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Rosy
15-November-2011, 21:40
« Il più bello dei mari / è quello che non navigammo. / Il più bello dei nostri figli / non è ancora cresciuto. / I più belli dei nostri giorni / non li abbiamo ancora vissuti. / E quello / che vorrei dirti di più bello / non te l'ho ancora detto »







Nazim Hikmet-Ran (Salonicco (http://www.scompaginando.it/wiki/Salonicco), 20 novembre (http://www.scompaginando.it/wiki/20_novembre) 1902 (http://www.scompaginando.it/wiki/1902) – Mosca (http://www.scompaginando.it/wiki/Mosca_(Russia)), 3 giugno (http://www.scompaginando.it/wiki/3_giugno) 1963 (http://www.scompaginando.it/wiki/1963)) è stato un poeta (http://www.scompaginando.it/wiki/Poeta), drammaturgo (http://www.scompaginando.it/wiki/Drammaturgo) e scrittore (http://www.scompaginando.it/wiki/Scrittore) turco (http://www.scompaginando.it/wiki/Turchia) naturalizzato (http://www.scompaginando.it/wiki/Naturalizzazione) polacco (http://www.scompaginando.it/wiki/Polonia).

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Rosy
15-November-2011, 21:48
Perchè mi piace particolarmente?
Lo preferisco ad altri perchè trovo, innanzitutto, la sua poesia di lettura
estremamente semplice, non ermetica.Non avendo bisogno, perciò, di trovare
interpretazioni, posso lasciare con facilità che i suoi versi mi pervadano il
cuore e la mente....
Amo le sue poesie, che sono, nello stesso tempo,
malinconiche , ma ricche di speranza nel futuro e negli uomini.
Mi sorprende
sempre il fatto che Hikmet sia passato attraverso tante prove dolorose -il
carcere, innanzitutto, il lungo esilio -ed abbia mantenuto intatto l'amore, non
tanto quello verso la moglie, che adorava, e di cui sentì la mancanza sempre, ma
soprattutto verso l'uomo, in senso lato.
Prendete, per esempio la poesia "benvenuta, donna mia!":

Benvenuta, donna mia, benvenuta!
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
certo sei stanca
come potrò lavarti i piedi
non ho acqua di
rose né catino d’argento
certo avrai sete
non ho una bevanda fresca da
offrirti
certo avrai fame
e io non posso apparecchiare
una tavola con
lino candido
la mia stanza è povera e prigioniera
come il nostro
paese.
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
hai posato il piede nella mia
cella
e il cemento è divenuto prato
hai riso
e rose hanno fiorito le
sbarre
hai pianto
e perle son rotolate sulle mie palme
ricca come il
mio cuore
cara come la libertà
è adesso questa prigione.
Benvenuta,
donna mia, benvenuta!


.. questi versi ne sono l'esempio
:
....hai posato il piede nella mia cella
e il cemento è divenuto
prato
hai riso
e rose hanno fiorito le sbarre
hai pianto
e perle son
rotolate sulle mie palme
..................
Non è triste, ma dolcissima, e
piena di speranza.

La nostalgia verso ciò che ha dovuto lasciare (in
esilio) traspare fortemente da molte delle sue produzioni; nella mia preferita, SONO CENT'ANNI,
quel ripetere più volte "..sono cent'anni che non ho visto il suo
viso......
e tra noi il tempo è di cent'anni
di cent'anni la strada,
e
da cent'anni nella penombra
corro dietro a te. "
mi dà un senso di
rimpianto, di struggimento, ma è una nostalgia dolce, non inasprita dal dolore e
dalla solitudine.....

La
tristezza sulle mie spalle
è una camicia di tela da vela
lavata all'acqua
di mare
con una spazzola di ferro
sul ponte spazzato dal vento.
E in
questo villaggio del sud, senza sosta nè tregua,
il sole rosseggia e si
gonfia di miele
sulle fanciulle e dentro le albicocche.

