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Andrea
21-November-2011, 11:17
Minerva Jones

.
Sono Minerva, la poetessa del villaggio,
fischiata, schernita dai villanzoni della strada
per il mio corpo goffo, l'occhio guercio, e il passo largo
e tanto più quando "Butch" Weldy
mi prese dopo una lotta brutale.
Mi abbandonò al mio destino col dottor Meyers;

e io sprofondai nella morte, gelando dai piedi alla faccia,
come chi scenda in un'acqua di ghiaccio.
Vorrà qualcuno recarsi al giornale,
e raccogliere i versi che scrissi? -
Ero tanto assetata d'amore!
Ero tanto affamata di vita!

Edgar Lee Masters

daniela
21-November-2011, 20:35
UOMINI

Non esistono al mondo uomini non interessanti.

I loro destini sono come le storie dei pianeti.
Ognuno ha la sua particolaritá, non ha un pianeta che gli sia simile.

E se uno viveva inosservato e amava questa sua insignificanza,
proprio per la sua insignificanza egli era interessante tra gli uomini.
Ognuno ha il suo segreto mondo personale.
In quel mondo c'é un attimo felice.

C'é in quel mondo l'ora piú orribile,
ma tutto ci resta sconosciuto.

Quando un uomo muore,
muore con lui la sua prima neve,

e il primo bacio e la prima battaglia….
Tutto questo egli porta con sé

Rimangono certo i libri,i ponti,
le macchine,le tele dei pittori.

Certo,molto é destinato a restare,
eppur sempre qualcosa se ne va.

É la legge di un gioco spietato.
Non sono uomini che muoiono,ma mondi.

Ricordiamo gli uomini,terrestri e peccatori,
ma che sapevamo in fondo di loro
Che sappiamo dei fratelli nostri,degli amici?
Di colei che sola ci appartiene?

E del nostro stesso padre
tutto sapendo non sappiamo nulla.
Gli uomini se ne vanno….
e non tornano piú

Non risorgono i loro mondi segreti.

E ogni volta vorrei gridare ancora
contro questo irrevocabile destino.

E. Evtushenko

daniela
21-November-2011, 21:09
PAURA

Non della morte, ma
della metamorfosi
accettare di privarsi di sé
come acqua che si lasci versare
e prende forma da ciò che la contiene
e corre via – e l’assorbe la terra
ed è e non è più – senza pena, forse
eppure non va persa.

Donatella Bisutti

Rosy
21-November-2011, 21:43
FRANCIS TURNER
Io non potevo correre né giocare
quand'ero ragazzo.
Quando fui uomo, potei solo sorseggiare alla coppa,
non bere-
perché la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato.
Eppure giaccio qui
blandito da un segreto che solo Mary conosce:
c'è un giardino di acacie,
di catalpe e di pergole addolcite da viti-
là, in quel pomeriggio di giugno
al fianco di Mary-
mentre la baciavo con l'anima sulle labbra,
l'anima d'improvviso mi fuggì.


dall'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters

Devo, come conclusione, citare la meravigliosa canzone di De Andrè, Un MALATO DI CUORE, che è stata ispirata da questa poesia.


http://www.youtube.com/watch?v=2XrQnGQWPLs

Rosy

Andrea
29-November-2011, 15:24
Il viaggio definitivo

E me ne andrò. E resteranno gli uccelli
a cantare:
e resterà l'orto, col suo albero verde
e col suo pozzo bianco.
Ogni sera il cielo sarà azzurro e placido:
e suoneranno, come questa sera,
le campane del campanile.
Moriranno quelli che m'amarono,
e la gente si rinnoverà ogni anno:
e in quell'angolo del mio orto fiorito e incalcinato
il mio spirito errerà, nostalgico...
E me ne andrò: e sarò solo, senza focolare, senza albero
verde, senza pozzo bianco,
senza cielo azzurro e placido...
E resteranno gli uccelli a cantare

Juan Ramon Jimenez

Rosy
30-November-2011, 20:10
Non so quando spunterà l'alba
non so quando potrò
camminare per le vie del tuo paradiso
non so quando i sensi
finiranno di gemere
e il cuore sopporterà la luce.
E la mente (oh, la mente!)
già ubriaca, sarà
finalmente calma
e lucida:
e potrò vederti in volto
senza arrossire.

David Maria turoldo


Da Canti ultimi, Garzanti, 1991

Rosy:-P:-P

Aleciccio
19-December-2011, 12:34
PARTENZA


Quando partì non venne nessuno ai bordi della pista.
Quando partì i viaggi erano cosa semplice e banale,
e non questo desiderio di cercare un senso per
il dolore, una radura per l’assenza, una fonte
– per quanto minuscola – per saziare quello che
si mantiene un’inesauribile sete. Quando partii erano
tutti indaffarati a viaggiare, ma in un altro modo –
voracità di faccendieri, spalancati occhi
dove il tempo si mercanteggia tanto quanto un futuro
ipotecato o una semplice ruota arrugginita. Quando
partì ebbero subito la premura di avvertirmi che la poesia
non ha mai salvato nessuno, che la ricerca delle radici
(così come la comprensione di un passato non
avvenuto) era cosa tanto ridicola quanto obsoleta
per il riso sciocco di molti. Quanto partii la buganvillea
dell’abitazione di fronte era splendente e c’era
un gatto che bucava la rete. Quando partii una donna
nel palazzo accanto sbatteva un piccolo tappeto. Mi fece un segno. Sorrise. Quanto partii immaginai
il loro scherno, le telefonate di uni agli altri,
le chiacchiere. Quando partii nessuno venne
per salutarmi, c’ero solo: io, un obbiettivo
incerto, il tuo volto riflettuto in lontananza
e il sole che batteva in pieno sulle vetrate.

Victor Oliveira Mateus

Andrea
21-December-2011, 11:24
Il giorno dopo, senza di noi


La mattina si preannuncia fredda e nebbiosa.

In arrivo da ovest

nuvole cariche di pioggia.

Prevista scarsa visibilità.

Fondo stradale scivoloso.



Gradualmente, durante la giornata,

per effetto di un carico d'alta pressione da nord

sono possibili schiarite locali.

Tuttavia con vento forte e d'intensità variabile

potranno verificarsi temporali.



Nel corso della notte

rasserenamento su quasi tutto il paese,

solo a sud-est

non sono escluse precipitazioni.

Temperatura in notevole diminuizione,

pressione atmosferica in aumento.



La giornata seguente

si preannuncia soleggiata,

anche se a quelli che sono ancora vivi

continuerà ad essere utile l'ombrello.


Wislawa Szymborska

daniela
23-December-2011, 23:11
Arrivederci, amico mio, arrivederci
Arrivederci, amico mio, arrivederci.
Tu sei nel mio cuore.
Una predestinata separazione
Un futuro incontro promette.

Arrivederci, amico mio,
senza strette di mano, senza parole,
Non rattristarti e niente
Malinconia sulle ciglia:
Morire in questa vita non è nuovo,
Ma più nuovo non è nemmeno vivere.

Sergej Esenin

Rosy
24-December-2011, 10:23
Arrivederci, amico mio, arrivederci


Arrivederci, amico mio, arrivederci.
Tu sei nel mio cuore.
Una predestinata separazione
Un futuro incontro promette.

Arrivederci, amico mio,
senza strette di mano, senza parole,
Non rattristarti e niente
Malinconia sulle ciglia:
Morire in questa vita non è nuovo,
Ma più nuovo non è nemmeno vivere.

Sergej Esenin questi versi sono i migliori! Rosy

Rosy
24-December-2011, 10:29
Questa poesia è - in assoluto - la mia preferita sul tema della morte.
Ho avuto modo , in determinate situazioni, di leggerla più e più volte, come se avesse dovuto darmi coraggio, e speranza.
L'ho plastificata, e portata sulla tomba di un carissimo amico, sperando che gli faccia compagnia...
Rosy:-P

:-PLA MORTE NON E' NIENTE.

La morte non è niente.
Sono solamente passato dall'altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente,
solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.

*Henry Scott Holland*

Rosy
25-December-2011, 22:52
Gran bella poesia di Angelo Maria Ripellino.

DOVE CI INCONTREREMO DOPO LA MORTE?

Dove ci incontreremo dopo la morte?
Dove andremo a passeggio?
E il nostro consueto giretto serale?
E i rammarichi per i capricci dei figli?
Dove trovarti, quando avrò desiderio di te, dei tuoi occhi smeraldi,
quando avrò bisogno delle tue parole?
Dio esige l'impossibile,
Dio ci obbliga a morire.
E che sarà di tutto questo garbuglio di affetto,
di questo furore? Sin d'ora promettimi
di cercarmi nello sterminato paesaggio di sterro e di cenere,
sui legni carichi di mercanzie sepolcrali,
in quel teatro spilorcio, in quel vortice
e magma di larve ahimé tutte uguali,
fra quei lugubri volti. Saprai riconoscermi?
A. M. Ripellino

Andrea
29-December-2011, 16:56
Quando saprai che sono morto
non pronunciare il mio nome
perché si fermerebbe
la morte e il riposo.
Quando saprai che sono morto di
sillabe strane.
Pronuncia fiore, ape,
lagrima, pane, tempesta.
Non lasciare che le tue labbra trovino le mie dieci lettere.
Ho sonno, ho amato, ho
raggiunto il silenzio.

Ernesto Che Guevara

daniela
04-January-2012, 21:49
Portarsi avanti con gli addii

E se domani io non ci fossi più
per un incidente o qualsiasi cosa che ora non immaginiamo
o perché la rabbia mi ha formato un coagulo nel cuore
dopo il tempo che ti serve tu comunque vai avanti
trova un altro uomo che sia un padre
se possibile migliore per i nostri figli
per favore non far recitare quelle messe
a cui tutti devono essere presenti senza averne voglia
non tenere i miei ricordi in un cassetto
perché di buio allora ne avrò già abbastanza
e non dire a nessuno se mi pensi
piuttosto custodiscimi come una seconda adolescenza
qualcosa che ti porti sempre dentro
anche se non sei più tu.

Francesco Tomada

Rosy
05-January-2012, 18:30
Nulla sappiamo di questo svanire
che non accade a noi. Non abbiamo ragioni
- ammirazione, odio oppure amore -
da mostrare alla morte la cui bocca una maschera

di tragico lamento stranamente sfigura.
Molte parti ha per noi ancora il mondo. Fino a quando
ci domandiamo se la nostra parte piaccia,
recita anche la morte, benché spiaccia.

Ma quando te ne andasti, un raggio di realtà
irruppe in questa scena per quel varco
che tu ti apristi: vero verde il verde,
il sole vero sole, vero il bosco.

Noi recitiamo ancora. Frasi apprese
con pena e con paura sillabando,
e qualche gesto; ma la tua esistenza,
a noi, al nostro copione sottratta,

ci assale a volte e su di noi scende come
un segno certo di quella realtà;
tanto che trascinati recitiamo
qualche istante la vita non pensando all'applauso.

Rainer Maria Rilke

Rosy
05-January-2012, 18:31
Solo a sera m'è dato
assistere alla deposizione
della luce, quando
la vita, ormai
senza rimedio, è perduta.
Mio convoglio funebre
di ogni notte: emigrazione
di sensi, accorgimenti
delle ore tradite, intanto
che lo spirito è rapito
sotto l'acutissimo arco
dell'esistenza: l'accompagna
una musica di indicibile
silenzio.
Invece dovere
ogni mattina risorgere
sognare sempre
impossibili itinerari.
David Maria Turoldo

Claire
05-January-2012, 22:12
Questa non è propriamente una poesia ma la trovo talmente bella e profonda che la posto qui.

L'Addio


"Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta di stoffa e mi regalerà un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso, ma in definitiva penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più, andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando gli altri dormono,ascolterei quando gli altri parlano e come gusterei un buon gelato al cioccolato!!
Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei semplicemente, mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente il mio corpo ma anche la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole.
Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle loro spine e il carnoso bacio dei loro petali.
Dio mio, se io avessi un pezzo di vita non lascerei passare un solo giorno senza dire alla gente che amo, che la amo.
Convincerei tutti gli uomini e le donne che sono i miei favoriti e vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini proverei quanto sbagliano al pensare che smettono di innamorarsi quando invecchiano, senza sapere che invecchiano quando smettono di innamorarsi.
A un bambino gli darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Agli anziani insegnereiche la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza.
Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!
Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno, per la prima volta, il dito di suo padre,lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardarne un altro dall'alto al basso solamente quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma realmente, non mi serviranno a molto, perché quando mi metteranno dentro quella valigia, infelicemente starò morendo."



