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Visualizza la versione completa : Nessuno si salva da solo - Mazzantini Margaret



Rosy
23-April-2015, 13:48
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Trama

Delia e Gaetano erano una coppia. Ora non lo sono più, e stasera devono imparare a non esserlo. Si ritrovano a cena, in un ristorante all'aperto, poco tempo dopo aver rotto quella che fu una famiglia. Lui si è trasferito in un residence, lei è rimasta nella casa con i piccoli Cosmo e Nico. La passione dell'inizio e la rabbia della fine sono ancora pericolosamente vicine. Delia e Gaetano sono ancora giovani, più di trenta, meno di quaranta, un'età in cui si può ricominciare. Sognano la pace ma sono tentati dall'altro e dall'altrove. Ma dove hanno sbagliato? Non lo sanno. Tre anni dopo "Venuto al mondo", Margaret Mazzantini torna con un romanzo che è l'autobiografia sentimentale di una generazione. La storia di cenere e fiamme di una coppia contemporanea con le sue trasgressioni ordinarie, con la sua quotidianità avventurosa. Una coppia come tante, come noi. Contemporaneamente a noi.


Romanzo per me di forte impatto emotivo.
La Mazzantini passa con la disinvoltura di una scrittrice ormai completa dal “romanzone” Venuto al mondo, cronaca straziante di un amore, di una maternità sofferta, col contorno della guerra a Serajevo, ad una storia “minima”.

La vicenda di una coppia, una come mille dei giorni nostri: Delia e Gaetano si sono incontrati, si sono amati e sposati,hanno fatto due figli, si sono lasciati.
Ordinaria amministrazione, diremo; ma vedere da “dentro”, ciò che accade all’interno di una famiglia, di quella coppia in special modo, è altra cosa. E guardarlo con gli occhi pietosi e pieni di umana comprensione, come fa la Mazzantini, ci fa leggere con un’altra chiave dei fatti, altrimenti considerati di ordinaria amministrazione.

Non ho fortunatamente, nella mia vita,vissuto un’esperienza del genere ( mai dire mai!); ho cercato comunque, accostandomi a questo romanzo, di calarmi nella storia, di lasciare da parte ogni pregiudizio, sia per lo stile diverso, che per il contenuto.
E di “farla mia”.

Lo stile, dicevo; l’autrice usa una prosa quasi scarna: frasi brevi e spezzate, a me sono sembrate talvolta degli strappi dolorosi. Un linguaggio molto crudo, che può dare fastidio ai palati raffinati, ma che credo rispecchi il modo di esprimersi di una moltitudine di gente , ai giorni nostri.
E’ curioso, se pronunciato da una donna eterea e “signora” come l’autrice. Una vera metamorfosi.

Questi due giovani- non hanno ancora quarant’anni – si sono incontrati dieci anni prima dopo alterne esperienze, non sempre positive: anoressia lei, problemi vari lui, rapporti non facili in famiglia entrambi. Allora , quando “partono” per il viaggio comune, sono armati di entusiasmo, di tante belle speranze. Che si sgonfiano presto. Conciliare la famiglia, il lavoro, soprattutto la presenza meravigliosa ma spesso “ingombrante” di due bambini con le loro esigenze… non è facile! Niente è facile.
E loro due si lasciano abbattere dalla tempesta; semplicemente, non ce la fanno.
La vicenda si svolge praticamente nell’arco di una serata.

Una cena in trattoria , a due, per rivedersi, per “capire” che cosa non abbia funzionato, per cercare di parlare, ancora. E nelle due ore della cena,da dettagli , riemergono tanti episodi, tanti momenti belli o brutti del loro passato, che a noi lettori servono per comporre come un puzzle la loro storia.
I loro due bambini , voluti con amore, svolgono una parte importante; eppure la loro presenza non basta a salvare ciò che è ormai andato….
Ci sono , a proposito, frasi commoventi. Ne cito una.
…” Le bastava che Gaetano si allontanasse per tornare ad amarlo un po’. Aveva guardato i bambini addormentati, li aveva carezzati, e lo aveva aspettato.
Possiamo farcela. Dobbiamo farcela. Per loro.
Ma non ce la fai mai per i bambini.
E loro lo sanno che non contano, s’industriano. Mettono le tazze per la colazione, spiano gli sguardi, i silenzi.
Danno il bacio di qua e di là, con il terrore di sbagliare momento, di sbagliare guancia.
Aspettano anche loro.Che l'amore torni”.

Anche i loro genitori svolgono una parte importante nella storia.
Sono quelli della mia generazione: non ancora vecchi, non più giovani. Che sanno ormai guardare con occhi sereni indietro, ai loro errori, a ciò che di bello e buono la vita ha loro regalato.
E che cercano di colmare i vuoti di questi loro figli sgangherati (quelli della storia!), comprendendo, aiutando, babysitterando, dando consigli anche non graditi….
Ne emerge un quadro che può sembrare, ad un’osservazione superficiale, patetico. A me invece è sembrato positivo, rasserenante, nel quadro generale. Questa generazione, se non è vincente ( chi è vincente nella vita?) è certo la meno perdente delle due. Almeno, in questa storia!

Altri due protagonisti- loro malgrado- della vicenda ,sono una coppia di quasi vecchi, che cena al tavolo a fianco al loro. La Mazzantini li descrive con una “pennellata” ogni tanto; ma alla fine ne abbiamo un quadro quasi completo.

Un altro brano, in proposito.
…”La mano della donna anziana ha camminato sul tavolo verso il marito e lui l’ha subito coperta con la sua, un gesto sotterraneo, rapido.
Gaetano guarda quel contatto di mani vecchie, maculate.
Come dire sono qui, ti copro come di notte con la coperta, come un falco con la sua vecchia ala, per non mancare all’appello mai, per non farti soffrire di abbandono neppure un attimo.
Gaetano si chiede se quella mano è già il coperchio di una bara, o se sotto vibra una vita, una felicità migliore di tutto il suo inutile futuro.
Vorrebbe essere già vecchio.
Soltanto per avere quella possibilità.
Sapere cosa c’è sotto quella mano”.
Rosy



Editore Mondadori
Collana scrittori italiani e stranieri
pagine 189
2011