PDA

Visualizza la versione completa : Maria di Ísili di Cristian Mannu



daniela
12-May-2016, 21:59
"Dalle mie parti c’è sempre stato vento. Vento possente e intrigante. Vento che fruga e che rende impazienti. Vento che sembra salire da un lontanissimo mare a levigare le pietre e spezzare famiglie e rami di alberi forti. Ma se la tua faccia non ha mai preso schiaffi sull’altopiano di Nurri, non puoi capirmi. E non puoi capire come si sente l’avena selvatica di Mandas a maggio, quando ondeggia alta e verde e irrequieta come oggi.”

4126

vincitore ex aequo della XXVIII edizione del Premio Calvino (http://premiocalvino.it/) 2015

4127

"Il suo primo libro Maria di Ísili (Giunti 2016), col quale ha vinto il Premio Calvino, è un libro scritto per e sulla Sardegna: vi si racconta attraverso la successione di dieci differenti voci la storia tormentata di Maria e della sua famiglia, distrutta da un unico gesto senza ritorno: la fuga della giovane, appena sedicenne, con il marito della sorella.

Maria, adolescente fantasiosa, colta, ardente, capace di tessere incredibili arazzi di rame e lana muovendo le dita sul telaio come un pianista sul pianoforte, muove il passo che cambierà tutta la sua vita per amore. E amore è quello che indusse sua madre a lasciare la Sicilia per la Sardegna inseguendo un uomo già sposato, e sempre amore – delle donne, dei loro corpi – quello che brucia in Antonio Lorrài, il ramaio gitano bello come un eroe, spingendolo a una vita di vagabondaggi ed errori.

Cristian Mannu dipinge un paesaggio naturale di selvaggia bellezza quando descrive le terre, i venti, e le campagne infuocate di papaveri viola, e al contrario ci fa scivolare nelle depressioni più nere quando si tratta di dare vita a scenari cittadini: i soldi che mancano, gli appartamenti ammuffiti, le vie labirintiche e opprimenti di una Cagliari periferica e sfasciata, grigia di persone sole e di stanze dove distruggersi, gli uomini di alcol, le donne di lavoro."

(da internet)



Consigliatissimo, un ottimo libro scritto molto bene! Cristian Mannu fa parlare i diversi protagonisti della storia (ogni capitolo una voce narrante diversa) e ognuno racconta la propria versione dei fatti. Una storia intensa che si legge in un giorno, scritta divinamente.



“Già me lo ricordo il giorno ched’è nata. Ancora un po’ se la voleva tirare fuori da sola, la testa della figlia. E piangevano tutt’e due, mamma e figlia, attaccate. Ma lo dovevo immaginare dagli occhi che andava a finire male. Io l’avevo detto che occhi così azzurri non si capiva da dove erano usciti, che il babbo ce li aveva neri più del camino sporco di fuliggine e la mamma non lo sapevi proprio di che colore ce li aveva: un giorno erano lucidi come le foglie dei lecci e un altro sembravano castagne che bruciano al fuoco e un altro ancora invece erano gialli come pietre di Prenu Ollas. Io già l’avevo detto che doveva averci messo lo zampino un angelo e su dimoniu"