione) la suddivisione di un processo in due o più filoni, che vengono eseguiti dal processore.
Parola ormai in uso, ma che fa accapponare la pelle ai puristi della lingua; i quali pensano, a torto o a ragione, che l'invasione di lingue non italiane con parole esotiche (che possono essere catalogate tra i forestierismi, spesso colte ed interessanti, quasi sempre di derivazione tecnologica) vada limitata.
E allora, si potrebbe limitare l'uso del lemma anglosassone thread e sostituirlo vantaggiosamente con filone o canale.

Sir (al solito, combattente contro i mulini a vento...:roll:)

silvia77
15-November-2011, 11:49
Thread.
Nelle scienze informatiche si intende per thread (o, meglio, thread di esecuzione) la suddivisione di un processo in due o più filoni, che vengono eseguiti dal processore.
Parola ormai in uso, ma che fa accapponare la pelle ai puristi della lingua; i quali pensano, a torto o a ragione, che l'invasione di lingue non italiane con parole esotiche (che possono essere catalogate tra i forestierismi, spesso colte ed interessanti, quasi sempre di derivazione tecnologica) vada limitata.
E allora, si potrebbe limitare l'uso del lemma anglosassone thread e sostituirlo vantaggiosamente con filone o canale.

Sir (al solito, combattente contro i mulini a vento...:roll:)

Ah, Sir...è sempre bello accendere il calcolatore, cliccare sulla pagina-casa di Scompaginando e leggere i tuoi amabili filoni o canali sulla Letteratura classica sgranocchiando allegramente fiocchi di granturco (corn flakes non va bene per dei puristi della lingua come noi!), come sto facendo ora...:-P

Sir Galahad
15-November-2011, 18:33
Ah, Sir...è sempre bello accendere il calcolatore, cliccare sulla pagina-casa di Scompaginando e leggere i tuoi amabili filoni o canali sulla Letteratura classica sgranocchiando allegramente fiocchi di granturco (corn flakes non va bene per dei puristi della lingua come noi!), come sto facendo ora...:-P
Perbacco! Una purista comme a mmia:lol:!!!!
Grazie Silvietta, ironica Silvietta:lol:

Rupert
15-November-2011, 18:58
Thread.
Nelle scienze informatiche si intende per thread (o, meglio, thread di esecuzione) la suddivisione di un processo in due o più filoni, che vengono eseguiti dal processore.
Parola ormai in uso, ma che fa accapponare la pelle ai puristi della lingua; i quali pensano, a torto o a ragione, che l'invasione di lingue non italiane con parole esotiche (che possono essere catalogate tra i forestierismi, spesso colte ed interessanti, quasi sempre di derivazione tecnologica) vada limitata.
E allora, si potrebbe limitare l'uso del lemma anglosassone thread e sostituirlo vantaggiosamente con filone o canale.

Sir (al solito, combattente contro i mulini a vento...:roll:)

"Thread" vuol dire "filo" ... filo, corda, refe, spago...

L'uso figurato del lessema può evidentemente dare origini a molteplici sfumature semantiche. Se quella più legata alle scienze computazionali è effettivamente l'interpretazione che citi, non è del tutto corretto applicare la stessa lettura a "thread" usato come successione di messaggi in un forum. L'origine è la stessa, ma paradossalmente il termine ha percorso strade differenti.
Thread è un filo, quel filo che nelle cancellerie e negli studi notarili dal medioevo fino all'altroieri, costituiva il sistema d'archiviazione dei documenti. essi venivano infatti letteralmente infilzati con l'aiuto di un ago ed il filo che ne raggruppava un'unità temporale e tematica (per esempio tutti i documenti preparatori di un rogito notarile o tutte le comunicazioni di un determinato messaggero durante un anno) serviva da unità d'archiviazione. Si parlava allora di "filze".

Il moderno thread di post, non è nient'altro che l'antica e mai tramontata filza di documenti,


Dal dizionario:
filza 1 (sf.) 1 Serie di cose infilate o infilzate insieme.
2 Fascio di documenti collocati in biblioteche o archivi. ~ incartamento.
3 Serie successiva di più cose; successione. ~ sequela.
4 Particolare successione a punti radi.

Sinonimi: cucitura, fila, infilzata, sequela, serie, successione

Sir Galahad
15-November-2011, 19:17
Certo, certo, è così.
Probabilmente non mi sono spiegato: volevo solo rimarcare l'abuso di foriesterismi nel lessico giornaliero. Cosa che non giova, certo, anche perchè ci fa perdere il senso della storicità dei termini.
Ciao

Rupert
15-November-2011, 19:28
Credo che stia a noi reagire. E la palla sta nel nostro campo. Nulla ci impedisce (senza obbligo per nessuno, sia chiaro) di utilizzare il termine filza al posto di thread.
Anche il termine reimportato "ban", che ha assunto un valore tecnico specifico nelle discussioni all'interno di un'agorà informatica, può essere utilmente alternato al suo progenitore originario "bando". L'azione di bannare può utilmente essere citata con il verbo italiano bandire. All'interno di un forum letterario dovrebbe essere possibile farlo.
Quello che invece è impossibile è imporre un ritorno alle forme lessicali preesisteni, perché l'uso è ormai diffuso e ha conquistato valenze semantiche specifiche.
Quindi se a noi piace "filza" o "bandire", possiamo liberamente utilizzarli, sapendo che il resto del mondo utilizzerà con ottimo diritto linguistico le forme in uso.

Vale!

Sir Galahad
16-November-2011, 19:37
Topic.
Ecco un'altra parola che pare una bestemmia.
Perchè non dire: argomento, tema, discussione, ecc? Inoltre, questa parola ha un significato estensionale esagerato:spesso si vuole comprendere, con tale parola, un lessema troppo generico; la polisemia deriva dal fatto che - non intenzionalmente - si vogliono comprendere, con esso, concetti criptici che - se non spiegati ulteriormente - ingenerano confusione . Topic? Di che cosa? E cosa è compreso con tale parola? Che significato semantico possiede? Quale contenuto vuol trasmettere?
Evitiamo, evitiamo. Teniamoci stretti i nostri bei vocaboli italiani.

Sir

zio fred
16-November-2011, 20:32
E allora per tua soddisfazione propongo una parola che è divenuta italica anzi qui da noi spesso la si dice in dialetto piemunteis. Il detto suona fé flanela, letteralm. fare flanella nel senso di battere la fiacca, pelandronare.
Non so perché, caro sir , ma questa parola mi piace sempre di più.

L'espressione pare avere due origini: una nobile ed una meno.
Quella nobile... trae origine al tempo delle"case chiuse". Era il rimprovero della tenutaria verso il cliente che sostava lungo tempo nell'atrio senza diciamo così"consumare".

L'altra viene riferita a Baudelaire e compare a metà del secolo XIX a Parigi. E' il passante, una sorta di incrocio tra il bohème e il vagabondo, che cammina senza meta per le strade della città, fermandosi ogni tanto a guardare. Nel suo ruolo di osservatore il flaneur stabilisce una relazione particolare con la città, abitandola come se fosse la propria casa.

“La folla è il suo regno, come l’aria è il regno degli uccelli, e l’acqua è quello dei pesci.La sua passione e professione è sposare la folla. Per il perfetto flâneur, per l’osservatore appassionato, è causa d’immenso godimento prendere dimora nel numero, in ciò che fluttua e si muove, è fuggitivo o infinito. Essere fuori casa e sentirsi dappertutto a casa propria; vedere il mondo, esserne al centro e rimanergli nascosto: ecco alcuni dei più comuni piaceri di questi spiriti indipendenti, appassionati, imparziali, che la lingua fatica a definire”.(Charles Baudelaire, Il pittore della vita moderna)

Nella saggistica letteraria flâneur per eccellenza sono considerati: Charles Baudelaire e Honoré de Balzac per Parigi, Charles Dickense, Virginia Woolf per Londra, Nikolaj Gogol’ per San Pietroburgo, James Joyce per Dublino, Alfred Döblin per Berlino, Ferdinando Pessoa per Lisbona, John Dos Passos e Paul Auster per New York, PierPaolo Pasolini per Roma mentre all’origine di questa flânerie letteraria c’è naturalmente L’uomo della folla di Edgar Allan Poe.

Chissà se esiste un Club a cui iscriversi caro sir? Non mi spiacerebbe a braccetto con te flanellare per le vie della città.



cosa hai capito? nel secondo significato intendevo!

Sir Galahad
16-November-2011, 21:13
Anche il primo aveva una sua valenza erotica, caro zio, e come tale non era da scartare a priori. Tengo a precisare che le signorine in oggetto, verso cui nutro la stima più ampia, non hanno goduto dei miei favori, vuoi perchè erano già nonne quando io cominciavo a sentire i primi effetti degli ormoni, vuoi perchè il sesso a pagamento non mi ha mai attirato...
Il secondo significato: che bello, non fare una mazza! Soprattutto, è bello quando si è certi di avere una vita senza problemi; nel miglior modo dei pantofolai borghesi, tanto per intendersi, che discettano sui Massimi Sistemi con la pancia piena. Ebbene sì, sono un volgare borghese, amante della vita comoda, e per questo amo gli spericolati Scapigliati, che sputavano in faccia ai borghesi e amavano la vita perigliosa....Ah!, che bella, la Scapigliatura! (stasera cosa c'è per cena, mogliettina mia adorata?)

Ciao! Chissà che il sogno non si realizzi. Per ora, dulce et decorum est nihil facere...

Quod licet Jovi non licet bovi:lol:

Sir

Sir Galahad
21-November-2011, 20:20
Tarallucci e vino
Vuole significare un'azione che, inizialmente partita con grandi scopi o mire, è finita in sordina.L'etimo della parola tarallo, al solito, è nascosta dal buio più profondo.Qualcuno pensa derivare dal latino “torrère” abbrustolire,altri dal francese “toral” essiccatoio..
La tesi più attendibile vuole peraltro che la parola tarallo tragga dal greco daratos, sorta di pane.
Ricordi liceali: sul mio libro di Storia, c'era una gustosa vignetta che rappresentava l'incontro di Biarritz tra Bismarck e Napoleone III (Ottobre 1865), in cui "il cancelliere di ferro" preparò il terreno per assicurarsi la neutralità dell'imperatore francese (aveva già ottenuto quella della Russia e dell'Italia). L'incontro non andò nel modo desiderato da Bismarck (soprattutto per le esose esigenze di Napoleone III), ma poi si convenne su mire diverse e ben più misere.246

Ecco, i giornali di allora descrissero questo evento come misero, in confronto alle mire che si era proposto, ed adoperarono, per descriverla sinteticamente, l'espressione "è andata a tarallucci e vino"

zio fred
21-November-2011, 22:08
Caro sir leggendo questo ho pensato alla tua battaglia per il nostro vulgare, anche se lo conoscerai o forse sei stato tu il fondatore.
Vedi un po’.

Nella conversazione quotidiana entrano continuamente nuove parole, da postare a kebabbaro, mentre altre cadono lentamente in disuso, come esecrabile o procace.
Per tutelare l'italiano che scompare, la SocietàDante Alighieri (http://www.ladante.it/), che dal 1889 si propone diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ha lanciato la campagna «Adotta una parola» (http://adottaunaparola.ladante.it/main.php). In collaborazione con quattro dizionari d’italiano (Devoto Oli, Garzanti, Sabatini Coletti eZingarelli) ha selezionato le parole in via d'estinzione nella nostra lingua.
Sul sito dell'iniziativa, chiunque ami l'idioma del bel paese può scegliere una parola, adottarla e diventarne il custode per un anno, impegnandosi a promuoverne l’utilizzo, segnalarne abusi e registrare nuovi significati. L'aspirante custode deve indicare la motivazione della scelta e sottoscrivere una dichiarazione simbolica d'impegno: in cambio, riceverà un certificato (digitale) di adozione.

http://adottaunaparola.ladante.it/ (http://adottaunaparola.ladante.it/)

Sir Galahad
21-November-2011, 22:15
.
Per tutelare l'italiano che scompare, la SocietàDante Alighieri (http://www.ladante.it/), che dal 1889 si propone diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ha lanciato la campagna «Adotta una parola» (http://adottaunaparola.ladante.it/main.php). In collaborazione con quattro dizionari d’italiano (Devoto Oli, Garzanti, Sabatini Coletti eZingarelli) ha selezionato le parole in via d'estinzione nella nostra lingua.
Sul sito dell'iniziativa, chiunque ami l'idioma del bel paese può scegliere una parola, adottarla e diventarne il custode per un anno, impegnandosi a promuoverne l’utilizzo, segnalarne abusi e registrare nuovi significati. L'aspirante custode deve indicare la motivazione della scelta e sottoscrivere una dichiarazione simbolica d'impegno: in cambio, riceverà un certificato (digitale) di adozione.

http://adottaunaparola.ladante.it/ (http://adottaunaparola.ladante.it/)

Grazie, zio Fred.
Accolgo magno cum gaudio (e le sottolineo) le tue parole, che sono anche le mie, e le giro ai pochissimi lettori di questo sotto-forum di Letteratura Classica (pochi-ma-boni)
Grazie ancora
Un saluto,
Carlo

zio fred
02-December-2011, 22:28
Buon compleanno sir Carlo, ( la torta l'ho messa in frigo visto che ritardi)
366
toscano doc ma ragazzo dell’Europa.
E quando passerai qui davanti al mattino brinda con me.


http://s7.postimage.org/jtbs85nrf/IMG_4278.jpg (http://postimage.org/)
free image hosting (http://postimage.org/)

Oltre a questa meraviglia vorrei vedere l’Ospedale del Ceppo di Pistoia col fregio in terracotta dipinta e invetriata di Giovanni Della Robbia e Santi Buglione che rimanda, tu ne saprai di più, ad una spy story.

La scultura in terracotta invetriata rappresenta nella produzione artistica del Rinascimento un’innovazione fondamentale: un’idea geniale che consiste nell’applicare alla scultura il rivestimento di smalto della maiolica. I Della Robbia furono straordinari maestr iartigiani capaci di trasformare la terra in opere d’arte e di fondere in una produzione artistica sconosciuta perfino agli antichi, la pittura, la scultura,l’architettura e le arti.
La formula della terracotta invetriata fu per secoli un vero e proprio mistero,la famiglia la nascose gelosamente per decenni non lasciando alcuna indicazione sui metodi e sui procedimenti tecnici e convincendo tutti i contemporanei che si trattasse di una eccezionale invenzione. La leggenda narra che la magica ricetta poi passò nelle mani di Benedetto Buglione per tramite diuna donna di casa Della Robbia che svelò il mistero: la tecnica dell’invetriatura non era un’invenzione bensì la rinascita di un’arte ereditata dal mondo romano e bizantino, quindi trasmessa per tramite degli arabi nelle regioni europee di cultura moresca, in particolare in Spagna.
A Luca della Robbia rimane il merito di aver riscoperto la tecnica, di averla fatta propria portandola a livelli eccelsi, di averla abbinata ad una capacità creativa difficilmente eguagliabile unita al fascino del segreto.
Di lui scrisseil Vasari: “Per che, considerando che la terra si lavorava agevolmente con poca fatica, e che mancava solo trovare un modo mediante il quale l’opere che in quella si facevano si potessono lungotempo conservare, andò tanto ghiribizzando che trovò modo da diffenderle dall’ingiurie del tempo; per che, dopo aver molte cose esperimentato, trovò che il dar loro una coperta d’invetriato addosso, fatto con stagno, terra ghetta,antimonio et altri minerali e misture, cotte al fuoco d’una fornace a posta,faceva benissimo questo effetto e faceva l’opere di terra quasi eterne”.

Intorno alle terracotte invetriate gli studiosi non sono ancora riusciti a fugare del tutto il mistero della tecnica usata per l’applicazione del prodigioso smalto al biscotto (la terracotta che ha subìto una prima cottura) che all’epoca poteva essere effettuata o per immersione (soluzione da escludere per le dimensioni di alcune opere) o con la pennellatura. Infatti, non appenasi appoggia con il pennello lo smalto sulla superficie porosa del biscotto, la sospensione acquosa di vetro polverizzato di cui è composto viene assorbita in quel solo punto di contatto impedendone una pur rapida spennellatura su tutta l’opera. Come riuscivano, allora, Luca e i suoi discepoli, a fermare uniformemente sull’argilla quel corposo e lucente strato di smalto che ancora oggi continuiamo ad ammirare stupefatti?
Poi, confermamelo, c’è questa curiosità: il nome Robbia deriva da una pianta comune nelle zone incolte della Toscana dalle cui radici si ricava un colore rosso (ruber) da sempre impiegato nella colorazione di tessuti e di pellami,nonchè per la produzione di lacca per i pittori. Ebbene Luca della Robbia ha utilizzato nelle sue terracotte tutti i colori tranne il rosso. Chissà perché!

Sir Galahad
07-December-2011, 22:12
Grazie,zioFred,soprattutto per la torta (e la donnina che sculetta che fai,la butti via?:lol:)
Mi son connesso ora, dopo tanti giorni di sosta dovutra ad un brutto incidente ed allamorte del mio pc.
Tra ninnolie nannoli (e tanti euri....:shock:) 'sto purgatorio è durato un bel po'.
Abbi pazienza ancora un pochino e ti risponderò
Ciao, grande :-P

Sir Galahad
08-December-2011, 10:37
Ah, dimenticavo un piccolo PS, zio Fred: dell'Europa non me ne importa un c***o: sono Italiano e Italiano voglio morire...casomai sulle barricate, a tirare una schioppettata alla casta affamapoveri.

Sir Galahad
11-December-2011, 18:24
Lacrime di coccodrillo: si dice di persona che si commuove dopo aver commesso qualcosa di grave.
Al solito, si tratta di una credenza, sciocca e tendenziosa (per i coccodrilli): dall'osservazione che questi bellissimi animali emettano secrezioni oculari dopo un lauto pasto, la (dis)cultura antropo-centrica ha fatto derivare la credenza, appunto, che i coccodrilli piangessero per una malefatta e hanno esteso questa convinzione ai rapporti umani....

Sir Galahad
11-December-2011, 19:01
In ultima analisi possiamo dire che sia la signora in oggetto che Stallone sono degli attori.
A proposito, sapete come gli antichi Greci chiamavano gli attori? Ipocriti. Questo perchè nascondevano le loro vere sensazioni e i loro veri sentimenti dietro, sotto (ipo) una maschera. Che, in questo specifico caso, è una maschera tragica, per noi.:(

Sir Galahad
11-December-2011, 21:28
Orti e giardini.
Nel Latino, non esiste la parola giardino, bensì hortus, un piccolo appezzamento di terreno nel quale si coltivavano, generi alimentari: radicchio,santoreggia,carote, calamo, erbe aromatiche. E a volte si adornavano con fiori.
Hortus deriva dal Germanico gortus, recinto. Si ebbero poi le variazioni: gortus > gartus > garten e garden (paesi anglosassoni) e jardin (Francia). Appunto dal francese jardin deriva l'italico Giardino.

Rosy
12-December-2011, 00:12
Non so , Sir, se ti "rubo" il mestiere! ma stasera avevo in mente di parlare di un meraviglioso ed unico presepe che ho visto ieri.
Poi, vuoi perchè le penose discussioni mi hanno...demotivata, vuoi perchè temevo di parlare di cose mie ( ahimè, questo EGO!),sono finita a cercare il significato della parola.
Siamo in periodo natalizio , e perciò in tema....

Dunque: PRESEPE è una rappresentazione della nascita di Gesù.
Il termine deriva dal latino PRAESAEPE = greppia, mangiatoia. ( prae= innanzi, saepes= recinto, quindi luogo che sta davanti ad un recinto).
Il primo presepe fu realizzato a Greccio nel 1223 da San Francesco d'Assisi.

Rosy:-P:-P

Sir Galahad
12-December-2011, 19:29
Che bello questo tuo intervento natalizio, cara Rosy!!!!:)
Sì, la storia e l'origine del presepe è quella che dici.
Ma...lo sai cosa? mi dispiace trovare sempre meno presepi e sempre più alberi...Ci sarà un motivo, a tutto ciò? Abbiamo dimenticato, forse, le nostre origini, le radici della nostra civiltà? Speriamo di no...
454

Sir Galahad
12-December-2011, 21:28
Vendere all'asta
Gli antichi Romani segnavano il luogo ove si esponeva e vendeva il bene da alienare con un'asta, memoria dell'autorità imperiale.
Tito Livio così si esprimerà: Sub hasta vendere.
Da allora (e tempo ne è passato....) è rimasta la dizione "vendere all'asta", anche se le insegne imperiali non ci sono più, e non ci son più - per fortuna - schiavi e schiave col prezzo da pattuire.