Gabriel Garcia Marquez

Claire
06-January-2012, 22:37
Voglio dormire


Denti di fiori, cuffia di rugiada,

erbose mani, tu, nutrice lieve,

tienimi pronte le lenzuola di terra

e la coperta di muschio cardato.

Vado a dormire, o mia nutrice, cullami

Ponimi una lucerna al capezzale

una costellazione; quella che ti piace;

tutte van bene; smorzala un pochino.

Lasciami sola: ascolta erompere i germogli...

un piede celeste ti culla dall'alto

e un passero ti traccia uno spartito

perché dimentichi... Grazie. Ah, un incarico

se lui chiama di nuovo per telefono

digli che non insista, sono andata...


Alfonsina Storni


*Ultimo sonetto di Alfonsina. Scritto presumibilmente fra il 20 e il 21 di Ottobre 1938, fu da lei inviato personalmente a "La Nación" e pubblicato il giorno dopo la sua morte.

Andrea
07-January-2012, 11:35
L'ascensore

Quando andrò in paradiso
non voglio che una campana
lunga sappia di tegola
all'alba - d'acqua piovana.

Quando mi sarò deciso
d'andarci, in paradiso
ci andrò con l'ascensore
di Castelletto, nelle ore notturne,
rubando un poco
di tempo al mio riposo.

Ci andrò rubando (forse
di bocca) dei pezzettini
di pane ai miei due bambini.
Ma là sentirò alitare
la luce nera del mare
fra le mie ciglia, e... forse
(forse) sul belvedere
dove si sta in vestaglia,
chissà che fra la ragazzaglia
aizzata (fra le leggiadre
giovani in libera uscita
con cipria e odor di vita
viva) non riconosca
sotto un fanale mia madre.

Con lei mi metterò a guardare
le candide luci sul mare.
Staremo alla ringhiera
di ferro - saremo soli
e fidanzati, come
mai in tanti anni siam stati.
E quando le si farà a puntini,
al brivido della ringhiera,
la pelle lungo le braccia,
allora con la sua diaccia
spalla se n'andrà lontana:
la voce le si farà di cera
nel buio che la assottiglia,
dicendo "Giorgio, oh mio Giorgio
caro: tu hai una famiglia."

E io dovrò ridiscendere,
forse tornare a Roma.
Dovrò tornare a attendere
(forse) che una paloma
bIanca da una canzone per radio,
sulla mia stanca
spalla si posi. E alfine
(alfine) dovrò riporre
la penna, chiuder la càntera:
"É festa", dire a Rina
e al maschio, e alla mia bambina.

E il cuore lo avrò di cenere
udendo quella campana,
udendo sapor di tegole,
l'inverno dell'acqua piovana.

Ma no! se mi sarò deciso
un giorno, pel paradiso
io prenderò l'ascensore
di Castelletto, nelle ore
notturne, rubando un poco
di tempo al mio riposo.

Ruberò anche una rosa
che poi, dolce mia sposa,
ti muterò in veleno
lasciandoti a pianterreno
mite per dirmi: "Ciao,
scrivimi qualche volta,"
mentre chiusa la porta
e allentatosi il freno
un brivido il vetro ha scosso.

E allora sarò commosso
fino a rompermi il cuore:
io sentirò crollare
sui tegoli le mie più amare
lacrime, e dirò "Chi suona,
chi suona questa campana
d'acqua che lava altr'acqua
piovana e non mi perdona?"

E mentre, stando a terreno,
mite tu dirai: "Ciao, scrivi,"
ancora scuotendo il freno
un poco i vetri, tra i vivi
viva col tuo fazzoletto
timida a sospirare
io ti vedrò restare
sola sopra la terra:

proprio come il giorno stesso
che ti lasciai per la guerra.

Giorgio Caproni

Claire
08-January-2012, 11:34
L'ascensore

Giorgio Caproni

splendidi versi.

Claire
08-January-2012, 11:44
Commiato

Visiterò talora il tuo sogno
come un ospite intruso, inatteso.
Non mi lasciare sulla strada, fuori,
e non serrare le tue porte.

Silente entrerò. Seduto calmo,
il buio fisserò per percepirti.
E dell’immagine di te ricolmo,
ti bacerò per subito svanire.

Vaptzarov Nikola

Andrea
09-January-2012, 14:41
Voy a dormir

Denti di fiori, cuffia di rugiada,
erbose mani, tu, nutrice lieve,
tienimi pronte le lenzuola di terra
e la coperta di muschio cardato.

Vado a dormire, o mia nutrice, cullami
Ponimi una lucerna al capezzale
una costellazione; quella che ti piace;
tutte van bene; smorzala un pochino.

Lasciami sola: ascolta erompere i germogli...
un piede celeste ti culla dall'alto
e un passero ti traccia uno spartito

perché dimentichi... Grazie. Ah, un incarico
se lui chiama di nuovo per telefono
digli che non insista, sono andata...

Alfonsina Storni





Dopo aver inviato la sua ultima poesia "Voy a dormir", vero testamento poetico a "La Nación", Alfonsina andrà a morire nel mare di Mar del Plata il 25 ottobre 1938.

Aleciccio
10-January-2012, 14:40
L'ombra del cercare

Mi ritrovai alla fine di un pensiero,
seduta in disparte,
già di spalle all'estraneo
che credevo di conoscere.

Di spalle va e viene il tempo,
qualche volta piove sulla solitudine:
i sospetti riscaldano l'aria
ed evapora la pioggia.

I colori arrivano d'imporvviso
in stagioni senza tempo,
scolorite per eccesso di memoria.

I piedi del viandante
provano amore
anche per la capigliatura d'un albero.

L'ombra del cercare
ristora il viaggio
dei cercatori di coralli
che hanno le mani impigliate
fra le radici e le zolle di terra.

Beatrice Niccolai

Andrea
11-January-2012, 00:42
Io sono verticale

Ma preferirei essere orizzontale
non sono albero con radici nella terra
a succhiare minerali e amore di madre
così da luccicare di foglie ad ogni marzo
né sono bella come un angolo di giardino
che desta meraviglia per splendore di colori
senza sapere che presto sfiorirà.
Al mio confronto un albero è immortale
e la corolla di un fiore meno alta ma più ardita
vorrei del primo la lunga vita dell’altro l’anima viva.

Stanotte nella luce infinitesimale delle stelle
i fiori e gli alberi spandono profumi freddi
io li attraverso ma loro non si accorgono di me
a volte penso che mentre dormo
quando i pensieri svaniscono
assomiglio a loro perfettamente.
E’ più naturale per me stare supina
allora io ed i cieli parliamo senza riserve
io sarò utile quando resterò così per sempre
finalmente
gli alberi si piegheranno fino a toccarmi
e i fiori avranno un attimo (solo) per me.
io sono verticale

Sylvia Plath

daniela
11-January-2012, 21:49
Per quel tempo

Voglio morire quando muore il giorno,
in altomare e con la faccia al cielo
dove pare sogno l’agonia,
e l’anima un uccello che si libra in volo.
Non sentire negli ultimi istanti,
ormai a tu per tu con il cielo ed il mare,
altre voci o preghiere singhiozzanti
che il maestoso rompersi delle onde.
Morire quando la luce, triste, ritira
le sue auree reti dall’onda verde,
ed essere come questo sole che lento spira;
qualcosa d’assai luminoso che si perde.
Morire, e giovane: prima che distrugga
il tempo greve la gentile corona;
quando la vita dice ancora: sono tua,
anche se che c’inganna ben lo sappiamo.

Manuel Gutiérrez Nájera

daniela
11-January-2012, 22:21
Rimorso per qualsiasi morte

Libero dalla memoria e dalla speranza,
illimitato, astratto, quasi futuro,
il morto non è un morto: è la morte.
Come il Dio dei mistici,
al Quale si devono rifiutare tutti i predicati,
il morto ubiquamente estraneo
non è che la perdizione e assenza del mondo.
Tutto gli abbiamo rubato,
non gli abbiamo lasciato né un colore né una sillaba:
qui è il patio che non condividono più i suoi occhi,
là è il marciapiede dove fu in agguato la sua speranza.
Perfino ciò che pensiamo
potrebbe stare pensandolo anche lui;
ci siamo spartiti come ladri
il flusso delle notti e dei giorni.

J.L. Borges

Andrea
13-January-2012, 20:06
L’inventario è pronto

Confido in me fin dall’inizio –
Per chi non ha niente, non è che
costi molto;
ad ogni modo non più che all’animale,
che se ne va
per sempre. Pur avendo paura
ho retto al mio posto – son nato
mi sono messo insieme e mi sono
distinto.
Ho anche pagato, secondo il dovuto
e a chi mi ha datisgrato, l’ho ripagato
con l’amore.
Se donna si è intrattenuta con me per
darmi ad intendere
davvero io l’ho creduta – e si contenti!
Ho lucidato navi, ho impanato
la gramigna,
tra signori intelligenti ho fatto il finto
tonto.
Ho smerciato semi di girasole, pane, libri
giornali, versi – quel che al momento
era più facile.
Non in lotte trionfali, né col cappio
al collo,
avrò fine in un letto, come spero a volte.
Come che sia, ormai l’inventario è pronto.
Ho vissuto – e di ciò sono morti altri.


Attila József

Rosy
21-January-2012, 21:07
Se morissi questa notte
se potessi morire
se io morissi
se questo coito feroce interminabile
combattuto e senza clemenza
raggiungesse il suo apice
e si afflosciasse
se proprio adesso
se adesso
morissi socchiudendo gli occhi
sentissi che è fatta
che ormai l'affanno è cessato
e la luce non fosse più un fascio di spade
e l'aria non fosse più un fascio di spade
e il dolore degli altri e l'amore e vivere
e tutto non fosse più un fascio di spade
e finisse con me
per me
per sempre
e che non dolesse più
e che non dolesse più.
Idea Vilariño

:-P:-P

dolores
06-February-2012, 13:57
XXXI
Sopra il ritratto di una bella donna scolpito nel monumento sepolcrale della medesima

Tal fosti: or qui sotterra
Polve e scheletro sei. Su l’ossa e il fango
Immobilmente collocato invano,
Muto, mirando dell’etadi il volo,
Sta, di memoria solo
E di dolor custode, il simulacro
Della scorsa beltà. Quel dolce sguardo,
Che tremar fe’, se, come or sembra, immoto
In altrui s’affisò; quel labbro, ond’alto
Par, come d’urna piena,
Traboccare il piacer; quel collo, cinto
Già di desio; quell’amorosa mano,
Che spesso, ove fu porta,
Sentì gelida far la man che strinse;
E il seno, onde la gente
Visibilmente di pallor si tinse,
Furo alcun tempo: or fango
Ed ossa sei: la vista
Vituperosa e trista un sasso asconde.

Così riduce il fato
Qual sembianza fra noi parve più viva
Immagine del ciel. Misterio eterno
Dell’esser nostro. Oggi d’eccelsi, immensi
Pensieri e sensi inenarrabil fonte,
Beltà grandeggia, e pare,
Quale splendor vibrato
Da natura immortal su queste arene,
Di sovrumani fati,
Di fortunati regni e d’aurei mondi
Segno e sicura spene
Dare al mortale stato:
Diman, per lieve forza,
Sozzo a vedere, abominoso, abbietto
Divien quel che fu dianzi
Quasi angelico aspetto,
E dalle menti insieme
Quel che da lui moveva
Ammirabil concetto, si dilegua.

Desiderii infiniti
E visioni altere
Crea nel vago pensiere,
Per natural virtù, dotto concento;
Onde per mar delizioso, arcano
Erra lo spirto umano,
Quasi come a diporto
Ardito notator per l’Oceano:
Ma se un discorde accento
Fere l’orecchio, in nulla
Torna quel paradiso in un momento.

Natura umana, or come,
Se frale in tutto e vile,
Se polve ed ombra sei, tant’alto senti?
Se in parte anco gentile,
Come i più degni tuoi moti e pensieri
Son così di leggeri
Da sì basse cagioni e desti e spenti?

(Giacomo Leopardi)

Rosy
14-February-2012, 22:52
Pur se tu non sia qui, continui ad essere
nel ricordo di quelli che t'han visto,
in quelli che so io,
ai quali chiedo
un'entrata attraverso i loro occhi,
per potermi acquistar la tua presenza.
Pur se tu non sia qui, continui ad essere
con il corpo diviso in altri corpi
nei quali riconosco
in questo il tuo sguardo,
in quello la tua voce,
in quell'altro il tuo profilo.
Continui a stare qui integro quasi,
eri tutto per me,
tutto parte di te: la terra, l'aria,
gli uccelli, i fiori....
come se il mondo fosse un tuo vestito.
Ed or solo mi manca
parte di quel vestito,
giacché continui ad essere
il totale paesaggio che contemplo
con l'aria, con la terra, e fiori e uccelli,
nulla di carne umana:
quella parte di te che resta assente.
Manuel Altolaguirre

daniela
15-February-2012, 14:46
Congedo del viaggiatore cerimonioso

Amici, credo che sia
meglio per me cominciare
a tirar giù la valigia.
Anche se non so bene l’ora
d’arrivo, e neppure
conosca quali stazioni
precedano la mia,
sicuri segni mi dicono,
da quanto m’è giunto all’orecchio
di questi luoghi, ch’io
vi dovrò presto lasciare.

