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Visualizza la versione completa : Le voci dei poeti



postoristoro
22-November-2011, 21:48
Perchè la poesia è innanzitutto suono.

http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/11/22/news/poesia_le_voci_registrate_di_marinetti_wilde_e_ner uda-25373776/?ref=HRESS-3

[Hanno creato un archivio di voci dei poeti del '900 che leggono loro passi, interessante!] 8-)

PS. fortunelli i toscani!

daniela
27-November-2011, 17:17
Alda Merini
Lettere


http://www.youtube.com/watch?v=qMlBdLzZwDc

Claire
20-January-2012, 23:27
Vinicio De Moraes - O Haver


http://www.youtube.com/watch?v=u6LcZfStlfc

L'avere

Resta, al sommo di tutto, questa capacità di tenerezza
Questa perfetta intimità con il silenzio
Resta questa voce intima che chiede perdono di tutto:
- Pietà! perché essi non hanno colpa d'esser nati...

Resta quest'antico rispetto per la notte, questo parlar fioco
Questa mano che tasta prima di stringere, questo timore
Di ferire toccando, questa forte mano d'uomo
Piena di dolcezza verso tutto ciò che esiste.

Resta quest'immobilità, questa economia di gesti
Quest'inerzia ogni volta maggiore di fronte all'infinito
Questa balbuzie infantile di chi vuol esprimere l'inesprimibile
Questa irriducibile ricusa della poesia non vissuta.

Resta questa comunione con i suoni, questo sentimento
Di materia in riposo, questa angustia della simultaneità
Del tempo, questa lenta decomposizione poetica
In cerca d'una sola vita, una sola morte, un solo Vinícius.

Resta questo cuore che brucia come un cero
In una cattedrale in rovina, questa tristezza
Davanti al quotidiano; o quest'improvvisa allegria
Di sentir passi nella notte che si perdono senza memoria...

Resta questa voglia di piangere davanti alla bellezza
Questa collera di fronte all'ingiustizia e all'equivoco
Questa immensa pena di se stesso, questa immensa
Pena di se stesso e della sua forza inutile.

Resta questo sentimento dell'infanzia sventrato
Di piccole assurdità, questa sciocca capacità
Di rider per niente, questo ridicolo desiderio d'esser utile
E questo coraggio di compromettersi senza necessità.

Resta questa distrazione, questa disponibilità, questa vaghezza
Di chi sa che tutto è già stato come è nel tornar ad essere
E allo stesso tempo questa volontà di servire, questa contemporaneità
Con il domani di quelli che non ebbero ieri né oggi.

Resta questa incoercibile facoltà di sognare
Di trasformare la realtà, dentro questa incapacità
Di non accettarla se non come è, e quest'ampia visione
Degli avvenimenti, e questa impressionante

E non necessaria prescienza, e questa memoria anteriore
Di mondi inesistenti, e questo eroismo
Statico, e questa piccolissima luce indecifrabile
Cui i poeti a volte danno il nome di speranza.

Resta questo desiderio di sentirsi uguale a tutti
Di riflettersi in sguardi senza curiosità e senza storia
Resta questa povertà intrinseca, questa vanità
Di non voler essere principe se non del proprio regno.

Resta questo dialogo quotidiano con la morte, questa curiosità
Di fronte al momento a venire, quando, di fretta
Ella verrà a socchiudermi la porta come una vecchia amante
Senza sapere che è la mia ultima innamorata.

Claire
02-February-2012, 22:47
http://www.youtube.com/watch?v=4F3_dzszgqE

credo che sia Compleanno.

Compleanno


Tanto mondo a un tratto da tutto il mondo:
morene, murene e marosi e mimose,
e il fuoco e il fuco e il falco e il frutto –
come e dove potrò mettere il tutto?
Queste foglie e scaglie, questi merli e tarli,
lamponi e scorpioni – dove sistemarli?
Lapilli, mirtilli, berilli e zampilli –
grazie, ma ce n’è fin sopra i capelli.
Dove andranno questo tripudio e trifoglio,
tremore e cespuglio e turgore e scompiglio?
Dove porti un ghiro e nascondi l’oro,
che fare sul serio dell’uro e del toro?
Già il biossido è cosa ben preziosa e cara,
aggiungi la piovra, e in più la zanzara!
Immagino il prezzo, benché esagerato –
grazie, io davvero non l’ho meritato.
Non è troppo per me il sole, l’aurora?
Che cosa può farne l’umana creatura?
Sono qui un istante, un solo minuto:
non saprò del dopo, non l’avrò vissuto.
Come distinguere il tutto dal vuoto?
Dirò addio alle viole nel viaggio affrettato.
Pur la più piccola – è una spesa folle:
fatica di stelo, e il petalo, e il pistillo,
una volta, da mai, a caso sulla Terra,
sprezzante e precisa, fragile e altera.