Bakù, 1957.
Rosy:-P:-P

galloway
15-November-2011, 21:55
Ciao Rosy. Anche a me piace Nazim Hikmet. Ricordo che quando pubblicai il libro "Dizionario di una catastrofe" nel 1999 sulle tragiche frane di Sarno (che mi videro sopravvissuto insieme alla mia famiglia) sul frontespizio scelsi alcuni suoi versi. Eccoli, te li ripropongo e te li dedico:

"La vita non è uno scherzo. Prendila sul serio. Come fa lo scoiattolo, ad esempio, senza aspettarti nulla al di fuori o nell'aldilà. Non avrai altro da fare che vivere. La vita non è uno scherzo. Prendila sul serio. Ma sul serio a tal punto che a settant'anni, ad esempio, pianterai degli ulivi non perché restino ai tuoi figli, ma perchè non crederai nella morte, pur temendola e la vita peserà di più sulla bilancia".

Rosy
15-November-2011, 22:08
Sono tra i più bei versi- e profondi!- che abbia mai letto e ascoltato.
Il fatto che mi provengano da te mi onora. E parlo sul serio... Grazie della condivisione.
Ciao !
Rosy:-P

Serena-fundy
20-November-2011, 17:02
Il raggio è riempito di miele
i tuoi occhi son pieni di sole.
I tuoi occhi, mia rosa, saranno cenere
domani, e il miele continuerà
a riempire altri raggi.Non mi fermo a rimpiangere i giorni passati
- salvo una certa notte d’estate –
e anche l’ultima luce dei miei occhi azzurri
ti annuncerà lieti giorni futuri.
Un giorno, madre natura dirà: “Mia creatura
hai già riso, hai già pianto abbastanza”.
E di nuovo, immensa
sconfinata, ricomincerà
la vita, senza occhi, senza parola, senza
pensiero…

Rosy
07-December-2011, 20:34
Che sta facendo adesso

Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
È a casa? Per la strada?
Al lavoro? In piedi? Sdraiata?
Forse sta alzando il braccio?
Amor mio
come appare in quel movimento
il polso bianco e rotondo!
Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
Un gattino sulle ginocchia
lei lo accarezza.
O forse sta camminando
ecco il piede che avanza.
Oh i tuoi piedi che mi son cari
che mi camminano sull’anima
che illuminano i miei giorni bui!
A che pensa?
A me? o forse... chi sa
ai fagioli che non si cuociono.
O forse si domanda
perché tanti sono infelici
sulla terra.
Che sta facendo adesso
Adesso, in questo momento?

Nazim Hikmet

Rosy
07-December-2011, 20:38
SONO CENT'ANNI



Stoccolma, 1960

Sono cent’anni che non ho visto il suo viso
che non ho passato il braccio
attorno alla sua vita
che non mi son fermato nei suoi occhi
che non ho interrogato
la chiarità del suo pensiero
che non ho toccato il suo ventre
eravamo sullo stesso ramo insieme
eravamo sullo stesso ramo
caduti dallo stesso ramo ci siamo separati
e tra noi il tempo è di cent’anni
di cent’anni la strada
e da cent’anni nella penombra
corro dietro a te.

N.Hikmet

Rosy
20-January-2012, 21:11
Anche questa è meravigliosa:

DURANTE TUTTO IL VIAGGIO.....




Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse come la mia ombra
mi stava accanto anche nel buio
non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi
quando si dorme si perdono le mani e i piedi
io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno
durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse fame o sete o desiderio
del fresco nell'afa o del caldo nel gelo
era qualcosa che non può giungere a sazietà
non era gioia o tristezza non era legata
alle città alle nuvole alle canzoni ai ricordi
era in me e fuori di me.
durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia.

Rosy:-P:-P

Claire
28-January-2012, 16:13
1949

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d'estata
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.

Nazim Hikmet

Chomsky
28-January-2012, 16:25
Il mio secolo non mi fa paura
Il mio secolo non mi fa paura,
il mio secolo pieno di miserie e di crudeltà
il mio secolo coraggioso e eroico.
Non dirò mai che sono vissuto troppo presto
o troppo tardi.
Sono fiero di essere qui, con voi.
Amo il mio secolo che muore e rinasce
un secolo i cui ultimi giorni saranno belli:
il mio secolo splenderà un giorno
come i tuoi occhi.