Vogliatemi perdonare
quel po’ di disturbo che reco.
Con voi sono stato lieto
dalla partenza, e molto
vi sono grato, credetemi,
per l’ottima compagnia.

Ancora vorrei conversare
a lungo con voi. Ma sia.
Il luogo del trasferimento
lo ignoro. Sento
però che vi dovrò ricordare
spesso, nella nuova sede,
mentre il mio occhio già vede
dal finestrino, oltre il fumo
umido del nebbione
che ci avvolge, rosso
il disco della mia stazione.

Chiedo congedo a voi
senza potervi nascondere,
lieve, una costernazione.
Era così bello parlare
insieme, seduti di fronte:
così bello confondere
i volti (fumare,
scambiandoci le sigarette),
e tutto quel raccontare
di noi (quell’inventare
facile, nel dire agli altri),
fino a poter confessare
quanto, anche messi alle strette,
mai avremmo osato un istante
(per sbaglio) confidare.

(Scusate. È una valigia pesante
anche se non contiene gran che:
tanto ch’io mi domando perché
l’ho recata, e quale
aiuto mi potrà dare
poi, quando l’avrò con me.
Ma pur la debbo portare,
non fosse che per seguire l’uso.
Lasciatemi, vi prego, passare.
Ecco. Ora ch’essa è
nel corridoio, mi sento
più sciolto. Vogliate scusare).

Dicevo, ch’era bello stare
insieme. Chiacchierare.
Abbiamo avuto qualche
diverbio, è naturale.
Ci siamo – ed è normale
anche questo – odiati
su più d’un punto, e frenati
soltanto per cortesia.
Ma, cos’importa. Sia
come sia, torno
a dirvi, e di cuore, grazie
per l’ottima compagnia.

Congedo a lei, dottore,
e alla sua faconda dottrina.
Congedo a te, ragazzina
smilza, e al tuo lieve afrore
di ricreatorio e di prato
sul volto, la cui tinta
mite è sì lieve spinta.
Congedo, o militare
(o marinaio! In terra
come in cielo ed in mare)
alla pace e alla guerra.
Ed anche a lei, sacerdote,
congedo, che m’ha chiesto s’io
(scherzava!) ho avuto in dote
di credere al vero Dio.

Congedo alla sapienza
e congedo all’amore.
Congedo anche alla religione.
Ormai sono a destinazione.

Ora che più forte sento
stridere il freno, vi lascio
davvero, amici. Addio.
Di questo, sono certo: io
son giunto alla disperazione
calma, senza sgomento.

Scendo. Buon proseguimento.

Giorgio Caproni

daniela
15-February-2012, 14:47
Il colloquio

Quando ti avrò raggiunto sulla sponda del fiume di luce
e tu mi chiederai che ho fatto tant'anni senza di te,
io ti risponderò: "Ho continuato il colloquio".
Tu riderai per dolcezza tutto il riso de' tuoi bianchi denti,
e cingerai le mie spalle col tuo gesto securo di despota.
E lungo i prati di viole che fioriscono solo pei morti
continueremo il colloquio.

Ada Negri

Rosy
15-February-2012, 16:21
Non so perchè -associazione di idee? -questa poesia struggente mi ha riportato alla mente quella, altrettanto bella , Di Montale.
Quella che sanno tutti, ma la riporto per il gusto di leggerla ancora una volta.....


Avevamo studiato per l'aldilà
un fischio, un segno di riconoscimento.
Mi provo a modularlo nella speranza
che tutti siamo già morti senza saperlo.
Non ho mai capito se io fossi
il tuo cane fedele e incimurrito
o tu lo fossi per me.
Per gli altri no, eri un insetto miope
smarrito nel blabla
dell'alta società. Erano ingenui
quei furbi e non sapevano
di essere loro il tuo zimbello:
di esser visti anche al buio e smascherati
da un tuo senso infallibile, dal tuo
radar di pipistrello.

Eugenio Montale
:-P:-P

Andrea
19-March-2012, 17:20
Non dire


Non dire mai che è morto
non dire “era, faceva...”; le tristi parole
non servono che a farlo sprofondare
ancora di più nella terra.


Muoiono veramente quelli solo
che vai dimenticando... a poco a poco
tace la voce che t’innamorò,
sul viso scende un logorio sfinito
di cenere e penombre.
Quella è morte, quella è morte davvero
e senza alcuna
speranza


Daria Menicanti

Andrea
19-March-2012, 17:32
Epigramma per noi due

La morte giocò a lungo a rimpiattino
tra noi due. Poi ad un tratto
- così dicono -
scelse il migliore

Daria Menicanti

Andrea
27-March-2012, 15:09
Er mortorio

Appresso ar mio num vojo visi affritti,
e pe’ fa’ ride pure a ‘ st’occasione
farò un mortorio con consumazione,
in modo che chi venga n’approfitti.

Pe’ incenso, vojo odore de soffritti,
‘gni cannela dev’esse un cannellone,
li nastri – sfoje all’ovo e le corone
fatte de fiori de cocuzza fritti.

Li cuscini timballi de lasagne,
da offrì ar momento de la sepportura
a tutti quelli che “sapranno” piagne.

E su la tomba mia, tutta la gente
ce leggerà ‘sta sola dicitura:
“Tolto da questo mondo troppo al dente”.

Aldo Fabrizi

Rosy
03-April-2012, 22:54
EMILIO TI RICORDI?

Emilio ti ricordi
quando ci siamo incontrati
la prima volta
in una casa svizzera linda e lustra
di cera e di tendine
e già la sera stavamo abbracciati
in un letto a una sola piazza
e poi tanti decenni di cose fatte insieme
e le assenze
i viaggi lunghi e brevi
tu partivi io partivo
ci mandavamo cartoline
fino all’incontro successivo

E a un certo punto sei partito
per un viaggio più lungo
un posto dove non ci sono uffici postali
per mandar cartoline
o negozi per comprare regali
ma i pensieri arrivano lo stesso
Che ne direbbe di questo? sarebbe contento?
Gli sembrerebbe fatto male?

Forse se usassi bene gli occhi
sotto le palpebre chiuse ti vedrei arrivare
da dietro gli archi e i sempreverdi
con un sorriso
affettuoso e divertito
per lo scherzo che hai fatto
di non mandare notizie
oppure prendo in mano un tuo libro
e lo do a un giovinetto
affinchè tu gli parli con le parole giuste
e attendo io la risposta
o anche ripeto qualche cosa che hai detto
prima di partire
e cade tanto a proposito
da sembrare inventata in quel momento stesso

Non c’è niente di buio e di definitivo
in questo tuo essere assente
e il mio non è un aspettare
ma nemmeno una perdita o una voragine
in cui non sei più
Perché sei
sei dentro tante cose
parole immagini idee sentimenti
aspirazioni stimoli movimenti
presenti.

Joyce Lussu, da Un uomo sull'altipiano.
:-P:-P

daniela
14-April-2012, 13:27
Amor mio, se muoio e tu non muori,
amor mio, se muori e io non muoio,
non diamo al dolor più territorio:
non v'è estensione come quella che viviamo.

... Polvere nel frumento, arena nelle arene,
il tempo, l'acqua errante, il vento vago,
ci portò come grano navigante.
Potuto avremmo non trovarci nel tempo.

Questa prateria in cui noi ci trovammo,
oh piccolo infinito! restituiamo.
Ma questo amore, amor, non è finito:

così come non ebbe nascimento,
morte non ha, è come un lungo fiume,
cambia solo di terre e di labbra.

Pablo Neruda

Rosy
15-April-2012, 16:33
RICORDAMI

Tu ricordami quando sarò andata
lontano, nella terra del silenzio,
né più per mano mi potrai tenere,
né io potrò il saluto ricambiare.

Ricordami anche quando non potrai
giorno per giorno dirmi dei tuoi sogni:
ricorda e basta, perché a me, lo sai,
non giungerà parola né preghiera.

Pure se un po' dovessi tu scordarmi
e dopo ricordare, non dolerti:
perché se tenebra e rovina lasciano
tracce dei miei pensieri del passato,
meglio per te sorridere e scordare
che dal ricordo essere tormentato.

Christina Rossetti

:-P

Aleciccio
17-April-2012, 09:28
Potrai trovarmi

C’è un’altra vita
dietro questa folle corsa
di solitudini,
dietro questo simulacro
di abbracci teneri.
Ci deve essere.
Il senso non sta
nel fulgore dei petali,
ma nel vento
che li trascina
nei secoli,
essenza
che nulla ha,
e nulla brama.
Tra cent’anni,
potrai trovarmi
in un’onda,
lontana dalla mia tomba: non sarò
che pura essenza,
abbandono senza più
distacchi.

Carlo Bramanti

daniela
17-April-2012, 11:17
Potrai trovarmi

C’è un’altra vita
dietro questa folle corsa
di solitudini,
dietro questo simulacro
di abbracci teneri.
Ci deve essere.
Il senso non sta
nel fulgore dei petali,
ma nel vento
che li trascina
nei secoli,
essenza
che nulla ha,
e nulla brama.
Tra cent’anni,
potrai trovarmi
in un’onda,
lontana dalla mia tomba: non sarò
che pura essenza,
abbandono senza più
distacchi.

Carlo Bramanti

E' stupenda!

Aleciccio
23-April-2012, 16:07
CARAMELLE

Verrò in via delle vigne quattordici a passarti
l’ultima delle mie caramelle, è lì che abita
in forma di zucchero l’orto di tua madre
e si gonfiano di rosso i pomodori nel cerchio
delle alpi e l’insalata
ha il suono familiare di una porta che sbatte.
Gli autunni vengono con passo leggero e io
mi arrampicherò sul tuo accento di montagna,
sulle gutturali che sono rocce aspre, su certe
consonanti che imitano il tumultuoso gorgoglio
dei torrenti. Le tue mani forse mi cercavano,
tentavano un approdo, ma tu lo sai
che il nostro sole è la solitudine
e la promessa di non vederci più
è già nei nostri passi.
L’ho visto il gatto, e quella lunga scia di tristezza.
Ho visto la fabbrica e la fretta dei viaggi.
Le mani si cercavano e ridevi di un riso
notturno e c’era la pioggia e il buio
e il momento era perfetto per perdersi,
per scivolare via come un addio.

Paolo Polvani

Andrea
26-April-2012, 13:58
Fin quando
non verrà inghiottito
da un buco nero
anche il nostro pianeta,
senza di te, senza
di me dureranno
anche le più lievi
cose che amammo.


Alberto Vigevani

daniela
29-April-2012, 15:51
Distacco

Dalla soglia un uomo guarda,
la casa non riconosce.
La partenza di lei fu come fuga.
Ovunque tracce di scompiglio.

Dappertutto nelle stanze il caos.
La portata della devastazione egli
non vede a causa delle lacrime
e di un attacco di emicrania.

Negli orecchi dal mattino un rumore.
Ricorda o sogna?
E perché nella mente sempre più
gli s'insinua il pensiero del mare?

Quando ai vetri attraverso la brina
non si vede la luce di dio,
doppiamente l'angoscia ineluttabile
somiglia alla solitudine del mare.

Gli era così cara
con ogni lineamento,
come al mare vicine le rive
con la linea tutta della risacca.

Come i giunchi sommerge
la piena dopo il fortunale,
sono scomparsi sul fondo della sua anima
i tratti e le forme di lei.

In anni di travagli, in tempi ,
di vita impensabile
fu a lui su dal fondo sospinta.
dall'onda della sorte.

Tra ostacoli innumeri,
superando i pericoli,
l'onda la portava, portava
e strettamente congiunse.

Boris Pasternak

daniela
29-April-2012, 16:15
Una notte d'estate

Noi andavamo leggeri
una notte d'estate
per un fresco giardino?
la tua mano
ho sfiorato o una foglia?
la tua bocca ho baciato
o un frutto umido e dolce?
non so se ho bevuto il silenzio
delle piante notturne
o il tuo amoroso silenzio

La tua mano mi salutò tra le piante
ma era falce di luna
che tramontava lontano.

