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Estella
27-April-2018, 23:00
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Alfonsina Storni Martignoni (Sala Capriasca, 29 maggio 1892 – Mar del Plata, 25 ottobre 1938) è stata una poetessa, drammaturga e giornalista argentina, esponente del postmodernismo.



DUE PAROLE

All’orecchio questa notte mi hai detto due parole
comuni. Due parole stanche
di essere dette. Parole
che da vecchie si son fatte nuove.
Due parole così dolci, che la luna che passava
filtrando tra i rami
nella mia bocca si è fermata. Due parole così dolci
che una formica mi cammina sul collo e resto immobile
non provo nemmeno a scacciarla.
Due parole così dolci
che senza volerlo esclamo: oh, che bella, la vita!
Così dolci e così mansuete
che oli profumati scorrono sul corpo.
Così dolci e così belle
che nervose, le mie dita,
si muovono verso il cielo imitando una forbice.
Vorrebbero le mie dita
tagliare stelle.

(da Il dolce danno, 1918)

Estella
27-April-2018, 23:02
PRESENTIMENTO

Ho il presentimento che vivrò molto poco.
Questa mia testa assomiglia a un crogiolo,
purifica e consuma,
ma senza un gemito, senza un accenno di orrore.
Per uccidermi chiedo che un pomeriggio senza nubi,
sotto il limpido sole,
nasca da un grande gelsomino una vipera bianca
che dolce, dolcemente, mi punga il cuore.

(da Il dolce danno, 1918)

Estella
27-April-2018, 23:04
UOMO

Uomo, io voglio che tu comprenda il mio male,
uomo, io voglio che tu mi dia dolcezza,
uomo, io vado per i tuoi stessi sentieri;
figlio di madre: comprendi la mia pazzia...

(da Irrimediabilmente, 1920)

Estella
27-April-2018, 23:06
CANCELLATA

Il giorno in cui morirò, la notizia
seguirà le solite procedure,
da un ufficio all’altro con precisione
dentro ogni registro verrò cercata.
E là molto lontano, in un paesino
che sta dormendo al sole su in montagna,
sopra il mio nome, in un vecchio registro,
mano che ignoro traccerà una riga.

(da Languidezza, 1920)

Estella
27-April-2018, 23:08
PETTO BIANCO

Perché io ho il petto bianco, docile,
inoffensivo, dev’essere che le tante
frecce che vanno nell’aria vagando
prendono la sua direzione e lì si piantano.
Tu, la mano perversa che mi ferisce,
se questo è il tuo piacere, poco ti basta;
il mio petto è bianco, è docile ed è umile:
fuoriesce un po' di sangue... dopo, nulla.

(da Languidezza, 1920)

Estella
27-April-2018, 23:24
VADO A DORMIRE

Denti di fiori, cuffia di rugiada,
mani d'erba, tu, tenera nutrice,
rabboccami le lenzuola di terra
e la trapunta di muschio cardato.
Vado a dormire, nutrice mia, addormentami.
Mettimi una lampada al capezzale;
una costellazione, quella che ti piace;
tutte sono buone;
abbassala un poco.
Lasciami sola:
senti i germogli spuntare...
ti culla un piede celestiale da lassù
e un uccello intona il suo canto
affinché dimentichi... grazie.
Ah, un favore:
se chiama ancora al telefono
digli di non insistere, sono uscita..

P.S. Un addio struggente ma senza sbavature, scritto in un piccolo albergo su Mar del Plata.