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Visualizza la versione completa : Courmayeur Noir in Festival 5 - 11 dicembre 2011



Cecilia (Teresa)
04-December-2011, 10:08
Comincerà domani la nuova edizione del Festival del noir e tema dell'anno è: Vedo nero: un'Apocalisse ci salverà?

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tratto da Dal cinema alla letteratura passando per le Alpi di Marina Fabbri, Catalogo del 21. Courmayeur Noir in Festival, pp 44-45.


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È dalla notte dei tempi che l’apocalisse esercita un fascino irresistibile sull’umanità. Borges si domandava: «Perché ci attrae la fine delle cose? (…) Perché la tragedia gode di un rispetto che la commedia non ottiene? Perché sentiamo che il lieto fine è sempre fittizio?». Alle soglie del “fatidico” 2012 anche noi del Noir non ci sottraiamo a questa fascinazione anzi, la mettiamo al centro della nostra riflessione su razionalità e trasformazione della società di fronte alla crisi che investe tutto il mondo occidentale dall’inizio del nuovo millennio. Nell’incontro intitolato Vedo nero. Un’apocalisse ci salverà? guidati da un “fanatico” di complotti come il giornalista Ranieri Polese, a Courmayeur ascolteremo analisti come l’economista Giulio Sapelli e lo studioso dell’immagine audiovisiva Gianni Canova, scrittori come Tullio Avoledo e Davide Dileo, autori del thriller apocalittico Un buon posto per morire; Antonio Scurati, che alla “sensazione storica di vivere la fine dei tempi” ha dedicato il suo ultimo romanzo La seconda mezzanotte o Tommaso Pincio, per il quale l’apocalisse “può dunque essere considerata un ottimo rimedio per la paura dell’ignoto e un tranquillante dello spirito in genere”. Accanto a loro esperti come l’ambientalista e critico letterario Valerio Calzolaio o il fisico nucleare e giallista Federico Tavola, rifletteranno sui diversi volti di questa nostra contemporanea apocalisse permanente e discuteranno sulle eventuali vie di uscita verso un possibile e sostenibile cambiamento.

La seconda parte di Vedo nero, intitolata La risposta del cinema italiano, si misurerà invece con la la ritrovata sensibilità del nostro cinema per l’impegno civile, per la ricerca delle risposte nella dignità individuale e collettiva. A discuterne, insieme al giornalista e scrittore Gaetano Savatteri, ci saranno sceneggiatori, registi, giornalisti d’inchiesta e produttori di cinema e televisione. Realizzata con il sostegno di Cinecittà Luce, questa riflessione a più voci sarà la prima tappa di un percorso permanente, un vero e proprio osservatorio dedicato all’audiovisivo italiano come laboratorio del nuovo.

Il Noir in Festival, come si sa, è un singolare cocktail di cinema, letteratura, televisione, cronaca, grafica e new media. Ospite d’onore del festival sarà quest’anno il regista Stephen Frears, che ci racconterà il percorso “in noir” della sua multiforme carriera, dall’opera di esordio Gumshoe-Sequestro pericoloso all’apocalittico tv-movie A prova di errore, da Rischiose abitudini a Piccoli affari sporchi. Per il cinema inoltre parleranno il concorso con le 10 anteprime assolute, la selezione internazionale dei documentari, la fascia delle novità televisive proposte quest’anno da Fox Crime (media partner della rassegna).

Qualche titolo: il thriller finanziario Margin Call con Kevin Spacey e Demi Moore; l’incubo futuribile di un autore di culto come Andrew Niccol In Time, l’adrenalinico noir metropolitano The Yellow Sea di Na Hong-jin, il norvegese Headhunters scritto dal re del thriller Jø Nesbo, l’agghiacciante We Need To Talk About Kevin con Tilda Swinton, lo sconvolgente horror scritto da Guillermo Del Toro Don’t Be Afraid of the Dark, la black comedy di Sergei Bodrov A Yakuza’s Daughter, l’esplosivo reportage Il caso Khodorkovsky sul processo che ha condannato il chiacchierato tycoon russo, la nuovissima serie tv Homeland e il ritorno di due personaggi di culto come Luther e Dexter, il capolavoro horror del danese Benjamin Christensen La scala di Satana, musicato dal vivo per l’occasione da Pivio e Aldo De Scalzi.