Andrea
04-February-2013, 13:02
Mariangela Gualtieri


http://www.youtube.com/watch?v=VVT-n9zFI84

Claire
17-January-2014, 11:52
http://youtu.be/Qc9ZA9jyie0

Ombre

Sono nato al di qua di questi fogli
lungo un fiume, porto nelle narici
il cuore di resina degli abeti, negli occhi il silenzio
di quando nevica, la memoria lunga
di chi ha poco da raccontare.
Il nord e l'est, le pietre rotte dall'inverno
l'ombra delle nuvole sul fondo della valle
sono i miei punti cardinali;
non conosco la prospettiva senza dimensione del mare
e non era l'Italia del settanta Chiusaforte
ma una bolla, minuti raddensati in secoli
nei gesti di uno stare fermi nel mondo
cose che avevano confini piccoli, gli orti poveri, le cataste
di ceppi che erano state un'eco di tempo in tempo rincorsa
di falda in falda, dentro il buio. E il gatto che si stende
in questi posti, sulle lamiere di zinco, alle prime luci
di novembre, raccoglie l'aria di tutte le albe del mondo;
come i semi dei fiori, portati, come una nevicata leggera
ho sognato di raggiungere i miei morti
dove sono le cose che non vedo quando si vedono
Amerigo devoto a Gina che cantava a voce alta
alla messa di Natale, il tabacco comprato da Alfredo
e Rino che sapeva di stallatico, uomini, donne
scampati al tiro della storia
quando i nostri aliti di bambini scaldavano l'inverno
e di là dalle montagne azzurrine, di là dai muri
oltre gli sguardi delle guardie confinarie
un odore di cipolle e di industria pesante premeva,
la parte di un'Europa tenuta insieme
da chiodi ritorti e bulloni, martelli e chiavi inglesi.
Il futuro non è più quello di una volta, è stato scritto
da una mano anonima, geniale
su di un muro graffito alla periferia di Udine,
il futuro è quello che rimane, ciò che resta delle cose convocate
nello scorrere dei volti chiamati, aggiungo io.
E qui, mentre intere città si muovono
sulle piste ramate degli hardware
e il presente irrompe con la violenza di un tavolo rovesciato,
mio padre torna per sempre nella sua cerata verde
bagnata dalla pioggia e schiude ai figli il suo sorridere
come fosse eternamente schiuso.
Se siamo ancora cosa siamo stati,
io sono lo stare di quell'uomo bagnato dalla pioggia,
che portava in casa un odore di traversine e ghisa
e, qualche volta, la gola di Chiusaforte allagata dall'ombra
si raduna nei miei occhi da occidente a oriente, piano piano
a misura del passo del tramonto, bianco;
e anche se le voci del mondo si appuntiscono
e qualcosa divide l'ombra dall'ombra
meno solo mi pare di andare, premendo un piede
dopo l'altro, secondo la formula del luogo,
dal basso all'alto, seguendo una salita.

Claire
27-January-2014, 23:50
La Voce di Paul Celan.


http://youtu.be/gVwLqEHDCQE

Claire
07-March-2014, 09:42
Dylan Thomas nella sua Fern Hill


http://www.youtube.com/watch?v=8XG1B_7r4y8&feature=share&list=RD8XG1B_7r4 y8


IL COLLE DELLE FELCI

Ora io giovane e semplice sotto i rami del melo
presso la casa sonora e felice come l’erba era verde,
la notte sulla vallata radiosa di stelle,
il tempo mi faceva esultare
e arrampicare d’oro nel rigoglio dei suoi occhi,
e venerato tra i carri ero principe delle città di mele
e cerunavolta io, il signore, che alberi e foglie
faceva scendere con orzo e margherite
giù per i fiumi di luce donati dal vento.
E com’ero verde e spensierato, famoso nei granai,
nell’aia felice, cantando ché la fattoria era casa,
nel sole che è solo una volta giovane,
il tempo mi faceva giocare
e essere d’oro nella grazia dei suoi mezzi,
e io ero verde e d’oro, cacciatore e pastore, i vitelli
cantavano al mio corno, le volpi sui colli latravano nitide e fredde,
e il sabba risuonava lentamente
sui sassi dei sacri torrenti.
E per tutto il sole erano corse, era bello, e i campi
di fieno alti come la casa, i canti dei camini, era aria
e un gioco bello e acqueo
e fuoco verde come l’erba.
E a notte, sotto le semplici stelle
mentre cavalcavo nel sonno le civette portavano via la casa,
e per tutta la luna sentivo, felice tra le stalle, i caprimulghi
che volavano coi mucchi di fieno, e i cavalli
che balenavano nel buio.
E poi svegliarsi, e la fattoria, come un viandante bianco
di rugiada, tornava col gallo in spalla: tutto era
splendente, era Adamo e vergine,
il cielo si componeva ancora
e il sole cresceva tondo proprio quel giorno.
così dev’essere stato dopo la nascita della luce semplice
nel primo spazio roteante, gli incantati cavalli caldi al passo
fuori dalla verde stalla nitrente
sopra i campi della lode.
E venerato fra le volpi e i fagiani presso la casa felice
sotto le nuove nuvole e gioioso per tutto il tempo del cuore,
nel sole che sorge in eterno,
percorsi le mie strade spensierate,
i miei desideri correvano per il fieno alto come la casa
e nulla m’importava, nei miei traffici azzurro-cielo, che il tempo permette
in tutte le sue sonore svolte solo poche canzoni del mattino
prima che i bimbi verdi e d’oro
lo seguano senza più grazia.
Non m’importava, nei giorni bianco-agnello, che il tempo
m’avrebbe condotto su nel solaio fitto di rondini per l’ombra della mia mano,
nella luna che sempre sta sorgendo,
né che cavalcando nel sonno
l’avrei udito volare insieme ai campi alti
e mi sarei svegliato nella fattoria scomparsa per sempre dalla terra senza bimbi.
Oh quando ero giovane e semplice nella grazia dei suoi mezzi,
verde e morente mi trattenne il tempo
benché cantassi nelle mie catene, come il mare.