Rosy
12-December-2011, 21:54
Che bello questo tuo intervento natalizio, cara Rosy!!!!:)
Sì, la storia e l'origine del presepe è quella che dici.
Ma...lo sai cosa? mi dispiace trovare sempre meno presepi e sempre più alberi...Ci sarà un motivo, a tutto ciò? Abbiamo dimenticato, forse, le nostre origini, le radici della nostra civiltà? Speriamo di no...
454

Mi dispiace deluderti, caro il mio Sir...ma se verrai a casa mia troverai un grande albero ( tra un pò usciamo noi per fargli posto) ma anche un BEL presepe! Con le luci; la strada di riso; muschio bello grasso raccolto sui monti; tutto in piena regola! ciao
Rosy

Sir Galahad
13-December-2011, 20:41
A bizzeffe: modo di dire molto usato. Al solito, la sua origine si perde nella notte dei tempi (anche questo è un bel modo di dire...): alcuni la vorrebbero derivare dall'arabo.
C'è un'altra spiegazione. La Pubblica Amministrazione è formata da Direttori, Responsabili, Sindaci,Rettori ecc. Ognuno di loro ha un impiegato che, al momento opportuno, ne fa le veci: ossìa, è un impiegato facente funzioni, come si dice. Si dice che tali personaggi, trovandosi di fronte a cataste di atti, leggi, balzelli, insomma una quantità enorme di fogli da firmare, apponessero, a mo' di firma, la sigla f.f. (facente funzioni): ciò li liberava da un aggravio enorme di tempo.
Ora, due F, in latino (che fu per molto tempo la lingua ufficiale) si direbbe "a bis effe" (con due effe), modo di dire che fu chiamato, in seguito, a bizzeffe

Sir F.F. :lol:

Sir Galahad
14-December-2011, 19:25
Magari: (ma-ga-ri) sta per " beato", e per traslato "volesse il cielo", "speriamo che sia così", ecc.
Trae dal greco Makarios, beato, felice.

Così scriveva Ciullo (Cielo) d'Alcamo in "Rosa fresca aulentissima" (parafrasi di Gianfranco Contini)

"Macara se dolés[s]eti che cadesse angosciato:
la gente ci cor[r]es[s]oro da traverso e dallato;
tut[t]'a meve dicessono: 'Acor[r]i esto malnato'!
Non ti degnara porgere la mano
per quanto avere ha 'l papa e lo soldano."

Almeno [magari] ti dolessi da cadere privo di sensi:
la gente correrebbe da tutte le parti;
tutti mi direbbero: "Soccorri questo malnato!".
Non mi degnerei di porgerti la mano
nemmeno per quanto ha il Papa e il Sultano.

Va adoperato, magari, in espressioni in cui ci si augura un risultato felice. Da evitare , invece, di usarlo a sproposito, come in espressioni del tipo: "Magari stamani al lavoro vado in tram....", "vedi un po' se magari piove....", e cose del genere. Utilissimo invece in locuzioni del genere: "Magari cadesse questo governo ....":mrgreen:

Sir Galahad
14-December-2011, 19:45
Trastullare (-rsi) (tra-stul-la-re)
I significati del lemma sono due: uno, nella forma riflessiva, vale svagarsi . Questo, però, ha anche una accezione negativa, nel senso di "perdere tempo"; l'altro, nella forma transitiva, vale "ingannare" oppure "illudere".
Il verbo trae dal sostantivo "trastullo", ossìa svago, derivando esso dal latino volgare transtrùllu, diminutivo del classico trānstrum "traversa", ossìa trave (in questo caso,la trave adoperata da giocolieri e saltimbanchi).

Sir Galahad
14-December-2011, 19:58
P.S.: Da notare che trum (di trans-trum) è parola del vocabolario tedesco, e vale l'italiano "ramo" (che non è molto distante, poi, da trave)

Sir Galahad
15-December-2011, 18:23
Leccornìe (lec-cor-nie): cose talmente buone da leccare, derivato attraverso il lemma [lecconeria] - vale a dire una cosa da lecconi. Un significato simile è posseduto da [ghiottonerìa].
Non si dice " leccòrnia" - come da più parti si dice e si scrive- derivando il termine da lecconerìa, e non leccòneria.

Sir Galahad
15-December-2011, 18:29
facóndo (fa-con-do):

Di eloquio elegante e persuasivo

Deriva dal latino: facundus da [fari] parlare ; [-cundus] è un suffisso proprio degli aggettivi verbali.

471

La facondia è la sintesi virtuosa di colui che parla. Oggi, nel parlar comune, al posto di questa parola si adopera, tout court, il termine [dialettica].
Questo termine deriva dal greco dialègomai, "parlare"

Il significato corrente è quindi l' abilità nel condurre una discussione con argomenti stringenti.


In Kant: uso illegittimo delle regole del pensiero come strumento di produzione di conoscenza , a volte solo apparente.La dialettica sarebbe quindi la logica dell'apparenza, che rivelerebbe, quindi, il carattere illusorio dei giudizi trascendenti, mettendoci in guardia contro l'inganno della ragione.

Sir Galahad
15-December-2011, 21:13
Strega [stre-ga]:L'origine della parola "Strega" è molto antica.Deriverebbe dal greco: "strix, strygòs" *, termine che designava i rapaci notturni (probabilmente l'allocco o il barbagianni) i quali, appunto, hanno una voce "stridula" e "stridono". Da questo poi deriva strigi, che si usava per intendere "fattucchiera". La leggenda voleva che succhiassero avidamente il sangue di fanciulli. Ovidio ne parla così nelle Metamorfosi:

Si dice che strazino fanciulli ancora lattanti e pieno di sangue
abbiano il gozzo.
Hanno nome strigi, causa del nome
è che sogliono di notte orribilmente stridere.

Secondo altri , strix deriverebbe da Stige (in greco Stix), uno dei cinque fiumi dell'inferno, che, secondo la mitologia, avrebbe il potere di donare l'immortalità. proprio in In esso la dea Teti avrebbe immerso il piccolo Achille tenendolo per il tallone, in modo che fosse invulnerabile.
--------------------------

* Gli strigoli sono piante commestibili. Debbono il loro nome al fatto che, appena toccati, emettono un suono simile ad uno stridìo.

Rosy
15-December-2011, 22:35
NATALE.
Io procedo, Sir, per la mia strada. Avete già detto il significato di Natale?

Il Natale è la festività cristiana che celebra la nascita di Gesù. Cade il 25 dicembre, mentre nella chiese ortodosse cade il 7 gennaio.

Il termine deriva dall'aggettivo latino Natalis= relativo alla nascita.
Ciao, Rosy

475

Sir Galahad
18-December-2011, 18:29
Snob: è vero, è una parola di origine anglosassone ma... trae dal Latino (tanto per cambiare)
Questa parola fu coniata nell'Ottocento dallo scrittore ed umorista W.M.Thackeray sulla rivista Punch. Lo scrittore faceva riferimento ad un suo libro, The book of snobs. >Ove pare che la parola snob derivasse dalla contrazione dell'espressione latina sine nobilitate, senza nobiltà; infatti, tale espressione sarebbe stata decurtata in s.nob. e poi in snob.
Snobbare deriverebbe dal verbo to snub, ossìa guardare dall'alto verso il basso, adoperando un trattamento di sussiego verso altri od altre cose.
In effetti, snob e snobbare sono simili, dal punto di vista fonetico; però, come si è visto, differente è il loro significato.

Sir Galahad
18-December-2011, 18:44
L'origine di snob, allora, sarebbe differente dall'uso che se ne fa attualmente. Indica, la parola, mancanza di nobiltà (per censo, per casta o per attitudine mentale e del cuore) e non già (come si pensa erroneamente) distacco sociale per presunta superiorità.

Sir Galahad
18-December-2011, 19:30
L'amico Zio Fred, nei suoi auguri, fa riferimento al Geniale Pier Lambicchi, gioia di noi ragazzi spensierati (ma quanti anni son passati?)
Lambicchi deriva da alambicco,ossìa uno strumento usato in chimica per distillare una sostanza da un liquido che ne contiene più di una (se c'è un chimico che mi legge, abbia pietà di me per questa spiegazione)

Alambicco [A-lam-bic-co] trae dall'arabo: [al-ambiq] bottiglia e, a sua volta, dal greco [ambix] vaso.

Nel medioevo le scienze provenienti dall'Arabia proposero gli alambicchi - strumenti di vetro, legno e metallo che presentavano tubi, ampolle e serpentine di raffreddamento mediante i quali si separavano, si distillavano sostanze a partire da composti più complicati chimicamente.
L'alambicco, da allora, è sinonimo della complessità. Però si dice anche che una persona si "lambicca il cervello" nel senso che le sue idee si attorcigliano per trovare una soluzione a qualcosa di complesso .

Patrizia
18-December-2011, 20:09
Quanto mi piace leggere questi tuoi interventi, Sir!


L'origine di snob, allora, sarebbe differente dall'uso che se ne fa attualmente. Indica, la parola, mancanza di nobiltà (per censo, per casta o per attitudine mentale e del cuore) e non già (come si pensa erroneamente) distacco sociale per presunta superiorità.

Bisogna però anche riconoscere che superbia e presunzione non corrispondono propriamente a nobile virtù...

Rosy
18-December-2011, 20:20
anche a me piace.
Ciao
Rosy

Sir Galahad
18-December-2011, 20:50
Bisogna però anche riconoscere che superbia e presunzione non corrispondono propriamente a nobile virtù...
Si, certo. La nobiltà può essere data da un'origine storica, legata ad un casato che abbia scritto, ad esempio, una pagina memorabile; oppure, come avvertiva Dante -e tanti altri ancora - da una precipua disposizione del cuore. Anzi, per il Poeta è questa la vera nobiltà.
Superbia e presunzione, così come sono intese, sono la negazione della nobiltà d'animo, anche - e soptattutto- quando provengano da persone accreditate come nobili di cuore.

Chomsky
18-December-2011, 22:41
Non è una parola di origine classica ma è molto particolare l'origine del nome del Quark, la particella subatomica diventata familiare per merito di Piero Angela e del suo splendido programma di divulgazione scientifica. Il nome di questo mattone fondamentale della materia deriva da una frase di "Finnegans Wake" di James Joyce, romanzo sperimentale ritenuto testo intraducibile per i numerosissimi giochi di parole, calembour e frasi idiomatiche tipicamente inglesi. Quark è ritenuta la crasi di question mark:
Three quarks for Muster Mark!
Sure he has not got much of a bark
And sure any he has it's all beside the mark



Oltre ad avere questa particolare onomastica il quark può avere diverse varianti chiamate Sapori che hanno i nomi italiani di Su, Giù, Incantevole, Strano, Cima, Fondo. E per complicare ancor di più la questione possono avere anche una carica di colore, che non ha niente a che fare con i colori cromatici. Per cui un quark, componente infinitesimale della materia, può avere un sapore incantevole ed un colore verde.

Sir Galahad
19-December-2011, 19:13
Grazie, Chomsky. Ricordo di aver letto qualcosa a proposito del Quark e dei suoi attributi fisici su Le Scienze. La materia mi è ostica, tuttavia.:shock::shock::shock:

Sir Galahad
20-December-2011, 20:09
La materia giuridica, in sede penale, contempla il reato di abigeato.
Ora che i nostri governi hanno fatto di tutto per distruggere l'agricoltura, fonte prima di benessere e di comunione con la terra che ci ha dato vita e ci ospita gratuitamente, questo reato ha contravventori che sono ridotti al lumicino. Comunque, il lemma significa furto di bestiame.
Deve la sua origine al termine latino ab-agere, spingere avanti, con evidente riferimento al fatto che i ladri spingono avanti (sembra di vederli ) le mandrie, spesso con il favore delle tenebre.

murialdog
21-December-2011, 15:56
L'origine di snob, allora, sarebbe differente dall'uso che se ne fa attualmente. Indica, la parola, mancanza di nobiltà (per censo, per casta o per attitudine mentale e del cuore) e non già (come si pensa erroneamente) distacco sociale per presunta superiorità.

Nella Recherche Proust descrive molto bene il personaggio snob = sine nobilitate, in effetti lo snob è equivalente al "parvenu" ed alla "parvenue" cioè è una persona che si atteggia a nobile senza esserlo. Il tipico esempio è Madame Verdurin.
Oggigiorno, praticamente spariti i nobili, sono rimasti solo gli snob, loro caricature .

Sir Galahad
22-December-2011, 19:10
Arcigno [ar-ci-gno]: corrugato, riferito spessissimo a viso (ma anche a carattere, ad azione repellente, ecc.
I più lo vogliono derivato per metatesi da acrigno
Troviamo in Trancia:
Gli è mansovieto, dabbene, e binigno,
non è alcun bizzoco, e arcigno.
E il Lasca, sonetto 173:
Quel canto, che gli pare aspro e arcigno
Comunque, l'etimo è incerto. Alcuni lo vogliono derivato dal francese antico rechignier (moderno rechigner) ‘torcere la bocca, fare un viso severo’.
Sinonimi: accigliato, burbero, duro, irritato, severo, torvo
Contrari: sereno

Sir Galahad
22-December-2011, 22:06
Traguardo [tra-guar-do] ,da trans- (apocope) e guardare. Guardare al di là di qualcosa. Quindi, indica bene il fine, lo scopo di un'azione: che è la mira (il traguardo) di un'azione.

Sir Galahad
23-December-2011, 19:23
considerare [con-si-de-ra-re]: valutare con attenzione.
dal latino: [considerare] osservare gli astri, composto dalla particella [con] insieme ( da cum) e [sidus, gen. sideris] stella.


Considerare qualcosa o qualcuno significa esaminare con attenzione come si farebbe con gli astri da cui gli antichi Caldei, Greci, Fenici solevano trarre un auspicio.
Si può considerare, come una lettura delle stelle, un elemento importante per la nostra vita; se si considera una scelta da fare per noi i i nostri cari, è come se leggessimo il destino in una costellazione benedetta; una considerazione sulle nostre scelte di vita è simile alla lettura nel destino; la considerazione della nostra stessa vita a volte ci pare scritta nel Cielo, benedetto o no.
E qui,il pensiero va - naturalmente -al Divino Poeta:





« "O frati," dissi, "che per cento milia
perigli siete giunti a l'occidente,
a questa tanto picciola vigilia

d'i nostri sensi ch'è del rimanente
non vogliate negar l'esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e canoscenza". »



(Inferno, vv. 112-120)

Sir Galahad
23-December-2011, 20:37
Sacro [sa-cro]
deriva dal latino dotto, sac-ru(m), a sua volta derivante viene dalla radice sac- o sak-, della lingua indoeuropea e che ha il significato di separazione, recinto. Riferito anche, in linguaggio dotto, all'hortus conclusus, luogo di delizie impenetrabile ai più. Nelle etimologie baroniane i termini sacerdum o sacrum hanno una base etimologica in sacer, ovvero bosco sacro, indicante un luogo impenetrabile, oscuro. Il sacro è un concetto fondante, puro, non contaminato, luogo dell’assoluto e del divino, separato dal resto, schierato come “unico” al di qua del recinto. L’essere del sacro è l’essenza pura

Sir Galahad
24-December-2011, 11:34
Plesso [ples - so]
dal latino: [plexus] intrecciato, parallelo al greco [pleko] intreccio.
Parola usata in Anatomia, in Architettura, nella Scuola
Da esso originano:
complesso, amplesso, perplesso.
La parola perplesso non ha un verbo corrispondente. In realtà, ci sarebbe, ma è bene evitarlo, tanto è brutto e insignificante. Corrisponde ad un neologismo inventato negli anni novanta da Guzzanti, nella trasmissione "Avanzi", alla TV. Tale personaggio, se ben ricordo, avrebbe detto "la cosa mi perplime", inventando di sana pianta un nuovo verbo, perplimere. Brutto, senz'altro. E da evitare. Ve llo immaginate il passato remoto? Suonerebbe così: Io perplimetti, tu perplimesti, egli perplimette, noi perplimettemmo, voi perplimetteste, essi perplimisero.
No, no, no.:evil: Roba da voto zero
Meglio adoperare il lemma [perplesso] e dire: io resto perplesso; oppure: io sono perplesso.
528( una lavoratrice perplessa: riuscirò ora ad andare in pensione?)

Sir Galahad
24-December-2011, 13:25
Casa
L'etimo di casa va ricercato in castello, a sua volta derivato dal latino castellum, diminutivo di castrum (probabilmente si ebbe lo sviluppo: castrellum> castellum, con apocope). La casa è quindi una personale, familiare visione del castello . Da esso deriva anche cassero, la parte più alta e più forte di un castello, a forma di torrione, e il castello di poppa della nave.

Sir Galahad
24-December-2011, 13:32
Calligrafia
[cal-li-gra-fì-a]
Arte dello scrivere in caratteri belli e, talora, ornati.

dal greco: [kalos] bello, e da [graphein] scrivere.

Quindi, è sbagliato dire: avere una brutta calligrafia, sarebbe una contraddizione in termini. In questi casi va adoperato, piuttosto: avere una brutta grafìa.
526

Sir Galahad
24-December-2011, 15:10
frugale [fru-ga-le]
Sobrio, parco

dal latino: [frux] frutto.
Va letto così:è persona frugale colei che si ciba dei semplici frutti della terra,evitando i prodotti dell'industria e i frutti esotici. Questo concetto sottolinea, quindi, il senso di umiltà insito in una vita parca e rivolta ai frutti più semplici.
Mi ricordo di quando ero piccolo, e la merenda era limitata ad una buona fetta di pane con olio e sale. Oppure, di quando cenavamo tutti insieme, in allegrìa, mangiando cibi semplici ma genuini (frugali), pomodori appena colti e insalata (senza coloranti, diserbanti, conservanti) con olio di frantoio. Alla frugalità del mangiare faceva sempre eco la genuinità dei rapporti umani.... Ma questa è un'altra storia...

Sir Galahad
24-December-2011, 20:01
Lenticchie (len-tic-chie)
Buone, con lo zampone! Le mangiamo in questi giorni, e dicono che questo gesto porti fortuna.
Le lenticchie traggono il loro nome dal diminuitivo, in latino, di lente, lens: ossìa, lenticula. Gli antichi Romani avevano gran stima di questo prodotto della terra e alla sua coltivazione dedicavano appezzamenti appositi, che chiamavano lenticalis. Tale coltivazione è proseguita nei secoli e ha dato nome ad alcuni toponimi: ad esempio, Lentate sul Seveso (Milano), già nel XIII^ secolo aveva tantissime particelle di terreno adibite a questa coltura, tanto che il paese vicino fu chiamato, apposta, Lentate (paese delle lenticchie) [da Nomi d'Italia, Istituto geografico De Agostini, Novara]

Sir Galahad
25-December-2011, 12:19
Bresaola e pesce salato
bresaola significa "(carne di) cervo salata".
(bre-sao-la)
Il termine bresaola (da bre, cervo, e salata, dal latino sal, greco als [ provenzale saus, francese sels, e localmente, poi, saola] si riconnette alla tecnologia, molto probabilmente da confinare alla Preistoria, della salagione di pesce e di sevaggina.
Probabilmente la tecnica fu intuita fortunosamente , essendo il pesce di mare salato di per sè stesso , Probabilmente si è poi passato a salare le carni e non è certamente un caso che originariamente si diceva, in arte culinaria, salame il "pesce salato" e solo successivamente è passato ad indicare carne, soprattutto di maiale, salata.

Sir Galahad
25-December-2011, 12:26
Casto (ca-sto)
Il termine casto deriva dal latino castus (originante da una vecchissima parola indoeuropea, kas, ossìa regola). Ora, in latino, il contrario di castus è incastus, tradotto in italiano con incestuoso. In altre parole, stando all’etimologia, è casta una persona che non è incestuosa.
Ricordiamo le "cinture di castità" :mrgreen::
527

Chomsky
25-December-2011, 20:53
Tornando al significato di "abigeato" spiegato magistralmente da Sir Galahad anche il termine pecunia deriva dagli animali. Infatti "Pecunia" era la dea dell'abbondanza e della ricchezza e derivava il suo nome da "Pecus" ossia "pecora" perché chi aveva bestiame, principalmente ovino, nell'antichità era considerato benestante anche perché quando non era ancora concepibile il denaro, cartaceo o metallico, il baratto era il modo più semplice e comodo per scambiarsi valori tangibili e il bestiame era il metodo di baratto più consueto, come del resto anche il sale che in un epoca dove la conservazione dei cibi era direttamente proporzionale alla quantità di sale disponibile, diventava un bene dall'utilità enorme. Dal sale deriva infatti il vocabolo "salario" perché le truppe delle legioni Romane venivano retribuite in sale e questo ci fa capire quanto era importante in quel periodo il comune cloruro di sodio. Dal sale deriva il suo nome anche la via Salaria, una delle più importanti arterie viaria Romane, che univa l'Urbe al Mare Adriatico principale fonte del preziosissimo minerale.

Sir Galahad
26-December-2011, 18:32
Precipitare (pre-ci-pi-ta-re) , rifl. pre-ci-pi-tar-si
Verbo figurato: Cadere con la testa in avanti, come si pensa che faccia chi si muove con troppa foga.
Confronta: "Chi troppo in alto sal, cade sovente / precipitevolissimevolmente" (Francesco Moneti: La Cortona convertita (1790).)