Lalla Romano

Andrea
04-May-2012, 10:15
Non vorrei crepare


Non vorrei crepare
Prima d'aver conosciuto
I cani neri del Messico
Che dormono senza sognare
Le scimmie a culo nudo
Divoratrici dei tropici
I ragni d'argento
Dal nido pieno di bolle
Non vorrei crepare
Senza sapere se la luna
Sotto la sua falsa aria di moneta
Ha un lato appuntito
Se il sole è freddo
Se le quattro stagioni
Sono davvero quattro
Senza aver provato
A portare un vestito
Lungo i grandi viali
Senza aver guardato
Dentro a un tombino
Senza aver ficcato il cazzo
Nei posti più impensati
Non vorrei crepare
Senza conoscere la lebbra
O le sette malattie
Che si prendono laggiù
Il bene e il male
Non mi farebbero penare
Se sapessi
Che ne avrò la strenna
E c'è anche
Tutto ciò che conosco
Tutto ciò che apprezzo
E che so che mi piace
Il fondo verde del mare
Dove le alghe ballano il valzer
Sulla sabbia ondulata
L'erba bruciata di giugno
La terra che si screpola
L'odore delle conifere
E i baci di colei
Che questo che quello
La bella ecco
Il mio Orsetto, Orsola
Non vorrei crepare
Prima d'aver consumato
La sua bocca con la mia bocca
Il suo corpo con le mie mani
Il resto coi miei occhi
Non dico altro bisogna pur
Mantenersi riverenti
Non vorrei crepare
Prima che abbiano inventato
Le rose eterne
La giornata di due ore
Il mare in montagna
La montagna al mare
La fine del dolore
I giornali a colori
Tutti i bambini contenti
E tante cose ancora
Che dormono nei crani
Di geniali ingegneri
Di allegri giardinieri
Di socievoli socialisti
Di urbani urbanisti
E di pensatori pensierosi
Tante cose da vedere
Da vedere e da sentire
Tanto tempo d'attendere
A cercare nel nero


E io vedo la fine
Che brulica e che s'avvicina
Con la sua gola ripugnante
E che m'apre le braccia
Di ranocchia brancicante


Non vorrei crepare
Nossignore nossignora
Prima d'aver provato
Il gusto che mi tormenta
Il gusto più forte
Non vorrei crepare
Prima di aver gustato
Il sapore della morte...


Boris Vian

daniela
21-May-2012, 23:03
Insinuarsi...

Forse la vita migliore
sul tempo e sulla gravità è
passare senza lasciare tracce,
passare senza lasciare un'ombra

sulle pareti...
Forse prendere con
la rinuncia? Cancellarsi dagli specchi?
Così, come Lermontov nel Caucaso,
insinuarsi senza inquietare le rocce.

Forse il migliore diletto
è, col dito di Sebastian Bach,
non sfiorare l'eco dell'organo?
Sfaldarsi senza lasciare le ceneri

per l'urna...
Forse prendere con
l'inganno? Farsi cancellare dalle latitudini?
Così, insinuarsi nel Tempo come
nell'oceano, senza inquietare le acque...

Marina Ivanovna Cvetaeva

Rosy
30-May-2012, 15:16
Morirò a Parigi mentre fuori diluvia
un giorno del quale possiedo già il ricordo.
Morirò a Parigi – e non mi confondo
forse un giovedì, come oggi, d’autunno.

Sarà di giovedì, perché oggi, giovedì, che scrivo
questi versi, gli omeri mi si son messi
alla meno peggio e, mai come oggi, son tornato
con tutto il mio cammino, a vedermi solo.

César Vallejo è morto, lo picchiavano
tutti senza che lui avesse fatto nulla
gli davano duro con un bastone e duro

anche con una corda: testimoni
i giorni giovedì e gli ossi omeri
la solitudine, la pioggia e le strade.

Vallejo Cesar

:-P:-P

daniela
01-June-2012, 15:27
Cielo

La buona, la meravigliosa Lina
spalanca le finestre perché veda
il cielo immenso.
Qui tranquillo a riposo, dove penso
che ho dato invano, che la fine approssima,
più mi piace quel cielo, quelle rondini,
quelle nubi. Non chiedo altro.
Fumare
la mia pipa in silenzio come un vecchio
lupo di mare.


Umberto Saba

Aleciccio
07-June-2012, 07:53
Dolce chiude l'ora di seraForse non esiste Dio. Forse
solo il rapporto
fra noi esiste e gli alberi
annosi o appena d'anni
uno e le erbe
e i coccodrilli e il buon tepore
della sera. Non v'è
che poi la morte ed altro ancora
innanzi ad essa da soffrire. Ma poi tutto
per lei si placa; e in noi s'alterna
timore d'essa e quieta attesa
del suo riposo:
così
oggi è da porre questo giorno fra non quelli
di sofferenza e sgomento: dolce chiude
l'ora di sera col risorgere di una
ampia stellata. Dunque
forse soltanto un dolcissimo rapporto
fra noi e il tutto fa ponte e il tempo passa
lento e veloce.


Umberto Bellintani

Aleciccio
07-June-2012, 15:29
Avevo bisogno di parlare con mia sorellada "Fedeltà"Avevo bisogno di parlare con mia sorella
parlarle al telefono intendo
come facevo ogni mattina
e anche la sera quando i
nipotini dicevano qualcosa che
ci stringeva il cuore

Ho chiamato il suo telefono ha squillato quattro volte
potete immaginarmi trattenere il respiro poi
c'è stato un terribile rumore telefonico
una voce ha detto questo numero non è
più attivo che meraviglia ho
pensato posso
ancora chiamare non hanno assegnato
il suo numero a un'altra persona malgrado
due anni di assenza per morte.

Grace Paley

Rosy
07-June-2012, 16:28
BELLISSIMA E STRUGGENTE.
l'HO RILETTA QUATTRO VOLTE.
GRAZIE Rosy

daniela
08-June-2012, 21:56
Sentii che mi stavo immergendo in quell’acqua fresca

e seppi che il viaggio attraverso il dolore

finiva in un vuoto assoluto. Sciogliendomi

ebbi la rivelazione che quel vuoto è pieno di tutto ciò che contiene l’universo.

E’ nulla è tutto nello stesso tempo.

sono vuoto, sono tutto ciò che esiste,

sono in ogni foglia del bosco,

in ogni goccia di rugiada, in ogni

particella di cenere che l’acqua trascina via..

sono nulla e sono tutto il resto in questa vita

e in altre, immortale..



Isabelle Allende

daniela
24-June-2012, 14:46
Vorrei arrivare al varco con pochi essenziali bagagli,
liberato da molti inutili, inerziali pesi e zavorre
di cui l'epoca tragica e fatua
ci ha sovraccaricato, noi uomini.
E vorrei passare questa soglia
Sostenuto da poche,
sostanziali acquisizioni di scienza e pensiero
e dalle immagini irrevocabili per intensità e bellezza
che sono rimaste
come retaggio.
Occorre credo una catarsi,
una specie di rogo purificatorio
del vaniloquio
cui ci siamo abbandonati
e del quale ci siamo compiaciuti.
Il bulbo della speranza
che ora è occultato sotto il suolo
ingombro di macerie
non muoia,
in attesa di fiorire alla prima primavera.

Mario Luzi

Aleciccio
25-June-2012, 13:55
Totale S.E. & O.A dirli questi mesi sembra agevole
con il margine di rischio necessario
a chiamare la vita col suo nome:
primavera invocata tempestiva
fu tempesta, e in vista della terra
il naufragio balordo; giugno vissi
per rassegnarmi a perderti; è di luglio
la più cupa speranza di riuscire
a fare della morte un'abitudine.

Elio Pagliarani

Aleciccio
03-July-2012, 17:57
Ah, tu pensavi che anch’io fossi una
che si possa dimenticare
e che si butti, pregando e piangendo,
sotto gli zoccoli di un baio.
O prenda a chiedere alle maghe
radichette nell’acqua incantata,
e ti invii il regalo terribile
di un fazzoletto odoroso e fatale.
Sii maledetto. Non sfiorerò con gemiti
o sguardi l’anima dannata,
ma ti giuro sul paradiso,
sull’icona miracolosa
e sull’ebbrezza delle nostre notti ardenti:
mai più tornerò da te.

Anna Achmatova

Aleciccio
11-July-2012, 23:40
L’inerzia

L’inerzia
è una bizzarra proprietà della materia.
Quando te ne vai, per esempio,
l’aria conserva il calore del tuo corpo
per un po’,
così come la sabbia conserva tutta la notte
il tepore triste del sole.
Quando te ne vai,
per continuare con lo stesso esempio,
le mie mani persistono nella carezza,
nonostante non ci sia pelle da accarezzare,
ma solo le ossa del ricordo
che si decompongono
nella tromba delle scale.
Quando te ne vai,
ti lasci dietro un te invisibile
incollato alle cose più piccole:
un capello sul cuscino,
uno sguardo impigliato
nelle corde del desiderio,
una traccia di saliva
sull’angolo del divano,
una molecola di tenerezza
nel piatto della doccia.
Non è difficile trovarti:
l’amore mi fa da lente.

Gemma Gorga

Rosy
12-July-2012, 09:32
L'amore ha un trionfo e la morte ne ha uno,
il tempo e il tempo che segue.
Noi non ne abbiamo.
Solo tramontare intorno a noi di stelle. Riflesso e silenzio.
Ma il canto sulla polvere dopo,
alto si levera' su di noi.
Ingeborg Bachmann

:-P:-P

Rosy
25-July-2012, 21:17
IN QUALE PAESE ANDRO' A CERCARTI?
In quale paese andrò a cercarti
adesso che riposi accanto a me
in forma di desiderio
uomo
la cui bellezza conoscevo
appena. Ogni giorno mi cinge
il suo cilicio di assenza.
Mi hai ferita di vita attraverso la tua morte
e non c’è sonno che basti per il tuo vuoto.
Ada Salas

Andrea
03-September-2012, 14:03
La piuma


Neppure Zeus può modificare
la lunghezza del filo,
che Lachesi ha dato in sorte
alla nascita,
Cloto ha filato con pazienza
e Atropo ha reso impossibile
torcersi per meglio reciderlo.
Così, quando le Parche
volgeranno altrove
il loro sguardo,
e il mio si spegnerà
nel ventre stellato
di Nut, la dea del cielo,
vorrei che per un attimo,
un attimo soltanto,
come d’incanto
il cuore mio pesasse
come piuma,
senza rancori,
senza ricordi,
un attimo soltanto,
se Maat me lo concede,
prima di spegnermi.


Alessandro Pelliccioli

Aleciccio
11-September-2012, 15:05
Ogni volta che ti lascio, trattengo negli occhi lo
Splendore del tuo ultimo sguardo. E allora
Corro a rinchiudermi, spengo le luci, evito ogni
Rumore perché nulla mi rubi un solo atomo della
Sostanza eterea del tuo sguardo, la sua infinita dolcezza,
La sua limpida timidezza, la sua fine estasi.
Tutta la notte, con la punta rosata delle dita,
Accarezzo gli occhi che ti hanno guardato.

Alfonsina Storni

Andrea
19-September-2012, 09:56
Cammini, a me somigliante,
gli occhi puntando in basso.
Io li ho abbassati anche!
Passante, fermati!
Leggi - di ranuncoli
e di papaveri colto un mazzetto
- che io mi chiamavo Marina
e quanti anni avevo.
Non credere che qui sia una tomba,
che io ti apparirò minacciando...
A me stessa troppo piaceva
ridere quando non si può!
E il sangue fluiva alla pelle,
e i miei riccioli s'arrotolavano...
Anch'io esistevo, passante!
Passante, fermati!
Strappa uno stelo selvatico per te
e una bacca - subito dopo.
Niente è più grosso e più dolce
d'una fragola di cimitero.
Solo non stare così tetro,
la testa chinata sul petto.
Con leggerezza pensami,
con leggerezza dimenticami.
Come t'investe il raggio di sole!
Sei tutto in un polverio dorato...
E che almeno però non ti turbi
la mia voce di sottoterra.

