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Rosy
14-October-2012, 22:40
Trama:
Ghitta, l'anziana titolare di una pensione nel centro storico di Parma, viene trovata assassinata nel suo appartamento. Il commissario Soneri, incaricato del caso, inizia senza troppo entusiasmo un'indagine che lo spinge a ripercorrere una parte dolorosa del suo passato. Proprio da Ghitta aveva conosciuto la moglie Ada, persa prematuramente. L'inchiesta apre uno squarcio sulla vita della vecchia che, ricchissima, non aveva solo trasformato la pensione in un albergo a ore frequentato dai notabili della città, ma si era arricchita praticando aborti clandestini e con un'attività di "medicona" con cui aveva raggirato molti sprovveduti. E la stessa Ada aveva avuto rapporti con lei...

Storia di Ada. Quali riflessioni mi ispira...

Una donna tormentata. (Io sento le persone tormentate "a pelle").
Una donna che ha vissuto una grande storia d'amore, che le ha riservato, però, molto dolore.
Un amore per un uomo che comunque ha ritenuto più importanti di lei i suoi ideali politici , ed ha fatto le sue scelte di conseguenza.
Il trauma di una gravidanza interrotta, con chissà quali dolorosi sensi di colpa e rimpianti nell'animo.
La vita al fianco di un uomo buono, Soneri, a cui voleva bene, ma che non era l'"amore", quello grande: era la tranquilla serenità, il porto dove si approda dopo le burrasche.
Ed è proprio una di quelle burrasche, l'aborto clandestino, a causare la sua morte prematura; quasi come se si portasse dietro una maledizione, per quel vecchio amore che aveva ormai relegato nell'angolino dei ricordi.
O.. dei rimpianti?
E' anche questo che si chiede Il commissario Soneri, quando l'inchiesta sulla morte di Ghitta, vecchia trafficona dalle molte sfaccettature, lo proietta- suo malgrado-nel passato.
In quel passato che sarebbe meglio non risvegliare, o il dolore sopito torna a bruciare!

Come sempre, io sottolineo.
Non sono per me libri rovinati, sono VISSUTI. Che è diverso.

qualche riga qua e là, che mi hanno colpita e..affondata.

La nebbia, protagonista e regina, nella vicenda.

"...La città nella nebbia, soprattutto. La città senza più una dimensione certa, nel suo cuore ricurvo di vicoli, dove un velo d'acqua deforma come una lente mal tornita le distanze, trasformate in prospettive ingannevoli. Dove i passi che rimbombano sembrano assorbiti da un abisso prossimo, in cui il cammino va a sprofondare.
E dove gli uomini soli si sentono ancora più soli."

Una considerazione amarissima di Soneri, che mi dà i brividi, perchè mi tocca terribilmente da vicino.

"..Quel che facciamo da un certo punto in poi della vita è cercare di riempire il vuoto che ci si para davanti. Per questo progettiamo, ci poniamo dei traguardi,corriamo per raggiungerli. Ma nelle pause, ci tormenta, implacabile, la convinzione che tutto ciò non serva a nulla. Mi sembrano ridicoli anche gli assassini, nella loro smania di affermare sè stessi. Se solo sapessero...."

Tremende , queste parole. Proprio perchè sono vere.

E questo flash, che ci descrive in tre righe la frenesia pre-natalizia?

"....Ora, invece, sentiva un rombo continuo di passi entrare dalla finestrella a filo della strada. Un tramestio di gente imbizzarrita dalle feste, la vita che preme vanamente con una sciocca fretta. E tutto si risolve in una breve corsa, un frullare d'ali rapido e presto spento come il volo della pernice."

Verso il finale della storia.

"Sapeva che gli sarebbero rimaste per sempre le cicatrici. E quel senso di vuoto, di cammino senza una meta simile a tante sue passeggiate nella nebbia".

Mi fermo qua, o lo cito tutto.
L'affittacamere: Veramente un romanzo da gustare pagina per pagina.
Rosy

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