Sir Galahad
26-December-2011, 18:34
E se uno cade, invece che con la testa, con...diciamo gli organi ad essa opposti?
Forse postcipitare, oppure anteculcidere :lol:.

Sir Galahad
26-December-2011, 18:59
Farfalla (far-fal-la) Nome di etimo incertissimo, forse di origine fono-simbolica.
Per l’iconografia medievale la farfalla è il simbolo dell'anima che, abbandonato il corpo, si affranca dalla materia. Nel greco antico il termine psyché si riferiva sia al lepidottero sia all’anima , entità immateriale. Psiche, amata da Cupido, è talora raffigurata con ali di farfalla.

Sir Galahad
27-December-2011, 19:50
Ganzo (gan-zo)
Persona particolarmente scaltra, astuta, e, in funzione di affettivo, bravo, in gamba, o anche simpatico, bello, piacevole (Corriere della Sera).
Termine usatissimo in Toscana.

Sir Galahad
27-December-2011, 19:55
Ciana (cia-na) –L'Accademia della Crusca la definisce: Donna chiacchierona e pettegola; donna volgare sia nel parlare che nel comportamento.

Sir Galahad
28-December-2011, 19:33
Maccheroni (mac-che-ro-ni)
“Maccherone” potrebbe derivare dal greco basso “makaria”, un piatto costituito da un impasto di farina d’orzo e brodo. Se non da “mageiros”, l’autore per il prodotto: il mageiros era infatti il cuoco impastatore. Il filologo quattrocentesco Agnolo Morosini , oltre radice makaria (greco basso) fa riferimento a “makar” (greco classico, ), che vuol dire “beato, felice”, come si era scritto poco sopra . Gli amanti della pasta, e quindi dei maccheroni sicuramente opteranno per quest’ultima etimologia.

Sir Galahad
28-December-2011, 19:45
Pizza (piz-za)
Il sostantivo deriverebbe, secondo alcuni, da pinsa, participio passato del verbo latino pinsere, cioè pestare,schiacciare; oppure, dalla pita mediterranea , di origine greca . Studi più recenti accreditano,però, anche altre ipotesi, e cioè che la parola possa derivare dal germanico (longobardo o gotico) dell'alto tedesco d'Italia bĭzzo > pĭzzo (nel tedesco moderno: Bissen: ossìa boccone o porzione di pane).

Sir Galahad
30-December-2011, 20:56
Adultero (a) (a-dul-te-ro) Dal latino ad- ulterum, che sta al di là.
Si dice di cosa o persona che esprima un cambiamento oppure che stia al di là di alcune barriere formali (di lingua, di concetto, di forma, di contenuto). Nel parlar comnune, questo lemma ha accolto il significato più deteriore: adultero, nel nostro parlato, assume uno ed un solo significato: la corruzione di una cosa originale (e bella o buona): così,si è adulteri nelmatrimonio, i cibi e le bevande possono essere adulterate, ecc.
L'archeologia letteraria (!), però, ci rivela altre cose, ben più pregnanti e significanti: adultero è qualsiasi cosa che si pone al di là di una certa barriera. Non necessariamente deve esprimere un concetto negativo.
Ad esempio, nel Medioevo (brutto, questo termine! Ma quando lo cambieranno?) le arti erano sette, ed erano chiamate arti liberali :
Arti del Trivio (artes sermocinales):
grammatica, retorica, dialettica.
Arti del Quadrivio (artes reales):
aritmetica, geometria, astronomia, musica.

Accanto (o, meglio, sotto) queste, c'erano le arti adulterine, ossìa le arti che si ponevano al di là delle arti liberali, e che erano considerate inferiori. Erano sette, e rammentiamo fra esse: la medicina, l'agricoltura, la perspectiva (poi prospettiva e, infine, ottica), e che, poco tempo dopo, entreranno a pieno titolo nelle arti della conoscenza.

Qui si prospettava, allora, una sistemazione del conoscere: l'inferiorità va ricercata nel fatto che le arti adulterine si pensava che la ratiocinatio, il sapere teorico, avesse una reputazione superiore alla fabrica, cioè alla conoscenza manuale; ma non certo per criteri di valore quanto perchè le arti liberali più direttamente ponevano l'uomo dinanzi al mondo creato da Dio.
L'arte adulterina è tale, allora, perchè si pone in contesto diverso rispetto alla conoscenza teologica: ossìa, è pratica della fabrica manuale, mentre l'arte liberale mette la sua opera alla diretta conoscenza di Dio.

Sir Galahad
31-December-2011, 15:47
Asini e ciucci
Mentre è noto che asino deriva dal latino asinu(m),per la parola di origine napoletana ciuccio (lo stesso che asino)sono state ricercate le sue fonti etimologiche e, al solito, si vive nel buio più assoluto :chi lo vuol far discendere dal latino cicur, animale domestico, ammaestrato; chi, invece, dal latino cillus, a sua volta ricollegabile al greco kíllos, asino;altri, invece, pensano che derivi dallo spagnolo chico, ossìa piccolo, visto che l’asino , se confrontato col parente stretto cavallo, è piú piccolo di esso.

Chomsky
31-December-2011, 16:38
In Sardegna invece questo testardo animale è chiamato ainu nel sassarese derivando il suo nome dal latino asinu(m) mentre nel sud viene chiamato burricu dallo spagnolo burro (asino) oppure molenti perché adibito ad azionare la mola, antico attrezzo usato per macinare il grano e le granaglie.

Sir Galahad
31-December-2011, 22:05
Apologetico: (a-po-lo-ge-ti-co) dal greco Apologetikòs. Celebrativo, laudativo di una persona, di un pensiero, di un atto.

Sinonimo: encomiastico

L'Apologo è un discorso od uno scritto, di carattere morale, che pone in cattiva luce particolari azioni o uomini, allo scopo educativo, ossìa di far conoscere al lettore o allo spettatore ciò che è cattivo (secondo una legge o secondo una serie di norme, scritte od orali) allo scopo di ammaestrarlo su ciò che è ad esso contrario il bene)

Sir Galahad
01-January-2012, 18:40
Babbeo e affini :lol:
Babbèo

Dalla radice onomatopeica bab-, che indica il balbettio, con annesso il suffisso dispregiativo.
Sciocco, sempliciotto, tonto, che si esprime senza sapere ciò che dice o vorrebbe dire. Si sa che i babbei non hanno memoria (Sciascia).

Bàbbio
Dal latino babulu(m) 'sciocco, stolto', voce onomatopeica per indicare il balbettio.
Stolto, sciocco.

Babbióne
Accrescitivo di babbio.
In Toscana: stupido, scioccone.

Babbalèo
Da babbeo.
In Toscana: babbeo.

Gli antichi Greci, per indicare gli stranieri, adoperavano - anch'essi - una matrice onomatopeica: da: ba-ba (come farebbe colui che parla male, che balbetta) derivò il termine barbaro, oì barbaros.

Sir Galahad
01-January-2012, 19:16
Diplomazia
[di-plo-ma-zì-a]
Complesso delle attività e delle istituzioni che intercorrono rapporti tra due o più Stati; in senso figurato significa equilibrio, avvedutezza traendo il nome dal titolo di un ufficiale imperiale proposto alle relazioni tra Stati, il Diplomarius

dal greco: [diploma] da [diploos] doppio, ossia un documento piegato in due.

560

Sir Galahad
02-January-2012, 21:15
mangiare [man-gia-re] ,dal latino, nutrirsi, portandosi (ducere) il cibo alla bocca con le mani, con evidente riferimento all'atto di prendere il cibo solido con le mani per portarselo in bocca.

Sir Galahad
03-January-2012, 21:08
Apotropaico

[a-po-tro-pà-i-co]
Si dice di qualcosa che allontana influssi maligni o li debella.

dal greco: [apotropaios] che allontana, composto di [apo] da [trepein] allontanare.
Sono tanti: le corna, l'aglio, le croci (vampiri), il sale gettato dietro alle spalle, lo sputo a destra o a sinistra. E poi gobbi, dita incrociate, cornetti, ferri di cavallo.
Piero Melograni, in Storia politica della grande guerra, Laterza, cita, fra le frasi apotropaiche scritte dai fanti in bigliettini:

B I P ZI R 16
C ch ZI P S S
(pag. 140, edizione 1977)

Naturalmente, il significato è oscuro....

Sir Galahad
04-January-2012, 20:26
Bellezza e Bontà
, [bon-tà]
L’etimo del vocabolo italiano “[B]bellezza” rispecchia davvero il senso teologico . La parola Bellezza deriva dal Latino “Bellus”, il termine, che a sua volta trova le sue radici nell’arcaico “Ben-lus” (da cui deriverà Bonus). Questo era un aggettivo usato per sottolineare la bontà di una persona. Quindi oltre ad evidenziare la gradevolezza estetica esso indicava la bontà intrinseca.Tra il bello e il buono, allora, si deve pensare anche ad un’antica origine comune, filetica, di questi due termini, in quanto sottolineano dunque un intimo legame profondo. Va detto che probabilmente noi moderni abbiamo perso il senso di questa filiarità, separando i due termini: il primo, confinandolo nella speculazione estetica; il secondo, appannaggio dell'interiorità etica dell'individuo.

Sir Galahad
05-January-2012, 20:18
Misericordia
[mi-se-ri-cor-di-a]

Deriva dai termini: misereo, ho pietà, e cordis, cuore.
il misericordioso è colui che ha cuore per le miserie altrui e questo cuore aperto nell'accoglienza degli altri richiama molto da vicino quello che il mondo ebraico intendeva per misericordia , adoperando il termine rahamim,che indica le viscere materne che accolgono la vita che nasce.

Sir Galahad
05-January-2012, 22:17
Busillis: parolina che si adopera spesso, ad indicare un punto difficile del discorso o dell'operatività.
Diciamo subito che nel vocabolario questa parola non esiste. Si racconta che....
...un giorno, al Liceo, il professore diede una traduzione dal latino all'italiano, e il cui testo cominciava così: In diebus illis....(in quei giorni, in quei tempi)
Il nostro (solito :lol:) studente aveva ricopiato male la scansione delle parole, e al posto di In diebus illis scrisse: In die busillis...
Ora, in die è traducibile con : in quel giorno; ma busillis? Cosa avrà mai voluto significare? Nel vocabolario non c'era, una simile parola....
Da allora, Busillis è passata nel parlar comune col significato di intoppo, difficoltà insormontabile.

Sir Galahad
06-January-2012, 10:18
libro
[li-bro]

La parola italiana libro ha origine dal latino liber ( libro, volume, tomo). Liber indicava originariamente la parte interna della corteccia delle piante,un tessuto duro ma lavorabile, che a volte prende l’aspetto di una pellicola che, disseccata, veniva utilizzata dagli antichi per scrivere. Con gli Egizi ci sarà della scoperta del papiro, piantina a fusto eretto e lavorabile .Fusti che , tagliati e uniti insieme, servivano egregiamente da pagina su cui scrivere .

Sir Galahad
06-January-2012, 11:31
Befana [be-fa-na]

Niente di beffardo, in questa parola, perlomeno stando al significato antico: questa parola è infatti la conversione popolare (Befanìa) della Epifanìa, cioè manifestazione (di Gesù al mondo. Seconda epifanìa, in realtà, dopo il Natale)
571
Le tradizioni etnico-popolari, rivelano invece tratto ambiguo, quasi da strega. La Befana potrebbe avere una parentela con la vecchia, una tradizione dei popoli celtici, che si erano insediati su tutta la pianura padana e su alcune montagne alpine. Il simbolo della vecchia veniva bruciata in piazza per festeggiare la fine dell'anno: un simbolo della ciclicità del tempo .

Sir Galahad
06-January-2012, 19:32
icona
l'etimo della parola icona è [I]eicón, ossìa immagine, ed ha affinità con eicós, eoica, rassomiglio, sono simile, sembro, si addice; nella parola icona si raccoglie una costellazione semantica che converge verso un rapporto di affinità tra originale e copia. Il termine icona , inoltre, stabilisce un forte nesso tra idea e realtà, nel senso che per icona si deve intendere la rappresentazione visiva e materiale di un soggetto in sè non reale. Icona è copia, modello reale, quindi, dell'archetipo, secondo una visione platonica.

Diverso è il discorso per idea, , [I]Eidolon in greco, per Platone diretta discendenza del mondo meta-empirico o modello perfetto . Tale nome significa “ideale rappresentazione di qualcosa” ed è riferito ad entità astratte, impalpabili ma pur sempre definibili da un concetto: idea. Così, si potranno avere idee della bellezza, dell'amicizia, della lealtà, della forza, dell'interiorità e via dicendo.

Sir Galahad
06-January-2012, 20:00
Bacìo [ba-cì-o] Luogo esposto a tramontana e perciò freddo, spesso oscuro. Geograficamente è il contrario di "mezzogiorno".
Trae il nome dal latino opacus (a sua volta derivante da opacivus), e che sta per ombròso.

Sir Galahad
06-January-2012, 21:11
Appioppare [ap-piop-pa-re]

Sia adopera, nel parlar comune, in linguaggio figurato: attribuire, affibbiare (ti appioppo uno schiaffo, se non stai zitto!)
In realtà, deriva dal linguaggio degli agronomi e dei contadini. Quando, infatti, si vuol sostenere una vite con un tutore, ora si usano dispositivi in cemento; una volta si adoperavano gli alberi, e tali alberi erano o l'acero [Acer campestris] o il pioppo [Popolus nigra] (appunto, maritar la vite all'oppio).

Sir Galahad
08-January-2012, 18:31
egoismo (e-go-i-smo)
Tendenza a porre la propria persona e le proprie esperienze al di sopra di ogni valutazione.
580

Egotismo - (e-go-ti-smo)
L’egotismo è proprio di chi pone il proprio interesse come base di ogni motivazione e scelta.
L’egotista considera la propria persona e le proprie esperienze migliori degli altri e delle esperienze che vengono al di fuori della propria persona. L'egotista attribuisce un estremo valore valore solo alle proprie esperienze di vita e quindi ha una eccessiva stima di sé.
Egoismo posto all’estremo.In Letteratura italiana, una posizione egotistica la si riscontra in Gabriele D'Annunzio.

Sir Galahad
08-January-2012, 18:54
Buonismo
Secondo il dizionario Zingarelli [B]«atteggiamento bonario e tollerante che ripudia i toni aspri del linguaggio politico».
Il dizionario De Mauro associa la parola soprattutto al linguaggio giornalistico e politico «atteggiamento di benevolenza anche eccessiva e moralistica nei rapporti sociali e di continua ricerca di mediazione tra posizioni divergenti».
Gli -ismi, pur tuttavia, segnalano sempre una connotazione negativa di un concetto.
Pur con tutto il rispetto per i vari dizionari e le varie ideologie, bisogna anche tener conto delle motivazioni psicologiche che spingono ad usare un termine piuttosto che un altro. A proposito di Buonismo, Wikizionario recita così:




atteggiamento (http://it.wiktionary.org/w/index.php?title=atteggiamento&action=edit&redlink=1) di chi attraverso parole o azioni vuole essere (o apparire (http://it.wiktionary.org/wiki/apparire)) buono (http://it.wiktionary.org/wiki/buono) sempre (http://it.wiktionary.org/wiki/sempre) e comunque (http://it.wiktionary.org/wiki/comunque), più preoccupato (http://it.wiktionary.org/wiki/preoccupato) ad ottenere (http://it.wiktionary.org/wiki/ottenere) una buona valutazione (http://it.wiktionary.org/wiki/valutazione) dagli altri

La definizione ci sembra quanto mai azzeccata. Pensiamo che i buonisti, al contrario dei buoni, tendano a mettere l'accento, infatti, sulle possibili valutazioni (negative) che gli altri potrebbero avere nei loro confronti.
E' vero. Qualcuno, potrebbe parlare di politically-correct. Qualcun altro, di finzione ben calcolata. Il fenomeno, che ha dimensioni sociologiche oramai, investe i rapporti tra persone. Per non suscitare reazioni inconsulte, adoperiamo termini e definizioni che nascondono la realtà o il nostro vero pensiero, lasciando inalterata la realtà.
Alcuni esempi? Volentieri!
Lo spazzino? Nooooo! Operatore ecologico!
Il bidello? Ma sei matto? Cooperatore scolastico! E via dicendo...
La persona che viene dall'Africa una volta era chiamata, senza tema di offese o pregiudizi razziali, negro. Negro perchè traeva dal latino niger, e nessuna persona mai si sarebbe sentita offesa. Tantomeno i nostri amici africani, che hanno sempre lavorato e sgobbato sodo, e a volte ci han dato esempio di civiltà (e, di converso, gli Europei han dato esempio di inciviltà e di razzismo nei loro confronti)!
"I tempi cambiano", direbbe qualcuno che non ha alcuna intenzione di prendersi responsabilità in merito, glissando sull'argomento, ed adoperando terminologie che fanno, sì, ridere, ma fanno tanto radical-chic!

Sir Galahad
08-January-2012, 20:49
anguria [an-gu-ri-a]
dal greco antico angourion [angurion], cetriolo
Mi dicono che in greco moderno, cetriolo si dice aggouri ( pronuncia [aghùri]), termine molto vicino ad anguria. D'altra parte, dal punto di vista botanico sono parenti.
Cetriolo [ce-trio-lo]: dal latino citreolus, piccolo cedro, forse per la somiglianza; il cetriolo è, comunque, più oblungo del cedro.

Sir Galahad
09-January-2012, 21:50
Cliccare: parola onomatopeica; trae dal suono, singolo o doppio (clic) che si ode premendo il dispositivo di collegamento (mouse).

Sir Galahad
09-January-2012, 22:00
Modi di dire

Ab ovo: cominciare un discorso partendo "alla lontana", sviscerando gli antefatti più oscuri o meno noti.L'espressione, che significa "dall'uovo", da alcuni linguisti si pensa esser tratta dall'Ars poetica di Orazio, in cui l'autore loda Omero per esser entrato, con l'Iliade, subito nel tema : ossìa, la rabbia di Achille per esser stato scippato della sua bella schiava Criseide da Agamennone. E per aver parlato subito del play-boy Paride,che rapì Elena, la bonotta.
Altri linguisti, però - e sono i più - pensano che l'espressione ab ovo derivi dalle Satire, sempre di Orazio, vhe recita:
Ab ovo usque ad mala...
Riferendosi, così, all'usanza romana di iniziare un pasto con l'uovo e terminandola con le mele.
585

Tregenda
10-January-2012, 00:01
La persona che viene dall'Africa una volta era chiamata, senza tema di offese o pregiudizi razziali, negro. Negro perchè traeva dal latino niger, e nessuna persona mai si sarebbe sentita offesa. Tantomeno i nostri amici africani, che hanno sempre lavorato e sgobbato sodo, e a volte ci han dato esempio di civiltà (e, di converso, gli Europei han dato esempio di inciviltà e di razzismo nei loro confronti)!
"I tempi cambiano", direbbe qualcuno che non ha alcuna intenzione di prendersi responsabilità in merito, glissando sull'argomento, ed adoperando terminologie che fanno, sì, ridere, ma fanno tanto radical-chic!
Finalmente... Grazie per averlo ricordato, Carlo. Non sai quante volte mi è capitato di spiegarlo a qualche buonista. Il bello è che pensano di essere più civili usando la locuzione di colore, mentre invece un negro mi diceva che proprio "di colore" è per loro molto offensivo. Giustamente osservava: perchè, voi siete senza colore?
Ma, come dici tu, è un continuo e compiaciuto trionfo del radical-chic. Lo so, è una battaglia contro i mulini a vento, ma noi non ci arrendiamo. Insistimos! ;)

http://www.repubblica.it/2003/e/gallerie/cronaca/vignet/esterne252004562512200907_big.jpg

Ciao e grazie per l'impegno con il quale curi questo meraviglioso spazio.
Alice :)

Sir Galahad
10-January-2012, 19:48
Ciao e grazie per l'impegno con il quale curi questo meraviglioso spazio.
Alice :)

Grazie a te, Alice, e grazie tante per le belle parole, anche se non ne ho alcun merito (infatti non faccio altro che spulciare libri e vocabolari, e riportare quel che ho letto). Sono fiero delle tue parole perchè so che sono vere e vengono dal cuore.

Sir Galahad
10-January-2012, 19:55
Deficit :
Terza persona singolare dell'indicativo presente del verbo latino defìcere, mancare.
In genere, si adopera in gergo tecnico, in Economia, per indicare una voce di passivo.

Barzelletta: Si racconta di un Sindaco che, nella riunione di Giunta, ripeteva: "Abbiamo un deficit, abbiamo un deficit! ", diventando rosso-paonazzo.
Al che, un Consigliere (illetterato:lol:) rispondeva:
"Non s'arrabbi, cominciamo col vendere quello, Sindaco!