Il territorio letterario del Noir quest’anno è popolato di “eredi”, chi di una gloriosa tradizione letteraria, chi di maestri famosi. A cominciare dall’ospite d’onore Lawrence Block, presente al festival anche come giurato, che Gianrico Carofiglio ha definito «vero erede della tradizione dell’hard-boiled americano». Per continuare con l’inglese C.M. Jones, che per la sua esperienza nel business intelligence, ha preso con vigore in mano il testimone di Le Carré. O come l’autore di best sellers Åke Edwardson, che ha vinto tre volte il premio per il migliore thriller svedese ed è considerato l’erede di Henning Mankell. Eredi della nobile e combattiva tradizione anglosassone del giornalismo d’inchiesta sono pure il vice direttore del «Guardian» David Leigh e il suo corrispondente da Mosca Luke Harding, che portano a Courmayeur il loro libro sul controverso inventore di Wikileaks, Julian Assange. Non mancano come al solito le scoperte, con l’inglese Stephen Kelman che al suo esordio è già stato finalista al prestigioso Booker Prize, o il criminologo Federico Varese che da Oxford analizza l’espansione mondiale del nostro prodotto di esportazione di maggior successo, la mafia.

Eredi di una grande cultura sono in fondo i due protagonisti letterari di questa XXI edizione del Courmayeur Noir in Festival: Andrea Camilleri e Petros Markaris, entrambi Premio Chandler alla carriera 2011. Maestri che reinterpretano la lezione di Simenon nella prospettiva di “un modo particolare di concepire i rapporti umani”, come Camilleri definisce il “giallo mediterraneo”, e che ci parlano all’unisono della crisi e delle ingiustizie di oggi.
Infine, due anniversari d’eccellenza incorniciano idealmente l’intero programma: alla vigilia del bicentenario della nascita di Charles Dickens (2012) ci interroghiamo con Adrian Wootton e Masolino D’Amico sulle antiche radici del genere noir nel grande romanzo sociale vittoriano; a cento anni dalla nascita di Giorgio Scerbanenco – il padre del noir italiano – lo ricordiamo come esploratore curioso di territori letterari diversi dal noir e singolarmente consonanti con il nostro tema dell’anno, l’apocalisse.
Il Courmayeur Noir in Festival è promosso dalla Direzione Generale Cinema, Regione Autonoma Valle d’Aosta (Assessorato al Turismo), Comune di Courmayeur ed è realizzato in collaborazione con Cinecittà Luce.

I LIBRI PRESENTATI A COURMAYEUR 2011:

I finalisti del Premio Scerbanenco: Gianni Biondillo, I materiali del killer, Guanda; Valerio Varesi, E’ solo l’inizio commissario Soneri, Frassinelli; Donato Carrisi, Il tribunale delle anime, Longanesi;
Roberto Costantini, Tu sei il male, Marsilio; Ugo Barbara, Le mani sugli occhi, Piemme

Le conversazioni:
THOMAS KANGER, L’uomo della domenica, Ponte alle Grazie
OTTO PENZLER (a cura di), Millennium Thriller, Newton Compton Editori
LAWRENCE BLOCK, L’ottavo passo, Sellerio
DAVID LEIGH, LUKE HARDING, Wikileaks. La battaglia di Julian Assange contro il segreto di Stato, Nutrimenti
CHRISTIAN MORGAN JONES, L’uomo dell’inganno, Mondadori
MATTI RÖNKA, L’uomo con la faccia da assassino, Iperborea
FEDERICO TAVOLA, Che bella vita, Mursia
ANDREA G. PINKETTS, Depilando Pilar, Mondadori
TULLIO AVOLEDO, DAVIDE DILEO “BOOSTA”, Un buon posto per morire, Einaudi
ANTONIO SCURATI, La seconda mezzanotte, Bompiani
FEDERICO VARESE, Le mafie in movimento, Einaudi
ALFREDO COLITTO, Il libro dell’angelo, Piemme
MARCELLO SIMONI, Il mercante di libri maledetti, Newton Compton Editori
STEPHEN KELMAN, Soffiando via le nuvole, Piemme
ÅKE EDWARDSON, Grida da molto lontano, Dalai editore

Questo il link per saperne di più, ma sicuramente vi darò altre notizie nei prossimi giorni: http://www.noirfest.com/home.asp

C (http://www.noirfest.com/home.asp)iao!
Cecilia

Cecilia (Teresa)
04-December-2011, 18:08
Mentre vi giro il link del programma del Courmayeur Noir in Festival (http://www.noirfest.com/programma.asp), vi anticipo alcuni eventi interessanti:

