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Visualizza la versione completa : Il dono dell'acqua - Silvano Nuvolone



Rosy
30-December-2011, 18:32
TRAMA:
...ABBAZIA DI LUCEDIO,ANNO DEL SIGNORE MILLESIMO DUECENTESIMO SESTO...un enigma,celato da una scritta vergata nel medioevo da un monaco,è lo spunto per un'avventura coinvolgente,vissuta a cavallo dei secoli. I protagonisti sono immersi in un tempo lontano,dove i giorni sono lenti e ricchi di pensieri. Le nebbie di Lucedio, che da sempre occultano i suoi misteri, per un attimo paiono diradarsi ma è soltanto un'illusione: la foschia dei secoli ricopre l'Abbazia e la selva intorno. Una figura inquietante,il volto nascosto da un cappuccio di monaco, compare fra le rive di questa terra d'acque,forse a volerci ricordare la pochezza della nostra condizione.

Una premessa; quando sono entrata nel forum, avevo principalmente due interessi da condividere:la poesia ed i gialli.
Meraviglia: in questo romanzo inaspettato, a me sconosciuto...ho trovato entrambi!
Così mi sono ritrovata- io, che non amo i romanzi storici- a leggere, leggere, quasi stregata da una storia suggestiva e densa di atmosfere misteriose.
La storia si sviluppa su due piani temporali: l'anno 1206 ed i giorni nostri.
Come in ogni giallo che si rispetti, la vicenda inizia con un indizio apparentemente banale ...un coccio: un pezzetto di piatto, di quelli che nel passato venivano murati nelle pareti degli edifici.
Ma è un coccio speciale, che smuove subito la fantasia della giovane e la incoraggia a cercare oltre, per sapere quali segreti nasconda....
Ed i segreti saranno molti, e di una portata ben superiore all'immaginazione più fervida.

Sull'altro piano temporale, la vita che scorre lenta , con preghiera e studio, tra i monaci dell'Abbazia di Lucedio.
Padre Ugo, uno dei personaggi-chiave del racconto, riscuote più di tutti le mie simpatie.
Un bravissimo erborista, desideroso di conoscere e sperimentare nuove cure, ma prima di tutto un monaco, soggetto all'obbedienza totale , anche quando non sarebbe d'accordo con i suoi superiori.
Che deve rinunciare alla sua missione, ma trova il coraggio di disobbedire per occultare le sue preziose ricerche.
E chissà che molti secoli dopo, proprio una testarda ragazza riesca a trovare quelle preziose pergamene...

La parte che si svolge nel Medioevo è densa di mistero, affascinante: ci si trova proiettati in quell'epoca quasi senza rendersi conto....
Il passaggio da un periodo all'altro -capitolo dopo capitolo- è fluido; l'autore è riuscito ad unire,con un filo invisibile , due vicende lontanissime nel tempo ma strettamente legate fra loro .

AQVA BONA. Queste due brevi parole saranno il "Leit motiv " di tutta la vicenda. Cosa avrà voluto significare la scritta trovata sul coccio?
E l'altra parte, AB INFERIS...dall'inferno?
E la frase inquietante, che ricorre spesso:-Abbi di queste cose il giusto timore...?
Da una parte si snoda la lunga e meticolosa ricerca della giovane- che la porterà a scoperte inquietanti ;dall'altra , seguendo le vicende del monaco Ugo, si arriva a conoscere che cosa avvenne in quel lontano tempo, finchè tutti i fili si ricongiungono in un finale a sorpresa.

Storia avvincente al massimo e scritta con ottimo stile.
Ultimo, una poesia che pervade ogni riga, ogni pagina.
Sembra di entrare in un mondo di magia, dove l'atmosfera è rarefatta e tutto è possibile...anche sentire dei passi felpati di sandali che ti seguono, mentre la nebbia avvolge tutto come un velo....
Ecco, la nebbia: elemento che accompagna tutta la storia come una presenza viva. Che dà un tocco di poesia in più.

Se dovessi citare i brani significativi, le descrizioni poetiche..trascriverei tutto il libro.
Una sola..pennellata.
"Una luna macchiata di nubi d'afa si alzò adagio sopra l'ultima corda di risaia, mentre una figura col cappuccio sembrò muoversi, come soffio di vento, sulla riva della roggia Lamporo, a pochi sandali dal poss dal diav (=pozzo del diavolo)."
Consigliatissimo, anche a chi- come me- non ama i romanzi storici.
Rosy