Sir Galahad
11-January-2012, 21:05
Genio
Dal greco ghéneion, produrre. Si riferisce alla forza creativa, al quid capace di generare. Le due caratteristiche sono, quindi: capacità e generare. Una persona, ad esempio, che non è capace di pensare, non è un genio sensu strictu; così si dice anche per colui che, pur pensando o immaginando, non ha la capacità di esternare il pensiero e l'immaginazione.
Ha un significato, quindi, diverso da quello insito nel parlar comune.

Il genio è la capacità di vedere dieci cose là dove l'uomo comune ne vede solo una, e dove l'uomo di talento ne vede due o tre. (Ezra Pound)

Il genio stesso non è che una forte capacità di osservazione, unita a fermezza di carattere. Qualsiasi uomo tenga aperti gli occhi e sappia restar fedele alle decisioni prese, senza neanche rendersene conto diventa un genio.
( Edward Bulwerd-Lytton)

Lui folgorante in solio
Vide il mio genio e tacque;
Quando, con vece assidua,
Cadde, risorse e giacque,
Di mille voci al sonito
Mista la sua non ha: (Alessandro Manzoni, il Cinque Maggio)

Sir Galahad
12-January-2012, 19:44
Polemica [po-le-mi-ca]

Parola oggi usata a volte a sproposito. O, perlomeno, in modo limitativo. Nel parlar comune, si intende, con ciò, uno stato di conflittualità, di rapporti spinosi tra persone o modi di intendere.

594
In realtà, l’etimologia del termine polemica (greco) è: “attinente alla guerra”. Con ciò, allora, si intende quindi una sorta di guerra, di combattimento, di schermaglia per lo più verbale, condotta contro un avversario.
La polemica, quindi, è - se lo vogliamo -fonte di crescita, per la persona, che si trova a esternare i propri convincimenti e a confrontarli con altri, spesso di carattere opposto. Infatti, così intesa, la polemica non è più fine a se stessa ma ha carattere costruttivo.
In filosofia, con Eraclito, tale termine è fonte di perenne divenire, sorgente delle continue mutazioni: πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός (panta rei os potamos), Tutto scorre come un fiume. Per Eraclito, contrariamente a Parmenide e Zenone di Elèa, il divenire è determinato dai rapporti di "tensione" tra contrari: anche la guerra, lotta di opposti, è considerata, da Eraclito [ma non dalla scuola eleatica], madre di tutte le cose. La legge secondo la quale si compie il processo del divenire, tramite la polemica, è chiamata logòs che governa, anche nell'Etica, l'unità degli opposti (tramite il divenire): " Dal tutto l'uno e dall'uno il tutto"

Tregenda
12-January-2012, 21:47
Oggi ho scoperto che persona deriva dall'etrusco phersu, ovvero maschera teatrale. Lo studio delle etimologie è affascinante proprio nella misura in cui rivela che, quando parliamo, il più delle volte non sappiamo nemmeno cosa stiamo dicendo. :)

silvia77
12-January-2012, 23:12
...a proposito di persona, dato che la lingua etrusca è assai misteriosa, fin dall'antichità il termine è stato anche spiegato attraverso un'etimologia che lo latinizza: per sonum, personare, poiché la maschera nel teatro antico aveva anche la funzione di amplificare il suono della voce degli attori. E' un'etimologia evidentemente falsa, una paretimologia, però è affascinante; gli antichi avevano una vera passione per le false etimologie, il che è interessante, perché l'etimologia della parola 'etimologia' riporta proprio al concetto della 'verità': l'aggettivo etymos in greco significa 'vero'...a proposito, avete mai letto il Cratilo di Platone? :)

Sir Galahad
13-January-2012, 19:15
...a proposito di persona, dato che la lingua etrusca è assai misteriosa, fin dall'antichità il termine è stato anche spiegato attraverso un'etimologia che lo latinizza: per sonum, personare, poiché la maschera nel teatro antico aveva anche la funzione di amplificare il suono della voce degli attori. E' un'etimologia evidentemente falsa, una paretimologia, però è affascinante; gli antichi avevano una vera passione per le false etimologie, il che è interessante, perché l'etimologia della parola 'etimologia' riporta proprio al concetto della 'verità': l'aggettivo etymos in greco significa 'vero'...a proposito, avete mai letto il Cratilo di Platone? :)
Oh! Silvia,eccoti!!!!!!!!! Dopo i convenevoli di rito, passo al dunque: vedo che sei ferratissima in materia (e come potevamo dubitarne?). Per cui, non ti puoi più sottrarre a parlarci di etimologia;) (nghè nghè). Che bello, la famiglia degli appassionati di etimologia aumenta!!!;)
Ciao e grazie del contributo
Carlo

Sir Galahad
16-January-2012, 19:32
Contraddanza o Contradanza (Con-trad-dan-za, Con-tra-dan-za): tipo di danza popolare (anzi, contadina), in voga nel XVIII° secolo, ed in cui i ballerini danzavano l'uno di fronte all'altra. Ben presto se ne impossessarono, come stile, i musicisti degli ambienti borghesi e scrissero contraddanze di valore, assurte a dignità d'arte. Sono famose le contraddanze di Mozart. Da questo ballo derivò la "quadriglia" ottocentesca.
Ma l'etimo della parola ci avverte che non si trattava di una danza "venendosi incontro", come farebbe pensare il movimento del ballo, bensì la parola deriva dall'inglese country, campagna. Quindi, danza campagnola.


http://www.youtube.com/watch?v=qXRcEkHACdQ

Sir Galahad
16-January-2012, 19:41
Porco (Por-co). Non è sempre una parolaccia,al femminile:?. E addirittura c'è una connessione con gli antichi Greci.
Il nome di "porchetta" designava, nel tardo latino, un piatto gustoso: con esso si intendeva, infatti, il maiale ripieno, chiamato anche porcus troianus, perchè era ripieno, come il famoso cavallo di Troia lo fu di Achei. Anzi, si dice che che femmine del porco fossero (e lo siano tuttora:lol:) più buone del maschio ( sintesi da: Non si direbbe! di Raddi Fortunato, ELLE DI CI Editrice)
603

Va sottolineato che porcus troianus era farcito con volatili, selvaggina e carni diverse e poi cucinato arrosto fatto arrosto. Una volta in tavola se ne faceva uscire, non di rado in maniera spettacolare, il contenuto, così come era avvenuto quando dal cavallo di Troia erano usciti i guerrieri Achei. In modo analogo era detta troia la femmina gravida, che al suo interno ospitava maialini.

Sir Galahad
16-January-2012, 20:05
Cadere (Ca-de-re): scendere.Per estensione di concetto, si indica Incorrere, accadere, succedere in un dato momento.

Sir Galahad
16-January-2012, 20:05
Elisione (E-li-sio-ne): Nella Linguistica, l'elisione è la caduta di una vocale finale non accentata davanti a una parola che inizia per vocale. Nella lingua parlata si compiono inconsapevolmente numerose elisioni,
, ma nello scrivere questi accadimenti formali vanno sempre segnalati graficamente per mezzo di un apostrofo.
Quante volte, senza volerlo, si sbaglia: e si scrive, per esempio, un'amico al posto di un amico(l'apostrofo non segnala elisione); va invece scritto un'amica (una amica: il discorrere provoca di per sè l'elisione)

Sir Galahad
16-January-2012, 20:33
Galateo (Ga-la-te-o): Il lemma deriva dal nome di Galateo ( ossìa Galeazzo) Florimonte, un vescovo cui era stato dedicato il libro dal titolo "Il galateo ovvero de' costumi", scritto da monsignor Giovanni Della Casa nel 1558. Libro che trattava delle regole di comportamento da tenere in società.
Sinonimi di Galateo sono: etichetta e bon-ton.
In realtà, pensiamo che non si debba trattare solo di regole formali, ma sostanziali: intendendo, con ciò, l'applicazione delle ottime regole dell'educazione civica. Galateo oggi dovrebbe significare, allora, la summa di regole morali e comportamentali che indichino rispetto dell'altrui persona.

Sir Galahad
16-January-2012, 22:19
Insalata (In-sa-la-ta)
La parola insalata è presente nella lingua italiana dal 1342 (in Domenico Cavalca,(Vicopisano, 1270circa – Pisa, 1342 , scrittore e religioso italiano , appartenente all'Ordine dei frati predicatori Domenicani) e rappresenta una sostantivizzazione del participio passato femminile di un verbo "insalare" (in + salare, salare qualcosa); termine oggi caduto in disuso [sostituito da salare], ma che troviamo in Dante *, formato da in- illativo e sale: l'insalata è quindi "ciò che si sala", o, anche, "la verdura che si condisce con sale": si può fare un parallelo col francese salade : questo termine è, a sua volta, un sostantivo costruito sul participio passato femminile del verbo provenzale salar ossia "salare".

* Ond'io, ch'era ora a la marina vòlto
dove l'acqua di Tevero s'insala,
102 benignamente fu' da lui ricolto.
(Purgatorio, Canto II)

Sir Galahad
16-January-2012, 22:31
Illativo (Il-la-ti-vo) Si è nominata, poco sopra, la parola : illativo.
In essa, IN è prefisso verbale di molte parole derivate dal latino o in epoca posteriore

Per es., Indurre (inducere, composto da in- e ducere 'condurre'); infondere ( infundere, composto da in- e fundere 'versare'), influire ( influere, composto da in e fluere 'scorrere);

Sir Galahad
17-January-2012, 19:16
Tramonto (tra-mon-to):
Facile, deriva dal latino trans montibus, al di là dei monti. Con evidente riferimento al moto apparente del Sole nella volta celeste. Ma non è il Sole l'unico astro celeste a dar di sè una traiettoria apparente. Anche la Luna pare muoversi, secondo un ritmo giornaliero, attorno al globo terracqueo.
Cantavano (e cantano tuttavia) gli alpini:
«Varda la luna come la camina! E la scavalca i monti come noialtri alpini» *

..................................

* Testo completo e video per gli appassionati di cori alpini:


http://www.youtube.com/watch?v=L2AGG0HuuM8
Varda la luna




1. Varda la luna come la camina (bis)
e la scavalca i monti come noialtri alpin.
Ohi sì sì cara mamma, no
senza alpini come farò.




2. Varda il sole, come splende in cielo (bis)
la lunga penna nera la si riscalderà.



3. Varda la neve, come scende lieve (bis)
la lunga penna nera la s'imbiancherà.

4. Varda le stelle come sono belle (bis)
son come le sorelle di noialtri alpin.




5. Varda i vezoti come sono pieni (bis)
e noi li sgoleremo tutti d'un fia.



6. Varda il mare come stà a guardare (bis)
ma lu non c'entra niente con noialtri alpin.

Sir Galahad
17-January-2012, 19:51
Spread : Non vi angustierò ancora, amici. So benissimo che ogni sera il ragioniere massimo ci rovina la vita col suo fare dimesso, da uomo grigio, e ci propina la solita razione giornaliera di "ottimismo"(?) a buon mercato. Ma cos'è 'sta roba da economisti? A voler essere cavillosi, si dovrebbe dire, anzitutto, credit spread. Si tratta della differenza tra il rendimento dei titoli di Stato tedeschi, presi come riferimento, e i titoli di Stato di un'altra nazione.

E allora, perchè non chiamarlo più semplicemente differenziale (economico relativo): "il differenziale tra bund e BTP è salito (difficilmente scende :?)" linguisticamente parlando si fa capire meglio e non ci costringe a far mente locale su concetti astrusi.

Sir Galahad
17-January-2012, 20:16
Posseggo o possiedo? (pos-seg-go, pos-sie-do)
Qual'è la forma esatta, delle due? Tutte e due, direi.
Le due forme si spiegano col fatto che il verbo è composto da potere e sedere. Si coniuga, quindi, come il verbo sedere che ha siedo ma anche, secondo una forma letteraria, seggo. Io possiedo, pertanto, è forma adoperabile nel parlar comune mentre posseggo è di uso letterario

Sir Galahad
18-January-2012, 19:42
Palmàres (Pal-ma-res)
Si chiama così la summa delle vittorie - massime o minori -conseguite da un atleta , una squadra, una persona che - in generale- ottiene prestazioni di rilievo in un dato campo.
Nel parlar comune si dice: palmarès, alla francese. In realtà andrebbe pronunciato: palmàres.
Infatti, la parola non ha origini esotiche, ma deriva direttamente dal latino: al singolare palmàris, al plurale palmàres, che vuol dire: degno di onore, di vittoria.
La stessa radice di palmaris è contenuta nel verbo impalmare. Così, si dirà (anzi, si diceva :roll:): lo sposo ha impalmato la sposa, sottintendendo che, con questo atto, l'ha ritenuta degna del massimo onore. Tempora currunt...

Sir Galahad
18-January-2012, 21:17
Performance (Per-for-man-ce); la sua etimologia non ha nulla a che spartire con “forma” ; meno ancora con la "prestazione" di una persona o di un gruppo. Performànce, che io sappia, proviene dal francese antico”parfournir” , ossìa completare, portare a termine qualcosa.

Tuttavia, dal Garzanti in rete leggiamo:

Performance Voce ingl.; dall'ant. fr. parformance, derivato di performer ,compiere.

Dall’Oxford English Dictionary (editio maior) in linea, s.v. performance:


Citazione:


(p@'fO:m@ns) [f. PERFORM v. + -ANCE: perh. formed in Anglo-Fr. (It occurs as French in a memorandum by Mary Stuart of 14 Feb. 1571-2, in Godef.)]



Comunque, il francese antico parfournir è evoluto in parformance (e qui si compone l'apparente dissidio). Va considerato che parformance si legge in testi del duecento e la forma parfournir le è, evidentemente, antecedente.
Quindi, non adoperiamo la parola performance per indicare prestazione, come comunemente si crede e si pensa corretto, ma per indicare un qualcosa di già compiuto.

Sir Galahad
19-January-2012, 19:59
Messaggio (Mes-sag-gio):Il vocabolo messaggio deriva dal francese antico message, il quale a sua volta trae dal latino tardo missaticum, ossìa ambasciata. Missaticum origina dal verbo mittere, ossìa mandare . Mittere origina altre parole, legate al mondo delle relazioni verbali tra più persone, ed in particolare: mittente, missiva, trasmettere e trasmissione (con il prefisso trans-, al di là).

Sir Galahad
19-January-2012, 20:16
Zodiaco (Zo-di-a-co)
Lo zodiaco, dal greco zodiakós, significa "cerchio con immagini di animali", ed è la porzione della sfera celeste delimitata da due cerchi paralleli all'eclittica. Questa fascia è suddivisa in 12 "case" o "segni" di 30° ciascuno, corrispondenti alle costellazioni zodiacali che ancor oggi conosciamo.

Nel XIV secolo a.C. gli astronomi babilonesi conoscevano la suddivisione della volta celeste, che dividevano in 12 segni chiamati :

Kusakira = Ariete
Te-Te = Toro
Tuamu = Gemelli
Pulukku = Cancro
Aru = Leone
Siru = Vergine
Zibanitu = Libra
Akrabu = Scorpione
Pa = Sagittario
Enzu = Capricorno
Gu = Acquario
Nunu = Pesci

(Io sono un Pa:roll:...)

Sir Galahad
20-January-2012, 18:53
Anche tu pulukku? Nooo, la mia vita è piena di pulukku!!!!:roll::o:?:)

Sir Galahad
21-January-2012, 11:25
Polirematica (po-li-re-ma-ti-ca)
Una polirematica, (dal greco πολι-, molti e ρημα, parola) è una locuzione costruita da più parole e il cui significato non è desumibile soltanto da una delle parole che lo compongono. Esempi: lanciare sul mercato, raffreddamento ad aria, sinistra radicale, vagone ristorante, va' ew vieni, vaff..(CENSURA), lacrime di coccodrillo, fagioli borlotti.

Sir Galahad
21-January-2012, 14:10
Stufo (nel senso di: sono scocciato) (stu-fo)
Stufo è linguaggio popolare, molto imaginifico, derivato da stufa. Stufa trae dal verbo greco
τυφόω (tiphòo, mando fumo, emano vapore) . In particolare, si vuole accennare al fatto che spesso la legna, meglio se ancora "verde", emani stufo che disturba l'olfatto.
Dal verbo stufare, infatti, è nato l’aggettivo stufo con il significato di nauseato, scocciato.
Etimologicamente, ‘stufo’ significa ‘sommerso dal puzzo’ e, per traslato, seccato, annoiato, scocciato.

Sir Galahad
21-January-2012, 16:06
Beòta (Be-o-ta) Dal latino Boeotu(m), dal greco Boiotós 'della Beozia', poiché i suoi abitanti avevano fama di stupidità e rozzezza presso gli antichi Greci . Indica una persona ottusa cerebralmente, vuoi per difetti genetici ma ancor più per scarsa elasticità mentale, sintomo di scarso adattamento alle convenzioni e ai rapporti sociali.

Sir Galahad
21-January-2012, 16:17
Nubendo (nu-ben-do) . Termine raro, come alcune malattie infettive:lol:
Dal latino nubendu(m), gerundio di nubere 'rannuvolarsi'.
Raramente viene adoperato per descrivere chi sta per sposarsi :(.....
621

Sir Galahad
21-January-2012, 16:23
Chiostro (Chio-stro)
Dal latino claustrum,serratura, termine latino usato dai frati, già dal Medio Evo, per indicare la separazione dei monaci dal secolo, ossìa dal mondo esterno . Nelle opere architettoniche, sta per: spazio chiuso (o, meglio, rinchiuso)
Da esso deriva: clausura, claustrofobìa.

Sir Galahad
22-January-2012, 12:29
Reumatismo (Reu-ma-ti-smo)
Il termine, adoperato in Medicina Umana e Veterinaria, deriva da ῥεῦμα (réuma), da réos, io scorro. Questo lemma è già presente negli scritti dei primi poeti e filosofi dell'antica Grecia con il significato di "scorrimento, flusso". Gli antichi Greci facevano uso, per combatterli, di foglie e di bacche di alloro. Si racconta della vergine Dafne inseguita da Apollo, che voleva rapirla; gli dei, mossi a compassione, la tramutarono allora in un albero di alloro.
Nel Rinascimento , Thibault Lespleisgney parla così di questa pianta, riconoscendone una panacea:

In quest'albero virtù abbondano
Così come alberi di questo mondo

Sir Galahad
22-January-2012, 14:13
Volante: (vo-lan-te)
Naturalmente non è il participio del verbo "volare"... Come tutti sappiamo, è lo sterzo.
L'etimologia di "volante" , riferita allo strumento meccanico che serve a girare le ruote dell'automobile, deriva dal verbo latino "volvere" che, appunto, significa girare.

Dallo stesso verbo volvere derivano altre parole che rientrano nello stesso campo semantico . Ricordiamo:

voltare ,volubile, avvolgere,volàno,volante

Sir Galahad
22-January-2012, 15:23
Vergogna (Ver-go-gna)
In una trasmissione di Corrado Augias, uno psicologo/filosofo ebbe a dire:

"Del resto, l’etimologia della parola vergogna è “vereo gognam”, temo la gogna".:lol::o:?


E qui le cose da ricordare sono parecchie. La prima, nota anche a studenti di latino diligenti, è che in latino si dice “vereor” e non “vereo” (il verbo è cioè un “deponente”). La seconda è che “gogna” non è parola latina, ma italiana moderna. La terza osservazione è che “vergogna” (diversamente da “gogna”) appartiene alle parole di più sicura etimologia ed è la continuazione popolare del vocabolo “verecundia”, un sostantivo latino tratto da “vereri” (come “facundia” era tratto da “fari”, parlare).
(testo in http://www.lavocedifiore.org/SPIP/breve.php3?id_breve=542)

Orrore!!!!!!!!! Ma chi ci libererà da certe persone?????
Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet? quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?
(Fino a quando dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza? Quanto a lungo ancora codesta tua follia si prenderà gioco di noi? Fino a che punto si spingerà la tua sfrenata audacia?").
626

Tornando alle cose serie, vergogna trae da verecundia, sembra ormai attestato (Castigatezza di modi, pudore, modestia, HOEPLI Dizionario).
La morale corrente nega ogni capacità positiva e catartica alla vergogna. Si pensa essere, cioè, un sentimento di cui, appunto, "vergognarsene".
Le antiche civiltà greche ebbero a conoscere sentimenti analoghi, passando attraverso "schemi di civiltà" con forti componenti irrazionali: dalla civiltà della colpa alla civiltà della vergogna (vedi Eric R.DODDS, I greci e l'irrazionale, Rizzoli editore). La "vergogna" in Ellade fu un sentimento il cui valore lo troviamo nel ripensamento di sè di fronte agli altri; in altre parole, fu un avvertire che qualcosa non andava.
In realtà, la vergogna - come riconoscimento etico della fallacia di atti personali di fronte al mondo che ci circonda - è la consapevolezza del proprio errore. Ed è un atto di crescita.