RAYMOND CHANDLER AWARD 2001:
ANDREA CAMILLERI e PETROS MARKARIS

Da Atene a Vigata il filo sottile della compassione
Dodici anni li separano, un mare li unisce. Sarebbe facile dire che hanno in comune la cultura della Magna Grecia, ma in verità se Andrea Camilleri è di Porto Empedocle, Petros Márkaris è nativo di Istanbul e quindi l’orizzonte dell’Egeo si apre al Mediterraneo, dalle rive del Bosforo alla piana di Agrigento. Insieme a Vásquez Montalbán e ad Alicja Gimenez-Bartlett (entrambi in passato omaggiati da Noir in Festival con un Premio Chandler) compongono l’ideale famiglia del Giallo Mediterraneo che negli anni Settanta (quando entrò in scena Pepe Carvalho) sembrava un’eresia; che negli anni Novanta (quando Salvo Montalbano divenne un commissario di successo) parve un’anomalia; che negli anni Duemila (presa di servizio per Kostas Charítos) ha avuto il crisma del fenomeno e ha visto la sua natura allargarsi a macchia d’olio.
Ma qui non si tratta di accostare tanto due modi di scrivere il giallo e colorarlo di noir; non si vuole sottolineare somiglianze nella luce aspra e radente che illumina il Pireo e la Sicilia meno nota. E tantomeno si vuole costruire un albero genealogico di famiglia che - per diretta ammissione dei due interessati - risale dritto dritto al Commissario Maigret e allo stile inconfondibile di Georges Simenon. Qui sono di fronte due persone che - idealmente - il nostro Festival collega direttamente per la prima volta, premiati insieme per una comune sensibilità espressiva, civile, umana; per una storia parallela, idee condivise, prese di posizione egualmente esplicite sul mondo in cui vivono.

Del giallo mediterraneo dice Camilleri: «È quello di Petros e mio, della Giménez-Bartlett, è stato quello di Izzo, grandissimo. C’è una comune matrice, una terra, una patria comune, una grande patria comune. Ma è un modo particolare di concepire i rapporti umani, assai simile tra tutti noi. I rapporti con i propri uomini, quelli in commissariato, con i superiori, in Spagna o a Marsiglia, ad Atene o a Vigàta, non sono tanto diversi, sono un modo di concepire il mondo, un modo mediterraneo di concepire i rapporti tra gli uomini». Gli fa eco il collega Markaris, che del commissario più amato dagli italiani di oggi dice: «Montalbano è un personaggio affascinante. Lui è il tipo di poliziotto che rende il romanzo poliziesco mediterraneo così diverso. Perché è un uomo di legge e ordine, ma è anche molto umano. È pieno di contraddizioni, e questo è affascinante per il lettore. Mi piace ancora di più negli ultimi romanzi, perché l'età lo rende più umano».

La prima cosa che colpisce nelle somiglianze è proprio il coraggio di idee tradotte in esperienze di vita che spesso, sul filo degli anni, hanno messo nei guai sia Camilleri che Márkaris: al primo costano, agli esordi, la bocciatura a un concorso in Rai; al secondo anni di isolamento durante la dittatura dei Colonnelli. La via del romanzo, la simpatia contagiosa dei loro personaggi, la scelta di mettere in piazza non la semplice brutalità del crimine quanto piuttosto la fragilità di carnefici e vittime e il peso della società che li schiaccia, diventano le armi migliori per una denuncia sociale che è presa di posizione politica.


Andrea Camilleri riceve il Premio Raymond Chandler 2011
il 23 novembre, a Roma

Petros Markaris verrà premiato a Courmayeur l’8 dicembre
e incontrerà il pubblico il 9 dicembre alle ore 12.

Cecilia (Teresa)
06-December-2011, 13:59
Continuiamo con le anticipazioni del Courmayeur Noir in Festival, per segnalarvi quali saranno gli incontri con gli scrittori:

7 DICEMBRE

THOMAS KANGER, L’uomo della domenica, Ponte alle Grazie
Salutato da Anne Holt come il suo giallista preferito, lo svedese Thomas Kanger (1951, Uppsala) ha creato con il personaggio della sergente di polizia Elina Wiik una riuscita erede di Lisbeth Salander, la protagonista lanciata dal più famoso Stieg Larsson. Giornalista d’inchiesta per stampa e tv con reportage di successo come quello sull’omicidio Palme o gli abusi negli orfanotrofi di Stato, Kanger ha vissuto in mezzo mondo e ha cominciato a scrivere gialli nel 2001, e da allora i suoi romanzi sono tradotti in oltre dieci lingue.
L’uomo della domenica, quarto romanzo della serie di Elina Wiik, racconta di un vecchio caso di omicidio rimasto insoluto per venticinque anni, che viene riaperto grazie alle nuove tecnologie di indagine. In parallelo corre il racconto delle vicende di una ragazza e del suo viaggio nel Nord della Svezia, un paese in quei venticinque anni ormai profondamente cambiato.