Dylan Thomas

traduzione di Andrea Sirotti

daniela
10-March-2014, 22:51
http://www.youtube.com/watch?v=4CUKyVrhPgM

ANCH’IO SONO L’AMERICA
di Langston Hughes

Anch'io canto l'America
Sono il fratello più scuro
Mi mandano a mangiare in cucina
Quando vengono gli ospiti
Ma io rido
e mangio bene
e divento più forte

Domani,
mi siederò al tavolo
quando vengono gli ospiti
Nessuno allora oserà dirmi
'vai a mangiare in cucina'.

Inoltre,
vedranno quanto sono bello
e si vergogneranno
Anch'io sono l'America.

Claire
17-October-2014, 10:34
http://youtu.be/0IWZoWtQWJU

Claire
24-November-2014, 10:31
http://youtu.be/eKPF3z8vbdg
ROLLS ROYCE

SUBITO DOPO AVER CHIUSO GLI OCCHI PER SEMPRE
ECCOMI ANCORA UNA VOLTA CHISSÀ COME
RIATTRAVERSARE FERRARA IN MACCHINA
UNA GROSSA BERLINA METALLIZZATA
DI MARCA STRANIERA DAI GRANDI
CUPI CRISTALLI FORSE UNA
ROLLS
A SCENDERE ANCORA UNA VOLTA
DAL CASTELLO ESTENSE GIÙ PER CORSO GIOVECCA
VERSO IL ROSEO GHIRIGORO TERMINALE
DELLA PROSPETTIVA CHE INTANTO PIANO
PIANO SI FACEVA GRANDE ENTRO IL CONCAVO
RETTANGOLO DEL PARABRISE .
LO CHAUFFEUR D’ALTA E DURA COLLOTTOLA
SEDUTO A DRITTA DAVANTI
CERTO LO SAPEVA MOLTO BENE
DA CHE PARTE DIRIGERSI NÈ IO D’ALTRONDE
MI SOGNAVO MINIMAMENTE DI RAMMENTARGLIELO
ANSIOSO COM’ERO DI RICONOSCERE SULLA SINISTRA
LA CHIESA DI SAN CARLO PIÙ IN LÀ A DESTRA
QUELLA DEI TEATINI
A LEI DI CONTRO GIÀ FERMI COSÌ DI BUON’ORA
IN CROCCHIO SUL MARCIAPIEDE
DINANZI ALLA PASTICCERIA FOLCHINI
GLI AMICI DI MIO PADRE QUANDO LUI ERA GIOVANE
I PIÙ CON LARGHE LOBBIE BIGE IN CAPO
ALCUNI CON TANTO DI MAZZA
DAL POMO D’ARGENTO IN PUGNO
ANSIOSO ANZI SMANIOSO COM’ERO INSOMMA
DI RIPERCORRERE L’INTERA MAIN STREET DELLA MIA CITTÀ
IN UN GIORNO QUALSIASI DI MAGGIO-GIUGNO
ATTORNO ALLA METÀ DEGLI ANNI VENTI
UN QUARTO D’ORA AVANTI LE NOVE DI MATTINA.
QUASI SOSPINTA
DAL SUO STESSO SOFFIO LUSSUOSO
INFINE LA ROLLS SVOLTAVA
LAGGIÙ PER VIA MADAMA E DI LÌ A POCO
IN VIA CISTERNA DEL FOLLO
E A QUESTO PUNTO ERO IO
NON PIÙ CHE DECENNE
LE GUANCE DI FUOCO PER IL TIMORE
D’ARRIVAR TARDI A SCUOLA
A USCIRE IN QUEL PRECISO ISTANTE
COI LIBRI SOTTOBRACCIO
DAL PORTONE NUMERO UNO