Sir Galahad
22-January-2012, 20:52
Il punto interrogativo
Come nasce, questo segno di interpunzione?
Una volta, chi scriveva un libro, lo faceva sulle pergamene, a mano ed usando la lingua latina.
Quando si trovava a dover concludere una frase interrogativa, al termine della stessa scriveva: quaeritur, o comunque una voce del verbo quaerere (ci si domanda, ci si chiede). L'amanuense, poi, imparò a non perdere tempo e abbreviò quaeritur con q.
Immaginando ora di elevare la q, mettendo sotto ad essa il punto fermo otterremo il segno grafico di interrogazione:

631

Sir Galahad
23-January-2012, 20:10
Pazienza (Pa-zien-za) Qualità di chi sopporta con rassegnazione le varie avversità. .
Etimologia: dal latino patientia , derivato da pati, sopportare.
Un vecchio proverbio diceva "La pazienza è la virtù dei forti" (anche se un adagio italiano preferisce dire: La pazienza è la virtù dei santi)
Il filosofo svizzero Jean-Jacques Rousseau amava dire che :La pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce (aveva scoperto, cioè, l'acqua calda:lol:)
Madame de Staël, la brillante dominatrice dei salotti intellettuali francesi di prima della Rivoluzione, scrisse - acutamente - che "il segreto dell'ordine sociale consiste nella pazienza del gran numero".
Secondo me, una grande pazienza la si dimostra anche sopportando con umiltà la spocchia di molti. La pazienza, quindi, provoca sofferenza, ma affina l'animo come quando l'argento fino è passato alla fiamma.

Sir Galahad
23-January-2012, 20:32
Appuntamentare, efficientare, scadenzare, bloggare, googlare, postare..

Vi trovate a vostro agio con questi neologismi? Sapreste definirli o spiegare il loro etimo? Oppure spiegare compiutamente cosa significhino? Sapreste definirne con esattezza linguistica sinonimi e contrari?
Non lo so. Ma, anche se vi trovaste in imbarazzo, non vi preoccupate: siete nell'era informatica!:roll:

Sir Galahad
23-January-2012, 22:12
Pipistrello (pi-pi-strel-lo)
Deriva dal latino vespertilio, animale della sera (vesper)

Dante lo nomina vispistrello (Inf.XXXIV, parlando di Lucifero):

Sotto ciascuna uscivan due grand’ali,
quanto si convenia a tanto uccello:
vele di mar non vid’io mai cotali. 48

Non avean penne, ma di vispistrello
era lor modo; e quelle svolazzava,
sì che tre venti si movean da ello: 51

quindi Cocito tutto s’aggelava.

634

(Illustrazione di Dorè)

Il Boccaccio lo nominerà, a volte come Dante, vispistrello: Fa che tu mi rechi un poco di carta non nata, e un vispistrello vivo ( nov. 85. 16.) . Altre volte, vipistrello. Da qui, pipistrello.
A Modena, lo chiamano Palpastrello

Sir Galahad
24-January-2012, 20:02
Cicalata (Ci-ca-la-ta) o Cicalamento, ragionamento sopra un tema di poca importanza. (Da Accademia della Crusca in rete)
Così si esprimesa Ambrogio Bazzero, nell'incipit di "Storia di un'anima":

Ambrogio Bazzero
STORIA DI UN'ANIMA




Anche voi, o lettori, dormite a questa mia cicalata? Vi domando mille perdoni. L'esordio è finito.



(da: Repertorio di Testi elettronici; Opere di letteratura italiana e straniera)
http://www.abruzzoinmostra.it/letteratura/bazzero_01/PAGE0210.HTM

Sir Galahad
24-January-2012, 21:06
Lepido (Le-pi-do)
Piacevole, Giocondo. Lat. lepidus. Gr. λαμυρός.
Alcuni lo fanno derivare dal greco Lépos, scorza, membrana.
I Lepidotteri, in Biologia, sono le Farfalle e le Falene. Hanno, è vero, le ali (ptéron) membranose. Ma, a dire il vero, non si capisce bene cosa c'entri la scorza con la piacevolezza; per cui, forse, coglie nel segno la prima derivazione.

Sir Galahad
25-January-2012, 19:58
Nutella (Nu-tel-la)

Che mondo sarebbe, senza Nutella?
642

Nutella nasce nel 1964 per. sostituire il precedente "Supercrema Giandujot" . Il tema del nome è formata dalla parola inglese nut , "nocciola", uno degli ingredienti di quella che sarà LA merenda per antonomasia. Il suffisso -ella rendeva amichevole, piacevole, gradita quella crema tanto amata dai bambini (e dagli adulti, compreso il sottoscritto)
Nutella, nel nostro immaginario, ha ridimensionato (?) il significato prettamente commerciale per significare "cosa dolce e gradita".

Sir Galahad
25-January-2012, 20:00
Anzi: si potrebbero dividere i periodi storici in Ante- e Post-Nutella còndita :lol::lol::lol:

Sir Galahad
26-January-2012, 20:08
Nascere con la camicia

Essere fortunato, o - meglio - nascere sotto una buona stella che bacia tutto ciò che si fa.
Naturalmente è una credenza antica. Infatti, si pensava che i bambini che nascessero con la "camicia" (così veniva chiamato l'amnios, membrana sacciforme che contiene il feto circondato dal liquido amniotico, e che normalmente si libera quasi completamente ), avrebbe avuto una vita meravigliosa. O perlomeno fortunata in gran parte.

Sir Galahad
26-January-2012, 22:02
Pastorizzazione (Pa-sto-riz-za-zio-ne)
Sistema di sterilizzazione degli alimenti, ottenuta portando i cibi a temperature alte per pochi secondi.
Il metodo fu introdotto dal chimico e biologo francese Louis Pasteur. Il termine esatto, allora, sarebbe: pasteurizzazione.

Chomsky
26-January-2012, 22:18
Quando si capisce una velata allusione oppure un discorso criptico si dice di aver "Capito l'antifona".
L'antifona è una frase che viene recitata prima della salmodia nella messa e riassume in poche parole il significato del salmo e può dargli un significato diverso secondo della festa per cui viene usato. Inoltre ogni antifona della messa è fissa e identifica la domenica in cui viene recitata.

Sir Galahad
27-January-2012, 20:25
Frullone (frul-lo-ne) o Buratto (bu-rat-to):
Tipo di staccio, usatissimo nell'Italia contadine. Era strumento che veniva adoperato per separare meccanicamente la farina dalla crusca mediante lo staccio, o membrana forata, in genere metallica; il frullone (buratto) fu preso per emblema dell'Accademia della Crusca. Un armadio a forma di frullone era adoperato dall'arciconsolo per conservare le leggi, il catalogo ufficiale dei membri dell'Accademia e i tre libri di componimenti intitolati: Farina, Stacciato e Fiore.


650

Ha cambiato aspetto nel corso dei secoli, ma uno dei più noti ed usati è quello circolare, in cui le nostre nonne "setacciavano" la farina; mia moglie invece, tramite il frullone o buratto preparava le marmellate di more o di rosa canina, dopo aver bollito le bacche.
Una bella filastrocca recitava così (ma è solo una delle tante versioni):
Staccia Buratta
Martin va dalla gatta;
la gatta va al mulino
per fare un cofaccino.
E suona mezzogiorno
esce il pane dal forno;
il pane è nel paniere
il vino nel bicchiere.
Passan due fanti
con due cavalli bianchi,
bianca è la sella...
addio bambina bella!

Sir Galahad
29-January-2012, 19:23
inumare (i-nu-ma-re)
Detto di sotterrare, da in- e humus, terreno . In genere, ci si riferisce a corpi umani. Ma inumare vale per tutto ciò che si desidera nascondere sottoterra.

Sir Galahad
29-January-2012, 19:35
Biasimare: (bia-si-ma-re)

Esporre giudizi fortemente negativi. Dal greco Blasphémein, bestemmiare. Ed infatti biasimare e bestemmiare trovano il loro etimo nel francese blasmar.
In Mitologia, con la sua qualifica di tenebroso, Biasimo è uno dei figli della Notte e fratello di Oblìo. Per questo Pindaro aveva detto che Biasimo e Oblìo sono strettamente connessi, e parla di Silenzio come del peggior biasimo.

Sir Galahad
29-January-2012, 20:44
Assurdo (as-sùr-do)

Concetto che contrasta con i dati razionali. Deriva dal latino absurdus, (ab, allontanamento, e dalla radice suar- suonare).

L'assurdo è , quindi, un contrasto evidente ; è una dissonanza, un distaccarsi dall'armonia della musica . Per estensione di concetto ,è allontanamento dall'armonia della ratio logica.
L'armonia, insieme al ritmo e alla melodia, è la base di una corretta composizione musicale. Così, l'armonia delle forme è premessa della Bellezza. L'armonia dei concetti è premessa al conoscere razionale.

Sir Galahad
29-January-2012, 20:54
Palingenesi (http://unaparolaalgiorno.it/significato/P/palingenesi.htm) (pa-lin-gè-ne-si)

Rinascita,risurrezione, rigenerazione,.

dal greco: palin, di nuovo e genesi (da gennào, io creo) è: creazione, nascita.

A torto ritenuta una lemma troppo "distaccato", è una parola di grandissima nobiltà.

Sir Galahad
29-January-2012, 21:01
Primo (Pri-mo)
Figura che non ha altri avanti a sè. Quindi, è sbagliato dire: primissimo, come - parallelamente - è sbagliato dire ultimissimo.
Da Primo traggono: principe, principale, primato.

Sir Galahad
29-January-2012, 21:14
Tautologia (tau-to-lo-gi-a)
Ripetizione di un concetto o di una parola, anche se in vesti formali differenti. Da evitare, appesantisce il discorso.
E', in altre parole, una proposizione logica in cui il predicato ha lo stesso significato del soggetto. Esempio: tutti i merli sono neri, oppure non lo sono.
Non ha, quindi, un contenuto di informazioni trasmissibile.

Sir Galahad
29-January-2012, 21:15
Ridondanza (ri-don-dan-za): lo stesso significato di tautologia

Sir Galahad
04-February-2012, 09:58
Ha nevicato oppure è nevicato ?
In effetti, le due forme coesistono nel parlato, e spesso non si sa quale forma preferire.

Tutti i verbi attivi hanno l'ausiliare "avere"; "essere" è l'ausiliare delle forme passive. Tutti verbi riflessivi (o con la particella "-si") richiedono l'ausiliare "essere". Manca invece una regola precisa per i verbi intransitivi, dove c'è oscillazione d'uso. Non è vero che tutti i verbi di movimento richiedano l'ausiliare "essere". Così è per "andare" ("Siamo andati a una mostra"), ma non per "camminare" ("Ho camminato per un'ora"). "Correre" poi ha un doppio uso, con una sfumatura di significato. "Alla notizia sono corso da te", ma "questa mattina ho corso per due ore". Nel primo caso (con "essere") si indica un'azione immediata, nel secondo (con "avere") si sottolinea una durata. Un esempio tipico di incertezza lo si ha con i verbi meteorologici, dove si può avere indistintamente "ha piovuto" ed "è piovuto", ugualmente corretti. Se l'azione ha una durata è preferibile (come nel caso di "correre") l'uso di "avere": "Ieri ha piovuto per l'intera giornata"

Giorgio De Rienzo docente universitario ed esperto linguista del Corriere della Sera, dal sito del Corriere della Sera.

Sir Galahad
04-February-2012, 15:24
Inebriare (I-ne-bri-a-re): Rendere ebbro, ubriacare.
In senso figurato, Esaltare, Estasiare, rapire, affascinare, incantare.
Nella forma riflessiva : ubriacarsi. Figurativamente: esaltarsi, entusiasmarsi, eccitarsi.

Etimologia: dal latino inebriare , lemma composto dalla particella in- e da ebrius, ebbro.

Sir Galahad
04-February-2012, 19:44
Correre la cavallina : darsi alla bella vita, ai piaceri del mondo, godersi l'esistenza, ecc.
Altrimenti..... la cavallina è un attrezzo ginnico per esercizi di salto e volteggio...fa bene ai glutei..:lol::lol::lol:

Sir Galahad
04-February-2012, 19:59
Me ne frego
Questa era un'espressione romanesca, un'espressione triviale perchè origina dal latino fricare , ossìa strofinare , intesa sia in senso proprio che in senso figurato, con evidente riferimento all'atto sessuale.
Prima di D'Annunzio, Olindo Guerrini aveva già usato l'espressione come intestazione della propria carta da lettere.
E' rimasta nel peggior gergo moderno. Da evitare. Ad essa vanno preferite: non me ne importa, non m'interessa, rifuggo da...,et similia.

Sir Galahad
05-February-2012, 09:34
A proposito della locuzione "me ne frego":
Negli anni trenta, Ettore Petrolini fu invitato a Palazzo Venezia per ricevere una medaglia, un'onorificenza da Mussolini, che personalmente gliela appuntò nel petto.
Vedendo poi che il duce lo guardava con aria interlocutoria (come per chiedergli cosa ne pensasse), il grande Petrolini esclamò: "Me ne fregio!"

Sir Galahad
05-February-2012, 11:11
I giorni della merla

Anzitutto, vorrei citare Dante:

... e veggendo la caccia,
letizia presi a tutte altre dispari,
tanto ch'io volsi in sù l'ardita faccia,
gridando a Dio: "Ormai più non ti temo!"
come fé il merlo per poca bonaccia...
Sapia senese

(Purgatorio, XIII, 119 - 123)

La leggenda racconta come una volta tutti i merli fossero bianchi.....

IL MERLO BEFFATO
Eravamo in Gennaio, un mese che una volta durava 28 giorni, ed un Merlo sopravvisse , diversamente da altri merli, al rigido freddo invernale . Pensando di aver superato le asperità di Gennaio, uscì baldanzoso dal nido cantando: "Più non ti curo Domine, che uscito son dal verno!".
Gennaio se ne ebbe a male e , permaloso com'era, si allungò nel tempo prendendo in prestito tre giorni a Febbraio e scatenando bufere di neve, gelo, e ghiaccio dappertutto.
Il Merlo, poveretto, si rifugiò in un camino dove restò al riparo per quei tre giorni. Quando ne uscì era nero nero dalla fuliggine e , come lui, rimasero tutti i merli e le merle del mondo.

PS: veramente, una volta Gennajo era di 28 o 29 giorni: nel calendario romano il mese di Gennaio aveva veramente solo 28 o 29 giorni sin dai tempi di Numa Pompilio (secondo re di Roma) e della sua riforma del 713 a. C. quando il calendario a Roma passò da lunare a luni-solare (e furono inseriti i mesi di Gennaio e Febbraio).

Sir Galahad
05-February-2012, 11:17
Reo confesso (Reo con-fes-so)
Colui (e sono rarissimi) che riferisce le colpe di cui si è macchiato.
Deriva da "Habemus confitentem reum",locuzione latina che vale:abbiamo il reo confesso, ed è tratta da Cicerone (Pro Ligario,I,2)

La confessione dell'imputato ha un valore decisivo riguardo al verdetto del giudice: talora si adduce come attenuante per il colpevole che ha confessato.

Sir Galahad
05-February-2012, 11:38
Coram populo o Coram populi?
A volte si trova scritto "Coram populi" al posto di "populo". Come stanno le cose?
"coram" è una preposizione, e regge il caso ablativo nella stragrande maggioranza dei testi, anche della tarda latinità.
In latino le preposizioni possono reggere unicamente l'accusativo e l'ablativo. Coram "populi" diventerebbe una tautologia, una ripetizione, e varrebbe: "pubblicamente del popolo", perché "populi" in questo caso sarebbe un genitivo singolare.
Alcuni riferimenti letterari e storici:

Ne pueros coram populo Medea trucidet, 185
aut humana palam coquat exta nefarius Atreus,
aut in auem Procne uertatur, Cadmus in anguem.(Orazio, Ars Poetica, 185-187).

Troviamo nel Vangelo (Mt. 27,24) "Pilatus...accepta aqua lavit manus coram populo..." (=Pilato...presa dell'acqua si lavò le mani davanti a tutto il popolo).

In Dante,poi, ritroviamo la preposizione coram quando il Poeta parla delle mistiche nozze di Francesco d'Assisi con la Povertà:
Et coram patre le si fece unito. (Adoperando, qui, il caso ablativo: E davanti al padre si unì [misticamente e materialmente] ad essa [madonna Povertà] )
(Paradiso, XI, 62).

Sir Galahad
05-February-2012, 15:04
Soldi e mercenari (sol-di), (mer-ce-na-ri)
Il ‘nummus solidus’ era la moneta forte, intera, solida…con la quale venivano ‘assoldati’ i mercenari (ad- solidum, ossìa persona che percepisce il solido).

Il ‘mercenarius’ percepiva una merces , ossìa la paga.


Da assoldato a soldato il passo è quanto mai breve.

Sir Galahad
05-February-2012, 18:15
Effimero(a) (ef-fi-me-ro)
L'etimologia delll'aggetttivo effimero è di origine greca: la parola è composta dal prefisso epì, per e dal sostantivo emèra ,giorno; indicando, letteralmente qualcosa che dura un solo giorno; in senso lato,ciò che ha una breve durata nel tempo .

Da: Le vergini suicide (Jeffrey Eugenides)

"La signora S., una vicina, ci disse di aver visto Cecilia il giorno precedente al tentativo di suicidio. La ragazza era ferma sul bordo del marciapiede, con il solito vestito da sposa (…). Stava contemplando una Thunderbird avviluppata in un manto di insetti. "Faresti meglio prendere una scopa, cara", le aveva detto la signora S. Cecilia l'aveva fissata con quel suo sguardo penetrante da asceta. "Sono morti", aveva risposto. "Vivono soltanto ventiquattr'ore. Nascono, si riproducono e schiattano. Non hanno neanche il tempo di nutrirsi". E cacciando una mano in quella cortina schiumosa di insetti aveva tracciato le proprie iniziali: C.L.".

N.B. Gli insetti cui si riferisce lo scrittore sono gli Efemerotteri, la cui vita è - appunto - effimera.
686 (Un efemerottero si posa su un dito. Notate le dimensioni e soprattutto la tripartita terminazione caudale, che contribuisce al carattere diagnostico di specie)

Sir Galahad
05-February-2012, 18:17
Precario (pre-ca-rio)
deriva dal latino prex (gen. precis) cioè preghiera, implorazione, supplica. Una valenza spesso negativa, quindi e che conferisce al sostantivo cui si riferisce, la qualifica di provvisorietà.

Sir Galahad
09-February-2012, 19:33
Ubbidire, obbedire (ub-bi-di-re)

Questo lemma deriva dal latino oboedire, composto dal preverbo ob- ,avanti, verso, e audire ‘ascoltare’
Il significato proprio è, quindi, ‘dare ascolto a qualcuno o a qualcosa’. Si può infatti dare retta anche a qualcosa: per esempio, all'istinto, alla buona volontà, al senso di responsabilità, ecc.
Sinonimi: Adempiere, ascoltare, conformarsi, dar retta, osservare, sottoporsi,
seguire (eseguire) gli ordini.
Contrari: Ribellarsi, trasgredire, violare, prevaricare, contravvenire.

Sir Galahad
09-February-2012, 21:59
Tirapiedi (Ti-ra-pie-di)
Una parola che, nella sostanza, non ha cambiato il significato recondito di "losco aiutante".
Una volta,il tirapiedi era un famigerato figuro che, di mestiere, era l'aiutante del boia.
Sì perchè, una volta che questo esecutore materiale delle leggi aveva finito il suo compito (quello di impiccare ), il tirapiedi accelerava il transito del malcapitato tirandogli i piedi, in modo che la corda tirasse il collo più marcatamente e più velocemente. Un'opera pia, quindi, a ben pensarci, anche se il popolo non era certo di questa opinione:evil:

Sir Galahad
10-February-2012, 19:39
Non capire una mazza: Quante sono le persone che non capiscono una mazza e, per di più, sono piene di boria!!!!
Il termine deriva deriverebbe dal Generale conte Francesco Mazza di Rivanazzano che fu investito dal Re Vittorio Emanuele III, con pieni poteri, del compito di "dirigere" le operazioni di soccorso dopo il disastroso terremoto di Messina del 1908, allo scopo di impedire il predonaggio e la confusione che derivano spesso dalle tragedie naturali. Naturalmente ciò fu inviso ai predoni e predatori che, per rifarsi, estesero il suo nome al fatto di non capire nulla. Invidia.

dolores
10-February-2012, 19:58
Non capire una mazza: Quante sono le persone che non capiscono una mazza e, per di più, sono piene di boria!!!!

:lol::lol::lol:


Il termine deriva deriverebbe dal Generale conte Francesco Mazza di Rivanazzano che fu investito dal Re Vittorio Emanuele III, con pieni poteri, del compito di "dirigere" le operazioni di soccorso dopo il disastroso terremoto di Messina del 1908, allo scopo di impedire il predonaggio e la confusione che derivano spesso dalle tragedie naturali. Naturalmente ciò fu inviso ai predoni e predatori che, per rifarsi, estesero il suo nome al fatto di non capire nulla. Invidia.