Marina Ivanovna Cvetaeva

Andrea
09-October-2012, 18:08
da "Odissea" 1938 - libro VI


La Morte venne e si coricò al fianco di Odisseo;
stanca per aver vagato tutta notte,
le palpebre pesanti,
bramava anche lei distendersi sulla riva col vecchio amico,
sotto l'ombra di un salice, dormire anche lei un poco;
posò lievemente le mani ossute sul
petto dell'Arciere e così abbracciata la
valorosa coppia precipitò nel sonno.
Dorme la Morte, e sogna che esistano uomini vivi,
che s'innalzino case sulla terra, e palazzi e regni,
che vi siano giardini fioriti, e che alla loro ombra
passeggino donne gentili e cantino le schiave.
Sogna che sorga il sole, e che la luna illumini,
che giri la ruota del mondo, e che ogni
anno porti erbe e fiori, e frutti d'ogni
sorta, e dolci piogge e neve;
e compia un'altro giro rinnovando ancora la terra.
Sorride di nascosto la Morte, lo sa bene ch'è un sogno,
vento multicolore, fantasia della sua mente stanca,
e tollera incurante che l'incubo la assilli.
Ma pian piano si rianima la vita, la ruota prende slancio;
la terra apre avida le viscere, penetrano pioggia e sole,
infinite uova si schiudono, la terra brulica di vermi,
muovono folti eserciti di uomini, uccelli, fiere,
pensieri e si avventano per divorare la Morte addormentata.
E una coppia di umani rannicchiata nelle grotte delle sue nari
accende e attizza il fuoco, poi si prepara il pranzo,
e al suo forte labbro sospende la culla del neonato.
Sente un solletico sulle labbra, un formicolio alle nari,
si scuote d'improvviso la Morte, così svanisce il sogno;
per un attimo fulmineo ha dormito per
quell'attimo ha sognato la vita.


Nikos Kazantzakis

Aleciccio
10-October-2012, 16:26
Da un eterno esilio


Da un eterno esilio
eternamente ritorno
e coi giorni mi volgo e mi confondo,
vado, da me sempre più lontano,
divelto per erbe prati e tempi
d'ottobre
e silenzi confidati agli orecchi
da stelle e monti.

Andrea Zanzotto

Aleciccio
09-November-2012, 15:06
Quando una persona muore

Quando una persona muore
rimane il suo mondo:
le montagne lontane
le case del quartiere
e la strada la domenica
attraversa un ponte di legno
appena prima di portare fuori città.
E il sole di primavera
che verso il tardo pomeriggio
raggiunge uno scaffale di libri
e riviste, che senza dubbio
un tempo erano nuovi.
non è per niente strano.
Ma ciononostante
spesso mi ha stupito.

Henrik Nordbrandt

Serena-fundy
09-November-2012, 19:45
Se per un istante Dio dimenticasse che sono una marionetta di stoffa
e mi regalasse un un pezzo di vita,
probabilmente non direi tutto quello che penso,
ma in definitiva penserei tutto quello che dico.

Darei valore alle cose non per quello che valgono
ma per quello che significano.

Dormirei poco, sognerei di più.

So che per ogni minuto che chiudiamo gli occhi
perdiamo 60 secondi di luce di cioccolata.

Se Dio mi concedesse un brandello di vita,
vestito con abiti semplici, mi sdraierei, al sole
e lascerei a nudo non solo il mio corpo ma anche la mia anima.

Dio mio, se avessi cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio
e aspetterei che si alzasse il sole.

Dipingerei le stelle con un sogno di Van Gogh. con un poema di Benedetti,
una canzone di Serrat sarebbe la mia serenata alla luna.

Bagnerei con le mie lacrime le rose
per sentire il dolore delle spine
ed il bacio vermiglio dei petali.

Dio mio, se io avessi ancora un brandello di vita
non lascerei passare un solo giorno
senza dire alla gente che io amo, io amo la gente.

Convincerei ogni uomo ed ogni donna
che sono i miei favoriti e vivrei innamorato dell'amore.

E dimostrerei agli uomini quanto sbagliano
quando pensano di smettere di innamorarsi quando invecchiano
senza sapere che invecchiano quando smettono di innamorarsi.

Darei ad ogni bambino le ali
ma lo lascerei imparare, da solo, a volare.

Ai vecchi insegnerei che la morte
non arriva con la vecchiaia ma con l'oblio.

Ho imparato molte cose da voi, dagli uomini...
Ho imparato che tutti, al mondo,
vogliono vivere in cima alla montagna
senza sapere che la vera felicità
sta in come si sale la china.

Ho imparato che quando un neonato afferra,
per la prima volta, con il suo piccolo pugno,
il dito di suo padre, lo terrà prigioniero per sempre.

Ho imparato che un uomo
ha diritto di guardare un'altro uomo
dall'alto verso il basso solo quando lo aiuta a rialzarsi.

Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi
ma non mi serviranno davvero più a molto
perchè quando guarderanno in questa mia valigia,
infelicemente io starò morendo.

Gabriel Garcia Marquez

Andrea
11-November-2012, 12:25
L'imperatore del gelato

Chiamate il fumatore di grossi sigari,
il forte, e pregatelo di sbattere
concupiscenti quagliate in tazze da cucina.
Ciondolino fanciulle con indosso i vestiti usuali
e ragazzi con fiori avvolti in vecchi giornali.
D'ogni parvenza è giunto l'epilogo immutato.
L'unico imperatore è l'imperatore del gelato.

Qualcuno vada a prendere nel vecchio cassettone
il lenzuolo che un giorno abbellì di ricami.
Sia steso ora a coprirle anche il viso.
Se i suoi piedi callosi spunteranno
si vedrà quanto è fredda, quanto è muta.
Risplenda nella lampada un barbaglio dorato.
L'unico imperatore è l'imperatore del gelato.

Wallace Stevens

Aleciccio
14-November-2012, 13:57
Oggi finalmente mi è arrivato il libro "Il nostro amore è come Bisanzio" di Henrik Nordbrandt, lo desideravo da tanto! Se vi capita, prendetelo!

Quando ci lasciamo

Quando ci lasciamo, lasciamo contemporaneamente
tutti i luoghi in cui siamo stati insieme:
i sobborghi abbandonati con le case annerite dal fumo
dove abitammo un mese, città notturne
di cui abbiamo dimenticato i nomi, e fetidi alberghi asiatici
dove ogni tanto ci svegliavamo all'afa del mezzodì
con la sensazione di aver dormito per mille e un anno.

E tutte le piccole e impervie cappelle di montagna
lungo la strada tra Atene e Delfi,
dove le lampade a olio ardono per tutta la notte estiva

lasciamo contemporaneamente, quando ci lasciamo.

Henrik Nordbrandt

Aleciccio
19-November-2012, 15:58
Poiché non mi veniva nessuna parola
(la parola era “addio” ma non riuscivo a dirla)
ti ho dato il mio silenzio e ho ascoltato il tuo,
e non è stato un vuoto, ma condivisa pienezza
e ancora gioia, mentre accettavamo,
come la terra, un nostro tempo di neve,
bianco grembo d’attesa delle future estati.


Margherita Guidacci

Rosy
19-November-2012, 20:44
Bellissima!
Rosy:-P

Rosy
26-November-2012, 19:49
Quando saprai che sono morto
non pronunciare il mio nome
perché si fermerebbe
la morte e il riposo.
Quando saprai che sono morto di
sillabe strane.
Pronuncia fiore, ape,
lagrima, pane, tempesta.
Non lasciare che le tue labbra trovino le mie dieci lettere.
Ho sonno, ho amato, ho
raggiunto il silenzio.






Ernesto Che Guevara

Rosy
27-November-2012, 12:09
"Dunque non ti ho detto addio
amica mia mia amica
e ora visiti le stanze
con andatura lieve
meno di una danza.
Sei aria che sorride,
che mi circonda amorosa
il buio tra le spalle,
sei soffio sul viso
tutta sorriso sei,
e sole insieme
guardiamo le foglie
piovere nel vento
della città operosa."

Chandra Livia Candiani (http://www.lisacorva.com/it/author/Chandra+Livia+Candiani/)

daniela
27-November-2012, 22:30
Ha indossato la camicia, ha preso l'ombrello
non ha detto parola
nemmeno io.

Dopo che se n'è andato
sono rimasta innanzi allo specchio
ho estratto la lingua
per vedere se erano rimaste impigliate delle parole.
Purtroppo ho visto solo muscoli e vene.

Ho ritirato la lingua
sono scoppiata a ridere
la risata non è una parola - poi ho infranto lo specchio.

Da quel momento
ho continuato a infrangere specchi
invano
cercandone uno
che non riflettesse
più, uno specchio
che infrangesse me.

A'isha Arna'ut

Rosy
05-December-2012, 22:11
E TUTTO PASSERA'



So che ci sono segni che mettono
un limite alla mia vita...


La Morte?
Credo a lei come alla Primavera:
più ansie che cure...
(Però penso alla tomba
e sento freddo, fratelli...)
….................................
….................................


Un pomeriggio di autunno
i fiori tremeranno nelle vostre mani,
una volta, vostre profumate sensazioni
e cadranno nella mia tomba, con la rinunzia
dei bambini, cuori sanguinanti ...


E tutto passerà...
verrà il crepuscolo,
tornerete, abbattuti, i più affezionati
- dopo che mi avrete salutato - alle vostre case...
penserete qualche ora alla morte,
e tutto passerà ….


Dopo verrà l'inverno
e piangerà l'angoscia
delle inquietudini di secoli
nella mia vecchia emozione
e filtrerà le sue lacrime,
senza un aroma nuovo
di mani affettuose,
sopra il mio cuore...

Maria Antonietta Le Quesna( poetessa cilena)

Andrea
27-December-2012, 20:23
Canzone della fine del mondo


Il giorno della fine del mondo
L'ape gira sul fiore del nasturzio,
Il pescatore ripara la rete luccicante.
Nel mare saltano allegri i delfini,
Giovani passeri si appoggiano alle grondaie
E il serpente ha la pelle dorata che ci si aspetta.


Il giorno della fine del mondo
Le donne vanno per i campi sotto l'ombrello,
L'ubriaco si addormenta sul ciglio dell'aiuola,
I fruttivendoli gridano in strada
E la barca dalla vela gialla si accosta all'isola,
Il suono del violino si prolunga nell'aria
E disserra la notte stellata.


E chi si aspettava folgori e lampi,
Rimane deluso.
E chi si aspettava segni e trombe di arcangeli,
Non crede che già stia avvenendo.


Finché il sole e la luna sono su in alto,
Finché il calabrone visita la rosa,
Finché nascono rosei bambini,
Nessuno crede che già stia avvenendo.
Solo un vecchietto canuto, che sarebbe un profeta,
Ma profeta non è, perché ha altro da fare,
Dice legando i pomodori:
Non ci sarà altra fine del mondo,
Non ci sarà altra fine del mondo.




Czeslaw Milosz

daniela
20-January-2013, 17:18
Lascio i miei versi
A chi li leggerà.
Le mie carezze
ai ladri e agli assassini.
Lascio i miei sogni
A chi non trova pace
E le mie lacrime
A ogni donna sola
Il mio sguardo
A chi crede di aver visto
E i miei sorrisi
Alle divinità in declino.
A te, figlio mio,
lascio il mio tempo
lo smisurato tempo di chi vive.

Silvano Agosti, Testamento del poeta

Rosy
27-January-2013, 21:32
L'ULTIMA OMBRA

Vieni pure avanti
sai che sono pronto
allunga le tue mani
e porgerò le mie,
basterà uno sguardo
che indichi la via
e in un silenzio mesto
inizierà il cammino.
Non avrai di che gioire
ormai tutto è compiuto
e senza il tempo di capire
sarai già parte di me,
ti lascerò anche pensare
che temo il tuo potere
ma la verità è diversa
ora sono io, a volere te.

Massimo Milani

Andrea
29-January-2013, 16:29
Tom Beatty


Ero avvocato come Harmon Whitney
o Kinsey Keene o Garrrison Standard,
perché anch’io dibattei la questione della proprietà,
sia pure alla luce artificiale, per trent’anni,
nella sala da gioco del teatro.
E vi dico che la Vita è un giocatore
che ci sovrasta di testa e di spalle.
Nessun sindaco può chiudere la bisca.
E chi perde può strillare quanto vuole:
non riavrà il suo denaro.
La percentuale della Vita e difficile coprirla;
essa serve le carte per cogliervi debole
e non per incontrarvi in piena forza.
E vi dà settant'anni per giocare:
se non riuscite in settant'anni,
non riuscite mai più.
Andatevene dalla stanza se perdete -
andatevene, quando il vostro tempo è finito.
È vile sedersi e brancicare le carte,
e maledire le perdite, con occhi cerchiati,
piagnucolando per tentare ancora.


Edgar Lee Masters

Andrea
04-February-2013, 13:27
Questa è una mia fotografia


È stata scattata qualche tempo fa.
A prima vista sembra
una copia
sciupata: contorni sfocati e chiazze grige
fuse nella carta:
poi se la esamini,
vedi nell’angolo a sinistra
qualcosa come un ramo: parte di un albero
(balsamina o abete) che affiora
e a destra, a metà di
quello che appare un dolce
declivio, una piccola casa di legno.
Sullo sfondo vi è un lago,
e oltre questo, basse colline.
(la foto è stata scattata
il giorno dopo che annegai.
Io sono nel lago, al centro
dell’immagine, appena sotto la superficie.
E’ difficile dire dove
con precisione, o dire
quanto grande o piccola io sia:
l’effetto dell’acqua
sulla luce inganna
ma se guardi abbastanza a lungo,
alla fine riuscirai a vedermi).