OTTO PENZLER (a cura di), Millennium Thriller, Newton Compton Editori
Editore raffinato, Otto Penzler (1942) è il fondatore della celeberrima The Mysterious Bookshop, a New York, libreria e casa editrice totalmente devota al mistery. Penzler è riconosciuto come uno dei più influenti membri della comunità americana degli scrittori noir; ha vinto un primo Edgar Allan Poe Award (1977) grazie alla Encyclopedia of Mystery and Detection, e un secondo per aver editato The Lineup, collezione di profili di famosi detective scritti dai loro creatori. Ha lavorato con molti autori come Elmore Leonard, Nelson DeMille, Joyce Carol Oates, Mary Higgins Clark, Michael Connelly, James Lee Burke e Thomas H. Cook, tra gli altri. Lawrence Block ha ambientato un racconto di Natale, The Burglar Who Smelled Smoke, nel suo Mysterious Bookshop, mentre Elmore Leonard, nel racconto Up In Honey’s Room, fa apparire un soldato tedesco (scappato dalla Germania) il cui nome è Otto Penzler. Dopo l’esperienza della libreria, ha creato la Otto Penzler Books e, nel 2002, ha presentato una serie di grandi film mystery per il canale Turner Classic Movies.
Millenium Thriller è un’antologia dei migliori scrittori americani di noir, curata insieme a James Ellroy. Tra gli autori vi sono Clarence Aaron “Tod” Robbins, con Gli speroni, racconto del 1923 dal quale Tod Browning trasse Freaks, Jim Thompson, Mickey Spillane, Jeffery Deaver, Elmore Leonard, con Quando le donne ballano (2002).


LAWRENCE BLOCK, L’ottavo passo, Sellerio
Scrittore molto prolifico (ha pubblicato oltre cinquanta romanzi e oltre cento volumi di racconti), Lawrence Block (1938, Buffalo) ha esordito con il suo vero nome nel 1957. Le sue storie sono ambientate principalmente a New York, città nella quale si muovono i due protagonisti delle sue serie più famose: l’ex alcolista Matthew Scudder, e il ladro gentiluomo Bernie Rhodenbarr. Nel 1979, grazie a Il ladro che leggeva Kipling, ha ricevuto il Premio Nero Wolfe. Da The Burglar in the Closet è stato tratto nel 1987 il film diretto da Hugh Wilson, Burglar (Affittasi ladra), con Whoopi Goldberg nel ruolo di Bernie. Sono inoltre stati trasposti sul grande schermo The Funhouse (Il tunnel dell'orrore, 1981), diretto da Tobe Hooper; Nightmare Honeymoon (Luna di miele fatale), diretto da Elliott Silverstein; Eight Millions Ways To Die (Otto milioni di modi per morire), l’ultimo film diretto da Hal Ashby, interpretato da Jeff Bridges e Andy Garcia, e il cui soggetto era stato scritto da Oliver Stone, e Contre-enquête, diretto da Franck Mancuso. Nel 2007 ha scritto la sceneggiatura di My Blueberry Nights (Un bacio romantico), diretto da Wong Kar Wai e presentato in concorso al Festival di Cannes.
Ne L’ottavo passo il protagonista Matt Scudder («il vero erede della migliore tradizione hard-boiled americana» secondo la definizione di Gianrico Carofiglio), ex poliziotto che lavora senza la licenza da investigatore, deve risolvere il caso dell’omicidio di Jack Ellery, come lui ex alcolista che è stato ucciso proprio alla soglia dell’ottavo passo: uno degli ultimi step che gli alcolisti anonimi devono compiere per redimersi, facendo l’elenco di tutte le persone alle quali si è fatto del male.