Chomsky
28-January-2012, 16:30
Autobiografia (1962)
Sono nato nel 1902
non sono più tornato
nella città natale
non amo i ritorni indietro
quando avevo tre anni
abitavo Alep
con mio nonno pascià
a 19 anni studiavo a Mosca
all'università comunista
a 49 ero a Mosca di nuovo
ospite del comitato centrale
del partito comunista
e dall'età di 14 anni
faccio il poeta
alcuni conoscon bene le varie specie
delle piante altri quelle dei pesci
io conosco le separazioni
alcuni enumerano a memoria i nomi
delle stelle io delle nostalgie
ho dormito in prigioni e anche in alberghi di lusso
ho sofferto la fame compreso lo sciopero della fame
e non c'è quasi pietanza
che non abbia assaggiata
quando avevo trent'anni hanno chiesto
la mia impiccagione
a 48 mi hanno proposto
per la medaglia della Pace
e me l'hanno data
a 36 ho traversato in sei mesi
i quattro metri quadrati
di cemento
della segregazione cellulare
a 59 sono volato
da Praga all'Avana
in diciotto ore
ero di guardia davanti alla bara di Lenin nel '24
e il mausoleo che visito sono i suoi libri
han provato a strapparmi dal mio Partito
e non ci son riusciti
e non sono rimasto schiacciato
sotto gl'idoli crollati
nel 51 con un giovane compagno
ho camminato verso la morte
nel 52 col cuore spaccato ho atteso la morte
per quattro mesi sdraiato sul dorso
sono stato pazzamente geloso delle donne ch'ho amato
non ho invidiato nemmeno Charlot
ho ingannato le mie donne
non ho sparlato degli amici
dietro le loro spalle
ho bevuto ma non sono stato un bevitore
ho sempre guadagnato il mio pane
col sudore della mia fronte
che felicità
mi sono vergognato per gli altri e ho mentito
ho mentito per non far pena agli altri
ma ho anche mentito
senza nessun motivo
ho viaggiato in treno in areoplano in macchina
i più non possono farlo
sono stato all'Opera
i più non ci vanno non sanno
nemmeno che cosa sia
e dal '21 non sono entrato
in certi luoghi frequentati dai più
la moschea la sinagoga la chiesa
il tempio i maghi le fattucchiere
ma mi è capitato
di far leggere la mia sorte
nei fondi di caffè
le mie poesie sono pubblicate
in trenta o quaranta lingue
ma nella mia Turchia
nella mia lingua turca
sono proibite
il cancro non l'ho ancora avuto
non è necessario che l'abbia
non sarò primo ministro
d'altronde non ne ho voglia
anche non ho fatto la guerra
non sono sceso nei ricoveri
nel mezzo della notte
non ho camminato per le vie
sotto gli aerei in picchiata
ma verso i sessant'anni mi sono innamorato
in una parola compagni
anche se oggi a Berlino sono sul punto
di crepar di tristezza
posso dire di aver vissuto
da uomo
e quanto vivrò ancora
e quanto vedrò ancora
chi sa.

Rosy
06-May-2012, 21:57
"Come sei bella
l’aria e l’acqua di Istanbul nel tuo sorriso
la voluttà della mia città nel tuo sguardo
o mia sultana, o mia signora, se tu lo permettessi
e se il tuo schiavo Nazim Hikmet l’osasse
sarebbe come se respirasse e baciasse Istanbul
sulla tua guancia
ma sta attenta
sta attenta a non dirmi avvicinati
mi sembra che se la tua mano toccasse la mia
cadrei morto sul pavimento".

(Nazim Hikmet (http://www.scompaginando.it/it/author/Nazim+Hikmet/))
:-P:-P

Rosy
16-May-2014, 21:58
Tallinn, dicembre 1961


A sud del golfo di Finlandia la notte
vicino al mare brumoso
l'albero di Natale scintilla
tra oscure torri gotiche
corazze di cavalieri teutoni
e ciminiere di fabbriche
l'albero di Natale
l'albero di Natale canta
sulla piazza bianca di neve
canzoni dell'Estonia
lunghissimo scintillante
pagliuzzato d'oro
l'albero di Natale

tu sei nella palla di vetro rosso
i tuoi capelli son paglia gialla le ciglia azzurre
sono io che l'ho appesa
mettendotici dentro
il tuo collo bianco è lungo e rotondo
ti ho messa nella palla di vetro rosso
con i miei dubbi
con le mie ansietà con le mie parole
le mie speranze le mie carezze
a tutti gli alberi di Natale a tutti gli alberi
a tutti i balconi le finestre i chiodi le nostalgie
ho appeso la palla di vetro rosso.

.
Nazim Hikmet