Margaret Atwood

Andrea
08-February-2013, 11:51
Il mausoleo di Humayún


Al dibattito delle vespe
la dialettica delle scimmie
gorgheggi delle statistiche
oppone
(alta fiamma rosa
fatta di pietra aria e uccelli
tempo in riposo sull'acqua)


l'architettura del silenzio.


Octavio Paz

Aleciccio
09-February-2013, 15:51
Un bar. Di notte, è evidente.
Potrebbe essere anche un cabaret, o un teatro.
Musica di pianoforte. O un bandoneón.
Chissà una chitarra.
Forse, pure, una canzone.
Dipende:
un tango, un bolero, una nostalgia greca,
qualcosa di impalpabile, come un blues,
irraggiungibile
come le cosce di questa ragazza di Venezia
che ti guarda dal fondo del tuo bicchiere.


Ricordare, quando uno è o sta solo,
fa più male che immaginare:
questo è quello che vogliamo dimostrare.
Il microfono amplifica la vera voce, l’assenza:
si tratta del viaggio a una donna come a una città
alla quale non si giunge da invisibile, da lontano.
E se uno giungesse e stesse lì, in lei,
si tratterebbe, con questa musica,
di una separazione
che sarà per sempre, come sempre.


A chi dare la colpa?
Sono destino il paese che non avesti,
la donna in cui non entrasti?


Una compagnia – qualsiasi–, più o meno coniugale,
o da poco incontrata, dico più o meno duratura,
mai l’amata non cercata,
mai la presentita,
distruggerebbe questa sensazione agrodolce o dolceamara
di ciò che non è, ciò che non fu,
senza che importi
la voce o il volto che le appartengono,
né l’età che le sue gambe sostengono:


ciò che non può essere
perché se fosse non sarebbe.


E in fondo, farebbe male che non facesse male.
Persino che non facesse male più di quanto fa male.


Jorge Enrique Adoum

Andrea
11-February-2013, 17:19
Atque in perpetuum frater...


Quanto inverno, quanta neve ho attraversato, Piero,
per venirti a trovare.


Cosa mi ha accolto?


Il gelo
della tua morte, e tutta
tutta quella neve bianca
di febbraio – il nero
della tua fossa.


Ho anch’io
detto le mie preghiere
di rito.


Ma solo,
Piero, per dirti addio
e addio per sempre, io
che in te avevo il solo e vero
amico, fratello mio.


Giorgio Caproni

Rosy
11-February-2013, 17:47
Questa poesia è struggente. Quanto dolore in pochi versi...
Rosy

kaipirissima
13-February-2013, 20:38
Che cos'è morire, se non stare nudi nel vento e disciogliersi al sole?
E che cos'è emettere l'estremo respiro se non liberarlo dal suo incessante fluire, così che possa risorgere e spaziare libero alla ricerca di Dio?
Solo se berrete al fiume del silenzio, potrete davvero cantare.
E quando avrete raggiunto la vetta del monte, allora incomincerete a salire.
E quando la terra esigerà il vostro corpo, allora danzerete realmente.

Kahlil Gibran

Aleciccio
11-April-2013, 15:42
ALL'ULTIMO ESAME

Se sono stati capaci tutti
sarò capace anch'io
nessuno è stato bocciato
tantomeno quaggiù rimandato
(magari essere rimandati sfuggire!)
capaci tutti proprio tutti,
di morire.

Vivian Lamarque

Rosy
30-April-2013, 21:13
MIA MADRE

Ti ho riempito la valigia.
E' piena di era e di fu
di momenti e pensieri
di volti e nomi
sorrisi e lacrime.
Aspettiamo assieme
che il treno parta.

Mi lascerai in silenzio
mentre ti fai
sempre più piccola.
E' il solito treno
che già conosci.
L'hai visto partire
altre volte
dalla nostra stazione
sempre più vuota.

Agli addii
ci siamo abituati.
Lo sai.
E quando arrivi
salutami gli altri.

Paolo Carbonaio

daniela
30-April-2013, 21:29
MIA MADRE

Ti ho riempito la valigia.
E' piena di era e di fu
di momenti e pensieri
di volti e nomi
sorrisi e lacrime.
Aspettiamo assieme
che il treno parta.

Mi lascerai in silenzio
mentre ti fai
sempre più piccola.
E' il solito treno
che già conosci.
L'hai visto partire
altre volte
dalla nostra stazione
sempre più vuota.

Agli addii
ci siamo abituati.
Lo sai.
E quando arrivi
salutami gli altri.

Paolo Carbonaio

Bellissima!

dolores
13-May-2013, 14:15
“Requiem” - R. L. Stevenson

Under thewide and starry sky,
Dig thegrave and let me lie.
Glad did Ilive and gladly die,
And I laidme down with a will.
This bethe verse you grave for me:
Here helies where he longed to be;
Home isthe sailor, home from sea,
And thehunter home from the hill.

Sotto il cielo ampio e stellato,
Scavate la tomba e ch'io giaccia.
Lieto vissi e lieto ora muoio,
Pronto e disposto al riposo.
Scolpite per me questi versi:
Qui giace nel luogo a lui caro;
Rientrato è il marinaio, rientrato dal mare,
E rientrato dal monte il cacciatore.

Rosy
04-June-2013, 20:30
TI HO SCONFITTO, MORTE


O morte, siediti e aspetta.
Prendi un bicchiere di vino e non trattare.
Una come te non tratta con nessuno,
uno come me non si oppone alla serva dell'invisibile.
Prendi fiato... forse sei spossata da questo giorno
di guerra astrale. Chi sono io perche tu mi faccia visita?
Hai tempo di esplorare il mio poema? No. Non è affar tuo
Tu sei responsabile della parte d'argilla
dell'uomo, non delle sue opere o delle sue parole.
O morte, ti hanno sconfitta tutte le arti.
Ti hanno sconfitta i canti della Mesopotamia,
l'obelisco dell'Egizio, le tombe dei Faraoni,
le incisioni sulla pietra di un tempio ti hanno sconfitta,
hanno vinto, ed è sfuggita ai tuoi tranelli
l'eternità…
e allora fa' di noi, fa' di te ciò che vuoi.
Mahmoud Darwish

Claire
19-June-2013, 23:36
Chiudo il tuo libro,
snodo le mie trecce,
o cuor selvaggio,
musico cuore…

con la tua vita intera
sei nei miei canti
come un addio a me.

Smarrivamo gli occhi negli stessi cieli,
meravigliati e violenti con stesso ritmo andavamo,

liberi singhiozzando, senza mai vederci,
né mai saperci, con notturni occhi.

Or nei tuoi canti
la tua vita intera
è come un addio a me.

Cuor selvaggio,
musico cuore,

chiudo il tuo libro,
le mie trecce snodo.

Sibilla Aleramo a Dino Campana, Mugello, 25-7-1916

Rosy
26-June-2013, 21:43
MORTE SEGRETA
Ora alla fine della tregua
tutto s'è adempiuto; vecchiaia
chiama morte e so che gioventù
è un lontano ricordo. Così
senza speranza di sapere mai
cosa stato sarei più che poeta
se non m'avesse tanta morte
dentro occluso e divorato, da me
prendo infernale commiato.

Dario Bellezza

Aleciccio
12-September-2013, 12:55
Oggi verrei a casa tua,
farei questo lungo viaggio
solo per infilare questi versi
nella fessura sotto la porta,
non potrei rompere
il divieto di rivederci.
Niente, vorrei dirti,
solo questo niente.
Fu detto già tutto.
Da quando ci siamo separati
sopravviviamo,
siamo la rovina di quel tempo.
Ma questo mio niente dopo di te
mi sostiene e si rafforza,
cresce bene con gli anni,
si fa grande, muta la voce,
non vuole più stare con me,
esce sempre più spesso
a cercare altro niente,
inutilmente bello come fui.
I nostri occhi han fissato il sole,
non guardano più,
ricordano di aver visto.
A che servirebbe rivederti ?
Perderei il mio niente.
Di tutte le cose che potevo fare
ho sempre scelto una sola,
monco di troppe vite non fatte
tu sei il Niente che mi ha scelto.
E ti appartengo sempre.

Roberto Pazzi (http://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_Pazzi)

Rosy
12-September-2013, 14:45
Questa poesia, bellissima e triste, che conoscevo. si presta a varie interpretazioni. grazie Ale! e ciao
Rosy

Andrea
02-November-2013, 15:33
Pianto per Eliodora


Lacrime anche lì, attraverso la terra
ti offro, Eliodora, reliquie d’amore,
nell’Ade, lacrime aspre sulla tomba
molto compianta, memoria dei miei
desideri, memoria del mio amore.
Ah, miseramente, miseramente
io Meleagro qui piango su te, cara
anche tra i morti, vana
offerta ad Acheronte. Ah, dov’è il mio
amato germoglio? Lo strappò Ade,
lo strappò. Ed ora la polvere sporca
il vivo fiore. Terra che ci nutri,
ti supplico, accogli tenera al tuo
seno, madre, quella che tutti piangono.


Meleagro

Rosy
03-January-2014, 12:14
E adesso, di nuovo, voglio te,
voglio la tua totale attenzione,
la tua biancheria
che scivola giù in fretta
e resta appesa a un piede,
e nella mia testa niente
se non essere dentro
l’unico luogo
che non ha un dentro
e non ha un fuori.

- Leonard Cohen -

Rosy
03-January-2014, 17:45
E adesso, di nuovo, voglio te,
voglio la tua totale attenzione,
la tua biancheria
che scivola giù in fretta
e resta appesa a un piede,
e nella mia testa niente
se non essere dentro
l’unico luogo
che non ha un dentro
e non ha un fuori.

- Leonard Cohen - Vi ringrazio per aver condiviso questi bellissimi versi, ma devo confessare di avere sbagliato thread!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ( volevo metterli in EROTICA!!!!!!!)
mi perdonate?
Rosy

Rosy
03-January-2014, 20:30
Non piangere sulla mia tomba …

Non piangere sulla mia tomba Non sono qui.
Non sto dormendo. Io sono mille venti che soffiano;
Sono lo scintillio del diamante sulla neve
Sono il sole che brilla sul grano maturo
Sono la pioggia lieve d’autunno.
Quando ti svegli nella calma mattutina
Sono il rapido fruscio degli uccelli che volano in cerchio
Sono la tenera stella che brilla nella notte
Non piangere sulla mia tomba Io non sono lì.

Canto degli indiani Navajo

daniela
23-January-2014, 15:37
Le pratiche inevase

Signore, a fare data dal mese prossimo
voglia accettare le mie dimissioni.
E provvedere, se crede, a sostituirmi.
Lascio molto lavoro non compiuto,
Sia per ignavia, sia per difficoltà obiettive.
Dovevo dire qualcosa a qualcuno,
ma non so più che cosa e a chi: l'ho scordato.
Dovevo anche dare qualcosa,
una parola saggia, un dono, un bacio;
ho rimandato da un giorno all'altro. Mi scusi,
Provvederò nel poco tempo che resta.
Ho trascurato, temo, clienti di riguardo.
Dovevo visitare città lontane, isole, terre deserte;
le dovrà depennare dal programma
o affidarle alle cure del successore.
Dovevo piantare alberi e non l'ho fatto;
costruirmi una casa, forse non bella, ma conforme a un disegno.
Principalmente, avevo in animo un libro meraviglioso, caro signore,
che avrebbe rivelato molti segreti, alleviato dolori e paure,
Sciolto dubbi, donato a molta gente
Il beneficio del pianto e del riso.
Ne troverà traccia nel mio cassetto,
in fondo, tra le pratiche inevase;
Non ho avuto tempo per svolgerla.
È peccato, sarebbe stata un'opera fondamentale.

Primo Levi

Andrea
03-April-2014, 13:02
Qui

Passeggero, per quanto doloroso,
Non scordarlo:
Sarai scordato anche tu
Come si scorda tutto –
Come anche tu tra poco scorderai
Questo rigido
Freddo
Questo sfiatato corpo
Che giace.