ERO IO CHE PUR CONTINUANDO A CORRERE
MI GIRAVO INDIETRO
VERSO LA MAMMA SPENZOLATA
DALLA FINESTRA DI SOPRA
A RACCOMANDARMI QUALCOSA
ERO IO PROPRIO IO
CHE UN ATTIMO PRIMA DI SPARIRE
ALLA VISTA DI LEI RAGAZZA DIETRO L’ANGOLO
LEVAVO IL BRACCIO SINISTRO IN UN GESTO
D’INSOFFERENZA E INSIEME
D’ADDIO.
AVREI VOLUTO GRIDARE ALT AL RIGIDO
CHAUFFEUR E SCENDERE MA LA ROLLS
SOBBALZANDO MOLLEMENTE GIÀ LUNGHEGGIAVA
IL MONTAGNONE ANZI ORMAI FUORI PORTA
GIÀ VOLAVA PER STRADE AMPIE E DESERTE
PRIVE AFFATTO DI TETTI AI LATI
E AFFATTO SCONOSCIUTE.

Claire
07-December-2014, 19:22
La voce di Mario Benedetti.


http://youtu.be/otAVt_XB8bw

Ancora

Non ci credo ancora
stai arrivando accanto a me
e la notte è un pugno
di stelle e di allegria
palpo gusto ascolto e vedo
il tuo volto il tuo passo lungo
le tue mani e tuttavia
ancora non ci credo
il tuo ritorno ha tanto
a che vedere con te e con me
che per cabala lo dico
e per i dubbi lo canto
nessuno mai ti rimpiazza
e le cose più triviali
si trasformano in fondamentali
perché stai tornando a casa
tuttavia ancora
dubito di questa fortuna
perché il cielo di averti
mi sembra fantasia
però vieni ed è sicuro
e vieni col tuo sguardo
e per questo il tuo arrivo
rende magico il futuro
e ancorché non sempre abbia capito
le mie colpe e i miei disastri
invece so che nelle tue braccia
il mondo ha senso
e se bacio l'audacia
e il mistero delle tue labbra
non ci saranno dubbi né cattivi sapori
ti amerò di più
ancora.

Claire
27-March-2015, 21:45
https://www.youtube.com/watch?v=G--5KynyJSg

Forse è stata un’ecatombe di speranze
un crollo in qualche modo previsto
ah, però la mia tristezza ha avuto solo un senso
tutte le mie intuizioni si sono affacciate
per vedermi soffrire
e di sicuro m’hanno visto
fin qui avevo fatto e rifatto
i miei tragitti con te
fin qui avevo puntato
a inventare la verità
però tu hai trovato la maniera
una maniera così tenera
e insieme implacabile
di dare per spacciato il mio amore
con un solo auspicio l’hai tolto
dai sobborghi della tua vita possibile
l’hai avvolto in nostalgie
l’hai portato per strade e strade
e lentamente
senza che l’aria notturna lo avvertisse
semplicemente l’hai lasciato lì
da solo con la sua fortuna
che non è molta
credo che tu abbia ragione
la colpa è di uno quando non fa innamorare
e non dei pretesti
né del tempo
è da tanto tantissimo
che non mi confrontavo
come stanotte con lo specchio
ed è stato implacabile come te
ma non è stato tenero
ora sono solo
francamente solo
si fa sempre un po’ di fatica
a iniziare a sentirsi disgraziato
prima di tornare
ai miei lugubri quartieri d’inverno
con gli occhi ben asciutti
casomai
guardo come vai addentrandoti nella nebbia
e comincio a ricordarti.


MARIO BENEDETTI

Claire
11-June-2015, 09:40
La Voce di Julio Cortázar



https://www.youtube.com/watch?v=_ZOgHlY7_lw

Il futuro

E so molto bene che non ci sarai.
Non ci sarai nella strada,
non nel mormorio che sgorga di notte
dai pali che la illuminano,
neppure nel gesto di scegliere il menù,
o nel sorriso che alleggerisce il "tutto completo" delle sotterranee,
nei libri prestati e nell'arrivederci a domani.

Nei miei sogni non ci sarai,
nel destino originale delle parole,
nè ci sarai in un numero di telefono
o nel colore di un paio di guanti, di una blusa.
Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te,
e non per te comprerò dolci,
all'angolo della strada mi fermerò,
a quell'angolo a cui non svolterai,
e dirò le parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano
e so molto bene che non ci sarai,
nè qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
nè la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
e quando ti penserò, penserò un pensiero
che oscuramente cerca di ricordarsi di te.