Povero conte Francesco Mazza :(

Tregenda
10-February-2012, 21:12
Sul serio???? :shock: Non mi ero mai posta il problema perchè ero convinta che "mazza" fosse un sinonimo elegante del... termine che uso di solito.
Questa è la prova che non capisco proprio un... francesco. :lol::lol::lol:

Sir Galahad
11-February-2012, 19:39
Numinoso (Nu-mi-no-so)
C'è qualcosa che ci impressiona, anche in senso positivo, ma che ci ispira timore e riverenza? Siamo di fronte a qualcosa di Numinoso, termine coniato da Rudolf Otto , che vide nel numinoso la coscienza di un mysterium tremendum, motore di venerazione e rispetto. Ciò sarebbe, secondo Rudolf Otto, la base dell'esperienza religiosa dell'umanità intera.
Bibliografia: Das Heilige, 1917. Tradotto in Italia: Il sacro , Bologna, 1926.
La voce è contenuta anche nel Dizionario di Filosofia di Nicola Abbagnano (ediz. 1998, pag.628).
P.S.: Il termine l'ho visto adoperare sia come nome che come aggettivo.

Sir Galahad
11-February-2012, 19:43
Secondo l'enciclopedia Treccani il numinoso sarebbe l’esperienza peculiare, extra-razionale, di una presenza invisibile, maestosa, potente, che ispira terrore ed attira: tale esperienza costituirebbe l’elemento essenziale del «sacro» e la fonte di ogni atteggiamento religioso dell’umanità.
Con significato simile, ma fuori dell’uso strettamente scientifico: in questa atmosfera n. passavo le mie giornate (C. Levi)

Sarebbe un po' il senso del sacro che muove gli istinti più nascosti .
Dal punto di vista religioso questa concezione contrasta - e non poco - col carattere di Salvezza e di Gratuità con cui il Sacro irrompe nella Storia e salva l'Uomo.
Si tratta di due posizioni, come si vede, difficilmente conciliabili.
Nelle sue analisi storiche, l'italiano Gramsci accetta la prima posizione e la vede sotto la luce del Materialismo storico: per esso, non essendoci una posizione metafisica che guidi l'operato umano, il numinoso è un mezzo adoperato dall'elite ecclesiastica per porsi come entità salvifica dell'anima umana sotto forma di tramite necessario tra Dio e l'uomo.
Una posizione che ha ormai cent'anni, come si sa, ed è da considerarsi consegnata alla storia del pensiero umano.

Sir Galahad
12-February-2012, 18:03
transumanza (tran-su-man-za)
trasferimento del bestiame, nella bella stagione, ai pascoli montani e in autunno alla pianura.
Deriva del latino humu(m) ,terra(Verbo: inumàre), +trans, attraverso (attraversare le terre alla ricerca di pascolo).
Questa derivazione etimologica dal latino humu(m) ‘terra’ , è paraetimologia; la voce transumanza è più probabilmente costituita da tranx + mansa (mansio;plurale: mansiones).Il termine proviene dal latino mansus, participio passato di manere con il significato di fermarsi, rimanere.
Le transumanze, naturalmente, riguardavano un po' tutte le terre adibite ai pascoli, e percorrevano determinati tragitti denominati tratturi; così, in Italia, troviamo resti di transumanze dappertutto. Notevole (e cantata da Gabriele D'Annunzio**) la transumanza che si effettuava (andata e ritorno) dalle terre abruzzesi e molisane fino alla Puglia. Gli animali erano le pecore, principalmente. Questi animali erano tenuti disciplinatamente in ordine dai cani di una razza speciale, il Pastore maremmano-abruzzese, che - oltre a tenere la disciplina nel gregge - difendeva gli armenti dagli assalti dai lupi e degli orsi marsicani (Ursus arctos marsicanus).

**Pastori d'Abruzzo

(http://www.poesieracconti.it/poesie/a/gabriele-dannunzio/pastori-dabruzzo)Settembre. Andiamo è tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzo i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare,
vanno verso l’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti alpestri
ché sapor d’acqua natia
rimanga nei cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
Oh voce di colui che primamente
conobbe il tremolar della marina!
Ora lungh’esso il litoral
cammina la greggia.
Senza mutamento è l’aria
e il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquìo, calpestìo, dolci rumori,
ah perché non son io coi miei pastori?

Sir Galahad
12-February-2012, 18:15
A questo punto si impone la spesa di qualche parola per il termine: paraetimologia. Ci viene in soccorso, a tale scopo, l'Enciclopedia Treccani, che così recita:

paretimologìa (o paraetimologìa) s. f. [comp. di para-2 e etimologia]. – In linguistica, etimologia apparentemente plausibile ma senza fondamento scientifico: consiste in genere in un accostamento, sul piano sincronico, di due vocaboli che in realtà hanno etimologia diversa (per es., manometro a mano, anziché al gr. μανός «poco denso»), e costituisce un fenomeno comunissimo nell’attività linguistica di ogni parlante, per cui si hanno talvolta slittamenti indebiti nel significato di alcuni termini (v. per es. obliterare nel sign. 3). Se una etimologia di questo tipo viene accettata per vera da una intera comunità di parlanti, è più propriam. detta etimologia popolare.

Sir Galahad
12-February-2012, 18:45
Spengere o Spegnere? (spe-gne-re, spen-ge-re)

Entrambe le forme sono corrette. Va detto, pur tuttavia, che spegnere è forma toscana o letteraria.Però, occorre sottolineare anche la validità della forma spengere, in quanto forma più vicina all'etimologia latina, ossìa expingere.

Sir Galahad
15-February-2012, 21:27
Allergìa (al-ler-gì-a)
Il termine ALLERGIA fu coniato dal medico austriaco Clemens von Pirquet all'inizio delNovecento, a partire dall’etimo greco allos, altro, e “ergein”, verbo che significa agire, produrre una forza.
Allergia significa quindi una reazione esasperata ad un agente estraneo, chiamato allergene.

Sir Galahad
16-February-2012, 20:45
Carnevale (car-ne-va-le), o Carnasciale
Una spiegazione del termine "carnevale" fa risalire al latino carnem levare, con cui nel Medioevo si suoleva indicare la prescrizione ecclesiastica di astenersi dal mangiare carne a partire dal primo giorno di Quaresima, vale a dire dal giorno successivo alla fine del carnevale, sino al "giovedì santo" prima della Pasqua.
Numerose erano le feste, nell'antichità, che fissavano la fine dell'inverno.
Il carnevale greco veniva celebrato tra l’inverno e la primavera, con riti in onore di Bacco, il dio del vino e della vita. Le feste in onore di Saturno, dio dell’età dell’oro, iniziavano il 17 dicembre e duravano inizialmente per tre giorni .

Le feste in onore del dio Saturno furono riprese dai Romani: I “Saturnali” furono, per i romani, la prima espressione del carnevale , assumendo via via il carattere di festa popolare.
Qualcuno fa derivare il nome da Carrus navalis, un carro fortemente addobbato che si usava portare in processione nei giorni festivi di Febbraio.

Sir Galahad
17-February-2012, 20:39
La riforma della Cittadinanza, in Italia, in questi giorni è oggetto di discussione. In particolare, si discute dello "Jus soli" [ma è bene ricordare che in materia legale esiste anche lo "jus sanguinis" e lo "jure communicatio"].
Le righe che seguono sono tratte dal sito del Ministero dell'Interno, www.interno.it (http://www.interno.it)


Lo "ius soli" fa riferimento alla nascita sul "suolo", sul territorio dello Stato e si contrappone, nel novero dei mezzi di acquisto del diritto di cittadinanza, allo "ius sanguinis", imperniato invece sull'elemento della discendenza o della filiazione. Per i paesi che applicano lo ius soli è cittadino originario chi nasce sul territorio dello Stato, indipendentemente dalla cittadinanza posseduta dai genitori.
La legge 91 del 1992 indica il principio dello ius sanguinis come unico mezzo di acquisto della cittadinanza a seguito della nascita, mentre l'acquisto automatico della cittadinanza iure soli continua a rimanere limitato ai figli di ignoti, di apolidi, o ai figli che non seguono la cittadinanza dei genitori.

La disciplina contenuta nel provvedimento varato dal Consiglio dei ministri del 4 agosto 2006 introduce una nuova ipotesi di ius soli proprio con la previsione dell'acquisto della cittadinanza italiana da parte di chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui uno almeno sia residente legalmente in Italia senza interruzioni da cinque anni al momento della nascita.

Altri modi per acquistare la cittadinanza sono la "iure communicatio", ossia la trasmissione all´interno della famiglia da un componente all´altro (matrimonio, riconoscimento o dichiarazione giudiziale di filiazione, adozione), il "beneficio di legge", allorché, in presenza di determinati presupposti, la concessione avvenga in modo automatico, senza necessità di specifica richiesta, e, infine, la "naturalizzazione". Questa comporta non una concessione automatica del nuovo status ma una valutazione discrezionale da parte degli organi e degli uffici statali competenti.

Sir Galahad
17-February-2012, 22:49
Quaglia (qua-glia)
Uccello dal nome scientifico Coturnix coturnix
Il nome Quaglia deriva dal basso latino quaquila , voce onomatopeica , che ricorda il verso querulo del maschio della specie.
Coturnix, probabile derivazione dal greco coturnix , da katu = penetrante e rana = grido, per il forte verso emesso dalla specie.

Sir Galahad
23-February-2012, 19:49
Ieri mi ha scritto un'amica. Tra le altre cose, ha adoperato il termine "sbobinare".

Sbobinare (sbo-bi-na-re)

Parola di non recentissima acquisizione, proviene molto probabilmente dal gergo universitario, e si riferisce al salvataggio sulla carta scritta di lezioni (gli appunti), destinati ad essere distribuiti agli altri studenti.
Il gergo è colorito, non c'è dubbio, ma lascia dei dubbi sull'opportunità di diffonderlo nel parlato comune.
L'origine della parola (che, vale ricordarlo, non è etimo, ma paraetimo) va ricercata nel metodo di stampaggio offset.
In esso, si adoperano rulli di carta (bobine) : la carta passa dai rulli ad una macchina, chiamata mettifoglio, che posa la suddetta carta su di un piano, sul quale verrà poi stampata con metodi ad inchiostro.
C'è da pensare, quindi, che probabilmente lo studente dalla mente imaginifica che adoperò per primo questo termine, abbia pensato a questo metodo di stampa: la carta passa dalle bobine (sbobinatura) al mettifoglio: che, in ultima analisi, si può ravvisare nello studente benemerito che trae appunti e li passa agli amici...
781

Sir Galahad
23-February-2012, 21:11
Stratagemma

(stra-ta-gèm-ma)


E', contrariamente all'accezione usata dai più, una bella parola, laudativa, che ha il significato di piano astuto, derivandodal greco: (strategema) astuzia di guerra, derivato di [strategos] comandante militare, composto da stratos, esercito e agein ,condurre.
Parola laudativa, si diceva, ed encomiastica. Con essa si può lodare l'astuzia nell'agire, ma anche la preparazione, lo studio, la riflessione. E, naturalmente, comporta la prevenzione dell'altrui mossa , cosa altrettanto geniale.
Il bravo giocatore di scacchi, il generale, l'eroe in battaglia, Ettore ed Achille e Ulisse sono strateghi geniali.

Sir Galahad
24-February-2012, 19:41
Cataratta o cateratta? (ca-ta-rat-ta)

Cataratta

E' un manufatto che regola la portata d'acqua di un canale; in oculistica, indica lo stato di opacizzazione del cristallino per motivi patologici.

Deriva dal greco katarraktes che precipita, da katarassein gettare giù; composto da kata, giù, in basso, e rasso, io erompo, io precipito.

Le cateratte - o cataratte (etimologicamente più corretto) - in geografia sono quei particolari punti di un corso d'acqua in cui il normale flusso è interrotto; si crea, così, una cascata, o una rapida.

zio fred
24-February-2012, 20:09
PIANTARE IN ASSO
Mentre preparo per diporto (per diporto? Mi viene in mente il prence danese di Petrolini “ che veste a nero e che per diporto va al cimitero”) la mia proiezione su Creta, mi sovviene che il detto “essere piantato in asso” deriva, forse, chissà, dalla vicenda di Arianna che dopo essersi fatta trovare sul molo con le valigie pronte come prezzo del gomitolo di spago, parte in crociera con Teseo il quale, alla prima sosta, abbandona la nostra fanciulla sull’isola di Nasso.
Da qui il modo di dire “ essere piantati in (n)asso”.
Era meglio se Arianna restava su qualche spiaggia di Creta, che ce ne sono di belle davvero, ovvìa, che dici sir?
vale

http://s17.postimage.org/qx6kx3s0v/b42.jpg (http://postimage.org/)
image hosting jpg (http://postimage.org/)

Sir Galahad
24-February-2012, 20:31
Si, zio Fred, è proprio come tu dici.
La frase è una polirematica, cioè una "sequenza non modificabile di parole che costituisce un'unità di significato" (dal dizionario Sabatini-Colletti) (sono molto simili alle frasi idiomatiche)
Altri esempi di polirematiche sono:
spargere la voce, gatta da pelare, usa e getta
p.s.: Arianna è stata fatta fessa, per usare una frase idiomatica. Se lo è cercato lei, si è fidata troppo dell'Eros. Senti un po' se avesse bisogno di essere consolata, non si sa mai ah ah ah ah ah ah:lol::lol::lol:

Sir Galahad
24-February-2012, 21:09
@ Zio Fred: attendiamo tutti con ansia le foto di Creta, insula major

Sir Galahad
24-February-2012, 21:20
Sull'uso, la definizioni e le particolarità lessicali delle locuzioni polirematiche può essere utile questo approfondimento:

http://moggiopoli.net/contents/approfondimento_polirematica.asp

Sir Galahad
26-February-2012, 21:32
Apocalisse (o apocalissi) (a-po-ca-lis-se)
È la trascrizione del sostantivo greco apokalypsis, derivante dal verbo apokalypto.Questo lemma è composto dalla preposizione apò , rimozione, allontanamento – e dal tema kalypto , nascondere, coprire, rendere ignoto. Apocalisse è, pertanto, l'azione del togliere ciò che copre; in ultima analisi vale: scoprire, svelare (disvelare), avendo come effetto, poi, il rivelare. Apocalisse vale, quindi, Rivelazione; nella fede cattolica, la rivelazione è fatta da Dio agli uomini riguardo a cose velate e conosciute da lui solo.

Sir Galahad
27-February-2012, 19:52
Tragedia (tra-ge-di-a)
La parola tragedia deriva dal verbo greco traghìzein , cambiare voce, assumere una voce belante come i capretti da parte di alcuni attori satirici, durante i riti dedicati a Dioniso al quale il capretto era sacro.
Altri pensano che l'etimo della parola tragedia derivi dal greco tragodìa; in particolare, è dato dall'unione delle parole trágos, capro, agnello e á(i)dô,io canto, cioè "canto del capro", che veniva fatto durante i riti dionisiaciin cui era sacrificato un capretto.
La sostanza non cambia poi molto. Cambia l'analisi del nome, questa si.
.

Sir Galahad
28-February-2012, 19:38
Sincronia (sin-cro-ni-a)
sincronia [sin-cro-nì-a] s.f.

1 Sincronismo || in s., nello stesso tempo, simultaneamente
2 ling. Complesso delle caratteristiche strutturali di una lingua considerate in un determinato momento storico, prescindendo dai fenomeni evolutivi
(Dal Sabatini-Colletti)

Sir Galahad
28-February-2012, 20:22
Aurea mediocritas, locuzione latina a volte citata, vale: una ottimale moderazione, e non un'aurea mediocrità, come se si traducesse alla lettera.
La locuzione Aurea mediocritas è tratta dalle Odi del poeta Orazio; in latino il termine mediocritas significa "stare in una posizione intermedia" tra l'ottimo e il pessimo. Gli antichi Romani, e con essi Orazio, esaltavano la "via di mezzo" nelle valutazioni, rifiutando così ogni eccesso.

La "mediocritas", in questo senso, è definita da Orazio "aurea", che è da tradursi come scelta ottimale. In questo, si intende fare un paragone tra la scelta fatta (la migliore che si possa fare) e l'oro, ossìa il metallo più prezioso.
La virtù sta nel mezzo: questo si dice oggi, rammentando la vecchia sapienza .L'espressione risale alla filosofia scolastica del Medioevo, anche se già Aristotele nell'Etica, Orazio nelle Satire ("est modus in rebus", ossìa c'è una misura nelle cose) e Ovidio nelle Metamorfosi ( seguendo la via di mezzo, camminerai sicuro) avevano espresso un concetto simile.
Quindi, un mediocre (attenzione alle parole, però!) è la persona che adopera le scelte migliori:)

Sir Galahad
29-February-2012, 20:49
malattia (ma-lat-ti-a)
deriva da malato , che a sua volta proviene, per crasi ed allitterazione, dal latino "male aptus" traducibile in "conciato male, male in arnese".
Altri propongono la derivazione dal greco Malakia
813

Sir Galahad
04-March-2012, 19:06
Incesso (in-ces-so)

Un lemma - come dire- strano? Spesso lo evitiamo o lo eviteremmo volentieri, non fosse altro per motivi di assonanza con l' incesto e con il... W.C..
Leggiamo la Treccani: "incèsso s. m. [dal lat. incessus -us, der. di incedĕre «incedere»], letter. – L’incedere, il camminare, e più spesso il modo di camminare (indica sempre un portamento e un passo solenne, dignitoso): avanzare con i. regale; aveva l’i. di una dea".
Esso significa, quindi, "modo di camminare", "portamento".
Poco adoperato per motivi ...umani :lol:. E allora, perchè non sostituirlo con il più regale Incedere ?
Volete mettere: Sai, hai un bell'incesso! con Sai, hai un bell'incedere!
Questione di stile e di gusti.

Sir Galahad
05-March-2012, 21:49
Terremoti e linguistica

I terremoti, si sa, spesso producono gravi danni. La linguistica relativa a questi fenomeni geologici è meno catastrofica, però a volte ci allerta su espressioni che usiamo e che non sono del tutto corrette.
Anche alla televisione a volte parlano, in modo non corretto, di terremoti che hanno l'epicentro localizzato ad una certa profondità dalla crosta terrestre.
Va distinto, allora, l'ipocentro dall'epicentro.
Per epicentro si intende quel punto della crosta terrestre posto esattamente sulla verticale condotta dall'ipocentro. L'ipocentro è il punto reale di origine del fenomeno sismico , ed è in questo punto È l'epicentro che il terremoto causa i danni maggiori.

822

Sir Galahad
06-March-2012, 19:44
La Feccia (Fec-cia) e Jacopone da Todi


«Signore, àime mustrata, ne la tua claritate, /
la mea nichilitate ch'è menor ca neiente [...
Ciò c'ò veduto e pensato tutto è feccia e bruttura, /
pensanno de l'altura de lo vertuoso stato»

Così Iacopone da Todi (XIII secolo) vede , in una delle sue laudi, la pochezza o, meglio, la nullità dell’essere umano.

Due sono i significati principali del termine feccia: il primo, terminer proprio, indica il «deposito di color rosso mattone che si forma sul fondo delle botti o d'altri recipienti a mano a mano che il vino si chiarifica» (Vocabolario Treccani) ed è frequente anche in alcune locuzioni dal valore proverbiale ; esempio, bere il calice fino alla feccia

il secondo, figurato, indica la parte peggiore, più spregevole di qualcosa o di qualcuno, riferito a persone o a gruppi sociali; esempio, la feccia della società.
Deriva dal Lat. volgare faecea(m), derivando questi, a sua volta, del classico faex faecis ‘feccia, sedimento’. E al plurale?
La regola tradizionale per formare il plurale di parole che finiscono con -cia dice che se la finale è preceduta da un’altra c, il plurale perde la i; quindi, al plurale si dice: fecce

Tregenda
06-March-2012, 20:54
il secondo, figurato, indica la parte peggiore, più spregevole di qualcosa o di qualcuno, riferito a persone o a gruppi sociali; esempio, la feccia della società.
Deriva dal Lat. volgare faecea(m), derivando questi, a sua volta, del classico faex faecis ‘feccia, sedimento’. E al plurale?
La regola tradizionale per formare il plurale di parole che finiscono con -cia dice che se la finale è preceduta da un’altra c, il plurale perde la i; quindi, al plurale si dice: fecce

Esisteva per l'appunto questo gruppo che si chiamava Titta e le fecce tricolori, nome che peraltro trovo molto appropriato:


http://www.youtube.com/watch?v=oj7z8jnUzUk

Sir Galahad
06-March-2012, 21:08
Ciao, Alice!!!! Lo sai a chi mi fa pensare, quel tipaccio del filmato, con quell'originale slip? A Belen:lol: . Ma quella macchiolina cos'è, la farfallina? uah uah uah uah :lol:

Tregenda
07-March-2012, 19:51
Sì, in effetti... Stessa mise succinta, stessa farfallina, stessa misura di coppa di reggiseno... Mancano solo i capelli. :lol::lol:

Sir Galahad
09-March-2012, 22:24
Cazzarola (caz-za-ro-la)
Esclamazione adoperata nello slang nostrano, e che supplisce il volgare: C***o!
In realtà, la cazzarola, termine regionale, deriva da casseruola ed è un grande contenitore , a fondo piatto, utilizzato spesso per cuocere le vivande nel forno e che serve, a freddo, come un contenitore di cibi vari.

