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Visualizza la versione completa : Non ora, non qui - Erri De Luca



maureen
28-February-2012, 13:16
Sto leggendo il mio primo Erri De Luca "Non ora, non qui".

maureen
29-February-2012, 23:16
Sto leggendo il mio primo Erri De Luca "Non ora, non qui".

La lettura è molto coinvolgente e ti cattura.
La prima impressione a fine libro è stata quella di immaginare De Luca impegnato a smussare gli angoli, limare i contorni e lasciare al lettore esclusivamente il nucleo centrale, il fulcro, l'essenziale.
Il di più, quello che non serve non c'è, non compare.

De Luca scrive della sua infanzia.
A causa della guerra e della povertà la sua famiglia ( benestante ) è costretta a vivere in una casa tra i vicoli di Napoli. Non abituati a quello stile di vita ( le urla, la confusione dei vicoli ) i genitori De Luca non vogliono assolutamente che i loro figli scendano in strada, e anzi, non devono fare neanche confusione in casa, proprio in assoluto contrasto con tutto quello che li circonda.
E c'è un passaggio, tra i tanti, che riporto ed è quello che si riferisce alla reazione di Erri De Luca nel momento in cui, tornati alla normalità e con i miglioramenti dal punto di vista economico, la famiglia si trasferisce e cambia quartiere.

...Dalla cucina della vecchia casa fissavo il muro di tufo davanti, alzando gli occhi dal libro di scuola. Era vecchia pietra, coi buchi di scolo invasi da ciuffi di vegetazione. Lo conoscevo come un alpinista conosce la sua montagna e sa sempre dove mettere le mani. Sapevo dove mettere gli occhi per pensare ai colori e vederli apparire. Fissavo un punto di quel muro, sempre quello, e da lì si allargava una macchia di blu che copriva tutto. Cominciavo dal blu, colore dell’inchiostro che il pennino lasciava sulla carta assorbente, poi venivano gli altri...


...Nella casa nuova c’erano alla finestra tutti i colori pronti. Il cielo era sotto di noi, l’aria non portava odori, guardavo dai vetri il mondo spalancato. Con la testa vuota e gli occhi assorti non sapevo più niente di quel che vedevo. Il Vesuvio era nero con case e paesini imbiancati. Il cielo aveva spazi sconfinati da seguire, senza linee di tetti e balconi ed ogni aereo che faceva rumore lo potevo guardare. Le nuvole confondevano il vento, smembrandosi in corsa e il vento correva e ringhiava da cane pastore per tenerle unite in branco. Verso sera tutte le forme possibili si placavano in linee di rosso dove il sole scendeva e chiamava tutto il cielo a rompersi e a sparire.
Non riuscivo a studiare, non riuscivo ad immaginare...

E poi ci sono la consapevolezza che ad un certo punto le persone che abbiamo avuto accanto non ci saranno più, i giorni in cui Erri impara a non attendere, i ricordi della sua infanzia, le sue assenze impenetrabili, i suoi pensieri.
Il tutto scritto in maniera così precisa, così essenziale.
Non mi resta quindi che consigliarvi vivamente la lettura.