Ciao!
Cecilia

Cecilia (Teresa)
08-July-2012, 20:45
Si conclude la prima edizione del

“Premio Zucca - Spirito Noir Collection”:

vince “L'ultima notte del boia” il racconto della trentasettenne

Maria Elena Corbucci

Scelto da una giuria d’eccezione, il manoscritto sarà pubblicato insieme ad una grande firma del noir, distribuito in libreria dal prossimo autunno e presentato alla prossima edizione del Courmayeur Noir in Festival.


Ha 37 anni, freelance, esperta di oggetti d’arredo e, senza dubbio, ha una spiccata vena noir: Maria Elena Corbucci grazie al suo suggestivo manoscritto “L’ultima notte del boia” è la vincitrice della prima edizione del “Premio Zucca - Spirito Noir Collection”, concorso rivolto a tutti gli appassionati di scrittura noir e ideato daRabarbaro Zucca.

Il racconto, da leggere in anteprima al link http://www.premiozucca.it/like/index.php?ids=383&v=prod è il primo classificato tra oltre 250 pervenuti al concorso e sarà pubblicato insieme ad una grande firma della letteratura noir e distribuito in libreria dal prossimo autunno. Inoltre, entrerà a far parte della collana “Spirito Noir Collection” presentata durante la scorsa edizione del Courmayeur Noir in Festival.“L’ultima notte del boia” – che fin dal titolo riprende il tema prescelto “la notte”, il più votato dalla appassionata community Facebook di Rabarbaro Zucca – prende spunto dalla notizia del ritrovamento dei diari di Anatole Deibler, ultimo boia di Parigi e figlio del protagonista del racconto, Louis Deibler. Un personaggio realmente esistito, vissuto tra il XIX e il XX secolo, dalla storia a dir poco inquietante: ghigliottinò 360 anime, divenne emofobico (vedeva sangue inesistente sulle sue mani) e fu l’autore dell’esecuzione dell’abate Bruneau.Maria Elena Corbucci ha immaginato cosa potesse passare per la testa di un boia nella sua ultima notte di vita. Ne viene fuori un racconto incalzante, cupo, inesorabile come il tocco di una campana che scandisce il poco tempo restante, fin dall’incipit:“Il sibilio della lama che cala spietata, il rumore di quando inesorabile squarcia la carne rigida del collo e il tonfo sordo della testa che finalmente si stacca: queste sono le immagini che mi tortureranno in eterno nel posto dove sto per andare. All’inferno.”

A proclamare vincitore il racconto della Corbucci la giuria d’eccezione del “Premio Zucca – Spirito Noir Collection”: Giorgio Gosetti condirettore del Courmayeur Noir in Festival, lo scrittore Andrea G. Pinketts, i Manetti Bros - registi e ideatori della celebre serie tv L’ispettore Coliandro e ora nelle sale con il thriller L'arrivo di Wang - e il critico cinematografico e scrittore di noir Gianni Canova. A presiedere in qualità di padrino la prima edizione del concorso è stato uno dei giovani attori più talentuosi nel panorama nostrano, Michele Riondino, elogiato interprete televisivo de “Il giovane Montalbano” in tv e nominato ad honorem da Rabarbaro Zucca personaggio “Spirito Noir” dell’anno. Una nota di merito da parte delel giuria va anche agli altri 4 finalisti, che hanno saputo distinguersi presentando delle opere decisamente interessanti: Antonio Agrestini con “Ogni riferimento è puramente casuale”, Ettore Bucci con “Ho ricominciato a sognare”, Marco Giovannetti con “Il dubbio” e Stefano Panichi con “Nel corso della notte”.In attesa della prossima edizione del “Premio Zucca - Spirito Noir Collection”, tutti gli amanti del noir potranno continuare a vivere la loro passione in compagnia della community di Rabarbaro Zucca e seguire i prossimi appuntamenti sulla pagina Facebook:www.facebook.com/rabarbaro.zucca (http://www.facebook.com/rabarbaro.zucca).

LA VINCITRICE
Appassionata di scrittura, Maria Elena Corbucci – originaria di Viterbo e trasferitasi poi a Milano - ha sempre scritto racconti brevi per diletto ma è la prima volta che partecipa ad un concorso.Il suo scrittore preferito è Alessandro Baricco di cui ha amato, in particolare, “Oceano mare”, ma il suo libro preferito è “Il Profumo” di Patrick Sunskind. Tra gli altri autori apprezzati ci sono anche Stephen King, Pablo Neruda e Gabriel García Márquez. Maria Elena fa parte di un’associazione che si occupa di scavi archeologici e nel tempo libero ricerca monete.