Sir Galahad
11-March-2012, 19:15
Eresia (e-re-si-a)

La parola "eresia" deriva dal greco hairesis , afferro, " ma anche scelgo .

L'eretico è dunque chi proclama il suo possesso, la sua proprietà (di qualcosa che abbia un contenuto intellettuale) ed "eresia" si può riferire ad una scelta di credo sia ad una fazione di credenti, che per la loro posizione si possono ben chiamare dissidenti. Un'altra interpretazione richiama il fatto che l'eretico è colui che, di tutta la dottrina "ortodossa", "sceglie" in modo consapevole solo una parte, dimenticandosi del resto.

Sir Galahad
11-March-2012, 19:29
Sarcofago (sar-co-fa-go). Plurale: sarcofagi.
Parola di origine greca, composta da sarx, carne, e phagein ,mangiare. Indica il contenitore in cui il corpo del defunto è destinato ad essere “divorato”. È una allusione al fatto che i resti dei corpi venivano trovati, tempo dopo, completamente divorati dagli animali, che si inserivano così nel ciclo biologico di ogni essere vivente.
L'allusione, però, ha anche una lettura metaforica: il corpo fisico, alla morte, veniva "mangiato" (ossìa spariva dal contesto materiale, per ripresentarsi in altri contesti: vedi metempsicosi, risurrezione della carne, ecc)

Sir Galahad
12-March-2012, 19:18
delirare (de-li-ra-re)
Lemma che origina dal gergo degli agricoltori. È composto dalla particella de- (cioè allontanamento da...) e lira, solco. Quindi, uscire dal solco, dal seminato, dal contesto. Per traslato, uscir di senno

Sir Galahad
12-March-2012, 19:22
Eufemismo (eu-fe-mi-smo) : dal greco eu- phemi, parlo bene.
Parola buona per indicare cose cattive ;)
È una figura retorica e permette, tramite una perifrasi, di attenuare la forza espressiva di un'affermazione .

Sir Galahad
16-March-2012, 20:18
Come poteva, qui e di questi tempi, mancare la parola crisi (cri-si)?

L'etimologia di crisi deriva dal verbo greco krino = separare; per estensione di concetto, si può assumere : giudicare, valutare. Nel parlar comune, questo bel lemma che indurrebbe ognuno alla seria riflessione, ha assunto, però, un'accezione negativa in quanto lo si adopera per indicare un peggioramento di una situazione.

zio fred
16-March-2012, 22:38
Hai ragione mio sir, il termine è letto spesso con accezione negativa ma non è così.
Il concetto di crisi fa riferimento ad un termine di origine greca presente nella medicina ippocratica per indicare un punto decisivo di cambiamento che si presenta durante una malattia. In ambito psicologico si riferisce ad un momento della vita caratterizzato dalla rottura dell’equilibrio precedente acquisito e dalla necessità di trasformare gli schemi consueti di comportamento che si rivelano non più adeguati a far fronte alla situazione presente (Galimberti, 1992).
Le crisi possono essere occasioni rilevanti per scoprire l’entità della nostra forza,sviluppando la consapevolezza di ciò che possiamo finalmente lasciar andare, perché dopo una crisi, ciò che ci appariva piccolo magari ora è diventato importante, e, viceversa, ciò che ci appariva fondamentale ora è diventato insignificante. Ogni crisi, in altre parole, è un’opportunità per muovere un nuovo passo verso una maggiore consapevolezza del Sé.

Vicino a questo concetto possiamo mettere quello di STRESS, inteso come tensione a fare, ad impegnarsi. La famosa curva dello stress indica che diamo il meglio di noi stessi se sappiamo equilibrare il troppo poco che è pigrizia e disimpegno, con l’eccesso di stress che è carica emotiva esagerata, spesso aggressiva e comunque ansiogena. Un giusta quota di “eustress” (buon stress) ci fa rendere al massimo e le “crisi” ci costringono appunto ad uscire dall’inerzia e dare il meglio.
http://s14.postimage.org/8lq9k04i9/stress.png (http://postimage.org/)
image upload (http://postimage.org/)



Soccia, per dirla in bolognese, che discorso impegnativo ho fatto….!
Non fateci caso, adesso zio Fred torna a leggiucchiare le novelle di Guareschi ( ecco un giusto equilibrio ironico tra i don Camilli ed i Pepponi) perché ha in programma un fine settimana nella “bassa” e domani va a mangiare il culatello a Zibello.
Che è un gran scacciacrisi!

Sir Galahad
18-March-2012, 19:53
Tributo (tri-bu-to), dal latino tributum.

Il tributum fu presentato ai contribuenti come un prestito eccezionale di guerra che lo Stato avrebbe, in qualche modo e se possibile, rimborsato. Esso gravava sui cittadini maschi non mobilitati.
Gli esattori del tributum erano i tribuni aerarii , ricchi e facoltosi che con le loro proprietà garantivano per i membri della loro tribù.
Il termine tributum nasce infatti da tribù, perchè era questa realtà sociale ad essere gravata dalla tassa.

Sir Galahad
20-March-2012, 19:59
papà e mamma
Verso i sei mesi, in un bambino, inizia la fase della lallazione: egli emette spontaneamente suoni costituiti da consonante seguiti da vocale (ad esempio ma, pa, ta, la ). Verso ai nove mesi il bambino tende a raddoppiare le sillabe, ripetendo più volte lo stesso suono (ma- ma, pa- pa, ta- ta, la- la).
Ecco spiegato, allora, l'origine di queste parole. Con un pensiero ai papà (di cui ieri era la festa), ma anche alle mamme, che costituiscono con i papà il cardine della famiglia.

Sir Galahad
21-March-2012, 19:30
Protòtipo (pro-tò-ti-po)

Tipo esemplare, paradigmatico, da cui discendono altri; deriva dal greco: prototypos il primo tipo, composto da proto, primo e typos, impronta, modello.

Sir Galahad
21-March-2012, 19:35
Archètipo (ar-che-ti-po)
Modello, prototipo da sempre esistente.

dal greco: arche, principio, e typos modello, esemplare.

L'archetipo è un modello, un'immagine primigenia da cui ne discendono altre . Ma a differenza delle altre immagini prime , come il prototipo, è un esemplare primigenio che esiste , temporalmente, da sempre .

Sir Galahad
23-March-2012, 19:21
Questioni di lana caprina

Si adopera questa locuzione ad indicare un argomento che abbia poca importanza, così come le capre produrrebbero (sic!) lana di secondaria importanza e di minor pregio di quella delle pecore. Questo è ciò che si crede.
In realtà le capre non producono affatto lana, essendo il loro vello costituito da pelo di cheratina consistente, mentre per lana si intende pelo flessibile e lavorabile ai telai.
Ormai il modo di dire si è attestato, e devo dire che rende abbastanza bene l'idea di un argomento su cui si vorrebbe ( ma non si dice,in realtà, per educazione verso l'interlocutore) stendere un velo pietoso.

Sir Galahad
23-March-2012, 20:20
La pietra dello scandalo

Tra gli antichi Romani, quando un commerciante si trovava di fronte al fallimento, doveva salire su di una particolare pietra, posta di fronte al Campidoglio, e gridare forte: Cedo bona (ossìa, cedo i miei averi, sottinteso ai creditori). La pietra su cui si testimoniava il proprio fallimento era appunto chiamata pietra dello scandalo

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Mauro
23-March-2012, 23:38
Ciao

Trae la sua origine dalla parola della lingua veneta e più specificatamente veneziana "sciavo" che ha il significato di "schiavo", derivando dal neolatino "sclavus", che indica persone di etnia slava frequentemente usate proprio come schiavi nell'intero mondo mediterraneo, venduti spesso dalle stesse famiglie ai mercanti veneziani o arabi. Venivano "importati" nella Spagna musulmana, Egitto, Asia minore e in occidente (in quest'ultimo caso solo quelli non cattolici) passando per Venezia.

Salutare con un ciao corrisponderebbe quindi a "Servo Vostro", formula di saluto oramai desueta (cfr. l'analogo saluto "servus", diffuso in Austria e Baviera).

Sir Galahad
25-March-2012, 21:36
Tesoro (te-so-ro)
Dal latino thesaurus; nel latino medievale, vale ‘repertorio enciclopedico’, nel senso di "Elenco delle parole" che costituiscono il lessico storico di una lingua: ad esempio, il thesaurus della lingua latina.

Sir Galahad
26-March-2012, 19:10
Chi trova un amico trova un tesoro

A volte - per non dire spesso - trovare un "amico" è un'enorme bugia, perlomeno ai tempi nostri, essendo presenti parametri che spesso esulano da sentimenti che dovrebbero dettare particolari rapporti tra due o più persone; parimenti, ci si trova spesso ad atteggiamenti che sconfinano in oggettivi e traumatici dettati utilitaristici.
Quindi, io credo (ma non tutti saranno d'accordo, naturalmente) che sia bene sia limitare l'uso di questa parola - amicizia - sia trattenere per sè qualcosa che può essere un vero e proprio miracolo.
Inserisco questa nota di Francesco Alberoni, che mi sembra adatta allo scopo:

http://www.alberoni.it/amicizia.asp

Tregenda
27-March-2012, 21:03
Chi trova un amico trova un tesoro

A volte - per non dire spesso - trovare un "amico" è un'enorme bugia, perlomeno ai tempi nostri, essendo presenti parametri che spesso esulano da sentimenti che dovrebbero dettare particolari rapporti tra due o più persone; parimenti, ci si trova spesso ad atteggiamenti che sconfinano in oggettivi e traumatici dettati utilitaristici.
Quindi, io credo (ma non tutti saranno d'accordo, naturalmente) che sia bene sia limitare l'uso di questa parola - amicizia - sia trattenere per sè qualcosa che può essere un vero e proprio miracolo.

Sante parole... Io infatti quando posso preferisco usare "conoscente". Ma il più delle volte non posso, perchè i conoscenti si offendono se non li chiami amici.

dolores
27-March-2012, 22:34
Chi trova un amico trova un tesoro

A volte - per non dire spesso - trovare un "amico" è un'enorme bugia, perlomeno ai tempi nostri, essendo presenti parametri che spesso esulano da sentimenti che dovrebbero dettare particolari rapporti tra due o più persone; parimenti, ci si trova spesso ad atteggiamenti che sconfinano in oggettivi e traumatici dettati utilitaristici.
Quindi, io credo (ma non tutti saranno d'accordo, naturalmente) che sia bene sia limitare l'uso di questa parola - amicizia - sia trattenere per sè qualcosa che può essere un vero e proprio miracolo.
Inserisco questa nota di Francesco Alberoni, che mi sembra adatta allo scopo:

http://www.alberoni.it/amicizia.asp

Scusa, Carlo, ma non sono riuscita a leggere tutta la nota di Alberoni... è più forte di me: dopo quattro righe mi addormento :roll:
Però l'osservazione che fai sull'amicizia è sacrosanta. E questo non vale solo per la parola "amicizia", ma anche per "libertà", "amore", "bellezza", "giustizia", "speranza", "gioia"... insomma sembra che molte parole siano svuotate del loro significato profondo e vengano comprese solo superficialmente o solo intellettualmente, come se indicassero un'idea, un sentimento, un'intenzione e non, invece, un'esperienza reale.

Sir Galahad
01-April-2012, 19:21
Pasqua (Pa-squa)
L'etimologia di questa parola ebraica è incerta, ma pare che il suo significato fondamentale sia "passare oltre"; inoltre è inutile dire che essa è strettamente collegata con la Pasqua ebraica (e poi con quella cristiana).
Un primo gruppo - peraltro ristretto - di Padri della Chiesa collega iltermine pascha con il verbo greco páschein, soffrire
Un secondo gruppo ( Origene e la maggioranza dei Padrii) trova un'etimologia più esatta nel termine "passaggio" (diabasis, transitus), in memoria del passaggio del popolo ebraico alla propria terra, dopo la deportazione in Egitto, che "passa" dalla schiavitù dell'Egitto alla Terra promessa attraverso il Mar Rosso .
Un terzo gruppo, più esiguo ( pseudo-Origene ed altri), intende pascha come "passar-oltre" (hypérbasis) e pone come soggetto "l'angelo sterminatore" che, vedendo il sangue dell'agnello, "passa oltre" le case degli Ebrei, e ad essi dona salvezza.

Dante Alighieri pone l'inizio della sua Commedia in tempo pasquale, iniziando essa il Venerdì Santo dell'anno 1300 ( la notte tra il 7 e l'8 di Aprile). Significato intimo della Commedia è il transito di Dante e di tutti gli uomini dalla schiavitù del peccato alla liberazione. Transitando egli dallo stato di miseria umana alla visione intima di Dio, Dante elabora quindi, in senso letterario, morale e religioso (nonchè didascalico) la propria Pasqua, il proprio Passaggio.

Sir Galahad
02-April-2012, 19:30
Paturnia (pa-tur-nia)
L'etimo primo deriva dal greco pathos.
Si pensa anche - forse non senza una buona dose di fantasia - che la parola «paturnia» (o «paturna») sia da pensare derivata dall' incrocio del verbo latino pati (patire, subire) col nome del pianeta Saturno, con evidente allusione all' influenza non sempre positiva di Saturno sul temperamento delle persone.
L' aggettivo "saturnino" è tuttora considerato sinonimo di triste, o anche strambo . Alcuni ricercatori tedeschi hanno rilevato come persone dalle tendenze artistiche si possano considerare "saturnini". Tornerò a breve sull'argomento.

Sir Galahad
02-April-2012, 21:11
Tirare un colpo mancino

Quando crediamo che uno voglia colpirci, istintivamente teniamo d'occhio la sua mano destra; se il colpo ci viene invece dato con la sinistra, ecco che allora è inaspettato, e quindi doppiamente pericoloso.

Sir Galahad
02-April-2012, 21:16
Fare salamelecchi

In arabo, il saluto Salam aleik significa 'pace a te' ; essendo però accompagnata da inchini, smorfie strane e vari gesti ossequiosi che possono anche far pensare a esagerazioni fatte a bella posta , gli Italiani, traducendo con la parola salamelecco , con essa noi italiani facciamo riferimento al modo di salutare con inchini, riverenze e smorfie ridicole.

dolores
02-April-2012, 21:29
Tirare un colpo mancino

Quando crediamo che uno voglia colpirci, istintivamente teniamo d'occhio la sua mano destra; se il colpo ci viene invece dato con la sinistra, ecco che allora è inaspettato, e quindi doppiamente pericoloso.

E perché si dice scherzo da prete? :?

Sir Galahad
02-April-2012, 21:50
E perché si dice scherzo da prete? :?


Dal Dizionario del Corriere della Sera:
* Fig.: scherzo di cattivo gusto, o pesante, fatto inaspettatamente con furberia e malizia. Anche azione dannosa o sleale, tiro mancino.

* In origine il detto è nato solo con il senso di scherzo inatteso proprio perché proveniente da un sacerdote, cui comunemente si attribuisce il dovere di una costante gravità.

Questo il dizionario del Corsera.
Il secondo paragrafo mi trova pienamente d'accordo: uno scherzo è tanto più indigesto quando commesso da persona dalla quale ci si aspetterebbe dirittura morale.
Non mi trova d'accordo il primo paragrafo: non si capisce, infatti, perchè uno scherzo pesante debba esser per forza attribuito ad un prete. Peggio se accompagnato da furberia o malizia. Gli scherzi pesanti, infatti, provengono da qualsivoglia parte e sono accompagnati da furberia o malizia quando non sono prodotti da una mente greve e volgare.

dolores
04-April-2012, 00:20
Dal Dizionario del Corriere della Sera:
* Fig.: scherzo di cattivo gusto, o pesante, fatto inaspettatamente con furberia e malizia. Anche azione dannosa o sleale, tiro mancino.

* In origine il detto è nato solo con il senso di scherzo inatteso proprio perché proveniente da un sacerdote, cui comunemente si attribuisce il dovere di una costante gravità.

Questo il dizionario del Corsera.
Il secondo paragrafo mi trova pienamente d'accordo: uno scherzo è tanto più indigesto quando commesso da persona dalla quale ci si aspetterebbe dirittura morale.
Non mi trova d'accordo il primo paragrafo: non si capisce, infatti, perchè uno scherzo pesante debba esser per forza attribuito ad un prete. Peggio se accompagnato da furberia o malizia. Gli scherzi pesanti, infatti, provengono da qualsivoglia parte e sono accompagnati da furberia o malizia quando non sono prodotti da una mente greve e volgare.

... e io sono d'accordo con te :geek:

Grazie, Sir :D

Sir Galahad
04-April-2012, 20:26
Puttana (put-ta-na)
Termine largamente usato nella letteratura. Chi non si ricorda, ad esempio, di Taide, delizioso personaggio della Commedia dantesca ?

Taide è, la puttana che rispuose
al drudo suo quando disse "Ho io grazie
grandi apo te?": "Anzi maravigliose!".
136 E quinci sien le nostre viste sazie».
(Inferno, canto XVIII)

Il termine «puttana», che nel parlar discorsivo italiano - popolare- assume un grave tono offensivo, deriva da puteus, con cui in latino s'intendevano o una cavità naturale o un buco scavato appositamente nel terreno per seppellire i morti, ma ab origine era riferito alle etere, cortigiane e prostitute sofisticate, che oltre a prestazioni sessuali offrivano compagnia . Un alone sofisticato, quindi, un po' lontano dalla triviale accezione con la quale viene adoperato il termine.
Il termine puteus (fossa) si accosta all'idea di vagina, grembo, utero, ovvero ai concetti di ricezione (riceptaculum seminis) e di contenimento.

Sir Galahad
07-April-2012, 15:15
Catastrofe (ca-ta-stro-fe)
dal tardo latino catastro°phe(n), che proviene dal greco katastrophé 'rivolgimento, rovesciamento

Il termine non ha, nel suo significato etimologico, connotazioni negative. Nella Poetica di Aristotele indica il momento in cui si scioglie l'intreccio; un momento critico, atteso, che rappresenta l'acme della tragedia, ed è caratterizzato dal passaggio, nel protagonista, da uno stato di felicità a uno di infelicità. Si tratta di un cambiamento repentino da una situazione ad un'altra che spesso è completamente differente.

Sir Galahad
07-April-2012, 17:00
Arrosto (ar-ro-sto)

Dal germanico Rost, inferriata . Arrosto vale: ad- rost, cioè carne messa su graticola (inferriata sensu latu). Rost vale anche: struttura di rami atta ad imbrigliare i fuimi o corsi d'acqua

Sir Galahad
07-April-2012, 18:35
Capitale (ca-pi-ta-le)

Dal latino caput, genit. capitis. Tutto ciò che concerne il principio, l'inizio, il capo di ogni cosa, e perciò la parte principale.
Nel parlar comune spesso ci si riferisce, con questo termine, alla teoria economica detta capitalistica, ossìa all'accumulo di denaro generatore di interessi e lucro.
Latu sensu andrebbe inteso - salvo a specificare conseguentemente - la capacità di generare sia beni materiali che intellettuali.
Così, è bene parlare di capitale umano, qualora - però - si intenda con questo termine l'insieme di potenzialità creative nelle relazioni interpersonali.
Il capitale umano è degna cosa da salvaguardare sempre.
Il capitalismo economico come ideologia molte volte entra in aperta contraddizione col capitale umano e le risorse umane, spesso degradando i rapporti umani a un semplice scambio di beni.
Il capitalismo economico come prassi economica può essere vettore di distribuzione (anche se non paritaria) dei beni.

Sir Galahad
07-April-2012, 18:49
Straziante (stra-zian-te), distruggere (di-strug-ge-re) et similia.

Termini che originano dal latino dix-tractus (destractus), participio passato di distrahere , ossìa tirare da diverse parti, smembrare, squarciare, dilaniare.

Sir Galahad
08-April-2012, 10:56
Profanare (pro-fa-na-re)

Parola di significato duplice, ancipite, a seconda della lunghezza vocalica adoperata nel preverbo pro-. Le due parole sono, come si dice, omofone. Fanum, a sua volta, vale, derivando dal Latino: tempio, luogo sacro.
Infatti, profanare con la o breve : dissacrare
Profanare con la o lunga: consacrare

Si pensa che la pro- (con la o breve) derivi dalla virgiliana anafora enfatica : procul, procul este profani (tenetevi lontani, voi, che siete estranei al luogo sacro).
Pro, con o lunga, significherebbe, invece, il contrario: ossìa proporre, indurre, favorire.