Andonis Fostieris

Andrea
09-June-2014, 18:25
Che sollievo
poter anche dire almeno una volta:
no non era efficiente
e cambiava spesso lavoro
no non era diligente
e lavorava soltanto
se non aveva altra scelta

se no
preferiva leggere sport o playboy
si piazzava al cinema già al pomeriggio
(Eddi Costantine era il suo preferito)
sorseggiava cognac nei caffè all’aperto
meditava sulla grazia delle donne
o sulle colombe sopra il campanile

in primavera vagava
nel verde tenero e sfacciato dei campi
l’estate la passava a pancia all’aria
bene oliato e comodo in piscina
poi in autunno se ne andava
lungo i boschi silenziosi
prima di cercarsi per l’inverno
un lavoro
e un’amica
perché non gli piaceva
passare le feste da solo

che sollievo
in un mondo
che si scardina
per troppa efficienza:
un uomo che ha saputo
godersi i giorni buoni
prima che
dopo qualche giorno cattivo
ora
arrivasse per lui l’ultimo

Kurt Marti

daniela
25-June-2014, 23:08
Un po' lunga, ma merita...


da Pianissimo per non svegliarti

Non essere morte
se vuol dire che mi trascuri
che mi sveglio e si sveglia
con me solo la spina acuminata
dell’assenza. Voglio che tu sia
carezza, sospensione prima
di un abbraccio, corrente.
Trascinami verso di te
come facevi con le parole
sobria brillandole una a una:
sono –
proprio-
contenta –
che –
tu –
sia –
qui -
Come dentro le tue mani ospitali
le mie inezie si tramutavano
in doni grandi.
Sei uno sciame di nulla?
Semini luce?
Sei nella direzione dei gerani rossi?
Sei me?

Prendimi teneramente
nella memoria scalza
nella tua anima di filo forte
nell’invisibile rete:
anch’io
anch’io
senza significati,
sedia impagliata,
teiera,
rubinetto che sgocciola
anch’io
tutto.
E’ troppo breve la vita
per riascoltare la tua voce?
Mandami in sogno parole lunghe
lunghissime
che manchi il tempo
per pronunciarle.
Mandami parole,
che bacino le labbra.

Pensa, la relazione di ora
questa nuova faccia
dell’amore,
la chiamano lutto.

Chandra Livia Candiani

Rosy
26-June-2014, 16:27
NON SO QUANDO SPUNTERA' L'ALBA


Non so quando spunterà l'alba
non so quando potrò
camminare per le vie del tuo paradiso
non so quando i sensi
finiranno di gemere
e il cuore sopporterà la luce.
E la mente (oh, la mente!)
già ubriaca, sarà
finalmente calma
e lucida:
e potrò vederti in volto
senza arrossire.


Da Canti ultimi, Garzanti, 1991
David Maria Turoldo

Andrea
28-June-2014, 18:13
Brano dal mio testamento

Non voglio che tu sia lo zimbello del mondo.
Ti lascio il sole che lasciò mio padre
a me. Le stelle brilleranno uguali, e uguali
t’indurranno le notti a dolce sonno,
il mare t’empirà di sogni. Ti lascio
il mio sorriso amareggiato: fanne scialo,
ma non tradirmi. Il mondo è povero
oggi. S’è tanto insanguinato questo mondo
ed è rimasto povero. Diventa ricco tu
guadagnando l’amore del mondo.
Ti lascio la mia lotta incompiuta
e l’arma con la canna arroventata.
Non l’appendere al muro. Il mondo ne ha bisogno.
Ti lascio il mio cordoglio. Tanta pena
vinta nelle battaglie del mio tempo.
E ricorda. Quest’ordine ti lascio.
Ricordare vuol dire non morire.
Non dire mai che sono stato indegno, che
disperazione m’ha portato avanti e son rimasto
indietro, al di qua della trincea.
Ho gridato, gridato mille e mille volte no,
ma soffiava un gran vento, e pioggia, e grandine:
hanno sepolto la mia voce. Ti lascio
la mia storia vergata con la mano
d’una qualche speranza. A te finirla.
Ti lascio i simulacri degli eroi
con le mani mozzate, ragazzi che non fecero a tempo
ad assumere austera forma d’uomo,
madri vestite di bruno, fanciulle violentate.
Ti lascio la memoria di Belsen e di Auschwitz.
Fa’ presto a farti grande. Nutri bene
il tuo gracile cuore con la carne
della pace del mondo, ragazzo, ragazzo.
Impara che milioni di fratelli innocenti
svanirono d’un tratto nelle nevi gelate
in una tomba comune e spregiata.
Si chiamano nemici: gia! i nemici dell’odio.
Ti lascio l’indirizzo della tomba
perché tu vada a leggere l’epigrafe.
Ti lascio accampamenti
d’una città con tanti prigionieri:
dicono sempre sì, ma dentro loro mugghia
l’imprigionato no dell’uomo libero.
Anch’io sono di quelli che dicono, di fuori,
il sì della necessità, ma nutro, dentro, il no.
Così è stato il mio tempo. Gira l’occhio
dolce al nostro crepuscolo amaro.
Il pane è fatto pietra, l’acqua fango,
la verità un uccello che non canta.
È questo che ti lascio. Io conquistai il coraggio
d’essere fiero. Sfòrzati di vivere.
Salta il fosso da solo e fatti libero.
Attendo nuove. È questo che ti lascio.

Kriton Athanasulis

Rosy
28-June-2014, 20:24
La conoscevo.E' bellissima e non mi stanco di rileggerla. ciao

Andrea
13-August-2014, 11:14
La morte non mi mette più paura.
Ci vanno continuamente
tanti che conosco.


Troverò la strada,
seguendo tranquillamente
le loro tracce fresche.


Sigbjørn Obstfelder

daniela
22-September-2014, 22:37
L'aurora che attendo

Sogno fontane di acque
fiumi e cascate di acque
e praterie sconfinate ove
la luce danzi col suo
abito da sposa

e un angelo che suoni il flauto
nel silenzio di una dolcissima
aurora...

ma non è che un pallido sogno:
altra
è l'Aurora che attendo:

pure in timore e tremore...

David Maria Turoldo

daniela
23-September-2014, 15:15
Curva minore

Perdimi, Signore, che non oda
gli anni sommersi taciti spogliarmi,
si che cangi la pene in moto aperto:
curva minore
del vivere m'avanza.

E fammi vento che naviga felice,
o seme d'orzo o lebbra
che sé esprima in pieno divenire.

E sta facile amarti
in erba che accima alla luce,
in piaga che buca la carne.

Io tento una vita:
ognuno si scalza e vacilla
in ricerca.

Ancora mi lasci: son solo
nell'ombra che in sera si spande,
né valico s'apre al dolce sfociare del sangue.

Salvatore Quasimodo

Serena-fundy
24-September-2014, 20:00
Diluente

La vicina del numero quattordici rideva oggi sulla porta
da dove un mese fa è uscito il funerale del figlio piccolo.
Rideva in modo naturale con l’anima nel volto.
D’accordo: è la vita.
Il dolore non dura perchè il dolore non dura.
D’accordo.
Ripeto: d’accordo.
Ma il mio cuore non è d’accordo.
Il mio cuore romantico fa delle sciarade con l’egoismo della vita.
Ecco la lezione, o anima di gente!
Se la madre dimentica il figlio che uscì da lei ed è morto,
chi si prenderà la briga di ricordarsi di me?

Sono solo al mondo, come un mattone rotto...
Posso morire come la rugiada si asciuga...
Per un’arte naturale della natura solare...
Posso morire per volontà dell’oblio,
posso morire come nessuno...
Ma questo duole,
questo è indecente per chi ha un cuore...
Questo...
Sì, questo mi rimane nella strozza come un sandwich alle lacrime...
Gloria? Amore? L’anelito di un’anima umana?
Apoteosi alla rovescia...
Datemi acqua minerale, che voglio dimenticare la Vita!...

Fernando Pessoa

2773

daniela
06-October-2014, 22:36
Mi nasconda la notte e il dolce vento.
Da casa mia cacciato e a te venuto
mio romantico fiume lento.

Guardo il cielo e le nuvole e le luci
degli uomini laggiù così lontani
sempre da me. Ed io non so chi voglio
amare ormai se non il mio dolore.

La luna si nasconde e poi riappare
- lenta vicenda inutilmente mossa
sovra il mio capo stanco di guardare.

Sandro Penna

Rosy
11-November-2014, 15:24
Er mortorio
(Aldo Fabrizi (http://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Fabrizi) Roma 1/11/1905 – Roma 2/4/1990)

Appresso ar mio nun vojo visi affritti,
e pe’ fa’ ride pure a ‘st’occasione
farò un mortorio con consumazione...
in modo che chi venga n’approfitti.

Pe’ incenso, vojo odore de soffritti,
‘gni cannela dev’esse un cannellone,
li nastri – sfoje all’ovo e le corone
fatte de fiori de cocuzza fritti.

Li cuscini timballi de lasagne,
da offrì ar momento de la sepportura
a tutti quelli che “sapranno” piagne.

E su la tomba mia, tutta la gente
ce leggerà ‘sta sola dicitura:
“Tolto da questo mondo troppo al dente”.

Traduzione:

Il funerale

Dietro al mio non voglio visi afflitti
e per far ridere pure in quest'occasione
farò un funerale con consumazione...
in modo che chi venga ne approfitti.

Per incenso, voglio odore di soffritti,
ogni candela dev’essere un cannellone,
i nastri – sfoglie all’uovo e le corone
fatte di fiori di zucca fritti.

I cuscini timballi di lasagne,
da offrire al momento della sepoltura
a tutti quelli che “sapranno” piangere.

E sulla tomba mia, tutta la gente
ci leggerà questa sola dicitura:
“Tolto da questo mondo troppo al dente”.

Andrea
07-December-2014, 22:16
Se inserisco qui il mio nome


la mia faccia è quella di mia madre ma
capita a volte che guardandomi allo specchio
veda con chiarezza i tratti degli altri i fratelli e le sorelle
come se tutti pur già morti affiorassero sul mio viso come
dalle acque di un lago profondo e il mio segreto stesse lì
dentro quel riemergere lento a caso dal fango senza corpo


eppure ora l’uno ora l’altro dicendomi
segnando tutti i passaggi del tempo
il carattere i traumi e le gioie inscritte sotto e dentro la pelle
senza sentirmi mai trafitta dai ganci neri di un dolore legato alla perdita
sono là li vedo con chiarezza
mi attraversano in un disegno li vivo




Fernanda Ferraresso

Andrea
26-December-2014, 21:48
Non c'è bisogno


Vedo un posto vuoto a tavola.
Di chi è? Di chi altro? Chi voglio prendere in giro?
La barca attende. Non c’è bisogno di remi
né di vento. La chiave l’ho lasciata
nel solito posto. Tu sai dove.
Ricordati di me e di tutto quello che abbiamo fatto insieme.
Ora stringimi forte. Così. Dammi un bel bacio
sulle labbra. Ecco. Ora
lasciami andare, carissima. Lasciami andare.
Non c’incontreremo più in questa vita,
perciò ora dammi un bacio d’addio. Su, ancora uno.
E un altro. Ecco. Adesso basta.
Adesso, carissima, lasciami andare.
È ora di avviarsi.


Raymond Carver

Rosy
08-February-2015, 19:52
UNA MORTALE PESANTEZZA SUL CUORE

A volte sulla sponda della via
preso da un infinito scoramento
mi seggo; e dove vado mi domando,
perché cammino. E penso la mia morte
e mi vedo già steso nella bara
troppo stretta fantoccio inanimato...
Quant’albe nasceranno ancora al mondo
dopo di noi!
Di ciò che abbiam sofferto
di tutto ciò che in vita ebbimo a cuore
non rimarrà il più piccolo ricordo.
Le generazioni passan come
onde di fiume...
Una mortale pesantezza il cuore
m’opprime.
Inerte vorrei esser fatto
come qualche antichissima rovina
e guardare succedersi le ore,
e gli uomini mutare i passi, i cieli
all’alba colorirsi, scolorirsi
a sera...
Camillo Sbarbaro

Andrea
15-June-2015, 11:56
TRITTICO DELL’INNOCENZA di Francesca Genti

LAIKA (1954-1957)

È morta Laika.
Piccola bastarda.
Giovane e carina.
Nome vero: Kudrjavka
(in russo vuole dire “ricciolina”).
Naso umido e innocente.

È morta sola.
In assenza di gravità.
Sola come un cane in assenza di pietà.
È morta come solo un cane solo su una capsula spaziale
sovietica sparata dalla terra in orbita verso l’infinito.
Ha sentito caldo e freddo.
Poi ha guaito.

Poi niente: il vuoto siderale.
Il requiem delle stelle.
La notizia sul giornale.

***

DOLLY (5 luglio 1996 – 14 febbraio 2003)

È morta Dolly,
la pecora clonata:
ma come ha fatto,
se non era mai nata?

***

CITA (1931-2011)

È morta Cita,
ha avuto una gran vita:
soldi, salute, camicia hawaiana,
fama, successo e più di una banana.
Ha mantenuto la promessa americana.