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Claire
30-December-2011, 22:49
Cara Rosy,

leggere questo tuo bel commento a "Il dono dell'acqua" è gioia per me. Le tue considerazioni sono le stesse che feci io: un romanzo pervaso di poesia in ogni riga, in ogni pagina.
La narrazione scorre fluida come il pacato ruscellare di un fiume, leggera come la nebbia e delicata come il tocco del più soffice dei fiocchi di neve.
Si viene emozionalmente catturati dalla bellezza descrittiva dei personaggi e dei paesaggi che sfumano nelle nebbie di Lucedio.
La storia è davvero avvincente, costruita su elementi storici che si mescolano a leggende che da sempre avvolgono il complesso abbaziale cistercense di Lucedio.
La tenacia di Lisa nella ricerca degli indizi che svelino il segreto lasciato da maestro Ugo mi ha conquistata.
Ma anche per me, cara Rosy, il personaggio che ho amato di più è stato Maestro Ugo.
Di grande bellezza interiore. Di lui mi ha conquistata la sua coraggiosa ricerca della conoscenza, in un luogo e in un tempo dove viene giudicata abiezione.
La sua osservazione dei fenomeni visibili e invisibili lo portano alla conoscenza di un medicamento. Alla scoperta benefica di come togliere malattia e dolore che affliggono gli uomini. E come può Maestro Ugo obbedire alla regola monastica che vede nei fenomeni della natura la mano non di un dio benevolo bensì quella del male? Non ho potuto che essere dalla sua parte... proprio come hai fatto tu cara Rosy.


Dalla parte di chi ha speranza che un giorno le cose cambieranno. La Speranza.

Dalla parte di chi ha cuore.


Sono felicissima di aver condiviso con te la bellezza di questo libro.
Grazie Rosy.


E grazie anche a Silvano Nuvolone per averlo scritto.

Ciao
Claire

daniela
13-January-2012, 23:10
Il dono dell'acqua

L'abbazia di Lucedio credo che per sempre in me resterà indissolubilmente legata alla sensazione di acqua che scorre e guarisce, di nebbia che copre e nasconde.
Straordinario il talento di Silvano Nuvolone, pura poesia capace di avvolgere il lettore fin dalle prime pagine e immergerlo nell'atmosfera ovattata di nebbia, sentendo il fascino dell'acqua cristallina, dell'acqua che lava, dell'acqua che salva, dell'AQVA BONA.
Le cose che non si vedono esistono e spesso sono dentro di noi, riuscire a scoprire quello che non si vede è la ricerca di una vita intera.

Il fascino dell'acqua è stato talmente potente che ho sentito la necessità di bere due bicchieri di acqua, gustandoli come mai prima d'ora. AQVA BONA.



P.S. Il libro l'ho ordinato alla casa editrice (tipobaima@gmail.com), sono straordinariamente efficienti nell'invio.

Baudin
05-June-2012, 23:17
Il buio dell’ignoto, l’angoscia della superstizione, l’affanno dell’ignoranza, la cecità dell’arroganza, l’incapacità del potere.
L’uomo si è sempre imbattuto nel lato peggiore del suo simile e di sé stesso. Eppure la luce del nuovo ha affascinato e guidato le menti aperte, ha scaturito l’originalità del pensiero e delle azioni che non si sono lasciati avvinghiare dalla rivalsa della pochezza. In fondo l’Aqua bona scaturisce da fonti che la mente curiosa, ma solo essa, non fatica a trovare. E’ cosa che costantemente accade nei tempi.
Il richiamo dei tempi è duplice in questo romanzo. La doppiezza del mistero è nei tempi. Il mistero della Torino esoterica di oggi un po’ nella scia di Fruttero e Lucentini ma descritta senza la loro ironia. Il mistero del Medio Evo, religioso e austero, alla maniera di Eco, ma senza la ricerca razionale e filosofica che lo caratterizza.
Due misteri che in Nuvolone sono semplificati e richiamano un solo modo di intendere la scrittura: la storia narrata come bisogno spirituale, interiore, poetico. Non mera razionalità, quindi, ma semplice speranza, anelito. In questa semplicità si specchiano alcuni personaggi del romanzo, manifestando fino in fondo la genuinità narrativa dell’Autore che si cala e si cela in essi.
E’ ciò che rende più godibile questo racconto e che non permette di catalogarlo, rimanendo esso sospeso tra la levità nebbiosa del sogno, la leggera purezza dello spirito e la gravativa necessità terrena del cinismo.
La linearità costante del comportamento di Maestro Ugo ci dà l’indicazione della dirittura morale, della coerenza della fede non solo in senso religioso ma anche scientifico. Egli sa che ciò che Dio ha creato, l’uomo cerca, per questo si può venir meno all’ubbidienza della regola, in nome di un più elevato bisogno di verità. Invece la parabola segnata dal comportamento di Lisa ci dimostra lo scontro continuo nell’uomo moderno tra idealismo e materialismo. La velata amarezza che residua alla fine del romanzo è segno dei nostri tempi, la verità è artefatta e piegata alle esigenze del potere, la felicità dei singoli è parzialmente delegata all’accettazione del compromesso, vera colonna portante della società.
Il messaggio di speranza di Nuvolone resta nella poesia che permea il suo racconto, anche se velata dal sussulto finale, inevitabile e inesorabile, del realismo cinico e arrogante. E’ l’eterna lotta tra il bene e il male.:)