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Visualizza la versione completa : La passione ribelle - Paola Mastrocola



Enribello
30-December-2015, 21:00
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Oggi non si studia più. È da predestinati alla sconfitta. Lo studio evoca Leopardi che perde la giovinezza, si rovina la salute e rimane solo come un cane. È Pinocchio che vende i libri per andare a vedere le marionette. È la scuola, l’adolescenza coi brufoli, la fatica, la noia, il dovere. È un’ombra che oscura il mondo, è una crepa sul muro: incrina e abbuia la nostra gaudente e affollata voglia di vivere nel presente.
Lo studio è sparito dalle nostre vite. E con lui è sparito il piacere per le cose che si fanno senza pensare a cosa servono.
La cosa più incredibile è che non importa a nessuno. Proprio alle persone che scelgono di vivere lo studio in modo così pieno, appassionato, vero e totalizzante è dedicato questo libro: "Chi studia è sempre un ribelle - scrive Mastrocola nella dedica iniziale - . Uno che si mette da un'altra parte rispetto al mondo e, a suo modo, ne contrasta la corsa. Chi studia si ferma e sta: così, si rende eversivo e contrario".

dal web


Questo libro mi e’ piaciuto e secondo me ha un pregio : quello di far discutere insegnanti studenti e genitori. Perche’ il ritratto della scuola e delle sue componenti che ne esce e’ abbastanza impietoso. Mi piacerebbe che lo leggessero gli insegnanti di questo forum per sentire quello che ne pensano.L'autrice,passando anche da Pessoa e Kavafis a Seneca, dice tante cose e non posso riassumerle tutte…alcune le condivido altre non mi trovano d’accordo. Ne metto qualcuna sotto.
La Mastrocola chiede con una punta di ironia..

”se ammiriamo l'impegno, lo sforzo, la fatica degli atleti, perché non avviene altrettanto con chi studia? Perche’ lo studio non seduce, non è cool", perché in fin dei conti "chi studia è uno sfigato". Oggi il vero gesto rivoluzionario e’essere scollegati dalle chat, dal cellulare, dai social, e recuperare la bellezza della solitudine. Perché "solo se spegniamo ogni tanto le connessioni siamo di nuovo esseri liberi". E pensanti.”

E su questo concordo. Difficilmente siamo soli con noi stessi...o navighiamo su google, o messaggiamo col cell o guardiamo FB…e’ anche vero che le cose sono cambiate da quando andavo a scuola io...


"I genitori sono diventati dei grandi nemici dello studio dei figli."

Non tutti ovviamente, ma è vero, per molti genitori lo studio è secondario rispetto a tutto il resto. Ad esempio si lamentano dei troppi compiti del fine settimana… ma anche di quelli della settimana stessa….perche’ i bimbi devono andare a nuoto ,al corso di inglese o spagnolo, a danza ,in palestra,a violino….. io direi di non stressarli con tutte queste attivita’…. e dico anche che se non si impara a studiare dalle elementari difficilmente lo farai dopo…vero anche che lo sport e’ importante…difficile conciliare le due cose. Io a un certo punto dovetti smettere di fare sport a certi livelli.


"Meno pretendi da una persona, meno quella persona si sentirà autorizzata a darti."

Off corse……


"I ragazzi non sanno/vogliono studiare."

Tutte le generazioni precedenti, pensano che le successive studino male. ..e’ un classico.E quelli/e che studiano non fanno notizia.
Il punto non è che si studia di meno .Il punto è che questa società non consente a chi vuole studiare materie umaniste di sopravvivere.
In Italia non si investe sulla cultura. Quindi tutti o quasi pensano a studi che consentano un piu' facile ingresso al lavoro. E pure qui ci sarebbe da discutere.
Pretendere poi di dedicarsi ad una vita di studio come ha fatto la Mastrocola è impossibile per la maggior parte delle persone che appartengono a strati sociali medio-bassi
A un certo punto l'autrice si chiede quanti siano oggi percentualmente i docenti che trascorrono le ore libere dall’insegnamento leggendo libri pertinenti alla loro materia.

"Probabilmente pochi, perche’ la scuola tende sempre più a occupare il loro tempo con riunioni sulla programmazione didattica, sull’orientamento in entrata e in uscita, sull’uso delle nuove tecnologie"


Questo e’ vero , ma mi chiedo…quanti prof liberati da questi “doveri” studierebbero nel tempo libero le loro materie?


"La formazione eterna"

Qui l’autrice punta il dito contro “la formazione eterna “...cioe’ una generazione che pur di non lavorare passerebbe dalla laurea al dottorato a vari corsi di stage.. ….ma lo stage non e’ tanto formazione quanto un periodo di lavoro forzato spesso gratis o pagato male ...non penso che uno/a preferisca questo a uno stipendio…

"Non facciamo altro che riunirci credo succeda in qualsiasi ambito lavorativo. Abbiamo tutti quanti maturato questa mania,questo perverso desiderio di autocostrizione chissa’ perche’,cosa ci piace del riunirci di continuo…smettiamo di lavorare per riunirci.Per stabilire criteri regole priorita’analizzare dati impostare strategie prendere o rimandare decisioni e naturalmente programmare nuovi riunioni "



Su questo ha perfettamente ragione...succede anche da noi.



"Mi bastava chiudermi in biblioteca e tutto mi spariva dalla mente. Se non facevo attenzione mi dimenticavo anche delle persone che mi stavano piu’ a cuore anche della pappa di mio figlio per dire.E’ che mi piaceva cosi tanto stare immersa in quei libri che ogni altra cosa della vita mi sembrava un impedimento….andare a cena fuori vedere gli amici andare al cinema mi sembrava ingombrante….."

Mi dispiace….no. Esiste anche una vita al di fuori dello studio….e lo dice il sottoscritto che ha studiato tanto, frequentato biblioteche e fatto ricerche….ma che ha sempre trovato il tempo per “il buon bere la bella musica e le belle signorine” ( cosi diceva un mio vecchio prof)…. :mrgreen:
Comunque da leggere.
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