Sir Galahad
08-April-2012, 12:46
Ancipite

Dal Sabatini-Coletti:
[an-cì-pi-te] agg.



1 lett. Che ha doppia natura o aspetto
2 Nella metrica greca e latina, di sillaba o vocale che può avere valore di lunga o di breve
.................................................. ...................................

Così il prestigioso dizionario. Va sottolineato che, latu sensu, si intende per ancipite (termine adoperato anche in Biologia, ad esempio) tutto ciò che ha o potrebbe avere una duplice natura. Ad esempio, gli Anfibi, animali che vivono sia su terreno che nel mezzo liquido, conducono una vita ancipite, come già Cicerone aveva detto: bestiae ancipitae vocantur (De nat. deor.)

Sir Galahad
09-April-2012, 18:09
Imbecille

Parola composta da: in + bacillum (diminutivo di baculum, bastone) = senza bastone, senza appoggio; oppure, meglio, che si appoggia su un piccolo bastone (figuratamente: con poca o senza argomentazione logica, quindi stupido).
In sostanza, appoggiare la propria tesi su argomentazioni futili, scarne o scarse.
Da notare la gradazione vocalica: da a ad e (bacillum> becillum)

Sir Galahad
09-April-2012, 18:23
Nike: l nome della dea greca della vittoria.
Oggigiorno, molti pronunciano questa parola all'americana: foneticamente naik
Il logo (il famoso baffo, o swoosh in inglese), rappresenta l'ala della dea della vittoria adorata dagli antichi Greci.

Sir Galahad
22-April-2012, 18:49
tempra (tem-pra)

È l'insieme delle qualità e delle doti fisiche, psichiche, morali di una persona . Il lemma deriva, per elisione vocalica, da tempera, a sua volta originato dal latino tempus.

Si riferisce anche a temperamento naturale, indole, vocazione:
"Per cercar terra e mar da tutti lidi, Chi pò saver tutte l’umane tempre?" (Petrarca).
"...contagio, il quale ne’ corpi affetti e preparati dal disagio ... trovi la tempera, per dir così,... le condizioni necessarie in somma per nascere, nutrirsi e moltiplicare" (Manzoni).
Una persona "ben temperata" è colei che, passando attraverso innumerevoli prove, è temprata dalla vita. Così come un processo di migliorìa dei metalli, riscaldati e poi passati rapidamente sotto l'acqua, è un sistema di rafforzamento dei metalli.

Sir Galahad
22-April-2012, 19:11
Desiderio

(de-si-dè-rio)


dal latino desiderium, composto da de e sidera. Ossìa, la "mancanza delle stelle". Trovo bellissima questa parola, ma ancor più trovo bella questa (possibile) spiegazione etimologica. Infatti, mancando le stelle (ossìa un riferimento celeste, ideale) una persona si trova sperduta, persa, vuota; e quindi, infelice. Il desiderio,allora, è la conoscenza di ciò che siamo in confronto a ciò che di più desideriamo o vorremmo essere.
Dante, nella Selva oscura, è essere o creatura desiderante. Tutto in lui vibra nella ricerca spasmodica delle stelle (lat. sidera, neutro plurale). E non a caso, le tre cantiche terminano - tutte e tre - con la stessa parola, stelle:

Inferno: E quindi uscimmo a riveder le stelle.

Purgatorio: puro e disposto a salire a le stelle.

Paradiso: l’amor che move il sole e l’altre stelle.

Sir Galahad
22-April-2012, 19:30
Può, forse, interessare questo spunto che ho tratto dal sito dell'Accademia della Crusca:
http://forum.accademiadellacrusca.it/phpBB2/viewtopic.php?t=486&sid=c9f79870d1f8ed8daa68eafc59f5557b

Tregenda
22-April-2012, 21:00
Desiderio

(de-si-dè-rio)


dal latino desiderium, composto da de e sidera. Ossìa, la "mancanza delle stelle". Trovo bellissima questa parola, ma ancor più trovo bella questa (possibile) spiegazione etimologica. Infatti, mancando le stelle (ossìa un riferimento celeste, ideale) una persona si trova sperduta, persa, vuota; e quindi, infelice. Il desiderio,allora, è la conoscenza di ciò che siamo in confronto a ciò che di più desideriamo o vorremmo essere.
Dante, nella Selva oscura, è essere o creatura desiderante. Tutto in lui vibra nella ricerca spasmodica delle stelle (lat. sidera, neutro plurale). E non a caso, le tre cantiche terminano - tutte e tre - con la stessa parola, stelle:

Inferno: E quindi uscimmo a riveder le stelle.

Purgatorio: puro e disposto a salire a le stelle.

Paradiso: l’amor che move il sole e l’altre stelle.

Bellissima parola e gran bella spiegazione.

Sir Galahad
23-April-2012, 20:08
onomaturgia
(o-no-ma-tur-gì-a)

Creazione, coniazione di nuove parole. Dal greco onomatos, nome ed ergon, opera, energia.

Famoso onomaturgo fu Gabriele D'Annunzio. Moltissimi furono i lemmi creati dallo scrittore e poeta abruzzese. Mi viene in mente Velivolo, per aereo.

Sir Galahad
23-April-2012, 20:30
Bellissima parola e gran bella spiegazione.
Grassie tante!!!!:)

Sir Galahad
25-April-2012, 10:25
Avere un passo anserino
È un modo di dire, significando un'andatura lenta, misurata, a volte snervante per chi ha fretta: camminare a oca, con i piedi volti in dentro (Gli Anseriformi, in Biologia, sono le oche e le anatre...)

Sir Galahad
27-April-2012, 19:53
Olocausto (o-lo-cau-sto)

dal greco òlos= tutto e kaystòn=brucio. A molti ebrei questo termine non è gradito; da alcune parti si pensa che l'etimo, infatti, risalga all'ebraico olah, cui significato e', in realta', "offerta sacrificiale a Dio". Shoah invece vuole dire "catastrofe", "genocidio".

La Shoah, quindi, andrebbe riferita allo sterminio ebraico da parte dei nazisti. Olocausto, invece, andrebbe - con maggior precisione - riferito alle offerte sacrificali in cui l'animale (o l'uomo) veniva sacrificato con l'uccisione e con il rogo in un'ara sacrificale.

Sir Galahad
06-May-2012, 21:19
Misantropo, misogino, misandropo.

Misogìno trae dal greco "misein", odiare e "gynè", donna: odio per le donne.
Misandropo, a sua volta, è aggettivo (pronuncia sdrucciola, dal greco "anèr, andròs", uomo inteso come sesso maschile) e il sostantivo relativo ne è misandropìa.
Questi ultimi termini sono da non confondere con misantropo e misantropìa che caratterizzano l'avversione per il genere umano in toto (comprendente, quindi, uomini e donne),

Diffusa (ed errata) è la dizione: misògeno. Il suffisso -geno è tutt'altra cosa da -gino , derivando esso dal greco ghennao, io genero.

977

Sir Galahad
07-May-2012, 21:24
Non credo che la distinzione tra misantropia e misandropia sia contemplata e/o accettata da tutti i filologi.
Resta comunque una base di partenza per una discussione. Prego chi ne sapesse di più di me di approfondire l'argomento.

Sir Galahad
09-May-2012, 19:29
Ad usum delphini
È uno scritto adatto od adattato solo per una certa categoria di persone.

Si racconta che Luigi XIV il Grande, Re Sole, scomodò per istruire il figlio (detto Delfino) le più grandi menti di Francia. Ma i classici, greci e latini, che si voleva impartire al piccolo spesso non erano adatti alla sua età, tant'è che a volte contenevano parolacce che potevano urtare la sua sensibilità di principino.... Allora, i maestri del Delfino censurarono, tagliarono i Classici, facendone edizioni adatte alla sua età, ossìa libri adattati, ad uso del Delfino di Francia.
In quindici anni furono stampati 64 volumi, in bellissima veste tipografica, col nome di Cicerone, Tacito, Ovidio, Sallustio accompagnato dalla scritta "Ad usum Serenissima Delphini" (il quale, in età adulta, c'è da giurare che non si sarebbe lasciato scappare l'edizione integrale dell'opera magna di Marziale...:lol:)

Sir Galahad
10-May-2012, 22:03
LIBERTA' (ed altre parole grosse...)

Non so spiegare questa parola. Così come tante altre (vita, amicizia, dolore, sentimento, dovere....)
Strano, eh? Uno cerca le spiegazioni, alcune se le dà ma... a guardar bene, si dà spiegazioni sulle cose meno importanti. E a cosa serve, amici, saper di Latino se non sai spiegare la parola: DOLORE ? Come mi sento limitato, in questi momenti....

Tregenda
11-May-2012, 22:44
Vero... Ci sono parole la cui definizione non si trova su nessun vocabolario. A me capita anche di pensare, o meglio sentire, "cose" per le quali non esiste nemmeno una parola che dia loro un nome.
Ma va bene così, non tutto deve essere esprimibile a parole. Le cose magiche e quelle che contano davvero si capiscono, si sentono e si comunicano senza parlare. :)

Rosy
11-May-2012, 22:46
LIBERTA' (ed altre parole grosse...)

Non so spiegare questa parola. Così come tante altre (vita, amicizia, dolore, sentimento, dovere....)
Strano, eh? Uno cerca le spiegazioni, alcune se le dà ma... a guardar bene, si dà spiegazioni sulle cose meno importanti. E a cosa serve, amici, saper di Latino se non sai spiegare la parola: DOLORE ? Come mi sento limitato, in questi momenti....
Anche io, Carlo, non so spiegare la parola DOLORE!
ciao
Rosy:roll:

Sir Galahad
14-May-2012, 19:50
Radical chic
Il Devoto-Oli così si esprime:

Che riflette il sinistrismo di maniera di certi ambienti culturali d'élite, che si atteggiano a sostenitori e promotori di riforme o cambiamenti politici e sociali più appariscenti e velleitari che sostanziali.
Inoltre, tratto dalla stampa:
E le presunte diversità, e gli strascichi di polemiche (ancora) sulla presunta egemonia culturale delle élites di sinistra e il presunto snobismo e distanza dal Paese reale dei presuntissimi radical chic, poco radical e palesemente non chic, si devono considerare annullate, ma non è una buona notizia (neanche per i camerieri, il tizio di cui sopra ha lasciato una mancia pidocchissima, e non sono belle cose).
(Corriere della Sera, «Quei radical chic che al ristorante sembrano Lele Mora», 2 agosto 2010)

Sir Galahad
23-May-2012, 19:38
Gozzovigliare [goz-zo-vi-glia-re]

999

(nella vignetta: un rimedio contro le gozzoviglie)

Al solito, etimo incerto. Pare però che derivi dal latino gaudium ; il lemma gozzoviglio è composto da gaudium + villo (quest'ultima parola è presente nella lingua provenzale; villo avrà una evoluzione in viglio; un po' come meraviglia, composto da mara e villo; in francese, merveilleuse). L'evoluzione gaudium > gozzo è probabilmente riferibile a dialetti locali.

Sir Galahad
27-May-2012, 20:08
Garofano [ga-ro-fa-no]

Vorrei proporre questa ricerca tratta dal sito dell'Accademia della Crusca:

http://forum.accademiadellacrusca.it/phpBB2/viewtopic.php?t=808&sid=997020df8ffd331255ca175de8845782

Sir Galahad
30-May-2012, 21:52
Ricordare [ri-cor-da-re]

È verbo transitivo , derivando dal latino recŏrdari, parola composta dal prefisso re-, e da di cor, genitivo cordis «cuore». Si riteneva, ab antiquo, che il cuore fosse la sede della memoria.
Vale anche : menzionare.

Sir Galahad
06-June-2012, 21:32
Petecchia [pe-tec-chia]
Macchia rossastra a forte carattere pruriginoso che compare in varie malattie esantematiche, come l'impetigine.
L'etimo è, però, incerto. La Treccani la fa derivare da impetigine, appunto; potrebbe a sua volta derivare dal diminuitivo peticula, piccola pecchia.

My Etymology tenta la seguente derivazione etimologica:


Etymology of the Italian word petecchie

the Italian word petecchie
derived from the Italian word petecchia
(http://www.myetymology.com/italian/petecchia.html)derived from the Latin root *peticula (http://www.myetymology.com/latin/peticula.html)
derived from the Latin root *impeticula (http://www.myetymology.com/latin/impeticula.html)
derived from the Latin word impetix (http://www.myetymology.com/latin/impetix.html)
derived from the Classical Latin word impetigo (http://www.myetymology.com/latin/impetigo.html) (impetigo)
derived from the Latin word impetere (http://www.myetymology.com/latin/impetere.html) (attack, assail; rush upon)derived from the Classical Latin word petere (http://www.myetymology.com/latin/petere.html) (to seek; attack; aim at; desire)
derived from the Proto-Indo-European root *pet- (http://www.myetymology.com/proto-indo-european/pet-.html)

using the Latin prefix im- (http://www.myetymology.com/latin/im-.html)derived from the Latin prefix in- (http://www.myetymology.com/latin/in-.html) (suffix for no)derived from the Proto-Indo-European root *ne (http://www.myetymology.com/proto-indo-european/ne.html) (not)

Resta da dire che petecchia è riferito anche a certi noiosi insetti svolazzanti che producono fastidio e, appunto, inoculi pruriginosi cutanei (in termine scientifico: rash).

Sir Galahad
07-June-2012, 19:54
Incazzarsi
Qualcuno dirà: "ma è proprio utile scrivere questo lemma? Sappiamo tutti cosa vuol dire..." (e spunta un sorrisetto maligno:mrgreen:)
Invece penso proprio che queste persone farebbero bene a non incazzarsi per dell'ovvio e a leggere quanto scritto da [I]amicus_eius sul sito dell'Accademia della Crusca:

...Non lo è "incazzarsi", e derivati, che, contrariamente a quanto una errata interpretazione della sua radice potrebbe indurre a pensare, non ha nulla a che fare con la fonte della fecondità... Invece, stranamente, è un termine marinaro: significa tendersi come una corda cazzata, cioè appunto, tesa... la stessa etimologia marinara vale anche per cazziare.

Incazzarsi, allora, è ben più di "arrabbiarsi": indica lo stato d'animo "teso" della persona che manifesta un certo habitus psicologico in occasione di un evento esterno che modifica - temporaneamente - il proprio carattere.
La differenza tra le due spiegazioni, come si vede, ad una prima analisi parrebbe questione di "lana caprina"; in realtà, una persona "tesa" ( incazzata, appunto)può anche non essere arrabbiata, ma presenta tutti gli stati psicologici di una persona che elabora mentalmente una mossa, una risposta.
Incazzarsi è, allora, non è il contrario di "riflettere pacatamente" , ma è uno stato d'animo che prelude ad una risposta.

Ci risulta quindi attendibile fino ad un certo punto quanto letto sul dizionario web del Corriere della Sera, che recita testualmente:
incazzarsi (volg.) v.pron.


arrabbiarsi, fam. incavolarsi
CONTR calmarsi, placarsi, rabbonirsi.

Sir Galahad
08-June-2012, 19:45
Dopo il lemma "incazzarsi" (traviato dal significato originale) ecco un'altra bella parola; questa sì da appiccicare senza ritegno ad una persona che depone spesso per una fuoruscita dai gangheri:

Malmostoso [mal-mo-stó-so]
Ossìa, persona intrattabile, indisponente, di cattivo umore

Questa parola, che difficilmente troviamo nei dizionari, trae dal milanese: [malmostós], composto di [mal] male, malamente e [mostos] sugoso. Che dà poco sugo.

L'indisponente per antonomasia è colui che è parco con ciò che rende gustosa la pasta (e per traslato, la vita di chicchessìa). Persona spesso da evitare per chi, come me, cerca il lato gustoso della vita.Però c'è da dire, a proposito di questo ceffo,che non è una persona insipida in sé, nel suo intimo; bensì è una persona che rende insipido qualcosa e lo rovina (mette poco sugo) con i propri, personalissimi atteggiamenti .
Spesso abbiamo, ai posti più alti della vita pubblica, persone malmostose. Lo sono nell'intimo, caratterialmente e strutturalmente: rovinano la società con la loro faccia da persone smorte, insipide, persone grigie.
Nel lontano sessantotto si diceva: una risata vi travolgerà.
Falso. Oppure troppo idealistico. Ecco, infatti tra noi manca proprio (e chissà se verrà mai) colui che sbeffeggia questi malmostosi.

Amen.

Sir Galahad
08-June-2012, 19:51
Post scriptum: il malmostoso deriva da male- mosto, ove il mosto è proprio quello che si ottiene per spremitura degli acini di uva. Per estensione di concetto, liquido che accompagna un piatto, una pietanza.

Tregenda
08-June-2012, 20:42
Mi ricorda un po' il ferrarese scunzamnestra, letteralmente scondisciminestra, uno che si dedica a separare il condimento dalla pasta.

Sir Galahad
08-June-2012, 21:57
Questa parola, che difficilmente troviamo nei dizionari...

Mi correggo. Leggo da Treccani.it


Vocabolario on line
malmostóso agg. [comp. di mal(e)1 e mostoso (nel sign. di «sugoso»)]. – Voce region. lombarda, ma entrata anche nel linguaggio comune e spec. nell’uso giornalistico, che significa propriam. «che fa o dà poco sugo», e di qui, riferito a persona, musone, scontroso, intrattabile, sgarbato, scorbutico: una persona dall’aria malmostosa.

Sir Galahad
11-June-2012, 19:31
Prolusione [pro-lu-sio-ne]


Dal latino prolusione, derivato di proludere ‘proludere’, da pro- e ludere (giocare).
Sostantivo femminile.
1. Discorso introduttivo a una serie di lezioni .
2. Lezione inaugurale che un professore tiene nell’iniziare il suo insegnamento in una nuova sede.

Sir Galahad
11-June-2012, 19:38
Computer [com-pu-ter]

È interessante l’etimologia del verbo computare: non è, come parrebbe a prima vista, di origine d'oltre-Manica o di oltre - oceano; più semplicemente, deriva dal latino: cum putare, ossìa confrontare due prove. Il verbo putare (da cui l'italico potare, tagliar netto) rimanda anche a significati immateriali come: stimare,reputare, credere, pensare.

Sir Galahad
11-June-2012, 20:06
Significato di computer: tratto da (http://it.fasterdic.com/calcolatore)Fasterdic.com (http://it.fasterdic.com/) :
calcolatore (http://it.fasterdic.com/calcolatore), elaboratore (http://it.fasterdic.com/elaboratore), ordinatore (http://it.fasterdic.com/ordinatore) (termine usato nella Svizzera italiana)

È interessante l'ultima accezione, ordinatore , che si rifà a quella che riportavamo, ossìa confrontare due (o più ) prove . Il confronto in questione è l'elaborazione, l'ordinamento che fa una macchina calcolatrice, la quale è in grado di eseguire automaticamente operazioni logico-aritmetiche sui dati in ingresso , l'input, restituendo i risultati di tali operazioni in uscita , l'output. Tale elaborazione è detta, in gergo, computazione.

Sir Galahad
25-June-2012, 19:50
Paradosso [pa-ra-dòs-so]
sostantivo maschile con valore di proposizione , il cui enunciato appare inaccettabile perchè in contrasto con un’opinione comune.

L’etimologia del termine paradosso deriva dal greco antico: παρα (contro, opposto) e δόξα (opinione).
Famosi, in Filosofia, sono i paradossi di Zenone di Elea.
Traggo da Wikipedia il paradosso di Achille e della tartaruga:
Il Paradosso di Achille e la tartaruga - uno dei paradossi di Zenone più famosi - afferma invece che se Achille (http://it.wikipedia.org/wiki/Achille) (detto "pie' veloce") venisse sfidato da una tartaruga (http://it.wikipedia.org/wiki/Tartaruga) nella corsa e concedesse alla tartaruga un piede di vantaggio, egli non riuscirebbe mai a raggiungerla, dato che Achille dovrebbe prima raggiungere la posizione occupata precedentemente dalla tartaruga che, nel frattempo, sarà avanzata raggiungendo una nuova posizione che la farà essere ancora in vantaggio; quando poi Achille raggiungerà quella posizione nuovamente la tartaruga sarà avanzata precedendolo ancora. Questo stesso discorso si può ripetere per tutte le posizioni successivamente occupate dalla tartaruga e così la distanza (http://it.wikipedia.org/wiki/Distanza) tra Achille e la lenta tartaruga pur riducendosi verso l'infinitamente piccolo non arriverà mai ad essere pari a zero

Sir Galahad
25-June-2012, 19:50
Perfezione [per-fe-zio-ne]

Dal Latino perfectio; da esso , perfetto deriva da perfectus.
A loro volta, queste parole provengono da perficere, finire, portare a termine, completare. Perfezione è allora il compimento, il completamento di un'opera, di un'idea, di un qualcosa imperfetto e perfettibile; perfetto vale: compiuto, completato.