Abitava, ottantenne, in un ospizio trés huppé:
una “Villa Arzilla”, ma per scimpanzè,
dove dipingeva e suonava il pianoforte
aspettando con contegno che arrivasse la morte.

E mentre passeggiava sul viale del tramonto
arrivò per lei il momento di saldare il proprio conto.
Le si accostò una lunga limousine:
“è ora, mia cara, di raggiungere Rin Tin Tin”

Indigowitch
15-June-2015, 14:48
Struggente, questo "Trittico".
Ho pensato alla storia di Laika giusto ieri, quando in Rete e sui giornali si parlava dell'astronauta italiana appena rientrata.
Pensavo a quanto sia stato crudele e ingiusto che un esserino innocente abbia pagato con la vita il prezzo del "progresso".
Non verranno mai spese parole a sufficienza per gli innocenti, umani o animali che siano, sacrificati dall'avidità umana.

Rosy
15-June-2015, 16:32
Struggente, questo "Trittico".
Ho pensato alla storia di Laika giusto ieri, quando in Rete e sui giornali si parlava dell'astronauta italiana appena rientrata.
Pensavo a quanto sia stato crudele e ingiusto che un esserino innocente abbia pagato con la vita il prezzo del "progresso".
Non verranno mai spese parole a sufficienza per gli innocenti, umani o animali che siano, sacrificati dall'avidità umana. D'accordo in tutto e per tutto!

daniela
25-September-2015, 22:53
CONGEDO DEL VIAGGIATORE CERIMONIOSO

Amici, credo che sia
meglio per me cominciare
a tirar giù la valigia.
Anche se non so bene l’ora
d’arrivo, e neppure
conosca quali stazioni
precedano la mia,
sicuri segni mi dicono,
da quanto m’è giunto all’orecchio
di questi luoghi, ch’io
vi dovrò presto lasciare.

Vogliatemi perdonare
quel po’ di disturbo che reco.
Con voi sono stato lieto
dalla partenza, e molto
vi sono grato, credetemi
per l’ottima compagnia.

Ancora vorrei conversare
a lungo con voi. Ma sia.
Il luogo del trasferimento
lo ignoro. Sento
però che vi dovrò ricordare
spesso, nella nuova sede,
mentre il mio occhio già vede
dal finestrino, oltre il fumo
umido del nebbione
che ci avvolge, rosso
il disco della mia stazione.

Chiedo congedo a voi
senza potervi nascondere,
lieve, una costernazione.
Era così bello parlare
insieme, seduti di fronte:
così bello confondere
i volti (fumare,
scambiandoci le sigarette),
e tutto quel raccontare
di noi (quell’inventare
facile, nel dire agli altri),
fino a poter confessare
quanto, anche messi alle strette
mai avremmo osato un istante
(per sbaglio)’ confidare.

(Scusate. E una valigia pesante
anche se non contiene gran che:
tanto ch’io mi domando perché
l’ho recata, e quale
aiuto mi potrà dare
poi, quando l’avrò con me.
Ma pur la debbo portare,
non fosse che per seguire l’uso.
Lasciatemi, vi prego, passare.
Ecco. Ora ch’essa è
nel corridoio, mi sento
più sciolto. Vogliate scusare.)

Dicevo, ch’era bello stare
insieme. Chiacchierare.
Abbiamo avuto qualche
diverbio, è naturale.
Ci siamo – ed è normale
anche questo – odiati
su più d’un punto, e frenati
soltanto per cortesia.
Ma, cos’importa. Sia
come sia, torno
a dirvi, e di cuore, grazie
per l’ottima compagnia.

Congedo a lei, dottore,
e alla sua faconda dottrina.
Congedo a te, ragazzina
smilza, e al tuo lieve afrore
di ricreatorio e di prato
sul volto, la cui tinta
mite è sì lieve spinta.

Congedo, o militare
(o marinaio! In terra
come in cielo ed in mare)
alla pace e alla guerra.
Ed anche a lei, sacerdote,
congedo, che m’ha chiesto se io
(scherzava!) ho avuto in dote
di credere al vero Dio.

Congedo alla sapienza
e congedo all’amore.
Congedo anche alla religione.
Ormai sono a destinazione.

Ora che più forte sento
stridere il freno, vi lascio
davvero, amici. Addio.
Di questo, sono certo: io
son giunto alla disperazione
calma, senza sgomento.

Scendo. Buon proseguimento

Giorgio Caproni

Andrea
19-October-2015, 16:11
Io a te dico
voglio abbia i miei occhi
la morte quando arriva,
voglio specchiarmi appena civettuola
dentro la vita fatta e da finire.


Per una volta essere
la mia garbata ospite,
porgermi la mano in piedi
poi farmi accomodare,
piano accostare le persiane
e senza rimpianti uscire.


Mariella De Santis

Enribello
08-October-2016, 17:53
Tu hai voluto riposare
in terra morta e in oblio
Credevi di poter vivere solo
nel mare, o nei boschi.
Poi hai saputo che la vita
è solitudine tra gli uomini
e solitudine tra le valli.
Che i giorni circolanti
nel tuo petto erano solo insegne
di dolore fra il tuo pianto. Povero
amico. Non sapevi nulla né piangevi nulla

Mai me ne rido
della morte.
Semplicemente
capita che
non ho
paura di
morire
tra
uccelli ed alberi.
Non me ne rido della morte.
Ma a volte ho sete
e chiedo un po’ di vita,
a volte ho sete e domando
quotidianamente, e come sempre
capita che non trovo risposte
ma una risata profonda
e nera. Già l’ho detto, mai
soglio ridere della morte,
ma sì conosco il suo bianco
volto, il suo tetro vestito.

Non me ne rido della morte.
Tuttavia, conosco la sua
bianca casa, conosco
la sua bianca veste, conosco
la sua umidità e il suo silenzio.
E’ chiaro, la morte non
mi ha ancora fatto visita,
e vi chiederete: che ne
sai? Non ne so nulla.
Anche questo è vero.
Nondimeno, so che all’arrivo
io la starò aspettando,
la starò aspettando in piedi
o forse facendo colazione.
La guarderò soavemente
(che non si spaventi)
e siccome mai ho riso
della sua tunica, l’accompagnerò
solitario e solitario.

Javier Heraud

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Enribello
04-April-2017, 16:31
Non voglio una cassa qualunque, voglio un sarcofago
con striature di tigre e una faccia dipinta
tonda come la luna, con gli occhi sgranati in su.
Voglio sembrare che li guardo quando verranno
a scavarmi fra ottusi minerali e radici.
Già li vedo – pallide facce, a una distanza astrale.
Adesso non sono nulla, non sono nemmeno in fasce.
Li penso senza né padri né madri, come gli dei primigeni.
Si domanderanno se io sia stata importante.
Dovrei come frutta candire e conservare i miei giorni!
Il mio specchio si appanna –
ancora qualche fiato e non specchierà più niente del tutto.
I fiori e le facce si sbiancano come un lenzuolo.
Dello spirituale non mi fido. Sguscia via come vapore
nei sogni, per le fessure della bocca o degli occhi. Non posso
fermarlo, né mai tornerà. Ma non così le cose.
Loro restano, con quel piccolo brillìo particolare,
da tante mani scaldato, con un brusìo di piacere.
Se avrò freddo alle piante dei piedi,
mi consolerà l’occhio azzurro del mio turchese.
Siano con me le mie casseruole di rame, i miei vasi di coccio
mi fioriscano intorno notturni fiori, dal buon profumo.
Mi avvolgeranno nelle bende, deporranno il mio cuore
sotto i miei piedi in un bel pacchettino.
Non mi riconoscerò quasi. Sarà tutto buio,
ma ci sarà il fulgore di questi piccoli oggetti più dolce che il
viso di Ishtar.

Sylvia Plath


http://www.truth-tradition.com/wp/wp-content/uploads/2013/03/Ishtar.png

Estella
04-April-2017, 19:59
Funerale senza tristezza

Questo non è esser morti,
questo è tornare
al paese, alla culla:
chiaro è il giorno
come il sorriso di una madre
che aspettava.
Campi brinati, alberi d’argento, crisantemi
biondi: le bimbe
vestite di bianco,
col velo color della brina,
la voce colore dell’acqua
ancora viva
fra terrose prode.
Le fiammelle dei ceri, naufragate
nello splendore del mattino,
dicono quel che sia
questo vanire
delle terrene cose
– dolce –,
questo tornare degli umani,
per aerei ponti
di cielo,
per candide creste di monti
sognati,
all’altra riva, ai prati
del sole.

Antonia Pozzi - 3 dicembre 1934

Enribello
01-December-2017, 09:23
Lei non capisce perché
la sua anima piange per un uomo
che neppure conosce.
Cerca quella minima brezza
che offra un’insperata
resurrezione
davanti alla tomba senza nome.

María Laura Decésare

https://thumbs.dreamstime.com/t/sepulcro-del-soldado-desconocido-del-invierno-en-la-nieve-6521662.jpg

daniela
06-December-2017, 22:24
Elogio all'ombra

La vecchiaia (è questo il nome che gli altri le danno)
può essere il tempo della nostra felicità.
L’animale è morto o è quasi morto.
Rimangono l’uomo e la sua anima.
Vivo tra forme luminose e vaghe
che non sono ancora le tenebre.
Buenos Aires,
che prima si lacerava in suburbi
verso la pianura incessante,
è diventata di nuovo la Recoleta, il Retiro,
le sfocate case dell’Once
e le precarie e vecchie case
che chiamiamo ancora il Sur.
Nella mia vita sono sempre state troppe le cose;
Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare;
il tempo è stato il mio Democrito.
Questa penombra è lenta e non fa male;
scorre per un mite pendio
e assomiglia all’eternità.
I miei amici non hanno volto,
le donne sono quel che erano molti anni fa,
gli incroci delle strade potrebbero essere altri,
non ci sono lettere sulle pagine dei libri.
Tutto questo dovrebbe intimorirmi,
ma è una dolcezza, un ritorno.
Delle generazioni di testi che ci sono sulla terra
ne avrò letti solo alcuni,
quelli che continuo a leggere nella memoria,
a leggere e a trasformare.
Dal Sud, dall’Est, dall’Ovest, dal Nord,
convergono i cammini che mi hanno portato
nel mio segreto centro.
Quei cammini furono echi e passi,
donne, uomini, agonie, resurrezioni,
giorni e notti,
dormiveglia e sogni,
ogni infimo istante dello ieri
e di tutti gli ieri del mondo,
la ferma spada del danese e la luna del persiano,
gli atti dei morti, il condiviso amore, le parole,
Emerson e la neve e tante cose.
Adesso posso dimenticarle. Arrivo al mio centro,
alla mia algebra, alla mia chiave,
al mio specchio.
Presto saprò chi sono.

Jorge Luis Borges

daniela
01-March-2018, 21:53
Che tu sia vivo o morto
non vedo cambiare
in nulla – per questo –
il mio amore.
Non dipende dal fatto di vederti
già non ti vedevo.
Non dipende dal fatto di sentirti
da quanto tempo mai non ti parlavo.
E quanto al fare l’amore
lo facevo già da sola
solo pensando a te.
Non cambia nulla la tua morte
come il sole
quando è tramontato
splende
in altro luogo della terra
come la luna è nascosta
dalla luce del giorno eppure
presente
presente eternamente.

Donatella Bisutti
da “Rosa alchemica”, Crocetti Editore, 2011

Enribello
29-April-2018, 09:44
Potremmo parlare di politica
o di arte
o del ritroso amore
però
al massimo
queste sarebbero solo parole vane.
Potremmo citare Borges
o Sabato
o Saramago
però questi antidoti contro la stupidità
non servirebbero a nulla.
Potremmo fingere
allora
bevendo una birra Huari (ben fredda)
o addormentandoci davanti alla tv
o scrivendo una poesia come questa
nemmeno questo cambierebbe le cose.
Fuori c’è la morte
la mia morte
avvicinandosi alla casa
lenta
decisa
inesorabile.
Ed entrerà

Oscar Gutiérrez Peña


http://ajedrez12.com/wp-content/uploads/2016/08/el_septimo_sello_ingmar_bergman-300x126.jpg

Enribello
18-December-2018, 14:58
Ti hanno raccontato che ero sparito
però sai che non è vero.
Ho adottato la forma dell’assenza
restando sulla soglia di casa tua.
Ogni tanto innaffio le tue piante,
il tuo cane mi abbaia e il tuo vicino morto
si muove come chi carezza sua moglie.
Dormi tranquilla nel tuo rifugio;
circondata da un’oscura laguna.
Perché sai che il mio spirito gufo
si prende cura di te dalla finestra.

Lucas Garcete​ (https://lucasgarcete.wordpress.com/biografia/)

http://i055.radikal.ru/1108/25/ae498c3aa751.jpg