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Visualizza la versione completa : Notturno indiano - Antonio Tabucchi



Baudin
20-October-2012, 00:05
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"Notturno indiano" è stato scritto nel 1984.

Note dell'Editore in seconda di copertina:
Un'ipotesi dell'autore - una giustificazione per un modo di raccontare così allusivo - è che questo libro potrebbe servire da guida per un amante di percorsi incongrui. E vi è certo dell'incongruo in questa ricerca di un amico disperso, ombra di un passato segnato - s'indovina - da una qualche definitiva rottura; in quest'India conosciuta solo nelle camere d'albergo, negli ospedali, e che pure balugina attraverso i colloqui essenziali con profeti incontrati sui pullman, con gesuiti portoghesi, con gnostici di una società teosofica. Ma è un'incongruità che dall'esplicitarsi di suggerimenti, da concomitanze che si rivelano necessarie, si riordina a metodo. È il lato notturno e occulto delle cose il tema di Notturno indiano.

Commento
“Questo libro oltre che un’insonnia, è un viaggio. L’insonnia appartiene a chi ha scritto il libro, il viaggio a chi lo fece” (Dalla nota introduttiva dell’Autore).
In questo viaggio chi lo fece descrive i luoghi non con l’occhio del turista, ma con l’attenzione indagatrice di chi è abituato a cogliere l’essenza delle cose. Anche i personaggi incontrati e i dialoghi raccontati, indicano una propensione all’analisi, ma in maniera originale, indiretta, con le caratteristiche che emergono attraverso i dialoghi e non per descrizione palese. Ciò è rafforzato dal fatto che questi incontri avvengono tutti di notte . “E’ il lato notturno e occulto delle cose” e “ Questo Notturno è la ricerca di un’Ombra”.
Chi racconta cerca un vecchio amico di cui si sono perse le tracce in India e la ricerca avviene sulla base di indizi labili, informazioni a volte false a volte sfumate. E’ una ricerca insistente ma in realtà neanche il protagonista sa perché cerca l’amico. “Forse cerca un passato, una risposta a qualcosa che un tempo gli sfuggì. In qualche modo sta cercando sè stesso”.
E’ importante trovare sé stessi, ma siamo sicuri di volere andare fino in fondo? E’ la domanda che emerge dal romanzo e che trova una apparente risposta nell’importanza del cercare, per fare luce sul lato oscuro della vita, rappresentato simbolicamente dal Notturno e dalla professione del protagonista del romanzo, ricercatore di vecchi manoscritti negli archivi più remoti.
Il viaggio descritto avviene tra Bombay, Madras, Goa ed altre località comprese tra queste, in un itinerario che non ha una logica, che è incongruo, come dice Tabucchi stesso.
Perché quello che importa è fare il viaggio, comunque e indipendemente dal risultato finale, aggiungo io come considerazione personale.:)